Ci sono molti riferimenti da parte di Seneca a "travi", "globi", e strani avvenimenti celesti. Seneca, tuttavia, cerca spesso di giustificarli con la scienza e con la logica. Ecco cosa son riuscito a trovare fin'ora; http://www.thelatinlibrary.com/sen/sen.qn1.shtml" Interim illud existimo, eiusmodi ignes existere aere uehementius trito, cum inclinatio eius in alteram partem facta est et non cessit sed inter se pugnauit: ex hac uexatione nascuntur trabes et globi et faces et ardores. At cum leuius collisus et, ut ita dicam, frictus est, minora lumina excutiuntur, 'crinemque uolantia sidera ducunt»." Traduzione; " Per il momento, penso che i fuochi di questo tipo si generino dall’aria compressa con violenza, quando una massa d’aria inclinatasi da un lato non ha ceduto a questo movimento, ma ha lottato contro se stessa: da questo conflitto hanno origine le travi, i globi, le fiaccole e le meteore ardenti. Ma quando la collisione è stata meno violenta e si è verificato, per così dire, solo uno sfregamento, si originano luci più deboli, e le stelle, volando, traggono dietro a sé una chioma." E.. " ..nam sereno quoque aliquando caelo tonat ex eadem causa qua nubilo, aere inter se colliso, qui, etiamsi est lucidior ac siccior, coire tamen et facere corpora quaedam similia nubibus potest, quae percussa reddant sonum. Q,uando ergo fiunt trabes, quando clipei et uastorum imagines ignibm? Ubi in talem materiam similis incidit causa sed maior." Traduzione; " Infatti, talvolta tuona anche a ciel sereno, per lo stesso motivo di quando è nuvoloso, cioè che l’aria si scontra con se stessa, perché, anche se è abbastanza trasparente e secca, tuttavia può condensarsi e dare origine a masse simili a nubi, che, urtate, producono un suono. Quando, dunque, si formano le travi? Quando gli scudi rotondi e le immagini di fuochi enormi? Quando su quel tipo di materia cade una causa analoga, ma più potente." E.. " At quibus longior mora est et ignis fortior motumque caeli sequens aut etiam proprios cursus agunt, cometas nostri putant, de quibus dictum est. Horum genera sunt pogoniae et cyparissiae et lampades et alia omnia, quorum ignis in exitu sparsus est; dubium, an inter hos ponantur trabes et pithiae raro uisi: multa enim conglobatione ignium indigent, cum ingens illorum orbis aliquantum matutini amplitudinem solis exuperet." Traduzione; " Ma quelli che hanno una vita più lunga e un fuoco più potente che segue il movimento del cielo o anche che seguono una propria orbita, i nostri li ritengono comete, delle quali si è già parlato. Del genere di questi sono le comete barbute, le meteore-cipresso, le fiaccole e tutte le altre meteore il cui fuoco termina nella forma di una coda diffusa; è dubbio se fra queste si debbano mettere le travi e le botti che si vedono raramente: essi, infatti, hanno bisogno di una grande massa di fuoco, dato che la loro massa sferica supera sensibilmente le dimensioni del sole mattutino." Molto interessante risulta; " [5,1] Ut a proximis mendaciis incipiam, falsum est faces et trabes exprimi turbine: turbo enim circa terras concipitur ac fertur ideoque arbusta radicitus uellit et, quacumque incubuit, solum nudat, siluas interim et tecta corripiens, inferior fere nubibus, utique numquam altior; at contra trabes editior caeli pars ostentat: itaque numquam nubibus obstiterunt.
[5,2] Praeterea turbo omni nube uelocius rapitur et in orbem uertitur; super ista uelociter desinit et ipse se ui sua rumpit. Trabes autem non transcurrunt nec praeteruolant ut faces sed commorantur et in eadem caeli parte collucent.
[5,5] Numquid ergo Aristoteles non illam tantum sed omnes trabes cometas esse credebat hanc habentes differentiam quod his continuus ignis est, ceteris sparsus? Trabes enim flammam aequalem habent nec ullo loco intermissam aut languidam, in ultimis uero partibus coactam, qualem fuisse in illa de qua modo rettuli Callisthenes tradit." Traduzione; " [1] Per cominciare dalle falsità che ho menzionato per ultime, non è vero che le fiaccole e le travi escano da un turbine: il turbine, infatti, si forma e si sposta nelle vicinanze della terra, e perciò sradica gli alberi e, dovunque passi, spoglia il terreno, travolgendo persino tetti e foreste, quasi sempre al di sotto delle nubi, comunque mai al di sopra; al contrario, è una parte più alta del cielo quella dove appaiono le travi: perciò, esse non si mettono mai davanti alle nubi.
[2] Inoltre, il turbine gira in tondo, trascinato in un movimento più veloce di qualsiasi nube; oltre a ciò, viene meno presto, distrutto dalla sua stessa violenza. Le travi poi non attraversano velocemente il cielo come le fiaccole, ma restano ferme e brillano nella stessa parte del cielo.
[5] Aristotele pensava forse che non soltanto quella, ma tutte le travi fossero comete, con la differenza che nelle une il fuoco è privo di discontinuità, nelle altre è diffuso? Le travi, infatti, hanno una fiamma uniforme, che non si interrompe né si indebolisce in alcuna parte, ma si concentra alle estremità, ed era così secondo Callistene quella di cui ho appena parlato."
Ultima modifica di Lawliet il 28/12/2009, 16:17, modificato 1 volta in totale.
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