Oggetti fuori dal tempo, avvistamenti tramandati nella letteratura storica. Qual è l'origine dell'uomo? Testi sacri e mitologie da tutto il mondo narrano una storia diversa da quella che tutti conosciamo.
Rispondi al messaggio

08/08/2013, 14:44

AleBon ha scritto:

Teste di leone,proporzioni sbagliate,Cheope usurpatore di altrui opere.Quindi i tre faraoni sarebbero questo?Le testimonianze e il progetto delle piramidi?Le tombe degli operai trovate?Tutte fandonie e strategie di occultamento?Come ripeto spesso,si deve sempre contestualizzare le opere nel periodo storico.


Scusa, ma che la testa della Sfinge sia una produzione postuma basta guardare l'intera struttura con i propri occhi.

Il progetto della costruzione della Grande Piramide quale sarebbe? Puoi postarlo su questo forum?

Contestualizzami la movimentazione di enormi blocchi di pietra pesanti tonnellate ai tempi di Cheope e la costruzione di un monumento tale nell'arco di 20-30 anni.

Le tombe degli operai potrebbero essere tranquillamente quelle dei lavoratori impiegati per i lavori di ristrutturazione delle stesse nel corso dei secoli successivi.

Anche il Duomo di Milano è soggetto a continui lavori di ristrutturazione. Morisse un operaio oggi e ci facessero un monumento commemorativo accanto ciò potrebbe fare dedurre ad archeologi tra migliaia di anni in assenza di altre info che abbiano costruito il duomo nel 2013...

Non ti sembra ragionevole ciò?!

08/08/2013, 17:45

Mi sembrava un buon posto questo dove caricare l'ultimo articolo scritto nell'ambito del Progetto Atlanticus in quanto ritengo che quegli antichi insegnamenti che vengono descritti nel testo facciano parte a pieno titolo della "Eredità degli Antichi Dei" [;)]

I Comandamenti degli Elohim

Ogni individuo, ogni popolo, ogni cultura, ogni nazione, sente la necessità di definire la propria morale e regolamentare la propria società attraverso un corpo di leggi imperative, di usi e costumi e di consuetudini atte a consentire la possibilità della sopravvivenza del singolo e della collettività.

Il primo tentativo in tal senso, o meglio il primo conosciuto storicamente è il Codice di Hammurabi, scoperto dall'archeologo francese Jacques de Morgan nell'inverno 1901-1902 fra le rovine della città di Susa, è una fra le più antiche raccolte di leggi. Si conoscono altre raccolte di leggi promulgate da re sumerici e accadici, ma non sono così ampie ed organiche. Venne stilato durante il regno del re babilonese Hammurabi (o Hammu-Rapi), che regnò dal 1792 al 1750 a.C., secondo la cronologia media. Le disposizioni di legge contenute nel Codice sono precedute da un prologo nel quale il sovrano si presenta come rispettoso della divinitá, distruttore degli empi e portatore di pace e di giustizia. Il codice fa un larghissimo uso della Legge del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano per essere anche alla base della legge del profeta biblico Mosè. Per fortuna da quel tempo le società umane hanno avuto il tempo di evolversi superando gli ovvi limiti del codice di Hammurabi.

E’ il senso di tutti i sistemi legislativi e di governo di tutte le nazioni del mondo, compresa la nostra carta costituzionale e l’insieme di leggi che nel corso della storia hanno concorso a realizzare il sistema di diritto nazionale, come in Italia così in tutti gli altri paesi europei e oltre.

Ma prima ancora delle carte costituzionali, delle dichiarazioni di indipendenza e degli altri sommi documenti costitutivi di una nazione esistono delle leggi fondamentali, supreme, intrinseche e proprie dell’essere che valgono come punti di riferimento universali per gli uomini e le donne di quella specifica cultura.

Poche semplici regole di comportamento, tramandate da millenni che ormai fanno parte di noi senza che ce ne rendiamo più nemmeno conto. Norme e usi universali abbiamo detto, ma al tempo stesso specifiche per la cultura che le ha realizzate. Osserveremo di seguito che queste, seppur orientate tutte all’elevazione spirituale dell’Uomo, possono infatti differire anche notevolmente tra di loro in funzione del retaggio culturale da cui sono scaturite. Chi si concentra di più sulle relazioni Uomo-Uomo, chi tra il rapporto Uomo-Natura, chi addirittura Uomo-Anima.

I nativi indiani d’America, prima dello sterminio fisico e culturale, dei migranti dell’ultimo millennio, sono stati forse uno dei popoli più saggi mai evoluti sulla terra, e questo, grazie proprio alla loro comunione con la natura. Questo ha dato loro la saggezza e l’umiltà per scoprire le regole di giusto comportamento senza le quali non possiamo vivere una vita in armoniosa sulla terra.

Immagine

Quindi non leggi imposte dall’esterno, ma da una profonda autoregolamentazione imprescindibile per vivere, di cui ne presentiamo una sintesi:

- La Terra è la nostra Madre, abbi cura di Lei.

- Onora e rispetta tutti i tuoi parenti.

- Apri il tuo cuore ed il tuo Spirito al Grande Spirito.

- Tutta la vita è sacra, tratta tutti gli esseri con rispetto.

- Prendi dalla Terra solo ciò che è necessario e niente di più.

- Fai ciò che bisogna fare per il bene di tutti.

- Ringrazia costantemente il Grande Spirito per ogni giorno nuovo.

- Devi dire sempre la verità, ma soltanto per il bene degli altri.

- Segui i ritmi della natura, alzati e ritirati con il sole.

- Gioisci nel viaggio della vita senza lasciare orme.

In oriente prevale l’influenza delle grandi religioni induista e buddista. Il Bushido (#27494;#22763;#36947; Bushid#333;, letteralmente «la via del guerriero») è un codice di condotta e un modo di vita – simile al concetto europeo di cavalleria e a quello romano del mos maiorum adottato dai samurai, cioè la casta guerriera in Giappone. Sebbene risalga al 660 a.C., questo codice fu citato per la prima volta nel K#333;y#333; Gunkan (1616) e messo organicamente per iscritto, in seguito, da Tsuramoto Tashiro, che raccolse le regole del monaco-samuraiYamamoto Tsunetomo (1659 – 1719) nel noto testo Hagakure.

Ispirato alle dottrine del buddhismo e del confucianesimo adattate alla casta dei guerrieri, il Bushido esigeva il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore, i quali dovevano essere perseguiti fino alla morte.

Immagine

Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

In: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. è diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.

Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

Makoto o Shin: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

Il Buddhismo o Buddismo è una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo. Originato dagli insegnamenti di Siddhartha Gautama, comunemente si compendia nelle dottrine fondate sulle Quattro nobili verità.

Con il termine Buddismo si indica più in generale l'insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche spirituali, individuali e devozionali, nate dalle differenti interpretazioni di queste dottrine, che si sono evolute in modo anche molto eterogeneo e diversificato. Sorto nel VI secolo a.C. come disciplina spirituale assunse nei secoli successivi i caratteri di dottrina filosofica e di religione "ateistica".

All'origine ed a fondamento del Buddhismo troviamo le Quattro nobili verità. Si narra che il Buddha, meditando sotto l'albero della bodhi, le comprese nel momento del proprio risveglio spirituale.

Immagine
A sx Monaco buddhista in meditazione nel Wat Mahathat (Sukhothai,Thailandia). A dx Proselitismo buddhista al tempo del re Athoka (260-218 a.C.), così come descritto dai suoi editti.

Ora vediamo i dieci comandamenti secondo la Sacra Bibbia, la Parola di Dio, secondo i credenti cristiani. Esodo 20:2-17:

1) "Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me.

2) Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

3) Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.

4) Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo.

5) Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà.

6) Non uccidere.

7) Non commettere adulterio.

8) Non rubare.

9) Non attestare il falso contro il tuo prossimo.

10) Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo"

Quello che non tutti forse conoscono è che i dieci comandamenti traggono ispirazione diretta da una fonte ancora più antica: il Libro dei Morti. Il Libro dei Morti (o più propriamente I capitoli del giorno che viene) era il testo funerario sacro per gli antichi egizi pieno di formule e invocazioni per accedere all'altra vita.

Il Libro dei Morti veniva sempre sepolto insieme al defunto, così da averlo con se, oppure veniva direttamente disegnato all'interno del sarcofago. Una cosa è certa, mai un'anima avrebbe vagato nell'aldilà senza questo importantissimo aiuto!

Il Libro dei Morti è una raccolta di testi funerari di varia natura, che si diffondono a partire dal Nuovo Regno e che gli Egizi chiamavano: "Formule per uscire nel giorno". I diversi capitoli sono introdotti da un titolo e spesso vengono accompagnati da scene. Fondamentalmente il Libro dei Morti è una sorta di manuale da portarsi appresso nel lungo e difficile cammino nell'aldilà fino a giungere al cospetto di Osiride. Infatti, dopo morti, non si giungeva subito al Paradiso o all'Inferno, ma bisognava affrontare una serie di ulteriori prove che, senza questo libro in aiuto, era quasi impossibile superare. Infatti quasi tutti i sarcofagi vennero internamente dipinti con il Libro dei Morti, o, in alternativa, il papiro veniva posizionato accanto alla mummia del defunto. Lo scopo del testo è per l'appunto, il conseguimento di spirito eletto al quale si giunge attraverso un percorso disseminato di pericoli e insidie, che si possono superare solo conoscendo e recitando le formule magiche appropriate.

Al termine del viaggio si giunge alla prova finale, il giudizio davanti al tribunale di Osiride che rappresenta il momento cruciale per conseguire la piena sopravvivenza ed essere accolto in Paradiso, tra gli dèi. Il defunto viene accompagnato per mano da Anubi di fronte a 42 dei che gli chiedono di confessare 42 peccati terreni. Dopo che il defunto confessa di essere totalmente innocente e di non averne mai compiuto neppure uno, il dio con la testa di sciacallo, posiziona il suo cuore sulla bilancia insieme alla piuma di Maat (la verità). Toth, che ha come testa un ibis, dio della scrittura e della conoscenza, segna su di un papiro il risultato (che guarda caso viene rappresentato sempre positivo! Si tendeva così a portar fortuna...), se il cuore è più leggero della piuma, allora l'anima è pura e Horus, con la testa di falco lo condurrà per mano di fronte a Osiride che, accompagnato dalle mogli e sorelle Iside e Nephtis, lo accoglierà nei cielo. Se invece il cuore pesa più della piuma, allora sarà divorato dal mostro Ammut.

Immagine

Il tema della "pesatura delle anime" viene ripresa a volte anche dall'iconografia cristiana e viene chiamata "PSICOSTASI". Al posto di Osiride, Iside e tutti gli altri dei abbiamo la seguente raffigurazione: sulla bilancia si trovano due anime, sottoposte a giudizio al momento del trapasso. Il Bene (rappresentato dall’Arcangelo Michele con la spada sguainata) e il Male (rappresentato dal demonio alato) sorreggono la bilancia e si contendono le anime, il che ci riporta alla tesi del documentario Zeitgeist che la religione cristiana affonda le proprie radici nei culti pagani egizi.

Immagine

Sembra che il Libro dei Morti sia nato in epoche ancora più antiche rispetto al periodo arcaico delle prime dinastie.

Secondo Wallis Budge la fonte primaria del libro non è di origine Egiziana poichè l’opera, anche nella più antica Recensione, contiene insegnamenti e cognizioni talmente elaborate e sottili non ascrivibili agli indigeni dell’epoca ma sono da ascrivere probabilmente ad una precedente civiltà molto evoluta. In questo Libro ho trovato molto interessante la Confessione Negativa, composta di oltre quarantadue "confessioni" di comportamenti, che il defunto doveva affermare davanti al giudice Supremo Osiride ed ad altri 42 Dei minori invocati come "Signori di Verità e Giustizia". Tali dichiarazioni al negativo ricordano i Dieci Comandamenti, ma a mio avviso alcune sono molto più profonde e presuppongono un alto contenuto di civiltà e saggezza che noi non abbiamo ancora raggiunto. Ne elenco alcune e giudicate voi:

Non ho fatto piangere nessuno
Non ho ostacolato la Verità
Non ho terrorizzato nessuno
Non ho commesso iniquità contro gli uomini
Non ho maltrattato i sottoposti
Non ho maltrattato gli animali
Non ho cercato di conoscere ciò che non si deve .
Non ho calunniato
Non ho affamato nessuno
Non mi sono arrabbiato senza giusta causa
Non sono stato ingiusto
Non ho esagerato con le mie parole
Non ho agito con arroganza
Non ho agito con odio

Poi vi sono altre confessioni tipo Non ho ucciso, Non ho bestemmiato, Non ho rubato ecc che sappiamo bene sono ripresi anche dalla religione cristiana con i Dieci Comandamenti. Ricordiamoci che, secondo la tradizione Mosè, era stato educato alla corte dei Faraoni.

Si può notare come per gli antichi Egiziani sia altissimo il senso della Giustizia e fondamentale la conseguente ricerca della Verità per questo invocavano i loro Dei come "Signori di Verità e Giustizia" . Per loro il mondo non era vivibile se non veniva sconfitta l'ingiustizia e ricercata la verità. Nei Testi delle Piramidi è detto: "Dì ciò che è, non dire ciò che non è, l'abominio di Dio è la falsità della parola".

Il più sublime "Comandamento" tra quelli riportati sopra, penso, sia Non ho fatto piangere nessuno! Che equivale più o meno al messaggio cristiano dell’ama il prossimo tuo come te stesso e il “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” che furono dimenticati nella stesura dei dieci comandamenti di matrice ebraica e che Gesù Cristo venne sostanzialmente a integrare diversi secoli dopo.

Possibile che Yahweh, se davvero si trattava del dio trascendente creatore dell’intero creato, si sia dimenticato di alcune leggi universali? Possibile che non si interessasse di questi aspetti? La domanda è ovviamente retorica. Le risposte possono essere trovate nello studio dei cosiddetti vangeli gnostici, ma non è argomento di oggi, almeno non del tutto.

Nel passato, in momenti di crisi delle loro società, eminenti personaggi come Erodoto, Pitagora, Platone, Plutarco, Apuleio ecc hanno cercato un messaggio di verità e certezza nella civiltà e società Egizia che ancora era presente. Oggi, dopo oltre duemila anni, in una società che ha perso ancora di più tutti gli antichi valori, moltitudini di persone, forse anche inconsciamente, si rivolgano, sempre più numerosi, alle antiche civiltà, soprattutto quella egiziana, per trovare delle certezze. Una civiltà che, prima distrutta dalle legioni romane e poi sepolta dalle nuove Religioni, mantiene ancora intatti i sui valori universali che si riassumano in due parole: Verità e Giustizia.

Più ci si addentra nello studio di questa civiltà così perfetta, più ci si rende conto di quanta falsità, voluta, pervada la nostra società. Una cosa ci inquieta e ci resta da capire: come poteva questa civiltà avere, fin dal suo albore, un senso della rettitudine così elevato? Chi aveva dato loro queste certezze?

Per capirlo dobbiamo tornare indietro di diversi secoli, quando dopo il Diluvio gli dei si riunirono in assemblea per decidere le sorti dell’Umanità sopravvissuta al terribile cataclisma. Durante questa assemblea gli dei si spartirono i territori e i popoli sopravvissuti di modo da poter ricostruire nei millenni a venire nazioni prosperose sul piano tecnologico e culturale così come lo erano state quelle antidiluviane.

Una suddivisione territoriale originariamente nata a fin di bene pertanto, propedeutica al trasferimento di quelle conoscenze necessarie a guidare la “Rinascita” dell’Umanità dopo la tremenda catastrofe alla quale era stata sottoposta. Conoscenze riconducibili all’allevamento, all’agricoltura, alla metallurgia, e anche alla definizione di un sistema di norme destinato a regolamentare i rapporti Uomo-Natura-Stato-Anima a seconda dell’idea e della filosofia dell’Elohim di riferimento. Conoscenze che venivano concesse secondo un piano temporale ben preciso che doveva evitare il rischio di conferire tecnologie avanzate a popolazioni non ancora in grado di usarle. Fornireste voi il segreto dell’atomo a sparuti gruppi di allevatori-contadini?

Ecco quindi che l’Egitto fu assegnato a uno o più Elohim con il/i suo/i carattere/i, l’area mesopotamica a un secondo Elohim, il mesoamerica a un terzo ancora, l’oriente al successivo e così via.

Alcuni Elohim erano più importanti di altri e furono assegnate loro quelle popolazioni destinate a diventare le prime grandi società urbanizzate della nostra storia, altri Elohim minori ebbero in dote tribù minori. Alcuni territori e gli umani ivi residenti non vennero assegnate… troppi pochi Elohim a disposizione per tutti.

Divinità che secondo diverse teorie alternative non corrispondono all’idea di esseri trascendenti, onnipotenti, ma esseri in carne ed ossa, molto più simili pertanto agli esseri umani, molto più tangibili che immateriali. Richiamiamo qui le teorie di Mauro Biglino, gli studi di Biagio Russo e le teorie degli Antichi Astronauti di Von Daniken e Tsoukalos.

Ma se questi esseri, che per comodità chiameremo Elohim/Anunnaki seguendo i termini riscontrabili nel testo biblico così come nelle epopee sumere tradotte dal Kramer, erano più “umani” che “divini” allora dovevano avere le stesse peculiarità di noi esseri umani: sentimenti, passioni, idee, psicologia, specifiche per ciascuno di loro.

Nel corso dei nostri studi abbiamo identificato due correnti principali:

- Lato A: seguaci degli Anunnaki di Enlil, i quali temono un essere umano ‘potente’ considerato l’aspetto animale implicito nel concetto di ibridazione iniziale;

- Lato B: seguaci degli Anunnaki di Enki, che invece auspicano un percorso di progresso tecnologico parallelo a un percorso di evoluzione spirituale.

Alle quali correnti si aggiunge un terzo incomodo. Già, poiché durante l’Assemblea degli Anunnaki a un Elohim non fu concesso nulla. Non sappiamo il perché. Forse poiché non ritenuto idoneo dai suoi ‘colleghi’ divini. Il suo nome è Yahweh e, colpito dall’offesa ricevuta, decise in cuor suo di prendersi con la forza ciò che gli fu negato andando a cercare una di quelle popolazioni non sotto la tutela di altri Elohim come ad esempio gli Aditi di Ubar o una tribù di Ur nella quale viveva un tale di nome Abramo.

Anche per essi era necessario realizzare un corpus legislativo idoneo a formare il proprio popolo come una nazione, ma nel caso degli Ebrei di Yahweh per farlo dobbiamo aspettare l’arrivo di Mosè e l’Esodo dalla terra d’Egitto.

Torniamo allora ai dieci comandamenti più famosi, quelli su cui sostanzialmente si fonda l’occidente giudaico-cristiano. Ecco che gli stessi non ci appaiono più come regole universali dettate da un dio unico trascendente, immanente, onnipotente e infallibile. Essi sono il tentativo, parzialmente copiato peraltro dalla raffinata cultura egiziana, di formare un popolo e una nazione, prima della conquista del territorio che Yahweh si scelse unilateralmente contravvenendo a quanto disposto in sede di assemblea dagli altri Elohim: la Palestina… e poi il mondo.

Immagine
Mappa che mostra la diffusione delle religioni abramitiche (color porpora) nei confronti delle Religioni darmiche (in giallo) – quasi 5 miliardi di persone invocano Yahweh come dio unico.

Fonti:
- http://www.veja.it/2009/12/07/i-10-coma ... 99america/
- http://www.disinformazione.it/diecicomandamenti.htm
- http://www.mtb-forum.it/community/forum ... hp?t=89899
- http://www.luoghimisteriosi.it/piemonte ... gizio.html
- http://it.wikipedia.org/wiki/Bushid%C5%8D
- http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12793

http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... O_ID=10036
Ultima modifica di Atlanticus81 il 08/08/2013, 18:11, modificato 1 volta in totale.

08/08/2013, 20:08

Quando sono stato in Egitto(due volte),dentro al museo archeologico ne Il Cairo,sono visibili sia le riproduzioni del progetto,i ritrovamenti degli scheletri,la spiegazione della movimentazione dei blocchi.La Sfinge,nella sua imponenza,presentava evidenti tracce di erosione.Schoch,West e Bauval vedeno segni di diluvi cosmici.Tre voci fuori dal coro;voci che hanno fatto soldi a palate con i loro libri.Voci fuori dal coro con semi-romanzi incanalati in contesti storico-astronomici un pò forzati.Io ho visto una Sfinge messa davvero male,con muretti di mattoni crudi a restauro delle fiancate.Questo lavoro sarebbe stato fatto trecento anni dopo la sua costruzione.L'ingegnere italiano Giorgio Croci,ha spiegato molto bene tutto il lavoro svolto;il restauro sarebbe dovuto alla qualità scadente del materiale impiegato nella costruzione della Sfinge.

08/08/2013, 22:17

Atlanticus81 ha scritto:

Mi sembrava un buon posto questo dove caricare l'ultimo articolo scritto nell'ambito del Progetto Atlanticus in quanto ritengo che quegli antichi insegnamenti che vengono descritti nel testo facciano parte a pieno titolo della "Eredità degli Antichi Dei" [;)]


Fonti:
- http://www.veja.it/2009/12/07/i-10-coma ... 99america/
- http://www.disinformazione.it/diecicomandamenti.htm
- http://www.mtb-forum.it/community/forum ... hp?t=89899
- http://www.luoghimisteriosi.it/piemonte ... gizio.html
- http://it.wikipedia.org/wiki/Bushid%C5%8D
- http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12793

http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... O_ID=10036



Stai facendo un lavorone. Avrei voluto seguirlo dall'inizio...sinceramente.
Sto leggendo solo ciò che stai inserendo ultimamente, perchè ho UN FORUM INTERO da spulciare con curiosità, e perchè ogni tuo articolo nasce da cose che ancora non ho letto. Ma devo dire che poche discussioni mi affascinano come questa tua ricerca che nasce da "un certo punto di vista".

Un interessantissimo percorso che va ben al di là delle solite discussioni sull'argomento "Antichi Alieni".

Come l'amico The Eraser, anch'io trovo alcuni punti del tuo processo ricostruttivo, un po' forzati nell'ipotesi aliena. Ma il tuo chiaro ammettere che la ricerca è volta a dimostrare un'interazione extraterrestre nella storia terrestre...non mi permette di distrarti con inutili diatribe su interpretazioni che possono essere personali.
Ne di sporcare ulteriormente questo magnifico Thread. [:)]

Commenterò nuovamente quando avrò reale cognizione di causa.
Per ora...sinceri applausi.

E reclama un indice!!! [;)]


[:264]

08/08/2013, 22:30

caro Atlanticus,
Questa che segue sembra essere una buona rappresentazione di come doveva apparire il planisfero su ipotetiche mappe geografiche atlantidee antidiluviane


purtroppo non viene segnalata alcuna fonte di quella mappa,
assomiglia a quelle citate da Scott Elliot, ma anche queste
ottenute "via channelling" [:(]
ciao
mauro

08/08/2013, 22:46

l'unica mappa "concreta "che ho trovato è
in questo link
http://www.asios.org/shotokutaishi_en.html
che avevo segnalato nel topic "antiche mappe"

ciao
mauro

09/08/2013, 03:49

basta diminuire il livello dei mari di un paio di centinaia di metri e si dovrebbe avere una ricostruzione abbastanza fedele della crosta terreste pre diluviana quindi circa 12-20 mila anni fa al netto dei movimenti tettonici che in un lasso di tempo geologicamente tanto breve non dovrebbero essere enormi.

09/08/2013, 07:05

RigelDiOrione ha scritto:
Stai facendo un lavorone. Avrei voluto seguirlo dall'inizio...sinceramente.


Se può interessare, trovi tutti gli articoli di Paolo a questo link: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... RIA_ID=105
Sono tre pagine. Ti ho messo il link a partire da primi articoli che ha scritto.
[;)]

10/08/2013, 21:03

Sheenky ha scritto:

RigelDiOrione ha scritto:
Stai facendo un lavorone. Avrei voluto seguirlo dall'inizio...sinceramente.


Se può interessare, trovi tutti gli articoli di Paolo a questo link: http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... RIA_ID=105
Sono tre pagine. Ti ho messo il link a partire da primi articoli che ha scritto.
[;)]


Grazie mille. Può decisamente interessare [:D]

11/08/2013, 18:30

I capelli rossi degli antichi europei

Immagine

Oggi il rutilismo è diffuso in Europa occidentale, in particolare sulle coste dell'Atlantico. E' ritenuto dai genetisti "un carattere residuale, ereditato da una popolazione in cui era presente nella totalità o quasi degli individui e conservatosi in quelle zone dove l'ibridazione è stata più lenta". Circa 20 mila anni fa, sebbene già esistente come mutazione individuale nei Sapiens Sapiens, il rutilismo è diventato il tratto fenotipico dominante degli abitanti della paleo-Europa. Secondo i genetisti si è trattato di una risposta fisiologica al clima glaciale, freddo e scarsamente illuminato.

Si è imposto in questo tipo di ambiente perché la pelle chiara favorisce l'assunzione della vitamina D e soprattutto perché i rossi trattengono meglio il calore e quindi risultano meno esposti al congelamento, caratteristica fisica ideale per sopravvivere in un periodo di freddo rigido. La mutazione che determina i capelli rossi compare in tutte le popolazioni della terra, caucasici, negroidi, asiatici, australoidi (esclusi, in genere, i precolombiani), ma solo in determinati luoghi è favorevole e quindi si impone come fenotipo diffuso. Pare che il gene recessivo associato al rutilismo si sia manifestato tra i 100 e i 50 mila anni, prima dell’arrivo in Europa del Sapiens. Dunque il rutilismo è anteriore al cosiddetto massimo glaciale di circa 23-19 mila anni fa, ma solo in quel momento di clima particolarmente freddo la mutazione si è diffusa a macchia d’olio.

Attualmente i rossi sono concentrati soprattutto nel nord Europa, alla fine dell'era glaciale, invece, il rutilismo doveva risultare assai indicato anche a latitudini mediterranee. Basta considerare che la linea degli alberi ad alto fusto durante il massimo glaciale del Wurm era situata sulla direttrice Mar Nero-Liguria-Spagna (45° parallelo), mentre oggi la troviamo al circolo polare. Anche l'uomo di Neanderthal, che abitava le stesse zone in tempi precedenti, aveva i capelli rossi. La scoperta è stata fatta analizzando due soggetti vissuti tra i 40 e i 50 mila anni fa, uno in Spagna e uno in Italia. Ma si tratta di una convergenza evolutiva. L’attuale rutilismo dei Sapiens Sapiens, infatti, nonostante il provato incrocio tra le due specie, non è un'eredità neanderthaliana, è dovuto a un'espressione diversa dello stesso gene MC1r mutato. Evidenza che naturalmente punta i riflettori sull'adattamento alle condizioni climatiche: le popolazioni presenti in Europa durante l’era glaciale hanno assunto questo connotato fenotipico, che era già presente a livello individuale nei loro antenati, ma che solo per ragioni ambientali è diventato patrimonio genetico della generalità degli individui.

..... una cosa interessante è la leggenda della tribù ancestrale dei Si-Te-Cah ricordata dalla tradizione orale degli indiani Paiute del Nevada... si parla di uomini bianchi di alta statura con i capelli rossi... siamo intorno al 45° parallelo, quindi alla stessa latitudine dell’area che in Europa ha ospitato la cultura cromagnoide... il che farebbe pensare che anche dall’altra parte dell’oceano ci fossero condizioni climatiche tali da determinare la diffusione del rutilismo...

Se questa mutazione si è imposta in risposta al freddo, viste le temperature rigidissime dei tre Dryas (Oldest, Older e Younger) che hanno intervallato la fase di deglaciazione, il tratto fenotipico deve essersi conservato a lungo, rimanendo decisamente diffuso sino all'arrivo dell’optimum climatico 7-8 mila anni fa, per poi sparire quasi del tutto in quanto "dannoso" in circostannze climatiche temperate. Durante l’età del Rame e del Bronzo, specie alle latitudini mediterrane, sono sopravvissuti solo alcuni nuclei umani con questa caratteristica, quelli che praticavano unioni endogamiche o che vivevano isolati, anche perché nel cosrso del Neolitico sono giunte in Europa nuove popolazioni con un'estetica differente, alcune presumibilmente più brune, come quelle in arrivo dall'area mediorientale, altre, provenienti da nord-est, con i capelli biondi e gli occhi chiari, un connotato estetico dovuto a una mutazione sconosciuta sino a 10 mila anni fa.

Le risultanze scientifiche indicano che il gene del biondismo si è diffuso durante il ritiro dei ghiacci, a partire da una zona attorno al Mar Nero, sino a diventare anche patrimonio genetico delle popolazioni già presenti in Europa occidentale. I Celti e gli attuali nordici con i capelli rossi e al contempo gli occhi chiari hanno entrambe le mutazioni, in quanto il rutilismo non determina depigmentazione oculare. Prima di 10 mila anni fa non c'erano biondi e non c'erano occhi azzurri, grigi o verde mare. La variazione andava dal marrone, all'ambra, al verdastro. Anche in questo caso, considerando la posizione della linea degli alberi durante il massimo glaciale del Wurm, non risulta sorprendente che in una zona a latitudini relativamente "basse" come quelle di Caucaso e Ucraina si sia sviluppato il biondismo, per il quale opera lo stesso principio valido per i capelli rossi di adattamento al freddo e alla scarsa irradiazione solare. In pratica come risposta al clima glaciale nell'Europa occidentale e mediterranea è prevalso il rutilismo, mentre nelle steppe euro-asiatiche il biondismo.

Le tradizioni antiche ricordano la sopravvivenza di popoli di "rossi" almeno sino all'epoca proto-storica, come testimoniano anche le "dame" ritratte nelle pitture rupestri del Tassili in nord Africa. I mitici "Rutili", i "rossi" della penisola italica, erano della stessa razza dei Fenici che si definivano "rossi", dei “Retennu” in Egitto e di tutti gli altri rossi conosciuti fuori e dentro il Mediterraneo, gli ultimi rimasti degli antichi abitanti dell’area durante l’era glaciale. Spesso parlando di Atlantide si fa riferimento alla "razza rossa". Qualcuno ha associato questo tratto ai "pellerossa” americani, ma si tratta di un evidente errore di interpretazione: l'espressione "i rossi" indica la mutazione del rutilismo che in effetti caratterizzava gli abitanti della paleo-Europa. C'è da chiedersi se i famosi "giganti" con i capelli rossi, richiamati da molte leggende popolari, fossero gli antichi abitanti d'Europa arrivati prima del massimo glaciale (tra gli altri c'erano i famosi Cro-Magnon), che come testimoniato dalla ricerca paleoantropologica, in effetti, avevano dimensioni superiori a quelle dell'uomo attuale almeno del 10 per cento.

La Macchina del Tempo

Paleostorie di Giorgio Giordano

11/08/2013, 18:33

Il "rosso", la creazione ed Atlantide

Scorrendo i testi che ci parlano del tempo passato troviamo il colore Rosso come caratteristica comune a molti popoli.

In lingua ebraica Adam significa "rosso" e tale era il colore del primo uomo. Da Adam deriva Adama e Adamo; nonché Adamu, cioè "sangue".

Adamatu è la terra rosso scura con la quale Geova formò Adamo. Lo foggiò con l'argilla rosso scura del suolo, soffiò nelle sue narici l'alito della vita mutandolo in un "Nepesh": spirito, anima, "sangue". L'Adamo era decisamente "rosso".

La storia Sumera racconta come la Dea Madre mescolò il sangue di un Dio, il "Nepesh", alla terra, nella casa di Shi.In.Ti, dove veniva alitato il vento della vita, per formare l'Adama. Classificato come un essere di quarantacinque metri, androgino, circonciso, prima provvisto di coda poi senza, inserito, con Eva nella stirpe dei giganti.

Immagine

Adoma è anche la parola che indica un grande continente situato nel Pacifico settentrionale nominato parlando della storia di Adamo; luogo che si vuole popolato da uomini "rossi", che sprofondò in seguito ad una catastrofe.

Adamo diviene così la raffigurazione degli Atlantidi dalla pelle rossa. In Greco, rosso si diceva "Phoinix", appellativo dato ai Fenici, gli uomini rossi.
Adamo diventa il gigante fenicio della Britannia, una delle regioni di Atlantide.

Al tempo della XII dinastia in Egitto si conoscevano quattro razze:

i Manu, dalla pelle gialla di origine asiatica e con il naso aquilino;
i Nassu, neri, con i capelli lanosi;
i Tamaku dal carnato bianco roseo con gli occhi celesti, provenienti dalla Libia e dalle isole del Gran Verde;
infine i Rutennu o egizi di razza rossa che insieme ai Fenici si definivano "i rossi".

Sui bassorilievi e sui monumenti, i personaggi di alto lignaggio venivano raffigurati con una pittura rossa.

Immagine

Pure gli "uomini del mare", invasori dell'Egitto, vengono indicati come "rossi" e addirittura nelle leggende Cinesi troviamo un popolo dai capelli rossi. La parola Rutennu o Rotennu deriva da Rut o Rot che significa rosso. Di tale colore il mare che bagnava l'Egitto, "il mare dei Rossi".

Rut deriva da Rute che con Daytia era una delle due isole superstiti di Atlantide; punto di partenza della razza che soggiogò quella che dimorava sulle sponde del Nilo originando i Rutennu: gli uomini del mare di Rute.

Il popolo degli Yxsos veniva definito una razza più rossa di quella egizia e, per loro stessa ammissione, proveniva da quella terra che si stendeva fra il Pacifico e il Sud atlantico chiamata "Oceano Ethiopicus", nota come Etiopia, notoriamente popolata da "neri". Terra che formava una sorta di ponte fra i popoli dell'Atlantico, del Mediterraneo e del Pacifico.

Significativo che il vocabolo "Kush", trasformazione del nome Cuzco (un collegamento con le Ande?), sia un vocabolo non ebraico tramandatoci dalla Bibbia, che si ritrova nel nome degli Etruschi, Etr-ush e definisca gli Etiopi e la loro terra; quella di Koshu. Inoltre l'antico nome di Ur era Kish.

Quindi l'origine di molti popoli sembra si trovasse nel mezzo dell'Atlantico, in quella Rute che apparteneva ad Atlantide.

Rossi erano tutti i popoli sulle sponde delle terre intorno a quest'ultimo perduto continente: i Maya, gli Incas, gli Aztechi, gli Indios americani, i Pellirosse; razze che affermavano di provenire da una terra chiamata Aztlan o Atlan naufragata nell'Oceano Atlantico in seguito a cataclismi e terremoti.

Vivo è il ricordo fra il popolo rosso americano. I Delaware ricordano l'età dell'oro e quella della distruzione di una grande isola oltre l'oceano; i Mandan conservano un'immagine dell'Arca; i Dakota raccontano che gli avi salparono da un'isola sprofondata a oriente.

Immagine

Gli Okanocan parlano di giganti bianchi su di un'isola in mezzo all'oceano che venne distrutta; i superstiti divennero rossi in seguito alle scottature del sole per aver navigato per giorni su di una canoa.

I Sioux ricordano quando non c'erano terre asciutte.

Un grosso interrogativo nasce nel costatare che l'unico paese al mondo mancante del mito del Diluvio universale è l'Egitto. Unica catastrofe quella provocata dalla Dea Hathor che, impossessatasi dell'Occhio Divino (forse un veicolo aereo?), lottò contro il genere umano massacrandolo. Ra pose fine al massacro versando sulla terra settemila giare di birra formando un mare ove la Dea si fermò a specchiarsi.

Le conchiglie rinvenute ai piedi della Grande Piramide testimoniano, invece, che la catastrofe interessò anche quella terra, forse prima della civiltà Egizia. Rimane senza soluzione la sua ubicazione nel tempo.

Ad uno dei più antichi ceppi della razza rossa appartengono anche i Guanci delle isole Canarie; individui con occhi azzurri, capigliatura bionda come alcuni Incas e Chimù.

Gli antichi ebrei avevano i capelli biondi e crespi non comuni ai popoli orientali, orgogliosi della loro cultura monoteista da considerarsi gli "eletti".
Seguendo le tracce di questo colore giungiamo fino al Pianeta Rosso: "Marte". Secondo Brinsley Le Poer Trench, il libro di Enoch proverebbe che l'Eden si trovava su quel pianeta. Enoc nel terzo cielo, quello di Marte, appunto, contemplò il giardino del Paradiso e al centro vide l'albero della Vita.
Oggi Marte rappresenta un appassionante mistero spaziale alimentato dal comportamento dell'Ente spaziale americano che nega tutto, dall'istituzione di una "Mars Mission" che intende mettere tutto alla luce del sole. Nel mezzo le foto fornite dal Mariner con formazioni piramidali (che sembra esistano pure sulla Luna), e un enigmatico volto che ricorda la Sfinge Egizia. Con questo non vogliamo asserire o negare niente; ciò non di meno rimaniamo perplessi davanti ad un volto che ci osserva da un altro pianeta.

Un libro aramaico, "la Vita di Adamo ed Eva", affermerebbe che il Signore ordinò all'arcangelo Michele di condurre Adamo nel Paradiso di Giustizia, nel terzo cielo (quello di Marte), cosa che fu fatta servendosi di un "carro di Fuoco".

Il Signore scese su un "carro di Cherubini" per giudicare Adamo ed Eva, la quale, alzando gli occhi al cielo, vide un "carro di luce" con quattro aquile risplendenti posarsi nel punto ove stava Adamo. Nel rotolo 4Q SI40, riportato nel libro di Luigi Moraldi "I manoscritti del Qumram", edizioni Utet 1986, vi si trova la descrizione del "carro trono" del Signore: Il Merkabah.

Circondato di Cherubini che "ritornano ed escono tra le ruote della sua Gloria come immagini di fuoco", creature "splendenti" con indosso meravigliosi abiti multicolori, più splendenti del sale puro. Gli spiriti del Dio vivente scortano la gloria dei "carri". (...) quando si apprestano tace il suono delle acclamazioni e la "brezza" della benedizione in tutti gli accampamenti di Dio.

Non mancano le similitudini con i libri Indù.

Uno di questi dal nome impronunciabile, il "Budhaswamin Brihat Katha Shlokasamgraha", descrive l'atterraggio del re del Vidyaharas, Naravashanadotta, su Uijayani, vicino al Gange, con un carro presidiato dai suoi "celesti" per cercare Ipploha, che aveva rapito la principessa Surasamanjari.

Il rosso ci porta verso i "Vimana" indù, i carri degli Dèi che si alzavano nei cieli dell'India. Inoltre il libro aramaico ci informa che il volto di Adamo splendeva di luce abbagliante. Anche qui le similitudini sono numerose; basti ricordare Lug, l'Apollo, il dio dei Celti; lo Splendente per i Latini; Chu Chulain, El; lo stesso Gesù risorto, Brahma; vengono descritti con il volto luminoso. Mosè quando discese dal Sinai irraggiava una luminosità intorno. Enoch stesso, nella Costellazione Altair, scorse il volto del Signore "simile al ferro fuso che emetteva lampi di luce abbagliante". Va sottolineato che il rosso ardente era il colore dei Maya e degli Aztechi.

Il libro dei Quichè, il Popol Vuh, parla specificatamente della Creazione dell'uomo dal colore rosso.

Immagine

Quando nacque, Noè, aveva il corpo candido come la neve e rosso come una rosa in fiore, capelli con lunghi riccioli bianchi come la lana. Quando aprì gli occhi illuminò l'intera casa come il sole. Si sollevò fra le mani della levatrice e parlò con il Signore. Tutto ciò è narrato nel libro di Noè e i rotoli del Qumran confermano la storia compreso il sospetto che assalì Lamec. Il figlio era stato concepito da uno dei Guardiani celesti e apparteneva alla stirpe dei giganti. Quindi Noè si rivela un gigante dalla pelle rossa sopravvissuto ad Atlantide diecimila anni fa’. Gli antichi lo veneravano come un Atlantideo e un Titano come le tradizioni bibliche che lo associano ai Figli di Dio. Se uno più uno fa due, è logico concludere che i Figli di Dio erano giganti dalla pelle rossa. Non rimane che chiedersi se l'uomo discende, in via naturale o artificiale, come citano alcuni testi, da una razza di Dèi "rossi": gli Elohim per alcuni, i Refaim o Nephilim per altri.

Pomponio Mela e Plinio raccontano dell'arrivo di una barca piena di uomini dalla "pelle rossa", con labbra tumide crani allungati, nasi aquilini, proveniente dall'Atlantico. L'uomo di Cro-Magnon fu, come la Razza Rossa, un tipo agile, alto, muscoloso, atletico, con ossatura pesante. Inoltre la pittura rupestre nelle caverne raffigura gli uomini della razza Cro-Magnom provenienti da occidente, attraverso l'atlantico, come uomini "rossi".

In tutte le regioni in cui vivevano uomini rossi si veneravano gli Dèi sulla sommità di piramidi a gradini o costruzioni affini, come i menhir; e sugli altari veniva bruciata la carne delle vittime. Tutto questo e evidenziato sul libro di Otto Muck "I Segreti di Atlantide", secondo il quale il vulcano di Atlantide fu il prototipo delle piramidi: "quando il Dio si sveglia e parla con voce tonante ai terrestri la vetta del vulcano appare avvolta in una luce dorata".

Il tempio di Marduk-Baal sulla cima dell'Etemenanki era ricoperto d'oro; la cima delle piramidi era dello stesso metallo, come le pagode e gli stupa con i loro tetti dorati.

Fra i Fenici il monte ardente diviene il "Dio Ardente", il Melek o Molok, al quale si sacrificavano i primogeniti. Sull'altare dell'olocausto si bruciavano grassi e carne in onore di Jahweh.

Gli altari Aztechi videro i sacrifici al Dio Quetzalcoatl, nello Yucatan al dio Cuculcan. Così nell'Ellade, a Roma, a Babele, Ninive e nell'India prebuddista. Stranamente la "Irminsul" germanica si ricollega al serpente piumato Maya e Azteco, ove diviene il simbolo del Dio cosmico, sovrano dei quattro elementi.

Davanti all'altare cristiano l'incenso sparso riproduce quella nube che segnala sempre la presenza del Dio quando questi parla con l'uomo. La Bibbia difatti descrive così queste manifestazioni divine. Mosè sali sul Sinai alla presenza di Dio mentre la montagna rumoreggiava, fumava e s'illuminava di lampi di luce, visibili e udibili da lontano. La montagna fumante è ricordata dall'albero cosmico, simbolo della cultura megalitica degli uomini Cro-Magnom che occuparono la terra liberata dai ghiacci e crearono quei colossali menhir di pietra orientati verso Ovest; verso il luogo d'origine dei primi uomini rossi.

Il ricordo del monte Atlas, oggi Pico Alto, ove dimorava il Dio del Fuoco. Zeus , Thor, Marduk, Geova, usavano il fuoco sacro, il fulmine, come il dio di Atlantide: il vulcano Atlas?

Il Cro Magnom ha colonizzato l'Europa dopo la scomparsa di Alantide avvenuta dodicimila anni fa nel momento in cui si passava dal quaternario al quinternario. Gli americani primitivi, secondo l'antropologo Herbert Wendt, appartengono alla specie dell'homo sapiens derivante dal Cro Magnom con tratti mongolici e indiani. Furono senza dubbio contemporanei degli uomini di Atlantide.

Il colore rosso marrone è un carattere razziale sicuro presso i popoli antichi appartenenti al gruppo delle piramidi e al raggio d'azione di Atlantide. Piramidi si trovano anche sui banchi delle Bahamas, sul fondo marino presso Cuba, ove è stato individuato un complesso di ruderi che attende di essere esplorato; ad Haiti a Santo Domingo e nella zona di Bimini, enormi cupole, di cui una raggiunge la misura di 55 metri per 43, probabile base di una piramide. Manson Valentine, Jacques Mayol, Harold Climo, Robert Angone hanno trovato templi a gradini nella zona di Bimini nel 1968 e le mangrovie fossilizzate analizzate col "C14" hanno indicato un età di dodicimila anni.

Da Atlantide proviene il rosso, ancora oggi colore degli emblemi imperiali, dei cardinali, usato nelle cerimonie importanti dalla chiesa (la porpora rossa), indice di potere e gloria, ricordo degli imperatori rossi di Atlantide. Adamah la prima terra, la Rossa.

tratto da: http://sfruttiamo.splinder.com/post/230 ... universale

11/08/2013, 18:53

Ancora un tassello che si ricollega agli ultimi post dedicati a una ricerca sui "Rossi"..

Esplora il significato del termine: Neanderthal con capelli rossi e pelle chiara - Convergenza evolutiva simile all’Homo Sapiens. Ma è un tratto diverso dello stesso gene

Immagine

Pelle chiara e capelli rossi. Sono i Neanderthal inaspettatiche emergono dalle profondità del tempo secondo uno studio italo-ispano-tedesco pubblicato sulla rivista Science. È un adattamento alle condizioni che esistevano nelle zone in cui si erano insediati i Neanderthal: alte latitudini durante l’ultima era glaciale. Quindi poco sole, necessità di sintetizzare la vitamina D.

FOSSILI - Non sono stati trovati resti fossili di Neanderthal con i capelli rossi, il risultato è stato ottenuto analizzando il Dna di due reperti e in particolare il gene MC1r che regola la pigmentazione nell’uomo e nei vertebrati. I campioni di materiale genetico sono stati prelevati in due esemplari, uno vissuto nei monti Lessini (Verona) circa 50 mila anni fa, l’altro nelle Asturie (Spagna) di 8 mila anni più giovane. «Il fatto importante da sottolineare», spiega a Corriere.it il prof. David Caramelli, docente di antropologia molecolare del dipartimento di biologia animale e genetica dell’Università di Firenze e coordinatore dello studio per l’Italia, «è che i capelli rossi e la pelle chiara dei Neanderthal non sono dovuti allo stesso tratto fenotipico del gene MC1r che determinano gli stessi caratteri nell’Homo sapiens, cioè alla specie alla quale apparteniamo in noi. È una variante, un’espressione diversa dello stesso gene». Sembra di poco conto, invece è il vero punto nodale della ricerca: le varianti della pelle chiara e dei capelli rossi dei Neanderthal non sono mai state riscontrate in nessun essere umano attuale.

EVOLUZIONE - Ciò significa due cose:che per rispondere alla stessa esigenza (necessità di avere la pelle chiara per far fronte alla scarsità di luce solare delle alte latitudini) due specie diverse hanno sviluppato le stesse caratteristiche (convergenza evolutiva), ma partendo da tratti diversi del proprio patrimonio genetico. E quindi questo dimostra che una specie (Homo sapiens) non si è evoluta partendo dall’altra (Homo neanderthalensis) e nemmeno c’è stata contaminazione genetica: cioè non ci sono stati discendenti (figli) di eventuali incroci tra Sapiens e Neanderthal che hanno trasmesso caratteri misti.Tutti i Neanderthal avevano i capelli rossi?«È difficile dirlo», risponde Caramelli. «I reperti bene conservati dai quali ricavare materiale genetico adeguato sono pochissimi. Quel che è certo è che su due campioni, entrambi presentano le stesse caratteristiche. Esemplari che sono vissuti a migliaia di chilometri di distanza e a 8 mila anni l’uno dall’altro».

ESTINZIONE - Rimane sempre la domanda sul come e perché i Neanderthal si siano estinti.Le ultime ricerche tendono a escludere il clima quale causa dell’estinzione. Probabilmente si è trattato di una superiore adattabilità dei Sapiens al cambio repentino di clima (fine della glaciazione) che ha portato a un migliore accesso alle risorse nelle stesse nicchie ecologiche nelle quali le due specie convivevano, ipotizza Caramelli. Lo diranno le prossime ricerche sul Dna dei Neanderthal, sperando nel frattempo di scoprire esemplari meglio conservati.Neanderthal con capelli rossi e pelle chiara
Convergenza evolutiva simile all'Homo Sapiens. Ma è un tratto diverso dello stesso gene

http://www.corriere.it/scienze/07_ottob ... ossi.shtml

Avete voglia di aiutarmi a tirare le fila di questa mini ricerca sui "Rossi"?

Atlantidei... Elohim... Neanderthal...

[8D]

11/08/2013, 20:10

L'ho trovato solo in inglese per ora, ma magari riuscite a trovarlo in italiano.
L'ho visto poco fa su Discovery.

In due parole (occhio che spoilero il finale! Se non volete saperlo vedete direttamente il video): il documentario parla di alieni che arrivano e spargono sfere di metallo che si dissolvono nell'aria e il loro DNA si fonde con quello umano, aggiungendo una parte di Genoma al nostro e facendoci evolvere in poche generazioni.
A prima occhiata pare non pertinente, ma alieni che inseriscono parte del loro dna nel nostro per farci evolvere non vi ricorda niente? Ecco, magari il metodo è diverso.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=Tb0Y_C2QEbc[/BBvideo]

12/08/2013, 00:25

DarthEnoch ha scritto:
A prima occhiata pare non pertinente, ma alieni che inseriscono
parte del loro dna nel nostro per farci evolvere non vi ricorda niente?

Ci ricorda qualcosa eccome..... [:246]

A proposito... devo ritrovarlo ma.... pare ci sia in giro uno studio
in grado di dimostrare (esprimo il concetto per sommi capi) che
il DNA umano si sia modificato negli ultimi anni con una velocità
esponenziale rispetto a quanto non abbia fatto nei secoli precedenti.....
curioso no?

12/08/2013, 14:56

confermo se non sbaglio l'ho letto pochi giorni fa qui nel forum se non lo confondo con qualcos'altro :|
Rispondi al messaggio