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MessaggioInviato: 22/02/2010, 13:27 
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Ma anche con gli "Ares" sempre di razzi si tratta! [8)]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 22/02/2010, 13:36, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/02/2010, 16:38 
Però è triste pensare che nell'arco delle nostre vite non vedremo mai tecnologie fantastiche come quelle che muovono gli ufo e tantomeno faremo viaggi su altri mondi come fanno oramai da tempo immemorabile i nostri amici et...
Dopo 50 anni di voli spaziali siamo ancora alle prese con ares 1...2...3...4...[V]



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"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
Verner Von Braun,1972
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MessaggioInviato: 22/02/2010, 17:25 
Infatti ... Gira rigira non sono capaci a sfruttare l'energia elettromagnetica. [8)] (E sì, che dovrebbero sapere che l'avvenire sta in quella!) [;)]



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MessaggioInviato: 22/02/2010, 18:06 
Un omaggio alla nostra carissima ed esperta in Astronomia/Astronautica 2 di 7 (una foto da lei postata su "Missioni Spaziali e Astronomia"http://www.ufoforum.it/forum.asp?FORUM_ID=54)

[img][IMG]http://i46.tinypic.com/2urqc04.jpg[/img][/img]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 22/02/2010, 18:07, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/02/2010, 21:12 
Si continua a parlare della stranezza delle Lune di Marte ....
E questo mi fa venire in mente alcune cosee che leggevo da ragazzo ...

Ne parlò addirittura J. Swift nel suo volume "I viaggi di Gulliver", nel 1726!
Parlando dell'immaginario regno di Laputa descrisse che Marte aveva due Satelliti.
L'astrofisico russo Sklowvsky disse durante la festa del 1à maggio a Mosca, chein base alle più recenti osservazioni si doveva convenire che i due Satelliti di marte dovessero essere artificiali, posti in orbita da una razza sconosciuta che abitò su Marte 2 o 3 miliardi di anni fà...(Da un'intervista alla "komsomoloskaya Pracda").
Infatti, secondo l'astrofisico,i duee Satelliti differiscono per molti particolari dagli altri Satelliti naturali; innanzi tutto per le loro piccole dimensioni, poi, sia "Phobos" che"deimos" ruotano molto vicini alla superficie di marte! In più, che non trova riscontro per nessun'altro Satellite, "Phobos" compie il movimento di rivoluzione attorno al Pianeta più brevementedel periodo di rotazione di .. Marte!
Se provenissero dalla "fascia degli Asteroidi" non si comprende come possano compiere orbite quasi circolari con il piano che coincide con quello dell'equatore marziano! Sembrapoi che "Phobos" stia perdendo quota accelerando progressivamente ...
La sua densità poi, è all'incirca 1000 volte a quella dell'acqua;una simile leggerezza fa pensare che sia come ... vuoto, all'interno.


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I misteri delle lune marziane
21 Febbraio 2010
di karlowitz

Nel 1877 l’astronomo americano Asaph Hall ha scoperto due piccole lune che ruotavano intorno al pianeta Marte, in seguito chiamate Phobos (Fobia) e Deimos (Panico). Più di 130 anni dopo gli scienziati stanno ancora cercando di svelare i misteri che le riguardano. Di recente i sorvoli ravvicinati del veicolo spaziale dell’ESA Mars Express hanno fornito degli indizi sulla loro composizione e sulla loro provenienza. Mars Express è attualmente il solo veicolo spaziale operante attorno al Pianeta Rosso, che si trova in una orbita spiccatamente ellittica, cioè di forma ovale. Questo tipo di percorso lo porta di conseguenza ad attraversare l’orbita di Phobos, permettendogli di vedere entrambi i lati di questa piccola luna. Come avviene con la nostra Luna qui sulla Terra infatti, anche Phobos mostra sempre la stessa faccia verso Marte. Fra il 23 luglio e il 15 settembre 2008 , Mars Express ha effettuato otto passaggi ravvicinati a Phobos a distanze che variavano da 4.500 km fino ad arrivare a soli 93 km.

Le immagini ravvicinate mostrano che Phobos, la luna più grande, è una roccia spaziale a forma di patata e misura solo 27 x 22 x 19 km. É molto scura, più nera del carbone, e la sua superficie è piena di crateri. Misurando con attenzione l’attrazione gravitazionale di Phobos su Mars Express durante ciascun passaggio ravvicinato, gli scienziati hanno dedotto che il satellite ha una densità molto bassa. Più che di un singolo corpo solido, perciò, si tratta quasi certamente di una grande quantità di rocce tenuta insieme della gravità.
Gli studi di Mars Express sembrano suggerire che Phobos e Deimos possano essere stati in passato asteroidi in orbita intorno al Sole tra Marte e Giove. Nessuno però è ancora in grado di spiegare come siano stati catturati da Marte e come siano finiti nelle ‘normali’ orbite sopra il suo equatore.


http://www.altrogiornale.org/news.php



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MessaggioInviato: 23/02/2010, 08:43 
si, ma per quale ragione li avrebbero messi in orbita?
è questo che non capisco. Ma vabbé, di astronomia non capisco niente [:p]



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MessaggioInviato: 23/02/2010, 11:47 
E questo sarebbe il "bello" (non che non capisci di astronomia,èh?) [:D]



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MessaggioInviato: 23/02/2010, 13:10 
Siete a conoscenza delle ultime di Zanfretta?


Un noto giornalista siciliano intervista Pier Fortunato Zanfretta

Immagine

Zanfretta accanto al presidente del CUS (Centro Ufologico Siciliano) Salvatore Giusa


(febbraio 23, 2010 centroufologicotaranto )

Il metronotte rapito dagli “E.T.” è stato ospite del “CUS” (Centro Ufologico Siciliano) di Riposto. Da lui nuove sensazionali rivelazioni: in questo 2010 qualcosa di eclatante potrebbe accadere sulla Terra e i “disegni” di Eugenio Siragusa ritraevano il vero.

Torna d’attualità il “Caso Zanfretta”, balzato agli onori della cronaca nel “lontano” 1978, quando l’allora poco più che ventenne metronotte lombardo Pier Fortunato Zanfretta, in servizio nei dintorni di Genova, fu protagonista di un fenomeno di “abduction”, ossia un rapimento da parte di entità extraterrestri.

A detta anche dei più scettici, quanto occorso all’agente presenterebbe un notevole grado di credibilità: ai suoi incontri ravvicinati si accompagnavano, in quei giorni, numerosi avvistamenti Ufo da parte della popolazione locale e la presenza di gigantesche orme non certamente umane nei tratti di terreno in cui Zanfretta veniva ritrovato (in stato confusionale e febbricitante) dopo essere stato rilasciato dai “mostri” (da lui descritti come esseri dalla pelle verdastra ed increspata, alti quasi tre metri, con grandi spigoli sulla testa ed occhi triangolari gialli).

Il personaggio dichiara di essere stato negli ultimi trent’anni costantemente in contatto con queste entità tramite una misteriosa ed inquietante scatola metallica al cui interno vi sarebbe una sfera, a sua volta contenente una piramide immersa in un fluido di colore bluastro. Gli alieni gliel’avrebbero affidata dopo una serie di undici incontri ravvicinati conclusisi nel 1981, ed il metronotte l’avrebbe nascosta in una contrada ligure sperduta e difficile da raggiungere (nei pressi di Torriglia, il paesino sopra Genova che fu teatro dei suoi primi contatti con gli alieni), dove lui si reca ogni qualvolta (almeno ogni due settimane) avverte una sorta di richiamo inconscio inviatogli da una specie di microchip che gli sarebbe stato installato nel cranio durante uno degli interventi invasivi subiti su un’astronave degli alieni.

Sulla mirabolante vicenda e sul suo protagonista si stanno riaccendendo i riflettori in quanto, dai più recenti contatti con la “scatola”, Zanfretta avrebbe percepito che entro il presente anno 2010 avverrà qualcosa di particolare nel rapporto tra l’umanità e gli esseri provenienti da altri mondi.
Oggi l’ex metronotte è un attempato signore che ha definitivamente smesso la divisa e la rivoltella ritenendo più appagante lavorare al servizio di una cooperativa sociale impegnata nel dare sostegno a persone malate e bisognose.

E qualche giorno fa, reduce dall’ennesima nottata (tra le ore 23,00 della sera e le 4,00 del mattino) trascorsa accanto alla “scatola extraterrestre”, è arrivato a Riposto per prendere parte all’interessante convegno che gli ha dedicato il “Centro Ufologico Siciliano” (C.U.S.) guidato dal presidente Salvatore Giusa, il quale è ancora una volta riuscito a trascinare in Sicilia una presenza “vip” del panorama ufologico nazionale (nei mesi scorsi il Cus ripostese aveva ospitato il famoso ricercatore Corrado Malanga ed ancor prima la nota scrittrice Valentina Gebbia, autrice di un romanzo-inchiesta sui fenomeni di Caronia).

“Una storia vera” era l’intitolazione che il presidente Giusa e l’impeccabile giornalista moderatore Stefano Famà hanno voluto dare alla conferenza, proprio a rimarcare l’attendibilità di quanto riferito in questi anni da Zanfretta, un uomo che non avrebbe avuto certo alcun interesse a raccontare frottole visto che, alla fine, tale vicenda si è ritorta contro di lui, procurandogli un certo dileggio da parte dell’opinione pubblica, l’allontanamento della famiglia e difficoltà nell’ambito del suo lavoro («Se avessi saputo tanto – ripete spesso visibilmente rammaricato e denotando una sincera buona fede – mi sarei tenuto tutto dentro, senza parlarne con nessuno»).

Così anche noi ne abbiamo approfittato per rivolgere a Fortunato Zanfretta alcune domande, aggiungendoci alla sfilza di famosissimi giornalisti ed anchorman che in questi anni hanno fatto a gara per intervistarlo o averlo ospite nelle più popolari trasmissioni televisive.

- Signor Zanfretta, da cosa derivano le sue recenti preoccupazioni per il corrente anno 2010?

«Dal sistema di luci di cui è corredata la “scatola”: in questi ultimi mesi, ed a cadenza regolare, undici su dodici si sono accese, ma l’ultima continua a rimanere spenta. Lo ritengo un particolare inquietante. Sulla base dei segnali che mi giungono, qualcosa dovrebbe accadere al massimo entro il mese di luglio di quest’anno. Se dovessi avere intuizioni più precise informerò per tempo l’amico Salvatore Giusa, presidente del “Centro Ufologico Siciliano” ed organizzatore di questo convegno, affinché lui possa comunicarle anche voi ed a tutte le persone a lui care».

- Ma ci faccia meglio capire cosa succede quando lei si reca dalla “scatola”…

«Intanto, dato il luogo in cui si trova, mentre per qualsiasi altro uomo sarebbe un’impresa, io ci arrivo sempre con estrema facilità, quasi aiutato da una forza che mi spinge verso di essa; ed anche se piove o nevica arrivo lì completamente asciutto. Quando sono nelle immediate adiacenze si accende una luce che via via s’ingrossa fino ad inghiottirmi. Vengo, dunque, proiettato in un’altra dimensione e mi ritrovo in un lungo corridoio che mi conduce alla grande stanza in cui si trova la “scatola”. Mi seggo accanto a quest’ultima (un cubo di un metro per un metro di probabile metallo) ed appoggiandovi la mano ne provoco automaticamente l’apertura. Quindi la piramide a tre facce contenuta nella sfera di vetro inizia a roteare su se stessa generando delle scosse elettriche luminose».

- Ed a cosa conduce tutto ciò?

«Non saprei. So solo che quando da quella sorta di “chip” che gli alieni mi installarono nella zona del cranio ricevo l’ordine di andare lì, non posso esimermi dal farlo; e che quando vado via dalla “scatola” avverto nella testa un po’ di confusione. Suppongo di venire utilizzato come una “memoria esterna” di un computer, il cui contenuto la “scatola” provvede a “scaricare” per acquisire informazioni su noi umani. Chissà…: forse la prossima volta che andrò lì giungeranno su qualche altra galassia anche i volti di voi che ho incontrato stasera qui a Riposto ed i discorsi che abbiamo fatto…».

- Perché non porta mai nessuno con sé quando si reca in visita alla “scatola”?


«Perché non voglio che si distruggano vite umane. Una volta da tale apparato vidi partire un raggio ed un istante dopo sentii un urlo lancinante: mi voltai e vidi una lepre che evidentemente mi aveva seguito e che era stata fulminata. La stessa sorte potrebbe toccare ad un uomo. Tanti amici ed ex colleghi di lavoro si dicono pronti ad accompagnarmi armati, ma penso proprio che nessun mezzo di offesa-difesa in possesso di noi umani possa sortire effetti in un tale contesto. Diverse volte ho anche tentato di fotografare la “scatola” per portare una prova della sua esistenza, ma si ottenevano solo scatti dal contenuto confuso ed indecifrabile».

- Pare, comunque, che la “scatola” non fosse destinata propriamente a lei, bensì ad un eminente scienziato americano, guarda caso piuttosto scettico riguardo agli avvistamenti Ufo, sui quali lo stesso stava indagando su preciso mandato delle autorità governative statunitensi…

«E’ vero: gli alieni, in realtà, mi affidarono il compito di farla pervenire all’astronomo Josef Allen Hynek, deceduto nel 1986 per un tumore al cervello. Mi misi subito in contatto con lui invitandolo a venire in Italia per ritirarla in quanto io non mi sarei potuto permettere un viaggio alla volta degli Stati Uniti. Ma lui mi mandò un suo collaboratore ed io mi rifiutai di consegnargliela».

- Ma perché le entità extraterrestri avrebbero scelto lei come interlocutore o “cavia”?“


«Non sono mai riuscito a spiegarmelo. Probabilmente avrebbero sortito effetti migliori con una persona più colta ed altolocata; ed, invece, hanno preso di mira uno semplice e sconosciuto come me che, a causa di questa vicenda, ho avuto stravolta la vita. Credetemi: ho tanta paura, perché ho a che fare con esseri a noi ignoti ed, in ogni caso, diversi dall’uomo. Non riesco a capire se vogliono il bene o il male dell’umanità. Ultimamente, quando mi reco dalla “scatola”, avverto il seguente imperativo: “Prepàrati”. Ma a che cosa dovrei prepararmi?!… ».

- Lei è a tutt’oggi “corteggiato” dalle televisioni, da studiosi e ricercatori e, probabilmente, anche da uomini dell’“intelligence”: non ha mai tratto profitti economici da ciò?


«Assolutamente! Mi sono state offerte valigette piene di banconote, ma le ho sempre rifiutate».

- Lei si interessa di ufologia e di esperienze extraterrestri di altre persone?


«Per niente! Di esperienza mi basta la mia. E’ l’esperienza che mi limito a testimoniare nelle varie conferenze e trasmissioni televisive cui vengo invitato. Avendola vissuta sulla mia pelle, so di dire la verità e, pertanto, la mia coscienza è tranquilla. Si è liberissimi di non crederci, ma non me ne frega niente!».

- Il compianto Enzo Tortora, Baudo, Costanzo, Fazio, Magalli ed altri popolarissimi anchorman televisivi si sono occupati del suo caso e l’hanno voluto ospite nelle rispettive trasmissioni. Ma i grandi mass media nazionali che approccio hanno con le tematiche extraterrestri?


«C’è la tendenza a spettacolarizzare e, di conseguenza, a banalizzare tali questioni. Al “Bivio” di Enrico Ruggeri, ad esempio, è stata realizzata e mandata in onda una molto suggestiva ricostruzione sceneggiata di quanto mi è accaduto, ma parecchio lontana dalla realtà dei fatti. Nei cosiddetti “salotti” o “talk-show”, poi, si rischia di perdere la reputazione in una manciata di minuti: tutto si trasforma in “trash” perché, onde fare “audience”, ti mettono sempre accanto il “fenomeno da baraccone” che sfrutta l’ufologia per acquisire facile popolarità o quello che deve, a priori, recitare la parte del “contraddittore”, anche se non ne è affatto convinto. Ricordo, ad esempio, il falso scetticismo nei miei riguardi di un “tal” Alessandro Cecchi Paone il quale, invece, ha pubblicamente ammesso di aver avuto esperienze extraterrestri».

- Lei crede in Dio?


«Eccome! Sono un credente, frequento la Chiesa ed amo aiutare la gente che soffre nell’ambito del mio nuovo lavoro di dipendente di una cooperativa socioassistenziale. La fede, anzi, mi ha aiutato a superare i momenti critici che ho vissuto in ambito familiare e lavorativo a seguito delle note vicende occorsemi. E penso proprio che la Chiesa, anche se non lo vuol dare a vedere, si interessi al mio caso. Dico questo perché, tempo addietro, i dirigenti della mia cooperativa mi mandarono in missione alla Città del Vaticano per consegnare un plico ad un alto prelato. Ebbene: mi accorsi che era tutto un pretesto per dare modo alle autorità ecclesiastiche di venire in contatto con me. Non appena consegnato quel plico, infatti, era mia intenzione riprendere subito la via del ritorno, ma fui con insistenza pressato per rimanere a pranzo: alla fine mi ritrovai circondato da diverse decine di religiosi che, un po’ come avete fatto voi questa sera in questa conferenza, mi rivolgevano domande sui fenomeni di cui sono stato e sono protagonista».

- Quando si parla di ufologia in Sicilia, non si può non pensare al famoso contattista catanese Eugenio Siragusa, deceduto alcuni anni fa. Ha mai avuto rapporti con lui?


«Altro che! Di Siragusa ho, anzi, un particolarissimo e significativo ricordo. Ci conoscemmo da queste parti in occasione di una trasmissione televisiva, e mi rivolse lo “strano” invito a recarmi con lui sull’Etna alle… quattro del mattino! Io accettai e, dopo ben tre ore di cammino, giungemmo dinnanzi ad una grotta lavica dove, a suo dire, abitavano dei suoi “amici”. Ebbene: davanti ai nostri occhi si materializzarono dal nulla quattro figure simili ad esseri umani, ma altissime (quasi tre metri), con lunghi capelli biondi e vestite con tuniche bianche. Alcuni anni dopo, nel corso di un convegno al Nord Italia in cui si parlò pure di Siragusa, vidi proiettato su uno schermo il disegno di quelle quattro figure. Come dicevo prima, l’ufologia e le persone che ruotano attorno ad essa non mi appassionano più di tanto, ma ho sempre sentito dire che degli esseri che Eugenio Siragusa diceva di incontrare sono rimasti solo i suoi schizzi; per quanto mi riguarda posso, invece, testimoniare che quel disegno rispondeva perfettamente alla realtà».

Intervista effettuata dal giornalista RODOLFO AMODEO

Si ringrazia il CUS (Centro Ufologico Siciliano) per il materiale inviatoci

Sito del CUS http://www.centroufologicosiciliano.info



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MessaggioInviato: 23/02/2010, 14:04 
Per non creare "doppioni" sul Forum, l'unica maniera da me proposta sarebbe quella di fare in modo che l'Indice sia sempre visibile, per consultarlo; poi, eventualmente, ampliare e discutere. Così si creano doppioni! Non saprei; oppure, visto che ciò che ritenevo importante l'ho postato, potrei anche chiuderlo ... I dont knwow...
Moderators, pensateci voi! [8D]



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MessaggioInviato: 23/02/2010, 14:31 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

I misteri delle lune marziane.


Ne avevamo già parlato qui; http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=5449 . Posto alcune mie considerazioni a smentita di questo articolo.

Cita:
Lawliet ha scritto:

Cita:
Differiscono, anzitutto, per le loro minuscole dimensioni, di parecchio inferiori a quelle d' ogni altro accompagnatore cosmico.


Oggi sappiamo che esistono un altissimo numero di asteroidi dalla grandezza simile a quella di Phobos, ed ugualmente siamo a conoscenza di quanto sia facile che uno di questi venga catturato dalla gravità di un pianeta. Riportando, inoltre, la probabilità che uno di questi corpi venga catturato da un pianeta.. all'infinità del tempo che è trascorso dalla "creazione" di Marte ad oggi, ci si rende subito conto di quanto possa essere normale.

Cita:
In secondo luogo va notato che Phobos e Deimos ruotano estremamente vicini alla superficie marziana;

ed un altro fenomeno che non trova riscontro nel regno del Sole, è quello per cui il periodo di rivoluzione di Phobos è più breve del periodo di rotazione di Marte intorno al proprio asse."[/i]


Chiaramente un corpo così leggero viene attirato sempre più verso Marte, a differenza di altri satelliti, ed il fatto che oggi si trovi a 6000km non denota nessuna stranezza. Semplicemente siamo stati così fortunati da vivere in questo periodo temporale. Chissà quanti asteroidi son stati catturati dalla Terra nel corso della propria lunghissima esistenza.. asteroidi che son poi finiti sulla superficie dopo una lunga agonia.
Stessa questione per il periodo di rivoluzione.. si tratta di un corpo leggerissimo, e sempre più vicino a Marte; è normale che sia molto più veloce di tutti gli altri. Si può fare un paragone (errato) con Mercurio; guarda quanto è veloce..

Cita:
Osservò inoltre che le spiegazioni date sull' origine dei due corpi celesti non sono accettabili: infatti, se provenissero dalla fascia degli asteroidi non si spiegherebbero le loro orbite quasi circolari, su un piano che coincide con quello dell' equatore marziano.


Anche qui non vedo cosa ci sia di strano, se non una angolazione come tutte le altre (dovremmo meravigliarci del fatto che l'asse di Urano sembri "coricato" sul circolo di rivoluzione?).

Cita:
Inoltre, la densità di Phobos è circa 1000 volte inferiore a quella dell' acqua (!) il che induce lo scienziato ad affemare:


"Esiste una sola argomentazione atta a spiegare sia la soldità del satellite, sia la sua densità irrisoria: Phobos deve essere cavo, vuoto all' interno, come una scatola da conserva da cui si sia estratto il contenuto." (!!) "Ma è possibile che un corpo celeste naturale sia cavo? Questa supposizione va scartata a priori. Non resta, quindi, che propendere per l' origine artificiale del satellite. Lo stesso, forse, può essere detto anche per Deimos, anche se le sue anomalie sono meno evidenti"


Per niente vero.
La densità di Phobos è 1,9x10^3kg/m^3, ovvero circa il doppio di quella dell'acqua, e al contempo circa la metà di quella di Marte. Potrebbe essere composto, oltre che da roccia, anche da ghiaccio; e sarebbe spiegata la differenza.

[...]

Cita:
Nessuno ha ancora spiegato ad esempio come mai Phobos stia perdendo quota ed accelerando la sua corsa, proprio come un satellite artificiale, destinato a schiantarsi.


Invece mi pare di aver risposto già in parte alla questione.
Innanzitutto noi siamo in grado di osservare corpi così piccoli solo da pochissimo tempo (qualche decennio) rispetto alla lunga vita dei pianeti, e già questo dovrebbe iniziare ad alterare il tuo concetto di "anormale".
Siamo, oggi, a conoscenza di moltissimi asteroidi (phobos può essere tranquillamente visto come uno di questi) più o meno grandi nel Sistema Solare.. ma proprio tantissimi. E siamo anche a conoscenza dei meccanismi che potrebbero portare alla cattura di uno di questi asteroidi da parte di qualche pianeta. Certo, è molto più facile che l'attrazione gravitazione li faccia precipitare direttamente; ma al contempo c'è la possibilità che una molla gravitazionale metta in orbita gli asteroidi per un determinato periodo, prima di farli cadere (ed essendo leggerissimi la loro velocità di rivoluzione tenderà per forza ad aumentare verso l'interno).
Non c'è nulla di strano. Kolosimo ha affermato ciò, con onestà intellettuale, in concomitanza con l'epoca da lui vissuta; oggi grazie a Dio siamo leggermente avanti e possiamo prenderci la briga di dimostrare l'inesattezza di molte questioni.
Dovremmo meravigliarci per l'inclinazione dell'asse di Urano? Potremmo speculare anche su questo, ad esempio, ed ipotizzare che sia stato Dio a dargli un calcio sul dì dietro per dare a noi la testimonianza della sua presenza.. a me le due ipotesi sembrano di uguale valore.

Cita:
Così come nessuno ha spiegato come mai il suo periodo di rivoluzione sia più veloce di quello di rotazione del pianeta attorno cui orbita, caso unico in tutto il Sistema Solare.


Ancora, non vedo dove sia il problema.
Phobos è una delle pochissime testimonianze che abbiamo (se non l'unica in effetti) di "asteroidi-temporaneamente-satelliti"; data la sua piccola grandezza e massa non può sfuggire e contrastare al meglio la forza gravitazionale di Marte (come fa ad esempio la Luna con la Terra), e viene quindi costretto a spostarsi sempre più verso il pianeta (magari anche per l'effetto degli altri satelliti).. questo fa sì che la sua velocità aumenti notevolmente (più è piccola la massa e più è vicino al pianeta... maggiore sarà la velocità di rivoluzione). Non c'è nulla di strano se si considera la sua reale natura.. quella di asteroide.

Ma anche qualora Phobos fosse stato un satellite dalla grandezza della Luna ed in futura collisione con Marte... dove sarebbe stata la stranezza? Semplicemente avrebbe agito un meccanismo gravitazionale (per quanto poco probabile) che lo avrebbe indotto a schiantarsi.
Se una pallina su dieci entrasse in un barattolo durante una gara di lancio; dovremmo forse sostenere che quella pallina fosse stata modificata geneticamente o telecomandata?
Venere ruota in senso contrario; quale potrà mai essere stata la causa? [:p]


Ultima modifica di Lawliet il 23/02/2010, 14:32, modificato 1 volta in totale.


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Traduzione a cura di http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=8495

di Alejandro Rojas

Il misterioso fenomeno dei Crop Circle in cui veniene schiacciato il grano, che passa da semplici cerchi a gigantesche opere d'arte elaborate è stata osservata a partire almeno dal 1600 in colture di tutto il mondo.
Le moderne ricerche sui Crop Circle ebbero inizio nel 1980 quando iniziarono ad apparire in massa, soprattutto in Inghilterra.

Nel 1991, Doug Bower e Dave Chorley, due uomini di Southampton, sostennero
di essere gli artefici di tutti i cerchi apparsi in Inghilterra. Molti accettarono queste spiegazioni come la risoluzione del mistero dei cerchi ne grano, in particolare negli Stati Uniti. Tuttavia molte persone negli USA non sono a conoscenza che i Crop Circle continuano ad apparire in forme sempre più elaborate ogni anno. Doug e Dave da tempo non girano più di notte nei pressi delle coltivazioni inglesi, purtroppo Dave è deceduto e Doug a tutt'oggi ha ottant'anni. Altre persone hanno ammesso di continuare l'opera che viene definita "l'arte di fare i cerchi nel grano".

A prescindere dei cerchi che sono fatti dai falsari, o artisti, ci sono ancora tanti misteri e fenomeni riscontrati che devono essere ancora risolti. C'è il fatto che questi fenomeni di schiacciamento delle culture vengono segnalate da centinaia di anni, e vi è anche un'abbondanza di dati scientifici che porta a pensare che non si tratti semplicemente di qualche persona che furtivamente schiacci il grano con strumenti e corde nel bel mezzo della notte.

Tra i ricercatori che hanno mostrato interesse per i cerchi nel grano ci fu il biofisico, W.C. Levengood. Cominciò a campionare alcune piante all'interno ed all'esterno dei Crop Circle per cercare anomalie e cominciò a notare differenze inspiegabili. Per cercare finanziamenti per il suo lavoro e per meglio condividere le sue scoperte, Levengood fondò assieme a John Burke, e Nancy Talbot il BLT Research Team.

Nel corso degli anni il BLT è stato in grado di registrare le seguenti anomalie: nodi ingrossati, piegatura degli steli e dei nodi, cavità di espulsione, semi colpiti, effetti elettromagnetici, particelle di ferro meteorico, sfere di ferro magnetico, e la cristallizzazione dell'argilla. Esamineremo brevemente ciascuno di questi argomenti, riportati in maniera molto approfondita sul sito del BLT Research.

Nodi Allargati.

Il nodo è la "nocca" parte della pianta. Levengood constatò che le piante all'interno di alcuni cerchi possedevano nodi allargati; come se fossero stati tesi. Scondo talbott, a volte i nodi allungati si trovano in alcune parte dei cerchi, ma non in altri. Si era in grado di riprodurre questo effetto mettendo campioni normali in un forno a micro onde per 20 secondi.

Gambi e Nodi piegati.

In concomitanza di alcuni nodi, qualche volta apparivano piegati. il BLT rilevò che la flessione del nodo era presente in natura. Ad esempio, quando una pianta viene spinta verso il basso, essa inizierà a piegarsi verso il sole. Per questo motivo, è importante per i ricercatori da quanto tempo è stata fatta la piegatura verso il basso, ma anche tenendo in considerazione il fenomeno, fu notato che le curve presenti nei nodi e nei gambi non rientravano in questo schema naturale.

Ancora più interessanti furono le pieghe dello stelo ritrovate. Tipicamente le piante sono più forti alla base e più fragili sopra, quindi ci si aspetterebbe che questi steli fossero stati piegati di scatto piuttosto che piegati delicatamente.

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Cita:
Dettaglio dei nodi allungati sulle piante (image credit: BLT Research)


Espulsione delle cavità

Alcuni dei nodi delle piante dei cerchi del grano furono trovati esplosi, queste furono chiamate espulsioni delle cavità. Si credette che il riscaldamento dell'umidità all'interno dei nodi creò questa esplosione, molto simile al chicco di grano quando si trasforma in popcorn. Proprio come sono stati prodotti i nodi allungati, anche questo effetto è riproducibile con un forno a microonde.

Immagine

Cita:
Una cavità di espulsione (image credit: BLT Research Team)


Malformazione dei semi ed effetti delle germinazione

Interessanti risultati furono scoperte dal BLT riguardate le sementi. Alcune piante all'interno dei Crop Circle avevano compromesso la produzione delle sementi, mentre altre avevano smesso di produrre completamente i semi. I semi stessi alcune volte apparivano malformati e visivamente striminziti e spesso pesavano meno. Tuttavia, le piante prodotte da questi semi crebbero ad un tasso superiore alle altre.

Dopo l'osservazione e lo studio di questi effetti, Levengood e Burke furono in grado di riprodurre questi effetti sui semi attraverso impulsi elettrici partendo da semi normali. Nel 1998 brevettarono persino questa loro invenzione (brevetto #5.740.627). Talbott e Burke cercarono di vendere questa tecnologia, ma al tempo l'interesse per la manipolazione genetica era di scarso interesse e quindi non interessavano tali risultati.

Effetti Elettromagnetici

Un altro elemento che dimostrò che le forze elettromagnetiche entrarono in gioco nella creazione dei Crop Circle fu associato al Principio Beer-Lambert, che descrive l'assorbimento di energia elettromagnetica da parte della materia. Il BLT constatò che il livello di allungamento del nodo diminuiva in relazione alla distanza della misura del cerchio come suggeriva il Principio. Questo convinse che molto probabilmente l'energia elettromagnetica era coinvolta nel fenomeno.

Particelle di Ferro Meteorico Fuso

Nel 1993, in un Crop Circle apparso durante le lo spettacolo delle "stelle cadenti" Perseidi, alcune piante al centro del cerchio erano ricoperte da uno strato di ferro. Atraverso un esame più approfondito emerse che la povere meteorica era fusa e copriva queste piante, alcune piante presentavano questo materiale incorporato in esse.

Sfere Magnetiche di Ferro.

Dopo aver ritrovato queste particelle, il BLT iniziò ad osservare i campioni di terreno per scoprire se questo fenomeno era presente in altri cerchi. Si continuò a trovare materiale simile, ed occasionalmente si trovarono minuscole sfere di ferro magnetico. In alcuni casi, si scoprì che la distribuzione di queste sfere nel Crop Circle era come se fosse eseguita da una forza di rotazione.

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Cita:
Sfere di ferro ritrovate nel terreno dei Crop Circle (image credit: BLT Research)

La Cristallizzazione dell'Argilla.

Dopo aver ascoltato una trasmissione radiofonica a cui era presente il Team di Ricerca BLT, dopo una formazione di un Crop Circle avvenuta a Logan nel 1996, nello stato dello Utah, la geologa Diane Conrad decise di eseguire alcuni test sul terreno stesso. Aveva scritto la sua tesi di laurea sugli effetti del calore sulla terra battuta. Dal momento che Levengood affermava che questi effetti avevano irradiato idi calore il terreno per brevi momenti, pensò che poteva trovare prove del fenomeno esaminando la cristallini del suolo. il suo test dimostrò che il terreno all'interno del cerchio di grano possedeva una cristallini superiore rispetto al terreno al di fuori del Crop Circle, supportando i risultati di Levengood.

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Cita:
Logan, Utah, Crop Circle Agosto 1996 (image credit: Mitch Mascaro/Herald Journal)

Chi o Cosa Creava i Cerchi?

Levengood spesso ipotizzò che un vortice di plasma naturale a spirale poteva creare questi cerchi. Pensò che questi vortici di plasma occasionalmente attraversavano i campi e che potevano emettere calore associato a microonde e assieme ad forze elettromagnetiche avrebbero creato tutti questi effetti. molti ricercatori sostennero che questo effetto potrebbe spiegare i cerchi più semplici i cerchi più semplici, ma non i disegni più complessi.

Fu anche ipotizzato che ci potrebbe essere un arma segreta chiamata "Maser" che sarebbe in grado di scolpire questi disegni nelle culture. Tuttavia, come sottolineò Talbott, questo non può spiegare la complessità del fenomeno.

Altri specularono che forse gli UFO erano gli autori. Tuttavia, nessuno ha mai visto un UFO creare un cerchio. In realtà, coloro che affermano di aver visto la creazione di un cerchio riferirono di aver visto una colonna di luce, o sfere di luce all'interno o attorno ai cerchi. Anche i cerchi realizzati dall'uomo hanno riferito di aver visto queste luci nei campi.

Per ora i cerchi rimangono un mistero. Tuttavia, grazie all'attenta raccolta di analisi dei ricercatori del BLT Research Team, ci stiamo avvicinando ad una risposta.

Per ulteriori informazioni sul BLT Research Team, visita il sito all'indirizzo: http://www.bltresearch.com/

Per vedere il risultato delle analisi del BLT seguire questi link:

Anomalie delle Piante - http://www.bltresearch.com/plantab.php
Crop Circle e Materiale Magnetico - http://www.bltresearch.com/magnetic.php
Cristallizzazione dell'Argilla - http://www.bltresearch.com/xrd.php



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Ufoplanet intervista Paolo Martinuz in merito al caso di Roswell

Paolo Martinuz da anni dedica parte della sua vita alla ricerca della verità sul presunto schianto UFO avvenuto nei pressi della cittadina di Roswell, New Mexico nel Luglio del 1947. Uno dei pochi italiani ad aver svolto indagini sul campo nell'Ottobre 2008 e nel Dicembre del 2009 e il risultato delle sue indagini verranno pubblicate in un libro di prossima uscita in Italia. Ha partecipato come relatore a svariate conferenze a tema, ed è autore di articoli per riviste di settore.

La redazione di http://ufoplanet.ufoforum.it/ vuole ringraziare di cuore Paolo Martinuz per aver gentilmente risposto ad alcune domande che riportiamo qui sotto:

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Paolo Martinuz


Domanda: Da quanto tempo ti occupi del caso di Roswell? Perché ti stai dedicando con tanto impegno alla vicenda?

Risposta: All'inizio degli anni '90 lessi il primo libro tematico, "The Roswell Incident" scritto da Berlitz e Moore, uno dei pochi saggi sull'argomento tradotto in lingua italiana. -Per la cronaca, Berlitz non fece nessuna indagine, non intervistò nessun testimone. Fu Moore con l'aiuto di Stanton Friedman a fare tutto. Sembra chiaro che si trattò di un'operazione commerciale, visto che Berlitz era uno scrittore di successo, ma lui con Roswell centrava come i cavoli a merenda-. Ovviamente, l'ipotesi del crash di un oggetto di provenienza extraterrestre ha il suo fascino e l'interesse per la faccenda era evidente. Riguardo alla tua seconda domanda, il mio impegno per la questione è legato oltre al tema indubbiamente suggestivo, anche al fatto che nessun ricercatore nostrano ha scritto un saggio su questo caso. In aggiunta, molti libri tematici non sono stati tradotti in lingua italiana e ci sono parecchie cose che vengono considerate come accertate dall'opinione pubblica, ma che in realtà non lo sono. Ho ritenuto necessario impegnarmi nel
produrre un lavoro che facesse il punto della situazione, azzerando il gap di informazioni che neanche internet può colmare. Mi dispiace scriverlo, ma ritengo che alcuni testi tematici sul crash di Roswell non siano validi. Chi compra un libro ha il diritto di ottenere informazioni "reali". Con il termine "reali" intendo che i dati riportati siano proposti al lettore in maniera corretta, possibilmente riportando le trascrizioni integrali delle interviste ai protagonisti, anche se questo influisce sulla scorrevolezza del saggio. Ma il vantaggio è che il lettore ha la possibilià di valutare i contenuti testimoniali originali. Il lettore paga e l'informazione che viene fornita deve essere tecnicamente ineccepibile.

D: Che opinione ti sei fatto sull'incidente avvenuto nel Luglio del '47?

R: Si tratta di una faccenda molto più intricata di quello che molti lasciano intendere. Il problema è che la prima indagine indipendente è partita per caso nel 1978, 31 anni dopo i fatti, quando Stanton Friedman intervistò telefonicamente l'allora Maggiore Jesse Marcel. Purtroppo alcune persone chiave (o presunte tali) era già decedute da tempo, come l'ex Comandante della base William Blanchard, il suo vice Payne Jennings, lo Sceriffo di Contea George Wilcox, il pompiere Dan Dwyer, l'allora Vice Governatore del New Mexico, Joseph Montoya e molti, molti altri. Immaginiamo per un momento che tutti questi individui fossero stati contattati ed intervistati...
Ci sono da considerare molte variabili. Prendiamo ad esempio le interviste ripetute. Diversi testimoni sono stati sentiti un numero esorbitante di volte (anche dal sottoscritto). Molti dei loro racconti sono variati nel tempo, spesso arricchiti da dichiarazioni non rilasciate precedentemente. Ma questo è fisiologico, come ci insegna la psicologia della testimonianza. Il problema è capire se le aggiunte fanno parte di una ricostruzione mnemonica basata su un ricordo vissuto o sono frutto di condizionamenti dovuti ai mezzi di comunicazione. I testimoni hanno anche inconsapevolmente riferito informazioni apprese guardando magari un programma televisivo o un articolo di giornale,facendole proprie e "collegandole" con la propria esperienza personale di allora?

C'è anche gente che ha deliberatamente mentito, sebbene ritengo che siano molto pochi. Ma tra verità e menzogna esistono
anche molte altre variabili, come i falsi ricordi, le omissioni etc.. Nel testo che stò scrivendo prendo in esame anche queste cose.

D: Cosa ne pensi delle recenti dichiarazioni della vedova del Generale Harry N. Cordes?
Le ritieni attendibili in base alle informazioni in tuo possesso?


R: Non lo so, ma quello che mi ha particolarmente impressionato è una frase di Rogene Cordes: "Se te lo dico dovrò ucciderti".
Questo le avrebbe detto suo marito dopo le continue pressioni di Rogene nel tentavo di conoscere la verità su che cosa realmente precipitò nel deserto. Sembra strano che una vedova si inventi simili frasi. Ovviamente qualcuno penserà che la donna possa aver mentito, tirerà in ballo i falsi ricordi o penserà che soffra di demenza.

D: Credi che furono davvero recuperati corpi alieni?

R: La mia indagine non è ancora conclusa, scriverò ovviamente tutto quello che penso nel libro. Comunque ho imparato in questi anni che le opinioni personali lasciano il tempo che trovano. Non mi va di vendere fumo con frasi ad effetto.

D: Cosa ne pensi dell'ormai scomparso Colonnello Philip Corso?

R: Ritengo che le persone adatte per esprimere opinioni personali su Corso siano quelle che l'hanno conosciuto. Mi riferisco
in primis a Paola Harris, Maurizio Baiata e Roberto Pinotti. Il Colonnello non viene menzionato nel mio libro come neanche quel furbacchione di Santilli. Il motivo è semplice: il lavoro che stò svolgendo è imperniato sulla ricostruzione degli eventi verificatosi a Roswell, New Mexico, nel 1947 e sul presunto collegamento con la base di Wright Patterson, oltre che sui documenti dell'epoca, molti dei quali declassificati. Permetti di tenermi per me (almeno per ora) quello che penso su di lui.

D: Supponiamo per un momento che l'oggetto che si schiantò nella proprietà custodita da Mac Brazel fu davvero una navicella aliena, credi che una qualche retro-ingegneria abbia agevolato lo sviluppo tecnologico degli ultimi 60 anni?

R: Quindi parliamo in termini ipotetici: allora, quello che è sotto gli occhi di tutti è un progresso vertiginoso negli ultimi 30 anni in alcuni settori tecnologici, veramente stupefacente. Basti pensare ai microprocessori.

Penso a quanto avrebbe detto verso la metà degli anni '50 un Premio Nobel per la chimica: "non arriveremo mai sulla Luna".
Poi sembra che nel 1969 successe qualcosa, anche se alcuni cospirazionisti non ci credono.
Mi ricordo che quando vidi per la prima volta lo Stealth mi chiesi se c'era sotto della retroingegneria. Ma forse venni condizionato dalla splendida sagoma. Ovviamente lo Stealth è già superato perchè i prototipi attuali non gli abbiamo ancora visti.

D: Che idea ti sei fatto del caso Santilli?

R: Non mi occupo di lui. Mi dispiace sinceramente per quella categoria di seri ricercatori che hanno investito così tanto tempo e denaro nello studio di questo file. Non se lo meritavano.

D: Quali sono a tuo avviso, gli indizi più significativi che potrebbero avvalorare l'UFO-crash?

R: Intendi come Ufo-crash lo schianto di un oggetto di natura esogena con esseri viventi a bordo? Appunto, parliamo di indizi, non di prove. Il problema è che le testimonianze quando parliamo di questi argomenti non bastano. Ma la testimonianza è sempre e comunque da tenere in considerazione. Dietro un testimone c'è un essere umano, il quale vede un evento con i suoi occhi ed ha i suoi processi mentali, non i miei, non i tuoi. La sua testimonianza è unica e lo rimarrà. Quando noi siamo testimoni di un evento lo elaboreremo e lo ricorderemo in maniera personale. Ma come si sa, detto evento non sarà mai l'esatta riproduzione del fatto oggettivo. Di testimonianze che parlano di corpi trovati nel deserto ce ne sono, sebbene una parte di esse sono indirette, di seconda mano. E c'è ovviamente da considerare il grado di attendibilità di ogni singola dichiarazione. Il problema di alcuni pro-ufo è che riportano le testimonianze come se si trattasse di ricordi accertati, reali. Poi c'è naturalmente il Memo Ramey. Diversi team e singoli ricercatori hanno provato a decifrare il contenuto e "naturalmente" i loro risultati non sono univoci. Altri hanno parlato del famoso "memory foil", il materiale che accartocciato riprendeva la sua forma originale. C'è da dubitare che nel 1947 un simile materiale esistesse.

D: Quali testimonianze e prove mancano, a tuo avviso, per giungere a completare definitivamente il puzzle di Roswell?

R: Almeno qualche documento. Riguardo al possibile oggetto e ai suoi occupanti, la Professoressa Margherita Hack scrisse una volta:"Ma possibile che in tanti anni di scorribande e atterraggi non ci abbiano lasciato nemmeno un "osso" da analizzare?"
Però c'è da aggiungere che se l'osso l'avessero scoperto i militari, loro sicuramente non ce lo mostrerebbero.
Nel libro mi occupo anche dei documenti declassificati risalenti al 1947, i quali dimostrerebbero che non ci fu nessun crash di un'astronave aliena. Mi riferisco al Memo Twining,al Memo McCoy ed altri. Secondo gli scettici, la mancanza di riferimenti nei documenti declassificati ottenuti attraverso il FOIA sul caso Roswell, dimostrerebbe in maniera inconfutabile l'impossibilità dello schianto di un oggetto alieno a nord di Roswell. Tuttavia la mancanza di riscontri vista da una diversa prospettiva non esclude a priori l'ipotesi esogena.

D: Quale potrebbe essere stata la causa del presunto UFO crash? Un fulmine, un'avaria, interferenza radar oppure...?

R: Sinceramente questo particolare non mi ha mai interessato. Anche perchè ho tanti altri filoni da seguire e la possibile causa del crash non la ritengo di primaria importanza.

D: Visto che hai approfondito più che egregiamente la vicenda in tutte le sue sfaccettature, saresti in grado di citare quali e quante "versioni ufficiali" siano state proposte negli anni dall'Establishment?

R: Sono solo quelle conosciute al grande pubblico:

1. Il comunicato di Walter Haut dell'8 luglio 1947, nel quale la RAAF (Roswell Army Air Force) comunica il ritrovamento di un disco volante

2. Alcune ore dopo il Generale Ramey da Fort Worth comunica alla stampa che il disco volante era in realtà un pallone sonda

3. Nel 1995 l'Aeronautica pubblica il rapporto dal titolo The Roswell Report: Fact vs. Fiction in the New Mexico Desert, dove il pallone sonda diventa quello del Progetto Mogul. Il Progetto Mogul è stato declassificato nel lontano 1972.

4. Nel 1997 l'Air Force chiude il caso con The Roswell Report Case closed.

D: Sei a conoscenza di avvistamenti in cui l'oggetto volante rilevato sia assolutamente paragonabile, per forma e dimensione,
a quello che i testimoni del caso Roswell descrivono?


R: Bella domanda ma sinceramente non so risponderti. Il problema è che alcuni pseudo-testimoni, come per esempio Frank Kaufmann, hanno mentito. Un archeologo avrebbe detto che la forma era quella di un aereo senza ali con lo scafo molto spesso. Ragsdale, altro testimone con indice di attendibilità basso, (almeno una volta mentì), disse che l'oggetto assomigliava ad un aereo con ali strette, sottili. Frankie Rowe, la figlia del pompiere Dan Dwyer, disse che il padre le raccontò di aver visto i rottami di un velivolo senza però poter distinguerne la forma.
Carey e Schmitt raccolsero alcuni anni fa altri resoconti: il Caporale Raymond Van Why del 390° di stanza a Roswell era della Polizia Militare. Egli disse alla moglie che il velivolo aveva la forma di un disco circolare. Ed Sain era nel 1947 un soldato semplice e apparteneva anch'egli al 390°. Il figlio disse ai due ricercatori che il padre gli raccontò che l'oggetto era la cosa più strana che vide nella sua vita.

D: Sappiamo che da tempo stai lavorando al tuo libro che dovrebbe essere terminato per la fine dell'anno. Puoi darci qualche anticipazione sul contenuto e magari, qualche informazione inedita? Hai già pensato al titolo?

R: Mi auguro che il libro sia disponibile per una data ben precisa, forse hai già capito quale. Riguardo al contenuto, posso dirti che stò analizzando nei dettagli diversi aspetti della storia, partendo da quando Mack Brazel scoperse i rottami, con chi parlò prima di recarsi a Roswell dallo Sceriffo Wilcox, che cosa succedeva alla base, se Walter Haut subì delle sanzioni disciplinari dopo aver rilasciato il comunicato stampa, come interpretare la seconda dichiarazione giurata dello stesso Haut, il quale dopo decenni di silenzio avrebbe detto ad alcuni di aver visto anche lui dei corpi alla base, dove sarebbero stati posizionati i check points dei militari, quanto valgono i racconti su presunti corpi ritrovati nella zona del crash, se è ragionevole pensare che si fosse trattato di un esperimento con cavie umane e molto altro.
Si tratta di una ricerca indipendente, totalmente indipendente. Quando Paola Harris mi diede l'opportunità di parlare come relatore al convegno "Roswell 60 anni dopo" svoltosi a Roma il 1 aprile 2007, avevo la convinzione che a nord della contea si fosse schiantata un'astronave aliena. Poi compresi di aver sbagliato approccio. Non potevo avere una posizione di parte, perchè se hai una posizione di parte l'indagine ne risente e diventa faziosa. Solo liberandosi da preconcetti e stereotipi si può ancora scoprire qualcosa di importante. Ti ricordi al tempo della Guerra Fredda? Esisteva la Nato e il Patto di Varsavia. Ma c'erano anche i paesi non allineati. Io sono un non allineato perchè l'accertamento dei fatti conta di più di quello che uno crede o spera. Quando qualcuno scrive un saggio del genere, prima di tutto deve svolgere un'indagine con un approccio storico-giornalistico, in piena libertà, senza chiedersi prima del tempo cosa potrebbe essere successo. Solo l'indagine ti può aiutare a capirlo. Riguardo alle novità, esse sono inserite in un contesto, il quale deve essere letto attentamente per essere compreso.
Sarebbe sprecato raccontarti qualcosa senza avere lo spazio per esporre nei dettagli il perchè e non aiutarebbe alla comprensione di un bel niente. Tuttavia posso dirti che fino a questo momento sono riuscito a raccogliere circa 15 testimonianze inedite di persone mai menzionate in precedenti libri. Riguardo al titolo, è meglio che non te lo dica per evitare che qualcuno me lo rubi...

Ti ringrazio per l'opportunità concessami.

Paolo Martinuz


[align=right]Fonte: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=8516[/align]


Ultima modifica di Bastion il 24/02/2010, 14:43, modificato 1 volta in totale.

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E la "saga"... continua! [8D]



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QUALCUNO USAVA DEL FILO METALLICO O UNA SORTA DI "SEGA" PER TAGLIARE E SQUADRARE QUESTI "MANUFATTI" ANDATI IN PEZZI?


[img][IMG]http://i49.tinypic.com/34j2d8o.jpg[/img][/img]

THIS COULD REALLY BE SOME KIND OF "ARTIFACT"! - Sol 2161 (Image-Mosaic - False Colors; credits: Dr M. Faccin - Lunexit Team)

(http://www.lunexit.it/gallery/thumbnail ... tcom&cat=0)



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