MAHABARATA
6500 aC al più tardi) Mahabharata :
L’arma fulminante di Indra era dotata della forza del tuono di Indra dai mille occhi.
La mortale arma lancia–saette misurava tre cubiti per sei. Era l’arma sconosciuta, di ferro, di Indra, il messaggero di morte.
Il proiettile era carico dell’energia di tutto l’Universo.
All’arma Agneya nessuno poteva resistere, neppure gli stessi dèi.
Il Brahma–danda o bastone di Brahma era ancor più potente.
Benché potesse colpire una volta sola, sterminava interi paesi e intere razze, da una generazione all’altra.
Adwattan perse un missile splendente dal fuoco fumante.
Il missile bruciava con l’energia d’un fulmine.
Il missile giunse volando e distrusse intere città con tutte le loro difese.
Le tre città dei Vrishni e degli Andhaka furono distrutte tutte insieme, in un solo istante.
Una colonna di fumo e fuoco incandescente, brillante come diecimila soli, si innalzò in tutto il suo splendore.
Le nubi lassù roteavano facendo piovere polvere e ghiaia.
Dense frecce di fiamma, come una gran pioggia, generata dalla stessa creazione, circondarono il nemico da ogni parte.
Il cielo scintillò e i dieci punti dell’orizzonte si riempirono di fumo.
Meteore esplosero lampeggiando giù dal cielo.
Venti fortissimi cominciarono a soffiare e disturbarono tutti gli elementi.
Il sole sembrò vacillare nei cieli.
La terra e tutte le sue montagne e i mari e le foreste presero a tremare.
Il vento soffiò come un fiero uragano e la terra s’incendiò.
Nessuno vide il fuoco, perché era invisibile, ma consumò ogni cosa.
Cadde una specie di pioggia, che si asciugava a mezz’aria per l’intenso calore.
Gli uccelli impazzirono e gli animali furono sterminati dalla distruzione.
Gli animali caddero a terra, con le teste rotte, e morirono tutti su una vasta regione.
Gli elefanti bruciarono tra le fiamme, correndo impazziti qua e là per cercare una protezione.
Le acque dei fiumi e dei laghi bollirono e le creature che vivevano in esse perirono.
Migliaia di macchine da guerra caddero da entrambe le parti.
Interi eserciti furono abbattuti come alberi in una foresta che brucia, quando furono investiti dal fuoco rabbioso.
I corpi erano talmente bruciati da non essere più riconoscibili.
Lo sguardo dell’arma Kapilla era talmente potente da bruciare e ridurre in cenere migliaia di uomini.
Il fulmine ridusse in cenere le intere razze dei Vrishni e degli Ankhaka.
Per sfuggire al respiro di morte, i guerrieri si gettarono nei fiumi per lavarsi e seppellire le loro armature.
Capelli e unghie caddero.
I bambini che dovevano nascere morirono nel ventre della madre.
Gli uccelli nacquero con piumaggio bianco e zampe rosse, a forma di testuggini.
La ceramica si ruppe senza causa apparente.
Tutti i cibi si avvelenarono e rimasero non commestibili.
La terra fu afflitta da siccità, che durò per dieci lunghi anni.
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mauro