Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
Argomento bloccato

21/10/2009, 19:35

Aztlan ha scritto:

Adesso voglio vedere con che faccia di bronzo mi rispondi.

Quando è troppo è troppo.

Io non ho la pazienza di un santo nè sono tenuto ad averla.




Io rimango favorevole all' ipotesi Antartide. Le prove che ci siano stati cambiamenti climatici repentini, li abbiamo con il ritrovamento in Siberia di Mammut congelati all' istante, con ancora erba non digerita nello stomaco.
La causa può essere stata lo scivolamento della crosta terrestre che ha cambiato le latitudini dei continenti.


Immagine:
Immagine
12,5 KB
Ultima modifica di greenwarrior il 21/10/2009, 19:41, modificato 1 volta in totale.

21/10/2009, 19:44

ma sia l'antartide che la groenlandia sono ricoperte di ghiacci ma con solida roccia sotto

quindi non mi risulta una profonda esplorazione delle due o mi sbaglio?.....

21/10/2009, 19:54

E' vero che la scienza non conosce gli abissi sotto il punto di vista di un'osservazione diretta o sotto il punto di vista biologico così come si evince peraltro in quella paginetta di Wicky da te postata e ben lungi da affrontare l'argomento in modo esauriente o professionale...., ma la conformità o meglio la morfologia del fondale oltre che la natura geofisica e petrografica d'insieme sono note e da decenni..ti ripeto non conoscere direttamente la disposizione del singolo nodulo di manganese sul fondale non cambia la visione d'insieme.....eppoi io non ho parlato di esplorazione diretta bensì di osservazione indiretta tramite scandaglio e magnetometri..non direi che ti abbia offeso, i toni li hai alzati tu per primo (faccia di bronzo sei stato tu a dirlo...)e senza motivo io mi sono limitato a dirti che non conosci la geologia e direi che non è un'offesa se pensi che neanche gli insegnanti, i giornalisti e i divulgatori dimostrano spesso di conoscerla sparando tafanate senza senso....invio links esaustivi sulla materia in oggetto e che dovrebbero fare capire che nell'Oceano Atlantico non c'è e non c'è mai stato un continente, le implicazioni geofisiche sarebbero immense a partire dagli equilibri isostatici alla densità delle rocce alla stessa petrografia...ammettere tale presenza è negare la tettonica, la stratigrafia oceanica, la paleontologia, la sismica, la geodinamica, l'oceanografia, la vulcanologia......un continente che semplicemente viene sommerso, ma per favore siamo seri e se vogliamo cercare seriamente Atlantide cerchiamola dove potrebbe essere e senza leggere alla lettera un antico mito!!!Poi, per me puoi continuare a pensarla come vuoi!
Per favore leggi i links che ti invio sono fondamentali e senza la comprensione di questi ogni discorso che potremmo intraprendere e solo un bla bla sterile ed infantile a botta di topolino etc etc.Francamente non interessa a me come a te come agli amici del forum.

http://www.minerva.unito.it/SIS/Paleoma ... paleo1.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Dorsale_oceanica
http://www.dipgeopa.com/?structure=tettonica§ion=6&sub=6.4&lang=it
http://www.agu.org/revgeophys/kinzle01/node3.html
http://www.geol.ucsb.edu/faculty/macdon ... sciam.html
http://www.cosediscienza.it/geo/03_tettonica.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Isostasia
http://www.platetectonics.com/oceanfloors/index.asp
http://en.wikipedia.org/wiki/Mid-Atlantic_Ridge
http://www.geokem.com/ORB-oceanic-atlantic.html
e per ultimo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Topolino [;)]
Ultima modifica di WALTHARI il 21/10/2009, 20:03, modificato 1 volta in totale.

21/10/2009, 19:58

greenwarrior ha scritto:

Aztlan ha scritto:

Adesso voglio vedere con che faccia di bronzo mi rispondi.

Quando è troppo è troppo.

Io non ho la pazienza di un santo nè sono tenuto ad averla.




Io rimango favorevole all' ipotesi Antartide. Le prove che ci siano stati cambiamenti climatici repentini, li abbiamo con il ritrovamento in Siberia di Mammut congelati all' istante, con ancora erba non digerita nello stomaco.
La causa può essere stata lo scivolamento della crosta terrestre che ha cambiato le latitudini dei continenti.


Immagine:
Immagine
12,5 KB

Potrebbe essere se poi pensiamo alla carta geografica del Piri Reis...
Per quanto riguarda la teoria dello scivolamento della placche litosferiche, peraltro già immaginata da Einstein e di cui parla l'amico Hankock nei suoi splendidi libri, non siamo ad oggi ancora in grado di dimostrarne la reale esistenza;la maggior parte dei geologi e dei geofisici la ritiene impossibile...

http://members.xoom.virgilio.it/EllenRipley/
Ultima modifica di WALTHARI il 21/10/2009, 20:23, modificato 1 volta in totale.

21/10/2009, 20:41

Considerando che la Terra è in continuo mutamento e spesso "muta" in maniera violenta e pur non essendoci prove, penso da profano che sia l' ipotesi più logica, considerando che i carotaggi eseguiti in Antartide hanno confermato la presenza in tempi passati di vegetazione, fiumi ed altro. E' solo una sensazione, nulla più. Forse con il disgelo. [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]

21/10/2009, 21:10

greenwarrior ha scritto:

Considerando che la Terra è in continuo mutamento e spesso "muta" in maniera violenta e pur non essendoci prove, penso da profano che sia l' ipotesi più logica, considerando che i carotaggi eseguiti in Antartide hanno confermato la presenza in tempi passati di vegetazione, fiumi ed altro. E' solo una sensazione, nulla più. Forse con il disgelo. [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]

Il continente antartico indubbiamente ospitò ecosistemi temperati e caldi in periodi geologici passati e remoti e dai carotaggi e dalla geologia di campagna si evince (l'incrudiscenza del clima si dovette alla deriva del continente verso il polo sud)...sembrerebbe inoltre che un periodo di disgelo possa essersi verificato anche in epoche più recenti ma il verificarsi del quale, se confermato, non ha ancora una spiegazione scientifica valida per cui perchè non ammettere che per quanto sembri impossibile per limiti fisici o meglio geofisici possa comunque accadere con meccanismi ancora da scoprire??Einstein dopo tutto non era uno sprovveduto....
Ultima modifica di WALTHARI il 21/10/2009, 21:12, modificato 1 volta in totale.

21/10/2009, 21:48

Sarei curioso di sapere quanto tempo può impiegare un Continente a percorrere 10.000 Km.,non credo ne in 10.000 anni e neanche 100.000,ma molto e molto di più di anni.
Allora questa benedetta Atlantide in che epoca è esistita?,spero che qualcuno che sostiene la tesi di Atlantide in Antartide,rifletta!!.
Vero Greenwarrior?. [;)] [:D]

21/10/2009, 22:04

In effetti con il modello di deriva tettonica non si può risalire ad Atlantide; il Gondwana, cioè il paleocontinente che conteneva anche l'Antartide cominciò a frammentarsi 140 milioni di anni fa e il coninente antartico raggiunse la posizione attuale circa 40 milioni di anni fa...per questo motivo Greenwarrior ha citato la teoria dello slittamento dei continenti che potrebbe invece spiegare come in epoca protostorica le condizioni ambientali fossero molto più miti....
Ultima modifica di WALTHARI il 21/10/2009, 22:08, modificato 1 volta in totale.

21/10/2009, 22:41

Appunto.

E poi scusate io non ci vedo niente di "logico" che Platone conoscesse il Polo Sud. Mi sembra tutto fuorchè la cosa più logica. La cosa più logica è che parlasse di un luogo a lui più vicino.

E comunque le indicazioni geografiche sono chiare nell' identificare l' Atlantico, se uno le ignora semplicemente è un altro discorso.


Saluti,

Aztlan

21/10/2009, 22:56

Io l'avevo letto anni fa (se non sbaglio su una rivista scientifica),che negli abissi oceanici dell'oceano Atlantico non è possibile che vi fossero state terre emerse e poi sprofondate.Questi fenomeni si sono visti (parlando del Mediterraneo),solo nel Canale di Sicilia.

Un vulcano sottomarino attivo grande quanto l’Etna nel Canale di Sicilia, di fronte alle coste agrigentine. È l’eccezionale scoperta che un team di ricercatori ha fatto la scorsa estate grazie alle intuizioni, agli studi e all’attività subacquea di Domenico Macaluso (nella foto).
Medico chirurgo di professione, sub e archeologo per passione, il dottor Macaluso vive e lavora a Ribera (Ag) e sposa all’attività in sala operatoria una vastissima attività di ricerca in mare.
Mi accoglie nella sua casa di Seccagrande (borgata estiva di Ribera), dalla cui terrazza si domina proprio il tratto di mare in cui dorme il vulcano. “Vedi – dice – è proprio lì di fronte, a una cinquantina di chilometri dalla costa” e mi indica un punto all’orizzonte. Empedocle, lo hanno battezzato, e lui ne parla con l’amore di un padre per un figlio troppo irrequieto che non smette mai di intrigarlo e stupirlo.
Alle pareti sono appese le tracce di tante ricerche in mare: conchiglie, quadretti, piccoli pezzi di relitti, pagine di libri incorniciate, ricordi strappati all’oblio del mare per essere poi esposti al suo cospetto. Tante pietre, soprattutto nere, riempiono vasi e angoli della terrazza: sono pietre pomici, mi spiegherà, e l’hanno aiutato a capire che là, verso l’orizzonte, il vulcano reclamava attenzione.
La scoperta è stata raccontata in “Caccia al Vulcano”, documentario con la regia di Tullio Bernabei. Andato in onda su National Geographic Channel ad agosto, ha vinto il primo premio al Festival del Documentario Scientifico delle Università di Roma 2007.
Dottor Macaluso, come ha scoperto l’esistenza di Empedocle?
Tutto è partito dall’isola Ferdinandea, un’isoletta di origine vulcanica emersa nel 1831 nel Canale di Sicilia, praticamente dal nulla (nell’immagine un disegno che ritrae l’emersione). Dopo appena cinque mesi è sparita nuovamente. Il mare aveva disgregato i suoi strati superficiali, fatti di pietra pomice. La sua breve esistenza bastò per dare vita a dispute territoriali fra le nazioni europee, a cronache di viaggiatori e studiosi, a leggende dei marinai locali.
Negli ultimi anni l’interesse per la storia di quest’isola è salito, finché io stesso, nel 1999, ho coordinato le prime spedizioni sottomarine insieme all’Ordine dei Geologi di Sicilia.
Ci sono stati altri fenomeni vulcanici in quel tratto di mare?
Sì, come ho appreso dopo approfondite ricerche bibliografiche. Inoltre i pescatori locali hanno memoria di strane maree, dette “marrobbio”, che si verificano periodicamente. Sono esagerate rispetto alla normale attività del mare e dalle descrizioni sembrerebbero delle piccole onde anomale. Pochi anni fa un terremoto accompagnato da un fortissimo boato ha raggiunto le coste della Sicilia, proprio mentre preparavamo una delle prime spedizioni all’isola.
A quel punto fu chiaro che fenomeni vulcanici non legati solo all’isola Ferdinandea interessavano – e interessano ancora – il Canale di Sicilia.
Dove ha individuato l’epicentro di questi fenomeni?
A Sud-Est rispetto all’isola Ferdinandea, diciamo grossomodo al largo di Porto Empedocle, Siculiana, Seccagrande, cioè della costa siciliana compresa tra Agrigento e Sciacca.
Nel febbraio del 2003 c’è stato un evento-chiave, un terremoto molto forte che ha interessato le nostre zone ed è stato seguito dalla deposizione di tonnellate di pietra pomice sulle nostre spiagge. Le ho raccolte e fatte analizzare e nel frattempo, mentre l’interesse dei media cresceva, mi ha contattato il dottor Gianni Lanzafame (con macaluso nella foto), un vulcanologo catanese. Leggendo un mio articolo sul Venerdì di Repubblica, il dottor Lanzafame si è incuriosito al fenomeno. Anche lui condivideva la mia ipotesi – l’esistenza di un vulcano sottomarino – e aveva addirittura condotto delle ricerche nel 1987 senza però trovarlo.
Voi dove avete cercato?
Le carte nautiche riportavano una zona dove la profondità – che normalmente è superiore ai 500 metri – si riduce a 45 metri. Non poteva che essere il cono di un vulcano! Allora abbiamo deciso di cercare lì.
La trascrizione di questo punto sulle carte nautiche si deve al padre della vulcanologia moderna, il sacerdote Giuseppe Mercalli (1850-1914). Un comandante di vascello inglese nel 1845 aveva assistito all’eruzione sottomarina di un vulcano che non aveva nulla a che fare con la Ferdinandea. Allora le coordinate del punto furono riportate nel libro di bordo, e anni dopo Mercalli le trascrisse nelle carte ufficiali.
Chi ha fornito i mezzi per la spedizione?
L’input per partire è arrivato da una società di produzione televisiva romana specializzata in documentari naturalistici, la GA&A Production, che si è interessata alla caccia del vulcano e ci ha contattato.
Malgrado il rischio di fare un buco nell’acqua, visto che si trattava solo di ipotesi, hanno creduto in noi e hanno trovato i mezzi, cioè “Universitatis” (nella foto), una nave oceanografica del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CONISMA), che ha anche finanziato per un terzo la missione. Un altro terzo è stato investito dalla casa di produzione e l’ultimo dall’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia. È un bell’investimento, visto che ogni giorno di crociera oceanografica costava 11.000 €!
Quando siete partiti, e con quale strumentazione a bordo?
Siamo partiti il 29 aprile 2006 da Sciacca (Ag), con condizioni meteo piuttosto avverse.
Su Universitatis avevamo un “Side Scan Sonar” e un “Sonar Multibeam” (o multifascio), due strumenti eccezionali che ci hanno fornito un’immagine 3D del fondale estremamente precisa. Il GPS di bordo teneva la rotta per ottenere un grigliato perfettamente perpendicolare.
Tuttavia all’inizio i risultati erano davvero scoraggianti: tutto piatto, un fondale completamente liscio! Il problema era che dove cercavamo noi al posto del “picco” a 45 metri che ci aspettavamo c’era una fossa di 650 metri di profondità! Però almeno abbiamo raggiunto un primo risultato – in verità magro, rispetto alle previsioni: il comandante della nave oceanografica con un atto ufficiale ha cancellato l’errore nella cartografia.
C’era bisogno allora di un cambio di rotta…
Sì, ed è nato da una mia intuizione. Quando Mercalli ha riportato quel punto nelle carte il meridiano di riferimento era già Greenwich. Ma – mi sono chiesto – quando nel 1845 il capitano di vascello lo aveva rilevato e ne aveva riportato le coordinate il meridiano di riferimento era lo stesso? La risposta era no.
Dopo alcune mie ricerche, è arrivato il classico “eureka!”: il meridiano di riferimento nel 1845 passava per le isole Canarie, quindi Mercalli aveva riportato il punto sbagliato.
Allora sono andato dall’ufficiale di rotta, ho comunicato a lui la mia scoperta e ci siamo spostati più a Ovest per continuare le ricerche. Era il 6 maggio, abbiamo iniziato intorno alle 11 e mezzo a scandagliare il fondale e poco dopo le 16 abbiamo trovato il punto. Era il vulcano!
In realtà, continuando a scandagliare, ci siamo resi conto che quelli non erano che i “piccoli” coni avventizi di un edificio vulcanico molto più vasto, di quasi 30 chilometri per 25. In pratica vasto quanto l’Etna, anzi in proporzione anche di più, perché sull’Etna si sono accumulate tonnellate di materiali che invece in acqua vengono a galla. Se potessimo per assurdo mettere l’Etna sott’acqua e confrontarli “a nudo”, probabilmente l’edificio del vulcano più alto d’Europa sarebbe – leggermente – meno esteso.
Allora mi sono immerso per vederlo di persona, è stato molto suggestivo. Dopo accurate verifiche con i robot telecomandati ROV (Remote Operated Vehicle) – sono entrato dentro il primo cono che abbiamo scoperto. Ricordo che il cameraman francese che era con me, pur essendo tra i migliori al mondo per le riprese subacquee, all’inizio aveva qualche timore a seguirmi!
Lì ho collocato una targa commemorativa della scoperta (nella foto) e prelevato i primi campioni di materiale.
Perché il vulcano è stato battezzato col nome del filosofo Empedocle?
Per una serie di motivi. Intanto Empedocle era agrigentino e poi non era solo un filosofo, era un vero eclettico. È stato un grande naturalista, un poeta, un medico, un uomo di diritto. Soprattutto era affascinato dai vulcani. Decise di morire buttandosi nell’Etna per non lasciare il suo corpo sulla terra a decomporsi, quasi come un dio. La leggenda narra che il Vulcano, contrariato da questo atto di superbia, risputò fuori uno dei suoi sandali tramutato in bronzo. In quel punto fu eretto un tempietto in onore di Empedocle e nello stesso punto, più di recente, è stato costruito un osservatorio sismologico chiamato “Torre del Filosofo”.
Il primo cono che abbiamo scoperto invece è stato battezzato col mio nome. Sono stato il primo a scoprirlo e il primo a entrarci, adesso è stato registrato dalla Royal Geographical Society come MAC.06: le lettere iniziali del mio cognome e l’anno della scoperta (nell’immagine la sua ricostruzione 3D).
Empedocle è un vulcano attivo? C’è pericolo di terremoti o, per le città costiere, maremoti o onde anomale?
Empedocle è attivo. Lo abbiamo scoperto con certezza nell’ultimo giorno di ricerche, quasi per caso. Vicino all’Isola Ferdinandea abbiamo trovato un altro cratere e alla sua base una “faglia dislocante” (frattura in cui si incontrano due grandi “pezzi” di crosta terrestre che si muovono in senso opposto). Alla sua base c’erano due fumaioli a 100 e 78 m di profondità, con colonne di gas dal diametro di trenta metri. In superficie sembrava che il mare fosse frizzante e l’odore di anidride solforosa era inconfondibile. Sono tracce evidenti di vulcanesimo attivo.
Nel canale di Sicilia la crosta terrestre si muove, tecnicamente si dice che è interessata da fenomeni di “subduzione” e “rifting continentale”. L’ultimo terremoto, di magnitudo 4,3 Richter, è stato recentissimo, il 10 aprile scorso. Quindi il rischio di terremoti c’è.
Anche i maremoti sono riportati nella storia della Sicilia sud-occidentale e delle coste nordafricane e hanno avuto a volte effetti devastanti. Nel 365 d. C. un maremoto ha investito le civiltà costiere di Selinunte, Sciacca, Agrigento, Allavam, Eraclea Minoa con conseguenze catastrofiche. Più di recente, negli anni ‘50, un violento maremoto ha causato ingenti danni al porto di Sciacca. Bisogna stare in guardia, ma senza creare allarmismo.
Oggi fortunatamente la tecnologia ci aiuta a reagire in tempi brevissimi a eventuali fenomeni, in modo da avere il tempo di mettere in sicurezza la popolazione con interventi mirati, coordinati e repentini di Protezione Civile. Abbiamo già piazzato dei sensori per monitorare l’attività di Empedocle e, nel nuovo Museo del Mare di Sciacca che gestiremo noi della Lega Navale, ci saranno spazi, uomini e mezzi per tenere sotto controllo l’attività sismica del Canale.
Un mare da amare e da temere, dunque, che divide e mette in contatto i popoli e le culture. È vero che recentemente avete recuperato dal mare delle copie del Corano?
Sì in un relitto mercantile nelle acque di San Vito lo Capo. Malgrado fossero in mare da decenni siamo riusciti a separare alcune pagine e farle asciugare: sono in un ottimo stato di conservazione, con gli inchiostri ancora vividi (nella foto).
Si tratta di alcune Sure che un mio amico tunisino, il dottor Ridha Mezghani, ha individuato nel testo sacro dell’Islam. Le sto leggendo con grande emozione nella versione francese. Il mio obiettivo è consegnarle simbolicamente agli esponenti delle comunità islamiche in Sicilia con una cerimonia ufficiale nella Biblioteca Comunale di Ribera.
È proprio così: il mare unisce i popoli che divide.
Lo sterminato curriculum del dottor Macaluso, tra l’altro è Ispettore Onorario dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Responsabile del Nucleo Operativo Subacqueo della sezione di Sciacca della Lega Navale, si è arricchito di un altro incarico di spicco: da qualche giorno è Ricercatore dei Siti di Interesse Archeologico ed Esperto di Itinerari Subacquei per la Provincia di Agrigento. Con grande orgoglio, prima di iniziare la nostra chiacchierata, mi ha mostrato l’email con la conferma appena ricevuta. In bocca al lupo (di mare, ovviamente)!

Alex Castelli
Redazione Velistipercaso.it

Fonte: VelistiperCaso

Questo post è stato pubblicato il Lunedì, 24 Settembre 2007 alle 10:54 am ed è archiviato in Curiosità, News. Segui i commenti a questo post con il feed RSS 2.0. Puoi lasciare una risposta, o mandare un trackback dal tuo sito.


tratto da:www.mediterraneodiving.wordpress.com
Ultima modifica di bleffort il 21/10/2009, 23:05, modificato 1 volta in totale.

21/10/2009, 23:35

Scusate l'intromissione, ma se Platone e' vissuta dal dal 427 a.c. al 347 a.c. le cose sono due, o Atlantide e' scomparsa durante questo periodo oppure, Platone ha solo riportato qualcosa che gli e' stato riferito.
Se non sbaglio alcuni anni fa' lessi un articolo in cui si parlava di due grandi inondazioni assimilabili per le culture dell'epoca al diluvio universale. Questi eventi furono l'inondazione dell'atlantico attraverso lo stetto di Gibilterra, e quella del mediterraneo nel mar nero attraverso lo stretto dei dardanelli. Una qualsiasi civilta' sarebbe stata cancellata da uno di questi due cataclismi.
E' anche vero che Atlantide prende il nome da Atlante che sarebbe stato il primo re di questa terra, ma per i greci Atlante era colui che reggeva il mondo sulle spalle.
Insomma qualcosa, a mio giudizio, non torna.

22/10/2009, 04:07

Ci sono vulcani sottomarini in tutto il mondo, oceani compresi, anzi SOPRATTUTTO negli oceani. Ed isole vulcaniche scomparse per l' eruzione del vulcano, sempre negli oceani. INFORMIAMOCI.

Qui si continua a eludere il punto fondamentale: di Atlantide noi non ne avremmo mai sentito parlare senza Platone. E qui Platone viene accuratamente ignorato, nel senso che si ignora proprio cosa ha scritto:

http://it.wikisource.org/wiki/Timeo


SE uno leggesse il testo originale almeno saprebbe di cosa si parla invece di spararle.

Così come SE ognuno la smettesse di pensare che Atlantide fosse casa sua.

Uno saprebbe che NON c' è mistero sul luogo, Platone l' ha indicato.


E' la prima cosa che dice, in modo chiarissimo: "Al di là delle Colonne d' Ercole"

Ed Erodoto ci fa capire che le Colonne d' Ercole erano lo Stretto di Gibilterra.

Oltre lo Stretto di Gibilterra c' è l' Oceano Atlantico.


Se poi volete fare finta di niente e continuare a inventare la vostra Atlantide privata, liberissimi di dire uno Sicilia e uno Groenlandia.

E mille altri che sono stati INVENTATI di sana pianta da pazzoidi o ciarlatani o screditatori.

Vi informo che un noto studioso l' ha messa in Sardegna, ma io che sono sardo non ci credo, perchè non ha senso nè qui nè metterla dove più ci pare, semplicemente perchè NON ERA LI', ma dove era davvero. SE c' era.


Poi ognuno è libero di credere a teorie basate sul niente condito con elementi evidentemente sballati il tutto elevato all' assurdo.

Saluti,

Aztlan

22/10/2009, 08:19

Certo! isole vulcaniche, in regioni di oceanizzazione o in concomitanza agli hot plumes o in prossimità di margini attivi sono normali e molto diffuse ma sono e restano isole o arcipelaghi non continenti!!!
Ergo Atlantide non è e non fu mai nell'Atlantico se di continente si trattava...ribadisco:attenzione ai miti perchè spesso si basano su un fondo di verità ma dopo essere stati rielaborati!!!

http://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_sottomarino
http://www.eoearth.org/article/Seamount
http://pubs.usgs.gov/gip/dynamic/hotspots.html
http://vulcan.fis.uniroma3.it/GNV/VULCA ... onver.html
http://vulcan.fis.uniroma3.it/gnv/VULCA ... iverg.html
http://www.dipgeopa.com/?structure=tett ... .3&lang=it LETTURA CONSIGLIATISSIMA!!!

22/10/2009, 09:44

WALTHARI ha scritto:
http://www.minerva.unito.it/SIS/Paleoma ... paleo1.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Dorsale_oceanica
http://www.dipgeopa.com/?structure=tettonica§ion=6#8834;=6.4#12296;=it
http://www.agu.org/revgeophys/kinzle01/node3.html
http://www.geol.ucsb.edu/faculty/macdon ... sciam.html
http://www.cosediscienza.it/geo/03_tettonica.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Isostasia
http://www.platetectonics.com/oceanfloors/index.asp
http://en.wikipedia.org/wiki/Mid-Atlantic_Ridge
http://www.geokem.com/ORB-oceanic-atlantic.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_sottomarino
http://www.eoearth.org/article/Seamount
http://pubs.usgs.gov/gip/dynamic/hotspots.html
http://vulcan.fis.uniroma3.it/GNV/VULCA ... onver.html
http://vulcan.fis.uniroma3.it/gnv/VULCA ... iverg.html
http://www.dipgeopa.com/?structure=tett ... 834;=6.7.3#12296;=it LETTURA CONSIGLIATISSIMA!!!
[B)] [B)] [B)]
io non ce la faccio a leggere tutta questa roba...cioè, lo confesso, non c'ho voglia..e poi anche se prendessi ilfiato e leggessi tutto, capirei? forse prima di capire questa roba ci vuole almeno un'infarinatura di geologia..

tu sei laureato in geologia vero?
e tu sostieni che un continente (grande come nord africa + asia minore) non può essere sprofondato in tempi relativamente recenti (diciamo entro 100.000 anni fa, tempo nel quale c'eravamo noi sapiens-sapiens..giusto?

se è così (sei laureato e sostieni la cosa), allora direi che la dobbiamo prendere per buona, almeno finchè una persona altrettanto competente non ti 'sbugiarda'. no?

22/10/2009, 09:48

La stranezza è che Aztlan,si basa sul solo indizio (chi ti ha dato la certezza solo Erodoto?,leggendo la storia di Platone come facciamo noi?) del fatto che Platone, Atlantide l'hà collocata al di là delle Colonne d'Ercole,senza essere sicuro se quelle che ci ha indicato erano proprio quelle di Gibilterra?.Effettivamente quì si tente a non considerare la Geologia di quel tempo,cosa importantissma per questo tipo di ricerche.Ho capito che proprio Aztlan non ha letto bene il racconto tramandatoci da Platone e poi l'ho ripeto ancora:la capitale di Atlantide era una cosa,il suo territorio un'altra,in quanto la capitale secondo molti studiosi di Atlantide poteva molto probabilmente essere ubicata nel Canale di Sicilia (considerando tantissime tracce) sia geologiche, storiche e ambientalistiche,il suo territorio invece detto da Platone era vastissimo,immaginatevi tutta l'Europa Occidentale e parte di Africa nord-occidentale in più isole comprese e forse le Americhe,ma siccome le civilta del mondo di allora erano concentrate in maggioranza tutte nel Bacino del Mediterraneo,ecco che la costruzione della loro Capitale la fecero proprio dove la indicano la maggioranza degli studiosi è cioè al centro del Mediterraneo e non capisco proprio come potevano fare i Greci una guerra se gli Atlantidei non fossero ubicati nel Mediterraneo.
Ultima modifica di bleffort il 22/10/2009, 09:51, modificato 1 volta in totale.
Argomento bloccato