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Stellare
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MessaggioInviato: 30/06/2014, 11:12 
In virtù del lavoro di ricerca seguito dal Progetto Atlanticus e parzialmente descritto in questo thread capirai che mi interessano molto le tue/vostre osservazioni in merito alla struttura socio-politica di Sumer.

Cosa invece non ti quadra riguardo ai cosiddetti "temi ricorrenti" tra le civiltà sorte sulle sponde opposte dell'Oceano?



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MessaggioInviato: 23/08/2014, 12:07 
SCOPERTE DUE CITTA' MAYA SCONOSCIUTE NELLA GIUNGLA MESSICANA

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Una porta con la bocca di un mostro, templi piramidali in rovina e resti di un palazzo sono emersi dalla giungla messicana quando un gruppo di archeologi ha scoperto le tracce di due antiche e misteriose città Maya.

Trovata nella parte sud-orientale dello stato messicano di Campeche, nel cuore della penisola dello Yucatan, le città erano nascosti nella fitta vegetazione e difficilmente accessibili.

"Le fotografie aeree ci hanno aiutato a localizzare i siti, " ha dichiarato il capo spedizione Ivan Sprajc, del Centro di Ricerca dell'Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti (ZRC Sazu).

Questi siti erano stati scoperti dall'archeologo americano Eric Von Euw, che aveva documentato la facciata e gli altri monumenti in pietra, con disegni ancora inediti, ma la localizzazione delle due città era sinora rimasta sconosciuta.
http://www.antikitera.net/news.asp?id=13335&T=2

foto
http://news.discovery.com/history/archa ... 140815.htm


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MessaggioInviato: 26/08/2014, 09:45 
Guardando la mappa del Kurdistan possiamo osservare che questa area include Gobekli Tepe, il Monte Ararat e quegli altopiani turco/iranici dove, in teoria, la civiltà rinacque dopo il Diluvio Universale.

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Indagando sui curdi ho trovato questo articolo.

Cita:
Gli Yazidi e il culto degli angeli

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C’è un popolo che è avvolto dal mistero e che sopravvive ancora oggi: è il piccolo popolo degli Yezidi. Fu Georg Gurdieff (v. “Incontri con uomini straordinari”) a testimoniare per primo agli occidentali qualcosa sulla sua religione misteriosa. Misteri come la paura degli yazidi di trovarsi chiusi dentro un cerchio disegnato per terra, come la loro religione che esisteva già prima del tempo di Abramo.

Attualmente esistono quasi 500.000 Yazidi nel mondo. Principalmente nell’area curda dell’Iraq. Il loro centro spirituale è Lalish, a nord di Mosul, ma si trovano anche in Armenia, in Georgia, in Turchia, Siria. In Europa, la Germania conta oggi la comunità più grande con oltre 30.000 persone.

Al di là di tutte le speculazioni che ci sono state su questo popolo e sui tantissimi tentativi di screditarli, nella realtà di loro si sa ancora poco. I loro testi sacri non sono reperibili, le loro radici e tradizioni risalgono a oltre 4000 anni fa, il loro retaggio culturale eredita tradizioni di origine antico mesopotamica, sui culti di Ahura-Mazda, sulla religione dei Parsi e sul Zoroastrismo, condensa nella propria tradizione elementi di giudaismo cabalistico, di cristianesimo mazdeo e nestoriano e infine di misticismo islamico, con una forte influenza sufi.

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il simbolo originale di Melek Taus include simbologia cuneiforme ereditata dall’epoca sassanide.

Ma perché sono cosi importanti?

In questo popolo c’è qualcosa di decisamente fuori dagli schemi che la storia testimonia: il culto arcaico degli angeli.

Oggi si parla di yazdismo soprattutto rispetto all’Islam, in quanto minoranza, religiosa ed anche etnica, in quanto rientra nel cosidetto ambito culturale curdo. Sotto l’impero ottomano vennero perseguitati crudelmente, e solo pochi anni fa Saddam non fu da meno, motivi per i quali il popolo Yazida è molto cauto nel divulgare il proprio retaggio culturale. Inoltre, grazie anche al maestro #703;Adi, (Adi Ibn Mustafà) che nel 1162 riformò lo Yazdismo introducendo elementi islamici, la comunità yazida trova un suo equilibrio con il contesto religioso culturale che lo circonda.

Tuttavia la loro tradizione spirituale è molto più antica e risale indietro di molti millenni. I Dasin – come essi si chiamano – affermano di essere gli unici veri discendenti di Adamo, celebrano profeti come Noè, Sem, ma anche Enoch e tra le pochissime scritture sacre, annoverano il Libro della Rivelazione, il Libro dell’Illuminazione e il misterioso Libro Nero (della Creazione), che viene conservato in segreto e di cui non si ha traduzioni.

Attualmente le comunità Yazide sono molto frammentate, ma conservano un ordinamento sociale tutto loro, molto simile a quello delle confraternite Sufi: si suddivide infatti tra laici (detti mur#299;d#257;n, che significa “aspiranti“) e iniziati, con varie categorie di diaconi e di inservienti, tra cui cantori (“Qaww#257;l”), danzatori (“Ko#269;iak”) e confraternite di “faq#299;r” (chiamati anche “teste nere“).

Il termine, Yazid, in lingua pahlavi “Yazd”, significa “angelo”, mentre “Yezidi” significa “coloro che pregano gli angeli”. Nella loro spiritualità si tratta sia di demoni, che di angeli. Forse è un influsso dello Zorastrismo, il cui messaggio di fondo poggia sui concetti del bene e del male.

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Raffigurazine sumerica (secolo XX a. C.) di Inanna dea della Luna e una delle sette divinità sumeriche. Emblematica la raffigurazione dell’entità alata di fronte a un uccello.

Nella tradizione delle religioni questa degli Yazidi potrebbe entrare all’interno del contesto della religione Mandaica (comunemente ritenuta anche questa una delle più antiche religioni monoteiste esistenti) se non fosse per il fatto che la principale entità venerata dagli Yazidi è Melek T#257;#363;s, un angelo dalle sembianze di un pavone.

La figura di questo Melek Taus/angelo-pavone, è antichissima. Il culto si fonda sulla credenza di un dio primordiale, la cui azione è terminata con la creazione dell’universo. Melek T#257;#363;s, invece, è un’entità divina attiva: funge da demiurgo. La sua funzione raccoglie in sé una valenza dualistica: la capacità di essere il fuoco della luce, come il fuoco che brucia – bene e male nella medesima espressione. In tal modo gli Yezidi spiegano come l’essere umano – avendo in sé le due medesime forze, porti con sé anche una piccola scintilla di Melek T#257;#363;s.

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Il Mausoleo dello Shaykh ‘Ad#299; ibn Mus#257;fir a Lalish, dove morì nel 1163, è meta di pelleggrinaggio degli Yazidi che lo considerano l’incarnazione di Malak Ta’us.

Gli Yezidi credono che da Dio giungano sia le forze del bene, che quelle malvage, e che l’uomo deve usare la sua mente per scegliere il giusto, come fece Melek Taus. Questa visione dell’uomo – rispetto alle religioni monoteistiche dominanti – si fonda quindi sulla sua possibilità di scelta individuale, probabilmente uno dei motivi per il quale il popolo Yazida venne perseguito.

Pertanto la vita di ogni Yezida su questo mondo è considerata una prova, paragonabile a quella di Melek Taus, che venne ricompensato da Dio, perché quando ricevette il comando (insieme agli altri 7 angeli della creazione) di pregare per Adamo, egli si rifiuta per non andare contro l’ordine precedentemente ricevuto di pregare solo per il suo Dio, che lo creò dalla sua luce. Ed è in questa scelta che si distingue Melek Taus: mentre gli altri sette angeli pregano anche per Adamo, solo Melek Taus non lo fa, motivo per cui Melek Taus diventa il rappresentante di Dio sulla terra, come dicono gli Yezidi.

Questo aspetto di “purezza dell’intenzione” è un valore che si riflette in molte usanze Yazide, come l’utilizzo simbolico di vesti bianche che caratterizzano gli iniziati al culto e comunque molti degli adepti nelle loro funzioni spirituali.

Secondo gli Yazidi le malattie nella vita dipendono da una visione del mondo che ha una relazione distonica con il divino (Dio – le azioni – l’anima).

Fino a oggi gli Yezidi tradizionali credono che la malattia sia la conseguenza di un peccato. Nel caso di malattia essi vanno da un indovino, il “Kocek“. Essi gli raccontano la loro sofferenza e dopo una riflessione di alcune ore o una notte, in cui l’indovino sogna l’ammalato, egli può dirgli a quale santo rivolgersi attraverso l’applicazione della terra sacra di Lailish.

Alcuni di questi santi-entità sono: Sheikh-Mus e Sheikh-Hassan per quanto riguarda i polmoni e le malattie reumatiche, l’arcangelo Gabriel (Izraiel) per le malattie dell’anima, le entità Baba-Deen e Ama-Deen per i dolori al ventre, l’angelo Hagial per le malattie neurotiche, l’entità Sherf-Al Deen per le malattie della pelle.

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la bandiera degli Yazidi

Il popolo Yazida non ha mai smesso di tramandare la propria tradizione religiosa, una tradizione spesso accusata e perseguita, forse perché ancora l’unica a tramandare un rapporto diretto dell’essere umano con la dimensione angelica.

Una tradizione tuttavia che gli Yazidi conservano – in modo sempre cauto e discreto – e che ha loro assicurato la soppravvivenza nei millenni. Qualcosa che pone lo Yezida decisamente fuori dagli schemi di far dipendere la sua vita spirituale da altri.

———–

Bibliografia per gli interessati:
- G. Furlani, Testi religiosi dei Yezidi, Bologna 1930
- M. Guidi, in Origine dei Yezidi e storia religiosa dell’Islam e del dualismo,
- Nuove ricerche sui Yezidi, in Riv. d. studi orientali, XIII, 1932;
- The Yazidis, past and present, di Isma’il Beg Chol, a cura di C. K. Zurayk, Beirut 1934
- Abbas Azzaoui, Histoire des Yézidi, Bagdad 1935

http://sonoconte.over-blog.it/article-g ... 35095.html


E se gli Yazidi fossero da considerare come gli ultimi custodi dell'eredità degli antichi dei? Come per esempio i tibetani?

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MessaggioInviato: 26/08/2014, 12:02 
Sempre interessanti e stimolanti queste tue informazioni -

avevo letto ed anche visto il film di Peter Brook "Incontri con uomini straordinari"- ma avevo dimenticato quel popolo- pensando forse che fosse scomparso assorbito da altre culture-

Ora i fatti recenti e il tuo articolo li rendono attuali
ciao grazie


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MessaggioInviato: 26/08/2014, 13:41 
Chissà cosa c'è scritto nei loro testi sacri non tradotti, magari è per questo che sono perseguitati; bisogna togliere di mezzo le "regioni" più antiche e con radici nella storia affinché le religioni come islam e cristianesimo possano diventare "verità assoluta" senza possibilità di essere "smentite".



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 22/11/2014, 13:36 
CHI CONDUSSE I MAYA SINO AL MESSICO? (di Gene D.Matlock)
Gli antenati dei Maya arrivarono per mare in America Centrale

Erano gli antichi Turchi, Accadi (Sumeri) e Dravidi (Tamil) progenitori delle popolazioni del Messico e della Meso-America?

Verso il 1500 a.C., una flotta di navi tamil levò l'ancora da qualche porto del Konkan o Kankon, un bellissimo litorale di sabbia bianca che si estende dall'attuale Maharasthra alla punta meridionale dell'India occidentale, e veleggiò a sud dell'isola di Sri Lanka.

La meta della loro navigazione era Patala, quello che ora è il Messico e la Meso-America, per lasciarvi dei coloni.

Durante il loro soggiorno a Ceylon, assunsero scalpellini qualificati, abili artigiani e costruttori di templi nella provincia di Maya, per costruire una nuova civiltà tamil o di tipo simile a quella accadica (sumerica), che era già in meso-America: quella degli Olmechi o Olman.

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Zikhari a Konkan.

Gli antichi Tamil erano commercianti internazionali e colonizzatori. Ovunque andassero nel mondo, lasciarono un'impronta inconfondibile della loro presenza, in nomi di luoghi, cibi, giochi, e templi. I loro templi erano generalmente zikhari o ziqqurat (templi su piattaforme, su piramidi a gradoni).

Spesso, piccoli ingressi o templi erano situati su ogni livello, ma non sempre. Sulla cima, non sempre vi era un tempio. In cima, spesso c'era una torre rettangolare ornata. Tuttavia, anche cupole circolari o guglie isolate spesso si trovavano sulla sommità del tempio.

L'aspetto della zikhari di solito varia, secondo le culture dravidiche, o derivate da quella Tamil, dei paesi di accoglienza. In una cosa però non cambia mai: l'inconfondibile presenza dell'influenza Tamil.

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Tempio di Kanchipuram.

Chi erano davvero i Fenici

Prima di continuare, devo precisare chi fossero in realtà i Fenici. Ho imparato a conoscere questi popoli che hanno colonizzato la terra, di cui l'uomo moderno non sa quasi nulla, dal libro Phoenicia dell'orientalista britannico George Rawlinson, del XIX secolo.

Egli è stato considerato la principale autorità su questi arditi marinai, ma anche lui era fuori base.

Egli disse che i Fenici non avevano alcuna patria ma occuparono i porti commerciali in tutto il Medio Oriente. Nell'emisfero occidentale furono chiamati Puni, ma non erano soliti rispondere a tale nome. Inoltre, egli disse che erano un popolo del Mediterraneo. Tuttavia, nello studiare la storia indù, ho scoperto che esistevano anche in Asia centrale e in India. Ma lˆ erano chiamati Pani. Neanche in India però essi chiamavano se stessi Pani.

Nel suo breve ma illuminante libro The Rig Veda - a History, lo storico bengalese Rajeswar Gupta ha dichiarato: "... in tempi antichi il Mar Rosso e il Mar Mediterraneo erano collegati tra loro da uno stretto attraverso il quale le navi commerciali dei Fenici e degli Ariani entravano nel Mediterraneo... Quando tale passaggio fu interrotto, anche la connessione tra l'India e l'Europa rimase interrotta" (p. 4).

Se il professor Gupta avesse avuto maggior familiarità con le nazioni correlate con i Turchi in Asia centrale, egli avrebbe capito che Fenici e Ariani erano lo stesso popolo. I Fenici in Medio Oriente alla fine persero la consapevolezza d'essere Dravidici, e si separarono in molte piccole Città-Stato costiere.

Ancor oggi, i turchi chiamano se stessi Ari. Gli antenati delle popolazioni turche si chiamarono anche Pancha (Cinque) Krishtayas (Le cinque razze originali degli uomini).

Come me, il professor Gupta aveva intuito che i Fenici avevano origine in Asia centrale. Erodoto, storico greco, non ha menzionato i Fenici come un insieme disorganizzato di città-stato, ma come una singola entità politica. Ho intuito che l'originale Fenicia dovesse essere l'Anatolia (Turchia) e la Bulgaria.

La Grecia era un tempo una parte della Fenicia, ma poi se ne staccò. Anche ora i Greci sono un grande popolo di mare, come i Turchi. Di fatto, la famosa mappa del mondo di Piri Reis, antica 6000 anni, fu fatta da antiche carte turche. La mappa di Mercatore è un altro esempio.

Capire il significato del termine Pani o Puni

Se i Pani o Puni non chiamavano se stessi con questi nomi, che cosa significano questi termini? Questa anomalia mi lasciava perplesso, perché la parola esiste in quasi tutte le lingue del mondo, anche in meso-America. E' un dato di fatto che Panama prendesse il nome da loro, perché era ed è un varco che consente alle imbarcazioni di passare da un oceano all'altro.

Per scoprire che cosa significa il termine Pani, ho consultato il libro The Civilized Demons, the Harappans in Rig Veda, di Malati J. Shendge: "Essi partecipavano al commercio internazionale, spostandosi in carovane da luogo a luogo, fornendo beni in base alla domanda, portandoli dai luoghi dove erano prodotti in abbondanza". (p. 222)

In breve, il termine significa "traffico, spostamento da un luogo all'altro". Lo stesso significato si trova nella lingua nahuatl: pan (posizione esterna); pano; opano (incrociare verso l'altro lato), ecc. (Cfr. Angel Maria Garibay, Llave del Nahuatl.)

Anche nella lingua inglese, il prefisso "pan" significa grosso modo la stessa cosa: "onnicomprensivo; ovunque, ecc."

I Sumeri erano Turchi

Molti trovano difficile accettare che anche gli Accadi o Sumeri fossero Turchi. Gli Accadi (Sumeri) erano Fenici. Noti anche come Kad, Khatti, ecc., in origine erano una popolazione turca (Kur, Tur, Tul, Tol, ecc.) proveniente da quello che la Bibbia chiama Eden, con la parola usata in lingua accade per indicare le steppe (Asia centrale). Prima del grande Diluvio, le steppe o l'Eden erano considerati come un paradiso terrestre.

Tuttavia, quando il grande Diluvio sommerse quelli che oggi chiamiamo Altai, e le repubbliche turche Tannu (Tiva, Teva, o Tuva), e Khakassia, i sopravvissuti dovettero ricostruire ex novo tutta la loro civiltà. Molti fuggirono in quella che ora è l'India, diventando essi stessi indiani, unendo la parte orientale degli emisferi Nord e Sud del mondo come un'unica nazione.

Molte tribù, dopo il Diluvio, erano state ridotte alla barbarie. Gli Ariani o Kur (turchi) non potevano risollevarle. Un re bulgaro, noto nella mitologia indiana come il dio dell'oro, della buona fortuna e della ricchezza, Kubera (Khyber, Kheever o il biblico Heber) decise di bandirli e confinarli a Lanka. Egli ed i suoi seguaci, gli Yakhu o Yaksha, pensavano che potessero prosperare più pacificamente in quel fertile paese tropicale.

Tuttavia, neppure laggiù essi potevano civilizzare se stessi. Con l'eccezione dei Maya dell'Altai e di alcune tribù degli Huna (Hunnish, Unni o Mongolo), la maggior parte delle tribù nomadi incorreggibili, chiamate Rakshasa e Pisaca, preferiva sopravvivere nel profondo del degrado.

Il popolo Kubera era chiamato Naga o Chan perché il serpente era il loro emblema. Secondo il Ramayana, essi popolarono il mondo, e impiegarono circa 10.000 anni per farlo. I Kubera e i loro alleati Yakhsa, insieme con i Maya di cui ho già detto, uccisero quanti Rakshasa e Pisaca potevano, e trasferirono i sopravvissuti a Patala.

Nel suo libro Remedy the Frauds in Hinduism, lo storico Kuttikhat Purushothoma Chon menzionava l'origine siberiana dei Maya. "Architetti maya sono menzionati nel poema epico indù Mahabharata. Il popolo Maya viveva in Siam e in Asia Orientale. Vi è un luogo chiamato Mayyavad nel Kerala.

Il popolo dell'Uttar Pradesh mantiene il significato di Mayya come madre in frasi come 'Ganga ki Mayya'. Una vasta area nella Siberia orientale, nonché un fiume, si chiamano Maya". (p. 28)

Il Lessico sanscrito di Cologne definisce i Maya come matematici (misuratori), astronomi, strateghi militari, maghi, uomini saggi e costruttori. I Maya Mesoamericani, da noi conosciuti, decisamente si adattano a questa descrizione.

Malati J. Shendge ha detto che i Pani, gli Asura, gli Yaksha e i Maya erano partner in una causa comune.

Il DNA prova l'origine siberiana degli Amerindi

Scienziati russi hanno recentemente scoperto che il DNA di persone provenienti dalla Khakassia Siberiana e da regioni dell'Altai limitrofe a Tuva (nota anche come Tannu, Tiva e Teva) è simile a quello dei Maya. Si suppone perciò che i Maya abbiano avuto origine nell'Altai. Successivamente, le orde di Kubera li trasferirono a Ceylon, dove divennero un grande popolo.

Fino ad oggi, poco è stato fatto con la ricerca sul DNA dei Tuvani. Gli scienziati russi ritengono che il popolo di Tuva possa presentare anche una maggiore corrispondenza nel DNA con gli amerindi. Ciò che rimane ora da fare è ricercare il DNA dei Maya in altri Paesi asiatici, e confrontarlo anche con quello dei nostri Maya, degli Inca Nahua, e dei clan Mayo, così come con quello degli Yaqui (Yakh?) del Messico e dei Mayo (Maya), due tribù che parlano la stessa lingua.

Chi erano gli Asura? Malati J. Shendge dice che l'impero Asura governò la Valle dell'Indo (India occidentale): "... questi popoli erano ben versato in agricoltura, tecnologia, ingegneria, marineria e nel commercio e controllavano le acque dei fiumi attraverso la creazione di dighe e canali d'irrigazione". (The Civilized Demons, p. 289)

In questo contesto, anche i Fenici erano Asura.

Questi Asura ed i loro alleati erano di pelle chiara o scura?

Non vi è alcun dubbio che gli Ariani che vivevano nelle terre costiere dell'Europa occidentale fossero Dravidici dalla pelle scura. Arrian ha detto nel suo libro Indica: "Gli abitanti della regione dell'Indo sono nel loro aspetto non diversi dagli Etiopi.

Quelli sulla costa meridionale assomigliano loro per la maggior parte, perché sono molto neri, e hanno anche i capelli neri, ma non hanno il naso così piatto, né hanno i capelli ricci. Quelli che sono più a nord, hanno una grande somiglianza con gli egiziani".

Un certo gruppo di nazionalisti indù ha cercato di convincere gli indù che la cosiddetta "invasione ariana" fosse una bugia costruita dagli europei bianchi, al fine di opprimere i non bianchi.

Tuttavia, essi non possono spiegare il motivo per cui circa 150 milioni di persone che vivono in nazioni imparentate con i turchi definiscano ancora se stessi come Ari (ariani). Inoltre, i Krishtaya hanno affermato di essere tutte le razze del genere umano.

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Un gruppo di Tamil onora il mio amico T.L. Subash Chandra Bose a un incontro religioso. Egli è l'uomo con una ghirlanda di fiori, sullo sfondo.

Il Dr. Polyat Kaya, un professore turco di linguistica storica, ha scritto: "La pre-cultura iraniana era una cultura ed una civiltà turanica, anteriore a quella degli Ariani. Anche quella dell'Indo era una civiltà turanica, così come la cultura sumerica.

I Dravidici erano connessi a queste antiche culture, e ciò stabilisce legami tra tutti insieme e con i Turchi. Usano tutti lingue agglutinative, benché gli storici ed i linguisti siano condizionati e non vogliano neppur menzionare il nome Tur / Turco".

Il tradizionale abito degli uomini Dravidici non è cambiato in migliaia d'anni. Come gli antichi Assiri, essi indossano gonne lunghe che scendono alle caviglie.

Molti studiosi concordano sul fatto che Asura fosse l'Assiria, un impero esteso dall'Asia centro-occidentale sino alla punta dell'India del sud-ovest. Se io sono nel giusto nel presumere che i Dravidici fossero gli Asura, essi sono menzionati nella Genesi come Ashur, figlio di Shem. (Genesi 10:22).

Gli antichi Fenici affermavano di provenire dalle terre accanto al "Mare Eritreo". Il "Mare Eritreo" è ora il Mare Arabo, che si estende dal Pakistan lungo tutta la costa occidentale dell'India.

Erano Turchi gli Olmechi?

Gli Olmechi o Olman furono la prima civiltà in Meso-America. Anche se ci sono abbondanti testimonianze fisiche e linguistiche della loro esistenza, solo le tribù di lingua Nahuatl e i Maya sapevano qualcosa sugli Olmechi o Olman come popolo. Per certo, sappiamo che essi erano Turchi, perché Olmak e Olman sono i nomi di Adamo in turco. Forse essi chiamavano se stessi Thusly, perché erano i primi abitanti del Messico.

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L'idea di un artista di come doveva apparire l'antica città olmeca di La Venta.

Si suppone che gli Olmechi arrivassero in Messico occidentale in imbarcazioni, che avevano traversato l'allora navigabile Istmo di Tehuantepec. Essi si stabilirono prima sulla costa orientale di Veracruz, presso il fiume Papaloapan. La gente di lingua nahuatl non sa pronunciare la "B". Papaloapan era probabilmente Babalu-apan (il passaggio babilonese).

Gli Zikhari (Monti del Tempio) degli Olmechi erano simili alle Ziggurat dei Sumeri e praticamente avevano lo stesso nome: Zicualli e Zacualli. Poiché le tribù nahuatl non sapevano pronunciare "L", eraa probabilmente una versione dialettale: Ziggurat - Zicuari.

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Una Ziggurat dell'Asia centrale con le parti superiori erose dai secoli.

Centinaia d'anni dopo l'insediamento sulla costa, si trasferirono verso gli altipiani centrali del Messico e verso nord, sino all'odierno stato di San Luis Potosi. Tracce di loro possono essere trovate nel Sud-ovest degli Stati Uniti.

Quando si moltiplicarono e si estesero, forse dimenticarono che erano stati Olmechi e Olman. Tutto ciò che erano in grado di ricordare era il loro arrivo in America in barca: Nava Nauvak (Nahua o Nauwak), "la gente della nave."

Infine, Nauvak cambiò in Anauwak (non più persone delle navi). Ancor oggi, la parola nahuatl Anahuac significa "tra due acque." Le tribù di lingua nahuatl chiamato se stessi anche Toltechi, termine derivato da Toltika, che significa "Figli di Tulan o Turan." Quando gli Spagnoli arrivarono in Messico, gli Aztechi li chiamarono "Tule ", pensando che anche loro fossero turchi.

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Mappa di Tula nella Russia siberiana. Gli Aztechi provengono da questa Tula?

Essi ed i Sumeri pregavano la stessa dea madre, che nella Persia meridionale, in Afghanistan, e nel Pakistan ha avuto diversi nomi: Sivapuri (La Regione del Dio Shiva), Sivabhu (Sacra Terra di Shiva), Sivapuni (la Purezza di Shiva), e Shivulba (grembo, origine, o la Grotta di Shiva).

Gli indios Pueblo chiamavano i loro inferi o il loro luogo di origine Sibapu o Sibapuni; per i Maya, Shibalba era il nome degli "inferi" e il luogo delle divinitˆ. Le somiglianze linguistiche e funzionali del termine indù Sivabhu, Sivapuni, e Shivulba con quello dei Pueblo: Sibapu, Sivapuni, e quello Maya Shivalba (Xibalba) sono troppo precise per essere solo coincidenze.

Un Tepe era una bassa, ripida collina circondata da un villaggio. Il Tepe era utilizzato sia come una fortezza in caso di attacco, sia come un centro religioso in onore delle speciali divinitˆ villaggio - spesso una dea madre. Alcune delle molte centinaia di Tepe disseminate su Sivabhu, anche in Medio Oriente, si chiamano Tepe Yaya, Tepe Ya, Tepe Kilize, Tepe Liman, Tepe Catal, Tepe Godin, Tepe Cora, ecc.

Il Messico è l'unica regione, oltre al Medio Oriente e all'Asia centrale, dove si trovano centinaia di queste colline, combinazione di protezione e di sacro, chiamate Tepe. Alcuni nomi di questi sono: Tepatit‡n, Tuxtepec, Tepec, Tepic, Mazatepec, Tepetatas, Tepantita, Tepetzintla, Tepuste, Tepetlix, Tepetlalco, ad infinitum.

Nell'antico Sivabhu, le divinità situate sulle cime di questi Tepe si chiamavano: Yah, Yakh, Yakhu, Yaksha, Yakshi ecc., che significa "angelo custode". La divinità principale dei messicani Yakshi (un angelo custode femminile) aveva il suo santuario in cima a quello che ora è Tepeyac (la Collina dell'angelo custode) a Città del Messico. Ora è la Vergine di Guadalupe.

Infine, le tribù non-olmeche in Messico, se mai ve ne sono state, copiarono la loro civiltà. Gli Aztechi sostenevano che una volta vivevano in quelli che ora sono i Florida Cays. Quando la loro città rimase sommersa sotto l'acqua, un gruppo di marinai li salvò e li condusse sul territorio messicano. Nei loro annali, dicevano di aver adottato la civiltà del popolo già esistente sul sito.

Le tribù di lingua Nahuatl ed i Maya dissero anche agli Spagnoli che un popolo chiamato Tamoan-chan o Tamuan-chan s'era mescolato con gli Olmechi. Si tratterebbe di gente proveniente da qualche parte dell'Oceania, come Samoa o la Nuova Zelanda. (Cfr. Garibay, Llave del Nahuatl.) La parola "Chan" significa "Luogo di serpenti".

Negli anni 1950, ho visitato una strana formazione rocciosa vicino a Tepoztlan, Morelos, simile ad una statua sumera malamente corrosa. Alcune persone pensano che sia solo una formazione naturale, ma io non lo credo. Ci sono altre formazioni di origine antropica nelle vicinanze, che non sono sicuramente fatte dagli Aztechi.

I Maya erano Tamil

Ora sono pronto per tornare all'ipotetico viaggio in America dei Tamil. Essi probabilmente utilizzavano due tipi di mappe. La mappa qui sotto a sinistra mostra il Monte Meru con petali di puntamento in quattro direzioni.

I petali di sinistra puntano verso un lontano paese chiamato Ketumal o Chetumal. Al fine di raggiungere quella terra, dovevano andare verso est, per evitare di dover navigare intorno alla punta dell'Africa. Essi sapevano dove stavano andando, perché vi erano già stati prima! Qui sotto vedete la loro mappa del mondo.

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I Maya dicevano che la terra dei loro antenati si trovava 150 giorni verso ovest.

Quando i Tamil arrivarono nel Nord America, attraversarono quello che ora si chiama Mar dei Caraibi, attraverso l'istmo di Panama (la Grande Traversata). Dopo aver raggiunto l'altra parte, si ancorarono nel "Porto Sicuro" di Chetumal, che ha ancora lo stesso nome. Il porto di Chetumal è in Belize. Belize deriva da Belisha (il Dio Shiva).
Più tardi, lasciarono Chetumal, fecero vela sino alla costa in un posto che ricordava loro la bellezza della loro vecchia patria in Konkan.

Si ancorarono e ne fecero la loro prima sede in America. Non sorprende, dunque, se decisero di chiamare quel posto Kankun (Cancœn). Dopo migliaia d'anni, l'ultima sillaba è appena cambiata un poco nella pronuncia.

Quando i Tamil si stabilirono nello Yucatàn, costruirono i loro tipici zikhari, come quelli di Tikal e Palenque. A Tikal, colorarono i loro monumenti in pietra di colore rossastro, come avevano già fatto anticamente in Konkan.

Immagine
Sinistra: Uno Zikhari a Tikal. A destra: Uno Zikhari a Palenque.

La gente rimane sorpresa a vedere due immagini di elefanti in paese Maya, come la seguente a Copan. Può essere un ricordo degli elefanti dell'India.

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Incisione nella pietra con un mahout indù, con turbante, che cavalca la testa di un elefante.

Alcune autorità, che non sono d'accordo con me sul fatto che i Maya provenissero dall'estero, pensano che nel Messico meridionale una volta ci fossero gli elefanti. La verità è che essi adoravano un dio dal lungo naso (Chac) o elefante, così come i Tamil indù adoravanoo in India Ganesha, dalla testa d'elefante.

Chak era il Dio Maya dal lungo naso del tuono, dei fulmini, della pioggia e dei raccolti. La sua proboscide elefantina spruzzava acqua sulla terra. Il suo equivalente in altre parti del mondo è stato Zeus, Dyaus, Giove, Ca, Jah, Ju, Jahve, Jehova Jeho, Sakh, Sagg, Sa-ga-ga, Sakko, Zagg, Zax. Pseudonimo di Zeus, è spesso raffigurato in possesso di un fulmine serpeggiante o di una lancia, o qualcuno glielo sta porgendo.

Presso i Maya, Chak è rappresentato in modo simile.

Immagine
Il dio maya Chac

La prova linguistica che i Maya provenivano da Ceylon

Hanno dato nomi diversi che, direttamente o indirettamente, identificavano Ceylon: Shilanka (Xilanca) - l'antico nome di Ceylon (Zeilan-Ka). Shikalanka (Xicalanca) - Ceylon. In Tamil, Shikalam.

Itzamna era uno degli eroi della loro cultura. Egli affermava di provenire da un paese occidentale. Isham, che significa "Tigre","Terra d'Oro", era un nome dravidico di Ceylon. Na, in Isham-na, è un suffisso onorifico.

Ishbalanka (Xbalanca), un altro eroe di quella cultura. In Tamil, significa "Shiva di Lanka". India, Si riteneva che il dio indiano Shiva avesse lasciato la propria impronta sulla cima dell'Adam's Peak, nell'attuale Sri Lanka.

Shibalba, gli Inferi dei Maya. Questa parola deriva dal sanscrito Shivulba, che significa "dalla sorgente del del Dio Shiva (il Monte Meru, in India)".

Palenke (Palenque). Questo nome deriva dal Tamil Pal-Lanka, che significa "Protettorato di Lanka". L'antica Lanka era l'Atlantide, rimasta sommersa, dell'India.
Le rovine Maya di Yaxilan (Yakshilan). Questo nome significa "Gli Yakh di Ceylon" in sanscrito.
Ceren, un nome di Ceylon. Alcune rovine Maya d'El Salvador sono chiamate Ceren.

Lacandoni, una tribù dello Yucatan. Il dio indiano Kubera aveva bandito i Lak, una tribù tartara Huna o Rakshasha del Nord dell'India, a Ceylon, dando al paese di uno dei suoi tanti nomi e facendoli diventare il popolo di Lakan o Lakam. Il Don in Lacan-don deriva da Dan (Tannu o Dannu?). (Vedi i Dizionari Cologne on-line di Sanscrito e Tamil per il confronto dei nomi dell'antica Ceylon con quelli delle tribù Maya e dei luoghi.)

Le tre province dell'antica Ceylon

L'antica Ceylon era divisa in tre province: Maya, la divisione centrale dell'isola; Ruhuna (Anima della Terra di Huna), e Pihitee, la più settentrionale delle tre. I Maya Ceylonesi erano conosciuti per le loro impressionanti conoscenze astronomiche, le meraviglie architettoniche, i templi, e i bacini d'acqua per l'irrigazione. (Cfr. The History of Ceylon, di William Knighton, pubblicato per la prima volta a Colombo Ceylon, nel 1845.)

Uno dei nomi del culto religioso di Ceylon era Mayon. Esso esiste ancora tra i pochi aborigeni che vivono sull'isola.

La maggior parte dei Rakshasa e Pisaca Bad Boys erano Unni Tartari, venuti da Huna-Bhu, che significa "Huna (Tartari) dalla Terra intorno al Monte Sacro Meru."
Molte di queste tribù erano cannibali, dedite a battaglie tribali, praticavano sacrifici umani nei loro riti religiosi, appiattivano la fronte dei loro neonati, prendevano gli scalpi ai nemici in battaglia, e osservavano altri costumi attribuiti a molte tribù di amerindi. I Maya ricordano come eroe della loro cultura Hunapu (Huna-Bhu?).

Se i nativi della Meso-America avessero saputo pronunciare la combinazione "ST", oggi lo Yucatan sarebbe Yucasthan (Yakhuthan?). Ancor oggi, molti messicani e contadini indiani non sanno pronunciare questa combinazione. Ad esempio, invece di Como està? (Come stai?), sanno solo dire: "Como ta?"

Guatemala deriva dal sanscrito Guadhaamala, che significa Guha (Intelligenza Cosmica) + DHA (Serpentino) + Amala (cordone ombelicale), il Sacro cordone ombelicale che collega l'Asia occidentale e l'India con la Meso-America. Oltre ai nomi tribali Ceylonesi e Tamil Yakkha, Maya, e Lak nel paese Maya, ci sono anche le tribù Lenca e Rama. Le pianure Maya sono anche chiamate Guanacaste, che significa: Le Naga illuminate d'occidente.

Si presume che gli Olmechi parlassero Nahuatl a causa dei nomi dei luoghi che sono rimasti. Gli Olmechi chiamavano il paese Maya, nel sud-est di Veracruz, Coatzacoalcos (Santuario del Serpente). Il Santuario del Serpente altro non era che la casa dei Naga occidentali o americani.

"Originariamente, gli Asura o Naga non erano solo un popolo civile, ma una potenza marittima..., Kadru, la madre dei serpenti, aveva costretto Garuda (l'Aquila o il Falco) a servire i suoi figli portandoli attraverso il mare sino ad una bellissima terra, che era abitata dai Naga. Gli Asura (Naga) erano esperti navigatori, che possedevano notevoli risorse marittime e avevano fondato colonie su coste lontane. "(The Encircled Serpent, di M. Oldfield, p. 47.)

Ancor oggi, la bandiera messicana ha un'aquila con un serpente nella sua bocca, che rappresenta l'arrivo degli antichi messicani alla Meso-America. Essa rappresenta anche l'arrivo dei Meshika a quella che ora è Città del Messico.

Immagine
Il Sig. Subash Bose mostra un'antica tavola di Pachesi Tamil, conservata come una reliquia nel tempio della sua zona. I Tamil e tutte le tribù della Meso-America, dal Messico a Panama, giocavano lo stesso gioco: Pachesi.

Immagine
I meso-americani lo chiamavano con un nome simile: Patolli. Ho visto io stesso un gioco del Patolli gioco presso il Museo Nazionale della Costa Rica, a San José.
(Nota: CH e T sono linguisticamente simili. LL era l'unico modo in cui gli Spagnoli del Rinascimento potevano ravvicinare i suoni di Z e J. Ciò dimostra che Patolli derivati da Pachesi.)


Tanto gli indios messicani che i Tamil mangiavano tamales e li chiamavano con lo stesso nome!

I Tamil e i Turchi hanno dato anche alcuni dei loro piatti preferiti agli antichi messicani, e con gli stessi nomi! Vorrei citare solo due di loro: Tamales e Corundas. Gli antichi Tamil erano conosciuti come Tamil o Tamal. Uno dei loro cibi preferiti era un tipo di pasta o un ripieno avvolto in foglie di bambù. Anche nel Tamil Nadu, esso è chiamato Tamal. I Michoacani hanno una simile forma di tamal triangolare, chiamato Corunda. In turco sarebbe kur-unda (pasta turca).

Il mio amico Tamil Nadu, il sig. Subash Bose, ha sottolineato il fatto che spesso gli Indù veneravano il cobra, e che i Maya adoravano serpenti a sonagli. Egli ha detto che le capanne dei Maya somigliano esattamente a quelle dei Tamil Nadu.

I Kubera hanno dato anche il loro nome al Nord America. I meso-americani dissero agli spagnoli che il Nord America si chiamava Quivira (Terra del popolo Khyber).
La maggior parte di noi ha sentito parlare del libro sacro Maya, Chilan o Chilam è un titolo di sacerdoti Maya. Balam è il nome Maya del giaguaro. In sanscrito, Cheilan = Ceylonese e Vyalam = tigre, leone, leopardo in caccia.

"Giaguaro" probabilmente deriva dal sanscrito Higkara, nel senso di "simile ad una tigre" o "che emette un suono come una tigre". Kuk o Gok deriva dal turco Gog e Gok, nomi d'antiche tribù turche. Ulu significa "collocato in alto". Mats deriva da Masi, la parola turca per "Messia". Khan è una parola turca per "Re". Pertanto, Kukulcan = Gogulkhan (Il venerato Re di Gog), Gukumats = Gokumasi (Il venerato Messia Gok).

La presenza di termini dravidici, turchi, sanscriti in America, non dovrebbe sorprendere nessuno, perché gli Ariani e gli Indiani (Ramanaka) viaggiavano insieme in tutto il mondo. Nel suo libro El Origen de los Indios, il sacerdote spagnolo Gregorio Pérez ha scritto che i Caraibi indiani affermavano che i loro padri fondatori erano stati i Kuru-Rumani.

Alcuni Dravidici pensano che il sanscrito nasca dai Dravidi, ma la mia ricerca non indica questo. Molti Turchi parlavano anche aramaico, che una volta era parlato più in generale di quello che è ora. Il linguista turco professor Polyat Kaya afferma che lingue come il sanscrito, il dravidico, l'ebraico, il cinese, e molte altre sono anagrammi derivati dal turco. Egli ha anche detto che la lingua maya deriva dal turco.

In quest'articolo, ho solo presentato una piccola parte degli elementi di prova in mio possesso, che puntano alle origini indiane e ceylonesi dei Maya. Ho deciso di concluderlo ricordando ciò che il sacerdote gesuita Francisco Xavier Clavigero scriveva nel volume I della sua Historia Antigua de México. Clavigero diceva che i Maya Chiapanecos gli avevano raccontato che un nipote di Noè, Votan, portò la sua gente a popolare l'America. Erano della tribù Chan (Naga o Serpente).

Dicevano che era venuto da Est, portando con sé sette gruppi. Due altri capi (gruppi?) erano arrivati in precedenza come coloni: Igh e Imox. Egli costruì una grande città, ora nota come Palenque, chiamata "Nauchan", che significa la Città dei serpenti. Quando Noé uscì dall'Arca, egli e il suo popolo costruirono la loro prima città, chiamandola Nashan.

Votan fondò tre monarchie tributarie, chiamate Tulan, Mayapan e Chiquimala. Le rovine di Tulan sono quelle di Tula, Hidalgo, Messico. Mayapan è la stessa penisola dello Yucatan. Non ho ancora trovato la regione di Chiquimala. Forse è il Guatemala o la provincia Maya di Tzequil.

Come molti europei ignoranti d'India e della sua storia, Clavigero cercò di metterli a Cartagine, in Africa, a Roma, e persino in Spagna, ma almeno intuì che i primi coloni Maya erano Fenici. Se fosse stato più informato sulla storia antica dell'India e di Ceylon, egli avrebbe saputo che erano Ceylonesi, perché in tamil VALAM POTAM significa "Luogo delle Barche". Valam Potan (Ceylon) è situato tra i tropici del Cancro e Capricorno, dove soffiano gli alisei. Le differenze tra Valum Votan e Valam Potam sono banali.

Si guardi la seguente mappa che mostra le rotte di mare e di terra degli antichi Tamil. Sotto di essa, si noteranno le parole Oceanus indicus (Oceano Indiano). Le antiche mappe che gli spagnoli utilizzavano per raggiungere l'America mostravano gli stessi termini: Mar Indica; Oceanus Indicus. Da dove ottennero delle mappe che mostravano che l'estremitˆ orientale dell'Oceanus Indicus era l'America?

Immagine
Mappa che mostra le rotte per terra e per mare degli antichi Tamil

Immagine
Le teste di pietra rivolte al mare, sulle spiagge dell'Isola di Pasqua, ci dicono molto circa gli antichi marinai che si suppone rappresentino. Osservate bene i loro "copricapi". Potrebbero essere turbanti Tamil?

Per concludere: alcune riflessioni

Molte persone non sanno che i Maya e i Toltechi non erano i soli immigrati arrivati alle Americhe attraverso Chetumal, la "Roccia di Plymouth" di molti Indiani d'America. Posso citare varie tribù degli Stati Uniti che sbarcarono anch'esse là. La storia della loro origine appare per cos“ dire in modo chiaro dalle parole.

In considerazione di ciò che ho detto in questo articolo, chi è meglio qualificato per identificare le origini degli indios d'America? I nostri accademici europei? Oppure i turchi, gli indù, e gli indios americani?

Ogni tipo di speculazione è stato fatto, con molte interpretazioni mistiche, circa gli antichi marinai chiamati Wotan, Woden, i tedeschi Wuotan, Paathan dell'Isola di Yap, e il filippino Bataan. Ancora oggi, una grande tribù di pachistani è chiamata Pathan. Votan non è mai stato una sola persona. E' stato davvero un "popolo di marinai". Questo antico popolo di marinai e avventurieri è ancora con noi: I Tamil Dravidici!

Immagine
Una nave Tamil

Fonte: http://www.mondovista.com/ancientturks.html
http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=255


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MessaggioInviato: 16/12/2014, 10:51 
Una mappa:

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Utile anche per i nostri studi su altri thread come:

Gog e Magog - Gli Ashkenazi e il NWO
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=17005

Kurgan e Dan: la sconfitta della Rinascita Enkilita
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=13799


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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 07/02/2015, 13:56 
ANTICHE CONOSCENZE SUMERE ED ODIERNI RISCONTRI
di Giorgio Nobis

I SUMERI


Quella sumera è, nell'area mediorientale, la prima civiltà di cui si ha documentata conoscenza. Apparsa all'improvviso e apparentemente dal nulla tra gli otto ed i seimila anni or sono, vanta il credito di tutte le grandi invenzioni di una società evoluta: invenzioni ed innovazioni, concetti e credenze, che formano la base di quasi tutte le altre forme di civiltà del pianeta. La ruota, la trazione animale dei veicoli, le barche per i fiumi e le navi per i mari, i mattoni e la calce, gli edifici a più piani, la scrittura, le scuole, gli scribi, le leggi, i giudici e le giurie, la monarchia ed i consigli dei cittadini, la musica e la danza, l'arte, la medicina e la chimica, la filatura e la tessitura, la religione, i sacerdoti ed i templi, la matematica e l'astronomia, insomma quasi tutte le basi del sapere ebbero inizio laggiù, nell'antica Mesopotamia, nello SHU.MER (la terra di Shin'ar della Bibbia, la terra dei SAG.GI.GA, com'essi si definivano, ovvero il "popolo dalla testa nera").

É da porre l'accento che tutti gli elementi di base dell'astronomia moderna hanno origini sumere: il concetto di sfera celeste, d'orizzonte e di zenit (parola sumera ZE.NIT o punto immaginario d'osservazione della volta celeste, incontrato dalla verticale passante per il luogo d'osservazione), la divisione del cerchio in 360 gradi, la nozione di una fascia celeste in cui i pianeti orbitano intorno al Sole, il raggruppare le stelle in costellazioni assegnando loro i nomi e le immagini pittoriche che chiamiamo zodiaco, il fatto di applicare il numero dodici allo zodiaco e alle divisioni del tempo (ore del giorno e della notte, mesi dell'anno), l'invenzione del calendario che è stato alla base di gran parte dei calendari sino ai giorni nostri. Tutto questo ed altro ancora sono iniziati ad opera di questo grande popolo.

Come detto, i Sumeri registravano su tavole d'argilla (le più antiche risalgono al 3500 a.c.) le loro transazioni commerciali e legali, il loro sapere e le loro vicende, disegnavano le illustrazioni su sigilli cilindrici, sui quali le figure erano incise "in negativo", per poi imprimerle in positivo, quando il cilindro veniva fatto ruotare sulla tavola d'argilla umida. Nei molti resti delle città sumere, riportati alla luce dagli archeologi nello scorso secolo, sono state ritrovate, tra l'altro, qualche migliaio d'illustrazioni (su cilindri, tavole d'argilla, lastre di pietra, ecc.) che trattano di astronomia, con descrizioni di stelle e costellazioni correttamente posizionate nel cielo, nonché manuali per osservare il movimento degli astri. Tra le tavole recuperate, ricomposte e tradotte, ci sono testi che trattano in particolare del sistema solare, mentre altri testi elencano i pianeti orbitanti intorno al Sole nell'ordine corretto.
Vediamo anzitutto una mappa della "dodecapoli" sumera:

Immagine

Riguardo al luogo di provenienza di queste genti si sono fatte varie ipotesi: ad esempio, alcuni re­perti archeologici farebbero supporre che questo popolo sarebbe disceso in Mesopotamia intorno al 4000 a.c. dai monti Zagros dell'altopiano iranico, mentre alcuni passi letterari lascerebbero, invece, ritenere che provenisse dal mare.

Tuttavia, poiché siamo nel campo delle ipotesi, ha poco senso chiedersi da dove e come sia giunto in questi luoghi; è molto più probabile che si sia trattato di un graduale fenomeno migratorio e di una lenta integrazione con le popolazioni locali, che si ritiene fossero prevalentemente semite. Questo aspetto si ricava anche dall'analisi del lessico sumero, a comprova che questo popolo inglobò ed assimilò più complessi culturali, quali quelli di una preesistente popolazione autoctona non sumera e quelli di genti semite, che erano più diffuse soprattutto nel nord del paese. Pertanto la ben più avanzata cultura sumera assimilò queste genti, dando vita ad una civiltà molto progredita.

Il processo d'urbanizzazione dell'area si ritiene abbia avuto inizio intorno al 4000 a.c. con le città di ERIDU e di UR, denominato "periodo Ubaid"; successivamente, dopo il 3500 a.c., ebbe inizio quello che fu chiamato "periodo Uruk": da questo momento la civiltà sumera entrò nella fase del suo massimo sviluppo.

Una fonte molto importante per ricostruire le prime dinastie è la "Lista reale sumera", malgrado non sia del tutto attendibile per quelle più antiche. Tale elencazione è suddivisa in due parti: la prima riporta i nomi di sette sovrani antecedenti il Diluvio, la seconda inizia con queste parole "...dopo che il Diluvio spazzò via ogni cosa e la regalità ridiscese dal cielo, il regno ebbe dimora in Kish...". Peraltro il primo sovrano indicato in questa seconda parte, conosciuto anche in altre fonti, di nome E.TA.NA, sarebbe stato solo il tredicesimo regnante della prima dinastia di Kish.

Immagine

Quanto alla lingua di questo popolo, per quanto sino ad oggi ci sia dato di sapere, essa non si colle­ga a nessun altro idioma antico conosciuto. É un linguaggio bisillabico, nel quale le unità di parola sono messe insieme per creare un concetto.
Le prime iscrizioni sono pittografiche, la graduale stilizzazione delle quali porterà più tardi alla scrittura cuneiforme. Le tavole sumere presentano una scrittura che va da destra verso sinistra e dall'alto verso il basso, tuttavia leggere e capire un testo sumero risulta difficile anche per gli studiosi più esperti; le due tavole che di seguito vediamo mostrano i due sistemi di scrittura:

Il loro sistema di numerazione era posizionale e sessagesimale, come si è potuto evincere in molte tavole d'argilla, datate a partire dal 3500 a.c., sulle quali sono presenti simboli che rappresentano l'1, il 6 detto "celestiale", il 10 "terreno" (numeri questi ultimi due che insieme formano la figura "base" del 60), il 600 ed il 3600. Il sistema era molto semplice da utilizzare, non solo per le frazioni, ma soprattutto per i calcoli astronomici; con esso si potevano fare, oltre alle somme ed alle sottrazioni, anche le moltiplicazioni e le divisioni, calcolare le radici quadrate ed elevare i numeri a diverse potenze.

Non solo ci troviamo di fronte al primo sistema matematico conosciuto, ma, soprattutto, esso intro­dusse il concetto di "posizionamento" del numero (per intenderci: 6, 360, 21.600 e così via). Se vogliamo sottilizzare, l'unico svantaggio era costituito dal fatto che lo "zero" era "sottinteso", in quanto determinato dal posizionamento del numero stesso, come si può ben notare nella tavola qui riprodotta:

Immagine

Vediamo ora quello che si può definire l'aspetto più stupefacente di questo popolo, vale a dire le sue conoscenze astronomiche. A parte possibili errate interpretazioni dei testi, delle iscrizioni e delle illustrazioni varie, da parte degli studiosi che hanno dedicato una vita per far riemergere dalle nebbie del passato questa straordinaria civiltà, restano in ogni modo ben chiare le conoscenze astronomiche di queste genti: da dove possono averle attinte è un mistero che ben difficilmente potremo svelare.

http://www.piazzascala.altervista.org/s ... umeri.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 07/02/2015, 15:00 
In alcune conferenze Mauro Biglino avanza una ipotesi molto interessante circa lo "sbocciare" di queste civiltà all'apice del loro sviluppo tecnologico, senza apparente "evoluzione".

In pratica sostiene che il fiorire di queste civiltà sia dovuto al'azione di CAINO, il quale fuoriuscito da una cerchia ristretta di sapiens (che operava a stretto contatto con gli elohim) potesse aver acquisito conoscenze superiori.

Sta di fatto che Caino, quando viene allontanato da dio teme di essere ucciso da CHIUNQUE si trovasse al di fuori, ma dopo poco tempo trova moglie diventa "costruttore di città ed avrà una lunghissima discendenza.


Di fatto Caino non si sarebbe spostato nemmeno molto, visto che la civiltà sumera è sorta non molto a SUD rispetto alla posizione molto probabile dell'eden, nell'area mesopotamica.

Tra l'altro i sumeri sono l'unico popolo MAI CITATO nella bibbia, ed è strano visto che erano il più importante. Forse perchè quelle cronache erano SUMERE :]

La conferenza in cui ne parla è questa, ma lo fa anche in altre.

@Atlanticus81 penso che alcune informazioni suula genealogia di Abramo e su quali fossero davvero i popoli assegnati a YHWH potrebbero interessarti molto :)
Cita anche alcuni articoli scientifici tratti dalla rivista "LE SCIENZE" che parlano della nascita del grano duro, ritenuta impossibile geneticamente parlando data la FUSIONE COMPLETA di 3 specie diverse e, guarda il caso, sempre in quell'area delle prime tracce di allevamento della mucca domestica :]

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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 21/02/2015, 16:19 
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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 03/03/2015, 18:30 
Cita:
Finalmente trovata la leggendaria “Ciudad Blanca del Dio Scimmia”?
La “Ciudad Blanca” è un leggendario insediamento ritenuto esser situato nella regione di La Mosquitia, Honduras Orientale, un ampia vasta area pluviale oggetto di ricerca da parte di numerosi studiosi. Ora, dopo secoli di tentativi, la ricerca della leggendaria città del Dio Scimmia potrebbe essere giunta a conclusione.

Immagine

All’indomani del suo arrivo nel Nuovo Mondo, il conquistadores spagnolo Hernán Cortés riferì di aver ricevuto informazioni affidabili su una città estremamente ricca nell’Honduras Orientale.

Sulla base delle descrizioni fornite da Cortés, gli storici ritengono che la città si trovasse nella regione di La Mosquitia che, oggi come allora, è un luogo impenetrabile e pericoloso.

La menzione è contenuta nella “Quinta lettera al Re di Spagna Carlo V”, nella quale il conquistadores afferma come questa città superasse in ricchezze l’intero Messico:

«Ho informazioni affidabili sull’esistenza di provincie molto estese e ricche, e dei potenti capi che le governano. Uno di questi è chiamato Hueitapalan […]. Le testimonianze su una particolare provincia sono così meravigliose che, anche tenendo conto delle esagerazioni, pare superi il Messico in ricchezze».

Il conquistadores si mise sulle tracce della città senza, tuttavia, ottenere successo.

Nel corso dei secoli, l’interesse su quanto cercava Cortés crebbe, fino a quando, nel 1927, l’aviatore Charles Lindbergh riportò l’avvistamento di una “città bianca” mentre sorvolava l’Honduras Orientale.

La prima menzione di rovine sotto il nome di “Ciudad Blanca” da parte di un accademico risalgono allo stesso anno e sono attribuite all’etnografo Eduard Conzemius.

Nel 1930, cominciarono a circolare voci su un luogo in Honduras chiamato “La città del Dio Scimmia”. Nove anni più tardi, l’avventuriero Theodore Morde affermò di averla localizzata, senza tuttavia mai rivelare l’esatta posizione del sito.

In un articolo comparso sul Milwaukee Sentinel del 22 settembre 1940, Morde chiede scusa ai suoi lettori per il fatto di non poter rilevare con esattezza le coordinate della città a causa delle sue immense ricchezze:

«Più di questo non posso dire, perché come ho scritto, sono in molti quelli che hanno cercato la Città del Dio Scimmia attratti dalle storie di tesori che vorremmo ritrovare intatti quando torneremo in gennaio».

La leggenda della Città Bianca del Dio Scimmia ha alimentato anche la speranza e il desiderio degli esploratori dei giorni nostri, più interessati al valore culturale della scoperta che alle sue fantomatiche ricchezze.

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Avventurieri tecnologici

Ispirato dalla leggenda, il regista Steven Elkins, grande appassionato della Ciudad Blanca, ha chiesto e ottenuto il sostegno di investitori privati per realizzare una spedizione al fine di mappare il suolo nascosto della foresta di La Mosquitia con la tecnologia LiDAR.

Nel corso di una settimana, il team di ricercatori a bordo di un Cessna Bimotore, ha mappato un’area ampia più di 100 km², generando una mappa digitale 3D della zona che sembra indicare la presenza di antichissimi insediamenti umani.

«Le scansioni rivelano chiaramente i resti di grandi insediamenti che hanno il carattere di antiche città, in base alla loro complessità spaziale, dimensione e organizzazione», spiega al National Geographic il prof. Christopher Fisher della Colorado State University.

Immagine

«Non saremo mai in grado di dire se si tratta delle rovine della “Ciudad Blanca” o se questa è realmente esistita, ma possiamo vedere chiaramente che lì sotto c’era un’area densamente popolata, con un ambiente modificato dagli esseri umani», continua Fisher. «Questi nuovi dati forniscono importanti nuove intuizioni sugli insediamenti precolombiani di questa regione in gran parte ancora inesplorata».

Sebbene la tecnologia LiDAR si stia facendo sempre più strada tra gli archeologi, questa è una delle prime volte che la mappatura laser è stata utilizzata per localizzare antiche rovine. In origine, la tecnologia era utilizzata principalmente per operazioni di spionaggio militare o per il rilevamento dell’erosione fluviale.

L’incontro tra la tecnologia LiDAR e l’archeologia rappresenta un prezioso sodalizio, in quanto permetterà la scoperta di luoghi dimenticati simili a Machu Picchu, che giaceva da centinaia di anni dimenticata sotto una fitta coltre di vegetazione [Vedi immagini].

L’impiego di questa tecnologia potrà darci una visione della storia precolombiana molto più articolata e complessa di quanto oggi si pensi, con decine di luoghi ancora da scoprire che potrebbero fornire informazioni sorprendenti sul nostro passato.



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... o-scimmia/


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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 05/03/2015, 12:38 
sembrerebbe che la foresta amazzonica fosse densamente popolata ed infrastrutturizzata nel "lontano" passato chissà se durante le campagne di disboscamento è mai emerso qualcosa, e chissà qualora fosse emerso se lo avrebbero reso noto..



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 05/03/2015, 13:10 
Poi dopo la caduta della civiltà la natura ha riconquistato tutto il continente il che riconduce la presunta urbanizzazione a diverse migliaia di anni fa.. forse decine di migliaia di anni fa, quando la zona era caratterizzata da un clima temperato.



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 05/03/2015, 13:52 
Atlanticus81 ha scritto:
Poi dopo la caduta della civiltà la natura ha riconquistato tutto il continente il che riconduce la presunta urbanizzazione a diverse migliaia di anni fa.. forse decine di migliaia di anni fa, quando la zona era caratterizzata da un clima temperato.


Tecnicamente non avrebbe dovuto nemmeno metterci molto a ricoprire tutto, soprattutto se nel frattempo il clima si stava trasformando da temperato a "equatoriale".

Anche oggi stiamo subendo una cambiamento abbastanza rapido del clima (secondo me per motivi naturali, l'uomo ed il riscaldamento centrano ben poco, forse è il colpo di coda di qualche inerzia energetica solare passata) come possiamo vedere in italia, quindi si può presumere che quella trasformazione sia stata abbastanza rapida, nel giro di decenni magari. Basti vedere l'intensità della pioggia come è cambiata da 10 anni a questa parte.



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 Oggetto del messaggio: Re: Sumeri e Maya: modelli della
MessaggioInviato: 26/04/2015, 16:26 
Sumeri: nel sud dell’Iraq vivevano come le popolazioni attuali. Sorprendenti analogie con pratiche ancora in uso presso gli abitanti della zona

Gli archeologi della Sapienza, tornati in Iraq per la seconda campagna di scavo nel sito di Abu Tbeirah, vicino a Nassiriya, hanno riportato alla luce molti reperti che per la prima volta documentano la vita quotidiana del mondo sumerico e che attestano sorprendenti analogie con pratiche ancora in uso presso gli abitanti della zona. Il periodo indagato è quello dell’avvento in Mesopotamia della dinastia fondata da Sargon e incentrata sulla sua capitale Akkad tra il 2.400 e il 2.200 a. C., un’epoca poco nota.

Immagine

UNA STUOIA DI 4.200 ANNI FA - «Reperti che raccontino la vita del tempo erano praticamente inesistenti», spiega l’assirologo Franco D’Agostino, che ha diretto la missione dell’ateneto romano. «Infatti le precedenti campagne di scavo risalivano agli anni Sessanta, quando i sistemi di datazione e le tecnologie di ricerca erano poco precise rispetto a oggi». Una delle sorprese più interessanti è rappresentata dal rinvenimento di una stuoia di 4.200 anni fa perfettamente conservata: sono ancora visibili sia la trama delle canne intrecciate che i fori praticati per ospitare i pali che reggevano la copertura, molto probabilmente anch’essa fatta di canne. Il metodo per realizzare la stuoia è lo stesso usato oggi nelle paludi a sud dell’Iraq, dove le stuoie vengono utilizzate sia come copertura, sia come pavimentazione all’interno delle case costruite con fasci di canne.

LISCHE DI PESCE - Un altro reperto di notevole interesse è un piatto, all’interno del quale erano ancora perfettamente visibili le lische di un pesce: ancora oggi le grandi carpe di Tigri ed Eufrate vengono cotte alla stessa maniera.

CITTÀ DA IDENTIFICARE - I rilevamenti satellitari hanno evidenziato un’altura artificiale estesa per circa 43 ettari che lascia intuire come il sito ospitasse una città – ancora da identificare – attraversata da canali e dotata di porti fluviali; è stato poi individuato sempre grazie al satellite il muro perimetrale di un grande edificio dove sono stati portati alla luce i reperti principali, comprese sepolture assai significative per i ricchi corredi funerari. In particolare in una tomba sono stati portati alla luce due individui, uno dei quali completamente disarticolato e posto sui piedi del primo: gli accertamenti condotti dell’antropologa Mary Ann Tafuri hanno stabilito una chiara parentela tra i due, che presentavano entrambi una malformazione genetica: quindi si può ipotizzare una vera e propria tomba di famiglia.

http://www.corriere.it/scienze/13_febbr ... 97f2.shtml



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