08/01/2010, 21:27
Iron-Iko ha scritto:
Un dì del mese di giugno del 2008 un certo Ferruccio da Caserta, medico, in visita al Museo del Louvre, tra una "fatica" congressuale e un'altra, si sofferma nella sala egizia davanti ad una statua cubica che rappresenta Haroua. La grande base riporta un'iscrizione la cui parziale traduzione in francese è trascritta su una placchetta fissata alla vetrina.
Il testo francese è il seguente:
Traduction partielle : - "Le grand intendant de la divine adoratrice d'Amon, Haroua, dit : "Je vous le dis, à vous qui viendrez dans l'avenir dans des millions d'années : ma maîtresse m'a élevé dans ma petite enfance, elle m'a poussé dans mon adolescence, le roi m'a confié des missions dans ma jeunesse et je les ai accomplies au mieux ... J'ai donné à celui qui n'avait rien, j'ai enrichi l'orphelin dans sa ville, j'ai fait vr qu'aient les hommes et ce qui plaisaient aux dieux ...
J'ai donné du pain à celui qui avait faim, des vêtements à celui qui était nu, j'ai chassé la souffrance et éloigné l'adversité.""
Il congressista in relax legge e trasalisce: "Ma questo è... questo è... ma sì, è il Vengelo di Matteo... il Giudizio Finale!" Immediatamente si attacca al cellulare e chiama l'amico Giancarlo Tranfo per comunicargli la sensazionale scoperta. "Giancarlo, qui siamo al 7mo secolo a.c.!!!" - "Peccato che La croce di Spine è già in stampa", gli risponde Giancarlo, "altrimenti come minimo gli dedicherei un paragrafo". E così la cosa è finita sul suo sito.
Ebbene sì l'avete capito: quel Ferruccio da Caserta è.... Iron (ferro) Iko
09/01/2010, 03:03
Maria G. ha scritto:
«...c'è un tale luigi cascioli che dice che la vicenda di gesù cristo sia stata ricalcata sulla vita di giovanni di gamala realmente esistito, ma anche le prove a sostegno che porta lui sono purtroppo insufficenti»
13/01/2010, 00:19
Giuseppe ha scritto:
...Sono rimasto piuttosto sorpreso nello scoprire che è nato un gruppo a sostegno della beatificazione di Isabella, regina di Castiglia tra il XV e il XVI secolo...Una donna che introdusse in Castiglia la "santa" Inquisizione e che insieme al marito Ferdinando espulse gli Ebrei non convertiti e li confinò nei ghetti (coniando per loro il termine "marranos", maiali); convertì forzosamente il regno di Granada, fece dono a papa Borgia del primo oro arrivato dalle Americhe (con il quale fu rivestito il soffitto di Santa Maria Maggiore)... E' questo il genere di "santi" che la chiesa addita come modello ai propri fedeli? C'è poco da sorprendersi...in genere, il cattolico medio non sa nemmeno chi fossero e quali malefatte abbiano commesso personaggi come Isabella o (per rimanere nei "ranghi") "illustri" ecclesiastici come Girolamo, Ambrogio, Cirillo & Co....
13/01/2010, 22:29
Veritas ha scritto:Giuseppe ha scritto:
...Sono rimasto piuttosto sorpreso nello scoprire che è nato un gruppo a sostegno della beatificazione di Isabella, regina di Castiglia tra il XV e il XVI secolo...Una donna che introdusse in Castiglia la "santa" Inquisizione e che insieme al marito Ferdinando espulse gli Ebrei non convertiti e li confinò nei ghetti (coniando per loro il termine "marranos", maiali); convertì forzosamente il regno di Granada, fece dono a papa Borgia del primo oro arrivato dalle Americhe (con il quale fu rivestito il soffitto di Santa Maria Maggiore)... E' questo il genere di "santi" che la chiesa addita come modello ai propri fedeli? C'è poco da sorprendersi...in genere, il cattolico medio non sa nemmeno chi fossero e quali malefatte abbiano commesso personaggi come Isabella o (per rimanere nei "ranghi") "illustri" ecclesiastici come Girolamo, Ambrogio, Cirillo & Co....
Con pochissime eccezioni, i più grandi criminali della storia passata (ma, almeno in parte, anche di quella più recente) vennero fatti 'santi' e 'beati', a partire dallo stesso Simon Pietro, responsabile dell'assassinio dei coniugi Anania e Sapphira e del tentato omicidio nei confronti di Simon Mago: un'infame azione condotta cinicamente, sfruttando la fiducia che Simone Mago nutriva per Pietro, avendolo conosciuto in Samaria. Tale azione, però, finì con il costargli la vita (dopo essere stato crudelmente torturato, sebbene non più giovane, ormai). Giustamente, dunque, l'imperatore Nerone lo condannò ad essere crocifisso a testa in giù.
Per cercare di sfruttare l'immagine del 'fondatore del papato' morto 'martire' a Roma, senza però rivelare le vere cause della sua morte, l'alto clero romano del XIV-XV secolo, per motivi 'strategici (connessi al desiderio del clero capitolino di far ritornare la sede papale a Roma, dato che in quel periodo essa era stata trasferita in Francia, ad Avignone) diede incarico a dei copisti falsari (quasi sicuramente Poggio Bracciolini & company) di falsificare la storia riguardante Nerone, facendo apparire truffaldinamente che Pietro, insieme ad altri 'cristiani', venne ucciso ingiustamente in quanto i cristiani erano sospettati di aver appiccato il fuoco a Roma! Inutile rimarcare che in tale anno NON vi fu alcun incendio catastrofico a Roma(*): e comunque non come ne parla 'Tacito' (o chi per lui!).
Del resto, la prova più tangibile di ciò è rappresentata dal fatto che TUTTI gli storici della chiesa (come Eusebio di Cesarea, ad esempio) i quali parlano del presunto 'martirio' di Pietro a Roma per colpa di Nerone, nulla ci dicono dell'incendio e men che meno della punizione di Nerone per tale motivo. Gli Atti di Pietro e gli Atti di Pietro e Paolo, redatti nella seconda metà del II secolo, narrano entrambi della morte violenta di Pietro, ma nessuno fa accenno all'incendio, dal momento che la causa che portò all'esecuzione di Pietro e degli altri 'cristiani è chiaramente affermata: per aver causato la morte di Simon Mago, protetto dallo stesso imperatore Nerone.
La vicenda di Simone Pietro (elevato, tra l'altro, a fondatore del papato: come dire, "..il buongiorno si vede dal mattino"!) e degli altri personaggi 'cristiani' dei secoli successivi, sta a dimostrare che la chiesa del Medioevo (periodo in cui il 'santo' clero raggiunse il punto più basso della sua moralità) non fu una deviazione dalla chiesa delle origini, la quale invece aveva nel proprio 'DNA' le sue aberrazioni interne, essendo la 'chiesa cattolica cristiana' di assoluta emanazione e sponsorizzazione del potere secolare del II secolo d.c....
Infine, da non dimenticare, tanto per ribadire il concetto appena esposto, che nel secolo appena passato criminali politici come Mussolini, Franco, Hitler, Pavelich, etc., vennero definiti dalla chiesa di Pio XII "uomini inviati dalla provvidenza": il che è tutto dire, per ciò che concerne l'origine secolare della chiesa catto-cristiana!....
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Nota:
(*) - tuttavia non è assolutamente escluso (anzi, è piuttosto probabile) che qualche anno prima del 64, data di morte di Simon Pietro, a Roma si sia verificato effettivamente un incendio: ma NON di quella portata, come appare assurdamente nell'opera di Tacito e, soprattutto, NON nel 64, visto che proprio in quell'anno si trovava a Roma il più noto degli storici ebraici del I secolo d.c., vale a dire Giuseppe Flavio, il quale NULLA ci dice di tale famigerato incendio. In Dione Cassio ed in Plinio il Vecchio si trovano indicazioni circa un incendio di cui si era cercato di dare la responsabilità a Nerone, ma nessun accenno ad una presunta persecuzione di 'cristiani' per tale motivo. Probabilmente fu proprio tale incendio (uno dei tanti che si sviluppavano a Roma in quei tempi), assolutamente circoscritto e tale da non suscitare quindi l'interesse degli storici (proprio per la frequente ricorrenza di tali eventi), che venne preso come base per la falsificazione degli Annales di Tacito.
Un'Epitome della Storia dei Cesari, scritta nel III secolo, ci parla del catastrofico incendio avvenuto nel penultimo anno di vita dell'Imperatore Tito, ma nessun accenno al 'catastrofico' incendio del 64, durante il regno di Nerone. E' dunque altamente probabile che i falsificatori di Tacito si siano ispirati proprio all'incendio della Roma di Tito, dalle conseguenze effettivamente devastanti, trasponendolo ai tempi di Nerone. Persino il racconto dei 'cristiani' trasformati dal 'perfido' Nerone in torce umane venne estrapolato dalla vita di Tito e si riferiscono all'inaugurazione dell'Anfiteatro Flavio (Colosseo), voluto da Vespasiano, padre di Tito. Si narra di disgraziati che avevano commesso gravi reati e per questo condannati alla pena capitale. Sembra che costoro, dopo essere stati denudati, venissero cosparsi con grasso e con altre sostanze combustibili; dopodichè venivano condotti al centro dell'arena dell'Anfiteatro ed incendiati. La gente sugli spalti rideva a crepapelle nel vedere quegli sciagurati urlare dal dolore e rotolarsi 'buffamente' in terra nell'inutile tentativo di spegnere le fiamme.
In aggiunta ai personaggi appena citati, vi è da dire che anche Svetonio parla dell'incendio di Roma ai tempi di Nerone, senza tuttavia fare alcun accenno circa la punizione dei cristiani', come appare truffaldinamente in Tacito (anche perchè i primi cattolici-cristiani fecero la loro prima comparsa tra il 140 ed il 150, periodo in cui venne fondato a Roma il 'catto-crisrianesimo'). E' dunque probabile che Svetonio faccia riferimento al VERO incendio scoppiato durante il regno di Nerone (ma non nel 64!), vale a dire quello citato anche da Plinio il Vecchio e da Dione Cassio. E' opinione largamente accettata, comunque, che la descrizione ed il commento che ne fa Dione Cassio è ampiamente ispirato a ciò che scrisse Svetonio, fortemente avverso a Nerone, come gran parte dell'aristocrazia patrizio-senatoriale. Quasi tutti gli intelletuali e scrittori del tempo provenivano dalle classi agiate, le cui famiglie erano in grado di sostenere l'onere finanziario per l'istruzione dei propri rampolli, i quali, fatalmente, finivano per mutuare la 'filosofia' dei capofamiglia (che, nel caso di Nerone, erano fortemente avversi nei confronti di quest'ultimo). Questo 'gratuito' ostracismo nei confronti dell'imperatore più discusso della storia (sia nel bene che nel male), vale a dire Claudio Nerone, è stigmatizzato da Giuseppe Flavio, sebbene egli non risparmi comunque critiche a detto imperatore.
Veritas
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13/01/2010, 23:46
14/01/2010, 09:39
14/01/2010, 15:01
Iron Iko ha scritto:
per correttezza ti informo di aver postato a Emilio Salsi ("il falso dei martiri di Nerone") quanto segue:
<<Nel forum del Cristo Storico - 3d Il cristo storico di Veritas, in una nota in calce al post delle 00:19:04 di oggi 13.1.2010, parlando di Simon Pietro, Veritas scrive
(*) - tuttavia non è assolutamente escluso (anzi, è piuttosto probabile) che qualche anno prima del 64, data di morte di Simon Pietro, a Roma si sia verificato effettivamente un incendio: ma NON di quella portata, come appare assurdamente nell'opera di Tacito e, soprattutto, NON nel 64, visto che proprio in quell'anno si trovava a Roma il più noto degli storici ebraici del I secolo d.c., vale a dire Giuseppe Flavio, il quale NULLA ci dice di tale famigerato incendio. In Dione Cassio ed in Plinio il Vecchio si trovano indicazioni circa un incendio di cui si era cercato di dare la responsabilità a Nerone, ma nessun accenno ad una presunta persecuzione di 'cristiani' per tale motivo. Probabilmente fu proprio tale incendio (uno dei tanti che si sviluppavano a Roma in quei tempi), assolutamente circoscritto e tale da non suscitare quindi l'interesse degli storici (proprio per la frequente ricorrenza di tali eventi), che venne preso come base per la falsificazione degli Annales di Tacito.
Credo, caro Emilio, che sia necessario un tuo intervento.
Saluti
Iron>>
Saluti anche a te Veritas
Iron
14/01/2010, 17:22
leviatan ha scritto:
Per Weboi
Relativamente a http://www.edgarcayce.it Sedicesima domanda e conseguente sedicesima risposta:
D- Per favore descrivete le iniziazioni di Gesù in Egitto e dite se il riferimento del Vangelo ai “tre giorni e notti nel sepolcro o nella tomba (Matteo 12:40)”, forse a forma di croce, indica un’iniziazione particolare.
R- Questa è una parte dell’iniziazione, -- è una parte del passaggio attraverso ciò che ogni anima deve raggiungere nel suo sviluppo, come ha fatto il mondo attraverso ogni periodo della propria incarnazione sulla terra. Come si suppone, la testimonianza della terra attraverso il passaggio attraverso la tomba, o la piramide, è ciò attraverso cui ogni entità, ogni anima, come iniziato deve passare per raggiungere la liberazione dalla stessa, -- come indicato dalla tomba vuota che non è mai stata riempita, chiaro ? Solo Gesù fu capace di soggiogarla quando diventò ciò che indicava il Suo compimento. E là, come iniziato, Egli uscì, -- per superare l’iniziazione, compiendola – come indicato nel battesimo nel Giordano; non standovi dentro in piedi e nemmeno facendosi versare o spruzzare addosso l’acqua ! quando passò da quell’attività nel deserto ad affrontare ciò che era stata la sua rovina in principio.
Demenziale,non credi.
Questo e' quello che penso!
14/01/2010, 17:54
leviatan ha scritto:
Per Weboi:
Relativamente a http://www.edgarcayce.it Sedicesima domanda e conseguente sedicesima risposta:
D- Per favore descrivete le iniziazioni di Gesù in Egitto e dite se il riferimento del Vangelo ai “tre giorni e notti nel sepolcro o nella tomba (Matteo 12:40)”, forse a forma di croce, indica un’iniziazione particolare.
R- Questa è una parte dell’iniziazione, -- è una parte del passaggio attraverso ciò che ogni anima deve raggiungere nel suo sviluppo, come ha fatto il mondo attraverso ogni periodo della propria incarnazione sulla terra. Come si suppone, la testimonianza della terra attraverso il passaggio attraverso la tomba, o la piramide, è ciò attraverso cui ogni entità, ogni anima, come iniziato deve passare per raggiungere la liberazione dalla stessa, -- come indicato dalla tomba vuota che non è mai stata riempita, chiaro? Solo Gesù fu capace di soggiogarla quando diventò ciò che indicava il Suo compimento. E là, come iniziato, Egli uscì, -- per superare l’iniziazione, compiendola – come indicato nel battesimo nel Giordano; non standovi dentro in piedi e nemmeno facendosi versare o spruzzare addosso l’acqua! Quando passò da quell’attività nel deserto ad affrontare ciò che era stata la sua rovina in principio.
14/01/2010, 21:40
14/01/2010, 21:50
Veritas ha scritto:leviatan ha scritto:
Per Weboi:
Relativamente a http://www.edgarcayce.it Sedicesima domanda e conseguente sedicesima risposta:
D- Per favore descrivete le iniziazioni di Gesù in Egitto e dite se il riferimento del Vangelo ai “tre giorni e notti nel sepolcro o nella tomba (Matteo 12:40)”, forse a forma di croce, indica un’iniziazione particolare.
R- Questa è una parte dell’iniziazione, -- è una parte del passaggio attraverso ciò che ogni anima deve raggiungere nel suo sviluppo, come ha fatto il mondo attraverso ogni periodo della propria incarnazione sulla terra. Come si suppone, la testimonianza della terra attraverso il passaggio attraverso la tomba, o la piramide, è ciò attraverso cui ogni entità, ogni anima, come iniziato deve passare per raggiungere la liberazione dalla stessa, -- come indicato dalla tomba vuota che non è mai stata riempita, chiaro? Solo Gesù fu capace di soggiogarla quando diventò ciò che indicava il Suo compimento. E là, come iniziato, Egli uscì, -- per superare l’iniziazione, compiendola – come indicato nel battesimo nel Giordano; non standovi dentro in piedi e nemmeno facendosi versare o spruzzare addosso l’acqua! Quando passò da quell’attività nel deserto ad affrontare ciò che era stata la sua rovina in principio.
Edgar Cayce è stato un mio grande 'ispiratore', dal tempo in cui scoprii che molte delle conclusioni a cui ero giunto erano state già 'predette' da lui. (probabilmente, più che predette, frutto di una sua personale e razionale speculazione circa i fatti a lui già noti). Ho finito anche con il sognarmelo di notte!
Ho persino tentato di 'riesumare' un passatempo dimenticato ormai da diverso tempo, vale a dire dal tempo della gioventù: le 'voci' di Raudive. Tuttavia senza alcun successo...
"..Quando passò da quell’attività nel deserto ad affrontare ciò che era stata la sua rovina in principio."
Non solo Gesù, ma anche Giovnni il Battista trascorse 40 giorni nel deserto (tanti quanti furono gli anni che i protagonisti dell'Esodo, guidati da Mosè, trascorsero nel deserto)(*). Non solo, ma sicuramente TUTTI gli appartenenti alle varie sette che si originarono dagli antichi 'benè Abba' ('figli del Padre', da cui il singolare 'bar Abba') trascorsero un eguale periodo di tempo nel deserto, simbolo di purificazione, dal momento che indugiando nel deserto si rimaneva lontani dalle città 'contaminate'.
Da tenere sempre ben presente che i nazareni, i 'nasurei' (gli gnostici di Giovanni il Battista) e quant'altri derivarono dall'antica matrice dei 'benè Abba', facevano strettissimo riferimento alla figura carismatica di Mosè. Non per nulla, nella letteratura Mandea, i cui esponenti non sono altro che l'estremo epigono di quella che 2000 anni fa, circa, fu la setta guidata da Giovanni il Battista, si trova che "...ai tempi di Mosè la religione giusta era quella degli egiziani..", vale a dire quella legata alla figura mitologica del dio Amon/Amen (successivamente chiamato semplicemente 'YHWH', al quale acronimo corrisponde la frase "Yod He Waw He": Io Sono Colui che E')(**), di cui Mosè fu un sommo sacerdote presso il tempio di Eliopolis (o Tebe), dedicato a tale divinità: elevata poi a capo del pantheon egizio, quando venne legata al dio Rha (da cui il nome composito 'Amon-Rha'), massima divinità adorata nell'Egitto settentrionale (zona del delta).
Saluti
__________________________________________
Note:
(*) - tuttavia, l'occupazione del territorio di Canaan NON avvenne subito dopo il citato periodo di 40 anni, dal momento che tra la fuoriuscita di Mosè e della sua gente dall'Egitto (primo Esodo) e l'insediamento in Canaan, passò oltre un secolo. Probabilmente, dando un minimo di credibilità alla storia del lungo tempo trascorso a girovagare nel deserto, i protagonisti dell'Esodo (o i loro primi discendenti) dopo tale periodo di 40 anni riuscirono ad insediarsi stabilmente nel territorio divenuto poi noto come "tribù dei benei Amon", cioè dei 'figli di Amon', i quali, nei linguaggi occidentali, finirono con l'essere indicati come 'Ammoniti'. Non è certo un caso, infatti, la circostanza che gli archeologi impegnati negli scavi archeologici presso Amman (l'antica Rahab, capitale degli Ammoniti), abbiamo scoperto numerosi reperti di chiara fattura egizia. Una porzione del territorio occupato (quello più a sud) e di cui Rahab divenne la capitale, faceva sicuramente parte del regno dei Moabiti: da qui, molto probabilmente, l'origine dei numerosi conflitti tra gli Ebrei/Ammoniti ed i Moabiti. Dai Canaanei, diverso tempo prima dell'invasione della loro terra (conseguenza della dura sconfitta subita per opera dell'esercito del faraone Merenptah, a cui gli Ammoniti, di chiara origine egizia, si erano sicuramente alleati) i 'benei Ammon' erano chiamati genericamente gli "eber ha-nahar", vale a dire coloro che si trovavano 'oltre il fiume' o coloro che 'attraversano il fiume' (ovviamente il Giordano). Da 'EBER' (aldilà, oltre), cioè la prima parola della locuzione, derivò il plurale EBERIM, traslitterato nei linguaggi occidentali con EBREI.
QUESTA è, dunque, la vera etimologia del termine 'ebrei' e NON quella proposta, con intenti chiaramente mistificatori, dal mondo rabbinico di tutti i tempi, vale a dire la presunta derivazione del terminre dalla parola 'apirù' o 'habirù', con il quale, secondo gli storici, venivano appellati gli umili lavoratori che si adattavano a fare lavori particolarmente gravosi e tutt'altro che gratificanti, rifiutati dagli altri lavoratori che potevano fare a meno di tale 'occasione' di lavoro.
(**) - nell'antica lingua egizia, tale concetto riferito ad Amen/Amon ('Amwn' nell'alto Egitto, dove tale divinità ebbe i 'natali'), era espresso dalla locuzione "Nuk Pu Nuk", significante 'Sono chi Sono' (o 'colui che è'), codificata dal triletterale NPN. Anche nella versione ebraica, almeno nell'ebraismo delle origini, tale concetto era espresso da un trigramma: He Waw He (HWH, cioè 'sono chi sono'). Sembra che la 'Yod', (Io) la quale oggi precede il trigramma originario appena menzionato, venne aggiunta in un secondo tempo: probabilmente nel corso della truffaldina riforma voluta dal re Giosia, la quale trasformò il politeismo dell'ebraismo delle origni in un rigido monoteismo, con tutto ciò che ne conseguì: persecuzioni ed ostracismo nei confronti di coloro, tra cui i 'nazareni', che si rifiutavano di accettare tale riforma. A tali azioni di coercizione, (del tutto simili a quelle che si manifesteranno nell'impero romano circa 10 secoli dopo, durante il dominio della dinastia costantiniana) si accompagnarono anche le distruzioni di tutti i templi e degli altari eretti alle divinità che sino ad allora gli ebrei, al pari degli altri popoli presenti in e fuori della Palestina, avevano adorato, tra cui la 'paredra' di Yahweh: la dea Asherath/Astharte, legame 'abramitico' tra il mondo egizio, principale matrice dell'ebraismo, e l'altra importante matrice: quella mesopotamica!
COME SI VEDE, i cattolici, a partire da papa Damaso (o forse anche un po' prima) non si inventarono proprio nulla a danno dei pagani e di tutti i vari 'refrattari' ('eretici', gnostici, manichei, etc.), in quanto essi non fecero che applicare un 'clichè' ben collaudato, di cui, ironia della sorte, finiranno per farne pesantentemente le spese anche i giudei, possessori del 'brevetto'!!....
Veritas
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16/01/2010, 07:00
Emilio Salsi ha scritto:
Amici lettori,
“Fuori dagli scritti neotestamentari e patristici non si trova alcuna traccia di Simon Mago. Solo in Svetonio troviamo un vago accenno ad un certo Icaro, il quale, cadendo in seguito ad un tentativo di volo, spruzzò del proprio sangue l’imperatore Nerone. Aldilà dell’insulsa esagerazione di Svetonio, di cui è sin troppo nota la sua vena dissacrante e sarcastica nei confronti di Nerone, e stigmatizzata dallo stesso Giuseppe Flavio, sebbene quest’ultimo non faccia apertamente il nome di Svetonio, vi sono pochi dubbi circa il fatto che il personaggio evocato da questo storico latino non sia stato Simon Mago”.
Ho risposto a questo post di Veritas sull’argomento Paolo di Tarso, pag. 1 del 4.11.09, dimostrando la sua incapacità a distinguere fra storia e fantasia personale. Chi voglia prendersi la briga di rileggerlo potrà verificare che è l’unico storico al mondo capace di confondere il volo di Icaro con quello di Simon Mago.A questa cantonata se ne aggiunge un’altra:
“stigmatizzata da … G. Flavio, sebbene quest’ultimo non faccia apertamente il nome di Svetonio”.
Solo un incompetente, incapace, può rilasciare un’affermazione simile: come avrebbe potuto Giuseppe Flavio fare “apertamente il nome di Svetonio” se l’ebreo mori il 103 d.C. e Svetonio scrisse “Vita dei Cesari” il 125 d.C.?
Fu Svetonio a leggere Giuseppe Flavio, e lo scrisse, ovviamente senza averlo potuto conoscere.
...L’incapacità di comprendere la storia da parte di Veritas è dimostrata ulteriormente dalla sua ultima stramba dichiarazione sull’inesistenza del catastrofico incendio avvenuto a Roma nel luglio del 64 d.C.. Questa “boutade” si commenta da sé e, sin dalle prime battute, ho capito che le sue tesi sono pure contorsioni mentali, basate sul nulla, nascoste dietro un anonimato gratuito quindi irresponsabile, tipico degli acchiappacitrulli.
La Storia, intesa scientificamente, deve essere basata esclusivamente su constatazioni.
....Ogni lettore, se realmente interessato, prima di esprimere un qualsiasi giudizio, deve sentire il bisogno di verificare le affermazioni fatte da chiunque riporti le proprie “veritas”, ad iniziare dalle mie.
Che l’incendio di Roma sia avvenuto si può accertare tramite una semplice ricerca: dopo traetene le conclusioni.
Quando Veritas afferma che “la presenza di Simone Pietro era attestata a Roma prima del 64” lui deve fornire la fonte di chi la “attesta”.
...Quando afferma che Simone Pietro non era Simone lo Zelota ne consegue che la sua “fonte” sono i vangeli; ma i vangeli documentano la fuga di Simone Pietro, incatenato e sorvegliato da 18 guardie, grazie all’intervento dell’angelo del Signore. Questa è la “storia” di Veritas: una “storia” documentata dagli “Atti degli Apostoli”, cioè carta straccia; dimostrata attraverso prove in “Non sono esistiti gli Apostoli” e in “Paolo di Tarso”.
Quando distingue “Simone san Pietro” da “Simone lo Zelota” dimentica che san Pietro è chiamato anche “Bariona”, che vuol dire “latitante ricercato”. Chi governava la Giudea dava la caccia agli Zeloti, vale a dire “fanatici nazionalisti” perché nemici del dominio di Roma: quindi “Simon Pietro Bariona detto anche Galileo” e “Simone Zelota” sono la stessa persona replicata.
Dalla semplice lettura dei vangeli si verifica che i nomi degli apostoli si sovrappongono a quelli dei fratelli di “Gesù”; i nomi si duplicano o triplicano; non solo quello di Simone.
Conclusione: dopo essere stato liberato da un angelo, Simon Pietro si reca a Roma e là si scontra con Simon Mago, un amico di Nerone, e lo schianta per terra dopo una gara di levitazione … il tutto “attestato” dagli “Atti di Pietro” in cui si “attesta” che Pietro fa ricercare un pauroso Simon Mago da un cane miracolato che parlava in latino ciceroniano e, poco prima, aveva risuscitato una aringa affumicata facendola “sguazzare in una piscina natatoria”.
Dopo tanti studi pubblicati, tutti basati su vicende storiche reali, mi sarei aspettato che altri avessero acquisito il metodo della ricerca storiologica … l’unico che ci permette di far luce sugli eventi all’origine del cristianesimo … gesuita.
E, soprattutto, evitare di perdere tempo dietro tesi basate su personaggi “sincretici”: assurdo contro senso nel termine stesso della parola.
Emilio Salsi
16/01/2010, 14:41
17/01/2010, 00:12
leviatan ha scritto:
Dice Veritas:
"...Quanto ho postato circa l'incendio della Roma di Nerone, è solo un 'remake', dal momento che il mio primo intervento in merito a ciò risale a circa 10 anni fa. Pubblicai il mio articolo in diversi forums e qualcuno lo ha anche ripreso per pubblicarlo nel suo sito. Tutto ciò a testimonianza dell'interesse suscitato dalla mia 'speculazione' su tali fatti. E' bene rimarcare che, a causa di questa allucinante mistificazione e manipolazione storica, ancora oggi il mondo crede che durante il regno di Nerone vi sia stato un incendio così devastante, quando, in realtà, esso va ricollocato al tempo dell'imperatore Tito"
Di quest'ultimo incendio ti risulta che G. Flavio ne parlo' nelle sue opere ?
Anche in questo caso non averne parlato sarebbe stato molto strano ,non credi ?
Un saluto
17/01/2010, 15:26
(Negev@14/1/2010, 08:28)il paradosso é che Gesù era ebreo e non cristiano...
Come ha scritto il grande storico laico del cristianesimo, il Prof. Mauro Pesce