Sebastiano Tusa, il suo destino in una sua strana coincidenza.
“Sebastiano Tusa ha dedicato la sua vita a riportare la Sicilia al centro del Mediterraneo, considerandola un tesoro unico e ineguagliabile, in grado di fornire una lettura esaustiva delle dinamiche culturali che nei millenni hanno lasciato tracce indelebili.”
Questo ricordo di Sebastiano Tusa, scritto da sua moglie, Veleria Li Vigni è riportato in quarta di copertina nel libro presentato a Calamonaci, rende appieno il senso dell’impegno del grande archeologo siciliano, profuso nel valorizzare il patrimonio storico della nostra Isola.
Sebastiano Tusa è scomparso tragicamente il 10 marzo del 2019, durante un volo che da Addis Abeba lo avrebbe portato in Kenya: dopo appena 12 minuti di volo, per un difetto di un software il nuovissimo Boeing 737 Max, si è schiantatoal suolo alla folle velocità di 1.126 chilometri orari, uccidendo tutti i 157 passeggeri!
In quel disastro non è morto soltanto l’uomo Sebastiano Tusa, ma è scomparso uno dei più grandi archeologi subacquei, uno dei massimi esperti di preistoria siciliana, uno dei più fattivi assessori ai Beni Culturali della Regione Siciliana ed anche un brillante divulgatore scientifico.
Tusa, in un momento in cui il nostro patrimonio storico conservato per millenni nelle profondità marine, stava per essere messo a repentaglio dalla tecnologia di cui disponevano razziatori senza scrupoli, intuì che creare una Soprintendenza del Mare, unica non soltanto in Italia, me nel mondo, avrebbe rappresentato un strumento di tutela per questo patrimonio: oltre all’intuito, a Sebastiano Tusa va il merito di aver avuto anche la capacità di concretizzare questa intuizione, divenendo il primo Soprintendente del Mare.
Il libro presentato a Calamonaci, grazie all’iniziativa del presidente del Lions club di Ribera, avv. Giacomo Cortese, nasce per iniziativa della moglie di Sebastiano Tusa, Valeria Li Vigni, che dopo la morte del marito lo ha sostituito alla guida della Soprintendenza del Mare, che ha voluto raccogliere le riflessioni, le testimonianze e gli aneddoti su suo marito, da parte di 32 amici e colleghi, in un volume pubblicato dalla Angelo Mazzotta Editore, presente alla presentazione del libro.
Il sindaco di Calamonaci Pino Spinelli, sempre disponibile a patrocinare eventi di grande spessore culturale, ha accolto con entusiasmo l’invito dell’avv. Cortese ad ospitare nella sua accogliente cittadina la manifestazione.
La scelta di affidare la presentazione del libro al dott. Domenico Macaluso non è casuale e non soltanto in qualità di Ispettore dei Beni Culturali della Regione Siciliana, ma in quanto la collaborazione tra Sebastiano Tusa e Mimmo Macaluso risale all’inizio degli anni ‘90, manifestata con convegni, presenza di entrambi gli studiosi in trasmissioni televisive come Linea Blu o Primo Piano e soprattutto in mare, come in occasione del saccheggio del relitto della nave romana di Porto Palo di Menfi, quando la collaborazione di Macaluso fu richiesta proprio da Tusa, per recuperare dai fondali anfore ancora integre, che presentavano al loro interno, i materiali che trasportavano e questo, dopo 2000 anni!
Il dott. Macaluso, dopo i saluti del sindaco Spinelli e dell’avv. Cortese, ha voluto sottolineare la necessità di proteggere questo straordinario patrimonio culturale oggetto di interesse da parte di società che si occupano di caccia ai tesori archeologici di cui è ricco il Mediterraneo, spregiudicati razziatori attrezzati con sofisticati batiscafi dotati di braccia robotiche ed assistiti da navi d’appoggio che localizzano i relitti anche con l’aiuto dei satelliti: un caso emblematico è ciò che è successo nell’estate del 1997, quando nell’area interessata dalle operazioni di recupero di Tusa e Macaluso, i carabinieri di Menfi e centinaia di testimoni, videro a poca distanza dalla costa, la torretta di un misterioso sommergibile in emersione.
Qualche giorno prima, la trasmissione di Rai Uno Linea Blu, aveva mostrato le immagini di un sommergibile nucleare dalla Marina degli Stati Uniti che operava nel canale di Sicilia, a bordo del quale c’era il famoso oceanografo Robert Ballard, mentre prelevava da un antico relitto materiale archeologico, senza nessun criterio scientifico, distruggendo ciò che le profondità marine avevano preservato per migliaia di anni!
In quella occasione Mimmo Macaluso denunciò l’accaduto all’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, al Tribunale Internazionale del Mare di Amburgo e fece pervenire al deputato nazionale on. Antonio Mangiacavallo una dettagliata relazione sull’accaduto. Il deputato riberese, oggi presidente del Consorzio Universitario Agrigentino, è intervenuto alla presentazione del libro, ricordando che in quella occasione investì immediatamente della questione il Parlamento Italiano,che tramite il ministro degli Esteri Lamberto Dini, chiese chiarimenti sulla deplorevole vicenda agli Stati Uniti.
Ma l’azione forte e determinata contro quella aggressione al nostro patrimonio storico, andò oltre, in quanto nell’autunno di quel 1997 Mimmo Macaluso, intervenuto ad un forum internazionale organizzato in seguito a quell’attacco, riuscì a fare firmate ad oltre 120 archeologi, personalità politiche e diplomatici, una risoluzione di condanna, presentata all’UNESCO. Il risultato di questa decisa protesta fu straordinario: gli Stati Uniti, annullarono un’analoga operazione di recupero di materiale archeologico prevista per il 1998, non concedendo all’oceanografo Ballard (famoso per avere scoperto il relitto del transatlantico Titanic), il sommergibile nucleare NR-1!
Ma questo increscioso episodio definito “imperialismo archeologico”, ebbe anche un altro straordinario risvolto, quello di far prendere coscienza della necessità di tutelare questo patrimonio: Sebastiano Tusa creò la prima Soprintendenza del Mare, mentre a livello internazionale, una serie di conferenze dopo quella di Malta, portò nel 2001 alla stesura del Convenzione UNESCO di Parigi, per la tutela del Patrimonio Culturale che giace nel mare!
Subastino Tusa, qualche mese prima di perdere la vita nel tragico incidente aereo in Etiopia, era stato a Ribera, a visitare assieme al presidente Musumeci, la mostra su Francesco Crispi realizzata da Mimmo Macaluso.
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