ABDUCTIONS: LE STATISTICHE
L’1% della popolazione italiana sarebbe soggetta a prelevamenti ET, della durata media di 45 minuti. Si evidenzia l’attività di 4.446 unità operative aliene per identificazione, localizzazione e trasporto dei rapiti.
di Luciano Pedersoli

Cominciano ad essere disponibili le prime statistiche sul fenomeno dei rapimenti di esseri umani da parte di alieni (abductions) e, per quanto ancora approssimative, sono tali da meritare attenzione. I dati sono i seguenti:
1. Il fenomeno interessa circa l’1% della popolazione in Italia ed una percentuale un po’ maggiore negli Stati Uniti d’America;
2. ciascun rapimento dura mediamente 45 minuti;
3. ogni soggetto viene rapito numerose volte nel corso della propria esistenza, almeno fino a 40 anni di età e con una frequenza molto variabile, ma in media una volta ogni due anni.
Bisogna poi aggiungere (dati ISTAT) che la popolazione italiana ammonta a circa 57 milioni di abitanti, è piuttosto stabile ed i nuovi nati sono pressappoco l’1% della popolazione ogni anno, anche se il loro numero è in leggero calo; l’aspettativa media di vita è di 78 anni.
Come si vedrà, l’esattezza delle cifre non è fondamentale ai fini delle conclusioni che si potranno trarre dopo aver effettuato alcuni calcoli.
I DATI NUMERICI

Siccome il numero annuo dei nuovi nati è pressoché uguale a quello dei decessi, si può supporre che la popolazione sia in un stato stazionario e, poiché 40 è poco più della metà di 78, ammettendo per difetto che la fascia compresa tra zero e 40 anni, nonostante sia la più numerosa, contenga solamente la metà del totale, si ottiene una cifra pari a 500.000 persone per ogni milione di abitanti. Di questi l’1%, cioè 5.000, viene prelevato ogni due anni, per un totale di 2.500 rapimenti all’anno per milione di individui; 57 milioni di abitanti comportano, quindi, 57x2500=142.500 rapimenti all’anno sull’intera popolazione italiana. I nuovi nati sono già inclusi nel calcolo, poiché fanno parte della fascia compresa tra zero e 40 anni, comunque essi sono circa mezzo milione, l’1% del quale vale 5.000 neonati, ciascuno prelevato entro il secondo anno di età, per un totale di 2.500 rapimenti all’anno su 142.500.
Un anno è formato da 365x24x60= 525.600 minuti e, siccome ciascun rapimento richiede in media 45 minuti - necessari ad ogni unità operativa per localizzare il soggetto, trasportarlo fino al luogo di destinazione ed, in seguito, riportarlo dove era stato prelevato - ciascuna di queste, anche lavorando 24 ore su 24 e 365 giorni su 365, non può effettuare più di 525.600:45=11.680 rapimenti all’anno.
Per effettuarne 142.500 occorrono 142.500:11 680=12,2 unità operative per l’intera Italia, che significano 0,260 unità per milione di abitanti.
Facendo l’ulteriore ipotesi restrittiva che gli Statunitensi vengano rapiti nella stessa percentuale degli Italiani, a causa dei 249 milioni di abitanti degli USA, le unità operative aumentano di 0,260x249=64,6 esemplari, diventando pertanto 64,6+12,2=76,8, che sono già molte, ma tutto fa pensare che il fenomeno abbia dimensioni analoghe non solo in Europa e nella ex-URSS, ma anche in tutto il continente americano, in Australia ed in una parte significativa del resto dell’Asia, coinvolgendo almeno 3 miliardi (3000 milioni) di individui, per un totale di 3000x0,260=780 unità operative. Se fosse coinvolto tutto il Pianeta, le unità sarebbero addirittura 5700x0,260=1.482. Tutti questi risultati si ricavano approssimando sempre per difetto e, calcolando il numero minimo di unità operative teoricamente necessario, vedremo poi che tale numero dovrà essere incrementato.
LA SINCRONIZZAZIONE

Chiunque si sia interessato ai rapimenti di esseri umani da parte di alieni sa che questi vengono eseguiti seguendo un programma con fini genetici non ancora chiariti, ma sicuramente di vitale importanza per gli alieni stessi, che se ne occupano come minimo da diversi decenni.
Il programma è molto vasto e richiede evidentemente tempo, quindi deve essere eseguito avendo cura di non provocare reazioni negative da parte delle persone soggette ai rapimenti. Gli accorgimenti più ovvi consistono nel non presentarsi mai ufficialmente alla popolazione stessa e nell’evitare di avere un numero significativo di testimoni durante i rapimenti, che devono quindi avvenire preferibilmente in piena notte e, possibilmente, in luoghi poco frequentati.
I 45 minuti medi richiesti da ciascun rapimento corrispondono alla durata della mancanza di ricordi (Missing Time o tempo mancante) del rapito; in questo periodo rientrano il trasporto a destinazione, gli esami e/o le operazioni sul soggetto ed il riaccompagnamento nel luogo di prelevamento, ma non la localizzazione della persona da rapire. Questo tempo va considerato a parte, anche se è vero che l’unità operativa potrebbe eseguire un’altra missione mentre il soggetto viene esaminato od operato; in ogni caso è estremamente improbabile, per non dire impossibile, che le unità operative siano sincronizzate in modo così perfetto da non sprecare neppure un po’ di tempo. Diventa quindi molto plausibile l’ipotesi che il tempo dedicato a ciascun rapimento sia superiore al minimo calcolato; è anche probabile che le operazioni si concentrino, mediamente, nel terzo notturno della giornata.
Ne consegue che il numero di unità operative coinvolto nell’operazione va moltiplicato almeno per tre, portando le unità approssimativamente a 37 per l’Italia, 194 per gli USA, 2.340 per 3 miliardi di abitanti e 4.446 per l’intero pianeta, che si possono arrotondare rispettivamente a 40, 200, 2.500 e 4.500, soprattutto se si tiene conto che non è per nulla garantito che i rapimenti coinvolgano solamente persone al di sotto dei 40 anni.
LA STRATEGIA

La Seconda Guerra Mondiale rappresenta una svolta tecnologica molto importante, perché i sistemi di avvistamento iniziano a migliorare rapidamente, diventando globali e le armi acquistano altrettanto rapidamente pericolosità ed efficienza (basta pensare alla bomba atomica), quindi da parte degli alieni diventa sempre più difficile riuscire a non allarmare la popolazione sfuggendo per di più all’attenzione dei militari, soprattutto in periodo di guerra fredda. Il compito di questi ultimi infatti è tassativo e consiste nell’identificazione e nell’abbattimento di chi si intromette senza autorizzazione nello spazio aereo di loro competenza. Inoltre, le macchine volanti aliene, per quanto progredite ed affidabili, sono pur sempre soggette a guasti od incidenti che ne possono provocare la caduta. Ne consegue la necessità di raggiungere un accordo con i militari per poter agire senza interferenze ed ottenere anche, eventualmente, collaborazione e supporto logistico.
Per raggiungere lo scopo si può provare con le minacce, oppure con la promessa di nuove tecnologie, ovvero con la garanzia di una efficiente difesa contro un nemico esterno dal quale i militari non sappiano difendersi.
Ovviamente, con le minacce non si otterrebbe, da parte di questi ultimi, una reale collaborazione, ma probabilmente neppure la promessa di nuove tecnologie sarebbe sufficiente a spingerli ad autorizzare il prelievo di una percentuale di popolazione tanto alta come l’1%. Non dimentichiamo infatti che il primo compito istituzionale dei militari è pur sempre la difesa della popolazione, di cui fanno parte essi stessi e le loro famiglie, nonchè parenti, amici e conoscenti. Rimane solamente l’ultima ipotesi, ma occorre un nemico molto pericoloso, contro il quale i militari non siano in grado di combattere efficacemente.
Finora non si sapeva chi potesse essere questo nemico, pertanto l’ipotesi non era stata nemmeno presa in considerazione, tuttavia, da quando è iniziato lo studio scientifico delle "abductions" abbiamo imparato che le specie degli alieni sembrano essere più d’una e adesso si stanno accumulando indizi che portano a ritenere che mentre alcune siano indifferenti nei nostri confronti, altre sarebbero invece ostili. Queste ultime sarebbero dotate di una tecnologia enormemente superiore a quella in possesso dei militari terrestri e disporrebbero anche di cognizioni a noi sconosciute, quindi rappresenterebbero nemici letali, contro i quali non sarebbe possibile organizzare una difesa efficace, a meno di non disporre di alleati al loro stesso livello tecnologico: gli alieni interessati al programma genetico che ci riguarda sono appunto scientificamente e tecnologicamente competitivi, quindi ottimi alleati potenziali.
Si giustificherebbe, in tal caso, la segretezza estrema sul tema, la disinformazione sistematica (cover-up) e il non voler informare la popolazione civile, inclusi i politici ai vertici gerarchici (come il Presidente degli Stati Uniti), data la scarsa affidabilità che essi hanno sempre dimostrato nel mantenere a lungo i segreti. Si capirebbe anche il perché di tante segnalazioni di militari di varie nazionalità associati ai rapimenti. Questo fatto non sarebbe spiegabile se ci fosse soltanto una ricaduta tecnologica generalizzata, non finalizzabile ad una superiorità strategica di una nazione sulle altre. Diventa, invece, del tutto comprensibile nel quadro di una collaborazione attiva tra militari di diverse nazioni ed alieni, tesa a mantenere calma la gente rassicurandola con la presenza dei militari stessi, per rendere poco credibile, o perlomeno dubbia, l’attività degli alieni.
LA COLLABORAZIONE

Il programma su base genetica prevederebbe, come si è visto, un grande numero di unità operative per l’identificazione, la localizzazione ed il trasporto dei rapiti, ma anche un notevole investimento logistico per l’esecuzione delle analisi mediche, delle operazioni chirurgiche da effettuare sui singoli soggetti e degli esperimenti da svolgere sul materiale ad essi prelevato, nonché per la raccolta, l’archiviazione e la gestione dei dati. Nulla di meglio che coinvolgere un notevole numero di unità terrestri, affidando loro i compiti meno qualificati e ricambiandole con qualche nuova conoscenza, ma soprattutto con un efficace effetto deterrente nei confronti degli alieni malintenzionati verso di noi. Ne deriverebbe che i militari non ci avrebbero venduti per il classico piatto di lenticchie ma, paradossalmente, con tutta la loro segretezza e le abbondanti bugie, avrebbero sostanzialmente fatto il nostro interesse, in quanto qualsiasi altra scelta sarebbe stata per noi assai più dannosa. Il meccanismo funzionerebbe infatti perfettamente se gli alieni fossero spinti da una necessità vitale improrogabile a svolgere il loro programma genetico proprio su di noi e non su altri e se, contemporaneamente, noi avessimo assoluto bisogno di loro. Una caduta di interesse di una delle due parti provocherebbe quasi certamente la rottura del rapporto di collaborazione e tutto fa pensare che saremmo noi a rimetterci.
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