Cita:
Cecco ha scritto:
Carissimo Veritas
Ti chiedo, esclusivamente, per capire meglio e con poche e semplici parole, cosa significa, "resurrezione gnostica" queste resurrezioni le appuriamo su libri scritti da storici?
La mia ultra-super scetticità non è nei tuoi riguardi, assolutamente no,
ma se noi infiliamo la testa nelle pseudo sacre scritture, di qualsiasi setta, io sento solo puzzo di invenzioni-falsità, scusami ma a forza di leggere pseudo sacre scitture il puzzo di falso ce l'hò nelle narici.
Sinceri saluti Cecco
Mi rendo conto che il concetto sia piuttosto ostico, soprattutto per il fatto che sin da bambini i preti falsari ci hanno nutrito con la panzana della resurrezione 'fisica', cosa impossibile a tutti, tranne che ad un 'figlio di Dio'!.. Tale panzana fa il paio a quella della 'crocifissione', evento MAI avvenuto se non nella fantasia degli insulsi falsari della 'prima ora', i quali, 19 secoli fa circa, hanno approntato un 'manicaretto' che ancora stiamo 'sgranocchiando'!
Ti riporto quanto ho già postato in merito alla 'resurrezione gnostica':
Cita:
Non solo Gesù RISORSE, ma ciò avvenne in ben DUE occasioni!...
La prima volta accadde nel 33. Non fu una resurrezione fisica, ma SIMBOLICA: vale a dire una resurrezione gnostica. Infatti, secondo gli gnostici del tempo, soprattutto quelli della Palestina, 'risorgere dai morti' (come avvenne per Gesù) significava acquisire la conoscenza gnostica, vale a dire la conoscenza tramandata da ENOCH, secondo la setta gnostica guidata da Giovanni il Battista, tramandata da SETH, secondo le credenze della primitiva sètta gnostica fondata da Gesù, quando quest'ultimo si separò da Giovanni il Battista per mettersi in 'conto proprio'.
'risorgere dai morti'.... significava acquisire la conoscenza gnostica.."La conoscenza gnostica (cioè la 'gnosis') consisteva nella conoscenza della 'verità': la stessa che Dio, secondo la tradizione kabbalistica ebraica, avrebbe rivelato ad ENOCH, il GIUSTO che marciò con lui, come è scritto nelle pagine della letteratura rabbinica. Questa 'verità' veniva tramandata oralmente, attraverso una necessaria iniziazione dei seguaci (chiamati anche 'eletti'), i quali non sarebbero stati in grado di percepirla, se essa fosse stata rivelata loro bruscamente, 'sic et simpliciter'.
A volte, in luogo della locuzione 'risorgere dai morti'(*), si trova anche 'risorto dai dormienti'. Questo concetto, come è facile intuire, è squisitamente analogo a quello del 'risveglio' buddista. Ciò non deve sorprendere, in quanto con le conquiste ad est di Alessandro Magno, si aprì una sorta di autostrada virtuale tra l'Oriente e l'Occidente, e molte conoscenze circa la storia e le tradizioni del mondo orientale, vennero 'traghettate' ad ovest dai cosiddetti 'monaci buddisti itineranti'.
Quanto sotto è il contenuto dei loghion 21 e 90 del vangelo di Filippo:
21.) Coloro che dicono che il Signore prima è morto e poi è risuscitato, si sbagliano, perché egli prima è risuscitato e poi è morto. Se uno non consegue prima la resurrezione non morirà, perché "come è vero che Dio vive" egli sarà già morto.90.) Coloro che dicono che prima si muore e poi si risorge, si sbagliano. Se non si riceve prima la resurrezione, mentre si è vivi, quando si muore non si riceverà nulla.... "..perché egli prima è risuscitato e poi è morto.."Mi sembra che questo passaggio lascia ben poco spazio ai dubbi circa il vero significato della resurrezione gnostica: vale a dire un evento puramente simbolico. Gesù ebbe la sua 'resurrezione' intorno al 33, tuttavia egli morì giustiziato per lapidazione intorno al 72.
Esistono alcuni indizi che permettono di stabilire confortevolmente che Gesù morì nel 72. Ultimamente ne ho 'scovato' uno che ritengo decisivo (sicuramente devo aver letto anche nel passato, tuttavia all'epoca non diedi la giusta imortanza alla cosa). Il dato di cui parlo si riferisce all''apostolo' Giuda Tomaso. Costui fu il fratello gemello di Gesù di Nazareth ed accompagnò il Nazareno costantemente ed inseparabilmente nel corso di tutta la sua vita, sino alla morte di quest'ultimo, condividendone la sorte, anche quella estrema.
Secondo la tradizione ecclesiastica, infatti, ed anche secondo i vari 'martiriologici', Giuda Tomaso sarebbe stato 'MARTIRIZZATO' in 'India' nel 72!
Il particolare dell'India non deve destare sorprese, dal momento che lo stesso Gesù di Nazareth è accreditato, dalle varie tradizioni-leggende, di un viaggio in India. In realtà si trattò di Babilonia. Per il fatto che all'epoca l'area mesopotamica, su cui insisteva la città di Babilonia, era dominio dei Parti e che la Parthia, secondo l'immaginario popolare del tempo, era considerata già India, si intuisce facilmente il motivo dell'origine della leggenda circa il viaggio in India di Gesù di Nazareth. In realtà, Giuda Tomaso venne giustiziato a Lydda nel 72, insieme al fratello Gesù.
Ancora dal vangelo di Filippo:
Cita:
110.) Colui che possiede la conoscenza della verità è un uomo libero; e l'uomo libero non pecca, perché chi commette il peccato è schiavo del peccato. La madre è la verità, ma la gnosi è il padre. Coloro a cui non è permesso di peccare, il mondo li chiama liberi. A coloro a cui non è permesso di peccare, la conoscenza della verità eleva i cuori, cioè li rende liberi e li solleva al di sopra di tutto il luogo. Ma l'amore costruisce: colui che è diventato libero grazie alla gnosi, diventa schiavo di coloro che non si sono ancora potuti elevare fino alla libertà della gnosi; perché solo la gnosi li rende capaci di diventare liberi. L'amore non prende nulla. Infatti, come potrebbe prendere qualche cosa, dal momento che ogni cosa gli appartiene? Esso non dice: "Questo è mio" o "Quello è mio", ma dice: "Questo è tuo".
123.)......... Quanto a noi, ciascuno scavi profondamente fino alla radice dell'errore, che è dentro di lui e lo divelga dal suo cuore fino alla radice. Ed esso invero sarà divelto, quando noi lo riconosceremo. Che se noi siamo ignoranti a suo riguardo, esso affonda in noi le radici e produce i suoi frutti nei nostri cuori. Esso domina su di noi, e noi siamo suoi schiavi. Ci tiene prigionieri, cosicché noi facciamo ció che non vogliamo, e ciò che vogliamo non lo facciamo. Esso è potente perché noi non lo conosciamo, e finché esiste, esso lavora. L'ignoranza è per noi la madre dell'errore. L'ignoranza è al servizio della morte: ciò che viene dall'ignoranza né è esistita, né esiste, né esisterà. Invece coloro che sono nella verità saranno perfetti quando tutta la verità si manifesterà. Perché la verità è come l'ignoranza: quand'è nascosta, riposa in sè stessa, ma quando si rivela ed è riconosciuta, viene glorificata, in quanto è piú potente dell'ignoranza e dell'errore. Essa dà la libertà. Il Logos ha detto: " Se voi conoscerete la verità, la verità vi farà liberi ". L'ignoranza è uno schiavo, la conoscenza è libertà. Se noi riconosceremo la verità, troveremo i frutti della verità in noi stessi. Se ci uniremo con essa, essa produrrà il nostro perfezionamento.
Infine abbiamo questa importantissima testimonianza:
Cita:
Dopo aver dato il sudario al servo del sacerdote, il Signore andò da Giacomo e gli apparve. Giacomo infatti aveva assicurato che, dal momento in cui aveva bevuto al calice del Signore, non avrebbe più preso cibo fino a quando non l'avesse visto risorto dai dormienti. E poco dopo (prosegue): "Portate la tavola e il cibo" dice il Signore. E subito - detto: "Prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e diede a Giacomo il Giusto, dicendo: "Fratello mio, mangia il tuo pane, poiché il figlio dell'uomo - risorto dai dormienti"" (GEROLAMO, De viris ill., 2)
Quest'ultima testimonianza, che ci viene dall'autorevole 'penna' di Hieronimus, dovrebbe sgombrare la mente da qualsiasi dubbio residuo, circa la reale consistenza della resurrezione 'gnostica'. Girolamo cita da un documento che non è giunto sino a noi (perchè 'andato perduto'....), ma che era nella sua piena disponibilità, così come erano nella piena disponibilità di Origine i testi originari scritti da Giuseppe Flavio.
Estremamente importante è il riferimento al 'sacerdote', al cui servo Gesù, dopo la cerimonia della 'resurrezione', consegna la tunica da rituale, e per questo 'consacrata'. E' sin troppo evidente che l'ambiente in cui avvenne la resurrezione fu un tempio (e non certo quello 'ortodosso' di Gerusalemme!), luogo frequentato di solito dai sacerdoti, e non il cimitero di Gerusalemme, come i santi falsari ci hanno fatto credere sino ad oggi!
Altro particolare importantissimo, è l'episodio della suddivisione del pane da parte di Gesù, il quale poi ne consegna una parte al suo fratello (fratellastro) Giacomo il 'minore' o il 'giusto' (attributo di cui godevano tutti gli appartenenti alla setta di Giovanni il Battista, in virtù della figura carismatica di riferimento del loro culto: vale a dire ENOCH, il GIUSTO che camminò con Dio!). Giacomo, in segno di solidarietà verso il fratello Gesù, aveva digiunato anche lui nel giorno precedente alla cerimonia.
E' altamente probabile, se non addirittura certo, che l'evento della divisione del pane operata da Gesù, servì da ispirazione per i santi falsari fondatori dell'istituzione della "Eucarestia"! (**)
Saluti
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Nota:
(*) - laddove i morti, come già spiegato, non erano i morti 'fisici', ma semplicemente coloro che ancora ignoravano la verità di cui sopra: cosa che, se avessero continuato ad ignorarla sino alla morte fisica (chiamata anche 'seconda morte', essendo stata la prima quella connessa all'esistenza condotta all'insegna delll'ignoranza della 'verità'), allora la 'seconda morte' sarebbe stata per sempre.
(**) - probabilmente per rimpiazzare il rito dell'assunzione del sangue e della carne di un determinato animale da sacrificio, che il 'pagano' Gesù istituì molto tempo dopo i fatti inerenti alla sua 'resurrezione' gnostica, quando decise di sconfinare scientemente nel dominio dei culti pagani, verso cui egli si sentì irresistibilmente attratto. Da non dimenticare che egli venne allevato da una comunità nazarena, la quale, come tutti i nazareni del suo tempo (e dei tempi passati), faceva riferimento all'ebraismo delle origini, il quale, come già affermato in più occasioni, fu squisitamente politeistico e quindi 'pagano'. Nella letteratura paolina vi è qualche accenno al rituale del sangue e della carne: vale a dire una sorta di 'eucarestia' di stampo 'pagano'.
Veritas
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