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MessaggioInviato: 01/07/2014, 13:46 
36 passi verso l'economia del dono
di Genevieve Vaughan - Traduzione dell’Anonima Network

Per cambiare la società dobbiamo pensare in modo diverso

Dobbiamo renderci conto che:

1. Lo scambio di mercato non è naturale, reale o necessario. E’ un’invenzione del patriarcato. L’“illusione” che alcune religioni (come il Buddismo per esempio) credono che la vita sia, è creata dal disallineamento tra il nostro comportamento, le nostre costruzioni della realtà e la logica più profonda della natura. Le donne appaiono più ‘naturali’ perché sono in linea con questa logica mentre il patriarcato è un’aberrazione e un’ illusione. Il disallineamento e il rifiuto a praticare e dare valore a questa logica più profonda crea molta infelicità e molti problemi nella società.

2. Il mercato in effetti crea relazioni negative che fomentano l’isolamento, la competizione, la guerra e il dominio.

3. Lo scambio – dare al fine di ricevere un equivalente di ciò che si è dato – è artificioso e deriva da un comportamento ben più basilare che ha una sua logica. Questo comportamento che sta alla base è dare direttamente per soddisfare dei bisogni.

4. Donare crea relazioni positive tramite la soddisfazione diretta dei bisogni, che crea legami, comunicazione e comunità.

5. Lo scambio e il dono costituiscono due modi di pensare e di comportarsi che coesistono sebbene il donare rimanga largamente inconscio. Dalla co-esistenza e interazione di queste due logiche e comportamenti derivano molti problemi.

6. Le logiche dello scambio e del donare costituiscono due paradigmi o visioni del mondo che competono e si complementano. Lo scambio cela il donare, compete con esso e si avvantaggia dei suoi doni. Il donare si arrende allo scambio e gli dà valore. Il donare inoltre spesso si autoconsidera senza valore.

7. Uno dei modi in cui il donare viene nascosto in una società basata sullo scambio di mercato è nel riconoscerlo solo nella pratica materna, nella carità e nelle forme di scambio- dono simbolico. Le altre aree della vita sono viste come basate sulla biologia e governate da regole astratte. Per esempio alla nostra società piace considerare biologiche le basi del linguaggio, una sorta di hardware dei nostri cervelli. Invece il donare può essere visto come base del linguaggio a molti livelli, in quanto creazione di relazioni umane tramite il dare e il ricevere di regali verbali, la lingua nella pratica materna. Restituendo il donare alle molte aree della vita in cui non è stato riconosciuto o è stato oscurato, possiamo iniziare a portare il paradigma del dono a livello di consapevolezza. Il dono sottende alla similarità fra “significato del linguaggio” e “significato della vita”.

8. La vita al di là delle aree delle pratiche materne e della carità sembra essere governata dalle modalità della “agenda dell’identità maschile”. Nonostante questo, il donare può essere riabilitato nel nostro pensiero rispetto a queste altre aree. Per esempio lo stesso profitto può essere visto come un dono dai poveri ai ricchi perché è costituito dal plus-valore, quella parte del valore del lavoro che non è corrisposto nei salari dei lavoratori. Il lavoro delle donne in casa, che aggiungerebbe circa il 40% al PIL degli USA (e ancora di più in alcuni paesi) se fosse calcolato in termini monetari, potrebbe essere visto come un regalo di coloro che praticano l’economia del dono a coloro che praticano l’economia dello scambio e a tutto il sistema che si basa sullo scambio.

9. La pratica materna e tutti i tipi di lavoro donati gratuitamente sono resi difficili o addirittura sacrificati dalla scarsità che è necessaria al funzionamento del mercato. La scarsità viene creata artificialmente dall’appropriazione dei doni di molti da parte di pochi, dei doni dei paesi poveri a quelli ricchi, dei doni della natura, del passato e del futuro ai pochi per il loro profitto nel presente. I valori materni sono visti come non realistici e svalutati dai misogini. Essi sono visti come cause della sofferenza mentre denunciare le sofferenze e la mancata soddisfazione delle necessità da parte delle donne è vista come vittimismo. Al contrario, sono la scarsità necessaria (funzionale) al mercato e la svalutazione del paradigma del dono che causano la sofferenza delle donne (e dei bambini e degli uomini).

10. L’economia di scambio ha valori di oggettificazione e feticismo e ha sempre avuto problemi nel distinguere ciò che è sociale da ciò che è biologico e succede perché i suoi gravi problemi sono il prodotto della mascolazione che interpreta un’agenda sociale “dell’identità maschile come biologicamente fissa”.

Perché è successo?

11. Mascolazione: tutti gli esseri umani nascono dipendenti e quindi qualcuno se ne deve prendere cura in modo unilaterale fin dalla prima infanzia. Alle donne è stato assegnato questo ruolo dalla società che interpreta socialmente le loro capacità biologiche come opposte a quelle degli uomini. Fino al momento dell’apprendimento del linguaggio i bambini maschi si identificano con le proprie madri e partecipano con loro al dare e al ricevere. Quando imparano che appartengono a una categoria che è l’opposto delle madri che li nutrono, devono trovare – o creare – un’identità alla cui base c’è il NON essere come la propria madre che nutre – il che comporta il non donare. Quello che trovano invece è l’agenda dell’identità maschile: indipendenza (opposta alla interdipendenza del dare e ricevere) competizione (opposta a cooperazione) dominazione (opposta alla comunicazione allo stesso livello) stoicismo (opposto a emozione). Questa falsa agenda mascolata è stata considerata come l’agenda umana al posto della pratica materna. E’ stata proiettata nelle nostre istituzione e ha profonda influenza sul modo in cui costruiamo la realtà.

12. Le emozioni sono le mappe per il dare e ricevere. Il maschile richiede di dominare le emozioni. E lo stesso fa il mercato.

13. Il colpire, che come il dono attraversa gli spazi interpersonali (sebbene negativamente) è una modalità di creare delle relazioni (di dominanza), è il sostituto mascolato del dono. Colpire sostituisce il donare a molti livelli, dalla violenza nella famiglia alla guerra.

14. Le relazioni di dono creano la comunità. Gli uomini mascolati desiderano l’indipendenza che sembra essere data dal mercato. Lo scambio separa le persone mettendole in posizioni di avversari. Lo scambio è orientato all’ego e dà valore all’ego. Il donare dà valore all’altro. Il mercato fornisce una modalità post mascolata per praticare il dono. Consente al capo famiglia di mantenere la famiglia con un salario e di possedere ed elergire i mezzi del dare, i mezzi per la produzione dei doni. Similmente il capitalismo possiede i mezzi di produzione delle merci e il mezzo di scambio – il denaro. Questo rende il donare dipendente dallo scambio e i donatori dipendenti da chi scambia.

Che fare

15. Ristabilire l’immagine della madre come immagine dell’umano e il dono come modalità umana. Vedere la religione patriarcale come una proiezione della mascolazione. Tentare di rendere le donne conscie delle modalità di dono che stanno già praticando e integrare nuovamente il dono nelle nostre aspettative sull’identità del genere maschile. Utilizzare le nostre proiezioni consapevolmente. La Madre Terra non è solo una metafora. La natura funziona effettivamente nella modalità del dono e non dello scambio. La modalità del donare va da un minimo al massimo dell’intenzionalità. Se noi riproiettiamo quello che abbiamo appreso in quanto figli curati da madri in un paradigma di dono, possiamo riconoscere la modalità del dono nella natura. Se invece proiettiamo la prospettiva non donante dello scambio vedremo la natura come oggettificata. La nostra comprensione della natura come viva o morta dipende da se proiettiamo le modalità del donare su di lei o no. E lo stesso vale per noi. Il punto di vista dell’io creato dallo scambio è molto limitato. Se ci poniamo dal punto di vista dell’altro (o dei molti altri) che ha un bisogno che potremmo soddisfare, espandiamo la nostra prospettiva. Possiamo consciamente creare e dar valore agli io basati sul dono invece che sullo scambio, rimanendo a un meta-livello, realizzando che stiamo vivendo in una società basata sul mercato, lavorando per un cambio di paradigma tramite il cambiamento sociale e, viceversa, per un cambiamento sociale tramite un cambio di paradigma, mentre manteniamo allo stesso tempo i nostri ‘sé’ e i nostri corpi integri in un mondo basato sullo scambio. Questo può comportare di partecipare all’economia dello scambio, ma al contempo praticare il dono a livello individuale per un cambiamento sociale e convalidare le modalità del dono a un meta-livello. Mettiamo che qualcuno abbia un lavoro normale (si spera in una attività non di sfruttamento o di inquinamento): questa persona dà denaro, tempo e immaginazione creativa ad attività di cambio sociale mentre valorizza il paradigma del dono e del proprio donare sia socialmente che intellettualmente e spiritualmente, e nelle sue relazioni individuali. Allo stesso tempo analizza criticamente la società dello scambio. Creare modelli di progetti di dono funzionali che convalidino il paradigma del dono.

16. Creare e credere nella cultura delle donne basata economicamente sul dono anche se ancora appesantito dalla società dell’economia dello scambio, dal patriarcato e dai suoi valori, ma liberabile. E’ importante farlo nell’ambito delle culture di oppressione perché è lì che i valori del patriarcato e del mercato sono convalidati e producono danno.

17. Mantenersi a un meta—livello. Guardare a un orizzonte più ampio. Ripristinare l’idea del dono dove è stato eliminato o visto come propensione al vittimismo. Vedere tutti i livelli dei bisogni – che sono stati nascosti da altre descrizioni, bisogno di cambiamento sociale, bisogno di verità, bisogni del mercato, bisogni creati e causati dalla scarsità. Guardare con la prospettiva del dono per vedere i bisogni invece di applicare lo sguardo dello scambio per trarre profitto. Capire che non possiamo fare questo cambiamento da soli.
Promuovere un cambio di paradigma. Promuovere dei processi decisionali in accordo ai valori del dono, consapevoli che viviamo in una società basata sullo scambio.
Agire in accordo con i valori del dono e non autodistruttivi. Criticare lo scambio patriarcale, il mercato e la globalizzazione.

18. Nelle nostre vite personali, valorizzare noi stessi noi stessi con i valori del dono, della gratitudine, della comunità, del ritorno alla terra e della spiritualità. Fare attenzione ai bisogni. Legittimare l’empatia. Imparare a ricevere e dare con dignità e sensibilità. Convalidare questi valori non solo praticando il dono nella realtà, ma anche con consapevolezza.

19. Fare progetti che promuovano il cambio di paradigma - con la piena consapevolezza che ancora non ci siamo arrivati. Questo include sia progetti che interrompano e smascherino il patriarcato sia progetti su tematiche dell’ambiente, del razzismo, degli armamenti nucleari, della militarizzazione e della pena di morte. Proporre il paradigma del dono e i suoi valori in alternativa al patriarcato che è da analizzare, criticare e smantellare partendo da questo punto di vista. Proporre che il patriarcato si auto-smantelli (come abbiamo visto nei casi di disarmo unilaterale, come accadde in USSR sotto Gorbachev). Questo può avvenire in modo non violento,durevole e che può avere il vantaggio di portare il potente alla conoscenza di sé. (Se è vero che il potere non rinuncia senza combattere, cosa che io comunque non credo, lasciamo che questa lotta avvenga nella coscienza del potente.) (Se ciascuno, uomo e donna, ha dei valori basati sull’economia del dono, se noi siamo homo donans, allora sia il potente che il debole funzionano sulla base del donare.) Il problema è che i valori e l’agenda della mascolazione e dello scambio hanno avuto il predominio rispetto al modo di interpretare il mondo e di agire in esso. Ora non solo i ricchi e i potenti credono nel valore del dominio, anche i poveri e quelli senza potere credono in esso e quindi l’unico modo di sopravvivere e aiutare gli altri a sopravvivere in questa società sembra essere quello di diventare potenti e sostituire coloro che sono sopra, in cima al sistema – e questo si applica a donne, gruppi etnici, religioni e nazioni. Però il sistema stesso è un’espressione del patriarcato e dei valori della mascolazione. Possiamo cambiare il sistema scendendo e uscendo da esso contemporaneamente. Solo se lo riconosciamo per quello che è, una specie di ruota della tortura per tutti, possiamo rinunciarvi e iniziare da capo sulla base del nutrimento per tutti. I valori del dare direttamente ci sono già, dobbiamo solo scoprirli, non reinventarli.

Comprendere quello che sta succedendo:

20. Sospettare e rifiutare ragionamenti e motivazioni basati sullo scambio come retribuzione, occhio per occhio, interesse personale, anche i valori dati all’eguaglianzarispetto alla differenza qualitativa. Realizzare che sono amplificati dallo scambio e perciò possono apparire più “giusti”. Le menzogne sono basate sull’interesse personale, mentre la verità soddisfa i bisogni degli altri come un dono.

21. Lottare contro le false riflessioni sul donare e sul mercato stesso, riflessioni che vengono dallo stesso mercato. La critica dell’essenzialismo è basata sullo scambio e sui valori di mercato. A livello economico non c’è “proprietà comune” o “essenza” tra i proprietari eccetto la loro relazione di mutua esclusione e la loro capacità di scambiare utilizzando il denaro, quando di volta in volta considerano la loro proprietà e il loro lavoro come dotati di valore di scambio. Sia lo scambio che il donare sono processi che non solo distribuiscono merci, ma generano relazioni umane e identità. Il tipo di identità promossa dallo scambio è “atomistica”, autosufficiente e individualistica, e nega la connessione (e i regali che riceve). Non ha essenza ma una mancanza comune di connessione e sostiene che questo sia un valore. Pertanto la critica dell’essenzialismo viene da una posizione del paradigma dello scambio.

22. La separazione tra “famiglia” e “lavoro”, della sfera privata e di quella economica, ha focalizzato il dono nell’ambito della famiglia. Riconoscere il dono o il materno solo nell’interazione madre/figlio, considerarlo inferiore e un compito biologicamente definito delle donne (opposto alla varietà del mercato e della proprietà – definiti come valori individualistici e identità - ci porta ad astrarre da questa area limitata una “qualità comune” di altruismo opposto all’apparente varietà di qualità provenienti dal mercato e dai valori dell’agenda dell’identità maschile che sono stati incarnati nel mercato – indipendenza, egocentrismo, competizione, dominazione, accumulazione. Questo ragionamento ha 3 difetti:

L’altruismo è logicamente e psicologicamente diverso dall’egocentrismo perché (specialmente nell’abbondanza) informa e diversifica se stessi come pure gli altri. Di fatto la varietà degli individui e dei gruppi si delinea sulla base dei diversi tipi di nutrimento che ricevono e danno da bambini e, dietro il muro di negazione individuale e collettiva, da adulti (ad esempio nel non saper riconoscere il lavoro gratuito di altri). Restringere l’area delle istanze da cui estrarre una “qualità comune” rispetto al dare materno al solo ambito della interazione madre-figlio è troppo limitante. Il dare materno si verifica in molte altre aree della vita – in pratica in tutte AD ECCEZIONE dello scambio di mercato – anche se questo non viene riconosciuto.
La capacità del dono unilaterale non è uno stato, ma un processo creativo. Astrarre da uno stato o da una serie di stati è diverso dall’astrarre da un processo o da diverse istanze o livelli di un processo. Astraendo da uno stato possiamo trovare una essenza, tentare di astrarre da un processo o dai suoi diversi livelli o istanze, ci dà invece una logica comune o una serie di comportamenti interconnessi. Se il dare materno è un processo che ha luogo a diversi livelli, astraendo gli aspetti in comune non ci dà una essenza, ci dà la logica del dono.

23. Il punto è liberare il dono dal peso del mercato e del patriarcato vedendo l’umanità come homo donans, l’essere che dà e riceve e non solo come homo sapiens. Noi dobbiamo essere stati nutriti da altri, ed aver ricevuto creativamente doni dall’esterno, per poter conoscere e sapere.

Diamo la colpa a chi tocca.

24. E’ il processo del mercato che crea l’“essenza” economica monolitica: il valore dello scambio. Questa essenza è importante come modello nella nostra società Capitalistica Patriarcale e distorce il modo in cui noi vediamo il tutto. La religione e la filosofia si occupano di essenze che riflettono o forse sono anche basate su proiezioni di questa “essenza” economica. Di fatto, il dare e ricevere crea una varietà di identità e valori qualitativamente diversi (di cui il valore di scambio è uno tra tanti – basato su una qualità singolare che è la quantità). Pertanto il desiderio di varietà, creatività e connessione può essere effettivamente soddisfatto dal dare e ricevere mentre è soddisfatto solo apparentemente dal mercato, e a spesa della connessione. Pertanto sia l’essenzialismo che la critica all’essenzialismo vengono da ragionamenti basati sul mercato.

25. Il paradigma dello scambio in accordo con i suoi valori di competizione, compete con il paradigma del dono. Questa competizione è resa necessaria per lo scambio dalla stessa creatività e viabilità del dono (che quindi è un modello migliore), ma anche dal bisogno del mercato di ricevere doni gratuiti e dal bisogno del patriarcato di asserire la falsa identità maschile e i suoi valori come superiori, sia trasposti nel mercato che vissuti dai maschi. Il dono, da parte sua, in accordo con i suoi valori, sfortunatamente dà al mercato e ai maschi, e rende possibile lo scambio e l’agenda mascolata.

Riconoscere l’importanza dei paradossi logici.

26. Diversamente dallo scambio, il processo del dono non è costruito intorno al riflesso di sé. Nelle società di mercato dove l’economia del dono e dello scambio coesistono, il processo del riflesso di sé è stato superato dalle equazioni “autoriflettenti” dello scambio e si è identificato con essi. E’ così che Derrida dice che il dono non dovrebbe essere riconosciuto perché se la persona che lo fa si auto riflette, essa è ricompensata dal donare e il dono è trasformato in uno scambio. Se il dono non può essere riconosciuto, diventa difficile generalizzarlo consciamente. Quello che di base è un paradosso logico diventa un paradosso pratico ed è visto come un problema morale. Quindi ci si trasferisce su un altro piano, in cui il donatore è accusato e ritenuto responsabile “in realtà” di scambiare (sembra che la gente possa “dare” sempre il proprio sospetto). Il donatore è accusato di menzogna quando effettivamente è lo scambio che ha la struttura della menzogna ed è la norma. D’altro canto se il donare fosse generalizzato e reso norma non ci sarebbe nessuna ricompensa particolare all’ego nel donare.

27. Riconoscere che cose che noi pensiamo come proprietà o qualità sono spesso relazionali. Come l’economia del dono, il mercato è visto come uno stato o una collezione di stati con la qualità comune del valore di scambio incarnata nel denaro. Questi stati sono effettivamente parte di un processo di astrazione della qualità comune. Quel processo di astrazione è il processo o meccanismo del mercato. Pertanto l’essenzialismo è un pallido riflesso di un processo di mercato mal interpretato, cioè il processo di estrazione dell’“essenza” dei valori di scambio. Un altro riflesso della qualità comune del valore di scambio è il “potere”, la forma mascolina di questa “essenza”. Sebbene il potere sia visto come una qualità o una proprietà, esso è effettivamente relazionale e comporta la dominazione di uno in polarità con molti che si arrendono e danno gratis a quell’uno.

28. Fare progetti basati sul paradigma del dono con la piena coscienza che renderlo generico al sistema è una necessità: volontariato, carità, servizi alla comunità, fare i genitori, insegnare, la spiritualità etc. non hanno fine in se stessi ma devono essere generalizzati verso il paradigma del dono al fine di creare un mondo migliore per tutti. Appoggiare progetti di governo su larga scala con questa generalizzazione in mente. Il donare dei paesi ricchi a quelli poveri non dovrebbe contenere scambi nascosti.

28. Essere sempre coscienti che il paradigma dello scambio tenta di ‘scontare’ l’economia del dono in innumerevoli modi.

30. Apprezzare e imparare aspetti del dono da culture indigene.

31. Educare tutti i bambini a dar vita e nutrire come le loro madri. E educare le madri a valorizzare il paradigma del dono e vedere tutte le sue ramificazioni nella società. Rifiutare l’idea che c’è un genere biologicamente “superiore” che non è materno. Incoraggiare i bambini (maschi) ad esprimersi emozionalmente come le ragazze, affinché possano enfatizzare e riconoscere i bisogni più facilmente. Incoraggiare il livellamento dei ruoli come già sta avvenendo. Vedere che i ruoli hanno degli aspetti del dono ed enfatizzarli.

32. Vedere il donare in tutti gli aspetti diversi della vita affinché per poterci allineare ad esso se lo riconosciamo e quando lo riconosciamo. Questo include il donare interiore ed esteriore da un punto di vista psicologico; la percezione come ricezione di dati esperienziali; il donare in natura; la considerazione del linguaggio e di messaggi come doni, della matematica e della logica come aspetti del donare, la considerazione del donare biologico e del donare a un livello atomico.

33. Usare l’idea dell’economia del dono per creare un ponte tra le differenze nei movimenti delle donne affinché si possano unire le diversità che stanno dietro a fini e valori comuni per smontare il patriarcato. Collegare i diversi aspetti del movimento delle donne sulla base di questa modalità economica comune che ha una superstruttura di valori del dono.
Utilizzare l’idea di economia del dono per unire il movimento delle donne coi vari movimenti progressisti sotto la bandiera e la leadership di donne e di valori femminili (del dono).

34. Permettere agli uomini (e alle donne) di vedere che l’agenda dell’identità maschile, come intesa dal patriarcato e dal capitalismo, crea un’identità erronea che sta rubando a loro stessi (ma anche alle razze e alle nazioni) l’umanità, e che è stata proiettata così in grande nella società da causare devastazione. Comprendere la psicologia del patriarcato. Permettere a concili di donne di creare modelli d’insegnamento per uomini affinché possano disabituarsi alla mascolazione e ai suoi valori e comincino a praticare e valorizzare il paradigma del dono e dei suoi valori. Creare un mestiere per le donne che permetta loro di essere personal trainer del dono, sia per gli uomini che per le donne.

35. Collegare i movimenti misti sulla base del materno. Questi sono ad esempio:
- Movimenti per la pace e per l’ambiente (guardare alle profonde implicazione dell’immagine della Madre Terra)
- Il movimento contro il razzismo (Guardare ai valori diversi dati al dare da gruppi culturali diversi)
- Movimento contro la pena di morte
- Movimento contro la violenza domestica
- Movimento per la spiritualità basata su immagini femminili di Dio
- Movimento contro il fondamentalismo
- Movimento per la giustizia economica - poiché il capitalismo è criticato ma non a livello di quel che promuove l’assimilazione nel capitalismo. O almeno far capire che la strada per la pace di tutti non passa dalla la monetizzazione.
- La giustizia economica è un’illusione perché il capitalismo ha bisogno di doni gratuiti e quindi non può funzionare per tutti
- Avere una visione chiara di quello che è da fare nel futuro

36. Promuovere studi antropologici di culture che utilizzano il dono per trovare modi in cui l’economia del dono è stata praticata e con quali effetti. Cercare l’aiuto di membri sopravvissuti di queste culture. Creare e legittimare una nuova comprensione psicologica popolare della “natura umana” come prodotto sociale che è materno piuttosto che aggressivo e competitivo.
Fare studi collettivi pratici: come definire la necessità; come generare abbondanza, dare e ricevere con rispetto, quanta tecnologia usare, come organizzare l’agricoltura, la distribuzione, l’educazione. Valutare l’uso di monete alternative per uscire dal mercato. Considerare la possibilità di strutturare la società su un lavoro basato sull’età e ritmato da rituali, e basare anche l’educazione continua su questa struttura rituale. Legittimare la possibilità dell’abbondanza per i molti e lavorare per crearla. Creare su piccola scala dei progetti pilota per risolvere i problemi praticando l’economia del dono e utilizzarli come modelli, educando gli educatori (esperimenti su larga scala come il comunismo sovietico coinvolgono troppe persone e possono avere effetti devastanti). Permettere che questi esperimenti includano la creazione di governi e iniziative di dono piccole e locali. Fare un lavoro cooperativo su larga scala per risolvere i problemi creati dal patriarcato capitalista come la povertà, le malattie e la devastazione dell’ambiente. Creare una cultura del dare in cui l’oppressione non sia legittimata e gli impulsi verso la dominazione e lo sfruttamento siano interrotti. Eliminare gerarchie patriarcali. Dare la leadership a concili di donne anziane.

http://gift-economy.com/articlesAndEssays/36passi.html



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MessaggioInviato: 07/07/2014, 09:59 
Psicologia libertaria: da Kropotkin ai nostri giorni. Liberarsi dell’autoritarismo dentro e fuori di noi

C’e molta ignoranza nel mondo dei profani e anche anarchico sull’ uso della psicologia. I profani credono che anarchia sia caos, quando invece è un percorso di evoluzione ed emancipazione da ogni forma di potere che abusi l’individuo. Purtroppo molti sedicenti ” compagni” o persone che si dicono anarchiche o ” antagoniste”, arrivano ad insultarti e ritenerti parte di un sistema oppressivo se sei uno psicologo. Vediamo di cercare di fare chiarezza.

Nella grande opera “Il mutuo appoggio” di Kropotkin, si tocca praticamente ogni branca del sapere umano, compresa la psicologia, che cerca di sostenere un’interpretazione scientifica dell’evoluzione umana in linea con una società anarchica. Kropotkin, come Aristotele, contrastando la visione moderna contrattualista che porta alla democrazia liberale, sottolinea la socialità degli esseri umani. Il supporto reciproco che non solo garantisce la sopravvivenza della specie e del progresso, ma anche un elemento fondamentale della psiche umana:

Cita:
“Questa è l’essenza della psicologia umana. Mentre gli uomini non si erano ubriacati con la lotta alla follia, hanno ascoltato le richieste di aiuto e hanno risposto a esse. In un primo momento, si è parlato di un certo eroismo personale, e l’eroe vuole che tutti devono seguire il suo esempio. I trucchi della mente non possono resistere al sentimento di aiuto reciproco, perché questo sentimento è stato sollevato per molte migliaia di anni dalla vita sociale umana e centinaia di migliaia di anni di vita preumana nelle società animali.”


Anche ne “La conquista del pane”, Kropotkin si basa sulla psicologia e nell’esperienza degli uomini per considerare che la vita quotidiana nella società è più stabile se si assicura il libero sviluppo delle persone coinvolte nei propri affari (in termini economici, morali, di giustizia, ecc.). Nel suo scritto “Le prigioni”, forse il suo scritto che tratta più la tematica psicologica rispetto agli altri, è più avanti di altre ricerche nel trovare diversi gli effetti dell’ambiente carcerario sul comportamento umano. La sua fiducia in materia di istruzione moderna nel prevenire comportamenti criminali si basa, analogamente, sui progressi della psicologia. In questa opera si riflette anche sopra l’influenza delle cause fisiche negli atti umani, negando così il libero arbitrio e l’approfondimento delle condizioni ambientali.

Inoltre, i progressi nelle indagini nella neuropsicologia sottolineano l’importanza delle cause fisiologiche, cioè quelli che dipendono dalla “struttura del cervello e dagli organi digestivi e lo stato del sistema nervoso dell’uomo.” Qualcuno ha voluto vedere in “Le Prigioni” un anticipo sulla futura antipsichiatria e l’opposizione ai manicomi, quando afferma che “le prigioni pedagogiche (i riformatori, ndb), le case di salute, sarebbero infinitamente peggiori degli odierni carceri.”

Immagine

Come è noto, ne “La morale anarchica”, Kropotkin sviluppa un concetto di moralità basata sull’analisi individuale, la vita sociale e l’umanità in generale. Da questo punto di vista, il sostegno morale viene da ciò che egli considera naturale, qualcosa che può essere chiamato “realismo etico”.

Ma la visione kropotkiniana non è riduzionista, se si può parlare del naturalismo in essa, ma anche di utilitarismo quando dice che l’amore, la cooperazione e il mutuo appoggio sono molto utili per lo sviluppo della specie umana. Un altro concetto importante in questo lavoro è l’ “autonomia morale”, in cui si afferma che “nessuna legge regola il fenomeno, solo il fenomeno governa quello che succede, non la legge”. Come in tante altre questioni, fino ad oggi non penso che si abbiano le risposte definitive sul fatto che è possibile conciliare una visione del mondo in modo orizzontale, armonico e individuale autonomo; è importante continuare a riflettere e indagare su tale obiettivo.

Malatesta è un altro autore che riflette l’importanza del passaggio dell’uomo dalla sua visione biologica a quella culturale, visto che quest’ultima è considerata come lo sviluppo del cervello, della lingua e della creatività, le quali rendono migliorabile la loro socialità già innata:

Cita:
“L’uomo, che ha lasciato i tratti inferiori dell’animale, era debole e inerme nella lotta individuale contro gli animali carnivori, ma essendo dotato di un cervello, che è capace di notevole sviluppo, di una bocca atta per esprimere suoni diversi dalle differenti vibrazioni cerebrali, e specialmente di mano adatta per dare forma alla materia che si desidera modellare, dovrebbe capire presto la necessità nel calcolare i benefici dell’associazione. Probabilmente decise di lasciare i tratti dell’animalità quando divenne socievole e quando ha acquisito l’uso della parola, e quindi un fattore molto potente, della socialità.” (“La anarquia”, ricopiato negli Escritos, Fundación Anselmo Lorenzo 2002).


Nelle “Nuove prospettive della psicologia sociale critica” (Università della Valle, Santiago de Cali 2011), Andrey Velasquez e Yuranny Helena Rojas considerano che si è formato un processo importante, oggigiorno, tra la psicologia come scienza sociale e l’anarchismo come teoria emancipatrice. E’ logico quindi, che dal momento che la repressione psicologica e la repressione sociale, spesso, vadano di pari passo e non perdano di vista la dimensione dell’uno e dell’altro. Un compito dell’anarchismo è proprio rompere la dicotomia tra individuo e società. Ad esempio, Tomas Ibanez, professore di psicologia sociale presso l’Università Autonoma di Barcellona, #8203;#8203;ha risposto alla domanda del perché si conosce una psicologia libertaria:

“passare a un mondo senza Chiese, per promuovere la libertà e le pratiche per cercare di smantellare le relazioni di dominio” (“Invito a desiderare un mondo senza chiese, ovvero variazioni sopra il relativismo”, Fermentum, 17). A questo proposito, molti postmodernisti che rifiutano i grandi discorsi di emancipazione, hanno sostenuto una sorta di anarchismo decostruttore, e la psicologia sociale sembra nutrirsi in parte di esso. Tuttavia, è discutibile stabilire una divisione ferrea tra anarchismo del passato (presumibilmente obsoleto) e un anarchismo postmoderno. Sensibili sempre a dare ossigeno a determinate lotte, le idee libertarie si sono confermate ancora una volta, e nuovamente, come il futuro della realtà sociale, e non può mai rinunciare alla sua politica liberatoria.

In diversi paesi, c’è un forte interesse accademico dell’anarchismo: nel luglio 2009, nel 53 Congresso Internazionale di Americanistica,si è tenuto il simposio “Anarquía-Anarquismos; História e Atualidades nas Américas”, in cui vi erano 24 documenti; in Messico, l’Asociación Oaxaqueña de Psicología nel 2006 ha pubblicato il “Manifesto della Psicologia anarchica”, che ha sollevato diversi punti di vista della psicologia messicana, proponendo una piattaforma organizzativa di esperti secondo i principi libertari; essa è stata estesa all’Universidad Nacional Autónoma de México (uno dei più grandi in America Latina); negli Stati Uniti, Dennis Fox è un grande esponente della psicologia anarchica in quel paese, come professore associato presso l’Università dell’Illinois e il suo sito web offre importanti testi e molti altri autori del mondo anglosassone.

In Brasile, vi è una terapia libertaria chiamata somaterapia, sviluppata negli anni ’80 da parte di Roberto Freire: essa mira ad identificare l’autoritarismo, in modo da migliorare la creatività e costruire una organizzazione sociale più libera.

In Colombia, sembra che l’interesse accademico per l’anarchismo è stato più complesso nel suo sviluppo, ma ha creato il Centro di Ricerca ed Educazione Popolare Libertario, presso l’Università Nazionale della Colombia a Bogotà, oltre ad essere un settore della Corporación Cultural Estanislao Zuleta de Medellín, nel quale hanno lavorato con accademici dell’Università di Antioquia. Un altro tentativo di collegare l’anarchismo con la disciplina psicologica è il Grupo Estudiantil y Profesional de Psicología Univalle, che nel 2010 ha prodotto una linea di ricerca denominata “Psicología Social Crítica, Comunidad y Anarquismo”, al fine di migliorare le pratiche di ricerca in materia di questioni libertarie ed emancipatrici. Tutti questi sono esempi dell’interesse e dell’attualità che tengono le idee anarchiche anche da un punto di vista psicologico.

Fonte: http://reflexionesdesdeanarres.blogspot ... de-la.html

http://informazioneconsapevole.blogspot ... in-ai.html



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MessaggioInviato: 08/07/2014, 14:05 
Scoprire l’Economia di Comunione per costruire una società più giusta.

L’attuale crisi economico-finanziaria ha le sue radici nella trasformazione del sistema economico, non più basato sull’economia reale ma sempre più su quella finanziaria. Ne è emerso un sistema fragile, vuoto, che accentra la ricchezza nelle mani di pochi e scarica i costi sulla collettività. Tale crisi è la manifestazione più drammatica di un processo che negli ultimi due secoli ha sostituito la ricerca collettiva del bene comune con la ricerca personale del benessere privato a ogni costo. È forse, anche, manifestazione dei limiti dei modelli tradizionali di sviluppo politico-economico.

Ed è in questo contesto che si è incominciato a valutare l’ipotesi della ricerca di modelli economico-politico alternativi. Uno degli esempi più indicativi, in tal senso, può essere considerato forse quello di Economia di Comunione (EdC).

L’EdC è un progetto di imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici e politici, che ha come scopo il costruire e mostrare una società umana dove, ad imitazione della prima comunità di Gerusalemme, “nessuno tra loro è indigente”.

Il ruolo delle imprese

Le imprese sono l’asse portante del progetto. Queste si impegnano a mettere in comunione i profitti secondo tre scopi e con pari attenzione:
- Sviluppare l’impresa, che deve restare efficiente e competitiva pur se aperta alla gratuità.
- Aiutare le persone svantaggiate, creando nuovi posti di lavoro e sovvenendo ai bisogni di prima necessità, dando vita a dei processi di sviluppo iniziando da quanti condividono lo spirito che anima il progetto.
- Diffondere la “cultura del dare” e della reciprocità, senza la quale non è possibile realizzare un’Economia di Comunione.

Tra gli obiettivi dei progetti di sviluppo e di assistenza realizzati nell’ambito dell’EdC, primario è quello di costruire rapporti di fraternità e di reciprocità fra persone e comunità. Per questo motivo, l’aiuto offerto non copre mai il totale delle necessità ma va sempre ad integrare ed affiancare le risorse di chi viene aiutato e della comunità locale in cui è inserito.

Senza questa pre-condizione, nessun intervento dall’esterno potrà permettere di uscire dalle trappole dell’indigenza: in certi casi gli aiuti dall’esterno potrebbero addirittura peggiorare la situazione, creando circoli viziosi di assistenzialismo; Vivere la reciprocità del dono porta l’uomo, appena è in condizione di mantenersi autonomamente, a rinunciare a quell’aiuto e ad offrirlo ad altri.

La teoria di Marcell Mauss

Marcell Mauss in “Teoria generale della magia” mostra come lo scambio, nel corso della sua storia, ha rivestito quasi sempre la forma del dono, del regalo offerto generosamente, anche quando nel gesto che accompagna la transazione, non c’è che finzione, formalismo e menzogna sociale e, al fondo, obbligo e interesse economico.

Infatti, non ogni dare, non ogni atto di dare crea la “cultura del dare”. Il “dare” su cui si basa l’EdC è un “dare” che i cristiani chiamiamo “evangelico”, che si apre all’altro nel rispetto della sua dignità e suscita anche a livello di gestione delle aziende l’esperienza del “date e vi sarà dato” evangelico. Si manifesta a volte come un introito inatteso o nella genialità di una soluzione tecnica innovativa o nell’idea di un nuovo prodotto vincente.

È tuttavia interessante, seguendo gli studi di Mauss, rilevare che la concezione del dare evangelico non è un’idea esclusivamente legata alla religione cristiana. Essa si ritrova anche in altre culture, per esempio, c’è un bel proverbio maori che afferma: “Dai quanto ricevi, tutto andrà bene”.

Anche nel diritto indiano classico la cosa donata frutta una ricompensa in questa vita e nell’altra. Qui, produce automaticamente per il donatore una cosa identica a se stessa; là, è la stessa cosa accresciuta che viene ritrovata: Ricevimi (donatario) Dammi (donatore) Donandomi mi otterrai di nuovo.

Stefano Zamagni, prof. di Economia dell’Università di Bologna e ardente promotore del progetto, spiega come fino alla fine del ‘700 il modo di trattare l’economia era tipico della scuola di pensiero dell’Economia Civile. Poi la scuola dell’Economia Politica ha preso il sopravvento. La differenza, continua Zamagni è che nella prospettiva di studio dell’ Economia Civile, la società civile, ovvero, le Associazioni, le chiese, le organizzazioni varie hanno un ruolo anche nell’economico. Nella prospettiva, invece, dell’Economia Politica, le espressioni della società civile organizzata hanno un ruolo che precede, che riguarda la sfera culturale e quella politica, ma non quella economica. Questa divisione non è più in grado di funzionare. Cioè non è più possibile tenere separato il momento della produzione del reddito, della ricchezza, dal momento della sua distribuzione.

Le caratteristiche

Una delle caratteristiche dell’EdC è cercare di fare della comunione non solo un modo per gestire gli utili, ma uno stile di vita e di conduzione aziendale, a tutti i livelli.

Si delinea così un progetto a più dimensioni (aziendale, culturale, teorica e spirituale), tutte coessenziali. Laboratorio in cui si sperimenta una formula di grande rilevanza e attualità, capace di coniugare i valori della solidarietà con quelli della libertà e dell’efficienza e di contribuire a un’economia davvero a ‘misura di persona’.

Il progetto EdC può, in un certo senso, essere la dimostrazione pratica di quel processo di trasformazione che Lautoche propone per rigettare il culto irrazionale e quasi idolatra della crescita fine a se stessa e promuovere la sua società della decrescita serena. Una società economa ed autonoma che richiede una serie di cambiamenti che l’autore sintetizza in un circolo virtuoso di otto “R”. L’autonomia di cui parla Latouche si oppone all’eteronomia della “mano invisibile” del mercato, della dittatura dei mercati finanziari e della tecnoscienza nella società moderna. Questa autonomia non implica una libertà senza limiti. Nella prospettiva di una società di cittadini liberi, il “sapere” dell’obbedienza si deve intendere come un apprendistato, una sottomissione non servile alla legge che si è dati, mentre la sottomissione servile è appannaggio della tirannia. Ciò che costituisce la differenza tra le due forme, è l’esistenza e il buon funzionamento della reciprocità, dal quale discende l’importanza della convivialità che reintroduce lo spirito del dono nel commercio sociale, là dove vige la legge della giungla.

La comunità politica

La logica mercantile va finalizzata al perseguimento del bene comune, di cui, oggi più che mai, deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica. In quanto, è causa di gravi scompensi separare l’agire economico, a cui spetterebbe solo produrre ricchezza, da quello politico, a cui spetterebbe di perseguire la giustizia mediante la ridistribuzione.

A mio avviso il modello di Economia di Comunione può intervenire in quelle realtà dove sia il modello capitalista che comunista hanno fallito.

Lo scopo del mio lavoro di tesi non è quello di ergere a modello assoluto il progetto di Economia di Comunione, ma sottolineare come sia possibile sviluppare entro lo stesso regime di concorrenza, modelli organizzativi diversi, ispirati cioè a criteri di valutazione differenti, proprio come dovrebbe accadere in una società che si dice autenticamente pluralista. Potranno esserci, quindi, organizzazioni ispirate dal criterio dell’efficienza economica, altre ispirate dal criterio della giustizia redistributiva, altre ancora formate dalla cultura della reciprocità e del dare.

Tutte le comunità umane sono rette dall’interazione di tre principi fondamentali: lo scambio, la ridistribuzione di ricchezza e il dono, che se attivi e ben combinati permetteranno alle società di svilupparsi armoniosamente.

Marcell Mauss, in conclusione del suo saggio sul dono ci invita ad adottare come principio della nostra vita, ciò che è stato e sarà sempre un principio: uscire da se stessi, dare liberamente e per obbligo; non c’è il rischio di sbagliare.

http://www.gazeco.it/archivio-tesi/453- ... piu-giusta



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Le 6 idee dominanti e limitanti su cui è modellata la nostra società

Rifacendosi agli studi di Ernst Friedrich Schumacher e al pensiero di Tiziano Terzani, Gloria Germani ha sintetizzato, nel libro Tiziano Terzani: la rivoluzione è dentro di noi , una lista delle sei idee dominanti nella nostra educazione moderna, che plasmano la nostra società, le quali hanno un forte potere limitante e disfunzionale per la nostra visione del mondo e per noi stessi.

Cita:
1) l'idea di evoluzione, cioè l'idea che esista un processo automatico che porta dalle forme inferiori a quelle superiori. Questa idea è stata applicata, nell'ultimo secolo, a tutti gli aspetti della vita.

2 ) l'idea di competizione, di selezione naturale. È strettamente connessa alla prima, e spiega il processo automatico di evoluzione con l'idea della sopravvivenza del più adatto.

3 ) l'idea - di cui si è reso portavoce Marx - che tutte le manifestazioni superiori della vita umana, dalla religione alla filosofia, siano sovrastrutture erette per mascherare gli interessi economici e la lotta di classe.

4 ) l'idea freudiana che queste stesse manifestazioni siano il risultato di desideri non realizzati di incesto o comunque di frustrazioni sessuali.

5 ) l'idea generale del relativismo, per cui in nessun campo si possono raggiungere verità assolute.

6 ) l'idea del positivismo, per cui l'unica conoscenza valida può essere ottenuta attraverso i metodi delle scienze, ma pure che non è possibile alcuna conoscenza del senso e del significato complessivo della vita umana.


Cos' hanno in comune queste sei idee dominanti ? Senz'altro il fatto di ridurre tutte le forme di esistenza a un unico livello, quello materiale, negando che possano esistere livelli diversi o superiori.

Inoltre, introducono l'idea che la competizione e la forza siano le uniche regole dello sviluppo umano e quindi giustificano perfettamente quella che è la concezione moderna fondamentale della vita, anche se per pudore non la si ammette: la forza economica è ciò che guida il mondo.

Ogni uomo moderno si sente perciò inevitabilmente avvinto agli aspetti economici e alle condizioni materiali che crede di dover soddisfare.

Queste idee dominanti sono, tuttavia, dei presupposti non dimostrati, sono cioè dei « salti dell' immaginazione » .

Ciascuna di queste idee guida della civiltà occidentale moderna,quindi, può essere considerata fortunata, ma niente affatto vera.Sono idee che hanno preso forma in una determinata e ben precisa atmosfera culturale, quella tra Ottocento e Novecento.

Oggi, questi fantasiosi presupposti sulla competizione e la forza che domina la vita non sono più tesi formulate intellettualmente, ma sono diventati strumenti del nostro modo di pensare, sono cioè diventati parte di una eredità psichica subcosciente collettiva.

http://informazioneconsapevole.blogspot ... u-cui.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 19/09/2014, 12:57, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/10/2014, 16:40 
PRIGIONIERI VOLONTARI: la schiavitù moderna (Video)

Questo documentario di Jean-françois Brient e Victor León Fuentes, intitolato “Sulla servitù moderna” dal quale sono tratti alcuni passaggi di questo post è dedicato a tutti coloro che hanno scelto di vivere in prigionia volontaria. Il lavaggio del cervello è arrivato a livelli talmente alti che non ti rendi nemmeno conto di essere la causa dei problemi che ti affliggono. Con il tuo stile di vita stai alimentando un sistema perverso che ti mantiene in uno stato di schiavitù silenziosa. Indirizzato da una politica economica ben precisa ed ingannato dalle menzogne propinate quotidianamente dai mass-media hai deciso volontariamente di vivere in prigionia

Immagine

Per possedere una trappola per topi di 50 mt2 al centro, hai acceso un mutuo che ti costringerá per tutta la vita ad essere prigioniero del sistema che tanto critichi nelle manifestazioni di protesta nelle piazze. Dentro queste abitazioni anguste e lugubri accumuli le tue merci che dovrebbero, secondo i messaggi pubblicitari onnipresenti, portarti la felicità perfetta. Ma più accumuli merci e più si allontana la possibilità di essere felice.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=1D-3Omd6PoY[/BBvideo]

Per avere la comodità di compare al supermercato sotto casa hai ceduto la tua sovvranità alimentare alle multinazionali che decidono per te cosa devi mangiare e ti vendono prodotti tossici che ti ostini a chiamare “Cibo”. Guardati attorno…

Per riempirti la casa di oggetti inutili, hai scelto di essere servo di un padrone per 8/10 ore al giorno 6 giorni alla settimana.

Contrariamente agli schiavi dell’antichità, ai servi del Medioevo o agli operai delle prime rivoluzioni industriali, oggi appartieni ad una classe totalmente asservita ma che non sa di esserlo, anzi, che non vuole saperlo. Ignori quindi la ribellione, che dovrebbe essere l’unica reazione legittima degli oppressi.

Accetti senza fiatare la vita pietosa che è stata decisa per te. La rinuncia e la rassegnazione sono le cause della tua disgrazia e a differenza degli antichi schiavi che venivano catturati, oggi sei tu stesso che hai scelto il tuo padrone. Per guadagnare più Soldi, hai scelto di vivere prigioniero del tuo business, costantemente sotto stress tra tasse, fatture e scadenze. Soldi, che probabilmente dovrai usare per recuperare la salute persa per guadagnarli!

Per poter pagare le rate dell’auto nuova hai accettato di lavorare senza diritti, con un salario bassissimo, pagando tasse altissime e ricevendo servizi pessimi. In compenso ti sono stati concessi 20 giorni all’anno di misera e meritata vacanza. L’invenzione della disoccupazione moderna è lì per spaventarti e farti ringraziare la generosità del potere. Che cosa faresti senza la tortura del lavoro? Quando è proprio questa attività alienante che ti viene presentata come una liberazione.

Che decadenza e che miseria! Conosci tutti i nomi dei giocatori della tua squadra di calcio preferita e a quanto ammontano le loro buste paga, sei aggiornatissimo sul gossip e trovi noiosi argomenti che ti riguardano da vicino come l’agronomia o la biologia. Possiedi tutti gli ultimi giochetti tecnologici e sei convinto che la contaminazione dell’ambiente, lo sfruttamento dei lavoratori, la negazione dei diritti umani nelle fabbriche che li hanno prodotti, sia il prezzo da pagare per il Tuo progresso… che ti usa e ti tiene prigioniero senza che nemmeno te ne renda conto.

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Avresti potuto accontentarti della tua servitù solo al lavoro, ma nella misura in cui il sistema di produzione colonizza tutti i settori della vita, perdi il tuo tempo nelle distrazioni nei divertimenti e nelle vacanze organizzate. Nessun momento del tuo quotidiano sfugge alla morsa del sistema. Ogni attimo della tua vita è stato sequestrato. Sei uno schiavo a tempo pieno. Hai scelto di essere prigioniero dell’immagine e quindi ti spalmi addosso unguenti e cremine per avere un’apparenza giovane e impeccabile. Indossi sempre vestiti alla moda e cerchi di imitare quelle celebrità che tanto invidi e applaudi quando guardi la televisione o vai allo stadio.

Non importa se le creme e i saponi sono cancerogeni, non importa se sono stati testati su altri esseri viventi che ci hanno rimesso le penne. Non importa se le tue scarpe nuove sono state prodotte da schiavi minorenni. Quello che conta è la Tua immagine nelle Tue scalate sociali… mi diverte ascoltarti quando mi dici che in fondo si tratta solo di avere cura del proprio corpo. Ma davvero credi di prenderti cura del tuo corpo spalmandoci sopra sostanze cancerogene?

Credi davvero che valga la pena di lavorare sfruttato, schiavizzato e sottopagato per poterti permettere di rinnovare il guardaroba ogni stagione? Non sai di essere prigioniero volontario dei tuoi falsi bisogni. Sogni la vita delle ricche celebrità dello spettacolo lasciandoti sfuggire la tua, senza nemmeno renderti conto che stai dormendo.

La vita è unica e breve….. ma te li sei fatti bene i conti?

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http://ilquieora.blogspot.it/2014/10/pr ... video.html



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[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=J7i3qOCDkSo[/BBvideo]



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MessaggioInviato: 27/10/2014, 22:17 
Vorrei rilanciare uno dei miei thread preferiti ripartendo da una analisi fatta su dove ci hanno portato 30 anni di neoliberismo...

Cita:
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Abbiamo la tendenza a percepire le nostre identità come stabili e ben distinte da fattori esterni.

Ma dopo decine di anni di studi e di ricerca, mi sono convinto che il cambiamento economico sta avendo un profondo effetto non soltanto sui nostri valori ma anche sulle nostre personalità.

Trent'anni di neoliberismo, di libero mercato e privatizzazione hanno lasciato il segno, e l'incessante mantra della produzione è diventato parte della nostra vita.

Se state leggendo in modo scettico, lo dico semplicemente: la meritocrazia neoliberista favorisce alcuni tratti della personalità e ne penalizza degli altri. Ci sono certe caratteristiche ideali necessarie per fare carriera oggi. La prima è essere abili nella retorica, con l'obiettivo di riuscire a convincere il maggior numero di persone possibili.

Il contatto con altre persone può anche essere superficiale, ma dal momento che questo vale per la maggior parte delle interazioni fra gli umani al giorno d'oggi, questo non sarà particolarmente degno di nota.

È importante sapersi vendere bene: conoscere molte persone, avere molta esperienza e avere recentemente portato a termine un importante traguardo. In futuro la gente si accorgerà che tutto questo era di gran lunga esagerato. Ma il fatto che all'inizio ci credessero tutti dipende da un altro tratto della personalità: riuscire a mentire con convinzione senza sentirsi in colpa. Ecco perché raramente ci assumiamo le responsabilità per il nostro comportamento.

Inoltre, siamo flessibili e impulsivi, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e sfide. Ciò si tramuta in un comportamento rischioso, ma non importa, non saremo noi a dover raccogliere i cocci. La fonte d’ispirazione per tutta questa riflessione? La checklist della psicopatia scritta da Robert Hare, il più grande specialista odierno nel settore.

Questa descrizione dei fatti è naturalmente una caricatura forzata. Tuttavia, la crisi finanziaria ha illustrato gli effetti sortiti a livello macro-sociale (per esempio nei conflitti tra i Paesi dell’eurozona) da una meritocrazia neoliberista sulla gente.

La solidarietà diventa un bene di lusso e crea condizioni favorevoli ad alleanze temporanee in cui la preoccupazione principale è sempre quella di ricavare una fetta di profitto maggiore rispetto alla concorrenza. I legami sociali con i colleghi si indeboliscono, così come il senso d’appartenenza emotiva all’organizzazione per cui si lavora.

Una volta il bullismo era un fenomeno che riguardava soltanto le scuole, oggi è una presenza costante in tutti i posti di lavoro. Questo è un sintomo tipico degli impotenti che sfogano la propria frustrazione sui deboli, e che in psicologia viene chiamato spostamento d’aggressività. C’è un senso di paura latente, che varia dall’ansia da prestazione a una più ampia paura sociale della minaccia altrui.

Le costanti valutazioni al lavoro causano un declino in termini di autonomia, e una crescente dipendenza, sempre più marcata, da fattori esterni che variano in continuazione. Il risultato di tutto ciò è quello che il sociologo Richard Sennet ha correttamente definito “infantilizzazione dei lavoratori”.

Gli adulti mostrano atteggiamenti da bambini, si abbandonano a comportamenti gelosi per cose futili (“A lei hanno dato una nuova poltrona da ufficio e a me no”), dicono bugie, ricorrono all’inganno, si crogiolano nei fallimenti altrui e fantasticano vendette. Questa è la conseguenza di un sistema che impedisce alle persone di pensare in maniera indipendente e che non tratta gli impiegati da persone adulte.

Quello che è ancora più importante, però, è il serio danno che costituisce all’autostima delle persone. L’autostima dipende in buona parte dal riconoscimento che ci viene impartito da altre persone, come hanno dimostrato filosofi del calibro di Hegel e Lacan.

Sennet giunge a una conclusione simile quando riconosce nella domanda “Chi ha bisogno di me?” il quesito fondamentale che assilla il lavoratore odierno. Per un numero di persone in aumento, la risposta a questa domanda è “Nessuno”.

La nostra società proclama costantemente che chiunque possa farcela a patto che si impegni duramente, il tutto mentre consolida i privilegi, e aumentando la pressione sui propri cittadini esausti. Un numero crescente non ce la fa e finisce per sentirsi in colpa, umiliato e mortificato.

Ci hanno ripetuto fino allo sfinimento che non siamo mai stati così liberi di scegliere i nostri destini, ma la libertà di scelta al di fuori della narrativa del successo è limitata. E come se non bastasse, quelli che non ce la fanno, vengono automaticamente classificati come perdenti, scrocconi e parassiti sociali.

La meritocrazia neoliberista ci vorrebbe far credere che il successo dipenda dal talento e dall’impegno dell’individuo, il che significa che la responsabilità grava esclusivamente sulle spalle del singolo e che le autorità dovrebbero quindi lasciare più libertà possibile per ottenere questo obiettivo.

Per quelli che credono nella fiaba della libertà totale di scelta, i concetti dell’autogestione e dell’autogoverno sono i messaggi politici più importanti, specialmente se sembrano promettere libertà. Insieme all’idea dell’individuo perfezionabile, la libertà che noi occidentali percepiamo è la più grande non verità, o falsità, dei nostri tempi.

Il sociologo Zygmunt Bauman ha riassunto con precisione il paradosso dei nostri giorni: “Non siamo mai stati così liberi. Non ci siamo mai sentiti così impotenti”.

Siamo veramente più liberi di quanto lo eravamo prima, nel senso che possiamo criticare la religione, trarre vantaggio da un'attitudine laissez-faire al sesso e sostenere qualsiasi movimento politico di nostra preferenza. Possiamo fare ognuna di queste cose perchè nessuna ha più alcun significato: la libertà di questo tipo scaturisce dall’indifferenza.

D'altro canto, le nostre vite quotidiane sono diventate una costante battaglia contro la burocrazia che farebbe impallidire anche Kafka. Ci sono regole per ogni cosa, dalla quantità di sale ammesso nella produzione del pane agli allevamenti urbani di polli.

La nostra presunta libertà è legata imprescindibilmente a una condizione: dobbiamo avere successo, ovvero "fare" qualcosa di noi stessi. Non dobbiamo guardare lontano per trovarne dimostrazione. Un individuo con capacità lavorative altamente specializzate che mette la famiglia davanti alla carriera viene criticato.

Una persona che ha un buon lavoro e rifiuta una promozione per dedicare il suo tempo ad altre cose viene considerato folle, a meno che quelle altre attività non garantiscano successo. A una giovane donna che vuole diventare una maestra elementare, i genitori consigliano di prendersi prima una laurea specialistica in economia. Una maestra elementare, chissà che cosa abbia in testa?

Ci sono lamentele costanti sulla presunta perdita di regole e valori nella nostra cultura. Ma le norme e i valori sono parte integrante della nostra identità. Quindi non possiamo perderli, al massimo possiamo cambiarli. E questo è precisamente quello che è successo.

Un'economia mutata riflette un'etica che è cambiata e genera un’identità trasformata. L'attuale sistema economico sta tirando fuori il peggio da tutti noi.

Paul Verhaeghe, PhD, è un professore della Ghent University e presiede il dipartimento di psicoanalisi. L'articolo orginale è stato pubblicato su The Guardian.

(a cura di Ludovico Tallarita)

http://www.thepostinternazionale.it/mon ... oliberismo



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MessaggioInviato: 28/10/2014, 21:51 
Questo articolo mi piace vederlo come un pezzo di rinascita sociale:

Cita:
AGENZIE DI RATING: RICHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO

La procura di Trani vs Standard & Poor’s e FitchAgenzie di rating: richiesto il rinvio a giudizio.


La richiesta di rinvio a giudizio per i dirigenti di Standard & Poor’s e Fitch, da parte della Procura della Repubblica di Trani (Pm Michele Ruggiero, Gup Angela Schiralli), a seguito delle denunce dell’Adusbef e del vice presidente avv. Antonio Tanza parti civili nel processo, tappa storica sul potere smisurato delle agenzie di rating con banche d’affari e banchieri centrali padroni dell’universo, rappresenta un monito all’Unione Europea paralizzata e ricattata dalle lobby bancarie e finanziarie, che non ha inteso regolamentare le attività di società private che emettono pagelle ad orologeria su Stati Sovrani, sovrastata da una ‘piccola procura di provincia’(Trani venne definito un piccolo paese dell’Oklahoma, nelle conversazioni intercettate il 3 agosto 2011,ore 18,32, tra Maria Pierdicchi rappresentante S&P per l’Italia e Deven Sharma, presidente di Standard & Poor’s a New York), che ha prodotto più risultati degli stati sovrani e dell’Ue nel ridimensionarne la loro prezzolata velleità: non era mai accaduto prima nell’intero mondo globalizzato !
Tutti gli imputati sono accusati dalla procura di Trani del Pm Michele Ruggiero e dall’eccellente lavoro di supporto della Guardia di Finanza, di manipolazione del mercato aggravata dalla 'rilevante offensività' (perché il reato è commesso ai danni dello Stato sovrano italiano) e dalla rilevantissima gravità del danno patrimoniale provocato, quantificato dalla Procura della Corte dei Conti, in almeno 120 miliardi di euro.

Rinviati a rinvio a giudizio Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011; Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa-Londra, e gli analisti del debito sovrano: Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Al sesto imputato, David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, viene contestata la responsabilità amministrativa della società. Manager e analisti di S&P sono accusati di aver fornito "intenzionalmente" ai mercati finanziari - tra maggio 2011 e gennaio 2012 - quattro report contenenti informazioni tendenziose e distorte sull'affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dal governo italiano, "per disincentivare - secondo l'accusa - l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore". L'ultimo report sotto accusa è quello con cui S&P, il 13 gennaio 2012, decretò declassamento rating dell'Italia di due gradini (da A a BBB).

Anche nell’udienza odierna cominciata dopo le 13,00, dove sono costituite parte civile Adusbef ed una decina di consumatori, le agenzie di rating Fitch e Standard & Poor’s, che non si rassegnavano di essere processate a Trani, dopo vani tentativi di far trasferire il processo a lidi più sicuri, hanno accusato l’ennesimo smacco, subiranno il processo davanti al Gup Angela Schiralli, che aveva respinto ulteriori pretestuose eccezioni, dopo quella già rigettata sulla competenza territoriale presentata dai difensori dei sei imputati nell'udienza preliminare all'agenzia di rating Standard & Poor's, accusata di manipolazione del mercato, che rischiava di far ricominciare da zero l'intero procedimento.

Per Fitch imputati David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra, e il responsabile legale Trevor Pitman, per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, accusati di aver rilanciato - dal 10 al 18 gennaio 2012 - "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai decretato ufficialmente dell'agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012, "così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari". Sempre per Fitch viene ipotizzato anche l'abuso di 'prestazione d'opera' essendo l'agenzia legata al ministero dell'Economia in forza di un contratto di fornitura del servizio pubblico di rating in relazione alle emissioni di titoli di debito della Repubblica Italiana.

Adusbef chiede l’immediata risoluzione del contratto che lega Fitch al ministero dell’Economia per la fornitura di rating in relazione alle emissioni di titoli di debito della Repubblica italiana, appena rinnovato e la destituzione dei dirigenti del Tesoro, che hanno evidentemente abusato del loro ruolo continuando i rapporti con l’Agenzia, nonostante fosse sospettata di aver alterato il prezzo degli strumenti finanziari e l’evidente abuso di ‘prestazione d’opera’.

Bankitalia, che partecipa all'udienza come persona offesa, ma che per ora ha deciso di non costituirsi parte civile (costituzione che potrà essere avanzata all'inizio del dibattimento), ha perso l’ennesima occasione per rimarcare l’autorevolezza perduta e la sua equidistanza da cricche finanziarie mondiali, che assieme ai banchieri centrali, hanno disseminato disastri e macerie economiche sull’economia globalizzata, distruggendo oltre 30 milioni di posti di lavoro dall’ agosto 2007, inizio della crisi dei sub-prime.

Elio Lannutti (presidente Adusbef)

fonte: http://www.ilcittadinoonline.it/news/17 ... dizio.html


C' ancora qualcuno nei posti chiave che tiene all'Italia, fa sempre bene sapere di non essere "soli".

Da questa inchiesta penso, se non li fanno fuori, o li suicidano,si potrà scoperchiare un bel pò del vado di pandora!

Ho sentito anche le dichiarazioni del magistrato su Rainws, sembra abbia davveroi le palle!


Ultima modifica di MaxpoweR il 28/10/2014, 21:52, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 29/10/2014, 17:58 
Quante volte abbiamo discusso del fatto che per una "Rinascita Sociale Globale" vada riformato l'intero 'Sistema' scolastico-educativo attualmente in vigore?

L'articolo che segue sembra darne una conferma.

Cita:
Ripetere il programma del network della Cabala - L'educazione scolastica ci rende prigionieri

La macchina della programmazione scolastica- educativa è assolutamente vitale per il “Sistema” perché è progettata per impiantare percezioni della realtà, già nei primi anni di vita. Cosi esso può assicurarsi che il suo individuo sacrificabile porterà avanti il sistema quando sarà adulto, oppure che sarà un piccolo buon schiavo per il resto della sua vita, credendo di essere libero.

Immagine

Infatti coloro che guidano il sistema e coloro che sono guidati da esso, sono tutti schiavi. E’ solo una questione di grado e il comune denominatore è quello di chiudere a chiave le persone dentro il lato sinistro del cervello.

Il cervello ha due emisferi collegati tra loro da un ponte: il corpo calloso. Questi emisferi hanno funzioni molto diverse, o personalità; dovremmo essere individui con un cervello unitario, quindi dovremmo poter ottenere il meglio da entrambi gli emisferi. Ma questo, tuttavia, non è ciò che il Sistema di Controllo vuole e quindi in molte persone questo non accade.

Le persone sono ampiamente schiave della parte sinistra del cervello, a struttura ossessiva e questo si riflette nella natura gerarchica della società umana. Il cervello destro vede “totalità”, non delle parti e facendo cosi puo’ fare collegamenti in modi che il cervello sinistro non sa fare.

Il cervello destro è “casuale” , spontaneo, creativo, ispirante, un anticonformista imprevedibile. Gli psicologi chiamano il cervello destro “soggettivo”: che muove o ha luogo nella mente della persona piuttosto che nel mondo esterno (che non esiste) e che si esprime o che fa prevalere l’individualità dell’artista o dell’autore.

Il cervello destro è allineato molto di più con la realtà del cuore, rispetto al cervello sinistro e quindi… è l’ultimo posto in cui i manipolatori della razza umana vogliono che sia. Il cervello destro ti può portare “là fuori” nei regni della consapevolezza, dove si può percepire la vera natura della vita sulla Terra. E anche dove la si puo’ capire.

Se il vostro cervello destro non è aperto e non funziona con forza, non potrete mai scoprire i livelli della tana della talpa, da cui ha origine la cospirazione globale.

Il cervello sinistro ci da la percezione del tutto separato dal resto, con uno “spazio” nel mezzo: l’illusione della Matrix. Non può vedere interi, ma solo parti; non può vedere immagini , ma solo punti e… semplicemente ama la struttura. Il cervello sinistro è logico (dalla sua prospettiva della logica); razionale (dalla sua prospettiva di razionale); è sequenziale, nel senso che prende eventi che accadono nell’eterno ORA e li mette in una sequenza che percepiamo come tempo. Tanto più velocemente fa questa sequenza, tanto più tempo sembra che passi e viceversa.

Il cervello sinistro è anche “oggettivo”: si basa su fenomeni osservabili, su fatti: una valutazione oggettiva. Quale è la base del credo scientifico ufficiale? Cio’ che si basa su fenomeni osservabili : una valutazione oggettiva.

La scienza mainstream (ufficiale) è la manifestazione della prigionia del cervello sinistro ed è per questo che non può aprire il fondamento dei “segreti” (segreti solo per il cervello sinistro e la mente chiusa) della nostra realtà esperita. Il cervello sinistro è la società umana come è attualmente vissuta e strutturata (insieme al cervello rettiliano i cui tratti sono stati da mie spiegati molte volte).

Il sistema educativo è stato designato specificatamente per trasformare i bambini a cervello destro unitario in adulti dal cervello sinistro con un processo di ricompensa o punizione per coloro che accettano o meno la programmazione.

L’educazione “mainstream ' sommerge il lato sinistro del cervello con la versione della realtà del sistema, comunicando informazioni logiche e razionali, basate su una “evidenza osservabile”. Agli studenti viene poi detto di trattenere questa informazione, di rivederla approfonditamente, prima di fare qualcosa che chiamano “esame”, in cui devono ripetere al sistema quel che il sistema a detto loro di credere.

Uno studio di Kyung Hee Kim, Professor of Education al College di William and Mary in Virginia, si è concentrato sulla creatività di bambini in età scolastica, usando una misura nota come i test di Torrance, relativi al pensiero creativo.

Quel che ha trovato è un enorme declino di creatività, man mano che avanza l’età scolastica, poiché “i bambini sono diventati meno emotivamente espressivi, meno attivi fisicamente, meno dialoganti ed espressivi verbalmente, meno umoristi, meno immaginativi, piu’ convenzionali, meno vitali e appassionati, meno percettivi, meno adatti a connettere cose apparentemente irrilevanti, meno sintetici, meno desiderosi di vedere le cose da un'altra angolazione”.

Questi sono tutti tratti dell’emisfero destro del cervello che il sistema scolastico (la programmazione) sopprime per consentire al cervello sinistro di dominare la percezione.

I giovani in tutto il mondo sono stressati e preoccupati nell’attesa dei risultati dei loro esami , sperando disperatamente di aver detto con successo al sistema cio’ che questo ha detto loro di credere.

Questa logica razionale, che si basa su “una evidenza osservabile” è una illusione. Cio’ che è considerate razionale è semplicemente un punto di osservazione dettato dal vostro senso di ciò che è reale.

Il sistema mette anche delle guardie ai cancelli del cervello sinistro… queste si chiamano insegnanti, scienziati, accademici e i media per difendere il cervello sinistro dall’influenza di quello destro.

Se lo scemo del villaggio vi dicesse ciò che è razionale, logico e basato su evidenza osservabile, non lo accettereste senza metterlo in discussione; tuttavia l’umanità in genere fa proprio questo con le istituzioni idiote che dettano la realtà umana o il senso di essa.

Non c’è un pensiero originale o una rivelazione interiore, ma solo ripetizione del programma. Una definizione della parola “accademico” è: 'Conforme a regole stabilite e tradizioni, convenzionale'.

Al cervello sinistro manca quello che il destro ha in grande abbondanza: l’immaginazione creativa ed il sistema è terrorizzato che possiamo usarla per creare una realtà molto diversa da quella che cerca di imporci.

Sono piu’ che per una “educazione nell’apprendimento”, ma non l’abbiamo. Il sistema che noi chiamiamo educazione è stato strutturato dall’inizio per programmare la percezione della realtà da parte degli studenti, per il resto delle loro vite. Il fatto che questo non sempre funziona, è la dimostrazione del potere della Coscienza sopra la programmazione.

E’ stato messo in piedi un network di organizzazioni controllate dai Rothschild, inclusa la Frankfurt School of social engineering (la scuola di Francoforte per la ingegneria sociale), per cambiare il pensiero, le credenze e le percezioni della popolazione attraverso il sistema di programmazione noto come “education”.

Charlotte Iserbytè stata una consulente politica (Senior Policy Advisor), nell’Ente per la Ricerca sulla Educazione e Miglioramento (Office of Educational Research and Improvement) al Dipartimento USA della Educazione, durante il primo mandato del Presidente Ronald Reagan ed anche lavorò nel Dipartimento di Stato.

Le sue osservazioni nonché esperienze e ricerca altamente dettagliata, in quel periodo, la portarono a scrivere questo libro: The Deliberate Dumbing Down of America, (Il deliberato istupidimento dell’America), che rivela esattamente quel che sto dicendo.

Charlotte Iserby entra nel dettaglio di una storia che potrebbe essere narrata per ogni paese nel mondo, perché il network della Cabala segue ovunque la stessa agenda. Il suo libro si basa su documenti che lei prese dai files del Department of Education in Washington (dipartimento della Educazione di Washington), poiché là lavorava..

Tali documenti rivelano un piano calcolato per trasformare il sistema educativo-scolastico in un mezzo per la programmazione della percezione di massa, al fine di creare adulti ignoranti e compiacenti che cosi serviranno il governo e le corporazioni (multinazionali) come robot obbedienti e sosterranno l’agenda per un controllo centralizzato della umanità, attraverso un governo mondiale.
'L’educazione' in realtà è il condizionamento della percezione di sé e del mondo, al fine di rimuovere tutte le barriere morali, psicologiche e percettive che possano esserci nei confronti del cambiamento sociale voluto e per far discendere in una totale schiavitù.

Il sistema è progettato per instillare queste percezioni per tutta la vita:

• la verità viene dalla autorità.
• l’intelligenza è l’abilità di ricordare e ripetere.
• Memoria e ripetizione precise vengono ricompensate.
• La non acquiescenza viene punita
• Conformarsi intellettualmente e socialmente

La figura piu’ preminente nel trasformare l’”educazione” Americana (e quella di ogni altra parte) fuWilhelm Maximilian Wundt (1832-1920), sponsorizzato dai Rockefeller, un professore alla università di Lipsia nella Germania dei Rothschild, che divenne famoso come uno dei personaggi fondanti la moderna psicologia.

Wundt considerava gli esseri umani come niente di più di della somma totale delle loro esperienze e quindi in grado di essere programmati come qualcosa che oggi chiamiamo computer. Al livello dei 5 sensi corporei c’è della verità in questo, ma questo vale solo se si esclude la Coscienza, - i vero sé- la sua non influenza.

Bertrand Russell (1872-1970) fu uno scrittore inglese, filosofo, critico sociale, nonché aristocratico della genia - molto importante- dei Russell. Suo nonno, John Russell fu due volte Primo Ministro durante il regno della Regina Vittoria ed i suoi genitori erano il visconte e viscontessa Amberley. Russell, nel 1951, scrisse nel suo libro The Impact of Science on Society (l’impatto della scienza sulla società):

L’educazione dovrebbe avere lo scopo di distruggere il libero arbitrio, cosicchè gli scolari scolarizzati in questo modo, per il resto della loro vita, saranno incapaci di pensare o agire in altro modo che non quello voluto dai loro insegnanti ...Lo scienziato del futuro deve poter rendere queste massime perfette e scoprire esattamente quanto costa pro-capite, far si che i bambini credano che la neve sia nera. Un volta perfezionate le tecniche, ogni governo che sia stato responsabile della educazione scolastica per più di una generazione, sarà in grado di controllare i suoi soggetti con sicurezza, senza il bisogno di eserciti o polizia.

Erich Fromm (1900-1980) ebbe una grande influenza – di ordine sionista Rothschild- sulla politica educative e fu molto vicino alla 'filosofia' (programmazione) della Frankfurt School (del sionismo Rothschild). Il suo obbiettivo fu manipolare i bambini e il resto della popolazione, nel far vedere loro che, presunti “esperti” nei vari campi, fossero fonte di saggezza e conoscenza e non invece il loro pensare critico.

Il consenso nel percepire gli onniscienti “esperti”, è precisamente in linea con la società tecnocratica che la Cabala sta cercando di imporre.

Zbigniew Brzezinski, ex consulente di Jimmy Carter per la Sicurezza Nazionale e co-fondatore della Commissione Trilaterale , della Cabala, unitamente a David Rockefeller, 40 anni fa scrisse sulla venuta della società tecnocratica:

L’era tecnocratica implica la comparsa graduale di una società piu’ controllata. Una tale società, sarà dominata da una elite, senza limiti di valori tradizionali. Sarà presto possibile imporre una sorveglianza quasi continua sui cittadini e mantenere dei files aggiornati e completi che contengano persino le informazioni piu personali sul cittadino stesso. Questi files saranno soggetti ad immediato recupero dati, da parte delle autorità.

La whistleblower Charlotte Iserbyt rivela come dei documenti del governo Americano dettaglino un piano per cambiare gradualmente il modo di insegnamento ai bambini e agli studenti, con l’obbiettivo di cancellare le influenze dei genitori cosicché lo Stato diventi il loro genitore. Si veda Aldous Huxley e il suo Brave New World.

Sapevo dalla mia personale ricerca negli anni 90 che, come dice Charlotte Iserbyt nel suo libro, la Andrew Carnegie Foundation, controllata dai Rothschild, per lo sviluppo della educazione e la Rockefeller General Education Board, erano ingegneria sociale, con altri giocatori in questa cospirazione, che dovevano dirottare le menti dei bambini del mondo.

Le famiglie della Cabala fecero fondazioni esentasse - i Rockefellers ne hanno molte – per sponsorizzare la loro agenda camuffata da filantropia e donazione di bene al pubblico. In questo modo possono fare le loro azioni in modo ignobile, senza nemmeno pagare le tasse. La bufala delle fondazioni esentasse, venne alla luce negli anni ’50 grazie al Comitato della House Select che investigava sulle fondazioni esentasse e comparabili organizzazioni.

Abomini come la Monsanto – la versione biotech della Goldman Sachs – danno fondi alle università e mettono i loro dirigenti nei consigli educativi, per assicurarsi che la loro versione di un cibo OGM che uccide le persone, nonché i pesticidi e gli erbicidi, conquistino approvazione accademica e quindi tanti punti nel curriculum.

Charlotte Iserbyt rivela come lo schema PROBLEMA-REAZIONE-SOLUZIONE sia stato usato per far avanzare la trasformazione Orwelliana. La forza vitale di questo schema ovviamente sono i problemi o le crisi e quindi devono continuamente inventarle, produrle, se non accadono naturalmente e cosi non è per la piu’ parte dei casi. Questo si applica a tutto lo spettro della società umana.

Quei bambini che non si conformano facilmente alla programmazione,si dice che abbiano “problemi di apprendimento”, 'problemi comportamentali' o 'Attention Deficit Disorder' – deficit di attenzione- cosa che io definisco consapevolezza istintiva che cio’ che ti viene detto è una sciocchezza.

Ho avuto questo per la piu’ parte del mio tempo scolastico, anche se non mi si davano questi nomi e per questo mi davo la “mia cura”: “sognare ad occhi aperti fuori dalla finestra”. Il modo in cui oggi gestiscono questi problemi psicologici e comportamentali inventati, è nel dare del Ritalin, o altre medicine che sconvolgono la psiche, come se fossero coriandoli ai matrimoni.

In USA 4 milioni di bambini stanno prendendo il Ritalin e le cifre in paesi come la Gran Bretagna si eguagliano e costituiscono parimenti un abuso infantile di massa.
Lo scandalo è il “compito a casa”: vorreste dire che 6-7 ore a scuola per 5 giorni alla settimana per 15 anni o piu’, non bastano e percio’ devono lavorare anche a casa?

Si noti anche come la musica e l’arte siano state ridotte anche nelle sovvenzioni al sistema educativo e come bambini molto piccoli siano introdotti all’apprendimento con il cervello sinistro sin da giovane età. L’arte e la musica hanno il potenziale di stimolare il cervello destro e consentire ai bambini di giocare senza essere disturbati da “fatti” e strutture, lasciando invece che la loro immaginazione fluisca.

I bambini non dovrebbero andare a scuola se non a 7-8 anni e persino a questa età la scuola dovrebbe essere diversa : fino a quella età dovrebbero giocare senza limiti, pensare liberamente fino a infiammare la loro creatività. Allora il cervello sinistro potrà prendere il suo giusto posto e diventare un servitore e non un maestro.

In USA c’è una normativa che impone che almeno il 70 percento dei libri non sia di narrativa: essi devono essere sostituiti da libri tecnici, “più adatti” a preparare gli studenti per il posto di lavoro.

Sento infiniti dibattiti su come si insegna ai bambini e sulla misura delle classi. Ma raramente sento cosa si insegna loro e con quale fine. La più parte della gente sembra non pensare a questo, ma sarebbe ben tempo che lo facesse”

http://ningizhzidda.blogspot.it/2014/10 ... della.html


Ditemi voi se non è vero quanto viene espresso in questo articolo

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MessaggioInviato: 29/10/2014, 22:36 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:


Quei bambini che non si conformano facilmente alla programmazione,si dice che abbiano “problemi di apprendimento”, 'problemi comportamentali' o 'Attention Deficit Disorder' – deficit di attenzione- cosa che io definisco consapevolezza istintiva che cio’ che ti viene detto è una sciocchezza.


Il modo in cui oggi gestiscono questi problemi psicologici e comportamentali inventati, è nel dare del Ritalin, o altre medicine che sconvolgono la psiche, come se fossero coriandoli ai matrimoni.



Sento infiniti dibattiti su come si insegna ai bambini e sulla misura delle classi. Ma raramente sento cosa si insegna loro e con quale fine. La più parte della gente sembra non pensare a questo, ma sarebbe ben tempo che lo facesse”

http://ningizhzidda.blogspot.it/2014/10 ... della.html


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Verissimo, lo specchio della realtà [V]

I genitori che pensano solo alle modalità di insegnamento e non si interessano alle argomentazioni o al fine dell' insegnamento, sono stati a loro volta istruiti nella convinzione che tutto ciò che gli viene impartito è indiscutibilmente insindacabile!
In genere è molto difficile che un comune cittadino metta in discussione la "parola" di uno specialista, di un medico o di un insegnante, accade come se davanti a certe personalità il senso critico svanisse.. [8]



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MessaggioInviato: 10/11/2014, 23:32 
Le Ragioni per Opporsi al NWO - Fuori dal sistema
di B. Smith - Traduzione di S. Santoru

Cita:
"Innumerevoli persone odieranno il nuovo ordine mondiale e moriranno protestando contro di esso."
HG Wells, The New World Order (1940)


Immagine

Nel corso della nostra vita e in tutta la nostra cultura moderna, siamo condizionati a raccoglierci attorno a concetti di falsa divisione. Siamo portati a credere che democratici e repubblicani siano parti distinte e opposte, eppure sono in realtà due rami dello stesso meccanismo politico di controllo. Siamo portati a credere che due nazioni come gli Stati Uniti e la Russia siano nemici geopolitici, quando, in realtà si tratta di due governi fantoccio sotto il dominio degli stessi finanzieri internazionali. Infine ci viene detto che i banchieri internazionali sono in qualche modo separati, quando la realtà è che tutte le banche centrali rispondono ad un'unica autorità centrale: la Banca dei regolamenti internazionali (BRI).

Siamo intrattenuti con storie di costante conflitto e divisione. Ma la verità è che c'è solo una battaglia che conta, solo una battaglia che sia importante: la battaglia tra coloro che cercano di controllare gli altri e quelle persone che desiderano semplicemente essere lasciate libere.

Il Nuovo Ordine Mondiale non è un concetto creato dai 'teorici della cospirazione', ma dalle menti di coloro che cercano di controllare gli altri. Sono le pseudo-élite che grandiosamente si arrogano il diritto di determinare il destino di ogni uomo, donna e bambino a scapito della libertà individuale e dell'autodeterminazione. Tali élite sono spesso molto aperte circa le loro ambizioni globaliste, proprio come l'autore HG Wells, membro dell'organizzazione socialista Fabian Society e legato alla concezione globalista che ha messo avanti il #8203;#8203;suo progetto per la governance mondiale nel libro sopra citato. In questo articolo, vorrei esaminare la natura della nostra battaglia contro l'elite e perché le loro teorie sulla gestione sociale sono illogiche, inadeguate e, in molti casi, dannose e distruttive.

Il 'Bene Comune Superiore'

Trovo affascinante che elitisti e propagandisti del NWO proclamino costantemente che la moralità è relativa e che la coscienza non esiste, ma in qualche modo sono quelli che possiedono la corretta definizione di 'bene superiore.' Se il concetto di 'buono' è in tutti i casi relativo, allora non sarebbe anche il concetto di 'bene superiore' del tutto relativo? Questa incongruenza nel loro ragionamento non sembra impedire loro di costringere le masse attraverso la propaganda o la violenza ad accettare la loro versione di giudizio migliore.

Come molti psicologi e antropologi (tra cui Carl Jung e Steven Pinker) hanno dimostrato in decenni di studio, la bussola morale e la coscienza non sono semplici prodotti dell'ambiente; sono ideali innati, al di fuori delle influenze ambientali. Il bene più grande è intrinsecamente e intuitivamente sentito da molte persone. E' la voce della coscienza, presente in ogni individuo. Non a caso le élite del Nuovo Ordine Mondiale si contraddicano affermando che la morale sia priva di significato, e poi propagandando la loro moralità personale come migliore. Al fine di ottenere potere sugli altri, devono prima convincere chi li ascolta di essere un guscio vuoto, senza senso o direzione. Devono convincere le masse a ignorare la voce interiore della coscienza.

Collettivismo

Non pretendo di conoscere l'ideologia necessaria per una società perfetta, e certamente non conosco le soluzioni esatte per arrivarci. Quello che so, però, è che anche nessun'altro può conoscerle. Ogni volta che qualcuno sale su un palco per annunciare che solo lui ha le risposte ai problemi del mondo, non posso fare a meno di essere sospettoso delle sue motivazioni. Raramente, se non mai, sento tali persone suggerire che più libertà e più individualità faranno un futuro migliore. La loro soluzione comporta sempre meno libertà, più controllo e più forza bruta per plasmare la società secondo la loro visione.

L'utopia offerta dall'élite al potere esige sempre una mentalità collettivista dove l'individuo deve rinunciare alla sua autodeterminazione e all'indipendenza.
Non importa il pretesto - che si tratti di socialismo, comunismo, fascismo o qualche via di mezzo - l'obiettivo è sempre lo stesso: il collettivismo è schiavitù per le masse e sfrenata manna per gli oligarchi.

L'Ideologia della Forza

Se la tua idea per migliorare la società è buona e razionale, non dovrebbe servire la forza per indurre la gente ad accettarla. Solo le idee intrinsecamente distruttive richiedono l'uso della forza per conformare il pubblico. Il NWO è un'idea che si basa interamente sulla forza.

La globalizzazione ci è stata costantemente venduta come parte della naturale evoluzione del genere umano, ma questa 'evoluzione naturale' (v. correlati) è sempre avanzata con l'uso della menzogna, della manipolazione, della paura e della violenza. Il concetto di NWO implica una completa centralizzazione, una centralizzazione che non può essere raggiunta senza l'uso del terrore, difatti chi sosterrebbe la creazione di una pericolosa autorità di potere globale se non per paura?

L'uso moralmente accettabile della forza è quello della legittima difesa. Di conseguenza ogni volta che il NWO spinge inesorabilmente il #8203;#8203;suo attacco alle nostre libertà, noi, i difensori, siamo etichettati come 'estremisti.' La metodologia usata per promuovere il NWO e i suoi valori è intrinsecamente viziata dall'ignoranza e dalla psicopatologia, piuttosto che ispirata da saggezza e verità.

La Politica della Disonestà

Oltre che alla violenza, ricorrono spesso alla menzogna per ottenere automaticamente il successo per qualunque cosa. Le élite comunemente giustificano questa logica asserendo che esistano cose come le bugie nobili (entrambi Saul Alinsky e Leo Strauss, i guardiani del paradigma della falsa dicotomia destra / sinistra, hanno promosso l'uso delle "bugie nobili") e che le masse abbiano bisogno di essere ingannate per essere indotte ad agire nel modo migliore per se stesse ed il mondo. Questo è, ovviamente, un concetto sociopatico dettato dall' auto-esaltazione.

Le menzogne sono raramente, se non mai, usate da persone che vogliono migliorare la vita altrui; spesso sono usate da chi voglia migliorare la propria vita a discapito di quella altrui. A ciò si aggiunga l'affermazione egocentrica secondo cui le élites si adopererebbero per il nostro bene - quando in realtà gli interessa solo elevare il loro potere - e ciò che si ottiene è un rapporto abusivo stereotipato su scala globale.

Le metodologie positive verso l'umanità cercano deliberatamente la verità e non hanno bisogno di nascondersi dietro un velo di disinformazione e depistaggio. Se una metodologia richiede la segretezza, l'occultismo e l'inganno al fine di garantire un'egemonia culturale, allora è più probabile che sia un'influenza negativa su quella cultura, non positiva.

Il Controllo Oligarchico

Perché l'umanità ha bisogno di un'élite selezionata che comandi su tutti? A cosa può servire davvero tale oligarchia? Il potere centralizzato è realmente efficiente e pratico come si dice che sia? O è in realtà un ostacolo per l'umanità e per la nostra ricerca per migliorare noi stessi? I propagandisti del NWO sostengono che la governance globale sia inevitabile e che la sovranità in qualsiasi forma sia la causa di tutti i nostri mali.Tuttavia, se guardo indietro ai momenti più delicati della storia (quelli non menzionati nei testi universitari), la vera causa della maggior parte dei mali del mondo si dimostra essere, ovviamente, l'esistenza di certi gruppi elitari.

La cosiddetta 'efficienza' della centralizzazione è utile solo per chi si trova al vertice della piramide, in quanto generalmente si basa su un vasto labirinto di burocrazia asfissiante. Nessuna struttura dell'autorità iper-condensata sopravvive se la cittadinanza non è 'plasmata' in modo da dipendere da essa. La centralizzazione rende più difficile la vita di tutti, eliminando la nostra capacità di fare le nostre scelte.Vale a dire, la centralizzazione rimuove tutte le opzioni alternative dal sistema, fino a quando l'unica strada rimasta è quella di inchinarsi alla struttura.
Non ho mai visto un solido esempio di centralizzazione del potere che abbia creato una società migliore, o dato maggior felicità alle persone.

Una Visione Oppositiva

Discutere su cosa dovrebbe essere fatto per migliorare il mondo è uno sforzo inutile fino a quando si continueranno a proporre soluzioni sulla base di una singola visione soggettiva. Finché le persone sono influenzate da pregiudizi, da desiderio egoistico e mancanza di consapevolezza, non saranno mai in grado di determinare ciò che sia meglio per gli altri. La filosofia che si oppone al NWO, la filosofia del movimento della libertà, sostiene che nessuno ha il diritto di imporre la propria particolare versione di una società perfetta su chiunque altro. Non appena qualcuno lo fa, ha commesso un grave attacco contro la libertà individuale - un attacco che deve essere risolto.

La nostra proposta è semplicemente che le persone che vogliono controllare gli altri siano rimosse dalle posizioni di controllo e che chiunque desideri essere lasciato solo possa essere lasciato solo. Associazione e partecipazione dovrebbero essere sempre volontarie; in caso contrario, la società perde valore. Non si tratta di anarchia nel senso della rimozione di ogni conseguenza. Piuttosto, i diritti della persona diventano di primaria importanza.

La replica più comune a questo principio della valutazione individuale sulla paura collettiva è che 'qualcuno' deve applicare e far rispettare una struttura di diritto e la responsabilità, perché in caso contrario la società 'cadrebbe a pezzi' in un vortice di follia e caos. Sarà anche vero, tuttavia visto che l'autogoverno non è mai potuto esistere nella storia dell'uomo senza interferenze immediate da parte di certi gruppi elitari, nessuno può sapere per certo come sarebbe stato (purtroppo certi meccanismi sono automatici - n.d.A.)

Eliminare il controllo del governo palese, tuttavia, non significa farla finita con la 'legge.' La legge naturale, come la coscienza, esiste nel nostro essere in modo biologico e spirituale, e non richiede un'autorità centrale che la definisca. La legge naturale sostituisce le leggi delle persone. Infatti, le uniche leggi artificiali da seguire sono quelle derivanti #8203;#8203;dal diritto naturale. Il principio di base del diritto naturale è che nessuno ha il diritto di impedire o erodere le libertà intrinseche di altri individui, purché rispetti anche le leggi naturali. Il secondo è che qualsiasi persona violi i diritti innati di un altro, ha commesso una violazione della legge naturale.

http://www.anticorpi.info/2014/11/le-ra ... l-nwo.html



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QUELLI CHE CI CONTROLLANO FURONO LASCIATI LIBERI DI AGIRE!",se fosse stato una società regolata nel giusto queste persone non avrebbero potuto diventare gli aguzzini che oggi deprechiamo.[;)]


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MessaggioInviato: 11/11/2014, 13:45 
Se fossimo una specie naturale sarei d'accordo, ma siamo prodotti e quindi di proprietà di chi ci ha prodotti.

Non mi pare che i buoi abbiano qualche specifico diritto nei confronti degli allevatori ^_^ (e i buoi forse sono più "naturali" di noi); c'è l'obbligo di trattarli eticamente dal punto di vista dei maltrattamenti ma questo è garantito anche a noi. Poco importano le sofferenze psicologiche delle mucche o delle scimmie sapienti ^^

Di fatto non sono aguzzini non lo sono nè più nè meno di quanto lo sia un pastore col proprio gregge di pecore o un allevatore di bovini.


Ultima modifica di MaxpoweR il 11/11/2014, 13:46, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/11/2014, 20:43 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:


Di fatto non sono aguzzini non lo sono nè più nè meno di quanto lo sia un pastore col proprio gregge di pecore o un allevatore di bovini.


Una osservazione molto intelligente.



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