IL GOVERNO BERLUSCONI E' QUELLO CHE HA FATTO DI PIU' CONTRO LA MAFIA ?leggete un po' ...
da Il fatto quotidiano di oggi 8 dicembre
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578TOGLIERE CON UNA MANO PER RESTITUIRE CON L’ALTRA Perché il governo vuole vendere i beni di Cosa Nostra
di Sandra Amurri
Con il maxiemendamento del Governo sulla legge Finanziaria arriva
Babbo Natale anche per la mafia. Un dono preziosissimo per le
organizzazioni criminali segrete che, come si sa, più del carcere (che
mettono in conto), temono di perdere i “piccioli”.
Il pacco dono si chiama: vendita dei beni confiscati, all’asta e a
trattativa privata per quelli di valore fino a 400 milioni, cioè la
maggior parte. Una legge che non garantisce nulla, tantomeno la trasparenza
dell’azione dello Stato nella lotta alla mafia lasciando aperta la
porta a qualsiasi abuso, e che di chiaro ha solo la finalità: vendere.
Per il resto è buio fitto. Il testo non dice che decorsi i termini i
beni possono essere destinati alla vendita, bensì che sono destinati
alla vendita senza specificare come esempio quelli il cui recupero
civico ha un alto valore simbolico. Significato chiaro anche per un
bambino: i beni tolti dallo Stato ai mafiosi saranno riacquistati dai
mafiosi. E se è chiaro a un bambino è da escludere che non lo sia per
il Governo. Dunque, non resta che prendere atto della volontà di
questo Governo di fare un regalo alla mafia con la discutibile, e tra
l’altro non veritiera motivazione: vendiamo per fare cassa come se
l’emergenza potesse prescindere dal valore della trasparenza e dal
rispetto delle regole.
E neppure fare cassa sarà facile considerate le molteplici
criticità. La maggior parte dei beni confiscati, infatti, sono blocca-
ti dalle ipoteche poste dalle banche che hanno elargito i mutui. Un
esempio per tutti la tenuta del boss Michele Greco, detto il Papa.
Affinchè lo Stato ne possa disporre, come stabilito dalla
giurisprudenza in assenza di una legge, deve dimostrare in sede penale
con i tempi e le difficoltà che questo comporta che la banca,
nell’elargire il mutuo, non abbia rispettato una serie di indicatori
sufficienti a stabilire che la proprietà di quel bene, intestato
magari ad un parente o a un prestanome, non fosse mafiosa.
Ultimamente
la Cassazione non ha riconosciuto la buona fede del Banco di Sicilia
di Palermo, ad esempio, su alcuni immobili confiscati ipotecati e il
bene è rimasto allo Stato in quanto l’ipoteca non è risultata
opponibile, ma non sempre accade. Mentre spesso si verifica che la
Banca abbia venduto i crediti ipotecari a società di factoring e in
questo caso tutto si complica. I beni vendibili, l’85% dei quali si
trova nelle quattro regioni meridionali con una netta prevalenza della
Sicilia (47%), potranno essere acquistati da società quotate in borsa
che commercializzano immobili o anche da società a partecipazione
pubblica che in seconda battuta li metterà in vendita, senza alcun
controllo su chi li riacquisterà. É cosa così difficile da prevedere
che ad acquistarli sarà la mafia? Dunque, il bene tornerà al mafioso a
cui è stato confiscato e lo Stato dovrà tornare a riprenderselo con
uno spreco di risorse pubbliche nemmeno lontanamente paragonabili al
guadagno che potrebbe ricavarne con la vendita. Ma l’inganno è
consumato.
A ciò, che poco non è, si aggiunge un’altra notizia non ancora
ufficiale ma certa e preoccupante: il Governo, alla scadenza del 20
dicembre prossimo non rinnoverà l’incarico di commissario
straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati
all’ex magistrato della Dda di Lecce ed ex consulente della
Commissione Antimafia, Antonio Maruccia, nominato dal Governo Prodi
nel 2007, nonostante (o forse proprio perchè) abbia fatto un ottimo
lavoro anche nel privilegiare l’affidamento dei beni tolti alla mafia
alle cooperative e alle associazioni antimafia come Libera per
intendersi. E per finire con la nuova legge viene prevista, anche in
questo caso in maniera confusa e senza precisare da cosa verrà
sostituita, la scomparsa dell’Agenzia del Demanio. Di certo quello che
verrà, nonostante il duro colpo inferto con l’arresto dei due
importanti latitanti, sarà davvero un bel Natale per Cosa Nostra che
potrà brindare con lo champagne anche in carcere, all’idea di
riprendersi quei beni che il sudore e la fatica di molti le avevano
sottratto.
IN PRATICA Riparte l'economia: i prestanome reinvestono i capitali rientrati con lo scudo fiscale.