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MessaggioInviato: 24/03/2010, 17:18 
nono , da recenti analisi pare invece che il materiale con cui sono costruite sono frutto di un processo artificiale (analisi svolte in Italia) ad ogni modo le foto dei pavimenti della piramide del sole di visoko mi sembrano talmente evidenti....


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MessaggioInviato: 24/03/2010, 19:28 
Cita:
rotoufo ha scritto:

nono , da recenti analisi pare invece che il materiale con cui sono costruite sono frutto di un processo artificiale (analisi svolte in Italia) ad ogni modo le foto dei pavimenti della piramide del sole di visoko mi sembrano talmente evidenti....


http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=5996
Se ne parla qui,a me qualche dubbio resta...anche perchè ho letto commenti poco incoraggianti di chi si è recato la con tanto entusiasmo ad ammirare le nuove piramidi europee,ed al ritorno,per fare un riassunto ha descritto la scenda del delitto come un gruppo di balordi che scava sotto una montagna...

Ovvio io non do nulla per scontato ma un pò ho perso le speranze...


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MessaggioInviato: 27/03/2010, 20:20 
Io avevo letto di queste zone archeologiche di Göbekli Tepe su qualche pagina web
che non ricordo più ma questo articolo ipotizzava addirittura che fosse il
"PARADISO TERRESTRE" in quando si trova tra il Tigri e l'Eufrate inoltre
nei paraggi ci sono altri 2 fiumi cioè tra quattro fiumi come dice la Bibbia
chissà se è vero?



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MessaggioInviato: 27/03/2010, 20:56 
Mah io cedo che in giro per il mondo ci siano "indizi" evidenti di una possibile civiltà antacedente la nostra,quando scirvo in un forum resto prudente,però io ne sono abbastanza convinto,tutto imho ovviamente.[:)]


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MessaggioInviato: 11/08/2011, 12:15 
Cita:
Un mondo di 12'000 anni fa sepolto dai suoi costruttori

di Paolo Battistel


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La scoperta dell’antico tempio neolitico

Il momento in cui Klaus Schmidt poté osservare da vicino quella singolare collina con uno strano dosso nella sua sommità che gli abitanti del luogo chiamavano confidenzialmente “pancia” modificò per sempre il nostro concetto della storia dell’uomo. Una maestosa opera architettonica si celava sotto quella terra arida, un edificio religioso composto da più templi circolari eretta intorno al 10'000 a.C. da una cultura che avrebbe dovuto essere di soli cacciatori-raccoglitori.

Il sito è chiamato Göbekli Tepe (letteralmente collina con la pancia) ed è dislocato nell’odierna Turchia Sud-orientale nella provincia di Sanliurfa vicino al confine con la Siria. La forma apparentemente “artificiale” del pendio portò gli addetti ai lavori a valutarne il peso archeologico fin dagli anni ‘50 ma dopo gli iniziali sopralluoghi venne bocciato nel 1960 sia dall’Università di Chicago che da quella di Istanbul considerandolo un semplice un tumulo medievale in cui emergevano delle “singolari” lapidi in roccia calcarea.

Nel 1994 nuove segnalazioni degli abitanti del luogo riguardo i frequenti affioramenti di possibili reperti archeologici fanno muovere lo stesso museo di Sanliurfa che solletica con insistenza una nuova verifica ed è proprio Klaus Schmidt (che in quel momento stava lavorando in alcuni siti neolitici più a nord), che dopo aver letto la lapidaria relazione del 1960 dell’archeologo Peter Benedict si incuriosisce alla vicenda e si reca con la sua squadra a fare un sopralluogo nella “Collina con la pancia”.

Schmidt ricorda che appena giunto con la sua spedizione non aveva avuto il minimo dubbio su cosa celasse il ventre della collina, «era evidente fin da subito che quello era stato un gigantesco sito dell’età della pietra». «Avevo due possibilità» ama ricordare Schmidt «Andare via senza dirlo a nessuno o passare il resto della mia vita lavorativa qui».

Appena iniziarono gli scavi Schmidt comprese immediatamente che i bianchi megaliti affioranti che erano stati considerati decenni prima semplici lapidi tombali (d’epoca medievale) erano in realtà degli imponenti pilastri a forma di T d’epoca neolitica. Questo tipo di manufatto era noto all’archeologo che ne aveva studiati alcuni di simili qualche anno prima nel sito neolitico di Nevali Çori ma la grandiosità dei pilastri di Göbekli Tepe non aveva pari. Gli scavi ne portarono alla luce decine di dimensione variabile dai 2 ai 7 metri d’altezza. In qualche anno gli archeologi di Göbekli riuscirono a ricostruire quattro grandi cerchi megalitici dal diametro variabile dai 10 ai 30 metri composti interamente da questi pilastri a forma di T spesso sostenuti (e recintati) da dei muri a secco strettamente adiacenti.

Secondo Schmidt i pilastri rappresenterebbero degli esseri umani stilizzati a cui venivano scolpiti dei tratti umanoidi, ma l’archeologo tedesco va oltre nella sua interpretazione simbolica ipotizzando in quelle immagini una prima forma di “religione moderna” «penso che qui siamo faccia a faccia con la prima rappresentazione degli dei. I pilastri non hanno né occhi né bocca ma hanno le armi e le mani. Essi sono quindi responsabili».


Il culto degli animali

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L’elemento più stupefacente del sito neolitico consiste senza dubbio nella moltitudine di bassorilievi scolpiti che decorano gli stessi Pilastri. Serpenti, volpi, avvoltoi, leoni, cinghiali e tori si intrecciano sulla pietra calcarea insieme ad animali meno feroci come Ibis, gru, anatre, asini senza dimenticare le grandi immagini di ragni e scorpioni. Un vero e proprio «zoo dell’età della pietra» secondo gli archeologi.

Gli uomini di Göbekli scolpivano la pietra calcarea con dei semplici utensili di selce scheggiata ma con una straordinaria abilità raffigurando il mondo che vedevano dinanzi ai loro occhi di cacciatori-raccoglitori, un mondo che assomigliava a un antico Paradiso Perduto ricco di flora e fauna di cui l’uomo era parte integrante. Tra i cerchi megalitici sono state anche disseppellite statue vere proprie (come una testa umana e un uomo con il pene eretto) ma anche complessi altorilievi vennero scolpiti direttamente sulle pareti dei pilastri stessi spesso nella forma di animali feroci.

Per quanto ciascun cerchio megalitico abbia al suo interno due imponenti pilasti-umanoidi a forma di T Schmidt non crede (come ipotizzato da alcuni colleghi) che questi rappresentassero un uomo e una donna né che il tipo di culto praticato a Göbekli Tepe si avvicinasse ai riti della fertilità ritrovati nelle più tarde comunità vicine. In questo modo l’archeologo tedesco si oppone alla vecchia teoria della Dea-Madre neolitica ipotizzata dal famoso scopritore del sito di Catal Höyük, James Mellaart che ipotizzava per il mondo neolitico un grande culto della fertilità. Per Schmidt in tutte le raffigurazioni fin’ora portate alla luce non ci sono chiari simboli della fertilità e persino gli animali scolpiti hanno per buona parte chiari tratti maschili, mentre le colonne risultano totalmente asessuate.

Un accenno a parte va fatto per il cosiddetto culto degli avvoltoi ipotizzato dall’archeologo francese Danielle Stordeur. Analizzando il grande numero di questo tipo di raffigurazioni presenti a Göbekli e confrontandole con quelle ritrovate in altri siti neolitici della zona ha riscontrato l’insolito prestigio di questa razza di volatili. Per Stordeur questi uccelli mangiatori di cadaveri potevano rappresentare (per le popolazioni neolitiche) un possibile tramite tra umano e divino, erano degli esseri cioè che cibandosi della carne dei morti avrebbero portato i medesimi fino al cielo. Non si sbilancia invece sulla difficile ipotesi di cosa rappresentino determinati avvoltoi scolpiti in forma quasi umanoide, ma è lo stesso Schmidt a smontare l’ipotesi di una qualche divinità-avvoltoio a Göbekli ipotizzando che siamo di fronte a sciamani che «danzano vestiti da avvoltoi».


I primi geroglifici

Sotto gli imponenti bassorilievi, che ornano i pilastri a forma di T, è possibile distinguere delle immagini scolpite di dimensioni minori in cui i soggetti scelti risultano affiancati gli uni agli altri combinati in successioni che appaiono molto simili ai geroglifici che potremmo trovare nell’antico Egitto solo 7'000 anni più tardi.

I soggetti scelti di queste catene simboliche sono per lo più animali delle specie più svariate che nell’incisione vengono affiancati a dei simboli astratti come il cerchio, la mezzaluna, il palo orizzontale e un segno ancora indecifrabile che assomiglia molto alla nostra “H”. «Probabilmente si tratta di pittogrammi da cui le persone del luogo potevano trarre informazioni» ipotizza Schmidt, costringendo il mondo a far anticipare l’idea della scrittura di migliaia d’anni. Secondo queste prove scolpite 12'000 anni fa sui pilastri di Göbekli gli uomini si sarebbero mossi verso la strada del ricordo attraverso la comunicazione scritta prima ancora di fondare insediamenti stabili.

Difficile immaginare come si sia sviluppata nei millenni seguenti una simile cultura linguisticamente complessa e soprattutto come sia potuta svanire da ogni ricordo storico dell’uomo, che ha creduto sino ad oggi che la Storia (intesa come storia delle civiltà umane) prendesse avvio dai Sumeri e dagli Egizi, facendo profondare ogni epoca precedente nel concetto disorganico di Età della Pietra.


Riscrivere la storia?

Ciò che sconvolse l’intero mondo accademico (e non) è la datazione che si riuscì a dare al sito attraverso il dissotterramento delle ossa di animali presenti nei vari strati. L’insediamento risaliva a circa 12'000 anni fa in un periodo preistorico chiamato Neolitico Preceramico A, un periodo che si conclude circa nel 8'700 a.C. e il sito è continuato ad essere sviluppato per più di 2'000 anni prima d’essere seppellito per opera degli stessi autori. Oltre all’incomprensibile domanda sul perché di un atto simile, su cosa spinge una società a sotterrare la sua opera più maestosa ciò che è apparso quantomeno singolare nella datazione dei reperti è che quelli più antichi, antecedenti al 9'000 a.C., sono visibilmente più accurati e imponenti mentre le costruzioni successive che si avvicinano temporalmente al Neolitico Preceramico B appaiono molto meno elaborate tanto da far pensare a una progressiva decadenza di quella società neolitica. Una decadenza o un cambiamento d’abitudini che può aver condotto alla traumatica decisione di sotterrare il loro imponente tempio.

Come è stata però possibile il realizzarsi di una simile opera architettonica da parte di una società che tutti hanno creduto fin’ora vivere in piccoli gruppi in un’economia di stretta sussistenza? Una società basata sulla caccia e il raccolto occasionale? Schmidt tenta di rispondere frantumando questo schema evolutivo «I blocchi di calcare dei pilastri (il cui peso varia dalle 40 alle 60 tonnellate) sono stati estratti e scolpiti da migliaia di persone che non conoscevano ancora la ruota né la ceramica o i metalli, ma non avevano inventato nemmeno l’agricoltura o l’allevamento», questa evidenza dei fatti risulta inconciliabile con la visione classica dei cacciatori-raccoglitori in quanto per un simile compito era necessario un governo centrale in grado di coordinare masse di lavoratori indispensabili per la realizzazione di grandi monumenti.

Secondo quest’ipotesi non sarebbe stata l’agricoltura con il conseguente surplus di cibo a portare gli uomini a una vita sedentaria in gruppi che con il passare dei secoli sono cresciuti ma il desiderio di grandezza nel costruire questi imponenti monumenti a portare questa grande massa d’uomini a scegliere la vita sedentaria. Lo schema risulta affascinante ma ancora tutto da verificare.

«Per mantenere le migliaia di persone che costruivano il monumento a un certo punto la caccia non deve essere più bastata» rivela Klaus Schmidt e la sua approfondita conoscenza del territorio della “Mezzaluna fertile” lo porta a formulare una precisa ipotesi sulla nascita dell’agricoltura «A pochi chilometri da Göbekli Tepe c’è il Monte Karaca Da, il luogo in cui sono stati rinvenuti i capostipiti selvatici del grano coltivato. Da quei campi naturali di cereali gli uomini devono aver cominciato a raccogliere i semi, per aver cibo abbondante e facile da conservare. Poi dalla raccolta si è passati alla coltivazione».

Quindi secondo Schmidt gli uomini accumunati nella decisione di erigere Göbekli Tepe hanno modificato il loro status e le loro abitudini diventando sedentari e iniziando così a erigere le loro comunità in quell’antica mezzaluna fertile che è poi diventata la culla di tutte le civiltà. Il prezzo di questa scelta che ha forgiato la società umana nella forma in cui la conosciamo ha però spezzato l’equilibrio che esisteva fino ad allora tra uomo e natura modificando con l’agricoltura la flora rigogliosa dell’antica mezzaluna e trasformandola in un territorio molto più arido. La caduta dell’innocenza nomade dell’uomo era avvenuta, in quelle nuove condizioni i Pilastri-totem sarebbero stati sostituiti da divinità da temere, divinità plasmate su quel nuovo paesaggio. Il mondo paradisiaco di Göbekli Tepe era perduto.

Cita:
Paolo Battistel nato a Torino si laurea in Ermeneutica Filosofica prendendo un indirizzo mitologico-religioso. Formato nell’analisi archeologica e mitologica delle religioni antiche si specializza nell’analisi delle civiltà mesopotamiche e nord-europee. Attualmente lavora come giornalista freelance collaborando con diverse riviste specialistiche e non. Email: paolobattistel3@gmail.com


Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7129




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MessaggioInviato: 09/10/2011, 20:07 
I MONUMENTI PIU' ANTICHI DEL MONDO NON ERANO TEMPLI


Le strutture antiche scoperte in Turchia e ritenute i più antichi templi del mondo potrebbero non essere state edifici strettamente religiosi, dopo tutto, secondo un articolo apparso nel numero di ottobre di Current Anthropology. L'archeologo Ted Banning dell'Università di Toronto sostiene che gli edifici trovati a Göbekli Tepe potrebbero essere stati case per le persone, non gli dei.

Gli edifici a Göbekli, una collina appena fuori della città turca di Urfa, sono stati trovati nel 1995 da Klaus Schmidt dell'Istituto archeologico tedesco e colleghi del Museo ÅÂÂ#65533;anlıurfa in Turchia. La più antica delle strutture sul sito sono immensi edifici con pilastri in pietra di grandi dimensioni, molte delle quali dispongono di sculture di serpenti, scorpioni, volpi e altri animali.

La presenza dell'arte negli edifici, lo sforzo notevole che deve essere stato coinvolto nella produzione e montaggio, e una mancanza di prove per ogni insediamento permanente nella zona, ha portato Schmidt e altri a concludere che Göbekli deve essere stato un luogo sacro dove pellegrini viaggiato al culto, proprio come le rovine greche di Delfi o Olimpia. Se tale interpretazione è vero che renderebbe gli edifici, che risalgono a più di 10.000 anni al neolitico, i templi più antichi mai trovati.

Tuttavia, Banning offre un'interpretazione alternativa che sfida alcuni dei crediti di Schmidt.

Si delinea sempre più evidenze archeologiche per le attività quotidiane sul sito, come ad esempio flintknapping e la preparazione dei cibi. "La presenza di queste evidenze suggeriscono che il sito non era, dopo tutto, privo di occupazione residenziale, ma probabilmente aveva ancora una grande popolazione, " Vietare detto.

Vietare continua sostenendo che la popolazione potrebbe essere stata ospitata nei templi presunta stessi. È in disaccordo con l'idea che la presenza di pilastri decorativi o gli sforzi di costruzione di massa, gli edifici non avrebbero potuto essere spazi residenziali.

"Il presupposto che 'l'arte', o anche l'arte 'monumentale', dovrebbe essere esclusivamente associata a santuari specializzati o altri spazi di uso non domestico riesce anche a sopportare lo scrutinio, " Vietare scrive. "Ci sono abbondanti testimonianze etnografiche di notevoli investimenti nella decorazione di strutture interne e spazi, sia per commemorare le gesta degli antenati, pubblicizzare la storia di un lignaggio o la generosità di un capo;. Iniziazioni o registrare e altri casa a base di rituali"

L'evidenza archeologica per l'arte nazionale dal periodo neolitico esiste pure, Banning, dice, come le pitture murali a Çatalhöyük, un altro sito archeologico in Turchia.

Vietare suggerisce che i templi pretesa può invece sono stati grandi case comuni ", in qualche modo simile alle case tavola grande della costa nord-ovest del Nord America con i loro messaggi casa impressionante e totem".

"Se è così, che avrebbe probabilmente ospitava famiglie abbastanza grande che potrebbe fornire un esempio estremamente precoce di quello che l'antropologo francese Claude Lévi-Strauss, chiamato 'casa delle società'", ha detto Banning. "Tali società utilizzano spesso strutture casa per garantire la competitività del display, luoghi per i rituali e simboli espliciti di unità sociale".

Vietare spera che più scavo presso il sito sarà in ultima analisi, far luce su come questi edifici sono stati utilizzati. Nel frattempo, spera che i ricercatori non sarà automaticamente scontato che la presenza di arte o di decorazione in strutture a Göbekli e altrove, denota una costruzione esclusivamente religiosa.

"E '... probabile che alcuni di questi edifici sono stati il â€ÂÂ#65533;â€ÂÂ#65533;luogo per una varietà di rituali, probabilmente tra feste, i riti funebri, magia, e iniziazioni", scrive. "Eppure non vi è in genere motivo di presumere a priori, anche quando queste sono così impressionanti come gli edifici di Gobekli Tepe, che non fossero anche le case delle persone".

# # #

EB Banning, "Così Fiera Casa: Göbekli Tepe e l'identificazione dei Templi nel Neolitico pre-ceramico del Vicino Oriente." Current Anthropology 52:5 (ottobre 2011).

Current Anthropology è una rivista transnazionale dedicata alla ricerca sul genere umano, che comprende l'intera gamma di borse di studio antropologico sulle culture umane e sulla specie umana e di altri primati. La rivista è pubblicata da The University of Chicago Press e patrocinato dalla Wenner-Gren Foundation per la ricerca antropologica.

http://www.antikitera.net/news.asp?id=10897&T=5


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MessaggioInviato: 22/10/2011, 18:32 
L'età approssimativa del sito è di 12.000 anni, quindi diverse migliaia di anni prima di Stonehenge e della grande piramide.
Secondo la tradizione biblica, il mondo è iniziato nel 4.000 A.C., ma Gobekli Tepe è stata costruita 8000 anni prima. Quindi siamo chiaramente di fronte a qualcosa che contraddice la normale visione dell'evoluzione della civiltà.
Curiosamente, dopo 13 anni di scavi, gli archeologi che studiano questo sito non sono riusciti a recuperare un solo arnese in pietra, né hanno trovato attrezzi agricoli.
Com'è possibile fare colonne perfettamente scolpite, alte 6 metri, pesanti 15 tonnellate l'una, antiche di 12.000 anni e non ritrovare alcun arnese?



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MessaggioInviato: 02/11/2011, 22:24 
Cita:
leo48 ha scritto:

Io avevo letto di queste zone archeologiche di Göbekli Tepe su qualche pagina web che non ricordo più ma questo articolo ipotizzava addirittura che fosse il "PARADISO TERRESTRE" in quando si trova tra il Tigri e l'Eufrate inoltre nei paraggi ci sono altri 2 fiumi cioè tra quattro fiumi come dice la Bibbia chissà se è vero?

Eccolo: http://avalonra.altervista.org/index.php?action=viewnews&news=1249459888 [;)]



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MessaggioInviato: 03/11/2011, 19:02 
La butto lì: di solito si dice che la religione primitiva fosse necessariamente "naturalistica", che si adorassero (o pregassero) animali, cose, montagne, fenomeni atmosferici eccetera perchè quella era la realtà delle cose. Solo con l'organizzazione sociale il divino è diventato simile all'uomo (perchè la realtà aveva cominciato a diventare artificiale, umana). Ma qui, in una civiltà che sembra essere sia complessa che molto antica, non sembrano esserci tracce di "umanizzazione". Sembra (è il terzo di seguito!) che solo a partire da un cero punto gli esseri umani abbiano cominciato a descrivere il divino come umano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Göbekli Tepe, archeologia sconvolta!!!
MessaggioInviato: 11/05/2016, 12:52 
Sto leggendo il libero di GRAHAM HANCOCK - IL RITORNO DEGLI DEI in cui si parla molto di Goblekli Tepe ma una cosa mi ha colpito in maniera particolare. Su uno dei tanti pilastri, per la precisione il n° 43 sarebbe impressa la volta celeste (mediante l'utilizzo dei simboli zodiacali ed il sole). Come sappiamo spesso da queste rappresentazioni è possibile risalire al momento in cui tale rappresentazione è stata fatta mediante la ricostruzione dei moti processionali (cosa che facciamo tutt'ora, come ad esempio per quanto riguarda la diga di Hoover negli USA). La cosa straordinaria e che mi incuriosisce molto è che tale raffigurazione non riguarda il momento della costruzione, ma rappresenta una data nel futuro, per la precisione IL NOSTRO CIELO o per meglio dire una finestra di circa 80 anni in cui il nostro cielo è identico a quello rappresentato lì. Di questa finestra temporale restano circa ancora 25 anni prima che il periodo lì impresso passi...

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Altro dettaglio interessante, notate le tre "BORSETTE" in alto...


questo è AN (dio celeste della mitologia mesopotamica)

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questo è Oannes (che è inseparabiel dalla sua borsetta è presente in tutte le sue rappresentazioni!)

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Quetzalcoatl (nella sua navicella? ^_^)
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gli dei egizi invece erano meno avvezzi alle mode e non portavano i loro strumenti in comode borsette ma direttamente in mano?

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Queste "divinità" hanno tutti in comune quella di essere le divinità "CIVILIZZATRICI" oltre ad avere la stessa predilezione per gli accessori alla moda...

Ora mi sembra superfluo sottolineare che se culture tanto distanti hanno rappresentato divinità civilizzatrici così uguali addirittura con gli stessi "STRUMENTI" tra le mani un filo conduttore ci DEVE ESSERE che può essere dalla condivisione di una medesima radice culturale globale all'aver ricevuto la visita delle medesime entità. Ma la cosa che mi incuriosisce di più è:

COSA AVEVANO IN QUEST BORSETTE DA ESSERE COSI' IMPORTANTI?


Ma soprattutto perchè rappresentare una data così specifica su un monumento risalente da 10500 anni fa deliberatamente sotterrato? Chissà...



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 Oggetto del messaggio: Re: Göbekli Tepe, archeologia sconvolta!!!
MessaggioInviato: 11/05/2016, 14:09 
MaxpoweR ha scritto:
Sto leggendo il libero di GRAHAM HANCOCK - IL RITORNO DEGLI DEI in cui si parla molto di Goblekli Tepe ma una cosa mi ha colpito in maniera particolare. Su uno dei tanti pilastri, per la precisione il n° 43 sarebbe impressa la volta celeste (mediante l'utilizzo dei simboli zodiacali ed il sole). Come sappiamo spesso da queste rappresentazioni è possibile risalire al momento in cui tale rappresentazione è stata fatta mediante la ricostruzione dei moti processionali (cosa che facciamo tutt'ora, come ad esempio per quanto riguarda la diga di Hoover negli USA). La cosa straordinaria e che mi incuriosisce molto è che tale raffigurazione non riguarda il momento della costruzione, ma rappresenta una data nel futuro, per la precisione IL NOSTRO CIELO o per meglio dire una finestra di circa 80 anni in cui il nostro cielo è identico a quello rappresentato lì. Di questa finestra temporale restano circa ancora 25 anni prima che il periodo lì impresso passi...

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Altro dettaglio interessante, notate le tre "BORSETTE" in alto...


questo è AN (dio celeste della mitologia mesopotamica)

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questo è Oannes (che è inseparabiel dalla sua borsetta è presente in tutte le sue rappresentazioni!)

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Quetzalcoatl (nella sua navicella? ^_^)
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gli dei egizi invece erano meno avvezzi alle mode e non portavano i loro strumenti in comode borsette ma direttamente in mano?

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Queste "divinità" hanno tutti in comune quella di essere le divinità "CIVILIZZATRICI" oltre ad avere la stessa predilezione per gli accessori alla moda...

Ora mi sembra superfluo sottolineare che se culture tanto distanti hanno rappresentato divinità civilizzatrici così uguali addirittura con gli stessi "STRUMENTI" tra le mani un filo conduttore ci DEVE ESSERE che può essere dalla condivisione di una medesima radice culturale globale all'aver ricevuto la visita delle medesime entità. Ma la cosa che mi incuriosisce di più è:

COSA AVEVANO IN QUEST BORSETTE DA ESSERE COSI' IMPORTANTI?


Ma soprattutto perchè rappresentare una data così specifica su un monumento risalente da 10500 anni fa deliberatamente sotterrato? Chissà...


Mi sembra di ricordare dalle ipotesi Sitchiniane che in quella "borsetta" ci fosse il "nettare degli dei" che egli identificava come il DNA divino.
Sto facendo una piccola ricerca su alcuni dei suoi libri che mi sono rimasti sperando di trovare il capitolo che riguarda proprio questo argomento così da poter dare un contributo migliore..
(Mi sa che questo argomento sta sul libro "l'altra Genesi" oppure "il pianeta degli dei" che ho prestato circa 2 anni fa ad una amica che a sua volta lo ha prestato ad altra amica..a volte vorrei sparare(fiori) alle amiche [:300] ...)



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 12/12/2016, 12:11 
inconscio ha scritto:
quindi anche sulle piramidi in Bosnia ci sono dei dubbi?



Ragazzi è bene che vi informiate meglio sulle piramidi in Bosnia (sempre che di piramidi si tratti), lì c'è molto di più di quel che si dice; guardate le riprese di persone normali che hanno visitato quei luoghi invece di credere ciecamente ad articoli sparsi per il web.


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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 12/12/2016, 14:30 
Alfadraconis1 ha scritto:
inconscio ha scritto:
quindi anche sulle piramidi in Bosnia ci sono dei dubbi?



Ragazzi è bene che vi informiate meglio sulle piramidi in Bosnia (sempre che di piramidi si tratti), lì c'è molto di più di quel che si dice; guardate le riprese di persone normali che hanno visitato quei luoghi invece di credere ciecamente ad articoli sparsi per il web.


Caro Alfadraconis1,
la questione di Visoko e' assai complessa. Qui puoi trovare la discussione relativa:

viewtopic.php?t=6319

Tieni presente che tra i nostri utenti annoveriamo ben due componenti del team di ricerca italiano che ha lavorato direttamente sul campo in Bosnia.

Sicuramente non hanno la verita' in tasca, ma possono parlare con una certa cognizione di causa.

Buona lettura.



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"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Re: Göbekli Tepe, archeologia sconvolta!!!
MessaggioInviato: 13/12/2016, 00:49 
Visto che il topic ha fatto una diversione verso Visoko.
Secondo me la storia è stata gonfiata troppo: una collina naturale è stata ritoccata ma non costruita ex novo.
Quello che è veramente interessante è la risonanza acustica.



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 Oggetto del messaggio: Re: Göbekli Tepe, archeologia sconvolta!!!
MessaggioInviato: 24/04/2017, 14:45 
Cita:


La fine del mondo c’è gia stata: lo svela la stele dell’Avvoltoio
Trovata la prova che una cometa colpì la Terra nell’11.000 a.C. La scoperta dell’università di Edimburgo a Gobekli Tepe, in Turchia, considerata il più antico osservatorio astronomico dell’umanità


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Undicimila anni prima di Cristo uno sciame di comete colpì la Terra devastandola, modificando l’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta, provocando l’estinzione di molte specie come quella dei mammut e causando un’era glaciale che durò mille anni. Lo afferma un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo, che ha trovato la narrazione di questo cataclisma nel più antico libro di storia esistente: i bassorilievi portati alla luce nel 1995 nel sito archeologico di Gobekli Tepe, nel Sud della Turchia. All’annuncio della scoperta, i sostenitori della teoria secondo la quale antiche civiltà avanzate sono state distrutte da eventi catastrofici hanno esultato, e sono pronti a scrivere nuovi libri di successo.



Una stele in particolare, quella chiamata «dell’avvoltoio» ha attratto l’attenzione degli scienziati di Edimburgo. Riproduce attraverso simbolismi animali una serie di costellazioni, indicandone la posizione nel cielo. Grazie all’aiuto di un computer, è stato possibile stabilire che le stelle si trovavano in quel punto esattamente nel 10.950 a.C., alla fine del Pleistocene. Altri bassorilievi riproducevano la caduta dello sciame di comete e un uomo senza testa indicava la perdita di molte vite umane. La stele è importante perché conferma eventi che già conoscevamo, come il periodo glaciale noto come Dryas recente (dal nome di un fiore della tundra) e l’anomalia dell’iridio osservata in Nord America, risalente all’11-10.000 a.C.: l’iridio è poco presente nel suolo e quando in uno strato geologico se ne trova molto di più, vuol dire che un meteorite o una cometa lo hanno portato sulla Terra, come avvenne nell’estinzione dei dinosauri. Per il prof. Martin Sweatman, direttore della ricerca pubblicata su Mediterranean Archaeology, «questa scoperta, insieme all’anomalia dell’iridio, chiude il caso in favore dell’impatto di una serie di comete».

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Il tempio

Gobekli Tepe è il tempio più antico dell’umanità e pare fosse dedicato all’osservazione delle comete e dei meteoriti. I bassorilievi che narrano la catastrofe dell’11.000 a.C. erano tenuti in grande considerazione e conservati con cura, come se fosse importante non perderne la memoria. Inspiegabilmente, in epoca preistorica, il sito venne abbandonato e completamente ricoperto di terra, perché nessuno lo potesse individuare. Archeologi e antropologi collocano nel Dryas recente l’inizio della civiltà umana, con le prime coltivazioni e i primi villaggi del Neolitico. Ma per altri ricercatori, che il mondo accademico non tiene in alcuna considerazione, la caduta delle comete ha causato la fine di una civiltà che già esisteva sulla Terra e ha costretto gli esseri umani sopravvissuti a un nuovo e faticosissimo inizio.



Graham Hancock, nato a Edimburgo, ha scritto molti libri su questo tema e nell’ultimo, «Maghi degli dei: la saggezza dimenticata delle civiltà perdute», ha sostenuto proprio la tesi che intorno al 12.000 a.C. l’impatto di una cometa abbia posto fine a una società molto evoluta, che ha lasciato tracce di sé nella perfezione delle piramidi di Giza e in altri inspiegabili monumenti ciclopici sparsi per il pianeta. Se l’asse della Terra si è davvero spostato a causa di quella catastrofe, forse l’Antartide era all’epoca libera da ghiacci e nasconde segreti che non tarderemo a scoprire, vista la progressione del riscaldamento globale.



I grandi misteri

Hancock ha visitato il sito di Gobekli Tepe, giudicandolo uno dei grandi misteri dell’antichità. Se uno sciame di comete era in arrivo sulla Terra, gli astronomi del tempio le hanno sicuramente individuate in anticipo e forse quelle scie luminose arrivate nel Sistema solare interno sono state una presenza costante nel cielo per molti anni prima del loro devastante impatto. Forse da allora ci è stata tramandata la convinzione che tutte le comete (ma per lo meno bisogna salvare quella di Natale) portino sfortuna e siano messaggere di lutti e devastazioni.



La teoria che grandi civiltà del passato siano state distrutte da eventi catastrofici è suggestiva e spiegherebbe le grandi costruzioni le cui rovine sono state trovate sui fondali dell’Oceano, dove Platone collocava Atlantide, così come la «piramide» sommersa che si trova vicino all’isola di Yonaguni, in Giappone. Ma c’è da sperare che i cultori delle civiltà perdute non abbiano ragione: gli sciami di comete sono infatti periodici e secondo Hancock quello descritto nella stele di Gobekli Tape potrebbe tornare nell’arco di qualche decennio. Meglio che l’autorevole e più rassicurante mondo accademico si affretti a rimettere ogni pietra, e ogni data, al suo posto.



http://www.lastampa.it/2017/04/24/socie ... agina.html


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