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DarthEnoch ha scritto:

Io sono in parte d'accordo con la visione di Enkidu ed in parte no. Sono d'accordo quando distingue i due miti tra atlantidei, con figure umane, e il mito degli uomini-pesce giunti dal cielo. Non sono d'accordo invece quando fa la descrizione fisica e dell'habitat di vita di questi esseri. Secondo l'idea che mi sono fatto io, essi non erano esseri anfibi, per niente. Ricordiamoci la descrizione che ci fanno gli antichi: Testa di UOMO sotto una testa di pesce, piedi UMANI attaccati ad una coda di pesce. Questa è chiaramente una tuta da sommozzatore, non vedo come possiamo dubitarne. Come ho precedentemente spiegato e come si potrebbe evincere un po' dalla foto postata da manucaos, la testa di pesce era certamente un casco che veniva poi tolto dando mostra di una testa umana (che quindi si trovava prima sotto ad una di pesce). Similmente i piedi umani probabilmente si sarebbero poi liberati dalla coda di pesce permettendo a questi esseri di camminare. Il solo fatto che si recassero in mare la notte non ci può, e non ci deve, trarre in inganno.
Se un uomo vive su una casa galleggiante non vuol dire che è un anfibio. Nello stesso modo, e ricordandoci che sono giunti dallo spazio ammarando, questi esseri si recavano la notte nella loro "casa" terrestre che si trovava a mare per chissà quel motivo. Quindi secondo me è da scartare l'idea di esseri anfibi.
Il fatto che fossero chiamati quindi Aneddotoi (cioè orripilanti, ributtanti) è una diretta conseguenza sia della tuta che indossavano sia della trasformazione che davano a vedere quando la toglievano.

Anche per me questi miti sono cose separate, atlantide e Oannes, ma forse gli altri esseri anfibi di cui parla Enkidu sono una altra leggenda ancora , separata dal mito di Oannes. Quegli esseri di cui parlano alcune leggende giapponesi, che vivevano nei fiumi e di cui c'e' stato anche qualche avvistamento nel Po.
http://www.usac.it/HS/
Su questa storia pero' sono poco informato ma non penso che sia tutta fantasia.Comunque io non collegherei queste crature con Oannes, che li vedo piu' come degli umanoidi con tute subaquee. Si potrebbe anche ipotizzare che forse usavano apposta per confondere gli uomini, delle tute ,scafandri o maschere con forme di pesce o che ricordavano qualcosa di simile.Non e' detto che venissero raffigurati con dei pesci in testa solo per simboleggiare il loro legame con l'acqua....e' solo un ipotesi [:I]


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MessaggioInviato: 05/12/2010, 20:52 
Beh, gli uomini-pesce sumeri e accaddi sono Oannes. Se poi altri miti sono cose separate va bene, ma bisognerebbe studiarli in profondità. Potrebbero rivelarsi la stessa cosa.


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MessaggioInviato: 05/12/2010, 23:42 
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DarthEnoch ha scritto:

Io sono in parte d'accordo con la visione di Enkidu ed in parte no. Sono d'accordo quando distingue i due miti tra atlantidei, con figure umane, e il mito degli uomini-pesce giunti dal cielo. Non sono d'accordo invece quando fa la descrizione fisica e dell'habitat di vita di questi esseri. Secondo l'idea che mi sono fatto io, essi non erano esseri anfibi, per niente. Ricordiamoci la descrizione che ci fanno gli antichi: Testa di UOMO sotto una testa di pesce, piedi UMANI attaccati ad una coda di pesce. Questa è chiaramente una tuta da sommozzatore, non vedo come possiamo dubitarne. Come ho precedentemente spiegato e come si potrebbe evincere un po' dalla foto postata da manucaos, la testa di pesce era certamente un casco che veniva poi tolto dando mostra di una testa umana (che quindi si trovava prima sotto ad una di pesce). Similmente i piedi umani probabilmente si sarebbero poi liberati dalla coda di pesce permettendo a questi esseri di camminare. Il solo fatto che si recassero in mare la notte non ci può, e non ci deve, trarre in inganno.
Se un uomo vive su una casa galleggiante non vuol dire che è un anfibio. Nello stesso modo, e ricordandoci che sono giunti dallo spazio ammarando, questi esseri si recavano la notte nella loro "casa" terrestre che si trovava a mare per chissà quel motivo. Quindi secondo me è da scartare l'idea di esseri anfibi.
Il fatto che fossero chiamati quindi Aneddotoi (cioè orripilanti, ributtanti) è una diretta conseguenza sia della tuta che indossavano sia della trasformazione che davano a vedere quando la toglievano.


anch'io sono propenso per la teoria delle tute da sommozzatore..."sotto una testa di pesce ne aveva un'altra e in fondo anche piedi,simili a quelli di un uomo,attaccati alla coda del pesce" Sembra proprio la descrizione delle pinne da sub...



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MessaggioInviato: 05/12/2010, 23:46 
Anche i Filistei adoravano una creatura anfibia chiamata Dagon (o Odakon) che veniva raffigurata, assieme alla sua compagna Atargatis, con coda di pesce e corpo umano.
Dagon appartiene alla stessa radice linguistica di "Dogon", nome di una tribù del Mali che adora il Nommo, un essere superiore dal corpo di pesce, propiziatore di tutta la loro cultura, che tornò tra le nuvole all'interno di un "uovo rovente". A Rodi, infine, troviamo i Telchini, divinità anfibie dotate di poteri magici, che Zeus scacciò dall'isola perché avevano osato "mutare" il clima. I Dogon sono una popolazione africana stanziata sull'altopiano di Bandiagara nella repubblica del Mali. Questa popolazione entrò in contatto col mondo occidentale dopo il 1920 e nel 1931 gli antropologi francesi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen vi si stabilirono per diversi anni a studiarne la cultura e le tradizioni. Fu il vecchio sciamano Ogo Temmeli a rivelare a Griaule il sapere e la cosmogonia Dogon. Essi parlavano dei Nommo, creature anfibie civilizzatrici provenienti da Sirio, e mostrarono di possedere precise nozioni riguardo alla stella Sirio. Nel 1950, G. Dieterlen pubblicò i risultati dei suoi studi nel libro "Le Renarde Pale", ma bisogna aspettare fino al 1997 per vedere confermata nella mitologia Dogon una incredibile conoscenza astronomica. Innanzitutto, i Dogon erano a conoscenza del fatto che Sirio è un sistema multiplo, con Sirio A, Sirio B e Sirio C. Dimostrarono di sapere che Sirio B ruota attorno a Sirio A, la stella principale, con un'orbita ellittica e con un periodo di 50 anni. Inoltre, cosa più sconcertante, conoscevano l'esatta posizione di Sirio A all'interno dell'ellisse formato dalla rotazione di Sirio B attorno alla stella principale. Sirio B era chiamata "Po Tolo"; "Tolo" significa stella mentre "Po" è il nome di un cereale che ha la caratteristica di essere pesante nonostante le piccole dimensioni. Sirio B è infatti una nana bianca con una densità molto elevata, i Dogon sostenevano che essa era composta da una sostanza "più pesante di tutto il ferro della terra". Ogo Temmeli rivelò anche che una seconda compagna di Sirio A accompagnava "Po Tolo", e il suo nome era "Emmeia", era quattro volte più leggera di "Po Tolo" ed orbitava attorno a Sirio A con un periodo di 6 anni. Il sistema di Sirio era quindi un sistema ternario. Sirio B, la piccola nana bianca fu vista e fotografata solo nel 1970 mentre Sirio C è stata rilevata attraverso calcoli matematici dalla perturbazione delle orbite delle altre due stelle in quanto Sirio C è probabilmente una nana rossa di magnitudine 15, cioè migliaia di volte meno luminosa di Sirio A. Quindi, un popolo tribale era a conoscenza da millenni di cose che solo ora stiamo scoprendo straordinariamente esatte.

La conoscenza dei Dogon non era limitata solo a Sirio. Ogo Temmeli disegnava il pianeta Saturno all'interno di un cerchio più grande (gli anelli), e sapeva che Giove ha attorno a sé "quattro compagne" principali (le lune galileiane), raffiguravano la terra come una sfera, e ne conoscevano il principio di rotazione, sul proprio asse e assieme agli altri pianeti, sapevano che la Luna è "morta e disseccata", che l'Universo "è un'infinità di stelle e di vita intelligente" e che la Via Lattea, la nostra Galassia, ha un movimento a spirale cui partecipa anche il nostro Sole. Tutto ciò oggi può apparire scontato, ma è del tutto incredibile se si considera che solo alcuni secoli fa per noi occidentali la terra era piatta, e i Dogon conoscevano già nel 1931 dettagli strutturali del sistema di Sirio che solo recentemente abbiamo acquisito, ma che i Dogon si erano tramandati dall'inizio dei tempi, in forma simbolica e mitizzata. Da dove proveniva tutta questa conoscenza? Sappiamo che molti popoli antichi potevano ricavare profonde conoscenze astronomiche da osservazioni fatte ad occhio nudo. Ma Sirio B non è visibile ad occhio nudo, e meno ancora lo è Sirio C. Si potrebbe quindi ipotizzare che tutte queste nozioni sono la reminescenza culturale di un contatto avvenuto anticamente tra gli antenati dei Dogon e una civiltà extraterrestre da cui è derivato il Nommo. Questi Nommo sarebbero esseri semidivini, per metà uomini e metà pesci che scesero dal cielo a bordo di una grande arca circolare, e che avevano bisogno di acqua per sopravvivere. Inoltre, i Dogon facevano distinzione tra l'oggetto che atterrò sulla terra e un'altra arca, che rimase invece in cielo e che è facile interpretare come una astronave-madre. Secondo la tradizione Dogon questi esseri, una volta discesi dal loro veicolo volante, avrebbero cercato per prima cosa dell'acqua per potersi immergere.

L'incontro con i Nommo non sarebbe però avvenuto nel deserto dove ora i Dogon risiedono; sembra che questi sono i discendenti di un popolo di origine mediterranea, i Garamanti, e che siano giunti sull'altopiano di Bandiagara tra il 1200 e il 1500 d.C. Nell'antichità i Dogon furono in contatto con le culture dell'Egitto e della Mesopotamia, e forse fu proprio qui che i Dogon appresero le loro sorprendenti conoscenze astronomiche. Infatti in Mesopotamia è possibile trovare miti con semidei di natura anfibia, gli Oannes. Si può quindi immaginare, circa 5.000 anni fa, lo sbarco di esseri provenienti dal sistema di Sirio, in una vasta area compresa tra l'Egitto e il Medio Oriente. In questa zona, ricca di fiumi e di paludi, gli esseri anfibi trovarono un ambiente confortevole, e adatto al loro insediamento. L'inevitabile contatto con gli indigeni portò ad uno scambio "culturale" tra i due mondi e all'acquisizione, da parte dei Sumeri e degli Egiziani di conoscenze astronomiche e tecnologiche altrimenti inesplicabili.



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anunnako ha scritto:

; sembra che questi sono i discendenti di un popolo di origine mediterranea, i Garamanti,


Voglio precisare che i Garamanti erano un popolo Libico,non proprio amici degli Egiziani.[;)]


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MessaggioInviato: 06/12/2010, 18:33 
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anunnako ha scritto:

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DarthEnoch ha scritto:

Io sono in parte d'accordo con la visione di Enkidu ed in parte no. Sono d'accordo quando distingue i due miti tra atlantidei, con figure umane, e il mito degli uomini-pesce giunti dal cielo. Non sono d'accordo invece quando fa la descrizione fisica e dell'habitat di vita di questi esseri. Secondo l'idea che mi sono fatto io, essi non erano esseri anfibi, per niente. Ricordiamoci la descrizione che ci fanno gli antichi: Testa di UOMO sotto una testa di pesce, piedi UMANI attaccati ad una coda di pesce. Questa è chiaramente una tuta da sommozzatore, non vedo come possiamo dubitarne. Come ho precedentemente spiegato e come si potrebbe evincere un po' dalla foto postata da manucaos, la testa di pesce era certamente un casco che veniva poi tolto dando mostra di una testa umana (che quindi si trovava prima sotto ad una di pesce). Similmente i piedi umani probabilmente si sarebbero poi liberati dalla coda di pesce permettendo a questi esseri di camminare. Il solo fatto che si recassero in mare la notte non ci può, e non ci deve, trarre in inganno.
Se un uomo vive su una casa galleggiante non vuol dire che è un anfibio. Nello stesso modo, e ricordandoci che sono giunti dallo spazio ammarando, questi esseri si recavano la notte nella loro "casa" terrestre che si trovava a mare per chissà quel motivo. Quindi secondo me è da scartare l'idea di esseri anfibi.
Il fatto che fossero chiamati quindi Aneddotoi (cioè orripilanti, ributtanti) è una diretta conseguenza sia della tuta che indossavano sia della trasformazione che davano a vedere quando la toglievano.


anch'io sono propenso per la teoria delle tute da sommozzatore..."sotto una testa di pesce ne aveva un'altra e in fondo anche piedi,simili a quelli di un uomo,attaccati alla coda del pesce" Sembra proprio la descrizione delle pinne da sub...

Infatti!! Questa descrizione sembra non lasciare alcun dubbio!!



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 00:40 
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damomars ha scritto:

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anunnako ha scritto:

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DarthEnoch ha scritto:

Io sono in parte d'accordo con la visione di Enkidu ed in parte no. Sono d'accordo quando distingue i due miti tra atlantidei, con figure umane, e il mito degli uomini-pesce giunti dal cielo. Non sono d'accordo invece quando fa la descrizione fisica e dell'habitat di vita di questi esseri. Secondo l'idea che mi sono fatto io, essi non erano esseri anfibi, per niente. Ricordiamoci la descrizione che ci fanno gli antichi: Testa di UOMO sotto una testa di pesce, piedi UMANI attaccati ad una coda di pesce. Questa è chiaramente una tuta da sommozzatore, non vedo come possiamo dubitarne. Come ho precedentemente spiegato e come si potrebbe evincere un po' dalla foto postata da manucaos, la testa di pesce era certamente un casco che veniva poi tolto dando mostra di una testa umana (che quindi si trovava prima sotto ad una di pesce). Similmente i piedi umani probabilmente si sarebbero poi liberati dalla coda di pesce permettendo a questi esseri di camminare. Il solo fatto che si recassero in mare la notte non ci può, e non ci deve, trarre in inganno.
Se un uomo vive su una casa galleggiante non vuol dire che è un anfibio. Nello stesso modo, e ricordandoci che sono giunti dallo spazio ammarando, questi esseri si recavano la notte nella loro "casa" terrestre che si trovava a mare per chissà quel motivo. Quindi secondo me è da scartare l'idea di esseri anfibi.
Il fatto che fossero chiamati quindi Aneddotoi (cioè orripilanti, ributtanti) è una diretta conseguenza sia della tuta che indossavano sia della trasformazione che davano a vedere quando la toglievano.


anch'io sono propenso per la teoria delle tute da sommozzatore..."sotto una testa di pesce ne aveva un'altra e in fondo anche piedi,simili a quelli di un uomo,attaccati alla coda del pesce" Sembra proprio la descrizione delle pinne da sub...

Infatti!! Questa descrizione sembra non lasciare alcun dubbio!!


Il ragionamento sarebbe parzialmente valido se si trattasse di un mito isolato, e soprattutto relegato nel passato. La penserei anche io così, se il mito di Oannes-Dagon fosse un mito mesopotamico e basta, e se non avesse legami con moltissimi altri miti e anche con avvistamenti sia recenti che di alcuni secoli fa. Sempre che non si voglia credere che gli alieni hanno sempre avuto tutti quanti la mania di fare i sommozzatori dovunque andassero, usando mute fatte di squame di pesce o serpente....
Inoltre sarebbe valido se il mito avesse parlato di una "seconda pelle" che rivestiva gli Oannes e che veniva tolta quando uscivano dall'acqua, cosa che non appare dalla traduzione del mito.
La mia spiegazione invece è che in realtà nessuno dei miti ci ha dato una esatta descrizione di queste creature, bensì una descrizione semplicemente METAFORICA, cioè simbolica. Di fatto, gli antichi e gli uomini primitivi, vedendo questi esseri riuscivano a dire che erano "in parte uomini, in parte pesci, in parte serpenti", nel senso che combinavano in sé caratteristiche umanoidi, reptiloidi e acquatiche, e perciò nei secoli sono nate le varie rappresentazioni di esseri con la metà superiore del corpo da uomo, e quella inferiore da pesce, o con una specie di testa di pesce sopra quella di uomo, o con un torso di uomo o di donna e una coda di serpente al posto delle gambe, o addirittura con due code di serpente al posto delle gambe, e così via.
Forse solo i misteriosi Kappas corrispondono in realtà a veri e propri sommozzatori (forse), anche se anch'essi assomigliano ai moderni uomini acquatici avvistati ancora adesso in varie parti del mondo, e che mi pare facciano parte anche delle testimonianze di alcuni addotti, che parlano di "alieni-rana" affini ai reptiloidi....
Quindi rimango fermo alla mia interpretazione, anche perché non vedo dove sia l'ostacolo nel pensare che una civiltà aliena possa svilupparsi, almeno parzialmente, in acqua. Perché tutti gli alieni dovrebbero essere creature dell'aria come noi? In fin dei conti, anche l'uomo è un essere parzialmente acquatico.....


Ultima modifica di Enkidu il 23/12/2010, 00:42, modificato 1 volta in totale.

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Io continuo a dire che probabilmente abbiamo ragione tutti! Ovvero esistono entrambi le versioni...!



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MessaggioInviato: 31/12/2010, 12:15 
Come ulteriore prova della globalità del mito degli umanoidi anfibi, cito questo brano del libro "Atlantidi" di Diego Marin, Erik Schievenin e Ivan Minella, ed.Eremon, a pagina 87.
«All'interno del Kalasasaya (un edificio di Tiahuanaco sulle Ande) si trova "El Fraile", una grande statua scolpita in un blocco di arenaria, alta circa un metro e ottanta centimetri, che raffigura una specie di umanoide androgino con occhi e labbra enormi. Nella mano destra stringe un coltello dalla lama ondulata, nella sinistra tiene un libro rilegato, munito di cerniere, con all'estremità superiore un oggetto non ancora identificato. La figura è avvolta in una veste di squame di pesce, con file di piccole teste di pesce molto stilizzate, con alla cinta diversi grossi crostacei. Questo "uomo-pesce" è legato a un'antica tradizione che narra la storia di "Dei del Lago dalle code di pesce chiamati Chullua e Umantha": si tratta di miti simili a quelli mesopotamici che parlano in modo strano e diffuso di esseri anfibi dotati di ragione, che avrebbero visitato il paese di Sumer nella lontana preistoria».
Il brano poi prosegue parlando del mito di Oannes, eroe civilizzatore rappresentato anch'esso con "vesti coperte di squame di pesce" e diffusore di conoscenza, chiamandolo però stranamente "Iohannes", cioè in pratica "Giovanni", come se gli autori volessero dire che il nome ebraico deriverebbe dal nome sumerico. Forse, chissà, si possono fare dei paragoni con Giovanni il Battista, che per la setta mesopotamica dei Mandei è il vero Messia, e non Gesù, che sarebbe invece in realtà un impostore che ha usurpato il posto di Giovanni, il vero Messia, il vero "Osanna nell'Alto dei Cieli".
Il fatto che Giovanni appunto battezzi con l'acqua, cioè consacri gli uomini versando sopra di loro l'acqua, che porta alla verità, potrebbe essere un simbolo che Giovanni Battista sarebbe stato il nuovo Oannes che, provenendo dall'acqua, ha portato la conoscenza agli uomini, salvandoli dalle tenebre dell'ignoranza in cui vivevano e dando inizio alla civiltà sumerica. Il segno astrologico dell'Acquario rappresenterebbe appunto questo "Messia dell'acqua" e per questo l'attesa Era dell'Acquario simboleggerebbe l'avvento di un'era di conoscenza, dato che tramite Oannes, rappresentato anche dal Dio Enki, Dio dell'Abisso di acque cosmiche e della conoscenza, acqua e conoscenza sono diventati sinonimi simbolici.
Ma anche l'Era dei Pesci, l'era del Cristianesimo, avrebbe legami simbolici con Oannes, in quanto Cristo era rappresentato in origine da un pesce. L'associazione fra messianismo e acqua, elemento di vita, è un fatto evidente, anche se naturalmente l'archeologia ufficiale darebbe spiegazioni diverse da quelle di antichi eroi civilizzatori anfibi.
Si noti che gli autori del brano, senza parlarne, alludano a un'altra coincidenza del mito andino dei Chullua-Umantha con quello sumerico degli Oannes e dei Nommu dei Dogon dell'Alto Volta: la statua "El Fraile" appare "androgina", cioè simboleggerebbe un ermafroditismo degli Dei anfibi, esattamente come ermafroditi erano anche gli Oannes e i Nommu.
Qualcuno può pensare che la rappresentazione comune di "vesti coperte di squame di pesce" possa essere un modo per rappresentare una muta subacquea.... glielo lascio credere. Anche se per me risulta abbastanza strano che le coste e i fiumi del mondo intero in passato siano stati colonizzati da un esercito di sommozzatori alieni o atlantidi.
Per me invece è più probabile che tale rappresentazione indicasse che, dietro l'aspetto mostruoso di esseri acquatici e squamosi, si nascondeva un animo umano e saggio, portatore di conoscenza, come dimostrerebbe il libro portato nella mano sinistra da "El Fraile", che però è anche accompagnato da un coltello nella mano destra, che forse aveva un significato rituale, o simbolico, ma che forse indicava anche il fatto che non si trattava di gente sempre pacifica.
In ogni caso questo si accorderebbe con tutte le varie rappresentazioni di "uomini-pesce" o "uomini-serpente acquatici" divini o semidivini in tutto il mondo: creature sagge, potenti, generalmente amiche dell'uomo, ma non sempre e necessariamente benevole, perché all'occorrenza, se provocati, possono reagire anche con ostilità. Esattamente come fanno gli esseri umani terricoli.
Così i Telchini greci, così Melusina delle leggende europee, così i Naga indiani, il Cecrops ateniese e via dicendo. Tutti civilizzatori e fondatori di città, civiltà, dinastie e popoli, ma a volte non sempre amichevolissimi con chiunque. Esseri dal carattere realistico, dunque, e non angelicati o demonizzati come l'uomo tende a fare spesso con gli esseri mitici.
Tutti sommozzatori? Forse invece si tratta semplicemente di marinai venuti su navi, fatto sta che non sempre gli Dei anfibi sono associati al mare, anzi solo alcune volte. Molte volte invece sono associati ai fiumi e alle acque sotterranee, il che rende più difficile l'idea che siano stati sommozzatori, quanto piuttosto creature come i nostri anfibi, che non vivono tanto nel mare, quanto piuttosto nei fiumi. Per loro forse il mare era una sede occasionale, dove ritirarsi quando non volevano essere disturbati. Un'altra sede potrebbero però essere dei tunnel e cunicoli sotterranei che dai fiumi conducono nel sottosuolo, sede adatta dove nascondersi, che avrebbero poi generato il mito di città sotterranee in India e il mito di Enki, Dio dell'Abisso Sotterraneo, e alcune delle dicerie del Polesine, che dicono che i Sagusei si nasconderebbero in cunicoli sotterranei collegati ai canali e al corso dei Po.
Il fatto poi che vengano descritti dagli attuali testimoni come dotati di occhi da rettile, con pupille a fessura, mi suggerisce che siano creature del buio, notturne e abituate a una vita sotterranea, come i serpenti appunto, di cui avrebbero anche i lineamenti. Ricordate "i giganti dal volto di vipera" mesopotamici, di cui sono state trovate le statuette ad Al Obeid?
Quindi, per finire: può darsi benissimo che alcuni incontri del passato siano avvenuti con una sorta di "sommozzatori", cosa che sembrerebbe dimostrata da alcuni incontri avvenuti nel Lago Bajkal di recente, ma che la maggioranza dei miti sia dovuta piuttosto a effettive creature umanoidi anfibie o a navigatori civilizzatori o tutte e due queste cose assieme, è più probabile.
D'altra parte, tutte le grandi civiltà sono sorte vicine all'acqua, e in particolar modo alle foci dei grandi fiumi. Non so se avete mai notato....
Ultima curiosità: anche in Australia, una tribù di Aborigeni dice che il mondo è stato originato da un essere a forma di pesce, metà maschio e metà femmina.... il mito è originario dell'Australia, o è stato importato da antichi navigatori della Mesopotamia? Difficile dirlo: se è vero che gli Egiziani raggiunsero l'Australia.... perché no? Troppi dubbi e troppe cose da chiarire. Unica certezza: quando un mito lo ritrovi in tutti i paesi, un fondamento reale deve pur avere!
Così anche per il Diluvio e i Giganti antidiluviani, così per i miti del Piccolo Popolo sapiente che vive nei boschi e nelle montagne...... tutti miti che si trovano a tutte le latitudini, in tutti i continenti.


Ultima modifica di Enkidu il 31/12/2010, 12:35, modificato 1 volta in totale.

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Grazie Enk! Molto interessante! [:)]


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Enkidu ha scritto:
Unica certezza: quando un mito lo ritrovi in tutti i paesi, un fondamento reale deve pur avere!
Così anche per il Diluvio e i Giganti antidiluviani, così per i miti del Piccolo Popolo sapiente che vive nei boschi e nelle montagne...... tutti miti che si trovano a tutte le latitudini, in tutti i continenti.

Quoto!! Sono dello stesso avviso!



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