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11/02/2010, 09:53
ubatuba ha scritto:
Tutto è cominciato quando Paul Schenk (Lunar and Planetary Institute), Isamu Matsuyama (Carnegie Institution) e Francis Nimmo (University of California - Santa Cruz) hanno voluto vederci chiaro in merito ad alcune caratteristiche superficiali di Europa, uno dei satelliti Galileiani di Giove. L'idea era che quelle depressioni arcuate lunghe oltre 500 chilometri potessero raccontarci qualcosa del passato di un satellite che sta particolarmente a cuore dei planetologi.
I tre ricercatori hanno dunque esaminato le immagini raccolte dal Voyager nel suo mitico tour, quelle inviateci dalla Galileo nel corso della sua lunga missione e anche quelle più recenti scattate dalla New Horizons quando, nel suo viaggio verso Plutone, è transitata dalle parti di Giove. Secondo quanto pubblicato da Schenk e collaboratori su Nature a metà maggio, l'andamento di quelle depressioni ricostruito attraverso le immagini delle tre sonde potrebbe essere spiegato con uno spostamento dell'asse di rotazione di Europa di circa 80 gradi.
Tale spostamento sarebbe dovuto al ribilanciamento della sua rotazione a seguito dei cambiamenti che hanno interessato la distribuzione della sua crosta ghiacciata superficiale. All'origine del riorientamento dell'asse, insomma, ci sarebbe il formarsi di uno strato ghiacciato più spesso ai poli di Europa. "Un oggetto in rotazione - spiega Matsuyama - è più stabile quando la sua massa è più lontana dall'asse di rotazione. Le variazioni nello spessore della crosta più esterna di Europa hanno causato uno sbilanciamento della sua massa e questo ha indotto l'asse di rotazione a riorientarsi in un modo più stabile."
Una simile spiegazione ha interessanti ricadute sui correnti modelli di Europa che prevedono la presenza di un oceano liquido sotto la crosta ghiacciata. "Affinchè possa avvenire un simile riorientamento - osserva ancora Matsuyama - è necessario che lo strato ghiacciato più esterno sia separato dal nocciolo più interno di Europa da uno strato liquido. Per questo motivo il nostro studio può costituire una prova indipendente della reale presenza di uno strato liquido sotto la crosta di Europa."
Ma vi è anche una seconda interessante ricaduta sui modelli planetari ed è la possibilità che il riorientamento degli assi di rotazione dei corpi celesti possa essere più frequente di quanto si è pensato finora. Se lo scenario ipotizzato per Europa troverà altre conferme, infatti, sarà necessario mettere in conto anche la possibilità che le obliquità planetarie non siano dovute esclusivamente ai grandi impatti.
11/02/2010, 14:22
12/02/2010, 18:57
Aztlan ha scritto:
Chissà perchè per questo genere di cose mancano sempre i soldi, poi ne sprecano dieci volte tanto nell' ennesimo conflitto petrolifero - vedi alla voce: confronta budget Apollo e Desert Storm.