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 Oggetto del messaggio: Psicogenealogia: la sindrome degli antenati
MessaggioInviato: 21/01/2009, 10:20 
E se fossero gli antenati a condizionarci la vita?

Amina Iacuzio

Si chiama “psicologia transgenerazionale”, o “psicogenealogia” e ha sempre più successo. Gli psicologi e psicanalisti che seguono questa corrente terapeutica sono convinti che i nostri avi agiscano in noi e che mettere in luce gli eventi del passato familiare possa liberarci dalle costrizioni ereditate.

Siamo in Francia. Una donna si rivolge alla psicoterapeuta: è molto preoccupata perché la sua bambina più grande ha l’asma e ha paura che muoia. «Mia sorella maggiore è morta, mia madre ha perso la sorella maggiore e anche mia nonna ha perso il fratello maggiore. È da generazioni che il maggiore dei figli muore giovane».
Con l’aiuto della terapia la donna ricostruisce la storia familiare fino a due secoli addietro, e scopre che durante la rivoluzione francese un suo avo aveva nascosto un prete, che si era sdebitato con queste parole: «Il maggiore di ogni generazione veglierà su di voi». Da allora effettivamente il maggiore di ogni generazione muore, trasformandosi in un piccolo angelo custode. La psicoterapeuta invita la paziente a interpretare in maniera diversa la profezia: dopotutto si può vegliare su qualcuno anche senza morire, ed esistono vari modi di prendersi cura di un proprio caro... La paziente riflette a lungo, la bambina malata di asma guarisce. È la prima volta che in quella famiglia il maggiore dei figli sopravvive.
Un giovane di 32 anni si ritrova tetraplegico: si è semplicemente dimenticato di attaccare le cinghie prima della partenza del deltaplano, fratturandosi la colonna vertebrale. Con l’aiuto della psicoterapia ricorda che suo padre, proprio all’età di 32 anni, durante la deportazione in Germania, aveva perso l’uso delle gambe dopo un terribile incidente avvenuto nella fonderia dove lavorava. I due episodi per giunta sono avvenuti nello stesso mese, a luglio.
Un altro uomo di 39 anni ha un cancro ai testicoli, viene operato e apparentemente tutto si risolve. Sei mesi dopo scopre di avere metastasi ai polmoni. La psicoterapia mette in luce che i suoi nonni erano entrambi morti a 39 anni, uno per il calcio di un cammello ai testicoli (proprio così) e l'altro durante la guerra, avvelenato dai gas nervini. Testicoli e polmoni sono i due organi colpiti nello sfortunato paziente, e proprio nella ricorrenza del trentanovesimo anno.
Sono solo alcuni dei casi riportati dal libro della francese Anne Ancelin Schützenberger, che rappresenta una sintesi di differenti studi sull’influsso dell’eredità familiare sulla nostra psiche. In Italia è stato pubblicato 2004 da Di Renzo Editore con il titolo La sindrome degli antenati, ed è diventata la bibbia della psicogenealogia.
Questa suggestiva disciplina, chiamata anche psicoterapia transgenerazionale, si è andata precisando una trentina di anni fa quando un gruppo di psicanalisti, psicologi e psicoterapeuti ha cominciato a notare strane e ripetitive coincidenze di eventi nelle storie familiari dei pazienti e a ipotizzare l’esistenza di un inconscio che si trasmette lungo le generazioni. D’altra parte già Freud aveva affermato in Totem e tabù che i processi psichici si prolungano da una generazione all’altra. «I bambini e i cani sanno sempre tutto, e soprattutto quello che non viene detto», disse una volta la psicanalista francese Françoise Dolto, e non era solo una battuta: già nella più tenera infanzia sembra che i bambini vengano a conoscenza dei segreti di famiglia in maniera inconsapevole ma certa. Questo qualcosa di non detto, spesso un fatto tragico oppure una vergogna da nascondere - una morte misteriosa, un fallimento, una nascita illegittima, un incesto - viene tramandato nel tempo, fino a generare sofferenza psichica o fisica.
In Italia il principale sostenitore di questa corrente terapeutica è il professor Maurizio Gasseau, che insegna “Teoria e Tecnica della Dinamica di Gruppo” alla facoltà di Psicologia di Torino. «Noi non abbiamo inventato niente: già la Bibbia afferma che il peccato del padre ricade sulla testa dei figli per tre o quattro generazioni, e gli antichi testi cinesi parlano addirittura di undici generazioni, precisa. Esistono numerose evidenze scientifiche. Nel 1948, dopo la guerra, quando fu aperto a Torino il primo ambulatorio di neuropsichiatria infantile, i sintomi più frequenti che i bambini manifestavano erano cefalee, balbuzie e asma. Dopo alcuni decenni sono state studiate le cartelle cliniche dei loro figli e nipoti, a loro volta ricoverati negli ospedali locali: ebbene, avevano avuto gli stessi disturbi, alla stessa età. Evidentemente qualcosa era passato tra le generazioni in maniera non cosciente. L’inconscio passa tramite le cose “non dette”, tramite immagini semi-consce. Tra gli addetti ai lavori si parla di co-inconscio, un inconscio condiviso». Quali sono i sintomi dell'inconscio familiare che si trasmette attraverso le generazioni? Il più tipico è la sindrome da anniversario, cioè un evento importante che avviene in una ricorrenza significativa a livello familiare. La Schützenberger, che lavora molto con i malati di cancro, ha evidenziato l'incidenza di certi tumori alla stessa età in cui si era manifestato in un familiare particolarmente amato, oppure le nascite che avvengono quando cade l'anniversario della morte di una persona cara, o la scelta di farsi operare nella ricorrenza di una data importante. È come se l'inconscio avesse una buona memoria, e ce lo segnalasse attraverso le coincidenze nel calendario. Stabilire le connessioni temporali però non è facile. «Chiedo ai miei pazienti di portare il loro albero genealogico, il nome di battesimo degli avi e dei discendenti, le date dei matrimoni, delle morti, degli anniversari, dei fallimenti, dei divorzi e separazioni, tutto, risalendo fino a sette o otto generazioni, se possibile», spiega la Schützenberger. Lo scopo è definire su un lasso di tempo di circa duecentocinquanta anni un albero genealogico particolare, il “geniosociogramma”, che possieda una valenza affettiva perché viene ricostruito essenzialmente sulla base dei ricordi del soggetto. Ma duecentocinquanta anni non sono troppi? «In Italia le persone ricordano in genere fino ai bisnonni, poi diventa difficile ricostruire la storia familiare - ammette il professor Gasseau. In effetti ciò che conta di più sono le rappresentazioni che una persona si fa dei propri avi, perché sono le rappresentazioni a lavorare dentro di noi. Io applico anche le tecniche dello psicodramma: faccio rappresentare al paziente l'incontro con l'antenato, ed è proprio in questo momento cruciale che il più delle volte prende coscienza e riesce a liberarsi dal destino».
Portare alla luce i segreti di famiglia e le dinamiche e i ruoli che ciascuno gioca all'interno del clan svela anche i casi di lealtà familiari invisibili. Esiste infatti in ogni famiglia un sistema di contabilità generale che regola il ruolo e i doveri di ciascuno. Colui che, per esempio, ha ricevuto una porzione troppo grande di eredità o che non ha occupato il ruolo sociale previsto, o che non ha rispettato il codice familiare, accumula un debito inconscio di cui i suoi discendenti pagheranno il fio. Come? Magari con un senso di colpa esagerato, o ripetendo un ruolo familiare distruttivo, o con atteggiamenti di fuga, rivalsa o vendetta.
Racconta ancora Gasseau: «Ho due gruppi di lavoro in Sicilia, e quindi conosco bene questa realtà. In Sicilia è molto forte la ripetizione della vendetta, cioè il mito di Oreste (che uccide la madre Clitennestra per vendicare la morte del padre Agamennone, ndr). Ho avuto un giovane paziente, figlio di un medico ucciso dalla mafia, il quale a un certo punto si è trovato di fronte al bivio: doveva continuare gli studi di medicina intrapresi oppure uccidere l'assassino di suo padre? Il nostro lavoro di terapeuti consiste nell’aiutare i pazienti a interrompere le ripetizioni e a sottrarsi a quello che viene percepito come un destino».
Ma è davvero così semplice scappare ai propri fantasmi e liberarsi dalle eredità?
«Nei casi di malattie gravi, come il cancro, divenire coscienti certo non porta a guarigione, ma aiuta il decorso della malattia. D’altra parte è stato dimostrato che il tumore ha una componente psicosomatica almeno del 25%. A parte i casi di malattie incurabili, la guarigione è possibile perché con la presa di coscienza si cominciano ad avere immagini positive di se stessi e della propria vita che vanno a sostituire le vecchie immagini negative».
Bisogna imparare a pensare bene, insomma, e a sostituire i pensieri negativi con pensieri positivi: non è così facile come sembra, ma almeno si può tentare. E alle volte basta chiedere ai bisnonni di venire a darci una mano.
http://www.sindromeantenati.it/recensio ... ne010.html



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 20:28 
Affermo che tutto questo è proprio vero.


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MessaggioInviato: 22/01/2009, 20:38 
Ricordate quello che scrive giustamente TTE riguardo ad un altro post?? no ve lo scrivo:

2) SE è vero che PRIMA e DOPO la morte non c'è nulla e SE è vero che esiste solo ciò che percepiamo come individui biologici attraverso i nostri sensi, quindi anche attraverso la nostra vista, come potremmo mai spiegare i sogni dei "non vedenti dalla nascita"? Perchè i non vedenti sognano.... come tutti gli altri..... e l'attività onirica, come quella puramente cerebrale durante il sonno, è assolutamente paragonabile ad un essere "normale" che ha assorbito negli anni immagini di luoghi, persone e cose, semplicemente cogliendo "informazioni" dall'esterno. Precedo la vostra domanda: siamo certi che ciò che sogna un cieco dalla nascita sia davvero diverso da ciò che sognamo noi vedenti? Siamo certi che il blu del mare che sogna lui, non sia lo stesso blu dell'oceano più profondo e pulito del nostro mondo reale?

Per me questa e' una spiegazione, ne hai forse preso spunto?


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MessaggioInviato: 22/01/2009, 20:44 
In effetti Jarod è proprio così [:D]!
Ho ripensato a questa sindrome dopo che TTE aveva postato nell'altro topic, ma nn l'ho riportata li perchè le interpretazioni che si possono dare a questi eventi sono molteplici.
Comunque bravo, hai un buon intuito ^_^.



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 21:04 
Ma come si fa a sapere se un cieco dalla nascita sogna ciò che sogniamo noi se non c'è modo che lui stesso lo descriva a nostra intesa?



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 21:10 
i concetti sono universali. Se io dico nuvola, la definizione concordata dalla società è sempre quella. Che io possa vederla o meno so che in genere è bianca sta in aria ed è fatta di vapore aqueo etc...Anche se non vedo e sogno una nuvola nel riferire cosa ho visto aderirò comunque ai codici acquisiti e li riproporro anche se ne o una percezione parziale.



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 22:05 
Non ha assolutamente senso.

Un cieco dalla nascita non conosce i colori innanzitutto.
Se ti riferisce di aver sognato una nuvola non significa mica che ha sognato le nuvole che tutti noi vediamo, significa semplicemente che la sua mente ha creato una immagine che lui collega a ciò che gli altri gli han descritto come una nuvola.



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 23:03 
è ciò che ho detto law [;)]



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 23:08 
Certo ma non ci vedo nulla di strano. Non abbiamo la minima idea di cosa effettivamente lui abbia immaginato, e nemmeno se lo abbia fatto nel senso da noi inteso come tale, la sua descrizione del sogno potrebbe semplicemente riferirsi a quella base. Quindi che senso ha dire che sognano come sogniamo noi?


Ultima modifica di Lawliet il 22/01/2009, 23:08, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/01/2009, 23:11 
In realtà non sappiamo nemmeno quali casi di persone non vedenti questa psicologa abbia esaminato. Per cui è difficile riuscire ad interpretare correttamente questa sa affermazione.
Quando avrò qualche dato in più cercherò di capire a cosa esattamente si stia riferendo ^_^...



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 23:36 
Come sognano i non vedenti?
Nell'ultimo post di Leo54 Si parla di domande interessanti sui pensieri e sui sogni. La mia attenzione è caduta sui sogni dei non vedenti. Ma quando sognano vedono delle immagini? Ho trovato in rete una recente pubblicazione, ecco la sintesi.

I sogni dei non vedenti sono identici ai nostri: soggetti a colori e in movimento, figure umane, paesaggi naturali. È quanto hanno scoperto i ricercatori del Laboratorio del sonno della Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona, provando l'esistenza, nei sogni dei ciechi, degli stessi contenuti visuali di quelli dei vendenti. «Finora si riteneva che i ciechi non avessero lo stesso immaginario visuale dei vedenti durante i sogni - spiega il biofisico Helder Bértolo, responsabile dello studio -. La letteratura scientifica in materia si limita ad analisi di tipo psicologico per spiegare alcune somiglianze. La nostra ricerca, invece, grazie alla misurazione quantitativa e qualitativa dell'attività onirica, ha dimostrato che nei sogni i ciechi congeniti hanno la possibilità di visualizzare immagini senza averle mai viste. E i contenuti visuali sognati sono gli stessi dei vedenti». Un campione di 20 persone, suddiviso a metà tra ciechi dalla nascita e vedenti normali, è stato sottoposto a elettroencefalogramma (Ecg) durante il sonno per due notti consecutive. I volontari dello studio sono stati svegliati quattro volte per notte, a intervalli di un'ora e mezzo. A ogni risveglio, hanno registrato il racconto dei sogni, «generalmente avvenuti nei cinque minuti di sonno precedenti», aggiunge il ricercatore portoghese. Dall'esame comparato dei tracciati dell'Ecg durante la fase di sonno Rem, quando l'attività onirica è più intensa, sono arrivati i risultati utili alla ricerca. «Abbiamo scoperto che durante questo periodo di sonno anche nei ciechi l'onda cerebrale "alpha" si attenua - spiega Bértolo-.
L'inibizione di questo segnale è un indicatore dell'attività della corteccia visuale occipitale, la parte del cervello dove arrivano le immagini. Il comportamento dell'onda "alpha" avviene con le stesse modalità quantitative e qualitative sia nei ciechi che nei vedenti: ciò significa che durante il sonno è in corso un'attività visuale anche nei ciechi. L'attività visuale è il sogno, con gli stessi contenuti dei vedenti, ossia immagini, colori e movimenti, come risulta dalle registrazioni a ogni risveglio». Oltre al test sui tracciati Ecg, la ricerca ha utilizzato l'analisi grafica dei disegni sui sogni realizzati dai volontari al risveglio. «Prendendo ad esempio la figura umana, su 51 linee d'identificazione grafica, nei disegni dei ciechi discordava solo quella relativa alle orecchie, che apparivano più grandi per l'abitudine dei non vedenti a riconoscere una persona toccando questa parte del corpo». Ma se i ciechi congeniti sognano persone, paesaggi, nuvole, colori senza averli mai visti, da dove arrivano queste immagini? «È ancora presto per poter dare una risposta scientifica - premette il ricercatore -. Al momento esistono due ipotesi principali: le immagini dei sogni dei ciechi possono generarsi dall'integrazione di elementi dell'esperienza di vita con l'attività della corteccia visuale. Oppure, l'essere umano dispone geneticamente di una banca dati di immagini, utilizzata per preservare la specie. Questa seconda ipotesi è confermata dalle ricerche sui sogni dei feti nel grembo materno». I risultati della ricerca dell'équipe portoghese sono stati pubblicati sulla più autorevole rivista scientifica del settore, l'inglese «Cognitive brain research» (http://www.elsevier.com/locate/cognbrainres), e sono stati premiati all'ultimo congresso annuale della Società europea di ricerca sul sonno.
http://dragonforce.splinder.com/post/19246396



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MessaggioInviato: 22/01/2009, 23:45 
Ma un cieco dalla nascita non può sognare colori, persone e cose, semplicemente perchè non sa come sono fatti! Può intuire le forme delle cose e delle persone col tatto, ma a grandi linee, e i colori non sa nemmeno cosa sono. Non puà immaginare, ne sognare cose che non ha mai visto, a meno che il lavoro di immaginazione non lo porti così vicino alla realtà da centrarla, ma deve davvero avere molto fattore C.

E tutto lo studio di questa insigna signora con la sua psicogenelogia mi sembra davvero una boiata senza fine. Sopratutto il fatto del primo genito che muore perchè un prete ha maledetto la famiglia, e chi muore diventa un angelo custode.
Ma stiamo scherzando? io sono topolino.


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MessaggioInviato: 23/01/2009, 02:14 
Cita:
Knukle ha scritto:

Ma un cieco dalla nascita non può sognare colori, persone e cose, semplicemente perchè non sa come sono fatti! Può intuire le forme delle cose e delle persone col tatto, ma a grandi linee, e i colori non sa nemmeno cosa sono. Non puà immaginare, ne sognare cose che non ha mai visto, a meno che il lavoro di immaginazione non lo porti così vicino alla realtà da centrarla, ma deve davvero avere molto fattore C.


I ciechi usano gli altri sensi per 'vedere' ,non si tratta di solo di immaginazione
Cita:
E tutto lo studio di questa insigna signora con la sua psicogenelogia mi sembra davvero una boiata senza fine. Sopratutto il fatto del primo genito che muore perchè un prete ha maledetto la famiglia, e chi muore diventa un angelo custode.
Ma stiamo scherzando? io sono topolino.


Col fatto del racconto del primogenito fai un po` di confusione. Il prete non ha meledetto nessuno anzi voleva essere una frase benevola Il maggiore di ogni generazione veglierà su di voi Che poi il maggiore dei figli sia morto e gli antenati di quella signora abbiano inteso che fosse quello il modo di vegliare su tutti loro cioe` dal cielo come un angelo custode . Chissa` poi il prete forse non si riferiva neanche al maggiore dei figli.

In ogni caso questo articolo si ricollega ad una lettura fatta molto tempo addietro sull'istinto. Diceva che l'istinto era formato dai ricordi e questi venivano trasmessi nel DNA



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MessaggioInviato: 23/01/2009, 02:47 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Come sognano i non vedenti?

Ma se i ciechi congeniti sognano persone, paesaggi, nuvole, colori senza averli mai visti, da dove arrivano queste immagini? «È ancora presto per poter dare una risposta scientifica - premette il ricercatore -. Al momento esistono due ipotesi principali: le immagini dei sogni dei ciechi possono generarsi dall'integrazione di elementi dell'esperienza di vita con l'attività della corteccia visuale. Oppure, l'essere umano dispone geneticamente di una banca dati di immagini, utilizzata per preservare la specie. Questa seconda ipotesi è confermata dalle ricerche sui sogni dei feti nel grembo materno». I risultati della ricerca dell'équipe portoghese sono stati pubblicati sulla più autorevole rivista scientifica del settore, l'inglese «Cognitive brain research» (http://www.elsevier.com/locate/cognbrainres), e sono stati premiati all'ultimo congresso annuale della Società europea di ricerca sul sonno.
http://dragonforce.splinder.com/post/19246396


Ottimo lavoro Bliss....... è proprio ciò che cercavo di dire nell'altro topic. Qui gli scientisti cadono miseramente a terra..... e si fano pure male. Perchè i sogni non sono il frutto dell'immaginazione come molti pensano. Ma sono "luoghi virtuali", o meglio "piani di esistenza paralleli" al nostro. E quando (ad esempio) sogniamo i nostri cari che se ne sono andati a miglior vita, non li stiamo solo immaginando.... ma li stiamo semplicemente incontrando di nuovo in una nuova realtà.

Tornando a bomba all'articolo che hai postato, direi che non è stata citata una terza ipotesi che per me ipotesi non è..... e cioè che la nostra vera essenza, cioè la nostra "anima", può vedere ciò che la circonda indipendentemente dagli occhi biologici. Perchè noi siamo esseri multidimensionali che attraverso lo spirito esploriamo il "piano astrale" esattamente come, da svegli, esploriamo il "piano fisico" attraverso il nostro corpo. Questo lo conferma anche la casistica legata ai "viaggi fuori dal corpo in stato di coma". Con quali occhi questi signori vedono le cose che li circondano (sale di ospedale, uffici, giardini esterni, persone accorse e familiari che si disperano e via discorrendo) se nella realtà sono incollati al letto, con gli occhi bendati e in coma profondo? Meditate gente meditate....

Per Knukle che dice: "Ma un cieco dalla nascita non può sognare colori, persone e cose, semplicemente perchè non sa come sono fatti!" rispondo: sei davvero certo di quello che dici? L'articolo di Bliss ci dice che la Scienza sta già dimostrando il contrario. lo so che queste cose ti fanno sorridere.... ma prima o poi con questo ti ci dovrai misurare anche tu, fidati! [^]



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Non correre troppo, Tte.
Quell'articolo non ci sta dicendo che un cieco dalla nascita sogna colori, persone e cose. Semplicemente ci sta facendo notare che l'attività visiva del cervello è presente in un cieco durante il sogno. Da qui a dire che durante il sogno vede tutto come un vedente ne passano di anni luce.



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