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MessaggioInviato: 15/02/2010, 19:32 
Il Dottor Burisch, Dan


Microbiologo dell’ Area 51 pronto a parlare

Il Dr. Dan Burish, che è in isolamento, lavorando col progetto Lotus, chiede l’ immunita per comparire dinanzi a un’ udienza Congressuale o altra rappresentanza pubblica e rivelare la sua conoscenza di prima mano, con prove del coinvolgimento del governo USA nel progetto di virus e altre operazioni segrete.



Greater Things News Service - April 8, 2004 - LAS VEGAS, NV USA

Il Dr. Burish ha informazioni sicure del coinvolgimento del governo USA nella progettazione di virus per uso di guerra biologica e altre applicazioni. Egli è anche a conoscenza di altre operazioni coperte che violano gli standards etici umani. Poiché il suo coinvolgimento potrebbe causargli un’ incriminazione per crimini di guerra egli richiede la completa immunità prima di fare le rivelazioni. I termini dell’accordo non contemplano un incontro per procedere alla sua testimonianza. Egli ha dichiarato che se verrà citato darà risposte specifiche e dirette alle domande.

Oggi i microbiologi, assemblando parti di vari organismi, sono capaci di crearne di nuovi con particolari capacità, sia in termini di scopo mirato che di malattie create specificamente. Burish ha detto che i microbiologi hanno un “loro” sistema di codificazione che introducono nel DNA che essi manipolano, sia in sequenze corte o abbastanza lunghe da codificare un intero virus.
Come possibile scenario, per esempio, il codice ( firma –ndt ) potrebbe essere compreso in un segmento corto di coppie di basi ( DNA - ndt )che porta la firma dei microbiologi in maniera che altri microbiologi possano vederlo e identificarlo prontamente.
Poiché Burish ancora non ha tale immunità garantita, egli ha parlato ipoteticamente, facendo osservare che se ci fosse un microbiologo coinvolto in tali attività costui potrebbe mettere la sua firma sull’ organismo progettato, all’ oscuro di chi autorizasse il progetto stesso.
Questa firma potrebbe poi essere tramandata da tutta la progenie dell’ organismo come prova della sua origine di laboratorio e del microbiologo che lo creò. Questa sarebbe una prova più valida delle impronte digitali in un crimine. In tal caso tali impronte sono messe lì appositamente nell’ intento di dare una prova retrospettiva del fatto.



Burish potrebbe anche fare pressione per rivelare notizie in altri settori di cui ha conoscenza diretta. La rivelazione della sua firma proverebbe che Burish è un microbiologo di livello Ph.D. ( dottore –ndt)—titolo che era stato cancellato quando fu coinvolto in queste operazioni. La cancellatura era così totale che si potrebbe difficilmente trovare prova che Danny B. Catselas Burish fosse mai vissuto se non fosse per la condivisione di documenti e prove tra Internet e privati. Catselas era il cognome del padre. Il suo venne legalmente cambiato in Burish durante un recente matrimonio con una donna con quel cognome, che è anche una direttrice delle operazioni segrete. Egli lavora attualmente sul progetto Lotus nell’ Area 51, nord di Las Vegas, un ‘ operazione segreta con bilancio in nero sotto lo scudo di un governo ombra internazionale che ha legami col governo USA e con gli extraterrestri. Il progetto Lotus studia la cosiddetta " particella Ganesh " capace di riparare i danni cellulari. La stessa particella Ganesh, che emette luce, sembra essere una intelligenza vivente. Burisch ha visto un E.T. personalmente nell’ Area 51. Durante la visita ci sono state misurazioni delle funzioni vitali, contatto, osservazione e segnali manuali. Burisch è testimone che soggetti umani sono trattenuti contro la loro volontà in sperimentazioni dovute a trattative segrete fra il governo USA e forze ET.

Il trattato chiamato Tau-IX permette le abductions, il drenaggio del sangue e la rimozione di campioni e tessuti da organi riproduttivi; e non controlla se gli umani siano mutilati, torturati o se possano morire. Burisch non crede che tali attività debbano essere nascoste agli Americani e alla comunità Internazionale. Il suo desiderio di rivelazione è condiviso da altri suoi colleghi. Ci sono persino coloro fra il direttorato che permettono la fuoriuscita di informazioni dall’ interno verso il mondo esterno. Il veicolo principale di questa rivelazione ha avuto luogo in un forum non moderato presso- godlikeproductions.com- in una discussione circa Dan Burisch, che è ora al quinto volume con oltre 10.000 messaggi . Lì, coloro che sono “entro” le operazioni coperte, che lottano contro il segreto, inviano delle informazioni al forum dove sono analizzate per autenticarle e vengono catalogate. La discussione in merito iniziò sul forum circa 6 mesi fa e recentemente ha perso di mordente per la mancanza di informazioni concrete. Anche per l’ occasionale pezzo su Burish tramite una web-cam non è stato provato che non sia di data anteriore.
Quelli del forum non erano neanche sicuri che Burisch fosse ancora vivo, e che fosse con lui che parlavano, in rare occasioni, di queste rivelazioni.

Poiché qualcuno che sa ha osservato tutto ciò, si decise recentemente di organizzare un incontro fra 2 persone “esterne” con il Dr. Burisch. Data una richiesta fatta da uno dei principali partecipanti del forum, Harry Dschaak ( nickname: harrdrawk ), un invito venne esteso a lui e al Candidato Presidenziale, Sterling D. Allan ( nickname: wallrace ), al fine di avere un incontro di persona con Burisch. Un primo tentativo fu fatto il 3 Aprile. Doveva aver luogo nel campus della UNLV di fronte alla biblioteca Leid alle 10:00 del mattino. I due outsiders dovevano avere la copertura di appartenenti al direttorato. Questa copertura venne bruciata prima dell’ incontro quando venne appurato dalla sicurezza che non vi era nessun appartenente al direttorato proveniente da Las Vegas nel giorno stabilito. Un secondo tentativo coronato da successo fu fatto 2 giorni dopo in un altro luogo, dove una finestra di un’ ora divenne di tre poiché i 2 outsiders si identificarono con un codice che poteva essere stato dato loro solo da qualcuno di fiducia all’ interno. Il giorno seguente Allan riferì sull’ incontro con un post sul forum GPL. A questo seguì, il 7 Aprile, un messaggio trapelato da Dan Burisch dove egli rispondeva punto su punto al rapporto di Allan, come richiesto da un tizio chiamato “J1” (Majesty/Directorate PD/SF, Washington, D.C.). L’ affiorare di quel documento costituisce forse la prova più certa, riguardante questa operazione coperta, che sia mai stata ottenuta finora. Nel giro di qualche minuto da quel post, il forum venne messo KO. Ma coloro che osservavano il forum comunicarono via telefono e fecero una copia di quella pagina e la fecero circolare nelle loro Mailing Lists. Quando venne chiesto se ciò fosse il più grande sviluppo da quando la discussione iniziò sul forum 6 mesi fa, Dschaak rispose:” No, questa è la più grande cosa mai accaduta dall’ assassinio di J. Kennedy. Siamo sull’ orlo di una rivelazione aliena – qualcosa che cerchiamo da decenni.”


Dreamland: l'epopea di Dan Burisch

Riportiamo integralmente l’ articolo del
Dott. Giacomo Casale
membro del Centro Accademico Studi Ufologici (USAC)



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Bill Hamilton (a sinistra) con Dan Burisch

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Dan Burisch

La vicenda del microbiologo Dan Burisch è stata un fulmine a ciel sereno che ha letteralmente scosso gli ambienti ufologici mondiali. Le sue straordinarie affermazioni sembrano confermare quello che gli studiosi hanno sempre sostenuto : l’esistenza di un gigantesco cover-up sulla realtà extraterrestre da parte del governo USA che va avanti, in maniera pressochè ininterrotta, da oltre cinquanta anni. E’ già avvenuto in passato che qualcuno facesse dichiarazioni sensazionali (vedi Rober Lazar) ma mai come in questo caso, vi era stata a supporto una tale impressionante mole di dati e riscontri. L’attendibilità e le credenziali di Burisch sembrerebbero al di là di ogni ragionevole dubbio.


Un ulteriore importante aspetto della sua storia è la conferma dell’esistenza del Majestic Twelve, l’ultrasegreto gruppo di studio governativo, composto da scienziati e alti ufficiali delle forze armate USA, che ha gestito il problema UFO/alieni fin dal 1947, anno in cui avvenne il più documentato incidente UFO della storia, ovvero quello di Roswell. Il 22 aprile 2004, Dan Burisch ha chiesto udienza presso il Congresso degli Stati Uniti per rivelare le informazioni in suo possesso sull’Area 51 e sui progetti segreti ivi condotti dal governo degli Stati Uniti, relativi a virus sviluppati in laboratorio, interazioni alieni e trattati tra questi ultimi e gli USA. Trattati che, è bene ribadirlo, costituiscono una palese violazione della costituzione americana; ed è questo il motivo principale per cui Burisch ha chiesto l’immunità al Congresso in cambio delle sue rivelazioni.


Il ragazzo che amava la scienza


Danny Benjamin Crain è nato il 12 febbraio 1964. Nel 1990 si è unito in nozze con Deborah Kay Burisch, già madre di un figlio nato da un precedente matrimonio; nel 1995 Dan ha cambiato il proprio cognome in Burisch per conformarlo a quello legale del bambino. L’attitudine di Dan per la microbiologia si palesò sin dall’infanzia; all’età di otto anni egli finì sotto le ali protettive di vari medici e scienziati in quello che risultò essere il precoce inizio di un’affascinante carriera nel settore, dipanatasi in gran parte nel mondo dei “Black Projects” militari. Le cronache del curriculum di formazione professionale di Dan non sono esaustive, comunque nel periodo 1982-85 egli è accreditato come biologo e proprietario della Crain Environment Research di Las Vegas; nel 1986 consegue la laurea di primo grado in Psicologia presso la University of Nevada, Las Vegas, e viene contattato in qualità di candidato per lavorare a un progetto governativo; nel 1988 il St Patrick’s Seminary di Menlo Park, California, gli assegna un Master of Divinity e nel 1989 consegue un dottorato in Microbiologia e Genetica Molecolare presso la State University of New York (SUNY), Stony Brook; la SUNY ha già negato di possedere documentazione in merito, ciò nondimeno esistono documenti che attestano il percorso formativo di Dan. Nell’ambito militare, conseguì nel 1989 il grado di capitano della marina militare degli Stati Uniti e fu assegnato al Progetto Aquarius presso la base di Groom Lake, Nevada, comunemente nota come Area 51 o “Dreamland” (terra di sogno); il suo tesserino S4 era il nr. 6196 MAJI. Un accordo di segretezza per il Tonopah Test Range/R4809, che reca la data del 14 ottobre 1989 e la firma di Burisch (Crain), riporta il suo SSAIN [numero della previdenza sociale], il grado “05”, la qualifica “MB III” (Microbiology III) e l’ente da cui dipendeva, ovvero il Laboratorio di Ricerca Navale del Dipartimento della Difesa, Marina degli Stati Uniti. Un documento successivo riporta il suo grado di capitano della US Naval Reserve, e la sua qualifica “Microbiologist IV”. Nel 1991 fu inviato a svolgere le proprie mansioni presso un’unità di guerra biologica e partecipò all’ operazione “Tempest Storm” in Iraq, guadagnandosi un encomio presidenziale per i servizi resi sul campo. Nel 1994 Dan compilò un rapporto, il Q-94-109A, nome in codice COSMIC-MAGIC, relativo a campioni prelevati da un’entità biologica extraterrestre (EBE) nota come “AQ-J-Rod”, nell’ambito del Progetto Aquarius, e infine, sino al settembre del 2002, lavorò al Progetto Star Flower 1, che comprendeva il “Seme della Genesi”. Burisch ha fornito al ricercatore americano Bill Hamilton una descrizione del suo tesserino di identificazione: si trattava di un badge bianco con due marcature blu lungo la parte superiore sinistra, al di sotto delle quali era riportata la sua area di assegnazione, ‘S4’; subito sopra la S4 vi era una punzonatura a forma di stella. Sul suo vecchio tesserino, al di sotto della S4 vi erano le tre lettere ‘ETL’, ovvero ‘Laboratorio Extra Terrestre’; sui badge più recenti ‘ETL’ era stato sostituito da ‘EBL’, che sta per: ‘Laboratorio Biologico Extraterrestre’. Sulla parte destra del badge vi era la scritta verticale ‘MAJ’. I tesserini riportavano inoltre una foto dello scienziato, sotto la quale erano riportati il nome, l’incarico ed il numero di badge (n.H). Nella parte inferiore vi era un codice ‘DX’ (a significare trasferimento dipartimentale) oppure ‘WX’ (ad indicare trasferimento ingegneristico), che consentiva all’individuo in questione l’accesso alle differenti sezioni del progetto o, come le chiamavano loro, ‘padiglioni’. Sul retro del badge vi era una striscia magnetica nera. Burisch riceveva il proprio badge solitamente accompagnato da un altro badge di colore arancione che recava il numero per la registrazione quotidiana nella base (Papoose); nel caso dovesse recarsi al secondo piano che, era destinato a LG [Progetto Looking Glass] e Sidekick, era necessario un badge supplementare. Dan lavorò per certo periodo di tempo ad un progetto relativo ad una entità biologica extraterrestre EBE viva. J-Rod (questo il nome dell’alieno) era un assistente di un’altra entità extraterrestre (EBE-3) assegnata alla base di Groom Lake. J-Rod è stato tenuto in “custodia” dal Majestic affinché potessero continuare a fare esperimenti ed ulteriore analisi della sua fisiologia; nel 1994 avrebbe dovuto andarsene, ma con tutta probabilità è ancora qui. In quanto microbiologo, i risultati delle passate ricerche di Dan si focalizzavano sul ruolo dei complessi di proteine nelle/sulle membrane cellulari e sull’analisi dell’ecosistema. Burisch, inoltre, nutriva un profondo interesse per Marte, le sue anomalie e potenzialità per la presenza di vita, e sottopose all’attenzione della NASA un progetto di ricerca, dal titolo “Il trapianto dei protozoi e lo sfruttamento dell’esobiologia marziana: il caso della Euglena viridis nel Laboratorio Biologico Automatizzato”; la NASA replicò: “La sua proposta è stata giudicata, in quanto dotata di sufficiente valore intrinseco, tale da consentirne l’integrazione all’interno della Divisione Supporto Vitale Biorigenerativo dello NSCORT [Centro Specialistico di Ricerca ed Addestramento della NASA], un sub-direttorato del Programma CELSS (Sistemi Controllati di Supporto Vitale Ecologico) dell’Amministrazione Aeronautica e Spaziale Nazionale”. Nel 1989 il dott. Burisch venne assegnato, in qualità di microbiologo, al Progetto Aquarius, R-4800, Papoose Site 4 (S4) presso il sito di collaudo del Nevada, nella stessa sede di Robert Lazar, anche se la compresenza dei due fu alquanto breve; infine, verso il 1994, fu promosso alla carica di Leader del Gruppo di Lavoro, a suo dire in virtù dell’eccellente rapporto professionale con J-Rod, e lavorò nel laboratorio biologico sotterraneo che era stato approntato al Livello 4. Le procedure di sicurezza previste per accedere all’area comprendevano la scansione ottica della retina e l’identificazione dell’impronta vocale; prima di entrare nel laboratorio, che in base al Livello di Biosicurezza era stato classificato con 115 e che nei manuali OSHA non è elencato, era obbligatorio farsi la doccia, rasarsi, decontaminarsi e cambiarsi gli abiti. Qui di seguito riportiamo una descrizione del Livello di Biosicurezza 4: “Prassi, equipaggiamento di sicurezza, ed impianti sono applicabili al lavoro con agenti esotici e pericolosi che presentano un elevato rischio individuale di malattie potenzialmente letali. Tutte le manipolazioni di materiali diagnostici potenzialmente infettivi, elementi isolati, ed animali naturalmente o sperimentalmente infetti determinano, per il personale di laboratorio, un elevato rischio di esposizione ed infezione. Il virus della Febbre di Lassa è rappresentativo del tipo di microrganismi relativi al Livello 4”.

Il Progetto Aquarius era solo uno dei cinque progetti condotti presso l’installazione S4; si trattava di un progetto “ombrello” incentrato sullo studio delle EBE.

Gli altri progetti erano:

· Progetto Sigma:volto a stabilire una comunicazione con gli alieni.

· Progetto Galileo: riguardava i sistemi propulsivi e costituiva la principale area di ricerca di Bob Lazar. Questi afferma di essere stato condotto nella sala riunioni ed invitato a studiare i rapporti relativi alla propulsione ed al ruolo della gravità come medium propulsivo. Imbrigliare, amplificare e concentrare la fondamentale onda di “gravità A” presenta molte altre possibilità.

· Progetto Sidekick relativo alla tecnologia degli armamenti a raggio ed al programma Guerre Stellari”(SDI).

· Progetto Looking Glass: relativo ai viaggi spazio-temporali.

Burisch era in possesso dei nullaosta di classificazione che gli consentivano l’accesso a tutti i progetti sopra descritti, ciò nondimeno le loro descrizioni e correlazioni devono essere ulteriormente approfondite. Dan disse che gli era consentito consultare i documenti informativi relativi agli alieni ed alla loro tecnologia, e che vi era qualcosa che faceva riferimento ad una “Linea Temporale Convergente” che potrebbe spiegare il motivo per il quale “loro” si trovano qui, cosa stanno facendo e perché sul nostro pianeta si sta eseguendo un campionamento della popolazione e delle forme di vita. Secondo Burisch, l’ufficiale a cui egli faceva rapporto era l’allora ammiraglio di squadra J. M. McConnell, direttore dal 1992 al 1996 dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA), ovvero l’agenzia governativa statunitense responsabile dell’Intelligence dei Segnali e di tutte le informazioni classificate. McConnell ricoprì l’incarico di funzionario dell’intelligence per il capo di stato maggiore (JCS-J2) durante la dissoluzione dell’Unione Sovietica e l’Operazione “Tempesta del Deserto” in Iraq; nell’adempimento di queste funzioni, McConnell informava regolarmente il Presidente ed i suoi ministri, i leader internazionali, il Senato e la Camera del Congresso degli Stati Uniti; inoltre, durante la Guerra del Golfo, egli comparve regolarmente sulle televisioni internazionali in veste di portavoce dell’intelligence statunitense. Raggiunse il grado di ammiraglio di squadra della Marina degli Stati Uniti, per la quale lavorò per più di 25 anni come ufficiale operativo di intelligence; McConnell si è ora ritirato a vita privata e, dal 1996, lavora per la Booz Allen, società di consulenza per la gestione strategica e tecnologica.

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Vice Adm. J. M. McConnell, Direttore della National Security Agency (NSA),dal 1992 al 1996.



Progetto Star Flower - Dan ultimamente lavorava per conto del Majestic ad un progetto un tempo chiamato Lotus ed ora denominato Star Flower 1. Il progetto in questione riguarda le originarie inseminazioni che diedero origine a tutte le forme di vita sulla Terra. La teoria della panspemia avanza l’affascinante ipotesi che la vita sulla Terra venne “importata” dallo spazio, e che l’evoluzione della vita dipenda da programmi genetici parimenti provenienti dal cosmo.
In base alle nuove teorie sulla biologia evolutiva che superano l’approccio neo-darwinista, Burisch ha scoperto che la vita proviene dallo spazio e il “Seme della Genesi” comporta la prova di un progetto e di un’attività intelligente (non un ‘intelligenza aliena, bensì un’intelligenza da Creatore Cosmico). Ecco cosa ebbe a dire in proposito:“Sin dagli inizi con M [nome censurato con un tratto nero-nda] ebbi l’onore di essere assegnato ad alcuni fra i più interessanti progetti a memoria d’uomo. Dal lavoro al Progetto Aquarius sino alle sabbie del deserto iracheno mi sono adoperato per servire il mio paese con la massima efficienza e dedizione. Spero fortemente che il mio ultimo incarico, in Africa, abbia tutelato gli interessi degli Stati Uniti d’America. Da circa un decennio, radunando le ricerche di tutte le massime menti dell’umanità sto elaborando una teoria nel tentativo di trovare una risposta alla secolare questione delle nostre origini. Tale elaborazione è culminata nel Progetto L [Lotus-nda], in seguito denominato Progetto S Fl [Star Flower-nda]. In poche parole, abbiamo scoperto gli elementi chiave per combinare un antico virus che in più di un’ occasione ha inseminato il nostro bel pianeta, e le cui parti integranti giocano tuttora un ruolo di continua creazione nell’intricata ragnatela della vita. Riteniamo che tale ruolo faccia progredire la complessità rilevata nella biosfera, onde combinare alla perfezione la diversità delle specie con gli altri elementi del nostro mondo vivente Tutto questo appare meraviglioso; comunque proprio come esistono sottili spunti comportamentali nei giochi dei bambini così riteniamo che celato all’interno del combinato L vi sia un aspetto analogo .Essere muniti dei più antichi codici del DNA e disporre del potere di manipolare la danza dell’L non ci fornisce la sufficiente conoscenza, l’autorità del suo creatore o il diritto stesso di combinarlo, sintetizzarlo o stuzzicarlo in altri modi, né esso né i suoi spaventosi poteri. La nostra sfera di controllo rientra nella ristretta gamma di prudenti studi. Spingendoci oltre, rischiamo l’umanità”.


L’incontro con Jarod

Come abbiamo accennato sopra, Dan Burisch entrò a far parte del progetto Aquarius, nell’ambito del quale venivano studiate le Entità Biologiche Extraterrestri catturate dai militari a seguito di UFO crash. Burisch veniva condotto in un laboratorio sotterraneo e fatto entrare in una stanza di forma circolare riempita di idrogeno freddo, definita “sfera pulita”. Il suo compito consisteva nell’interagire con l’essere alieno J-Rod. Ecco come Burisch, in una recente intervista, descrive il suo primo impatto con Jarod: “la mia prima impressione fu che stessi guardando un insetto gigantesco, tanto per dare l’idea, sembrava un enorme insetto color marrone scuro aggobbato lì in un angolo, appariva molto insettoide…sembrava quasi che avesse un esoscheletro…ero spaventato perché avevo sempre creduto che i mostri non esistessero”.

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La foto a sinistra, di provenienza anonima, venne presentata per la prima volta nel video"UFOs: Fifty Years of Denial" © 1998 prodotto dalla Quick FOX Production. L’immagine raffigura uno dei Grigi (EBE2) “ospiti” del governo degli Stati Uniti. L’autore del presente articolo ritiene che questo sia il reale aspetto dell’alieno Jarod .A destra l”identikit” di Jarod eseguito da Bill Uhouse, un’ingegnere coinvolto in progetti di retroingegneria presso l’Area 51: fu In tale occasione che vide l’alieno. J-Rod aveva un serio problema medico, soffriva di una degenerazione dei tessuti nervosi che causava indebolimento dello scheletro e del sistema muscolare con generale perdita di peso corporeo. Il MJ12 chiese a Burisch di prelevare del tessuto dal braccio dell’essere per compiere degli esami miscroscopici. “ La maggior parte delle informazioni contenute nel briefing che mi sottoposero – continua Burisch – riguardava le applicazioni militari e la fisica dell’astronave aliena e per me, francamente, non aveva alcun interesse. Io ero più interessato alle questioni biologiche e la tecnologia dell’astronave mi interessava solo per la sua possibilità di interfaccia biofisico con la mano e la mente degli alieni. Quegli esseri hanno sulle mani delle specie di cuscinetti dove sono presenti nervi scoperti protetti da varie glicoproteine che vengono selettivamente spinte all’esterno o all’interno con l’azione dei capillari. E’ come ci fosse una guaina viscosa che permette a Jarod di avere un interfaccia diretto con la nave. Ciò mi ha estremamente interessato, anche se ancora adesso non ne comprendo il funzionamento, forse ha a che fare con implicazioni dell’elettronica che non pretendo di capire. Io ero più interessato alle questioni riguardanti la isto-patologia e alle foto di autopsie che dimostravano la presenza di patologie che colpivano gli esseri. Mi interessava anche la possibilità di isolare nuovo materiale virale (a fini di guerra batteriologica? – n.d.a) per avviare nuovi protocolli e, in effetti questo è quello che già allora stavamo facendo e che continuiamo a fare anche adesso”.

La comunicazione con l’alieno avveniva telepaticamente, e in tali momenti il dott. Burisch sembrava avere una specie di OBE (esperienza fuori dal corpo). Inoltre, in una sorta di empatia, sperimentava su se stesso quello che provava l’essere : “se lui stava male io potevo sentire il suo dolore”. Stando a quanto afferma Burisch, Jarod soffrirebbe di una grave patologia dei tessuti nervosi, tale problema interesserebbe tutta la sua razza. I grigi pertanto sarebbero qui per raccogliere materiale genetico terrestre allo scopo di mantenersi in vita. Il dott. Bunisch ritiene che il viaggio nel tempo abbia permesso loro di sopravvivere e conferma l’esistenza di un accordo (nome in codice Tau-IX) stretto tra gli extraterrestri ed il governo degli Stati Uniti, il quale in cambio di tecnologie avanzate, che esso utilizza fin dagli anni ’40, ha permesso agli alieni di rifornirsi di materiale genetico di piante, animali e uomini.

Le informazioni fornite da Burisch su Jarod sono confermate da Bill Uhouse, un ingegnere meccanico di Las Vegas coinvolto in progetti segreti del governo USA a Dreamland ed a Los Alamos. Egli avrebbe fatto parte di un team di scienziati impegnati in studi di retroingegneria su dischi di origine extraterrestre. Stando alle dichiarazioni di Uhouse quattro alieni sopravvissero all’incidente di Kingman nel 1953, dei quali due erano gravemente feriti ed altri due in buone condizioni. Alle entità incolumi fu permesso di rientrare nella propria navicella mentre le altre furono trasportate in una installazione medica non specificata (probabilmente il laboratorio blu di Wright Patterson). La squadra di militari che ispezionò il disco precipitato venne colpita da una misteriosa malattia. Il disco venne poi caricato a bordo di un rimorchio e trasportato al Nevada test site. L’ingegnere americano afferma che gli eventi di Kingman diedero luogo al progetto diretto alla progettazione ed alla costruzione di un simulatore di volo che avrebbero utilizzato i piloti militari per imparare a pilotare le navicelle aliene (progetto Redlight n.d.a). Bill lavorò al progetto sia presso Los Alamos sia presso l’Area 51. In tale occasione Uhouse avrebbe incontrato l’alieno Jarod che, apparentemente, supervisionava il progetto.

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Schemi di Simulatori di volo di navi aliene

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Orbite della stella Gliese 876. A destra, foto del sistema stellare. Gliese 876 si trova nella costellazione dell'acquario a 20h 53m 20s di ascensione retta (RA) e -14° 15' 30'' di declinazione. Si tratta di una stella di tipo M4v con magnitudo apparente di circa 10.17 (range: 10.15 - 10.19). La sua distanza dalla terra è stata stimata in 15.4 anni luce. Gliese 876b e Gliese 876c sono i due pianeti di massa gioviana che ruotano molto in prossimità dell’ astro.

Leggiamo cosa dice ancora Hamilton in proposito: ”Gliese 876-c è l’unico pianeta sul quale mi sono state date informazioni. Non è tra quelli che noi considereremmo abitabili. Comunque, è l'ubicazione che [gli alieni] hanno selezionato come loro base remota, quella che loro usano in un sforzo cooperativo per studiare ed interagire con noi. Mi fu descritto con la superficie avvolta da uno strato nuvoloso […] questo pianeta sembra avere molto gas sulla superficie. La spiegazione logica di ciò è che Zeta Reticuli e Sirio/Orione (sistema Epsilon/ Orionis) erano troppo distanti dalla Terra e Loro, avendo bisogno di conservare tempo ed energia, stabilirono una base cooperativa. Quando hanno bisogno di ritornare a casa, usano di nuovo Gliese 876-c come una porta di lancio verso i loro rispettivi sistemi

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Il sistema di stellare binario Zeta Reticulii 1 e 2 è a circa 37 anni luce dalla Terra.


In più di un’occasione, Dan Burisch ha lasciato intendere che la Razza di Jarod proviene dal futuro e che possa in qualche modo discendere dall’homo sapiens. Ma andiamo per ordine. Jarod avrebbe rivelato a Burisch, nel corso di un collegamento telepatico, che la razza umana sta andando incontro ad una sorta di catastrofe naturale che si verificherà, approssimativamente, nel 2012 (la data fatidica indicata nel calendario dei Maya). Gli alieni avrebbero viaggiato a ritroso nel tempo per deviare il corso degli eventi. Burisch fa cenno di un’altra razza di alieni i “Biondi”, i quali avrebbero in passato abbandonato, per motivi ignoti, il loro pianeta natale, Marte, per recarsi nel sistema di Epsilon Orionis. I “Biondi” sarebbero secondo Burisch un altro ramo della specie homo sapiens che ha seguito un percorso evolutivo di tipo spirituale. Dan non possiede altre informazioni su questa specie di alieni in quanto non in possesso del necessario “need to Know” (termine che significa letteralmente “bisogno di sapere”).


Una petizione al Congresso degli Stati Uniti


Come si accennava all’inizio, la vicenda del dott. Burisch è stata oggetto di una petizione al Congresso degli Stati Uniti.

Harry Dschaak e Sterling Allan, che s’incontrarono con lui il 05 aprile scorso, hanno viaggiato in macchina fino a Washington D.C. ed hanno presentato il suo caso ad alcuni membri del Congresso due settimane dopo, il 19 aprile. Stando ad un primo resoconto, il dr. Burisch ha offerto la propria disponibilità a parlare apertamente, in cambio dell’ immunità, poiché teme di essere incolpato di crimini di guerra. Dschaak ed Allan hanno concentrato i loro sforzi sull’ufficio del senatore Orrin Hatch, R-Utah, per via della sua posizione di Consigliere del Comitato Giudiziario. Contattarono anche altri membri del senato dall’Idaho, Utah e dal Nevada, dove Dshaak, Allan e Burisch risiedono, rispettivamente. Un membro dello staff di Hatch s’incontrò con Dschaak e con Allan per conoscere l’oggetto della loro richiesta, e disse che il caso era di competenza del Comitato della Sicurezza, mentre il senatore Hatch sospese per un attimo la conferenza per ascoltare il caso. Il membro del suo staff informò poi Dschaak ed Allan che c’erano migliaia di casi che dovrebbero essere ascoltati dal Congresso. Allan disse che il caso del Dr. Burisch era stato sottoposto a migliaia di persone in tutto il mondo e che sarebbe stato contento di fare una petizione per dimostrare ciò che sta dietro a questa faccenda. La petizione che vuole dare una voce per aiutare il Dr. Burisch ad ottenere un’udienza da parte del Congresso o altrove, con inclusa l’evidenza dell’esistenza di creazione in laboratorio di virus mortali.

Questi microorganismi sono simili a quelli dell’AIDS e della SARS, che ricercatori come Len Horowitz, M.D., hanno documentato essere stati creati dall’uomo. La testimonianza includerebbe un resoconto del periodo in cui Burisch ebbe a che fare con un essere alieno nell’Area 51. Potrebbe testimoniare sul fatto che alcuni umani erano trattenuti nella suddetta base ed usati come cavie contro la loro volontà, oltre anche al fatto di aver avuto esperienze di prima mano con macchine del tempo funzionanti. Il Dr. Burisch dichiarò inoltre che sono state prelevate le componenti genetiche di un morbo alieno inserite poi in vettori microbici che possono colpire l’uomo e che Dschaak paragona alla creazione di un’epidemia mortale tipo colera, per la quale non ci sono immunizzazioni preventive. La parte più cruciale della testimonianza di Burisch riguarda la sua conoscenza di un trattato (Tau-IX) tra una razza aliena ed un gruppo internazionale di razzisti terrestri, che controlla le informazioni aliene di tecnologie evolutissime per il controllo della Terra, in cambio di cavie umane per gli alieni.

Un altro ricercatore che ha presentato il caso di Burisch è il dr. Michael E. Salla* dell'American University di Washington D.C, il quale ritiene vi siano molte razze aliene che hanno visitato il nostro pianeta e che ora si sono stabilite qui. Voleva sapere dal Dr. Burisch se lui stesso avesse avuto interazioni con più di una specie aliena, e lui rispose che aveva interagito solo con una razza, che era un tipo di Grigio chiamato J-Rod e che credeva che in tutto ce ne fossero stati tre, due maschi ed una femmina, la quale era potuta tornare da dove era venuta. I maschi erano in seguito morti. Il dr. Robert Wood, che è coinvolto nel provare l’autenticità di alcuni documenti originali dell’MJ-12, si sta concentrando su un documento recentemente ricostruito (dopo essere stato strappato) che conterrebbe una conversazione tra Dan Burisch e l’attuale presidente USA. Il documento, definito “Rancher Memo” (Rancher sarebbe il nome in codice di Gorge W. Bush), contiene allusioni ai progetti LOTUS e STAAR FLOWER.

Il progetto Lotus, prevede lo studio di una particella (Ganesh) che ripara i danni cellulari e dei tessuti, una tecnologia tipo ‘fontana di giovinezza’. Stando a Dschaak, Burisch ha riferito che entro il 15 marzo 2005 dovrà presentare un documento che descrive completamente questa tecnologia ai suoi superiori manovratori, i quali rispondono a turno all’elite fantasma segretamente legata ad una malevole fazione aliena. I superiori di Burisch erano ex-membri del Comitato della Maggioranza (Majority Commettee o MAJI). Majestic 12 sarebbe invece un sottocomitato di MAJIC costituito da eminenti scienziati coinvolti nello studio degli alieni e della loro tecnologia. Allan e Dschaak riferirono al membro dello staff del senatore Hatch che c’è poco tempo per dare udienza al Dr. Burisch in quanto egli è oggetto di enormi pressioni da parte del MAJI. Tuttavia il senatore Hatch, in perfetta linea con la politica ufficiale di diniego del governo USA, ha con una nota declinato l’invito del dott. Burisch.


Ecco il testo originale della lettera del senatore Hatch con la traduzione italiana di seguito:

Orrin G. Hatch
United States Senate
Washington, DC 20510-4402
July 7, 2004
Mr. Sterling Allan
666 South 60 East
Ephraim, Utah 84627

Traduzione:
“Caro signor Allan, grazie per la sua corrispondenza nella quale lei raccomanda diverse fonti di informazione sulla vita extraterrestre. Apprezzo la sua lettera e mi scuso per il ritardo con cui Le rispondo. Come lei, trovo intrigante la possibilità della vita intelligente su altri pianeti; non c’è, tuttavia, prova sufficiente per determinare se tale vita esiste. Poiché non abbiamo informazioni sulla natura, la cultura e la tecnologia degli extraterrestri, non abbiamo informazioni sulle attività terrestri che potrebbero attirare la loro attenzione. Ho passato in rassegna le informazioni da lei fornitemi e posso assicurarle che i suoi timori sono infondati. Il governo federale non ha informazioni sulla vita extraterrestre da celare, e non ci sono progetti segreti su cui io possa investigare. La ringrazio nuovamente per avermi contattato. I suoi pensieri e le sue opinioni mi sono estremamente utili come io cerco di rappresentarla a Washington. Spero che continuerà a fornirmi le sue opinioni sui molti problemi con cui il congresso si confronta.”


La lettera del dott. Burisch

Lo scritto che riportiamo di seguito è la risposta di Dan Burisch ad un altro membro dei “progetti” e descrive con un linguaggio semplice il suo lavoro, i suoi pensieri, i suoi contatti con J-Rod (altrimenti detto J-ROD o JAROD), la straordinaria “Dottrina del Paradosso della Linea Temporale Convergente” e, più in generale, le sue convinzioni.


Caro politicamente preparato,

questo argomento richiama il ricordo di me e del mio migliore amico (lo chiameremo “Mike”) quando, sembra l’altro ieri, passeggiavamo nei pressi dell’Old Chem Building. Ci incontravamo nelle pause fra una delle mie lezioni con obbligo di frequenza ed un’altra, nella quale un attempato professore cercava di risolvere i miei “problemi” giovanili, all’epoca relativi alla mia tecnica di “unità di punto di fusione” — ma questa è un’altra storia. (Sono tuttora convinto che fosse colpa di quel dannato macchinario Nel mezzo delle mie pressanti domande relative alla comunità delle operazioni nere della quale ero in procinto di entrare a far parte, Mike mi disse che un uomo di scienza all’interno della nostra comunità era valido soltanto in rapporto alla sua capacità di spiegarsi: al proprio Dio, agli altri scienziati, ed agli individui esterni alla comunità scientifica. A questo punto, mi auguro di aver soddisfatto quantomeno i primi due elementi dell’elenco. Mi sento a mio agio con il primo (Dio) e, dati il sostegno dei vari Laboratori Nazionali ed il loro sobrio appoggio agli scienziati, a posto con il secondo; il terzo sembra costituir lo scoglio più arduo. Se hai una qualche preparazione superiore in scienze politiche, spero che tu abbia avuto almeno una qualche infarinatura liceale in biologia. Se le cose non stanno così, temo di non avere il tempo necessario a spiegarmi prima che mi tocchi ritornare a Shady Rest [un soprannome dell’impianto S4]; se non riuscirò nel mio intento, me ne scuso in anticipo. Per lungo tempo ho accettato i parametri classici forniti dalla Teoria Darwiniana e Neo-Darwiniana (unitamente ad altri dati dinamici su genetica/popolazione), ed ho ampliato la mia scienza entro il sistema di convinzioni da esse comunemente accettato: quello che passa da cambiamenti microevolutivi risultanti nella speciazione, sino al dogma (benché datato) dell’antenato comune che connette il percorso evolutivo dai primissimi batteri sino agli umani. Insieme ai miei colleghi teorici ho deriso il “travisamento” dei creazionisti secondo cui la roccia inanimata genera gradualmente la vita, ho relegato il credo creazionista nel campo del fanatismo ed ho considerato il sistema darwiniano come scientifico e veritiero. Francamente, le mie esperienze di “addestramento” nell’ambito del Progetto Aquarius e per l’entità biologica extraterrestre (EBE) J-Rod non hanno fatto altro che consolidare tali convinzioni. Mentre il nostro futuro si dipana fino in fondo (all’interno delle condizioni che ho studiato), la divergenza genetica che ha determinato la differenza fra noi (ora) e noialtri (la specie J-Rod, in futuro) si colloca a pennello all’interno di quegli stessi meccanismi postulati per dar ragione del nostro graduale sviluppo da preominidi sino agli esseri umani moderni che vediamo oggi. Anche le correlazioni fra i Neanderthal e la nostra attuale conformazione corporea mi hanno spinto lungo il sentiero del Darwinismo e questo, assieme alla natura psicologica del J-Rod (un futuro genere scientifico/matematico, logico ed evoluto) si è incasellato agevolmente nella cornice del dogma della moderna biologia evolutiva; tutto andava bene e tutta la mia preparazione sembrava corrispondere. Poi diventai suo amico. La mia esperienza con J-Rod e la sua compiacenza nel soffrire per la sua (e la nostra) specie mi incantò. Tale propensione si basava sulla logica e/o il mantenimento delle caratteristiche favorevoli? Be’, può darsi che fosse così, e questa era la mia interpretazione prima di diventare amici. Il suo stato attuale può aver presentato sequenze che lo hanno portato al concetto di altruismo. Una volta stabilito il legame, scoprii che anche se egli era consapevole che la sua malattia degenerativa del sistema nervoso in futuro avrebbe potuto essere curata, ciò non costituiva la sua principale preoccupazione. Questo essere logico, in base a continue affermazioni, sembrava piuttosto desiderare ardentemente di aiutarci a correggere una serie di errori di valutazione ed eventi che culminarono nella separazione dalla nostra natura spirituale; egli cercava qualcosa di perduto, non guidato da qualcosa di acquisito (una mutazione). In realtà io avevo soltanto sentito parlare dei cosiddetti “esseri di Orione”; egli si limitò a insinuarne l’esistenza e a chiamarli i “Fratelli”, ma mi parlò della catastrofe che determinò l’esistenza del suo popolo e della sua “logica” analisi del bisogno di riunirsi, perché dal DNA suo e dei suoi Fratelli mancava “qualcosa”; qualcosa non basato sulle sequenze della biomolecola... qualcosa che egli definiva “risonanza congiunta”.Ben presto feci due più due e presi a considerarlo come una delle due specie del futuro, attualmente definita Homo sapiens sapiens, e scoprii che l’umanità era qualcosa di più grande della somma delle sue coppie di basi. Gli chiesi: “Potrebbero le radiazioni adattative ed una nuova speciazione dar conto della “reale” dicotomia futura, di quelle stesse nature che noi (ora) in quanto umani comprendiamo essere entrambe parti di noi come singola specie? Le coppie di basi e la conservazione delle caratteristiche favorevoli attraverso mutazioni genetiche casuali non hanno spiegato le differenze fra i JRod ed i “Fratelli” ? Egli replicò (parafrasando per quanto riesco a ricordare): “Noi ci troviamo qui, con la nostra attuale presenza, a chiedere aiuto.” Questa affermazione mi stordì ed obnubilò. Se la risposta si trovava integralmente nel materiale (gestito attraverso un processo logico e la tecnologia) oppure era del tutto spirituale (gestito dal cosiddetto “se umano superiore”) perché mi ritrovai a pensare, miei cari J-Rod o miei cari “Fratelli”, non ve ne occupate voi; egli mi confermò che noi ora siamo in possesso di qualcosa di unico, unitamente al necessario livello di traguardi tecnologici, che esprime sé stesso dallo spirituale attraverso il materiale consentendoci di metterci in contatto con una genesi radicale da cui scaturisce la vita sulla Terra. Mi confermò che questo “contatto” viene permesso soltanto mentre siamo un essere fuso insieme, con entrambe le nature materiale e spirituale che agiscono in entrambi i modi, complementari ed internamente (e intensamente, mi verrebbe da aggiungere) discordi, attraverso la “risonanza congiunta”. Nel tentativo di assisterlo nella sua particolare neuropatia (allora non esisteva alcuna cura) e, possibilmente, di acquisire dall’interno una maggiore comprensione del problema della frattura dell’umanità nelle sue dimensioni più ampie, gli chiesi che mi ragguagliasse su quello che lui conosceva del momento della genesi. Il J-Rod mi si avvicinò prontamente e mi afferrò, spingendomi verso la pavimentazione a grata della lucida sfera. Per i successivi 20-30 minuti (sino a quando i miei colleghi scienziati non riuscirono a tirarmi fuori dalla sfera — non disponevano di tute accessorie per potersi introdurre immediatamente... e tutti noi prima di entrare venivamo informati di tutte le cose che virtualmente possono andar storte!), inondò la mia mente di immagini in movimento (come un film in 3D), pensieri ed emozioni attenuate. Alcuni dei pensieri apparivano più come metafore che come realtà concrete; egli mi mostrò il processo della genesi in base alla prospettiva della sua interazione con i “Fratelli”. Quindi, che potresti dire, che si tratta di un qualche genere di diceria extraterrestre? Le immagini, come scoprii in seguito, erano simili all’antico mandala della creazione, lo Sri Yantra. Vidi un fiore di loto iridescente emergere da una matrice di cristallo pressoché sferica, nella quale si trovava un oggetto che assomigliava allo Sri Yantra. Lo Sri Yantra collassò in sé stesso attraverso fasi successive che assomigliavano ai solidi platonici, e fu trasportato via come un seme in un fiume di luce sino ad un’oscillante goccia d’acqua, nella quale penetrò. La goccia si suddivise in 12 parti assottigliandosi in 12 punti separati, ognuno dei quali era a contatto con il seme; il seme si suddivise (o “germogliò”) in ciascuna delle 12 gocce. Ero abbastanza cosciente da contare le parti ed osservare che ciascuna parte della sostanza si agglomerava in quelle che apparivano varietà di procarioti ed eucarioti del tutto funzionali. Vidi una delle gocce, dotata di cellule che si suddividevano rapidamente, mentre sembrava ricoprimi di un materiale di colore rosso scuro; il materiale poi si spostò e mi ritrovai ad osservare il viso di un uomo, che sembrava esserci realmente, e potrei giurare di aver avvertito il suo respiro. Si trattava dell’alba del genere umano? Ancora oggi, di fronte alla possibile concretezza di tale potenzialità, sono combattuto e lacerato nell’anima non vidi il destino delle altre gocce, ma da quella esperienza in poi i miei pensieri sono stati assai fecondi! Per alcuni anni ho tirato avanti con la Teoria Endosimbiotica Seriale sulle Origini degli Eucarioti (ovvero un modo assai astuto di sostenere che le cosiddette cellule complesse sono aggregati di cellule più semplici che un tempo danzavano il minuetto del “O io mangio te, o tu mangi me” e poi, quasi misticamente, si accordarono per restare l’una dentro l’altra, fornendo un competitivo margine di sopravvivenza), quindi ho ipotizzato che un grande virus potesse aver inseminato il giardino chiamato Terra. (le suona familiare?) il virus dalle infinite potenzialità possedeva necessariamente un corredo genetico unico che gli consentiva di essere il precursore di tutta la vita terrestre. Mentre ero ancora impegnato con i Maji (quelli del Majestic, ndt) in altre attività, senza averli informati sul contenuto del messaggio del J-Rod mi rioccupai di questo studio nel quadro di un progetto di ricerca endosimbiotica originariamente denominato Mission Genesis, predisposta logica fase successiva di un progetto nel quale ero stato coinvolto per diversi anni.(In quella precedente ricerca cercavo originariamente dei modi per estendere la durata della vita di campioni di batteri e di alghe dopo che dei protozoi li avevano fagocitati come alimento; conducevo inoltre delle ricerche sui possibili segnali chimici che venivano scambiati fra gli affamati protozoi ed il loro cibo.) Durante le prime fasi della Missione Genesis iniziai a valutare gli elementi dei dati e le risultanti statistiche propri di quell’iniziale progetto di ricerca, che era diventato noto con il nome di FBM Project... o Fresh-Brackish-Marine... dato che venivano impiegati i livelli di salinità come una delle variabili (un’altra delle variabili erano i livelli di ossigeno). Nel corso del progetto, individuai dei punti in cui i protozoi affamati iniziavano a comportarsi in modo insolito — cioè “prevedibile” — nel periodo di ritenzione della respirazione del cibo (ad esempio, una varietà di batteri) oppure nella fotosintesi dello stesso (ad esempio, alghe). Mi ritrovai a pensare, “Mio Dio, ho forse scoperto un qualche genere di traccia biochimica o comportamentale di un’originaria fagocitazione che, in base alla teoria dell’endosimbiosi, ha infine dato origine a mitocondri e plastidi come i cloroplasti?” Analizzando più approfonditamente i dati il mio team osservò gruppi di elementi in aree che potevano agevolmente essere correlate matematicamente alla Sezione Aurea/Rapporto Phi (un fondamentale rapporto presente in natura), all’età della Terra come attualmente determinata in modo scientifico, ed ai tassi di incorporazione/ritenzione di ceppi virali nei genomi procariotici e deucariotici. La Missione Genesis fu poi indirizzata verso la conferma degli originari risultati dell’EBM e per spiegare ulteriormente le indicazioni dei dati. Per di più, io decisi che poteva essere utile controllare questi protozoi affamati in presenza di strati di età differenti. Avviai questa sottosezione del programma giusto nell’eventualità che fra i comportamenti dei piccoli protozoi affamati, quando questi si presentavano in corrispondenza di rocce di epoche diverse, venisse riscontrata qualche variazione. (Riferendo i dati in relazione all’età della Terra!) La Frenchman’s Mountain [appena ad est di Las Vegas] fu giudicata un sito ideale in virtù dell’ampia gamma di epoche che presenta, da 1,7 miliardi (circa) a 20 milioni (circa) di anni fa; dopo una sorta di testa o croce fra i membri del mio team, le ricerche iniziarono presso l’area più antica, il Vishnu Schist. Poco dopo l’avvio delle ricerche e la raccolta di alcuni campioni, nel corso di un test sulle proprietà elettriche della roccia si presentò l’occasione di filmare un evento insolito. Una volta applicata la corrente elettrica alla roccia, si osservarono all’infrarosso dei sottili flussi di calore emanati da quell’ area, nelle cui vicinanze all’epoca si riscontrò anche un bersaglio termico. Quell’ area era destinata a diventare il sito bersaglio per l’Unità Astrofisica dello Staar-Flower... e per la cosiddetta area “Stargate” che reagisce ai colpi elettromagnetici provenienti dall’unità HAARP. I flussi all’infrarosso mi incuriosirono e replicai l’esperimento utilizzando una quantità assai maggiore di elettricità; il test in questione (31 maggio 2001) determinò un rilascio di calore che denominai “vampa”. Si eseguirono ulteriori test utilizzando livelli variabili di impulsi elettrici, sino a quando si rilevò il limite massimo che poteva essere individuato all’infrarosso ma non visivamente. Tale livello fu utilizzato durante l’analisi microscopica dei cristalli di roccia, in presenza di formazioni di alghe (il che in ultima analisi portò alla scoperta della cosiddetta particella Ganesh). A quel punto, i Maji mi chiesero “che diavolo” avessi in mente di fare di tutto ciò e da dove mi fosse venuta l’idea. Io sembravo fin troppo sicuro di ottenere dei risultati ed ero quello che aveva richiesto che in concomitanza con i miei primi test presso il Vishnu Schist venisse parallelamente eseguita un’approfondita analisi all’infrarosso. Dal loro punto di vista sembrava che io stessi lavorando ad un procedimento corredato di un ben preciso piano di lavoro, ma in realtà mi dedicavo a qualcosa di assai diverso. Accidenti, ero in trappola! Fu raggiunto un accordo, del tipo che intuirai prontamente...qualcosa in cambio di qualcos’altro, che ne dici? In cambio della conoscenza della “grande” interazione col J-Rod, il giorno in cui vidi le immagini, mi fu concesso lo status need-to-know (letteralmente “necessità di sapere”, ed è in relazione ai vari livelli di segretezza, ndt) riguardo alla Dottrina del Paradosso Temporale Convergente (DCTP), qualcosa di cui mi era a malapena concesso di conoscere l’esistenza... e tutto questo soltanto perché avevo riferito loro qualcosa sulle risposte di J-Rod alle mie prime domande. Quando, quel giorno, vidi le immagini di quella che sembrava Inca City su Marte, ma nel suo pieno rigoglio. Volevo sapere come tutto questo potesse combinarsi. La mia complessiva conoscenza della DCTP è una cosa risaputa all’interno di questa comunità, quindi dubito che sarei in grado di aggiungere alcunché di interessante (fatta eccezione per un aspetto futuro che potrebbe forse utilizzare il Lotus per assistere i J-Rod ed i “Fratelli”). L’idea che gli dèi dei Sumeri e di altri popoli fossero l’umanità del futuro interpretata in modo erroneo, considerata secondo parametri magici invece che tecnologici, è un concetto che mi colpisce nel profondo. Cosa avranno avuto in mente, per armeggiare con le pulsazioni del tempo ed alterare la nostra storia ed il nostro genoma? Mi auguro che fornirti l’associazione fra quello che oggi è denominato Progetto Lotus ed il modo in cui ho concepito l’idea soddisfi, in parte, la tua richiesta. Una volta raggiunto l’accordo, le ricerche proseguirono. Avevo da tempo intuito e riferito che nel caso il progenitore della vita sulla Terra fosse stato un grande virus sue tracce si sarebbero dovute trovare negli strati e nelle cellule viventi; anche i dati summenzionati mi portavano in tale direzione. Si osservò che le particelle Ganesh, sottoposte ai corretti livelli di impulsi elettrici, venivano liberate dalla roccia cristallina. Attualmente si ritiene che la particella Ganesh sia un denso aggregato di elettromagnetismo o di onde elettromagnetiche, contenenti informazioni e fluttuanti in un fiume di elettromagnetismo di minore densità Quando ogni particella (denso aggregato) passa nelle vicinanze di un essere vivente, sembra che l’immagine della forma di quest’ ultimo si curvi sulla ed oltre la particella, dando la falsa sensazione che la particella sia effettivamente quel banale oggetto; quando si avvicina alla propria destinazione (il metodo di determinazione di un particolare bersaglio non è ancora noto), la particella si libra sopra la cellula bersaglio e quindi comunica chimicamente con essa spruzzando sulla sua superficie quelle che sembrano essere delle sostanze chimiche. Poi si posa ed inizia immediatamente un processo di rapida divisione che, infine, produce un ponte di cellule che collega la cellula bersaglio ad un’altra ad essa contigua. Le cellule del ponte interrompono le loro sequenze vitali in punti specifici, offrendo una sorta di biblioteca congelata da cui le cellule bersaglio delle alghe potrebbero desumere le necessarie informazioni per modificarsi e agevolarle. Un tubicino, dotato di un’estremità penetrante a forma di ago, penetra nel nucleo della cellula bersaglio e di quella all’altra estremità del ponte. Questo tubicino (denominato per scopi pratici lo Shiva Linga) si insinua lungo tutto il ponte fra le due cellule (la cellula bersaglio e quella posta all’altra estremità del ponte). Si può osservare il tubicino che penetra nel nucleo di tutte le cellule del ponte comprese fra le due sopraccitate. Dopo alcuni minuti, il ponte si stacca e si dissolve. La biochimica del medium circostante non ha rivelato alcuna traccia della sostanza che ha creato il ponte; è possibile che i ponti siano composti da qualche genere di elettromagnetismo condensato, che assume la forma di cellule. Le cellule danneggiate venivano esposte alle particelle. L’azione delle particelle Ganesh ha avuto come esito un ripristino, parziale o totale, della normale funzione cellulare. Si è di recente stabilito che le particelle Ganesh si attaccano alle cellule comuni, utilizzano l’ago del tubicino per penetrarne i nuclei ma non formano ponti verso altre cellule. Gli esiti della comunicazione fra le particelle Ganesh e le comuni cellule restano ignoti; le cellule dei ponti di collegamento sono inconsistenti e fragili come nuvole. Si sta studiando la capacità di ripristino attribuita a queste particelle come possibile cura della neuropatia dei J-Rod, nei quali a tutt’ oggi le particelle Ganesh non sono state usate in vivo. I teorici stanno anche lavorando al possibile uso del Lotus (componente dell’emissione della roccia + particella Ganesh + componente dell’interazione cellulare) per molte cose, dalla bonifica ecologica al modo in cui un suo uso potrebbe ripristinare alcuni aspetti all’interno del DCTP. Io resto contrario a qualsiasi applicazione sino a quando non se ne saprà assai di più in merito. Il punto di origine di queste particelle è stato individuato; è il quarzo, cioè il vibrante cristallo di quarzo. Ho ordini precisi secondo cui “attualmente non ho facoltà di rendere pubblica la forma del quarzo né come il cristallo possa favorire il rilascio delle particelle Ganesh”; gli ordini in questione valgono anche per noti cambiamenti nel genoma delle cellule bersagliate dalle particelle Ganesh. Vi sono implicite tematiche relative ad armamenti che in questa sede non possono essere toccate; nondimeno sono sicuro che il presente scritto verrà integralmente sottoposto ad un qualche genere di classificazione! Le coppie base, decodificate dall’individuazione, a livello mondiale, di emissioni a frequenza ultra-bassa pari a 1,618033 Hz, sembrano corrispondere a determinate stringhe di base riscontrate nelle cellule bersaglio (malate) mentre queste vengono ripristinate tramite l’attività delle cellule del ponte create dalla particella Ganesh. Le stringhe, operando di concerto con i componenti virali interni al genoma (ciò che definirò la parte Vishnu del Lotus) sembrano avviare un rapido profluvio di alternanze genetiche di attivazione e disattivazione che favoriscono la riparazione cellulare; al momento non mi è concesso approfondire tale argomento. A proposito, se siete della Sweetness, oppure lavorate o cooperate con essa, non vi aiuterà comunque. In quasi ogni documento che ho compilato riguardo al Lotus, ho sottolineato che la particella Ganesh (che io ritengo potrebbe essere il seme della vita) è qualcosa con cui non bisogna scherzare e, in oltre, che può avere un ruolo nello schema superiore (l’Albero della Vita ed il Frutto dell’Albero della Vita), descritto dettagliatamente nella letteratura sacra propria di molte culture. In alcuni casi i miei avvertimenti si sono apparentemente dimostrati fondati. Alcuni tentativi di utilizzare questo progetto secondo modalità che avrebbero immediatamente portato ad una tecnologia applicata hanno avuto dei pessimi esiti su coloro che li hanno eseguiti. Mi sono stati riferiti nel dettaglio rapporti su esseri angelici, descritti in un modo assai simile a quello in cui si dice appaia un Kerubim[sic]. Un caso celebre verificatosi presso la Shady Rest ha avuto come esito lesioni fisiche per alcuni membri del personale ed ingenti danni materiali. Altri rapporti, inerenti al team dello Staar Flower (che inizialmente chiamavo Star Flower...immagino che preferiscano di gran lunga la loro definizione!) presso la Frenchman’s Mountain, hanno riferito di gravi danni fisici e psichici al personale, unitamente alla perdita di alcuni suoi elementi. I presunti esseri hanno occhi rossi come la brace, facce multiple (quattro), e sono pericolosi per coloro che non tengono conto degli avvertimenti di tenersi a distanza. Non si sa ancora se gli esseri della Frenchman fossero correlati a Lotus o alla presunta stargate. Gli esseri che, secondo quanto riportato, hanno provocato danni alla Shady Rest sono stati descritti in un modo che potrebbe indurre qualcuno a credere che siano Kerubim e, a quanto si dice, questi esseri hanno direttamente annunciato che Lotus è correlato al Seme ed al Frutto dell’Albero della Vita. State attenti! Questo è tutto ciò che vi posso dire. Io sto cercando di essere prudente e rispettoso. Ci siamo avvalsi dell’assistenza di un osservatore a distanza assai professionale, che sta cercando di aiutarci ad aprire un sentiero sacro che non irriti coloro che apparentemente hanno la responsabilità spirituale di questo fenomeno. I risultati delle sessioni di osservazione a distanza ci sono stati di aiuto nel considerare il fenomeno da una prospettiva filosofica, spirituale e di geometria sacra. Alcuni potrebbero trarre la conclusione che una simile applicazione (anche in tale veste di consulenza) non è scienza. Mi sta bene. Continueremo ad usarla e ad inserirne i risultati nella corretta cornice di riferimento. Come ho dichiarato in precedenza in altri scritti: il Cosmo, la Vita, hanno preceduto lo strumento del capriccio umano, denominato metodo scientifico. In conclusione, desidero ringraziarti della tua richiesta e dire che spero di averla in qualche misura soddisfatta. Suppongo che quando saremo arrivati al nostro comune destino, sapremo se questo progetto ha presentato qualche vantaggio. Perseguo un futuro privo della paranoia di progetti quali il Ram Dancer e, la sua inutile introduzione di un agente alla somma dell’umanità. In questo stato d’animo, e con gli aspetti di questo progetto di cui sono stato da poco (nelle ultime ore) informato e che, tristemente, non mi è concesso rivelare: Vedo un futuro riempito dal “Frutto di Luce dell’Amorevole benevolenza” e dal “Risanamento attraverso l’Unione”.

Distinti saluti,

Dan Burisch

http://www.ufocui.it/cui/nuovi/burisch.htm



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L’UFO crash di Kingman



di Giacomo Casale

Il primo riferimento ad un UFO crash avvenuto a Kingman, Arizona nel 1953, venne fatto, nell’aprile del 1964, da Richard Hall, un noto ricercatore UFO del MUFON (Mutual UFO Network, nota associazione ufologica statunitense – n.d.a.). Egli apprese la storia da un militare che avrebbe in seguito prestato servizio in Vietnam come marine.

Il caso venne portato all’attenzione del pubblico, nel giugno del 1973, da Raymond Fowler, uno stimato inquirente UFO. Sul sito dell’incidente era presente un ingegnere, il quale aveva il compito di effettuare studi preliminari sul disco precipitato, per probabili fini di retroingegneria.

L’ingegnere in questione era Arthur G. Stancil (precedentemente conosciuto con lo pseudonimo di “Fritz Werner”). Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria meccanica presso l’Università dell’Ohio, Stancil ottenne un impiego presso l’ Ufficio Studi Speciali dell’ Air Materiel Command della base militare di Wright Patterson. Le sue specializzazioni comprendevano la progettazione tecnica dei motori sperimentali dell’Air Force e la ricerca e lo sviluppo di tecniche per determinare gli effetti degli spostamenti d’aria su edifici e strutture. Il capo dell’ufficio studi speciali presso cui Stancil lavorava era il dott. Eric Wang, il quale, secondo diverse fonti, coordinava anche un team impegnato in studi di retroingegneria su una navetta aliena.

Stancil sottoscrisse una dichiarazione giurata su quanto da lui riferito, che fu pubblicata da Ray Fowler sulla rivista UFO Magazine, nell’aprile del 1976.

Ma veniamo ai fatti. Il 21 maggio 1953 Stancil (che in quel periodo partecipava all’operazione Upshot-Knothole, sulla sperimentazione atomica) venne convocato dal suo capo per un incarico speciale presso la base militare di Indian Springs, dove si sarebbe unito ad altri 15 specialisti. Fu quindi trasportato da un aereo militare fino a Phoenix, ove, assieme al resto della squadra, lo attendeva un autobus con i finestrini oscurati che lo trasportò a destinazione, dopo un viaggio della durata approssimativa di quattro ore. Quando il team giunse presso il sito, verosimilmente a sud-est di Kingman, un borioso colonnello dell’Air force provvide a ragguagliare i presenti sulla loro missione, spiegando che essi avrebbero dovuto investigare su un veicolo super segreto che era precipitato.

Fu raccomandato inoltre a Stancil ed ai suoi compagni di non far parola con nessuno di quanto avrebbero visto. Il compito di Stancil era di determinare la velocità del veicolo al momento dell’impatto sulla sabbia.

Stancil venne scortato al sito del crash dalla polizia militare. Due riflettori lenticolari erano puntati sull’oggetto in avaria che appariva circondato da guardie. Le luci erano così intense che non era possibile distinguere l’area circostante. L’oggetto, di apparenza ovale, assomigliava a due larghi dischi rovesciati l’uno sull’altro. Il diametro era di circa nove metri, con superfici convesse sia in alto che in basso. Parte del disco era sprofondata nel terreno. Era costruito con un metallo argenteo opaco, simile ad alluminio limato. Il metallo era più scuro ove le “labbra” del disco formavano un orlo, intorno al quale c’erano cose simili ad impronte.

Un portello ricurvo aperto era situato all’estremità in primo piano ed era abbassato in verticale. C’era una luce che proveniva dall’interno, ma poteva essere stata installata dall’Air Force. Stancil aveva l’incarico particolare di determinare, dall’angolatura e dalla profondità dell’impatto nella sabbia, i limiti di velocità del veicolo in avanti ed in verticale al momento dell’impatto. L’urto aveva fatto sprofondare l’oggetto nella sabbia di circa mezzo metro. Non esistevano carrelli per l’atterraggio. Non vi erano nemmeno altri segni o dentellature sulla superficie, né scalfitture o screpolature. E non fu data alcuna risposta a problemi che esulavano dalle rispettive aeree di specializzazione dei tecnici.

Immagine
Ricostruzione grafica dell’UFO crash di Kingman


Un agente militare armato era a guardia di una tenda piantata nei pressi del disco.

Stancil cercò di guardare all’interno, e ad un certo punto vide il cadavere di una creatura quasi umana, alta circa un metro e venti, in una tuta argenteo-metallica.

La pelle del volto appariva marrone scuro (Stancil pensò che la cosa potesse essersi prodotta per esposizione alla nostra atmosfera). Il volto dell’essere non era coperto, ma sulla testa indossava una specie di copricapo metallico.

Non appena uno specialista terminava il suo lavoro veniva intervistato con un registratore a nastro e accompagnato al bus. Mentre stava tornando al mezzo di trasporto, Stancil cercò di parlare con un tizio che stava tornando nello stesso momento. Questi disse che era riuscito a dare un’occhiata all’interno del disco ed aveva visto due sedili girevoli, oltre ad una serie di strumenti ed oggetti in rilievo.

Un militare si accorse che i due stavano parlando e li divise immediatamente, avvertendoli di non discutere più tra loro.

Quando tutti furono risaliti sull’autobus, il colonnello dell’Air Force incaricato della missione fece giurare solennemente ai presenti di non rivelare mai quanto avevano visto e vissuto.

Stancil non rivide mai più i suoi compagni di viaggio, anche se credette di averne riconosciuto un paio: uno di essi era di stanza presso la base aerea Griffith di Rome (New York), mentre l’altro era interessato ad un lavoro di ricerca su armi speciali dell’Air Force con base ad Albuquerque, New Messico. Più tardi, Stancil vide e riconobbe il colonnello dell’Air Force in un film sul progetto Blue Book.

Stancil confidò inoltre a Fowler che un anno dopo la sua esperienza fu assegnato come collaboratore al progetto Blue Book, in qualità di addetto alla consulenza. Disse di aver simpatizzato con l’atteggiamento di segretezza dell’Air Force nel trattare il problema UFO e aggiunse che L’Air Force non sapeva da dove provenivano gli UFO, pur essendo convinta che fossero veicoli interplanetari. Ma gli “alti papaveri” non sapevano come controllare la situazione e non si voleva creare il panico a livello nazionale.

Stando a quanto riferito dal ricercatore Raymond Fowler le credenziali di Arthur Stancil sono impressionanti: “c’erano alcune contraddizioni relative alle mie indagini, ma per lo più sembravano rientrare tutte nell’ambito dei vuoti di memoria e delle esagerazioni da parte dei testimoni. Ex impiegati e conoscenti professionisti avevano una profonda stima di Stancil e lo descrivevano tutti come una persona di grande competenza e profonda moralità. I documenti raccolti su di lui- proseguiva Fowler- indicano che ha pubblicato un discreto numero di saggi tecnici molto validi scientificamente, che ha due lauree in fisica e matematica ed una specializzazione in ingegneria e che fa parte di organizzazioni professionali di rilievo, come l’America Association for the Advancement of Science”.

Insomma Fowler sembrava fermamente convinto dell’attendibilità del testimone, il quale mostrò al ricercatore anche un diario che aveva redatto in quei giorni e che recava appunti sull’incredibile evento occorso in data 21 maggio 1953.

Il caso venne rivisto successivamente da Leonard Stringfield, studioso specializzato in materia di UFO crash, il quale ne ricavò le identiche impressioni di Fowler: la storia di Stancil sembrava dannatamente interessante e meritevole di ulteriori approfondimenti.

Stringfield riuscì nel 1977 a scovare un altro testimone dell’incidente: Un uomo che aveva fatto parte della Guardia Nazionale a Wright Patterson affermò di aver assistito ad un “recupero” di un UFO da un sito di un crash in Arizona, nel 1953. Aggiunse che erano stati recuperati tre corpi che furono conservati nel ghiaccio secco. La descrizione degli esseri è la medesima fatta da Stancil: altezza un metro e venti circa, teste larghe e pelle marrone.

Una storia quasi identica venne riferita al ricercatore Charles Wilhelm, nel 1966, da un uomo che l’aveva sentita dal padre sul letto di morte.

Ulteriori elementi sul caso Kingman sono emersi in epoca più recente.

Bill Uhouse (pseudonimo), un ingegnere meccanico di Las Vegas coinvolto in progetti segreti del governo USA a Dreamland ed a Los Alamos, ha fornito nuovi interessanti particolari sulla vicenda.

Egli avrebbe fatto parte di un team di scienziati impegnati in studi di retroingegneria su veicoli di origine extraterrestre.

Immagine
Schema di Simulatore di volo di navi aliene


Stando alle dichiarazioni di Uhouse quattro alieni sopravvissero all’incidente di Kingman nel 1953, dei quali due apparivano gravemente feriti ed altri due in buone condizioni.

Alle entità incolumi fu permesso di rientrare nella propria navicella, mentre il resto dell’equipaggio fu trasportato presso un’installazione medica non meglio specificata (probabilmente il laboratorio blu della base aerea di Wright Patterson). A quanto pare, la squadra di militari che ispezionò il disco precipitato venne colpita da una misteriosa malattia.

Il disco venne poi caricato a bordo di un rimorchio e trasportato al Nevada test site.

L’ingegnere americano afferma inoltre che gli eventi di Kingman diedero luogo al programma diretto alla progettazione ed alla costruzione di un simulatore di volo che avrebbero utilizzato piloti militari USA per imparare a pilotare le navicelle aliene (progetto Redlight - n.d.a).

Anche il controverso rivelatore Dan Burisch ha fornito dati su un presunto crash in Arizona nel 1953. Egli ne sarebbe venuto a conoscenza nel corso di un briefing del Majestic-12, il gruppo top-secret di studio sulla questione extraterrestre.

Gli elementi forniti da Burish coincidono con quelli di Uhouse: una semplice coincidenza? Crediamo di no.

http://www.usac.it/articoli/casale_kingman_crash/casale_kingman_crash.htm



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MessaggioInviato: 18/02/2010, 15:46 
Avvistamenti UFO da parte degli Astronauti
dichiarazioni e testimonianze



Maggiore Gordon Cooper

I1 Maggiore Cooper fu uno degli astronauti del progetto Mercury, e I'ultimo americano a volare nello spazio da solo. Il 15 Maggio 1963 partì verso lo spazio a bordo di una capsula Mercury, per un viaggio di 22 orbite intorno al mondo. Durante I'ultima,comunicò alla stazione di rilevamento di Muchea (presso Perth, Australia occidentale) che poteva vedere un oggetto luminoso verde davanti a lui, che si avvicinava velocemente alla sua capsula. L'UFO era reale e solido, perché fu rilevato dal radar di Muchea. L'avvistamento di Cooper fu riportato dalla NBC, che stava seguendo il volo passo passo; ma quando egli atterrò, ai giornalisti fu detto che non sarebbe stato loro consentito di domandargli nulla in proposito. Il Maggiore Cooper era un fermo sostenitore degli UFO.
Oltre dieci anni prima, nel 1951, ne aveva avvistati mentre pilotava un jet F-86 Sabre sopra la Germania ovest. Erano metallici, a forma di disco e volavano molto alti, surclassando agevolmente tutti i caccia americani. Cooper testimoniò anche di fronte alle Nazioni Unite: "Io ritengo che questi velivoli extraterrestri ed i loro equipaggi stiano visitando il pianeta da altri pianeti. Molti astronauti erano riluttanti a parlare di UFO... Ho avuto occasione, nel 1951, di avere due giorni di osservazione di molti dei loro voli: erano di differenti dimensioni, e volavano in formazione da combattimento, solitamente da est ad ovest sull'Europa".
E secondo un'intervista registrata da J. L. Ferrando, il Maggiore Cooper affermò: "Ho vissuto per molti anni con un segreto in una segretezza imposta a tutti gli specialisti in astronautica. Ora posso rivelare che ogni giorno, in America, i nostri radar agganciano oggetti di forma e composizione a noi sconosciute. E ci sono migliaia di testimonianze e una quantità di documenti per provarlo, ma nessuno vuole renderli pubblici. Perché? Perché le autorità temono che la gente possa pensare Dio sa a che tipo di terribili invasori. Così, la
parola d'ordine è: 'Dobbiamo evitare a tutti i costi il panico.
"Fui inoltre testimone di uno straordinario fenomeno, qui sulla Terra. Accadde in Florida alcuni mesi fa. Vidi coi miei occhi un'area definita del terreno bruciata dalle fiamme, con quattro tacche lasciate da un oggetto volante che era sceso nel bel mezzo di un campo. Alcuni esseri avevano lasciato il velivolo (c'erano tracce che lo provavano). Sembrava avessero effettuato topografia; avevano raccolto campioni di terreno; e infine, tornarono da dove erano venuti, sparendo ad enorme velocità. So per certo che le autorità fecero di tutto per tenere I'evento lontano da stampa e TV, per paura di reazioni di panico da parte del pubblico".


Ed White e James McDivitt

Nel Giugno del 1965, gli astronauti Ed White (il primo americano a passeggiare nello spazio) e James McDivitt stavano passando sopra le Hawaii in una capsula Gemini, quando videro un bizzarro oggetto metallico. L'UFO aveva lunghi bracci sporgenti; McDivitt riprese immagini con una cinepresa, che non sono mai state diffuse.


James Lovell e Frank Borman

Nel Dicembre del 1965, anche gli astronauti Gemini James Lovell e Frank Borman videro un UFO nel corso della seconda orbita del loro volo record di 14 giorni.
Borman riportò di aver visto un'astronave sconosciuta poco distante dalla loro capsula. Il Controllo Gemini a Cape Kennedy gli disse che stava osservando I'ultimo stadio del loro stesso razzo Titan. Borman confermò di poter vedere perfettamente il razzo, ma che poteva vedere anche qualcosa di completamente diverso. Questa comunicazione fu riportata durante il volo di James Lovell sulla Gemini 7:
Lovell: "Oggetto non identificato a ore 10 in alto".
Controllo: "Qui Houston. Ripetete, Sette"
Lovell: "Ho detto che abbiamo un oggetto non identificato a ore 10 in alto"
Controllo: "Gemini 7, è il razzo o un avvistamento effettivo?"
Lovell: "Abbiamo diversi avvistamenti effettivi"
Controllo: "Distanza o dimensioni stimate?"
Lovell:"Abbiamo in vista anche il razzo"


Neil Armstrong e "BULZ" Aldrin

Secondo 1'astronauta della NASA Neil Armstrong, gli alieni hanno una base sulla Luna, e ci hanno detto a chiare lettere di andarcene e star lontani.
In base ai resoconti sinora non confermati, sia Neil Armstrong che Edwin "Buzz" Aldrin videro un UFO poco dopo il loro storico allunaggio con'Apollo 11, il 21 Luglio 1969. Ricordo di aver sentito uno di loro riferirsi ad una "luce" in o sopra un cratere durante la trasmissione televisiva, con il Controllo Missione che richiedeva ulteriori informazioni. Non si sentì niente altro. Secondo un ex impiegato della NASA, Otto Binder, alcuni radioamatori, con le loro stazioni riceventi in VHF, che aggiravano i ripetitori televisivi della NASA, raccolsero il seguente scambio:
NASA: "Cosa c'e' là? Controllo Missione chiama Apollo 11."
Apollo 11: "Questi 'babies' sono enormi signore! smisurati! Oh mio
Dio! Non ci credereste. Vi dico che ci sono altre astronavi là, allineate sul bordo più lontano del cratere! Sono sulla luna e ci osservano"!
Un certo. professore, che desiderava rimanere anonimo, intavolò una discussione con Neil Armstrong durante un simposio della NASA.
Professore: "Cos'è successo veramente lassù con 1'Apollo 11?"
Armstrong: "Fu incredibile. Naturalmente, tutti sapevamo che c'era una possibilità; il fatto è che ci hanno intimato (gli alieni) di starcene lontani! Da allora non ci fu più alcuna questione a proposito di stazioni spaziali o città lunari.
Professore: "Cosa intende con 'intimato di starcene lontani'?"
Armstrong: Non posso entrare nei dettagli, eccetto che per dire che le loro navi erano molto superiori alle nostre, sia in dimensioni che in tecnologia. Ragazzi, erano grosse - e minacciose! No, non se ne parla nemmeno di una stazione spaziale".
Professore: Ma la NASA effettuò altre missioni dopo Apollo 11?"
Armstrong: "Naturalmente, la NASA aveva I'incarico a quel tempo, e non poteva rischiare il panico sulla Terra. Ma in realtà fu un veloce scoop e a casa di nuovo."
Secondo il Dott. Vladimir Azhazha: "Neil Armstrong ritrasmise il messaggio al Controllo Missione, che due grandi oggetti misteriosi li stavano osservando dopo essere atterrati nei pressi del modulo lunare. Ma questa trasmissione non fu mai sentita dal grande pubblico, perché la NASA la censurò. Secondo il Dott. Aleksandr Kasantev, Buzz Aldrin riprese un filmato a colori degli UFO dall'interno del modulo,e continuò a filmarli dopo che lui ed Armstrong furono usciti.
Armstrong ha confermato che la storia era vera, ma rifiutò di entrare in maggiori dettagli, oltre ad ammettere che dietro I'insabbiamento c'era la CIA.


Donald Slayton

Donald Slayton, un astronauta Mercury, rivelò in un'intervista di aver visto un UFO nel 1951: "Stavo collaudando un caccia P51 a Minneapolis, quando avvistai questo oggetto. Ero a circa 10.000 piedi in un bel pomeriggio limpido e soleggiato. Pensai fosse un aereo, poi realizzai che nessun aereo poteva volare così in alto.
"Come fui più vicino, mi sembrò un pallone meteorologico, grigio = e di circa un metro di diametro. Ma appena mi ci misi dietro a quella dannata cosa, non sembrava più un pallone, ma un disco.
"Nello stesso istante, capii che si stava improvvisamente allontanando da me, ed eccomi là che correvo a circa 300 miglia all'ora. Lo seguii per un po', e poi all'improvviso quell'affare prese semplicemente il volo. Tirò una virata in salita a 45 gradi, accelerò e sparì in un attimo".


Joseph A. Walker, pilota NASA

L' 11 Maggio 1962, il pilota NASA Joseph Walker disse che uno dei suoi compiti, durante i suoi voli con 1'X-15, era rilevare gli UFO. Ne ha filmati cinque o sei durante il suo volo record, ad una quota di cinquanta miglia, nell'Aprile 1962. Era la seconda volta che riprendeva UFO in volo.
Ad una conferenza presso il Secondo Convegno Nazionale sugli Utilizzi Pacifici delle Ricerche Spaziali presso Seattle, Washington, disse: "Non mi sento di fare speculazioni su di essi. Tutto quello che so, appare nel filmato sviluppato dopo il volo".
Sino ad oggi, nessuno di questi filmati è stato fatto visionare al pubblico.


Maggiore Robert White

Il 17 Luglio 1962, il Maggiore Robert White riferì di un UFO durante il suo volo con 1' X-15. Egli riportò: "Non ho idea di cosa potesse trattarsi. Era di colore grigiastro e distava circa 10-12 metri."Allora, secondo un articolo della rivista Time, il Maggiore White esclamò alla radio: "Ci sono delle cose là fuori! Ci sono assolutamente!"


Comandante Eugene Cernan

Eugene Cernan era il comandante dell'Apollo 17. In un articolo del Los Angeles Times del 1973, a proposito degli UFO disse: "Mi è stato domandato (a proposito degli UFO) e ho risposto pubblicamente che pensavo fossero qualcun altro, qualche altra civiltà".


Maurice Chatelain, NASA

Nel 1979 Maurice Chatelain, I'ex capo dei Sistemi di Comunicazione della NASA, Confermò che Armstrong aveva davvero riportato di vedere due UFO sul bordo di un cratere. Chatelain ritiene che alcuni UFO possano provenire dal nostro sistema solare, per la precisione da Titano.
"L'incontro era risaputo alla NASA, ma nessuno ne ha parlato sinora.
"... tutti i voli Apollo e Gemini erano seguiti, a distanza ma talvolta anche molto da vicino, da veicoli spaziali di origine extraterrestre - dischi volanti, o UFO, se preferite chiamarli così. Ogni volta che succedeva, gli astronauti informavano il Controllo Missione, che poi ordinava il silenzio assoluto.
"Penso che fu Walter Schirra sulla Mercury 8 il primo degli astronauti ad usare il nome in codice Babbo Natale, per indicare la presenza di dischi volanti nello spazio vicino alla capsula. Comunque, le sue comunicazioni venivano a malapena notate dal grosso pubblico.
Andò un po' diversamente quando James Lovell, sul modulo di comando dell'Apollo 8, spunto da dietro la Luna e disse a chiunque ascoltasse: “Per favore, sappiate che c'è un Babbo Natale.”' Anche se ciò capitò durante il giorno di Natale del 1968, molte persone presentirono un significato nascosto in quelle parole."
Le voci persistono. La NASA può ben essere un ente civile, ma molti dei suoi programmi sono basati sul bilancio della difesa, e molti degli astronauti sono soggetti ai regolamenti di sicurezza militare, oltre il fatto che la National Security Agency seleziona tutti i filmati e probabilmente anche le comunicazioni radio.
Abbiamo dichiarazioni di Otto Binder,del Dott. Garry Henderson e di Maurice Chatelein, che gli astronauti avevano I'ordine tassativo di non discutere dei loro avvistamenti.
E Gordon Cooper ha testimoniato al comitato delle Nazioni Unite che uno degli astronauti era stato testimone di un UFO al suolo. Se non c'è segretezza, come mai questi avvistamenti non sono stati resi pubblici?


Scott Carpenter, NASA

"Quando gli astronauti erano nello spazio, non erano mai soli. C'era una sorveglianza costante da parte degli UFO."



Edward «Buzz» Aldrin: «Eravamo sulla Luna scortati da un Ufo»
dichiarazione del 26.07.2006


Trentasette anni fa, esattamente in questi giorni, milioni di persone in tutto il mondo affollavano i bar per seguire da preistoriche tv in bianco e nero l’avventura dell’Apollo 11, la capsula che avrebbe portato l’uomo sulla Luna. Coperte dalle voci dei commentatori, si udivano sullo sfondo le incomprensibili comunicazioni tra la base di Houston e i tre astronauti nella navicella: Neil Armstrong, Edward «Buzz» Aldrin e Michael Collins. Due frasi, scambiate il 19 luglio, poco prima dello sbarco, erano sembrate a tutti i tecnici che seguivano la missione una normale richiesta di informazioni, ma nascondevano un segreto che Aldrin ha rivelato solo adesso: l’Apollo 11 non era solo nello spazio.

L’equipaggio chiese alla base dove si trovasse rispetto a loro l’S-IVB, il terzo modulo del razzo che li aveva spinti verso la Luna. Dopo qualche minuto, Houston rispose che si trovava a 6000 miglia nautiche, circa 11 mila chilometri. «Non poteva dunque essere quello – ha rivelato Aldrin - il grande oggetto che vedevamo dall’oblò ad una certa distanza da noi. Era a forma di anello e si muoveva ad ellissi.
Collins decise di guardarlo meglio con un cannocchiale, non era sicuramente il nostro razzo».

I tre astronauti decisero di non comunicare altro alla base, e di parlarne solo al loro ritorno in un briefing riservato. «Che cosa potevamo fare? - ha spiegato Aldrin -. Dovevamo metterci a gridare “ragazzi, c’è qualcosa che si muove qui di fianco, avete idea di che cosa possa essere?” Molta gente ascoltava le comunicazioni tra noi e Houston, gente di tutti i tipi. Temevamo che qualcuno potesse chiedere di annullare la missione, a causa di una minaccia aliena o per qualunque altra stupida ragione. Così decidemmo solo di informarci per precauzione su dove si trovasse l’S-IVB».

Tornati sulla Terra, accolti dal presidente americano Richard Nixon a bordo della portaerei Hornet, gli astronauti raccontarono le fasi dell’avvistamento ai responsabili della missione. La Nasa decise di non renderle pubbliche. Il dottor David Baker, all’epoca Senior Scientist dell’Apollo 11, ha spiegato che l’Agenzia spaziale americana, temendo il ridicolo, aveva vincolato l’equipaggio al segreto. «Molti tecnici della Nasa si sono convinti che gli Ufo esistono - ha detto Baker - e questo ha spinto ancora di più l’agenzia ad una politica di segretezza. Nessuno riuscì a scoprire che cosa fosse l’oggetto che quelli dell’Apollo 11 avevano visto, ma è certo che questi avvistamenti non erano rari fino dai tempi dei primi viaggi in orbita: molti equipaggi avevano incontrato oggetti strani».

Anche se il nome di Neil Armstrong è rimasto nella memoria di tutti come quello dell’eroe della missione, il primo uomo a mettere piede sulla Luna, in realtà il vero protagonista di Apollo 11 fu Edwin Buzz Aldrin, colonnello dell’aviazione americana, discendente da una famiglia svedese di fabbri e predestinato ai voli sul nostro satellite dal cognome della madre: Moon. Ci sono pochissime foto di Armstrong sulla Luna, ma ce ne sono moltissime di Aldrin, che molti appassionati dei misteri lunari accusano adesso di non avere raccontato tutta la verità. Basta fare una ricerca sul web con Google o Yahoo per rendersi conto di quante persone nel mondo siano convinte che, anche dopo l’allunaggio, «c’era qualcosa di strano là fuori».

La convinzione nasce da presunte intercettazioni delle comunicazioni fra gli astronauti e la Nasa, fatta da radioamatori a terra. Sceso sul suolo lunare, Armstrong affermò di vedere una intensa luce che proveniva da un cratere. La comunicazione si sarebbe interrotta bruscamente, ma non per le decine di persone che la intercettavano da casa. «Che cosa sono? Che cosa sono? Potete dirci che cosa sono? - avrebbero continuato Armstrong e Aldrin -. Oh Dio, non ci credereste.
Siamo qui, stiamo tutti bene, ma abbiamo dei visitors. Vi dico che ci sono altre navi spaziali qui e sono tutte allineate al bordo del cratere».

Di questa flotta galattica non c’è traccia nelle foto e nei filmati che la Nasa ha reso pubblici. Qualcosa dovrebbe potersi vedere negli altri documenti video, custoditi nei National Archives, ma – giusto perché il mistero degli Ufo lunari possa continuare ad affascinarci senza essere smentito -, dei 700 nastri della missione ne sono misteriosamente spariti 698 e l’unica macchina rimasta in grado di trasmetterli non esiste più: era conservata al Goddard Space Flight Center’s Data Evaluation Lab, chiuso e smantellato per mancanza di fondi.


Astronauti ed Alieni

Articolo a cura del Dott. Giacomo Casale membro del Centro Accademico
Studi Ufologici (USAC)


“Houston: We have a problem”
(frase pronunciata in occasione della missione Apollo XIII, a seguito dell’avaria che ne causò il fallimento)

Si è spesso vociferato di “incontri” tra UFO ed astronauti, presumibilmente avvenuti nel corso delle varie missioni spaziali intraprese dal governo americano a partire dagli inizi degli anni ’60 del 20° secolo. Recentemente è venuta a galla, grazie a Clark B.
McClelland, un operatore del programma Shuttle della NASA, una storia a dir poco incredibile.

McClelland, in un suo articolo del 2004, ha riportato una conversazione avuta con il Col. Ellison Onizuka, specialista di missione sullo Space Shuttle Challenger, solo alcuni giorni prima che la navetta esplodesse il 28 gennaio 1986, causando la tragica morte di tutto l’equipaggio.

Secondo McClelland, Onizuka gli chiese se il suo cognome avesse un qualche collegamento con la base dell’aereonautica McClellan, a Sacramento in California. McClelland, sorpreso dall’inconsueta domanda, rispose negativamente. A quel punto Onizuka riferì che, approssimativamente otto o nove anni prima del suo addestramento da astronauta, presso la suddetta base, egli ed altri ingegneri di volo aerospaziale e piloti dell’USAF furono condotti in una stanza ove fu proiettato un filmato di esseri alieni morti. I corpi degli esseri, giacenti su lastre di marmo, avevano grandi teste e grandi occhi, tipici degli alieni della razza dei “Grigi”.

Gi ufficiali presenti alla proiezione furono colti completamente alla sprovvista da quello spettacolo, e non fu data loro alcuna possibilità di discutere ciò che avevano visto.


Il Col. Ellison Onizuka


Onizuka pensò che si trattasse di un qualche tipo di test psicologico per testare la loro reazione complessiva.

Il colonnello Onizuka iniziò il proprio servizio attivo nell’Aereonautica nel 1970, e fu selezionato come astronauta per la NASA nel 1978. Prestò servizio presso la base di McClellan durante i primi anni ‘70 ed è quindi probabile che l’episodio a cui egli fece riferimento si sia verificato in quel periodo.

Come al solito è difficile determinare quanto di cui sopra corrisponda a verità, è però utile ricordare che verso la fine degli anni ’70 il ricercatore Leonard Stringfield raccolse molte storie simili. Parecchi militari riferirono di aver visto filmati mostranti esseri alieni e la loro tecnologia. In particolare, uno specialista di radar disse a Stringfield che nel 1953, mentre era di stanza a Fort Monmouth, New Jersey, gli fu mostrato il film di un UFO apparentemente precipitato nel deserto.

Le immagini contenevano anche una breve prospettiva dell’interno del disco e corpi di alieni morti in una tenda militare.

Il filmato era pieno di graffi e di resa grafica piuttosto scadente, segno che era stato proiettato molte volte. L’ufficiale presente alla proiezione disse ai presenti di pensarci su e di non parlarne con nessuno. Due settimane dopo, un ufficiale dei servizi di intelligence della base disse all’operatore radar di dimenticare il film che aveva visto perché si trattava di una beffa !

Qualche anno dopo un altro militare, anch’egli operatore radar, raccontò al testimone di aver visionato lo stesso film e di aver ricevuto le medesime istruzioni.

Per quale oscuro motivo il governo americano ha mostrato a militari con precise credenziali (operatori radar, astronauti) filmati su UFO ed alieni? Forse per prepararli in qualche modo a possibili contatti con intelligenze extraterrestri, considerate anche le mansioni svolte? Non è infatti del tutto improbabile che un astronauta, nel corso delle proprie missioni, possa in qualche modo fare simili incontri. Sono del parere che una mancata informazione sulla materia da parte della Nasa abbia potuto causare i traumi di cui hanno sofferto gli astronauti delle prime missioni spaziali. Bisogna infatti ricordare che l’equipaggio dell’Apollo XI accusò strani disturbi al ritorno sulla Terra: Buzz Aldrin soffrì per molto tempo di una grave forma di depressione, mentre Neil Armstrong divenne insolitamente misantropo e taciturno. Avevano visto qualcosa a cui non erano stati adeguatamente preparati?

Secondo Neil Armstrong (il primo uomo a metter piede sulla Luna), gli alieni hanno una base sul nostro satellite e ci dicono, in termini piuttosto decisi, di stare alla larga dalla Luna. A quanto dicono i rapporti finora noti, sia Neil Armstrong che Edwin Aldrin videro degli UFO dopo il famoso atterraggio sulla Luna dall'Apollo 11 il 21 luglio 1969. Uno degli astronauti riferì di aver visto una "luce" sopra e dentro un cratere durante la ripresa televisiva, seguita da una richiesta di maggiori informazioni da parte del controllo missione.
Ecco il dialogo che si sarebbe svolto fra Luna e Terra: NASA: Che cosa c'è? Controllo missione chiama Apollo 11...
Apollo 11: Quei "cosi" sono enormi, mio Dio ! Enormi! Oh, mio Dio, non ci credereste ! Vi dico che stiamo vedendo altre ' navicelle qui fuori. Sono ferme sul bordo del cratere ! Sono sulla luna e ci stanno osservando!

Un professore, che ha voluto rimanere anonimo, ha inviato alle organizzazioni ufologiche il seguente resoconto di un dialogo da lui avuto con Neil Armstrong durante un simposio della NASA:
Professore: Che cosa accadde veramente fuori dell'Apollo 11?
Armstrong: Una cosa incredibile, anche se noi abbiamo sempre saputo di questa possibilità. Il fatto è che loro (gli Alieni) ci hanno intimato di allontanarci!
Professore: Che cosa vuole dire "intimato di allontanarci"?
Armstrong: Non posso entrare nei dettagli, posso solamente dire che le loro astronavi sono di gran lunga superiori alle nostre sia per dimensioni che per tecnologia. Accipicchia se erano grandi!... e minacciose!
Professore: Ma la NASA ha ugualmente inviato sulla Luna altre missioni dopo l'Apollo 11... .
Armstrong: Naturalmente: la NASA le aveva già annunciate a quel tempo, e non poteva rischiare il panico sulla Terra.

Secondo l'ufologo americano Vladimir Azhazha, "Neil Armstrong disse al Controllo Missione che due enormi oggetti sconosciuti stavano osservando lui ed Aldrin dopo l'atterraggio sulla Luna. Ma questo messaggio non è mai stato ascoltato dal pubblico, perché la NASA lo ha censurato."
Aleksandr Kasantesev afferma che Buzz Aldrin fece un film a colori dell'UFO da dentro la navicella, e continuò a filmare loro, Armstrong e lui stesso anche quando furono fuori. Armstrong confermò che la storia era vera, ma rifiutò di dare ulteriori dettagli, poi ammise che la CIA voleva nascondere l'accaduto.

Occorre inoltre aggiungere che da tempo circola su internet un file audio che riporta la conversazione tra gli astronauti ed il centro di controllo di Houston, captata da diverse stazioni radio terrestri a frequenza ultrarapida, prima che la NASA la sopprimesse nella trasmissione televisiva che illustrò l’arrivo dell’Apollo XI sulla Luna (nonostante la NASA affermi il contrario, esisteva infatti una leggera differita tra le reali comunicazioni Nasa-Apollo e quelle ritrasmesse al mondo). Ecco il testo integrale:

Astronauta 1: Ma cos'è quello?
Astronauta 2: Avete una spiegazione?
Houston: Non vi preoccupate, attenetevi al programma!
Astronauta 1: Mio Dio, ma è incredibile, questo è fantastico, non lo potreste mai immaginare!
Houston: Sappiamo di questo, andate dall'altra parte!
Astronauta 1: Ma che diavolo è quello? E’ incredibile ...... Dio ... ma cos'è? Allora, me lo dite?
Houston: Cambiate frequenza, usate Tango, Tango!
Astronauta 1: Allora è una forma di vita, quella!
Houston: Cambia frequenza
Houston: Usa Bravo Tango, Bravo Tango, scegli Jezebel, Jezebel!
Astronauta: ......si! ..... ma tutto questo è incredibile!
Houston: Passa su Bravo Tango, Bravo Tango!

A questo punto la comunicazione viene interrotta.

Maurice Chatelain, noto esperto di comunicazioni del Centro Spaziale di Houston, recentemente scomparso, ha scritto in un diario che in alcuni casi astronavi terrestri hanno sfiorato degli UFO ."Gli astronauti - scrive Chatelain - hanno visto cose delle quali non possono parlare con nessuno fuori dalla NASA".E ancora: "Tutti i voli Apollo o Gemini furono seguiti a distanza, qualche volta... molto ravvicinata, da veicoli spaziali di origine extraterrestre. Ogni volta che ciò è accaduto gli astronauti ne hanno informato la missione di controllo, che ha imposto loro l'assoluto silenzio".

Scrive il console Alberto Perego: "L'aviazione extraterrestre ha sempre seguito, controllato ed osservato da vicino, tutti i nostri esperimenti spaziali. Risulta che siano stati osservati e seguiti in orbita, lo Sputnik I (3-10-1957), lo Sputnik II (3-11-1957), lo Juno II (1-11-1959), l'Echo I (2-08-1960), il Polaris (10-01-1961), il Minutemann (18-03-1963). Avevano già visto dischi, i cosmonauti Gagarin, Titov, Mac Divitt, Cooper, Iegorov, Leonov, White, Borman, Lowell, Tereskova ed altri."



Insegna del programma Apollo


Facciamo ora una rapida rassegna delle varie missioni spaziali:

MERCURY MA-6 Friendship 7 - 26/02/1962
John Glenn, durante il volo orbitale sopra l'Australia, comunica a Houston di vedere migliaia di particelle luminose che lo scortano per 6.000 chilometri. Al rientro nell'atmosfera sarà seguito da un globo luminoso che l'astronauta esclude trattarsi di una meteora: per le sue dichiarazioni Glenn sarà allontanato dai voli.

MERCURY MA-7 Aurora 7 - 24/05/1962
Le particelle luminose che scortano l'astronave Mercury vengono scorte sopra l'Australia da Scott Carpenter, velocissime, in formazione.
Carpenter esclama: "Dunque esistono! Ditelo a Glenn che aveva ragione!". In fase di recupero, per un errore di calcolo, Scott Carpenter resta in acqua un'ora. Quando lo ritrovano asserisce di essere stato aiutato da un alone arancione, poi verde, attorno alla capsula. Il calore esterno non penetrò mai in cabina, anche se la
temperatura era elevatissima. (Francesco Ogliari).

VOSTOK 4 - 12/08/1962
L'astronauta russo Pavel Popovic, durante le 45 rivoluzioni attorno alla Terra: "Vedo le famose particelle luminose". (Francesco Ogliari).

MERCURY MA-8 Sigma 7 - 3/10/1962
Walter Schirra, su Mercury Sigma 7: "Scott (Carpenter), le vedo anch'io le tue particelle luminose, mi scortano!" (Francesco Ogliari).

MERCURY MA-9 Faith 7 - 15/05/1963
Gordon Cooper: "Durante il volo scorsi un'enorme palla luminosa che mi veniva addosso: era un disco volante verde con fascia rossa".
La comunicazione di Carpenter a terra viene tagliata dalla NASA e l'astronauta ha il divieto di fare ulteriori dichiarazioni in tal senso ai giornalisti. ("Tribuna Illustrata" n. 28 - 9/07/1967)
(Francesco Ogliari).

VOSTOK - 18/03/1965
Viene collocato in orbita il satellite artificiale russo "Vostok", pilotato da Berezev e Leonov. Il primo cosmonauta ad uscire dalla capsula e a farsi trascinare in volo nello spazio cosmico fu Leonov.
Si saprà poi che egli aveva visto "un misterioso oggetto rotondo".
(Alberto Perego).

GEMINI 1 - 8/04/1965
Viene lancia la "Gemini 1", con due piloti a bordo. Fu un pieno successo, ma si apprese in seguito, da fonti riservate, che la "Gemini" era ancora nella sua prima orbita quando era stata avvicinata da quattro dischi che le si erano affiancati: due ai lati, uno di sopra e uno dietro. (Alberto Perego).

GEMINI 4 - 3/06/1965
A bordo della Gemini 4, Mc Divitt avvista sopra le Hawaii un oggetto misterioso con sporgenze simili a braccia. Lo fotografa. Rivede altri due oggetti simili sopra le Canarie: alla NASA un portavoce ufficiale riferisce alla United Press: "Un attento esame delle immagini scattate dall'oggetto non mostra nulla che somigli a un satellite". Mc Divitt dichiara che l'oggetto visto e gli altri due hanno forma di disco luminescente. (Francesco Ogliari).
Mac Divitt ammise di aver visto "tre" oggetti misteriosi attorno alla Gemini 4. Il primo oggetto, visto sulle Hawaii, venne descritto come un apparecchio con tre lunghe antenne. Si disse che poteva trattarsi di un vecchio "Pegasus", vagante nello spazio. Ma che cosa erano gli altri "due" oggetti visti sulle Antille? Furono pubblicate fotografie di "un oggetto" visto da Mac Divitt e si disse che "assomigliava ad una piccola cometa"! (Alberto Perego).

GEMINI 7 - 4/12/1965
Frank Borman e James Lovell avvistano un oggetto non identificato durante il loro volo.
Borman affermò di aver visto l'oggetto ad una certa distanza dalla capsula. Da terra gli fu risposto che quello che aveva visto era lo stadio finale del loro razzo propulsore Titan. Borman replicò che il razzo propulsore era al suo posto e che lui stava vedendo qualcosa di completamente diverso.

GEMINI 8 - 16/03/1966
Veniva posta in orbita un' "Agena" e dopo un'ora e quaranta minuti la Gemini 8. I piloti Scott e Armstrong riuscivano ad agganciarsi all'Agena a 300 Km d'altezza. Pochi minuti dopo Armstrong comunicava alla Base che la Gemini 8 si era messa a vibrare paurosamente e a ruotare su se stessa insieme all'Agena.
La Base dette immediatamente ordine di rientrare. Occorse però più di mezz'ora perché la Gemini riuscisse a staccarsi dall'Agena. I razzi di stabilizzazione, improvvisamente, ripresero a funzionare da soli.
Armstrong dichiarò ai giornalisti che anche la Gemini 8 aveva incontrato le famose "lucciole spaziali", già segnalate da Glenn e da Carpenter in precedenti voli orbitali. (Alberto Perego).

GEMINI 9 - 3/06/1966
Cernan riuscì a rimanere fuori della capsula per un'ora e trenta minuti (invece di due ore e trenta minuti come programmato), perché il suo casco cominciò a surriscaldarsi a 297 Km d'altezza, durante la 31esima orbita, all'inizio del terzo giorno di volo. La Gemini 9 ricevette allora l'ordine di rinunciare all'inseguimento dell'ATDA (satellite che avrebbe dovuto essere inseguito e poi agganciato dalla Gemini 9) e di rientrare.
Riuscì inspiegabile che l'ATDA, dopo aver compiuto 20 orbite attorno alla Terra, era stato improvvisamente circondato da cinque oggetti volanti, quattro dei quali non avevano potuto essere identificati.
(Alberto Perego).

GEMINI 10 - 18/7/1966
Young e Collins fotografano "dischi volanti". Collins rilascerà un'allucinante intervista trasmessa da Gianni Bisach per "Prima Pagina", della RAI TV italiana, sulla sua esperienza. (Francesco Ogliari).

GEMINI 11 - 13/09/1966
Conrad e Gordon videro passare un "oggetto misterioso" ruotante su se stesso, poco distante dalla Gemini e riuscirono a fotografarlo.
(Alberto Perego).

APOLLO 7 - 11/10/1968
Schirra, Eisele e Cunningham fotografano casualmente due oggetti sconosciuti sui monti del Pakistan.

APOLLO 8 - 21-27/12/1968
Durante la missione di Borman, Lovell e Anders vengono avvistati Ufo a forma di dischi mentre la capsula orbitava intorno alla Luna. Gli astronauti dicono: "Siamo stati informati che Santa Claus esiste".
(Maurice Chatelain).

APOLLO 9 - 3/03/1969
Mc Divitt, Scott e Schweickart realizzano il congiungimento col modulo lunare. Nella notte il sonno degli astronauti è stato turbato da misteriose trasmissioni radio per quattro volte consecutive.
("Corriere della Sera" - 5/03/1969) (Francesco Ogliari).

APOLLO 10 - 18-26/5/1969
Avvistati due Ufo seguire la capsula durante orbita lunare e volo di ritorno. (Maurice Chatelain).

APOLLO 11 - 20/7/1969 (allunaggio)
Poco prima che Neil Armstrong mettesse piede sulla Luna, due UFO gli passarono sulla testa e il suo compagno Buzz Aldrin scattò molte istantanee che li ritraevano. (Maurice Chatelain).
Buzz Aldrin, in occasione del venticinquesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, ha dichiarato, alla presenza di Neil Armstrong, nel corso di una cerimonia celebrativa in Italia: "...un UFO era con noi... Poco dopo aver lasciato il campo gravitazionale della Terra diretti alla Luna, tutti e tre, Neil Armstrong, Mike Collins ed io, vedemmo apparire sull'oblò un oggetto luminoso che ci seguiva a distanza... Ne informammo Houston, la base.
Pensammo che fosse l'ultimo stadio del Saturno 5, il missile che ci aveva lanciato, ma i conti non tornavano. Non poteva essere neppure la sonda robot lanciata dai sovietici per batterci almeno simbolicamente nella corsa alla Luna, perché era più avanti di noi. Che cos'era? Non lo so, non lo scoprimmo mai. L'oggetto ci accompagnò per molte ore e poi scomparve..." ("La Stampa" - 24/07/1994) (Roberto Pinotti).

APOLLO 12 - 14-24/11/1969
Poche ore dopo la partenza, i tre cosmonauti , Gordon, Conrad e Bean, comunicano alla Base di Houston di essere inseguiti da un oggetto volante non identificabile. La Base di Houston replicò: "Andate pure a dormire tranquilli! Domani vi diremo di che cosa si tratta". Il giorno dopo venne ufficialmente spiegato che l'oggetto misterioso era un "riflesso" (!?) di uno degli stadi esauriti del "Saturno" che, invece di immettersi in orbita solare, aveva proseguito nella stessa direzione dell'Apollo!!! L'opinione pubblica mondiale aveva intuito che cosa poteva effettivamente essere quell'oggetto luminoso che, a 40 chilomentri di distanza dall'Apollo 12, era apparso alla televisione di proporzioni enormi. (Alberto Perego).

APOLLO 13 - 20/04/1970
La missione fu interrotta a causa di una grave perdita da uno dei serbatoi dell’ossigeno del modulo di comando. Chatelain si spinse al punto di dichiarare che il fallimento dell’Apollo XIII fu dovuto ad un
UFO che proteggeva qualche base lunare creata dagli extraterrestri poiché a bordo aveva una piccola struttura nucleare destinata ad essere piazzata sulla luna per rilevazioni sismiche. Sia come sia, la NASA non ha ancora comunicato ufficialmente i risultati dell’indagine sull’avaria.

APOLLO 14 - 31/01-9/02/1971
Shepard avvista le luci misteriose che scortano l'astronave. Subito dopo comunica il suo messaggio di pace al mondo e l'invito a far sì che le scoperte scientifiche siano messe a punto solo per opera di pace. Contemporaneamente cade per la seconda volta il misterioso buio su New York, Filadelfia, Albany, Providence, Ottawa, Toronto e altre città restano bloccate da cause che restano ancora sconosciute.
(Francesco Ogliari).


Come abbiamo visto, la Nasa ha spesso occultato al grande pubblico fenomeni che non poteva facilmente spiegare: quanti altri misteri aspettano ancora di essere rivelati?

http://collettivamente.com/articolo/1259306.html



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MessaggioInviato: 19/02/2010, 19:50 
Un UFO evitò la catastrofe di Chernobyl


Sono passati 16 anni da quel 26 Aprile del 1986 quando alle 1:23 del mattino un'enorme esplosione immetteva nell'atmosfera una immensa nube radioattiva che contaminò buona parte dell'Europa. I vigili del fuoco impiegarono diverse ore per domare l'incendio che ne derivò e molti di loro morirono mesi dopo a causa dell'esposizione alle radiazioni.
Ormai si conosce tutto o quasi della tragedia di Chernobyl, compresi i colpevoli. Furono infatti condotti degli esperimenti sul quarto reattore che provocarono il guasto e la conseguente deflagrazione.
Per un semplice caso l'esplosione non fu di natura nucleare, ma solamente termica. Se fosse successo il contrario probabilmente l'Europa non sarebbe come la vediamo noi oggi e forse metà di essa non esisterebbe più. Per spiegare questo colpo di fortuna sono state formulate molte teorie, l'ultima delle quali vede come protagonisti addirittura gli ufo.
Sembrerebbe infatti che alcuni testimoni abbiano notato degli oggetti stazionare sopra la centrale prima dell'incidente; alcune decine di persone li avrebbero visti volteggiare per ben sei ore immediatamente al di sopra del 4 reattore, ovvero di quello responsabile dell'incidente. Un testimone oculare, Mikhail Varitsky, afferma:"Io ed altre persone ci siamo recati sul luogo dell'incidente quella notte e abbiamo visto una sfera luminosa di circa 6-8 metri di diametro dalla quale uscivano dei raggi diretti verso il quarto reattore. Il tutto è durato quasi tre minuti". Secondo i testimoni l'ufo avrebbe abbassato il livello di radioattività impedendo così che si verificasse un'esplosione nucleare. Ma questo non è stato l'unico episodio del genere verificatosi sulla centrale.
A distanza di tre anni la dottoressa Gospina dichiara di aver visto un oggetto di color "ambra" dai contorni molto ben definiti che sostava proprio sopra il quarto reattore. In quel periodo il reattore stava immettendo di nuovo elementi radioattivi nell'atmosfera, ma non è tutto: nell'ottobre del 1990 V. Navran, un reporter del quotidiano "L'Eco di Chernobyl", fotografava il quarto reattore, compreso il buco al centro della cupola protettiva. Egli ha affermato:"Quando ho fotografato il tetto non ho visto nessun ufo, ma quando ho sviluppato il rullino ho notato un oggetto sopra la cupola".
L'oggetto fotografato da Navran è simile in tutto e per tutto a quello descritto dalla dottoressa Gospina. Per ora le affermazioni dei testimoni non provano nulla, ma di sicuro aggiungono nuovi misteri ad uno degli eventi più tragici dell'ultimo cinquantennio.



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MessaggioInviato: 21/02/2010, 08:46 
Il caso Diaz

Carlos Diaz, non contattato ma testimone.
Un corpo di materia diventa "di luce", tutt'uno con la macchina.
Era una creatura in grado di comunicare "creando la realtà"



intervista di Adriano Forgione
con la collaborazione di Candida Mammoliti

La testimonianza non di un "prescelto" ma di un uomo come tanti, consapevole di quanto gli è capitato, desideroso di comunicare un messaggio di amore e di speranza basato sulla necessità dell'uomo di lavorare su se stesso, per aiutare il prossimo e l'ambiente che lo ospita.

Carlos, a quando risale il tuo primo contatto?

Il mio primo contatto con loro fu, più o meno, due mesi e mezzo dopo aver scattato la prima serie di fotografie ad una nave di luce, nel marzo del 1981. Credo fosse l'inizio di maggio dello stesso anno.

Cosa avvenne?

[Carlos Diaz] Sono un fotografo. Venni incaricato di scattare la foto di un bosco al tramonto. Pensai che non vi fosse luogo più adatto della macchia boschiva che si trova nei pressi di Città del Messico, chiamata il Bosco di Ajusco. Uscii molto presto quel giorno. Una vota arrivato, mi fermai al bordo della strada e vidi che il posto era illuminato da uno splendore di color giallo-arancione che veniva dal basso della valle, visibile oltre la carreggiata. La prima cosa che pensai fu che il bosco stava prendendo fuoco. Facendo qualche passo avanti, fui finalmente in grado di vedere quello che prima il guard-rail mi impediva di osservare: un oggetto. E così mi resi conto che non si trattava di un incendio. Fu un momento di grande emozione, che proveniva dal profondo del mio cuore. Ricordo che afferrai la macchina fotografica e iniziai a scattare. Nel momento in cui l'otturatore della camera si apriva, fui certo che ciò che mi era davanti era rimasto immortalato nella pellicola. Realizzai così una serie di dodici foto.

Perché proprio Carlos Diaz?

Credo che il primo incontro con loro sia stato accidentale. Potrebbe essere paragonato a quando si naviga per mare e si ha la fortuna di incrociare i delfini. Credo che si adatti bene al mio caso. Ero al momento giusto, con la mia macchina fotografica, nel posto in cui la nave di luce stava elevandosi dal dirupo. I contatti successivi invece li cercai volontariamente. Infatti, due mesi e mezzo dopo, tentai di stabilire un contatto per avere l'opportunità di incontrarli nel bosco di Ajusco. E fortunatamente si verificò quello che i ricercatori chiamano l'Incontro Ravvicinato del Terzo Tipo.

In che modo colloqui con gli extraterrestri? Telepaticamente?

No! La comunicazione che ho con loro è di tipo verbale. Mi hanno aiutato moltissimo a mantenermi il più possibile con i piedi per terra.

Puoi parlarci delle navi di luce? Di quale materiale sono formate?

Non ho risposte definitive, ma credo si tratti di navi di pura energia luminosa. Come se fossero nubi di luce. Molta gente mi ha contestato il fatto che, pur essendo stato al loro interno, io non sapessi con precisione di che materiale siano costituite. Ma quanta gente prende l'aereo e non sa con che metallo è costruito e come è pilotato. Come posso io spiegare ciò che va oltre le nostre conoscenze?

Cosa c'è al loro interno?

All'interno delle navi l'unica cosa visibile è una luce gialla. Posso assicurare che ciò che si prova lì dentro è una sensazione di pace, di tranquillità e di amore. Si diventa parte della stessa nave e si percepisce perfettamente come la vita fluisce dentro e fuori il nostro corpo. Questo ti porta ad entrare in simbiosi con il pianeta e con tutto l'universo, inducendoti uno stato di espansione della coscienza. Queste navi hanno comunque la possibilità di alterare il loro stato, convertendosi in oggetti solidi e dall'aspetto metallico. E questo succede anche a chi vi entra. Cambia lo stato vibratorio dell'energia che tiene aggregate le nostre cellule rendendo il corpo più eterico, per poi tornare allo stato iniziale una volta uscitone. Posso dire che osservandomi le mani, quando ero all'interno, potevo vedervi la luce passarvi attraverso, come se fossero trasparenti. La prima volta che ho vissuto quell'esperienza sono rimasto letteralmente sbalordito, perché fino a sei ore dopo l'incontro, il mio corpo era "sensibilizzato". Potevo vedere di più, udire altre frequenze, altri suoni e tutti i miei sensi erano ipersviluppati. È un concetto molto difficile da spiegare nei particolari.

Come è possibile un processo del genere?

Non ne ho una spiegazione. Mi limito a viverlo. Qualcosa che si avvicina a questo processo potrebbe essere una OBE (Out of Body Experience, esperienza fuori dal corpo), o il distacco dell'anima dal corpo nel momento della morte in un processo continuo di reincarnazione. Non esiste altro metro di paragone per capire come un corpo di materia si possa trasformare in un corpo di luce e recuperare, successivamente, lo stato iniziale.

Da dove vengono questi esseri?

Quando ho chiesto loro da quale luogo dell'Universo provenissero, mi hanno risposto "da un qualsiasi luogo dell'Universo", cioè provenire da ovunque nello spazio, ma non ci sarebbe stato il modo per provarlo. Ciò che veramente conta è che sono qui, sul nostro pianeta.

Sai dirci almeno se appartengono a questa dimensione o provengono da dimensioni e/o universi paralleli al nostro?

Credo si tratti di esseri multidimensionali. Fortunatamente non sono l'unica persona che vive un'esperienza così. Molte persone in Messico vivono questo contatto. Credo che questi esseri si materializzino nel nostro stato vibratorio per poter stabilire una comunicazione diretta con noi e poter capire, in tal modo, la nostra civiltà che, al momento attuale, domina il pianeta Terra.

È possibile che si tratti di una specie evolutasi da una razza che in passato era di carne e sangue come noi?

Credo di sì, perché mi hanno detto che nella storia della loro evoluzione hanno attraversato un problema molto simile al nostro, mettendo a serio rischio l'ambiente dei loro pianeta. Fortunatamente hanno corretto il cammino in tempo e ora visitano differenti luoghi dell'Universo, non solo la Terra.

Quali sono le ragioni della presenza degli esseri di luce sul nostro pianeta?

Credo si tratti della curiosità e dell'interesse di capire di più sull'Universo e su loro stessi, così come facciamo noi. Potrebbe essere paragonato al nostro interesse di scalare le più alte montagne del pianeta o raggiungere i più profondi abissi dei nostri oceani e quindi capire di più dell'ambiente in cui ci si muove. Hanno viaggiato per l'Universo per capire e conoscere di più.

Cosa pensano questi esseri dei nostro attuale stato evolutivo?

Ci ammirano come specie, però sono molto preoccupati dei modo di applicare la nostra indole creativa. Essa viene infatti applicata in attività che stanno danneggiando la vitalità di questo meraviglioso pianeta.
Certamente ci sono molte attività dell'uomo che stanno aiutando la sua stessa evoluzione e possibilmente quella di altre specie ma, attualmente, l'attività negativa che l'uomo sta applicando al suo ambiente è di molto superiore a quella positiva.
L'inquinamento, in particolare, non rispetta frontiere, né colore di pelle, né ideologie, né religioni: è uguale per i ricchi e per i poveri. È ora di capire che stiamo seriamente compromettendo la salute dell'ecosistema, noi compresi.

Data la differenza di coesione cellulare che intercorre tra noi e loro, cosa pensano della materia che compone il nostro corpo?

Che è una meraviglia. È qui che si trova la chiave per far sì che questa civiltà vada avanti. Mi hanno detto che dobbiamo imparare come funziona il nostro corpo. Se capiamo che siamo formati da milioni e milioni di cellule e che ognuna di queste ha al suo interno tutte le informazioni necessarie per lavorare singolarmente e allo stesso tempo interagire con le restanti milioni di cellule, interscambiando informazioni e funzioni, comprenderemo che si tratta di un lavoro di cooperazione per mantenere vivo un essere e preservarlo in armonia. Dobbiamo imparare a lavorare come le nostre cellule. Dobbiamo considerarci delle cellule, affinché il nostro mondo diventi ciò che deve essere, cioè un paradiso.

Hai affermato che questi esseri possono materializzarsi in forma umana, camminare tra noi e non essere riconosciuti.

Sì. Ci sono però delle piccole differenze che non possono essere notate da chi non ha un contatto. È facile incontrarli per strada o in qualsiasi altro luogo, in quanto convivono con noi.

A Tepoztian o anche nel resto del mondo?

Li ho incontrati in quasi tutto il mondo.

Da quanto tempo sono qui?

Non saprei con precisione, ma credo moltissimo tempo. In un'occasione mi dissero "quando venimmo sul tuo pianeta, la sua luce, la sua energia era come quella di un neonato. In questo momento la luce del tuo pianeta è come quella di un essere agonizzante". Fu un concetto che mi colpì particolarmente.

È un'espressione molto forte.

Sì, ma bisogna capire che, ogni venti minuti, sparisce una specie animale o vegetale del pianeta. Come dire che ogni ora sono tre le specie che si estinguono definitivamente, ben 72 ogni giorno. Tutto questo a causa dell'attività distruttiva dell'uomo che continua a minare la vitalità del suo stesso habitat. Carl Sagan disse: "Chi parla in nome del pianeta Terra?" Noi siamo la specie dominante e noi dobbiamo rispondere a questa domanda per poter offrire alle generazioni future un pianeta dove sia piacevole vivere e dove l'uomo non domini, ma interagisca con le altre specie viventi. Una nuova dimensione della nostra esistenza che deve essere compresa prima di essere attuata.

Carlos, hai realizzato fotografie e filmati nella valle de Tepoztlan. Questo materiale è stato analizzato. Oltre a Corrado Malanga, dell'Università di Pisa, chi si è preoccupato di verificare il tuo materiale documentale?

Lo ha analizzato Jim Dilettoso per primo, quindi il professar Manfred Kall, dell'Istituto di fotografia scientifica di Germania, poi Victor Quesada, del Centro Universitario "Grupo Sol", di Città del Messico e Ruben Castro del Programas de Investigacion (l'organismo di ricerca ufologica fondato dal giornalista messicano Jaime Maussan). Successivamente Michael Hesemann mi presentò Bob Shell, consulente FBI, esperto in analisi su materiali fotografici. Dopo di ciò, il materiale è stato analizzato da altri, compreso il professor Malanga.
Permettetemi anzi di ringraziarlo per i risultati delle analisi sulle mie fotografie (che sono in linea con quelli degli altri esperti menzionati, N.d.R.), così come ringrazio voi per aver diffuso tali risultati in Italia ed Europa, tramite la vostra rivista. Apprezzo molto questa attenzione, perché credo che informando si possa destare la gente dal sonno in cui vegeta. È importante che si dia conto e si divulghino i risultati del meraviglioso lavoro che tutti noi stiamo portando avanti e si diffonda la consapevolezza dell'opportunità che abbiamo per mantenere vivo e in evoluzione questo pianeta. Ora c'è il tempo per farlo.

Hai libertà di parlare di tutto ciò che sai sulla presenza extraterrestre?

Sì, fortunatamente non ho mai subito restrizioni in tal senso. L'unica persona che ha posto restrizioni a ciò che andava detto sono stato io stesso.

Quindi le autorità messicane non ti hanno mai creato fastidi per il fatto di essere un contattato.

Per niente, fortunatamente. Non ho subito alcuna pressione da parte del mio governo. In Messico la situazione politico-economica non è florida. In un contesto di questo tipo, a chi può dare fastidio un tizio che parla di UFO?
In ogni modo penso di avere la fortuna di vivere in un Paese dove è possibile parlare liberamente di queste esperienze. Ad esempio, i controllori di volo dell'aeroporto internaionale di Città del Messico possono relazionare senza censure su quello che captano i radar e lo stesso vale per i piloti civili di linee aeree, quali Aeromexico e Mexicana. Possiamo così provare la libertà ed il rispetto di opinione sull'esperienza che stiamo vivendo, in un Paese dove questo accade davanti a più persone e non ad individui isolati.

Questa situazione potrebbe essere dovuta al fatto che in Messico il fenomeno è frequente ed esteso. Sia le autorità che la popolazione sono pronte per accettare la circolazione di informazioni di questo tipo?

Certamente. Ad esempio, dal 1991 ad oggi, gli UFO appaiono puntualmente nei cieli delle città in concomitanza di parate militari aperte al pubblico. Così militari e popolazione possono osservare contemporaneamente il loro passaggio UFO e tutto ciò non può essere smentito.

Il Messico e tutta l'America Latina sono sotto un ondata UFO, massiccia e ininterrotta da oltre un lustro. Potrebbe trattarsi di una specie di test per sperimentare il "Primo Contatto" di massa?

Non ho una risposta certa. A mio parere la frequenza del passaggio di questi oggetti è la stessa che nel passato. È la gente che guarda il cielo più frequentemente e utilizza anche nuovi strumenti come le videocamere portatili. Queste ultime hanno rivoluzionato il campo di investigazione UFO grazie al numero impressionante di filmati, prima certamente impossibili da realizzare. Credo che il nostro compito sia preparare la gente a questo prossimo incontro. Ma perché questo avvenga è necessario imparare ad amare il nostro pianeta. Jacques Cousteau, morto quest'anno, disse: "L'uomo protegge quello che ama". Poiché l'uomo non protegge la Terra, significa che non l'ama. Quando ebbi l'occasione di incontrare Cousteau gli dissi: "Mi incanta la sua frase, ma per amare è necessario conoscere". Noi non conosciamo ancora come questo meraviglioso pianeta funzioni realmente, e come l'energia vitale fluisca in esso. Ecco perché non lo preserviamo. E finché non lo impariamo, non credo che ci sarà un contatto di massa.

Come consideri la tua esperienza?

Non mi considero un "contattato" ma un testimone. Ho solo il privilegio di poter raccontare dei miei incontri con gli esseri che pilotano queste navi di luce. Ma per fare ciò ho portato delle prove che sono state analizzate e giudicate credibili. Personalmente diffiderei di chi dice di avere contatti senza portare una minima prova di quanto afferma. Inoltre io non ho una setta. Ripeto: sono solo un testimone privilegiato e relaziono chiunque della mia esperienza e dei messaggi che ricevo, senza farne una forma di culto. Le sette creano divisione mentre l'umanità deve essere unita nel suo cammino evolutivo e in simbiosi con l'ambiente che la ospita.

Che opinione hai degli altri contattati?

Rispetto le persone che parlano delle loro esperienze, ma, come detto, li invito a portare le prove di quanto affermano, che siano fotografie o filmati. Solo così possono dimostrare che quello che dicono di vivere è reale. Se ci si fa avanti dicendo di avere contatti, ma senza prove tangibili, tutto resta un enigma. Viviamo in un'epoca in cui i mezzi tecnologici non mancano: telecamere elettroniche e macchine fotografiche sono indispensabili per chi vuole dimostrare di avere avuto un contatto.

A quando risale il tuo ultimo contatto? (l'intervista è stata realizzata il 6 novembre 1997 N.d.R).

Dal mio ultimo contatto ho ricevuto un favore molto speciale. Mi hanno aiutato con mio padre che presentava un cancro all stato molto avanzato. Ho chiesto loro il favore di aiutarlo a soffrire il meno possibile e lo hanno fatto. Mio padre oggi è pienamente recuperato e i dottori sono a dir poco sconvolti della sua guarigione. Quello che più mi meraviglia è che mio padre ha piena coscienza di quando lo hanno fatto. Ero molto preoccupato per lui, ma una mattina mi disse: "Stanotte sono venuti i tuoi amici, erano due figure di luce. Ho sentito una sensazione di pace e tranquillità e mi hanno fatto qualcosa, poiché mi sento bene". Hanno guarito mio padre da una malattia incurabile. Quando lo ha saputo mi ha detto: "Di' ai tuoi amici che mi vengano a trovare ancora".

Consideri la tua una missione?

Non mi hanno mai detto: "Devi dire o fare questo". Vivo una relazione di amicizia e mi impegno che questa diventi una interazione di evoluzione, crescita e realizzazione interiore. Alla gente dico solo che mi sento in debito con la vita perché sento che la vita mi ha dato moltissimo. Solo il fatto di avere la piena coscienza, la certezza che non siamo l'unica manifestazione viva ed intelligente di questo universo ti porta a considerare la vita in maniera differente. E questo mi stimola a fare di più. Un di più che fa parte del messaggio che cerco di dare alla gente che viene ai congressi. Per trasmettere, attraverso la mia esperienza, la necessità di rispettare la vita attraverso l'amore, affinché venga donato alle generazioni future un pianeta vivente.


http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/da10_02i.htm



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MessaggioInviato: 21/02/2010, 19:46 
Hyouryuukishuu
l’UFO nella storia giapponese

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La Biblioteca Iwase Bunko è in possesso di un documento intitolato Hyouryuukishuu (“Diario e racconti dei naufraghi”), stampato nel corso del tardo periodo Edo (1603-1868).
Il documento racconta le storie di marinai giapponesi che si trovarono in terre straniere dopo essersi persi in mare, così come stranieri naufraghi approdati sulle spiagge del Giappone. Per il popolo giapponese, che all’epoca viveva in un prolungato periodo di isolamento nazionale, questi racconti esotici devono essere sembrati molto fantastici. Ma oggi queste storie sono state ristudiate e tra queste storie vi è il racconto di una nave naufragata, con un aspetto molto misterioso.
Secondo il documento, questa nave è spiaggiata a Harashagahama a Hitachi-no-kuni (l’attuale prefettura di Ibaraki).

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Il corpo della nave, descritta avente 3,3 metri di altezza e 5,4 metri di larghezza, era stato costruito da materiale simile al colore del legno di sandalo rosso e ferro ed era dotato di finestre di vetro o cristallo. Personaggi misteriosi ed un alfabeto sconosciuto sono stati trovati in iscrizioni all’interno della nave.
A bordo della nave alla deriva fu trovata una donna giovane, elegantemente vestita, con un viso pallido, con sopracciglia e capelli rossi. Stimarono avesse tra i 18 ei 20 anni.
Fu scritto che parlava una lingua sconosciuta, metallica, tanto che quelli che aveva incontrato non erano in grado di determinare da dove fosse venuta. Tra le sue braccia stringeva una semplice cassa luminosa simil legno che sembrava essere di grande valore per lei, al punto da non permettere a nessuno di avvicinarvisi.
Il documento mostra una porzione di testo che si trova all’interno della nave.

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Altri documenti del periodo Edo descrivono le varianti dettagliate di questo misterioso incontro. Toen Shousetsu (1825), nel libro Kyokutei Bakin (che è più famoso per i suoi 106 volumi di epica samurai Nansou Satomi Hakkenden) racconta la storia dell’incontro stesso, riferendosi alla strana imbarcazione come il utsuro-fune (“nave lievitante vuota”).
Un’altra variante di questo racconto appare in Ume no Chiri (1844), scritto da un autore relativamente sconosciuto chiamato Nagahashi Matajirou. Un’analisi approfondita di queste due varianti della storia si possono trovare in un articolo tradotto da Kazuo Tanaka intitolato "Incontro ravvicinato su una spiaggia giapponese nel 1803".
Questo racconto è il secondo ufficiale che sta riscuotendo un interesse nazionale per i sui dettagli sul fenomeno ufo giapponese.


http://www.youkosoitalia.net/2010/01/13/hyouryuukishuul%E2%80%99ufo-nella-storia-giapponese/



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MessaggioInviato: 22/02/2010, 09:57 
Aerei incontrano UFO
MidWest 1996



Il 28 febbraio 1996, due voli aerei facevano rapporto di oggetti volanti non identificati. Questo particolare periodo di tempo aveva visto l'abbondanza di UFO segnalati oltre la regione del Midwest degli Stati Uniti.

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Un certo numero di questi rapporti citavano oggetti sconosciuti che si muovevano ad alta velocità, e facevano manovre fantastiche. La maggior parte di questi rapporti descrive oggetti di forma allungata o a forma di tubo.

L'equipaggio del volo Air Shuttle 5959 e il volo 3179 della Mesaba Airlines fecero rapporto di oggetti non identificati.
Il pilota e il co-pilota del volo 5959 avrebbe incontrato un grande oggetto con luce pulsante.
L'oggetto era stato segnalato di un bianco brillante, ma ben presto l'UFO si esibì in vari colori.

Il pilota riferì via radio alla torre di controllo di Cleveland, quello che lui e il suo co-pilota stavano vedendo, e chiese se tutto il traffico aereo era in quella posizione.

Sul radar non compare nulla

L'operatore della torre di controllo non vide nulla sul suo radar, e lo riferì al pilota. Il pilota rispose che l'oggetto era diverse migliaia di piedi al di sotto della posizione del volo 5959, e a circa 10 miglia di distanza.

Lo scambio di monitoraggio radio, il pilota di Mesaba 3179 riferì via radio alla torre di Cleveland che anche lui stava vedendo l'oggetto. Riferì che l'UFO aveva luci pulsanti.

L'unica spiegazione possibile che la torre di Cleveland poteva suggerire è che gli equipaggi stavano vedendo un riflesso tra le nuvole di un faro di atterraggio. Ma entrambi gli aerei riferirono che la luce era una fonte propria e distinta.

Il pilota del 5959 decise di scendere sotto l'oggetto. Quando lo ebbe fatto, poteva ancora vedere sopra di lui con molta chiarezza, un oggetto pulsante. Questo dimostra che le luci non erano originarie da terra.

Mesaba 3179 tentò persino di entrare in contatto con l'UFO facendo lampeggiare le luci, ma non vi è stata alcuna risposta da parte dell'oggetto sconosciuto.

Fotografie misteriose

Mesaba avrebbe anche riferito che uno dei passeggeri aveva scattato numerose fotografie dell'UFO, e la torre Cleveland disse che erano interessati anche loro.

Che cosa successe alle fotografie è un mistero, così come quello che l'oggetto è stato visto da due aerei nel 28 febbraio 1996.

Di seguito è riportato un estratto dalla trascrizione delle comunicazioni radio tra la torre Cleveland, Air Shuttle 5959, e Mesaba 3179.

Air Shuttle 5959: Air Cleveland, qui 5959. Vediamo traffico là fuori. Ah ... da ore 12 a ore 1. Ah ... bassa quota. Lo avete sul radar?

Cleveland Control: Air Shuttle 5959, negativo. Signore, non ho nulla di fronte a voi da ore 12 a ore 1.

Air Shuttle 5959: Ok...

Cleveland Control: Se sta volando ben al di sotto voi, si può ottenere una stima della sua altitudine?

Air Shuttle 5959: Beh, questo potrebbe essere veramente difficile. Ah ... siamo tra gli strati qui. Stimo sia due-tremila piedi sotto di noi. Forse e ah ... sorta di ah ... luce pulsante intorno, non so, a circa dieci miglia.

Cleveland Control: Ok, Air Shuttle 5959. Terrò gli occhi aperti. Ma non vedo niente.


http://ufos.about.com/od/classicufocases/a/ufoplanes1996.htm



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MessaggioInviato: 22/02/2010, 19:24 
UK: rilasciati nuovi documenti declassificati sugli UFO


Il Ministero della Difesa britannico ha rilasciato un ponderoso faldone di documenti, riguardanti il fenomeno UFO. E’ stato il rilascio più grande fino ad ora effettuato in Gran Bretagna, oltre 6000 pagine riguardanti il periodo che va dal 1994 al 2000. I files includono, tra l’altro, l’avvistamento di UFO, da parte di un uomo di Birmingham in Inghilterra nel marzo 1997. Tornando a casa da lavoro, alle ore 4 del mattino, vide un grande velivolo blu, di forma triangolare, librarsi sul retro della sua casa. L’oggetto era silenzioso, ma causò nervosismo nei cani nel quartiere che si misero ad abbaiare. Dopo tre minuti l’oggetto scomparve, lasciando dietro di se una “sostanza simile a seta di colore bianco”, la quale si andò a posare sulle cime degli alberi. Alcune parti di “sostanza” furono inserite in un barattolo. Non fu chiaro stabilire cosa sia successo in seguito al barattolo e al suo contenuto. Un altro documento, del gennaio 1997, parla di un uomo che tornava a casa, di notte, in una strada del sud del Galles. Improvvisamente l’uomo vide un “tubo di luce che scendeva dal cielo”, che all’inizio sembrava come una “massiccia” stella che veniva presso di lui. Il documento afferma che sia il telefono cellulare, che la radio smisero di funzionare. Fu cosi che l’uomo, scese dalla sua macchina, e fu in grado di attraversare la luce. Riferì poi che, una volta tornato sulla sua auto, incominciò ad avere una sensazione di malessere, e ben presto sviluppo una malattia della pelle, per la quale era necessaria una visita dal medico. Il rapporto conclude affermando che l’auto del testimone fu coperta di “polvere e sporcizia” dopo l’incontro. Altre relazioni parlano di un gruppo di persone, tra cui cinque membri di equipaggio, i quali si trovavano su un peschereccio nel Mare del Nord, nel mese di agosto 1997. Fu lì che videro librarsi nel cielo un UFO dalla forma piatta e lucida. Hanno poi inseguito l’oggetto col binocolo. La relazione afferma che seguirono l’oggetto, per pochi secondi, anche col radar, prima della sua scomparsa. Altri rapporti, invece, includono la polizia. Siamo sulla costa orientale dell’Inghilterra (Skegness), quando alcuni funzionari filmano un UFO, nello stesso momento in cui i radar della RAF (Royal Air Force) rivelano un “blip” non identificato. Accadde nel mese di ottobre 1996, quando gli ufficiali videro “strane luci lampeggianti in rotazione nel cielo, di colore rosso, blu, verde e bianco”. L’equipaggio di una nave, che era nei pressi di una spiaggia, vide anch’esso le luci. Un avvistamento bizzarro avvenne in Scozia nel luglio 1994. Fu visto nel cielo un oggetto a forma di “Toblerone” (il mitico cioccolato svizzero triangolare). L’oggetto volante fluttuava sopra Annandale. Dai disegni fuoriusciti dai documenti declassificati e dalle relazioni si evince che l’UFO era lungo circa 40 piedi e largo circa 20 metri. Fluttuava silenzioso su un campo, senza luci. Dal suolo distava circa 10 metri e l’osservazione durò circa 40 minuti. I documenti contengono anche casi di “air miss”, ossia quasi collisioni tra aerei e UFO. Un caso avvenne nel gennaio 1995, quando un Boeing 737 della British Airways si stava avvicinando all’aeroporto di Manchester. Improvvisamente uno strano oggetto per poco non colpì il velivolo. Sia il capitano, che un membro dell’equipaggio videro l’oggetto, ma una indagine della Civil Aviation Authority omise le generalità. Un altro caso che coinvolse aerei avvenne nel dicembre del 1994. L’equipaggio di un aereo di linea, che era nei pressi dell’aeroporto di Glasgow, vide delle luci lameggianti di colore bianche e rosse. La relazione concluse semplicemente che in quel momento non c’era nessuna attività RAF.

Articolo completo (in inglese) su http://edition.cnn.com/2010/WORLD/europ ... tml?hpt=C1

Archivio sugli UFO declassificato: http://ufos.nationalarchives.gov.uk/


Alcune pagine dei documenti declassificati:


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http://centroufologicotaranto.wordpress.com/



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MessaggioInviato: 25/02/2010, 15:46 
"Entità" avvistata
Dearborne County, IN (1/24/04)


OGGETTO: avvistamento di singolare figura
Luogo: Manchester, Indiana, North Road Hogan (Dearborn County)
DATE: Saturday, January 24 - 7:30 pm

Un automobilista 17enne, in viaggio a 10-miglia a nord di Aurora, Indiana, circa alle 19.30 di Sabato 24 gennaio 2004, sostiene di aver incontrato sulla strada una “figura” insolita.


La storia fu raccontata per la prima volta da suo zio Jerry Schedel (nome utilizzato con il permesso), a Bob Leiboldof Natural Light Productions, produttore del Cincinnati-based cavo television program "UFO Update: LIVE!" Domenica 25 Gennaio. Dopo accordi, ho parlato direttamente con il testimone principale per telefono alle prime due occasioni 20.30 Lunedi sera, 26 gennaio, confermando la storia e facendo ulteriori domande al testimone.

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Il testimone vive a Manchester, Indiana, è un adulto e frequenta la South Dearborn High School. Ha una sorella che attualmente frequenta il collegio, vive a casa con sua madre e suo padre. Il suo nome non sarà utilizzato in questo resoconto.
Mentre guidava la sua Chevrolet Cavalier nera, un modello 2 porte del 1999, in direzione sud lungo la North Hogan Road, vicino a Manchester, Indiana, una "figura" accovacciata vicino ad una pozza d’acqua era stata illuminata dai fari dell’automobile. Dalla prospettiva del conducente, la "figura" è stata vista oltre il parabrezza, sul lato destro della vettura.
"La oltrepassai e guardai lo specchietto retrovisore, poi si alzò in piedi", disse.

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Dopo aver oltrepassato la fragile figura, il conducente guardò nel suo specchietto retrovisore e ancora una volta osservò – illuminato dalle luci posteriori della sua auto - ciò che ha descritto come un essere alto, una figura anomala che si spostava stranamente, con giunti in rilievo i quali erano "deformi". Egli stimò che la figura era alta circa 6 piedi, sette pollici.
"Non avevo idea di cosa fosse", disse. "Aveva articolazioni sporgenti e si muoveva in modo molto strano".
L'autista disse di essere in grado di essere sicuro della figura, sospettò fosse di colore grigio scuro o nero e 'sottile come una matita', si alzò in piedi e fece diversi passi lungo la strada, verso il bosco. La 'figura' camminava su due gambe e pensò, in qualche modo, che fosse un maschio, anche se l'abbigliamento non è stato osservato. Non si vedeva né faccia né occhi, ma il testimone ebbe l'impressione che la 'figura' stava guardando dritta verso di lui.
Si pensò immediatamente che la 'figura' fosse qualcosa fuori dal comune, non un essere umano. La durata dell’avvistamento 'veloce' è possibilmente entro il range da 3 a 4 secondi.
L’autista continuò per una piccola distanza dopo aver superato la figura, e infine si fermò, a circa 2 minuti "a piedi" dalla posizione del punto di avvistamento sulla strada. Guardò indietro e vide che l’entità lo stava osservando. A quel punto passò una seconda auto dalla direzione opposta, la quale poi raggiunse il punto sulla strada dove si trovava la “figura”. L’automobilista 17enne riferì che guardò molto attentamente la seconda automobile, la quale fece inversione vicino a dov’era stato avvistato l’essere.

Egli poi vide che era una coppia di anziani in macchina, nella loro late60s o anni '70, ed entrambi con i capelli grigi. L'autista, che portava gli occhiali, disse: "Ragazzo, hai visto qualcosa là dietro? Ti dico subito che non era una persona".
La passeggera nella Cavalier grigia 2 porte, una donna anziana, dichiarò: "Non era un essere umano. Non era un uomo".
La coppia di anziani riferirono il loro "spavento", ma si offrirono di seguire il primo testimone per il resto del viaggio downNorth Hogan Road, chiaramente nella direzione opposta della loro destinazione.
Si pensava che la coppia di anziani osservò questa stessa 'figura', sul lato opposto della strada, e possibilmente la osservarono più da vicino.
Con la coppia di anziani che lo seguirono nella macchina dietro di lui, l'automobilista di 17 anni ha poi continuato fino North Hogan Road alla sua destinazione in una casa di amici dove chiamò a casa sua madre e le riferì dell'incontro, le disse di chiudere a chiave le porte (il suo residence distava meno di 3 miglia dal luogo dell’avvistamento), e poi chiamò suo zio. Il testimone diventò sempre più isterico, e nel giro di un’ora descrisse la figura come "un alieno".
Quando chiamò suo zio, se ci potesse essere una spiegazione alternativa per questa 'figura', il testimone disse che c'era una possibilità che avrebbe potuto essere una “persona anziana vestita impropriamente”, ma ancora la descrive "una figura oscura" e "super anoressica" che avrebbero potuto essere un vagabondo nudo e smarrito (temperature nei -20), nell’area senza un cappotto. In caso affermativo, il testimone riferì, si sarebbe 'sentito male' per la persona.
Lo zio, Jerry Schedel, è stato contattato un'ora dopo l’avvistamento e viaggiò per l'area con sua moglie circa 90-minuti più tardi, ma non vide nulla. C'è una casa e uno stagno vicino, a quasi 1 / 4 di miglio dalla zona dell’avvistamento. Lo zio disse che suo nipote sapeva l’esatta posizione e poteva identificare il luogo, ma non sarebbe stato d’accordo a ritornare nell'area finché non fosse giorno.

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COMMENTO

Suo zio cercava di far razionalizzare il nipote come questa osservazione potrebbe essere spiegata, ma il testimone ammise apertamente che non accettava i suoi sforzi per la propria speculazione, invece chiamando questo reporter disse: "Non ho alcuna spiegazione per questa cosa, penso fosse un certo tipo di alieno".
Egli disse che aveva percorso la down North Hogan road quel pomeriggio durante il giorno, rallentando per esaminare la posizione dell'’avvistamento, ma non aveva visto nulla di straordinario e la strada era anche coperta da circa 4 centimetri di neve.
Il testimone sembra molto sincero. Ha pazientemente risposto alle mie domande e ha offerto continuata assistenza durante l’indagine, come ad esempio un disegno della 'figura' e il ritorno alla posizione dell’avvistamento per l'ispezione della zona.


http://kenny.anomalyresponse.org/indianafigure04.html



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MessaggioInviato: 27/02/2010, 13:53 
Timmensdorfer UFO Crash
Germany 1961


Dall'appendice del libro intitolato “Autopsie”. Ho visto le fotografie di un disco di 30 metri che era precipitato nel Timmensdorfer, in Germania, vicino al Mar Baltico, nel 1961. L'esercito britannico, secondo il rapporto, arrivò per primo e mise su un perimetro. L'imbarcazione era atterrata in modo molto morbido, il suolo vicino al confine con la Russia era argilloso e quindi non si era distrutta, ma un terzo di essa era sepolta nel terreno. Noi e i russi, anche loro si presentarono subito, avevamo entrambi chi ci seguiva.

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Monumento a ricordo

All'interno, c'erano 12 piccoli corpi, tutti morti. C'erano immagini di corpi, i quali sembrava gli esseri conosciuti come “Grigi”, furono posati e poi messi sulle barelle e caricati sulle jeep, insieme alle foto delle autopsie. Alcuni dei grigi poco non sembrano essere una specie in grado di moltiplicarsi. I ragazzi che fecero le autopsie conclusero, secondo il rapporto, che sembrava come se fossero stati tagliati fuori da un biscotto (cookie cutter (?)) - cloni senza apparato digerente. Non c’era processo di cibo ingerito, né risultava che avessero un sistema per l'eliminazione.
L'imbarcazione si era tagliata in sei pezzi come una torta, fu messa sopra i lowboys e tirata fuori. La navetta era stata data agli americani e fu trasportata in aereo all’Air Force Base di Wright-Patterson in Ohio. Guardai quelle foto e non potevo crederci. La mia tremava dal freddo e pensai: Dio mio. Non avevo mai creduto veramente che eravamo soli nell'universo, ma questo era difficile da mandare giù.


http://www.v-j-enterprises.com/crashtim.html


Ultima modifica di cagliari79 il 27/02/2010, 13:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/02/2010, 10:51 
Chihuahua UFO Crash
Chihuahua - Mexico - August 1974



To: All Deneb Team Members
From: JS
Date: 23 Mar 1992
Object: Risultati della ricerca sul crash del disco di Chihuahua


Il 25 Agosto 1974, alle ore 22.07, il radar della Difesa Aerea US rilevò un oggetto sconosciuto che dal Golfo del Messico si avvicinava allo spazio aereo degli Stati Uniti. Originariamente l'oggetto era stato tracciato a 2,200 nodi (2,530 mp/h) su una zona di 325 gradi e ad una altitudine di 75.000 piedi, un percorso che potrebbe intercettare il territorio degli Stati Uniti circa quaranta miglia a sud-ovest di Corpus Christi, Texas. Dopo circa sessanta secondi di osservazione, alla posizione di 155 miglia a sud-est di Corpus Cristi, l'oggetto rallentò a circa 1,700 nodi (1,955 mp/h) nodi, girò a 290 gradi, e iniziò una lenta discesa. Entrò nello spazio aereo Messicano circa quaranta miglia a sud di Brownsville, Texas. Il radar lo tracciava approssimativamente a circa 500 miglia a un punto vicino alla città di Coyame, nello stato di Chihuahua, non lontano dal confine con gli Usa. L'oggetto improvvisamente scomparì dagli schermi radar.
Durante il sorvolo dello spazio aereo Messicano, l'oggetto si livellò a 45.000 piedi, poi scese a 20.000 piedi. La discesa è stata livellata nei passaggi, non fu una curva o una linea retta, e su ciascun livello si è mantenuto per circa cinque minuti.

L'oggetto fu tracciato da due diverse installazioni radar militari. Sarebbe stato entro il raggio del radar civile di Brownsville, ma si presume che nessun radar civile avesse rilevato l'oggetto a causa della mancanza di tali rapporti.

Il punto di scomparsa dagli schermi radar era in una zona arida e scarsamente popolata del Messico settentrionale. In un primo momento si pensava che l'oggetto fosse sceso sotto l'orizzonte del radar e un orologio cronometrò il tempo di “riemersione” dell'oggetto. Non si verificò.
All’inizio si pensava che l'oggetto potesse essere una meteora, a causa della velocità elevata e discendente della traiettoria di volo. Ma solitamente le meteore viaggiano a velocità più elevate, e scendono in un arco liscio e non in "passi". E le meteore normalmente non cambiano direzione di 35 gradi. Poco dopo ci fu una segnalazione di rilevamento della difesa aerea. Tuttavia, prima di una qualsiasi forma di intercettazione (scramble), l'oggetto andò sopra una zona che non sarebbe immediatamente sopra il territorio degli Stati Uniti. L'allerta cessò venti minuti dopo la scomparsa dell'oggetto dallo schermo radar.
Cinquantadue minuti dopo la scomparsa, il traffico radio civile indicò che un aereo civile atterrò in quella zona. Ma era chiaro che l'aereo era partito dall’Aeroporto Internazione di El Paso, con destinazione Città del Messico, e non poteva, pertanto, aver visto l’oggetto tracciato sopra il Golfo del Messico.

Fu osservato, tuttavia, che entrambi erano scomparsi nella stessa zona e alla stessa ora.

Il giorno dopo, con la luce del giorno, le autorità messicane iniziarono una ricerca per l'aereo scomparso. Verso le ore 10.35 ci fu un rapporto radio il quale diceva che l’aereo scomparso era stato avvistato in volo. Quasi subito arrivò il rapporto di un secondo aereo a terra a poche miglia dal primo. Circa 5 minuti dopo ci fu un ulteriore rapporto nel quale venne dichiarato che il secondo "aeroplano" era di forma circolare e apparentemente in un unico pezzo, anche se danneggiato. Pochi minuti dopo i militari messicani bloccarono con il silenzio radio tutti gli sforzi di ricerca.

Le intercettazioni radio sono state segnalate alla CIA attraverso i canali. Forse addirittura due ulteriori agenzie governative ricevettero ulteriori rapporti, ma questa notizia non è stata confermata a partire da questa data. La CIA iniziò immediatamente a formare una squadra di recupero. La velocità con cui questa squadra e il suo equipaggiamento furono assemblati, suggerisce che fu un esercitazione ben collaudata, o una ricerca che era stata effettuata prima di questo evento.

Nel frattempo, le richieste furono immediatamente avviate al più alto livello tra gli Stati Uniti ai governi del Messico, chiedevano che la squadra di recupero americana potesse essere ammessa sul territorio messicano per "assistere". Tali richieste furono soddisfatte con l'ignoranza professi e un netto rifiuto di qualsiasi forma di cooperazione.

Alle ore 21.00 del 26 agosto 1974, la squadra di recupero fu assemblata e messa all’opera a Fort Bliss. Diversi elicotteri partirono in volo da un luogo sconosciuto e furono assemblati in una zona protetta. Questi elicotteri furono dipinti con un colore neutro (sabbia) e non avevano alcun contrassegno. Un testimone oculare indicò che vi erano tre piccoli oggetti, molto probabilmente dalla descrizione si trattò di elicotteri Uh1 Hueys.

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Elicottero Uh1


C'era anche un elicottero più grande, forse un Sea Stallion. Il personale di questa squadra rimase con il loro velivolo e non aveva alcun contatto con altri Ft.

Le ricognizioni via satellite e aerea osservarono che il giorno indicato il disco e si schiantò e l'aereo civile fu rimosso dal sito del crash e caricato su camion flat bed. Voli successivi confermarono che il convoglio lasciò l'area in direzione sud.

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Ricostruzione del ritrovamento del disco da parte dei militari del governo Messicano


A quel punto la CIA ha dovuto fare una scelta, sia per consentire a questo velivolo sconosciuto di rimanere nelle mani del governo messicano, o per lanciare le squadre di recupero, integrate da eventuali richieste di sostegno militare, ad intraprendere la missione. Si Verificò, invece, un evento che mise la scelta nelle loro mani. Sorvoli in alta quota indicarono che il convoglio si era fermato prima di raggiungere le zone abitate o le strade principali. Recon non mostrò alcuna attività, e il contatto radio tra il team di recupero messicano e la sua sede era cessato. Fu ordinato un sorvolo ad alta velocità e a bassa quota.

Le foto scattate dagli aerei mostrarono tutti i camion e le jeep fermi, alcune con le porte aperte, e due corpi umani, a terra accanto a due veicoli. Decisero di lanciare immediatamente la squadra di recupero, ma il lancio effettivo fu bloccato per l'arrivo di ulteriori attrezzature e di due membri di personale supplementare. Gli elicotteri non partirono fino alle ore 14.38.

I quattro elicotteri seguirono il confine verso Presido, poi girarono ed entrarono nello spazio aereo messicano a nord di Candelaria. Alle ore 16.53 furono sopra al sito del convoglio. Tutto il personale del convoglio era morto, la maggior parte all'interno dei camion.

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Ricostruzione del ritrovamento dei militari Messicani morti da parte dei militari Americani


Alcuni membri del team di recupero, vestiti con tute anticontaminazione, riconfigurarono le cinghie per assicurare l'oggetto sul camion aperto, quindi le collegarono ad un cavo da carico per lo Sea Stallion (un elicottero da trasporto).

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Elicottero da trasporto CH-53 - Sea Stallion


L’oggetto fu recuperato alle ore 17.14 e si proseguì nel trasporto verso il territorio degli Stati Uniti. Prima di lasciare il sito del convoglio, i membri del team di recupero riunirono i veicoli dell’esercito Messicano e i corpi, poi distrussero tutto con esplosivi ad alto potenziale. Ciò includeva i pezzi dell’aereo civile luce che era stato coinvolto nella collisione a mezz'aria. L’Hueys partì alle ore 17.46.

L’Hueys raggiunse lo Sea Stallion come rientrò dello spazio aereo statunitense. Il team di recupero quindi procedette ad un punto nelle montagne di Davis, a circa venticinque miglia a nord est di Valentine. Sbarcarono e attesero fino alle ore 02.25 del giorno dopo. A quell’orario si riprese il volo e si incontrarono con un piccolo convoglio su una strada tra Van Horn e Kent. Il disco recuperato fu trasferito su un camion abbastanza grande e in grado di essere completamente sigillato. Parte del personale dell’Hueys fu trasferito al convoglio.

Tutti gli elicotteri poi ritornarono alle loro basi originali per le procedure di decontaminazione. Il convoglio continuò il suo viaggio non-stop, utilizzando sentieri e strade minori, e facendo attenzione a stare lontano dalle città. Fu riferito che la destinazione del convoglio è stata Atlanta, Georgia.

Qui la dura evidenza si assottiglia. Secondo un rapporto non confermato, il disco fu poi trasferito a Wright-Patterson AF Base. Un altro rapporto non confermato disse che il disco fu trasferito ad una base senza nome, fu preso direttamente da questa base e trasferito da Atlanta.

La migliore descrizione del disco, era grande sedici piedi, convesso su entrambe le superfici superiore e inferiore allo stesso livello, senza porte o finestre visibili. Lo spessore era leggermente inferiore ai cinque piedi. Il colore era argenteo, molto simile all’acciaio lucido. Non c’erano luci visibili né alcun mezzo di propulsione. Non c’erano marcature. Vi erano due aree del cerchio che mostravano un danno, una che mostrava un buco irregolare di circa dodici pollici di diametro con materiale rientrato intorno ad esso. L’altro danno era stato descritto come una “ammaccatura” larga circa due piedi. Il peso dell'oggetto è stato stimato in circa millecinquecento libbre, basato sull’effetto del peso sull’elicottero da trasportano e coloro che lo hanno trasferito sul camion.
Non c'era alcuna indicazione nella documentazione a disposizione, come se nulla fosse visibile nel “buco”.

Sembra probabile che il danno con il buco sia stato causato dalla collisione con l’aereo civile. La collisione si è verificata mentre l'oggetto era in viaggio a circa 1.700 nodi (1.955 mp/h). Ignorando anche la velocità degli aerei civili, l'impatto sarebbe stato notevole a quella velocità. Ciò concorda con la descrizione degli aeromobili civili come "quasi totalmente distrutto". Quello che veniva prelevato dal luogo dello schianto furono pezzi dell’aereo civile.

I danni secondari possono essere stati causati quando l'oggetto impattò con il suolo. La velocità in quel caso sarebbe stata considerevolmente inferiore a quella del primo impatto.

Non fu fatta menzione degli occupanti del velivolo civile. Non è noto se uno o più corpi furono recuperati. Considerando la distruzione dell’aereo civile a mezz'aria, i corpi potrebbero non essere precipitati vicino ai pezzi più grandi.

Purtroppo non è noto ciò che ha causato la morte della squadra di recupero messicana. Probabilmente ci fu la diffusione aerobica di un agente microbiologico (quindi di una sostanza chimica) rilasciata dal disco a causa del danno. Non vi sono indicazioni di morte o di malattia dalla squadra di recupero. Non sarebbe stato illogico che la squadra di recupero avesse preso uno degli organismi e fosse ritornata con loro per analisi. Ma non vi è alcuna indicazione che ebbero successo. Forse non avevano mezzi di trasporto adeguati per trasportare un corpo biologicamente contaminato.

L’inchiesta della FAA non rivela documenti riguardanti l'incidente dell’aereo civile, probabilmente perché non fu coinvolto un aereo americano, né accadde nello spazio aereo degli Stati Uniti.

Va notato che i fatti di cui sopra non raccontano la storia completa. Non si sa nulla delle analisi dell’oggetto o dei suoi contenuti. Non si sa nulla circa le morti connesse con la squadra messicana di recupero. Né è noto se questo oggetto era presidiato o meno.

Restano altresì altre questioni, come il motivo per cui un disco recuperato sarebbe preso da Atlanta? E da dove viene il disco? E' stato prima individuato approssimativamente a circa 200 miglia dal territorio degli Stati Uniti, ma le difese aeree degli Stati Uniti si estendono ad una distanza molto maggiore di quella. Se l'oggetto entrò nell’atmosfera, forse il monitoraggio spazio del NORAD ha alcuni record dell'oggetto. La possibilità alternativa è che entrò sopra il Golfo del Messico sotto ai limiti dei radar, quindi "saltò" fino a 75.000 piedi. Considerando il comportamento prima esposto da dischi di questa dimensione, è probabile che entrò dall’altitudine orbitale.

I fatti che sono noti furono raccolti da due testimoni oculari, la documentazione fu copiata illegalmente, e un documento fu parzialmente distrutto. Ciò è stato fatto nel 1978 da una persona che ora è morta. Solo nel febbraio di quest'anno le note e i documenti finirono nelle mani del nostro gruppo.


http://www.v-j-enterprises.com/crashmex.html





Ultima modifica di cagliari79 il 28/02/2010, 10:52, modificato 1 volta in totale.


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Intervista a Sixto Paz Wells



Richard, dom 21 set 2008, 14:10

Sixto Paz ..è uno dei contattisti più famosi nel mondo e un ospite necessario nel congresso UFOlogico internazionale più importante. Allo stesso modo ..è stato intervistato nei programmi TV e radio più prestigiosi, ma come ha stabilito il contatto con gli UFO e i loro equipaggi?


Sixto Paz Wells ..è un cittadino Peruviano di 46 anni, nato a Lima, in Perù, il 12 Dicembre 1955. Ha studiato nella scuola primaria e secondaria con i Marian Brothers e ha studiato storia alla Pontifica Universidad Catolica.


Sono stato sposato per 24 anni con Maria Torres Puglianini e ho avuto due figlie che studiano all'università che si chiamano Yearime e Tanis.


Come sei entrato nella questione UFO?

Mio padre faceva ricerche in questo ambito come hobby negli anni '50 motivato dal Project Blue Book. Questo lo ha portato a creare con amici della Forza Aerea Peruviana, un istituto per la ricerca in ambito UFO (nota del traduttore: questo istituto è chiamato IPRI, Istituto Peruviano per la Relazione Interplanetaria). Sixto è nato ed è cresciuto in questo ambiente famigliare. Mio padre mi ha insegnato, anche alle mie sorelle, non a credere e basta, ma di pensare alla possibilità che nel nostro vasto universo sarebbe strano trovare la vita solo sulla Terra.

Varie sincronicità hanno creato le circostanze per il contatto con la vita extraterrestre. Nel Gennaio del 1974 venne rilasciata una notizia da "El Comercio", il giornale più serio e conservativo di Lima. Diceva che con voli gestiti e radiotelescopi era stato scoperto il contrario di ciò che si credeva, lo spazio non era immerso nel silenzio, ma pieno di rumore. Inoltre, era commentato che queste onde
radio potevano essere inviati messaggi da altri pianeti, da civiltà avanzate con un interesse a contattarci.

L'articolo menzionava il Project Ozma, una vecchia versione del SETI. Tutto questo motivò mio padre, don Carlos Paz Garcia, per organizzare una conferenza e commentare l'articolo. Questa conferenza venne affidata al Dr.Victor Yanez Aguirre, un fisico dell'Ospedale di Polizia di Lima e a un esorcista con la passione per la parapsicologia, che discuteva sulla possibile comunicazione telepatica con visitatori interplanetari.

La conferenza ispirò il mio desiderio di sperimentare la telepatia. Praticavo Yoga da un anno, incluse tecniche di meditazione e con questo vantaggio e in modo giocoso, con mia madre e le mie sorelle, tentammo di ricevere un messaggio.
Era la notte del 22 Gennaio 1974 e durante la meditazione ricevemmo un messaggio psicografico, una specie di comunicazione telepatica attraverso la scrittura automatica, ma conscia. Comprendeva la trance.


Cosa diceva il messaggio?

"La sala di questa casa è adeguata per la comunicazione. Il mio nome è Oxalc e sono di Morlen, che voi chiamate Ganymede, una delle lune di Giove. Possiamo contattarvi. Ci vedrete presto".


Come hai potuto verificare che il messaggio fosse reale?

Dopo aver ricevuto il messaggio, lo abbiamo esaminato in modo incrociato tra me, mia madre e le mie sorelle ed entrambe avevano ricevuto lo stesso messaggio anche se non lo avevano scritto. Nonostante la possibilità che la nostra immaginazione ci avesse fatto uno scherzo, il giorno seguente abbiamo provato con 20 persone a ricevere un messaggio ed è avvenuto di nuovo. Durante la ricezione, è stata richiesta la verifica e ci venne chiesto di andare il 7 Febbraio nel deserto di Chilca a 60 km a sud di Lima.


Cosa accadde?

Le persone si raccolsero in questo posto, tutti erano scettici e nel momento esatto, è apparsa una intensa luce dietro le colline. Per pochi secondi la notte divenne illuminata a giorno e improvvisamente, da dietro le colline, una luce si è mostrata e ha iniziato a viaggiare e poi si è fermata stazionaria sull'orizzonte. A questo punto ha iniziato ad oscillare, avvicinandosi e abbassandosi, causando molta paura. La luce gradualmente è divenuta un disco metallico che ruotava e aveva una dozzina di finestre piccole e luci colorate laterali. Una volta sopra il gruppo, ha proiettato una luce che è rimasta sostenuta per diversi minuti, sembrava non finire.

Abbiamo quindi sentito come un messaggio mentale che ci diceva che loro "non scendevano in quel momento perché il gruppo non sapeva controllare le emozioni". Il messaggio aggiunse "Ci sarà tempo e luogo". Dopo questo, l'oggetto si è allontanato a grande velocità. Il gruppo era visibilmente scosso.


Solo Sixto Paz ricevette il messaggio psicografico?

No. Dopo un mese c'erano altre 8 persone, tra giovani uomini e donne, che stavano canalizzando e ricevendo i messaggi e non solo da Oxalc, ma da esseri come Kulba, Xanxa, sampiac, Anitac, Meth, Lertrad, ecc. Questi erano tutti maschi. C’erano anche extraterrestri femmine.


Come procedette il contatto?

Pochi giorni dopo e assicurandoci di quello che stavamo sperimentando, abbiamo invitato mio padre e i suoi amici nella ricerca per una escursione all'aperto, in modo che verificassero la realtà. Rimasero impressionati da ciò che videro. In questa occasione apparve un oggetto cilindrico di circa 150 metri in diametro e si posizionò a circa 100 metri in altitudine.

Durante i mesi seguenti continuarono gli avvistamenti e sempre nell'area di Chilca. Queste osservazioni si possono fare di giorno e di notte. A volte un oggetto è apparso o persino tre oggetti sono apparsi in formazione. Al tempo uno di essi si divise in molti più piccoli e rotondi chiamati "Caneplas" che sono come occhi elettronici o camere di controllo remote.

In giugno, nel 1974, abbiamo fatto una esperienza più forte.


Cosa accadde nel giugno 1974?

Siamo stati invitati per un contatto più diretto e come preparazione per un contatto fisico successivo. Questa esperienza si chiamerebbe "Xendra".
Il gruppo era cresciuto. Eravamo circa 50-60 persone che facevano le escursioni e iniziammo a chiamare questi esseri "le guide extraterrestri", i quali ci dissero di non andare in gruppi maggiori di sette persone, persone sintonizzate come affinità.

Selezionate le sette persone per andare nel deserto, le ho superate in modo strano e mi sono trovato dietro una collina davanti ad una mezza cupola luminosa di circa 10 metri in diametro. Da questa cupola è uscita una sagoma umana che mi ha invitato (ad avvicinarmi) tre volte. Allora mi sono spaventato e ho resistito, fino a quando l'essere mi ha invitato nuovamente verso la luce. Una volta dentro, mi sono sentito diversamente, come se il mio corpo bruciasse, ho avuto la nausea poi ho riconosciuto una persona che sembrava umana davanti a me. Era circa 6 piedi in altezza, con un viso orientale, pochi capelli e vestito con un abito leggero e sportivo. Fece dei gesti con le mani e la comunicazione era telepatica.

Allora ho percepito questo fenomeno detto "Xendra", una specie di porta nello Spazio-Tempo. Come disse, sanno concentrare l'energia in modo tale da poter smaterializzare un individuo, eliminare la sua coesione molecolare e il suo peso atomico per proiettarlo in un altro posto. Secondo questo essere, avrei viaggiato a Morlen, una delle lune di Giove, il più grande pianeta del Sistema Solare, circa 600 milioni di chilometri dalla Terra. Disse anche che il tempo la non corrisponde a quello della Terra.


Quanto tempo ..è passato e cosa hai visto?

Penso di esserci stato cinque giorni, ma al ritorno, erano passati solo 15 minuti sulla Terra, il tempo sufficiente per l'arrivo dei miei compagni che mi hanno visto uscire dalla luce.
Ricordo di aver visto Cristal City, piena di cupole, costruzioni sferiche senza angoli e tutto di forma circolare. Questo perché, secondo questi esseri, gli angoli spigolosi tagliano il flusso di energie e intrappolano la negatività più facilmente, divenendo meno salutari come abitazioni.

Nelle strade, potevo vedere uomini, donne e bambini. Secondo questi esseri, non c'è vita naturale a Ganymede. Hanno creato un microclima e una microatmosfera sulle loro città. Questi esseri (per la maggioranza) si sono originati in quella che chiamiamo Nebulosa di Orione. Mantengono la divisione sessuale, contatto sessuale e la base della società è la coppia. Hanno telepatia e chiaroveggenza molto sviluppate, quindi non c'è divorzio o infedeltà. Non hanno elezioni democratiche, ma sentono e sanno chi sono le loro guide politiche e spirituali.


Recentemente delle sonde spaziali hanno fatto fotografie, delle lune di Giove e non hanno trovato città o basi extraterrestri. Come si può spiegare?

La sonda Galileo, una sonda recente ha fotografato le lune di Giove nel 1996, tra loro c'era il satellite Europa e ha rilevato molta acqua sotto la sua superficie ghiacciata. Riguardo Ganymede, questa sonda e il Telescopio Hubble hanno rilevato una magnetosfera, qualcosa di appropriato per un pianeta che ospita la vita. Sono anche state rilevate macchie che sembrano essere vegetazione o acqua ghiacciata. Anche la inusuale presenza di ozono nell'atmosfera di Ganymede ..è un fattore a favore della vita. Inoltre alcuni scienziati Russi dell'Università di Mosca hanno analizzato le foto di Ganymede e hanno concluso che sembrano esserci cupole su questo satellite, strade, ponti, tunnel e scavi.


Qual'..è stato il proposito dell'avventura di Xendra?

Con degli schermi sospesi in aria e dentro la costruzione, con la forma di un cono troncato, Oxalc mi ha mostrato una serie di immagini del possibile futuro della Terra. Vedevo che la tensione del mondo poteva attrarre la possibilità di essere avvicinato da un asteroide o una cometa, che avrebbe potuto influenzare la gravità. Il proposito di questa avventura era di avvisare altri tramite i giovani, della necessità di cambiamento, iniziando da ogni singola persona, per generare una reazione a catena che avrebbe invertito il futuro del pianeta.


Si può modificare il futuro?

Secondo gli extraterrestri, dato che il futuro ..è dovuto a causa ed effetto, le profezie vengono date sia perché possono accadere ma anche perché possono essere evitate. Esistono per allertare e spingere a correggere. Il futuro non è intoccabile altrimenti dove sarebbe il nostro libero arbitrio?

Dall'altra parte, secondo profezie positive, dobbiamo cooperare perché si realizzino.


Come si può modificare il futuro?

Uno deve credere per crearlo. La mente umana ..è potente e se molti di noi concordano sulla stessa intenzione con fede, possiamo crearlo. Però dobbiamo cambiare la nostra attitudine verso la vita. Dobbiamo essere ottimisti, positivi e costruttivi.


Cosa è successo quando sei uscito dalla luce?

I miei compagni hanno visto.


Altre persone hanno fatto la stessa esperienza?

Si, due settimane dopo, altri sei compagni sono venuti con me in una nuova Xendra e hanno avuto esperienze simili. Dopo, altri hanno ripetuto in modo individuale e collettivo. Inoltre, il 25 Aprile 1977, Don Armando Valdez del reggimento Rancagua del Chile, un uomo di pattuglia con altri soldati nella zona nord di Putre, Arica, ha osservato una luce sopra la collina e ha chiesto ai soldati di proteggerlo mentre andava a vedere. Entrò nella luce da solo e dopo quindici minuti uscì con una barba di cinque giorni e l'orologio avanti di cinque giorni. Quindi fece la stessa esperienza anche se non la ricorda.


Possiamo spiegare la Xendra come un passaggio dimensionale?

Negli ultimi anni degli scienziati lavorando sulla fisica quantistica, hanno sviluppato una teoria basata su scoperte in vari laboratori con l'accelerazione delle particelle. Secondo questa teoria, elettroni eccitati rotanti attorno al nucleo atomico non riproducono un’orbita completa, ma spariscono e riappaiono del lato opposto. Questo se trovano una scorciatoia. Queste scorciatoie esistono nel microcosmo e quindi devono esistere nel macrocosmo e sono state chiamate "wormholes" o pieghe interdimensionali. Questo risponderebbe alla domanda su come si possano muovere questi extraterrestri attorno all'universo su vaste distanze e questo si potrebbe applicare alla Xendra.


Il contatto continua?

Certo. Avvistamenti e contatti fisici sono stati multipli nel tempo e abbiamo potuto osservarli uscire dai loro mezzi nel deserto aperto.
Questi contatti e tutte le esperienze sono descritte al mondo dal reporter Spagnolo Juan Josè Benitez, autore dei libri "Caballo de Troya", "Los Astronautas de Yahvè", "La Rebelion de Lucifer", "El Enviado", "Documentos Oficiales", ecc…

Quando Juan Josè Benitez era un corrispondente della stampa per l'agenzia Spagnola EFE, venne inviato in Perù per strane notizie su un gruppo di giovani Peruviani adolescenti che affermavano con sicurezza di essere stati in contatto (con extraterrestri). La vita di questo reporter è cambiata quando divenne un imparziale e diretto testimone di questi contatti. Questo accadde quando andò nel deserto di Chilca col gruppo il 7 Settembre del 1974 e vide l'apparizione di due UFO, come gli era stato detto prima.

La sua impressione fu tale per quello che vide e per il contatto che visse, che dopo il suo ritorno in Spagna, testimoniò alla stampa e in tv e pubblicò il primo libro. Il libro si intitolava OVNIS S.O.S a la Humanidad e venne pubblicato da Editorial Plaza&Janes. L'anno seguente, Benitez tornò in Perù con Manuel Mujica, altro reporter dell'Agenzia EFE ed assieme al gruppo si recarono a nord di Lima per un contatto programmato. Quindi venne annunciato alla stampa il contatto e raccontato in un altro libro (da Benitez) intitolato Cien Mil Kilometros Tras los Extraterrestres.

Come ho detto, i contatti hanno continuato, con miriadi di avvistamenti ed esperienze. Alcune di queste sono state così straordinarie che molte persone entrarono nelle Xendra in più di quaranta paesi. Si sono ricevuti anche cristalli chiamati "Cesium Crytals". Questi cristalli sono incorporati nei corpi dei testimoni dopo aver ricevuto la loro forma piramidale. In almeno tre occasioni vennero visitate basi sottomarine e in due occasioni altre città a Morlen (Ganymede).

In questi processi di contatti i media internazionali sono stati visitati sette volte da testimoni che hanno descritto l'autenticità delle loro esperienze, ma la cosa importante è stata la ricezione del messaggio di speranza riguardo al futuro positivo della Terra, futuro che dipende da una nostra collettiva trasformazione. Nella quinta occasione di testimonianza ai media, grazie alla credibilità raggiunta negli anni, 40 reporters di 8 paesi sono andati nel deserto. Tra loro c'erano: Josè Gray di Channel 23 Univision (Miami), Leticia Callava di Telemundo, Beatriz Parga di Miami Herald, Gilda Munoz di Radio Guado a New York, Rolando Veras di Channel 2 di Buenos Aires, Argentina, Lizet Zelman di Television de Republica Dominicana e altri testimoni che hanno vissuto la realtà del contatto.


Sixto è stato ascoltato a livello internazionale?

Chiaramente la mia esperienza non è unica, dato che dall'inizio ha coinvolto molti altri, che nel tempo hanno avuto le stesse esperienze. Il nostro coraggio e il nostro lavoro per il messaggio ricevuto, come dimostrato dall'invito ai media in diverse opportunità per avvistamenti programmati, dedicando le nostre vite per condividere l'informazione col nostro esempio di equilibrio e costanza e riconoscendo i nostri errori e imparando da tutto e tutti, ci ha permesso di venire invitati a parlare in importanti forum come le Nazioni Unite, la Sociedad de las Americas, L'Università della Columbia a New York, l'Università John F.Kennedy di San Francisco, l'Università Autonoma del Messico e altre. Dico che siamo stati invitati, perché rappresento una collettività, un gruppo internazionale che non è l'unico o il migliore gruppo di contatto, benché, per mia opinione, abbia già un posto nella storia del contattismo.


Se il fenomeno UFO è una realtà definita, perché ..è così poco conosciuto? Se il soggetto è tenuto nascosto, perché tutto questo?

E' conveniente per i governi dal grande potere nascondere la realtà degli UFO e della vita extraterrestre, perché è la stessa cosa per gli eserciti, se gli UFO vengono da paesi stranieri o da altri pianeti. Quando un oggetto non identificato vola nello spazio aereo di un paese, senza che nessuno possa farci nulla, diventa un problema di sicurezza nazionale. Davanti a chi paga le tasse loro diventano ridicoli. Inoltre ora gli affari più fruttuosi vengono dalla vendita di armi. I paesi più sviluppati producono e vendono armamenti e se non ci sono guerre, devono inventarle per far continuare gli affari. Se viene dimostrato il fatto che non siamo soli e che non lo siamo mai stati, assieme al fatto che questi esseri non hanno cattive intenzioni o ci avrebbero già liquidato da tempo, questo forzerebbe ad unirci in una grande nazione. Sarebbe meglio se questi esseri ci contattassero in questo stato piuttosto che in stato di conflitto tra noi, ma se spariscono i confini allora la vendita di armi finirebbe, perché non ci sarebbe richiesta. Senza confini non ci sarebbe debito estero, meccanismo per opprimere le persone. Inoltre sarebbe un problema per l'elite politica.

Se si sapesse la realtà della presenza extraterrestre, porterebbe crisi economica come crisi nella fede, perché le religioni dovrebbero spiegare la ragione del loro silenzio su questo soggetto dato che dovrebbero avere avuto la rivelazione da sopra.
Come vediamo, per capire il soggetto UFO dovete capire il tipo di mondo in cui viviamo.


Quindi i governi sanno di questo ma nascondono l'informazione?

Certo e non c'è stata missione Russa e Americana nello spazio senza contatto extraterrestre. Gli astronauti hanno agito da diplomatici per le grandi nazioni, ricevendo i messaggi extraterrestri e ritrasmettendoli ai governi. Il messaggio avvisa che se le relazioni nell'umanità non si semplificano, la nostra negatività attrarrà una enorme catastrofe.
Ricordate il caso della prima Guerra nel Golfo Persiano. E' stata la guerra più pubblicizzata nella storia, ma nessuno ha capito cosa sia davvero accaduto. L'informazione è passata attraverso una nuova importante catena al servizio del governo Americano.


Se possono nascondere una guerra e isolare una grande area del pianeta, cosa possono fare verso concetti scomodi ai loro interessi?
Perché gli scienziati collaborano nel nascondere e mentire?

Gli scienziati sono al servizio di chi li finanzia. Ricordiamo la notizia portata al mondo dalla CNN in cui è stato detto che due anni prima la NASA aveva trovato l'acqua su Marte, ma l'ha tenuto nascosto per motivi militari.


Sixto Paz è una persona speciale, uno scelto o un profeta moderno?

No, ma ho vissuto una esperienza speciale che ha richiamato il mio impegno e mi ha motivato a condividere il messaggio che abbiamo ricevuto dai vecchi amici. Questi esseri selezionano le persone con cui vogliono avere contatto. Sixto Paz è un messaggero come altri.


Chiunque può avere contatti con extraterrestri? Quali sono i requisiti?

Chiunque può avere il contatto, perché loro selezionano chi, perché e come sarà. Certo è utile contare in una preparazione precedente per divenire ipersensitivo, ma dipende più da loro che da noi. Come abbiamo detto prima, la chiave sta nel sapere che tutto questo è possibile, credere che sia possibile e volerlo fare.


Credi che le cose cambieranno presto?

Se non ci credessi non farei ciò che faccio. Il nostro mondo non può resistere molto a lungo. Questo cambiamento deve avvenire ora, ma inizia in noi e con noi. Allora, continua con la nostra famiglia e la reazione a catena, a Domino, prende il via.


Sixto Paz ha scritto molti libri sulle sue esperienze e sul messaggio extraterrestre. Ha scritto molti libri in spagnolo mostrando il suo lavoro. Quali sono e come possiamo averli?

Il primo libro ..è stato Los Guias Extraterrestres, molto accettato nel mondo. Racconta le origini di questa esperienza di contatto, la sua evoluzione e il suo messaggio. (contiene più informazioni e si trova in lingua Inglese come The Invitation, ISBN 1-8887472-29-0).

Il secondo libro: Contacto Interdimensional, l'evoluzione dell'esperienza di contatto viene descritta da parte di diversi gruppi con simili esperienze. Racconta anche una serie di viaggi e avventure e il gruppo ha contattato intraterrestri o esseri che rappresentano il resto di una perduta civiltà e sono protettori di archivi che contengono la vera storia del pianeta, che ci lega come famiglia ai vecchi fratelli.

Nel terzo libro: El Umbral Secreto, racconto il contatto che ha portato un gruppo nella Giungla Amazzonica per connettersi con i sopravvissuti della cultura Inca. Questo incontro ci ha permesso di accedere a informazioni su Gesù, perché venne e per quale missione.


Nel quarto libro: Los Guardianes y Vigilantes de Mundos, molte informazioni derivate da messaggi psicografici e contatti fisici. Un piano cosmico per la Terra viene rivelato con una missione individuale e collettiva. Viene raccontato il ruolo degli angeli nella storia.

Nel quinto libro: Mensajeros del Cosmos: Una Puerta Hacia las Estrellas, il punto di vista dei vecchi fratelli su specifici argomenti come Dio, la Vita, la Morte, il Tempo e altro, tramite domande e risposte.

Nel sesto libro: Una Insolita Invitacion, abbiamo il ritorno di narrazione di un contatto con messaggio. Abbiamo la descrizione di recenti inviti verso la stampa e la descrizione degli incontri fisici recenti con i visitatori dello spazio, incluso il loro messaggio per il presente stadio dell'umanità. Ci dice anche come alcuni reporters abbiano potuto fare certe esperienze prima riservate a contattati. Alcune di queste esperienze sono state Xendra e cristalli Cesium.

Nel settimo libro: La Antiprofecia, racconto i vari viaggi e lavori affidati ai nostri gruppi di contatto per contribuire al cambiamento planetario e al risveglio dell'umanità. E' una avventura materiale e spirituale che ci ricorda che il futuro può essere modificato e spesso lo è stato.

Tutti questi libri si possono trovare nella maggior libreria del mondo: Il World Wide Web


C'è qualche altro libro in produzione?

Si, molti devono venire stampati e tutti sono in stadio di lavorazione. Penso che questo momento prolifico sia dovuto alla necessità di oggi di informazione e risveglio della coscienza, condivisione della luce sullo scopo del fenomeno UFO che è stato manipolato e contaminato.


Quale messaggio puoi dare ai giovani?

La gioventù è uno stato dell'anima. E' la capacità di rinnovarsi e di rinnovare. Non è il perdere la capacità di rischiare l'errore cercando di fare le cose nel modo migliore.
Essere giovane significa essere capaci di rischiare e di mostrare grande sforzo per realizzare nobili ideali. La gioventù è tutto quello che ci porta ad identificarci con ciò che vale il nostro sacrificio, cose come la stessa vita.

Il mio messaggio verso i giovani è non di credere in questo soggetto, ma di pensare, ponderare, meditare e ricercare senza paura di quello che potete trovare. Dico anche loro che mettere in dubbio tutto ciò che pensano è sicuramente dovuto al fatto che essere giovani significa rinnovarsi.


Sixto Paz si è chiesto se il suo carico di lavoro aumenterà una volta rivelata la verità extraterrestre e avvenuto il contatto?

Lo so, quando il momento arriva, quelli che ora parlano del contatto e hanno vissuto intense esperienze, diventeranno parte di una nuova macchina diplomatica e il nostro lavoro verrà più riconosciuto, ma questo non mi preoccupa. Quello che mi preoccupa è che l'umanità riesca a reagire in tempo e a cambiare gli eventi nel mondo.


Sixto Paz è un uomo felice?

Si, sono felice e grato alla vita per quello che mi ha dato, una meravigliosa moglie che è anche la mia migliore amica. Sono grato anche perché ho trovato nelle mie figlie Tanis e Yearim, grandi insegnanti sulla vita.

Certamente Dio mi ha benedetto con questi contatto e viaggi. Ho avuto anche il privilegio di conoscere persone la cui vita rende omaggio alla condizione umana.
Non mi interessa convincere le persone, ma solo farle pensare e motivarle ad espandere la loro mente. So che quello che abbiamo vissuto è reale e lo abbiamo dimostrato più di una volta. Per questa ragione ho l'autorità di disseminare qualcosa che considero di valore e utile, specialmente in tempi come questi.


Per finire, vorrei chiederti se tua moglie ti supporta. Cosa pensano le tue figlie di quello che fai? Ti credono? Preferiscono avere un normale padre o marito che non ha bisogno di viaggiare in 20 paesi ogni anno, rischiando attacchi, diffamazione e derisione per la sua materia controversa?

Se non mi supportassero non potrei viaggiare e disseminare l'informazione con forza, energia e amore che sento quando lo faccio.
Dedico sempre il mio lavoro a loro e loro sono la fonte di ispirazione che mi permette di vedere la vita in modo meraviglioso. Mi hanno insegnato molto e la loro comprensione e supporto mi danno la forza di continuare. Si sentono orgogliose della mia carriera e me lo fanno capire sempre.

Sul fatto che mi credano o no, dato che mi conoscono, hanno fatto un lavoro costruttivo di critica. Mi hanno aiutato ad essere più preciso e chiaro ogni giorno. Non posso mentire a loro.


Sixto Paz, qual è il tuo segreto?

Il mio segreto è agire in accordo col messaggio e non ci sono segreti. La vita ci permette di raccogliere quello che abbiamo piantato.
Per questa ragione e ora il raccolto sta arrivando, il tempo dirà se la semina è stata corretta.


Fonte:
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org
http://www.altrogiornale.org/_/pdf/pdf.php?news.3564







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UFO & ABDUCTIONS

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MessaggioInviato: 02/03/2010, 12:25 
PTERIGIO
il "marchio" dei rapiti?



Lo pterigio (dal greco pterugion = piccola ala d’insetto) è un processo degenerativo e iperplastico della congiuntiva, caratterizzato da una duplicatura della congiuntiva bulbare che si estende sulla cornea. Il suo nome deriva dall’aspetto "ad ala d’insetto" con il quale si presenta. Colpisce generalmente soggetti adulti ed è più frequente nelle zone calde ed assolate, riscontrandosi in maggior parte fra i 37° di latitudine, a nord e a sud dell’equatore. Nella sua patogenesi sembra assumere importanza, oltre all’ereditarietà, il tipo di attività condotta dai soggetti che ne sono portatori. Pare infatti avere una maggiore incidenza negli individui sottoposti per lunghi periodi di tempo all’azione diretta degli agenti atmosferici, in particolar modo a quella dei raggi U.V. della radiazione solare ed all’ossigeno dell’aria. Per questo motivo viene anche indicata come la << malattia dei marinai e degli alpinisti >>.

All’insorgere della sintomatologia, lo pterigio (posizionato nella fessura interpalpebrale, per lo più dal lato nasale) appare macroscopicamente come un "velo" congiuntivale di forma triangolare (vedi figura 1) che si estende orizzontalmente sulla cornea. A volte può essere asintomatico, poco esteso e non avere carattere progressivo; ma spesso, anche se lentamente, tende a progredire in senso centripeto fino ad invadere il campo pupillare, causando (oltre al danno estetico) astigmatismo, diplopia ed annebbiamento del campo visivo.

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Fig. 1 – Forma classica dello pterigio


La terapia, quasi esclusivamente chirurgica, si rende necessaria quando lo pterigio abbia la tendenza alla progressione, determinando la compromissione estetica e/o funzionale. Le recidive, comunque, sono particolarmente frequenti, per cui è consigliata in fase post-operatoria l’applicazione di radiazioni con stronzio-90 (@ 1350 mrem / seduta).

Fin qui recita la scienza medica. Ma che c’entra tutto questo con l’ufologia e le "abductions" in particolare ?


Procediamo con ordine.

La casistica degli incontri ravvicinati del 3° tipo (molti dei quali, ad onor del vero, si tramutano nel 4° tipo, in base al racconto degli eventi che scaturisce dalla regressione ipnotica cui vengono sottoposti i testimoni) abbonda, fin dagli albori della "moderna" ufologia, di un particolare costantemente presente in concomitanza all’avvistamento di presunti veicoli alieni: la cosiddetta <<luce solida>> o <<luce coerente>>.


Per chi non avesse troppa dimestichezza con l’argomento, riportiamo a titolo informativo (dal "Dizionario di Ufologia", di F.Ossola) la seguente definizione: <<Un aspetto da collegare intimamente al problema della luminosità (intesa in senso lato) legata al fenomeno UFO è, senza dubbio, quello della "luce solida". Si tratta di "raggi di luce" sprigionati direttamente dagli UFO e caratterizzati da una singolare peculiarità: la capacità di allungarsi ed accorciarsi a piacere, terminando in modo netto e tronco; del tutto simili, in sostanza, ad "antenne retrattili", che restano coerenti per tutta la loro lunghezza, sia essa più o meno estesa. Rettilinei o curvilinei, presentano uno spessore vario e sono in genere molto brillanti, tanto che sovente l’occhio umano non resiste ad una lunga osservazione. All’apparenza sembrano palpabili e concreti, ma in realtà risultano comportarsi come la luce "tradizionale", senza cioè indurre effetti "meccanici" in chi ne viene investito. Di fronte ad un ostacolo, sembrano in grado di "penetrarlo", comparendo dall’altra parte, come se si "troncassero" e, una volta superatolo a livello molecolare, si ricostituissero al di là di esso. Si tratta d’un vero e proprio "mistero della fisica ottica", ancora assai lontano dall’essere correttamente interpretato alla luce della nostra scienza e delle tecnologie attuali. Le ipotesi proposte a spiegazione del fenomeno, infatti, non esistono o si limitano ad assimilare la "luce solida" al raggio laser, sebbene quest’ultimo non possieda le medesime proprietà, se non in minima parte. L’enigma della "luce solida", osservato a più riprese, è stato sempre sottovalutato (se non addirittura ignorato dalla Scienza "ufficiale", secondo il "dogma": non può essere, quindi non è…) e soltanto a partire dalla metà degli anni ’60 si è iniziato a prenderlo in seria considerazione…>>.

Ma ad un attento osservatore della casistica ufologica (non necessariamente relativa all’ultimo ventennio, potenzialmente "inquinato" dalle influenze mediatiche di "Bagliori nel buio", "Intruders" e "X-Files") non può sfuggire un particolare ricorrente nella stragrande maggioranza dei casi di I.R. di 3°/4° tipo: il colore della "luce solida", quasi sempre bianco-azzurra e, pertanto, a indiscutibile componente ultravioletta.

A dimostrazione di quanto affermato ci limiteremo a riportare, per brevità, due casi francesi della seconda metà degli anni ’60.

* Caso n.°1 (sabato 6 maggio 1967) – Champ du Feu (Vosgi): testimone la famiglia di Raymond Schirrmann (Vigile del Fuoco), composta da quattro persone. Riassumendo: << Verso le ore 21 la famiglia Schirrmann, riunita sulla terrazza del proprio chalet, vede avvicinarsi "un enorme oggetto lenticolare, di colore scuro, che si ferma ad una ventina di metri da casa". Ad un tratto, dalla parte inferiore dell’UFO, scaturisce una sorta di "nastro" luminoso, terminante con una "protuberanza", che sembra voler "sondare il terreno". La Signora Schirrmann, preoccupata, rientra in casa, ben presto seguita dagli altri componenti; al momento di aprire la finestra della cucina (rivolta verso il fenomeno) per chiudere le persiane, viene investita da un fascio di luce bluastra emanata dall’UFO. Spaventata, non fa in tempo a lanciare un grido di richiamo al marito (il "raggio di luce" dura una quindicina di secondi), che tutto si "spegne">>. A conferma dello sconcertante avvistamento di cui è stata involontaria protagonista, la famiglia Schirrmann assiste (l’indomani mattina, domenica 7 maggio) ad un’insolita quanto intensa attività aerea, nei cieli di Champ du Feu, da parte di velivoli "Mirage III R" appartenenti alla 33^ Squadriglia Ricognitori, di stanza a Strasburgo-Entzheim. In seguito il Signor Raymond, grazie alla sua professione, viene a sapere che la stazione radar dell’Alto Reno (che lavora d’intesa con gli aeroporti militari della regione) aveva rilevato un O.V.N.I. (Objet Volant Non Identifié) nella stessa zona, data ed ora dell’avvistamento effettuato dalla sua famiglia.


* Caso n.° 2 (21 agosto 1968) – Villiers-en-Morvan (Côte-d’Or), h.10.30–11.00: testimoni due agricoltori, M.Carré e P.Billard. << Mentre sono intenti a spigolare la segale, il primo nota una sorta di "macchia biancastra" (a forma di "losanga" o "tovaglia da pic-nic" o "foglio di giornale aperto") che si estende sull’erba del prato, a sinistra dell’abetaia situata sulla collina di fronte, distante due km. circa. Avverte quindi P.Billard, che ha modo di osservare anch’egli lo strano fenomeno, che seguirà con lo sguardo per tutta la sua durata, con le conseguenze che poi riporteremo. Nel frattempo la "macchia", che assume vieppiù l’aspetto d’un "corpo solido", comincia ad "illuminarsi" progressivamente, mutando il proprio colore dapprima in azzurrognolo e poi in un blu accecante, insopportabile alla visione, come un "arco elettrico". In seguito "l’oggetto" cambia forma, ma i due testimoni non riescono a precisare quale essa sia, a causa della difficoltà di osservazione del fenomeno, che li abbaglia. Riprendono pertanto il lavoro e dopo mezz’ora circa, agganciato al trattore un rimorchio carico di spighe, stanno per fare rientro alla fattoria. Si accorgono allora che dalla "cosa" si diparte un prolungamento luminoso, a forma di colonna, che si allunga a dismisura, come "il soffietto d’un apparecchio fotografico a lastre". Poi, lentamente, nel corso di dieci minuti il fascio luminoso si ritrae verso la zona rettangolare biancastra all’origine del fenomeno e "rientra" in essa. Prima che scompaia del tutto, i due contadini hanno l’impressione di intravedere una specie di "disco" o "sfera grigiastra" posata sul rettangolo, ma dichiarano onestamente di non esserne sicuri, in quanto la loro vista era stata messa a dura prova dall’eccezionale luminosità del fenomeno. Da notare che P.Billard, il testimone che aveva osservato l’evolversi del fenomeno con maggiore insistenza, accuserà all’indomani seri problemi alla vista (corioretinite attinica ?), che lo costringeranno a far uso per lungo tempo di occhiali da sole.


Ci fermiamo qui, per questioni di spazio; ma potremmo continuare a lungo coi resoconti testimoniali degli IR3 segnalati a cavallo degli anni ’60 e ’70, che assumono tanto più valore se si considera che, a quell’epoca, la casistica ufologica non era ancora "inflazionata" dai casi di presunti rapimenti, che si sono via via accumulati a partire dagli anni ’80. Vale la pena ricordare, a questo proposito, che sia gli involontari protagonisti degli IR4 che gli occasionali osservatori esterni concordano nel riferire il particolare del "raggio traente di luce azzurra", che immobilizzerebbe la persona da prelevare (inducendola in uno stato di "animazione sospesa") e la condurrebbe all’interno del velivolo alieno. Notissimo è l’episodio occorso a Linda Napolitano (New York, 30/11/1989) e indagato da Budd Hopkins. In ogni caso, a detta dei testimoni (per la maggior parte attendibili), sia in occasione degli IR3 che durante le "abductions" un ruolo determinante sembra proprio essere sostenuto dalla luce solida, quasi sempre compresa fra i 158 e i 4.000 Å : nella banda, quindi, dell’ultravioletto.


Vediamo ora di riassumere

L’Oftalmologia ci insegna che: radiazione ultravioletta = danni potenziali alla funzione visiva (corioretinite attinica), tanto più reversibili quanto minore è stato il tempo di esposizione alla sorgente luminosa. Al contrario, se l’esposizione (per motivi di lavoro, i marinai, o di hobby, gli alpinisti) si prolunga per molto tempo durante tutto l’arco dell’anno o addirittura per tutta la vita (per chi abita nei paesi tropicali), il soggetto può andare incontro a patologie ben più gravi (lo pterigio), anche se in quest’ultimo caso non va trascurata la familiarità. A questo punto l’ipotesi di lavoro è questa: data una persona in cui, a distanza dei cinque anni "canonici" dal presunto rapimento, comincia lentamente a riaffiorare il ricordo di eventi psicologicamente traumatici, legati a ripetuti episodi di abductions, unitamente ad esperienze oniriche ricorrenti del medesimo tenore, per di più affetta da pterigio recidivante, può essere invocata (ancorché in mancanza di assistenza a livello psicoterapeutico, mediante ipnosi regressiva) la componente della radiazione ultravioletta come causa scatenante della patologia a suo carico ?

Pur non essendo ancora stata accertata la corrispondenza tra fascio di luce blu e radiazione ultravioletta (e di conseguenza corioretinite attinica) in occasione dei fenomeni di abductions ed anche se in proposito manca un’adeguata statistica nella letteratura ufologica, è interessante ricordare che l’autrice americana Karla Turner, nel suo lavoro <<Rapite dagli UFO>>, in cui esamina a fondo otto casi di presunti rapimenti a carico di altrettante donne, riporta nel quadro "Effetti sul corpo" l’irritazione agli occhi (non meglio definita) presente nel 50% dei casi, vale a dire in quattro testimoni sul totale; mentre le voci "Luci di natura sconosciuta", sia all’interno che all’esterno dell’abitazione, ricorrono tra l’87,5 ed il 100%.


Parlavamo di familiarità: indubbiamente lo pterigio può (anche se non necessariamente) manifestarsi come espressione ereditaria. In effetti, nel caso che attualmente stiamo seguendo, la madre di Nicoletta (nome fittizio della presunta "addotta") presenta la stessa patologia della figlia, anche se in tono decisamente minore (se non addirittura trascurabile), tanto da non avere bisogno di sottoporsi ad alcun intervento chirurgico, come invece è purtroppo successo a Nicoletta (e probabilmente si ripeterà). Tuttavia né il fratello né la sorella, immuni da incontri del 3°/4° tipo, lamentano alcunché di patologico a livello oculare, men che meno lo pterigio: questo potrebbe voler significare che il gene codificante per la malattia in oggetto quasi sicuramente non è dominante (ma recessivo) e che la manifestazione della patologia (fenotipo) non risulterebbe legata al sesso (femminile), anche se nella letteratura medica, finora, non si trova purtroppo riscontro a queste supposizioni. La chiave di lettura di tutta la vicenda, allora, potrebbe essere la seguente: l’esposizione ripetuta alla radiazione ultravioletta (che potrebbe verificarsi nel fenomeno dei "repeater") o la permanenza prolungata in ambiente saturo di "luce" della stessa lunghezza d’onda (se si volesse considerare non utopistica la teoria secondo cui, nell’altra "dimensione", uno dei nostri minuti corrisponderebbe ad otto ore, in base al calcolo della "sfasatura temporale" ricavata dal racconto degli addotti; cfr. il caso del Caporale Valdès: Cile, 25/04/1977) potrebbe aver bruscamente innescato, in un soggetto geneticamente predisposto come Nicoletta, l’accelerazione di quel processo degenerativo che, in assenza della stimolazione indotta dall’esterno, avrebbe avuto forse buone probabilità di rimanere allo stato latente.

Ci dispiace di non poter essere maggiormente esplicativi, ma, di fronte ad un presunto caso di "abduction" così complesso e ancor pieno di interrogativi, non ce la sentiamo proprio di sbilanciarci oltremodo, specie nel momento iniziale dell’indagine che stiamo conducendo.

Per verificare l’attendibilità o meno delle nostre intuizioni, occorrerà procedere con un protocollo di assistenza psicoterapeutica, fondato sulla tecnica ben consolidata dell’ipnosi regressiva. Questo perché, in ogni caso, il presunto addotto avverte sempre maggiore l’imperativo categorico di "sapere" ciò che gli è successo: e, dall’altra parte, noi dovremmo essere in grado di fornirgli una risposta, qualunque essa sia, purché attendibile…


Giorgio Pattera
http://www.cifas.net/ricerche/pterigio.html



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Incontro Alieno a Holloman



Scritto da Gianluca Rampini

Nella storia dell'ufologia moderna, che convenzionalmente comincia il 24 giugno 1947 quando Kenneth Arnold, riferendo il suo avvistamento sul monte Rainier, coniò il termine “flying saucer”, si sono verificati alcuni episodi di importanza straordinaria.

Il primo e più importante è sicuramente quello di Roswell, dove nel 1947 un oggetto non identificato si schiantò al suolo. Ci fu poi nel 1961 un episodio che rischiò di scatenare le terza guerra mondiale quando sui cieli europei furono rilevati dai radar numerosi oggetti volanti non identificati che, le fazioni opposte nella guerra fredda, attribuirono entrambe ai propri nemici.

Nel 1976 le immagini provenienti dalla missione Viking, in orbita attorno a Marte, suscitarono un'enorme scalpore per la scoperta del volto nella regione di Cydonia. In Italia uno dei momenti più importanti fu il 1978 quando si verificò il più intenso UFO flap della nostra storia mentre il 1990 lo fu per il Belgio e l'Europa intera quando il numero e la qualità degli avvistamenti produsse l'intervento pubblico dell'aereonautica militare belga. Nel 1996 l'episodio di Varginha in Brasile e così via.

In questo articolo ci occuperemo di un evento che, se fosse possibile confermare, a nostro parere, si collocherebbe in cima ad una ipotetica scala di importanza, un evento in cui il contatto tra il governo statunitense e gli alieni non fu frutto del caso ma bensì di una specifica volontà.

Questo episodio è comunemente riconosciuto come "l'atterraggio a Holloman", dal nome della base in cui si sarebbe verificato. Nel corso delle ricerche fatte ci siamo progressivamente resi conto che questo episodio è importante anche da un altro punto di vista: esso infatti rappresenta egregiamente quella commistione di verità e bugie, di testimoni attendibili e non, di avvedutezza e creduloneria che affligge l'ufologia.

Per avere un quadro completo, per quanto possibile in questo ambito, siamo dovuti ricorrere a diverse fonti integrando le informazioni le une con le altre. Il fatto avvenne presumibilmente il 25 aprile 1964, ma la storia per noi comincia nel 1972 quando Robert Emenegger, documentarista e produttore, ed Adam Sandler dall' Aereonautica Militare per la realizzazione di un documentario sugli UFO. Entrambi furono scelti, indipendentemente l'uno dall'altro, per la loro professionalità e non per la loro familiarità con la materia che infatti era per entrambi pressoché nulla.

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La base Aerea di Holloman


Furono invitati presso la Base Norton, in California, dove in presenza di un ufficiale dell'AFOSI (Air Force Office of Special Investigation) discussero del progetto con Paul Shartle, direttore della Divisione Audiovisiva della Norton AFB. L'Aereonautica avrebbe messo a loro disposizione il seguente materiale :
• Fotografie e film di UFO, foto di esseri alieni e di autopsie di Grigi.
• Un film in 16mm di un alieno in compagnia di un ufficiale dell’ aeronautica militare. L’ alieno era scampato ad un incidente del 1949 ed era stato tenuto in custodia a Los Alamos fino alla sua morte nel 1952.
• 800 piedi di pellicola circa un incontro tra tre alieni ed i militari della base di Holloman durante uno sbarco avvenuto negli anni ’60.
• Fotografie di UFO prese da astronauti delle quali la NAS aveva negato formalmente l'esistenza.
• Unica e presunta immagine dell'ufo di Holloman.

Ecco quindi che la notizia dell'episodio da noi analizzato fece la sua prima comparsa. Nel filmato si vedevano atterrare tre UFO di forma discoidale, presumibilmente a Holloman.

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Un ipotetico frame del filmato

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Disegno della navetta atterrata

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Ricostruzione dell'accaduto


Da essi uscirono alcuni alieni che si incontrarono con il comandante della base Emmanuel F. Bonvicin e due ufficiali del Servizio Informazioni. Emenegger descrisse successivamente sia la scena che gli alieni.
“Gli uomini di guarnigione alla torre di controllo localizzano sul radar tre oggetti volanti; cercano subito di mettersi in contatto radio con loro, ma invano. Parte una squadra di caccia da intercettazione con l'ordine, 'venuto da molto in alto', di limitarsi a scortare il volo degli UFO. Per pura coincidenza, a bordo di un elicottero di servizio, è in volo di ordinaria routine anche la squadra dei cineoperatori della base militare, che hanno così l'opportunità di filmare gli UFO in fase di atterraggio sul campo di Holloman. Uno degli oggetti comincia a scendere, mentre gli altri due rimangono in volo sospeso sulla base. Una seconda squadra di cineoperatori, in una diversa postazione riescono a filmare la discesa del disco sul campo. Dopodiché, il comandante della base e due ufficiali del Servizio Informazioni dell'Aeronautica s'inoltrano nel campo, mentre sullo scafo alieno si apre una porta scorrevole…”.
“due esseri simili all'uomo, vestiti con una tuta aderente, alti circa un metro e sessanta, pelle grigio-azzurrina, grandi occhi distanziati dal taglio orientale, testa a “pera” che si allunga dietro, vistoso naso a uncino. In testa avevano copricapi ornati da vari giri di larghe fasce (o nastri), portavano orecchini, e in mano un bastone simile ad uno scettro. Il comandante e i due agenti si fecero avanti per salutare gli stranieri. Poi li condussero in un edificio contrassegnato con il numero 383 che sorge in fondo al Viale di Marte”.

A questo primo incontro tra Emenegger e gli ufficiali dell'Aereonautica ne seguirono molti altri, all'ultimo dei quali, tenutosi al Pentagono, Emenegger mostrò la sceneggiatura al Col. Coleman, portavoce del progetto Bluebook, che confermò il suo nullaosta a proseguire.

Nel frattempo Sandler aveva già visionato i luoghi in cui si svolsero gli eventi, come l'edificio 383 e la pista d'atterraggio.
Poi, improvvisamente, il generale George Weinbrenner comandante dell'ATIC , cambiò idea e decise di negare ai due documentaristi il filmato contenente l'atterraggio a Holloman, adducendo come giustificazione che il pubblico americano era già troppo sconvolto per l'incidente del MIG 25 e per il Watergate.

Al posto del documentario venne deciso di girarne un altro che avrebbe mostrato al pubblico la ricostruzione di un evento di contatto, di come sarebbe potuto essere o di come forse era già avvenuto. Così entrò nel circuito televisivo con il nome UFOs: Past, Presence and Future e così il caso di Holloman fu portato all'attenzione del pubblico e sopratutto della comunità ufologica.

Esposti i fatti è importante a questo punto andare alla ricerca di tutte le testimonianze che possano confermare direttamente ed indirettamente l'evento descritto da Emenegger e ciò che disse di aver visionato prima che l'Aereonautica facesse marcia indietro. Tali testimonianze esistono, ma in alcuni casi, sono volutamente false o volutamente confuse e rientrano in un ampio programma di disinformazione.

Ad esempio vengono fornite date diverse in cui sarebbe avvenuto l'atterraggio, con lo scopo di creare fazioni contrapposte tra i ricercatori, mettendoli gli uni contro gli altri. Gli stessi rivelatori, gli insider, hanno tenuto comportamenti dubbi e fornito false identità.
Il ricercatore William L. Moore (co-autore del libro “Accadde a Roswell”) ricevette nel 1980 un documento di fonte governativa che affermava che l'episodio di Holloman sarebbe avvenuto il 25 aprile 1964. L'ufficiale, soprannominato Falcon , che gli consegnò tale documento si scoprì in seguito essere un certo Richard Doty, ufficiale dell'AFOSI. Richard Doty si è dimostrato essere un personaggio sfuggente e di dubbia affidabilità.

Tramite le sue rivelazioni sono sorte le più improbabili mitologie sulla questione aliena, come ad esempio la predilezione degli alieni per il gelato alla fragola. Se però le informazioni che concedeva si fossero limitate a simili stranezze sarebbe stato presto ignorato ed invece, secondo lo stile tipico del debunker, mescolò informazioni vere con fatti inventati, rilasciandole frammentate a diversi ricercatori.

Nel 1983 Linda Multon Howe, egregia ricercatrice nota per il suo lavoro nel campo delle mutilazioni animali, ricevette un invito simile a quello proposto ad Emenegger una decina di anni prima. L'idea era di girare un documentario sugli UFO utilizzando materiale autentico di origine governativa. Durante una visita alla base Kirkland la Howe fu raggiunta dal, già citato, Doty che le offrì documenti e filmati simili a quelli offerti a Emenegger, sostenendo che dall'alto veniva l'impulso alla divulgazione di queste informazioni. Ma come la volta precedente alla fine non se ne fece nulla e la Howe, che aveva visto il materiale, rimase con i soli ricordi a testimonianza dell'evento.

Un'altra testimonianza circa l'esistenza di questi filmati proviene dal ricercatore Grant Cameron. Qualche anno fa aveva saputo da Linda Multon Howe che nel documentario “sostitutivo”, realizzato da Emenegger, era presente lo spezzone di uno dei filmati originali, della durate di sette secondi. Incuriosito da questo fatto telefonò a Emenegger che confermò che tale spezzone esisteva ed era stato inserito come sfondo. Ancora una volta verità e finzione venivano mescolati ad arte.

Altri testimoni, più attendibili confermano l'episodio di Holloman. Il Colonello Lane, soprannominato Hitch e Paul Shargall, direttore del DAVA (Dipartimento Audiovisivi) della base Norton, del quale esiste una registrazione audio in cui egli descrive ciò che succede nel filmato. Egli era fra l'altro la persona incaricata di consegnare il materiale ad Emenegger. Durante uno speciale della CBS, nel 1988, confermò nuovamente di aver visto la pellicola e di essere certo che non si trattasse di una scena fittizia girata a scopo addestrativo, come era stato ventilato.

Infine l'ultimo testimone diretto delle immagini contenute nel filmato fu il defunto rivelatore William Cooper, che sosteneva di averlo visto quando ancora era arruolato nella Marina Militare.

Ecco come Moore descrisse gli alieni (fornì anche uno schizzo):

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“5 piedi di altezza, pelle bluastra, nastri attorno alla testa con appendici che terminavano dietro le orecchie che sono in realtà dispostivi di traduzione dell’inglese e di altre lingue. Un qualche tipo di “schermatura” sugli occhi. Quest’ultimi hanno pupille verticali, come i gatti. Il naso è aquilino, molto pronunciato; la bocca è una semplice fessura ed il mento è sfuggente. Il viso è piatto ed inespressivo. La testa non è grande, in proporzione, quanto quella dei “piccoli Grigi”, ma è più grande di quella degli umani e nella parte posteriore è molto pronunciata come quella di alcune antiche immagini dei faraoni egiziani.” (ndr. E' interessante notare la somiglianza tra l'alieno descritto da Moore e l'alieno chiamato Horus da Corrado Malanga).
Un'altra interessante informazione trapelata nei documenti forniti da Moore era l'esistenza del Progetto Sigma. Il documento diceva testualmente : “Il progetto Sigma, che risale al 1954, faceva parte inizialmente del Progetto Gleem… Il suo compito era quello di entrare in contatto con gli extraterrestri.

Il programma ebbe successo quando, nel 1959, gli Stati Uniti riuscirono a stabilire una primitiva comunicazione con gli extraterrestri. Il 25 aprile 1964 un ufficiale dei Servizi d'Informazione dell'Astronautica Militare s'incontrò con due extraterrestri in un posto stabilito nel deserto del Nuovo Messico. Il contatto durò quasi due ore e durante l'incontro l'ufficiale dell'Aeronautica poté scambiare con gli extraterrestri informazioni di fondamentale importanza. Il progetto viene tuttora portato avanti, sempre in una base militare aeronautica del Nuovo Messico".

Quelle riportate sino a questo punto sono tutte testimonianze che in un modo o nell'altro riconducono al presunto atterraggio a Holloman. Vi sono però altri due episodi che, se pur indirettamente, confermano sia il programma di disclosure portato avanti dal governo, sia l'attività di depistaggio riguardo a presunti incontri tra autorità governative e gli alieni.

Ward Kimball, uno dei nove animatori storici del primo Walt Disney, nel 1979 in occasione di un congresso del Mufon, dichiarò al pubblico alquanto sorpreso, che la Disney era stata coinvolta dal governo nella realizzazione di documentari sull'argomento UFO con lo scopo di acclimatare il pubblico in vista di possibili rivelazioni future. Per l'ennesima volta il progetto venne abortito poco prima della sua realizzazione. Kimball al Simposio mostrò uno spezzone di una ventina di minuti di un filmato di animazione con gli alieni creati dai disegnatori della Disney.

Il secondo episodio invece gira attorno a due figure principali: Ike Eisenhower, nella veste di protagonista, e Clark Mc Clelland, quale rivelatore. A dire il vero, anche in questo caso torna spesso il nome di Richard Doty, che ne inficia notevolmente l'attendibilità. Ci riferiamo al supposto incontro avvenuto tra il Presidente Eisenhower ed una delegazione di alieni.

Nella versione più diffusa tale incontro avvenne negli anni 50 presso la base di Muroc in California. Secondo Mc Clelland, ex ingegnere di volo della NASA, tale incontro sarebbe invece avvenuto ad Holloman subito dopo che la base, che era in origine parte dell' Alamogordo Air Field, venne dedicata al Colonnelo Holloman. Questo incrocio di luoghi e date ha ingenerato molta confusione e, secondo me, ha sovrapposto i due eventi come fossero uno.

Clark McClelland è da molti considerato un testimone attendibile per la sua provenienza Nasa e per il fatto che in seguito alle sue rivelazioni venne licenziato in tronco e gli venne negata la pensione. Ne seguì un lungo e provante processo giudiziario che non portò a nulla e che anzi rovinò la vita all'ex ingegnere di volo. Nella sua testimonianza egli descrive così ciò che successe :
"Poco dopo che l'Aeronautica USA divenne una branca separata del servizio, la base Aeronautica di Alamogordo si chiamò Holloman AFB in onore del Colonnello George V. Holloman, un pioniere della ricerca e dello sviluppo dell'aeronautica. Il vecchio aerodromo di Alamogordo era stato una base d'addestramento per bombardieri pesanti. Poi il Presidente Dwight Eisenhower atterrò a Holloman. Fu un atterraggio come tanti, senza complicazioni. Un grande Lockheed Constellation in quei giorni trasportava oltre 125 passeggeri, ma c'erano non meno di venti assistenti e uomini dei servizi segreti nella cabina principale, con un equipaggio di 14 per ognuna alla sua stazione.
A circa 7.000 piedi dall'atterraggio, il Maggiore Bill Draper, il pilota, invertì i motori e l'aereo rallentò visibilmente rullando fino al termine della pista. L'Air Force One rullò all'indietro per circa 75 iarde e si fermò. Tutti i motori vennero spenti. Circa 300 persone in una posizione privilegiata videro atterrare l'Air Force e chiamarono altri ad altre finestre, postazioni di lavoro e punti strategici.
Deve essere sembrato ben strano vedere l'aereo presidenziale parcheggiato là fuori, a quasi mezzo miglio di distanza, in solitaria tranquillità. Nessun tappeto rosso, nessuna banda, nessuna parata d'onore, solo il canto lontano di qualche allodola. In seguito, il personale della base tornò al suo posto, e la domanda era sempre la stessa: C'è Ike? Cosa sta succedendo? Ai civili e ai militari della base venne spiegato che nonostante la presenza del Presidente, si trattava di una giornata lavorativa come le altre. Pochi minuti prima, il Colonnello Sharp, il comandante della base, e diversi ufficiali si erano recati alla torre operativa per veder atterrare l'aereo presidenziale. La prima comunicazione che ricevettero alle 8:10 circa fu: - Torre Holloman, qui Air Force 7885 dieci miglia est di Maryhill -. Richiesero istruzioni per l'atterraggio, il traffico e la direzione del vento alla base. La pista scelta per l'atterraggio era la più lontana rispetto agli hangar e agli stabilimenti. Al personale fu chiaro che quello che stava accadendo o stava per accadere doveva essere il più lontano possibile.

Poco potè essere visto, ameno di non trovarsi in un punto d'osservazione privilegiato e avere dei binocoli. I telefoni di tutta la base erano occupati, e molte erano le domande tra cui, è ancora sulla pista? Circa dieci minuti dopo che l'aereo era atterrato, i responsabili diedero istruzioni di spegnere tutti i radar. Sharp aveva assegnato le operazioni alla base al suo vice comandante durante tutta la permanenza del Presidente. Si era sentito in dovere di stare con lui senza distrazioni. Attorno alla base erano c'erano una dozzina di pattuglie di ricognizione e piccoli radar ad alta risoluzione. Una telefonata segnalò alla torre due oggetti non identificati che sorvolavano il Range Road 12.
Un minuto dopo gli oggetti erano sul Range Road 7, a solo qualche minuto dalla pista. Gli uomini alla torre spostarono binocoli verso nord nella foschia del mattino. Poi qualcosa scintillò nel sole e qualcos'altro appena sotto ad esso. Giunse il rapporto di un altro oggetto a cinque minuti di distanza dai primi due. Il personale della torre, non sapendo cosa fossero, era sbalordito. Niente coda, niente ali, niente motori.

Solo oggetti rotondi che si avvicinavano all'aereo presidenziale sulla pista lontana con appena un gruppetto di ufficiali nella torre, incluso il Col. Sharp. Consapevoli che stava accadendo qualcosa di grosso, segnalarono questi oggetti, li registrarono e svolsero il loro solito lavoro.
I due oggetti si fermarono a circa 300 piedi sopra l'Air Force One e uno scese al lato più lontano dell'aereo, atterrandogli dolcemente davanti, a una distanza di circa 200 metri. L'altro oggetto sorvolò brevemente e poi attraversò la pista limitrofa in direzione dei grandi hangar e alcuni negozi. Si posizionò sull'asfalto sopra gli edifici. Il disco godeva di una posizione privilegiata rispetto a qualsiasi cosa si fosse diretta verso l'aereo presidenziale e il disco a terra. Fu con un certo sconcerto che due UFO giunsero alla base aeronautica di Holloman nel Febbraio del 1955. Non c'erano le premesse, all'epoca, per ritenerli extraterrestri. Alcuni tra coloro che videro o sentirono dei due velivoli alla base, quel giorno, pensarono potesse trattarsi di nuove tecnologie russe o tedesche.

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Subito dopo l'atterraggio dell'UFO davanti all'Air Force One, un uomo, che molti credettero il Presidente, comparve alla porta d'ingresso dell'aereo, scese la scaletta e si avvicinò al disco che pochi minuti prima aveva aperto una sorta di pannello dispiegatosi in una piccola rampa. L'uomo vi salì, si fermò brevemente all'entrata, strinse la mano di qualcuno ed entrò, trattenendosi per circa 45 minuti, secondo i testimoni. Quando riapparve si diresse verso l'Air Force One. Per un certo tempo era rimasto di fronte ai testimoni, quasi tutti convinti che fosse Ike. Era senza berretto e molti ne riconobbero l'attaccatura dei capelli e l'andatura marziale”.
A questo punto però le cose si complicano ulteriormente perché nell'approfondire questo aspetto della vicenda sono emerse due contraddizioni: la prima riguarda l'affermazione del suddetto Mc Clelland secondo la quale l'incontro avvenne subito dopo che, nel 1948, la base divenne indipendente e cambiò nome, mentre Eisenhower divenne presidente appena 5 anni più tardi. La seconda invece ci riguarda più da vicino perché il nome di Mc Clelland l'abbiamo trovato associato a quello del nostro, perché italiano, valentissimo ricercatore Antonello Lupino.

L'Ente Spaziale americano, tramite la figura di Mc Clelland, contattò Lupino in un primo momento per chiedere i suoi dati anagrafici ed in un secondo momento per spiegargli che questi sarebbero stati inseriti in uno dei microchip del computer della sonda lanciata il novembre scorso, con la missione Nasa MP-401.

Vi chiederete il perché di un simile gesto e la risposta è assolutamente onorevole e motivo di orgoglio per il nostro ricercatore. Il riconoscimento fu deciso dopo che il videoclip dal titolo “Goodbye Heroes” da lui realizzato giunse alla Nasa. Tale filmato, presentato ad una conferenza, verteva sulla commemorazione dei 50 anni di voli spaziali trascorsi e voleva essere “una resa di Onori” agli EROI che hanno profuso energie, e rischiato la vita, per il fine ultimo della conoscenza dello spazio e dei suoi misteri.

Il problema è però un altro, a nostro parere. Come poteva Mc Clelland essere portavoce della Nasa dopo che da essa era stato licenziato e che la sua vita era stata per questo rovinata? Antonello Lupino, interrogato su questo argomento, ci ha riferito che Mc Clelland è rimasto in contatto con i membri della vecchia guardia della Nasa e che funge da tramite per coloro che intendono rilasciare informazioni ma che non vogliono vedere il loro nome associato pubblicamente alla questione UFO. A noi la cosa appare un po' stridente, sopratutto se si leggono le dichiarazioni dello stesso Mc Clelland presenti in rete.

Ma ne prendiamo atto riconoscendo l'indubbia professionalità di Antonello. Ciò che ci premeva era mettere in evidenza una volta in più come spesso le informazioni che provengono dagli insider siano viziate da contraddizioni ma che nonostante questo vadano analizzate con cura ed interesse perché altrettanto spesso contengono verità altrimenti inarrivabili per i ricercatori esclusi dai circoli delle persone a conoscenza dei fatti.

Concludo questo articolo facendo riferimento a Jacque Vallee, che descrisse l'episodio di Holloman come “il bastone e la carota”, per il fatto di essere stato più volte offerto ma mai consegnato. Egli stesso nel 1985 fu coinvolto in una situazione molto simile a quella di Emenegger e Linda Multon Howe, assieme ad Hynek, ma intuendo potesse trattarsi di un tranello furono loro i primi a tirarsi indietro.


http://www.ufomachine.org/generale/ufologia/212-atterraggio-a-holloman-disclosure-o-debunking-.html



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L’UFO crash di Kecksburg



Il 9 dicembre 1965 a Kecksburg, nel Westmoreland County, in Pennsylvania, avveniva quello che molti hanno ribattezzato il Nuovo caso Roswell, per le analogie con l'incidente avvenuto nel Nuovo Messico.

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Secondo le testimonianze dell'epoca, l’oggetto fu visto prima attraversare il cielo da migliaia di persone dal Michigan a New York: si trattava di una sfera luminosa che lasciava dietro una scia fumosa che rimase visibile per 20 minuti dopo che era passata. Molti testimoni, inclusi alcuni piloti che la videro, pensarono si trattasse di un aereo incendiato. In molti stati caddero detriti, mentre i vigili del fuoco dell’Ohio furono chiamati per spegnere 10 piccoli incendi nella zona dove erano stati visti cadere detriti fiammeggianti. I piloti registrarono ondate di shock ed un sismografo, vicino Detroit, registrò uno shock, così scrisse l’ufologo Stan Gordon del PASU in un articolo recente.

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Kecksburg UFO Crash site


Quella sera gli abitanti della città americana videro nei cieli un grande corpo luminoso di colore blu che probabilmente precipitò in un bosco della zona provocando un fragoroso rumore. Molti dei testimoni, infatti, udirono ripetuti frastuoni e un forte colpo finale, probabilmente causato dall'impatto somigliante al caratteristico rumore di un tuono. Dopo l'impatto, essi affermarono di aver visto numerosi soldati armati, poliziotti ed agenti federali recintare meticolosamente il territorio, proibendo il transito ai civili.

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Soldiers approaching Kecksburg's UFO


Inoltre altri testimoni rivelarono che nei giorni successivi alcuni ufficiali visitarono le case nei dintorni e minacciarono i residenti di tenere la bocca chiusa sulla vicenda. Molti testimoni, inclusi alcuni piloti che la videro, pensarono si trattasse di un aereo incendiato. La spiegazione che fu data per il dispiegamento ingente di uomini e mezzi fu quello della caduta di un meteorite, tesi peraltro mai confermata dal governo federale degli Stati Uniti ma solo dalle autorità locali. La stampa sostanzialmente ignorò la notizia fatta eccezione per poche righe apparse nel giornale "The Tribune Review" che spiegavano laconicamente di un oggetto non identificato precipitato e recuperato dai militari, senza addentrarsi in analisi o far filtrare nuove indiscrezioni. A dispetto di quanto detto dalle autorità locali e militari,ciò che raccontò John (uno pseudonimo di un testimone che aveva visto l'UFO) rivelò dettagli particolari per un "meteorite": "Ero allora un adolescente – disse John che fu chiamato sul luogo dell’impatto dopo le 16:44 in qualità di pompiere dalla zona di Latrobe per cercare l’UFO schiantatosi: “Era agli inizi di dicembre e c’era anche poca neve. Vidi un oggetto infiammato nel cielo. Non so bene in che direzione andasse, ma veniva da nord. Risposi alla chiamata e mi fu detto che c’era bisogno di una squadra di ricerca perché si credeva fosse un aereo precipitato. Così pensai ‘Oddio, ecco quello che vidi”.
Quando i pompieri arrivarono al Kecksburg Fire Hall, furono viste le cartine geografiche e furono spediti dei gruppi divisi in zone."Stava diventando buio ed avevamo delle torce - continuò John – “Fummo caricati sul retro di un camion e ci dissero di andare per di là e così facemmo. Un’altra squadra trovò l’oggetto. Assolutamente non era un aereo, né un elicottero, niente che avessi mai visto prima. Era caduto in una zona parte prato e parte foresta e noi andammo ad investigare. Scoprimmo che l’UFO si era schiantato in un angolo di 30-40°, aveva spezzato molti tronchi d’albero. Non era un aereo, di questo ne ero più che sicuro! Non c’era fusoliera, era un unico pezzo solito, senza né portelli né finestrini.

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Era a forma di ghianda e giaceva su un fianco, come una ghianda proprio. Sono stato macchinista per 24 anni e ho lavorato con tantissimi tipi di metalli, ma non ne avevo mai visto uno simile. Aveva anche delle scritte sopra, non come le nostre, ma geroglifici tipo antico egizio. Aveva una specie di paraurti attorno e le scritte erano lì sopra. Ho letto un sacco di libri sugli egizi, sugli inca, sui peruviani, ma non era la loro scrittura”. L’oggetto non era rotto, solo sbeccato. Non emetteva fumo, vapori né altro. La parte visibile dell’UFO era lunga tra gli 8-10 piedi, larga 6-7 piedi.

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Il cratere che scavò nel terreno era di forma rettangolare. John disse che la polizia di stato era arrivata e che subito l’area fu isolata e smantellata. Mandarono via tutti a tarda notte. Portavano enormi radio e oggetti simili, guardie armate per bloccare i curiosi. I pompieri furono fatti sloggiare. Tutto finì sotto il loro controllo. Fu portato un grande camion, e dopo un’oretta, tornarono tutti indietro portando quel grande oggetto coperto da un telo con scorte militari davanti e dietro.
Molti ricercatori hanno provato ad indagare, per documentare meglio i vari risvolti della vicenda, sentendo parallelamente la storia dei testimoni e la versione delle autorità per disegnare in maniera oggettiva le conclusioni, e fare luce su cosa accadde realmente quella notte di 40 anni fa. Uno degli autori della ricerca è la giornalista Leslie Kean, che curò un servizio per il canale via cavo Sci-Fi Channel, una delle reti possedute dal colosso delle comunicazioni NBC. Convinta delle anomalie del caso, Kean e alcuni suoi collaboratori due anni fa hanno portato la NASA in tribunale, facendo riferimento alla legge sulla trasparenza delle informazioni, e raccogliendo tutte le notizie che il governo teneva archiviate concernenti l'avvenimento. Il giudice del tribunale di Washington Emmett Sullivan non ha accettato la giustificazione della Nasa secondo cui le carte dell'incidente erano irrimediabilmente scomparse e vuole che entro la fine dell'anno siano riportati alla luce i documenti relativi all'incidente degli anni Sessanta."Quella sera qualcosa è accaduto -sottolinea la Kean - La Nasa fino a oggi ha fatto ostruzionismo e adesso ha l'obbligo di portare alla luce la verità che 40 anni fa tenne nascosta. È una vittoria per quei cittadini che a suo tempo non si fecero intimidire". Quella causa continua, ma nessuna rivelazione finora è stata sollevata dalle mani della NASA. L'avvocato di Kean ha tutt'ora presentato una nuova istanza ma il processo pare ad un binario morto. Un portavoce della NASA ha confermato alla stampa accreditata che l'agenzia,quando le fu chiesto di analizzare i frammenti,giunse alla conclusione che questi fossero riconducibili ad un satellite russo. Kean e Helfrich non credono alla spiegazione fornita dall'Agenzia Spaziale Americana. Infatti dopo avere studiato i percorsi orbitali dei satelliti conosciuti e di altre sonde, fino 1965, hanno concluso che l'oggetto non poteva essere un satellite russo o qualunque altro oggetto di natura artificiale. Nuovi interrogativi vengono inoltre sollevati sulla forma dell'oggetto. Alcuni testimoni sostengono che fosse simile ad una grossa campana di bronzo con striature dorate ai lati e misteriosi segni mai visti prima.

Naturalmente queste indiscrezioni non hanno trovato conferme sicure, e possono benissimo essere frutto di speculazioni o dichiarazioni distorte. Restano tuttavia aperte parecchie questioni riguardanti l'oggetto misterioso rivenuto a Kecksburg. Ad esempio, come mai le tesi che seguirono cambiarono radicalmente passando dal meteorite al satellite russo (sempre di gran moda in questi casi)? Perché subito dopo la caduta dell'oggetto l'intera zona fu recintata e interdetta ai civili, come se si dovesse nascondere qualcosa di compromettente? Quali documenti sono rimasti segreti, e per quale ragione nel processo in cui furono citati in giudizio gli uomini della Nasa, questi si rifiutarono di rendere pubblici i fascicoli sull'accaduto? Perché si riscontano così tante teorie differenti rispetto all'impatto dell'oggetto e alla sua descrizione, tra i testimoni e i documenti ufficiali? Come spesso succede in questi casi la realtà si mischia con le congetture, e i vari livelli di inchiesta vengono inglobati tra loro, e ne viene fuori una frustrante deviazione dai fatti reali. Molto probabilmente non sapremmo mai cosa successe davvero la sera del 9 dicembre 1965, almeno non in maniera soddisfacente, quello che oggi sappiamo è che purtroppo ancora una volta il caso di un oggetto non identificato caduto al suolo è stato liquidato come un satellite o la solita sonda.

Le ricerche di Stan Gordon hanno rilevato che un gruppo militare coinvolto doveva esser stato il 22° Squadrone Radar, di base all’Oakdale Armory, vicino al Greater Pittsburgh International Airport; esso controllava il comando di Aerodifesa Spaziale ed i tentativi di declassificazione dell’UFO-crash di Kecksburg, nonostante il FOIA, non hanno dato molti risultati. A risposta delle sue richieste, dissero che non risultava che il suddetto squadrone fosse coinvolto nelle operazioni di recupero, e ciò fa storcere il naso a Gordon, il quale si chiede come tutta quell’attrezzatura e tutto quel personale potesse essere attivato senza annotazioni verune. Nelle sue ricerche, egli dice di sapere benissimo che l’USAF stava ancora investigando casi UFO pubblicamente, ai tempi, e che erano stati i membri del Project Blue Book a chiamare il 22° Squadrone. Successivi resoconti lo hanno portato a credere che persino essi non erano a conoscenza con ciò che poteva mettere in pericolo la sicurezza nazionale, e che alcuni servizi segreti investigarono schianti di veicoli spaziali alieni. Un’altra strana faccenda che accadde quella notte fatidica erano i resoconti di alcuni cittadini sul rilascio di alcune radiazioni. Gordon spiega che ad alcuni bambini che giocavano nella zona dello schianto i militari avrebbero detto che c’era una vaga possibilità di contrarre radiazioni, e che alcuni uomini vestiti di tute anticontaminazione furono visti nella zona più tardi, il giorno dopo. Anche se esiste la possibilità che l’oggetto poteva anche essere un detrito spaziale o un resto di un esperimento terrestre, documenti ed evidenze ottenute nelle indagini di questi ultimi anni sembrerebbero parlare di un UFO a tutti gli effetti. E John aggiunse: - “Non era un oggetto del nostro pianeta. Allora ero scettico, ma quando vedi qualcosa di simile, non te la scordi più. Quando vieni chiamato dal dipartimento dei pompieri a quel modo tu pensi subito che si era trattato di un aereo, non certo di un UFO. Non mi dimenticherò mai quell’oggetto, e voglio sapere che diavolo fosse!”.


http://ufoisland.blogspot.com/2008/08/il-controverso-crash-di-kecksburg.html
http://www.ufoonline.altervista.org/casokecksburg.htm



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