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 Oggetto del messaggio: "L'ETERNO ADAMO" DI JULES VERNE
MessaggioInviato: 23/12/2012, 21:52 
Passata la grande sbornia mediatica della presunta Apocalisse dei Maya, penso che sia l'occasione buona per riflettere sui temi della "fine del mondo" in modo più pacato e razionale.
All'uopo, ho pensato bene di postare un link che riporta il testo integrale di un racconto di Jules Verne, che avrebbe scritto negli ultimi anni della sua vita, e che rappresenta i suoi dubbi sul progresso illimitato dell'umanità, e sull'eventualità che la storia umana sia un processo ciclico, in cui le sue conquiste vengono inevitabilmente prima o poi perdute irrimediabilmente, e che perciò devono essere rinconquistate con enorme fatica più e più volte, inseguendo la speranza di una pace e di una sicurezza che forse non arriveranno mai.
E proprio quando l'uomo crede di essere diventato il signore assoluto della natura, questa si vendica e li riporta alla primigenia condizione adamitica, facendo di lui appunto un "eterno Adamo", ricordandogli quale fragile essere egli sia.
Tali amare considerazioni si svolgono in una vicenda spettacolare, che parla della fine della nostra civiltà, della storia futura dell'umanità e di quella passata, fin dai tempi della perduta Atlantide, destinata a riemergere dai flutti per cominciare un nuovo ciclo storico... e la possibilità che prima di essa ci siano state molte altre civiltà perdute, dimenticate nell'abisso del tempo....
Spero che la lettura di questo racconto vi piaccia, come è piaciuta a me.

http://files.meetup.com/206790/Jules%20 ... 0Adamo.pdf


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MessaggioInviato: 23/12/2012, 21:57 
interessante, lo leggerò :)



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MessaggioInviato: 27/12/2012, 18:33 
L'ho letto, grazie per la segnalazione; il racconto è simpatico, un po' forzato laddove non spiega come il protagonista sia stato in grado di tradurre il manoscritto dal francese, un po' scontato nella scelta del francese come ultima lingua della presente umanità tramite la quale giungerebbe notizia ai posteri dell'attuale civiltà, scontato anche il pathos sulla Parigi sommersa, ma comunque il solito sciovinismo francocentrico stavolta si può perdonare.

Del tutto realistiche secondo me le considerazioni sulla rapidità con cui, nel caso in cui ci si trovasse in situazioni del genere, nel giro di poche generazioni (cioè in meno di niente su scala geologica) si perderebbe rapidamente tutto ciò che si è conquistato in secoli se non in millenni in fatto di cultura e conoscenze scientifiche.

Ricorda un po' lo scenario del film waterworld, anche nella ricerca spasmodica di una qualunque terra emersa.

Mi viene anche in mente quello che l'ET del caso Rizzi avrebbe comunicato al Rizzi stesso, vado a memoria e spero di non ricordare male, ossia che sul nostro pianeta non sarebbe mai potuta sorgere una civiltà di una certa caratura in quanto l'instabilità geologica del pianeta stesso non ce ne avrebbe dato il tempo; insomma una bella gufata interplanetaria.

Mi chiedo piuttosto fino a che punto la moderna geologia ammetta nei suoi modelli la possibilità di sommovimenti verticali di una certa ampiezza e fino a che punto ce ne siano le prove; per esempio, si hanno prove di sommovimenti verticali avvenuti in tempi abbastanza rapidi (rispetto alla vita umana) nel fondale marino in mezzo all'Atlantico? O altrove?
E ci sono teorie geologiche eretiche fasate su questa lunghezza d'onda? (Di idee e non marina, visto l'argomento meglio specificare).


Ultima modifica di quisquis il 27/12/2012, 18:37, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/12/2012, 21:21 
caro quisquis,
naturalmente potresti già saperlo, ma rammento ache per altri
l'appartenenza di Giulio Verne a"società esoteriche" di cui se ne parla qui

http://rdyork.blogspot.it/2008/12/jules ... nario.html
Per cui i suoi romanzi non andrebbero solo letti ma anche interpretati [;)]

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 27/12/2012, 22:10 
Ho postato il racconto più a titolo di curiosità che per altro. A livello di discussione, mi interessava far notare come l'idea di una ciclicità nell'evoluzione della civiltà umana non fosse affatto una teoria "nuova", ma fosse già oggetto di teorie all'inizio del secolo scorso.
Il racconto, in sé, è terribilmente ingenuo ai nostri occhi di moderni, diciamocelo. E anche pieno di cose del tutto improbabili o contraddittorie.
Per esempio, Jules Verne non si degna di spiegare come sia possibile che una sola nave sia sfuggita allo sterminio dell'umanità, e perché, dato che lo tzunami che ha fatto sprofondare i continenti non aveva un carattere tale da farle affondare, come chiaramente si fa capire nel racconto. Inoltre, c'è una vistosissima contraddizione. Verne descrive il mondo del futuro come pullulante di aereomobili nel cielo e tubi che lui definisce "termoionici" con treni ad alta velocità che percorrono tutti i continenti... e gli oceani. Teoricamente, non solo tutte quelle aereomobili avrebbero dovuto scampare al cataclisma assieme a tutte le navi, ma anche i condotti stagni con i loro treni avrebbero dovuto scampare... e in particolar modo quelli che passavano sotto l'Atlantico!
Sarà stata l'età, che gli faceva perdere colpi.... come dimostra anche il fatto che, come ha fatto notare Quisquis, non ha saputo trovare un modo con cui il protagonista Sofr sia riuscito a trovare il modo di capire il francese, dato che non c'era alcuna "stele di Rosetta" che potesse fargli da dizionario...
Anche l'idea che tutti i continenti possano sprofondare contemporaneamente, è geologicamente inverosimile.
Però nel racconto ci sono spunti di riflessione appunto su cosa succederebbe se un cataclisma globale colpisse la Terra, e come potrebbe sopravvivere l'uomo e la sua civiltà, e se un tale cataclisma possa essere già avvenuto, e con quali conseguenze.
Interessante poi il fatto che Jules Verne sembra aver pronosticato la versione "saltazionista" della teoria evoluzionistica, quando, parlando della flora e della fauna di Mahart-Item-Schu, la Nuova Super-Atlantide che occupa praticamente tutto il precedente Oceano Atlantico, dice che gran parte delle piante e degli animali di questa terra si sono evoluti, in poche generazioni, da forme di vita marine adattatesi improvvisamente alle nuove condizioni ambientali, a tal punto che i pesci volanti sono diventati volatili di terra veri e propri.
Insomma, a livello strettamente scientifico, il racconto è improponibile, ma a livello di spunti di riflessione, può dare qualcosa...


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MessaggioInviato: 27/12/2012, 23:25 
Cita:
mauro ha scritto:

caro quisquis,
naturalmente potresti già saperlo, ma rammento ache per altri
l'appartenenza di Giulio Verne a"società esoteriche" di cui se ne parla qui

http://rdyork.blogspot.it/2008/12/jules ... nario.html
Per cui i suoi romanzi non andrebbero solo letti ma anche interpretati [;)]





Caro Mauro, non lo sapevo, o meglio, non ho mai approfondito più di tanto la questione. Grazie, per la segnalazione,
Ciao


Ultima modifica di quisquis il 27/12/2012, 23:27, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/12/2012, 10:51 
Cita:
Enkidu ha scritto:

mi interessava far notare come l'idea di una ciclicità nell'evoluzione della civiltà umana non fosse affatto una teoria "nuova", ma fosse già oggetto di teorie all'inizio del secolo scorso.



L'idea è molto più antica del secolo scorso, già Virgilio parlava di "iam redeunt Saturnia Regna" con riferimento all'età dell'oro che i latini associavano a Giano e Saturno ed in forma più precisa si ritrova nella dottrina indù degli Yuga e dei Manvantara, per cui noi oggi saremmo nel Kali Yuga, l'età oscura, a cui dovrebbe seguire una nuova età dell'oro.
Anche in Esiodo si ha traccia di una dottrina ciclica delle varie ere ed anche lì si situa l'età dell'oro nel passato.
L'idea di uno sviluppo lineare della civilità è maggiormente tipico dei tempi moderni.
Il punto è: cosa si intende per età dell'oro? Se si intende un periodo in cui la tecnologia e la scienza in senso moderno sono molto sviluppati allora direi che siamo nell'età dell'oro, perché a memoria nostra nulla del genere si è avuto in passato; potrebbe esserci stata un'altra civiltà del genere andata distrutta, ed allora saremmo oggi in una nuova età dell'oro senza saperlo.
Sotto questo aspetto Verne ha probabilmente ragione: un cataclisma di quella portata probabilmente farebbe perdere tutto ciò che è stato faticosamente conquistato dallo studio di generazioni e generazioni di scienziati.
Ma se si intende un periodo in cui l'uomo era molto avanzato sotto altri aspetti, in particolare quello morale e quello spirituale (e gli indù lo intendono in questo senso) allora è difficile dire che oggi si sia nell'età dell'oro.
Sotto questo aspetto Verne non ha ragione: un cataclisma potrebbe portarci via tutta la nostra scienza moderna, tutta la nostra tecnologia moderna, ma non è detto che ci spinga necessariamente verso l'abbruttimento animico e spirituale, per reazione potrebbe anche spingerci nel verso opposto, anche perché le difficoltà si possono affrontare in molti modi, o facendo leva sulla parte più animale dell'essere umano oppure su quella più elevata e non è detto che quella animale offra sempre la soluzione migliore; inoltre l'assenza delle distrazioni e delle complessità legate ad una vita tecnologicizzata e ad una società impregnata di tecnologia potrebbero propiziare il ridestarsi di pensieri, comportamenti, facoltà maggiormente legati alla parte spirituale dell'uomo ed oggi latenti. Di questo Verne non tiente conto nel racconto.

Non è poi detto che le alternative siano due, ossia storia lineare o storia ciclica, è più probabile che ci siano vie di mezzo, ossia linee spezzate, archi ascendenti o discendenti, spirali o mezze spirali, qualche ciclo minore intervallato da segmenti ascendenti o discendenti e così via, il tutto proiettato sui diversi piani: fisico - tecnologico, animico -morale, intellettuale in senso proprio, spirituale in senso stretto. E non è detto che se in un piano si sale anche in un'altro si salga, i percorsi potrebbero essere in fase ma anche variamente sfasati, secondo una complessità non riducibile alla dicotomia lineare- ciclico, ma che forse potrebbe essere studiata da una scienza delle civiltà ad hoc; tra l'altro, se si riuscisse a matematizzare queste considerazioni, si potrebbero calcolare punti di nodo, di massimo e di minimo delle varie "onde" che rappresenterebbero lo sviluppo di una data civiltà nei vari piani.


Ultima modifica di quisquis il 28/12/2012, 11:42, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/12/2012, 11:08 
Quanto al cataclisma, secondo me è molto probabile che in passato siano avvenuti a causa di urto con asteroidi; ne basterebbe uno piccolo ma sufficientemente veloce per far su un bel disastro; non solo in termini di impatto immediato, ma direi soprattutto subito dopo:
1) penso infatti che, oltre ai danni dovuti all'onda d'urto immediata, si avrebbe un effetto "bacinella"; intendo che, così come se si trascina una bacinella piena d'acqua in una direzione e poi di colpo in un'altra si avrebbe il traboccamento dell'acqua per inerzia, allo stesso modo un urto sufficientemente potente farebbe spostare di botto la terra ma l'acqua e l'aria per inerzia tenderebbero a restare dove sono; dal punto di vista della terra i mari e l'atmosfera si sposterebbero in spaventosi maremoti ed uragani che colpirebbero tutto il pianeta, ben oltre il punto locale di impatto, creando anche sconvolgimenti climatici sul lungo periodo.
2) Poi, se l'urto riuscisse a spostare l'asse terrestre, la Terra si comporterebbe come un giroscopio perturbato ed alla fine troverebbe un nuovo equilibrio: significherebbe nuovo asse di rotazione e quindi sconvolgimenti climatici che potrebbero anche essere enormi sui vari continenti; dipenderebbe di quanto e come si sarebbe spostato l'asse di rotazione.

Ora, tutto ciò potrebbe essere accaduto e non vedo perché non possa accadere ancora; la verità è che siamo su un piccolo sasso alla deriva nel cosmo e non sappiamo cosa ne sarà di noi lungo il tragitto sui lunghi periodi. Possediamo una certa capacità previsionale, ma non vediamo tutto; inoltre la capacità previsionale che possediamo potrebbe non essere sufficiente ad impedire un ipotetico impatto veramente devastante.


Ultima modifica di quisquis il 28/12/2012, 11:47, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 28/12/2012, 15:30 
Ne avevano parlato anche in una puntata di Voyager, per cui conoscevo già la trama.

Naturalmente, lo leggerò ugualmente volentieri. Grazie Enki per averlo postato.

Avete detto cose molto interessanti che condivido, in particolare volevo soffermarmi su questo:

Cita:
quisquis ha scritto:


Non è poi detto che le alternative siano due, ossia storia lineare o storia ciclica, è più probabile che ci siano vie di mezzo, [cut] il tutto proiettato sui diversi piani.

E non è detto che se in un piano si sale anche in un'altro si salga, secondo una complessità non riducibile alla dicotomia lineare- ciclico, ma che forse potrebbe essere studiata da una scienza delle civiltà ad hoc;

tra l'altro, se si riuscisse a matematizzare queste considerazioni, si potrebbero calcolare punti di nodo, di massimo e di minimo delle varie "onde" che rappresenterebbero lo sviluppo di una data civiltà nei vari piani.



Penso anche io che non sia corretta la postulazione di una dicotomia obbligata.
Tutti i possibili percorsi possono coesistere, ciò che è successo può ripetersi ma non è detto, penso che dipenda dalle situazioni.
In questo le parole del presunto contatto di cui sopra si inseriscono perfettamente.

E in questo nostro ipotetico caso, tutto dipenderebbe dal fattore tempo.

Se attraverso il progresso si raggiungerà quanto necessario per evitare che ciò si ripeta avviene per tempo, si potrebbe pure evitare.
A questo punto le parole di prima potrebbero significare solo che i fenomeni di distruzione globale hanno una certa regolarità.
E se possono essere previsti, si può anche trasmettere questa informazione alle generazioni future per prepararsi per tempo.

E' questo probabilmente che dava la spinta a tutti i popoli antichi a concentrarsi su discipline come l' astronomia,
raggiungendo vette di raffinatezza paragonabili alla nostra che stridono con la realtà materiale che vivevano quotidianamente.
Sospetto da tempo che ad esempio lo Zodiaco fosse in origine un metodo per tenere il tempo, essendo la precessione degli equinozi un evento che si verifica con cadenza periodica.

Se solo sapessimo quale sarebbe l' intervallo di tempo, avendo già la data di partenza del 12000 a.C circa sarebbe uno scherzo calcolarlo.
Ma una simile conoscenza non è stata trasmessa pubblicamente, probabilmente proprio per evitare il panico di massa.
Checchè se ne dica dopo la celebre data, non si può pretendere una precisione al giorno senza contare le molte modifiche al calendario fatte successivamente.

Ma con gli strumenti giusti saremmo in grado di evitarlo, se solo riuscissimo a ottenerli in tempo. Forse è proprio questo il nostro problema.



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MessaggioInviato: 28/12/2012, 16:20 
MAh penso che prevedere eventuali impatti cosmici e quindi catastrofi sia fattibile ma per quel che riguarda fenomeni naturali come congiunzioni climatiche particolari, esplosioni di super vulcani, super terremoti, super tzunami, sia impossibile un previsione tale da permettere di calendarizzare l'evento e tramandarlo :|



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MessaggioInviato: 29/12/2012, 23:24 
Cita:
quisquis ha scritto:

Cita:
Enkidu ha scritto:

mi interessava far notare come l'idea di una ciclicità nell'evoluzione della civiltà umana non fosse affatto una teoria "nuova", ma fosse già oggetto di teorie all'inizio del secolo scorso.



L'idea è molto più antica del secolo scorso, già Virgilio parlava di "iam redeunt Saturnia Regna" con riferimento all'età dell'oro che i latini associavano a Giano e Saturno ed in forma più precisa si ritrova nella dottrina indù degli Yuga e dei Manvantara, per cui noi oggi saremmo nel Kali Yuga, l'età oscura, a cui dovrebbe seguire una nuova età dell'oro.
Anche in Esiodo si ha traccia di una dottrina ciclica delle varie ere ed anche lì si situa l'età dell'oro nel passato.
L'idea di uno sviluppo lineare della civilità è maggiormente tipico dei tempi moderni.
Il punto è: cosa si intende per età dell'oro? Se si intende un periodo in cui la tecnologia e la scienza in senso moderno sono molto sviluppati allora direi che siamo nell'età dell'oro, perché a memoria nostra nulla del genere si è avuto in passato; potrebbe esserci stata un'altra civiltà del genere andata distrutta, ed allora saremmo oggi in una nuova età dell'oro senza saperlo.
Sotto questo aspetto Verne ha probabilmente ragione: un cataclisma di quella portata probabilmente farebbe perdere tutto ciò che è stato faticosamente conquistato dallo studio di generazioni e generazioni di scienziati.
Ma se si intende un periodo in cui l'uomo era molto avanzato sotto altri aspetti, in particolare quello morale e quello spirituale (e gli indù lo intendono in questo senso) allora è difficile dire che oggi si sia nell'età dell'oro.
Sotto questo aspetto Verne non ha ragione: un cataclisma potrebbe portarci via tutta la nostra scienza moderna, tutta la nostra tecnologia moderna, ma non è detto che ci spinga necessariamente verso l'abbruttimento animico e spirituale, per reazione potrebbe anche spingerci nel verso opposto, anche perché le difficoltà si possono affrontare in molti modi, o facendo leva sulla parte più animale dell'essere umano oppure su quella più elevata e non è detto che quella animale offra sempre la soluzione migliore; inoltre l'assenza delle distrazioni e delle complessità legate ad una vita tecnologicizzata e ad una società impregnata di tecnologia potrebbero propiziare il ridestarsi di pensieri, comportamenti, facoltà maggiormente legati alla parte spirituale dell'uomo ed oggi latenti. Di questo Verne non tiente conto nel racconto.

Non è poi detto che le alternative siano due, ossia storia lineare o storia ciclica, è più probabile che ci siano vie di mezzo, ossia linee spezzate, archi ascendenti o discendenti, spirali o mezze spirali, qualche ciclo minore intervallato da segmenti ascendenti o discendenti e così via, il tutto proiettato sui diversi piani: fisico - tecnologico, animico -morale, intellettuale in senso proprio, spirituale in senso stretto. E non è detto che se in un piano si sale anche in un'altro si salga, i percorsi potrebbero essere in fase ma anche variamente sfasati, secondo una complessità non riducibile alla dicotomia lineare- ciclico, ma che forse potrebbe essere studiata da una scienza delle civiltà ad hoc; tra l'altro, se si riuscisse a matematizzare queste considerazioni, si potrebbero calcolare punti di nodo, di massimo e di minimo delle varie "onde" che rappresenterebbero lo sviluppo di una data civiltà nei vari piani.



Sicuramente si possono fare dei paragoni con gli antichi miti greci ed indiani sulla originaria Età dell'Oro, ma si tratta di visioni abbastanza distanti da quello che intendo io.
In questi miti non si parla di ciclicità del progresso della civiltà, in quanto a quel tempo la civiltà tecnologica non esisteva ancora!
L'idea di una ciclicità del progresso tecnologico umano è nato appunto quando è comparsa la civiltà tecnologica.
L'Età dell'Oro non era "un'altra civiltà" nella visione degli antichi, ma semplicemente un'epoca fortunata in cui l'uomo era virtuoso e libero dal male, sia morale che materiale, non che fosse in possesso di particolari tecnologie o di una particolare conoscenza.


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Messaggio di Enkidu

Passata la grande sbornia mediatica della presunta Apocalisse dei Maya, penso che sia l'occasione buona per riflettere sui temi della "fine del mondo" in modo più pacato e razionale.
All'uopo, ho pensato bene di postare un link che riporta il testo integrale di un racconto di Jules Verne, che avrebbe scritto negli ultimi anni della sua vita, e che rappresenta i suoi dubbi sul progresso illimitato dell'umanità, e sull'eventualità che la storia umana sia un processo ciclico, in cui le sue conquiste vengono inevitabilmente prima o poi perdute irrimediabilmente, e che perciò devono essere rinconquistate con enorme fatica più e più volte, inseguendo la speranza di una pace e di una sicurezza che forse non arriveranno mai.
E proprio quando l'uomo crede di essere diventato il signore assoluto della natura, questa si vendica e li riporta alla primigenia condizione adamitica, facendo di lui appunto un "eterno Adamo", ricordandogli quale fragile essere egli sia.
Tali amare considerazioni si svolgono in una vicenda spettacolare, che parla della fine della nostra civiltà, della storia futura dell'umanità e di quella passata, fin dai tempi della perduta Atlantide, destinata a riemergere dai flutti per cominciare un nuovo ciclo storico... e la possibilità che prima di essa ci siano state molte altre civiltà perdute, dimenticate nell'abisso del tempo....
Spero che la lettura di questo racconto vi piaccia, come è piaciuta a me.

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Concordo con Verne.
Il progresso e ciclico, si sale e si scende e quando si scende regolarmente ci facciamo male.



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MessaggioInviato: 30/12/2012, 14:29 
Le leggende lo dicono già, non siamo la quinta umanità. Anche se dubito siano state tutte umanità come la nostra, voglio dire, se troviamo reperti di dinosauri, avremmo dovuti trovare prove su prove su tutte queste umanità precedenti. Ma aimè le prove che abbiamo sono solo su una umanità precedenti, quella dei megaliti, almeno sul pianeta terra.

Recentemente ho guardato un po di documentari sul canale Focus, e ne ho visto uno chiamato "enigmi alieni", dove si è iniziato a parlare del famoso (ma io non lo conoscevo) libro di Erich von Däniken intitolato "Gli extraterrestri torneranno" del 1969.

Info su: http://it.wikipedia.org/wiki/Gli_extrat ... torneranno

Nel documentario l'autore dice di aver usato piu di 200 interrogativi senza risposta per scrivere il libro.

Nel documentario veniva intervistati diversi esperti, il libro ha aperto un nuovo modo di vedere le sacre scritture in chiave di antichi alieni visitatori, dopo di che elenca prove e indizi sparsi per il globo che la maggior parte di noi conoscono.
Il documentario non lo trovo online ma è spesso replicato su Focus in questi giorni, consiglio la visione perchè tira fuori diversi spunti interessanti.

Soprattutto su Enoch e di cosa dicono i testi apocrifi su tutta questa faccenda, in realtà molto.

Vengono elencati diversi manufatti come gli aereoplanini, disegni di caschi, boccagli per l'ossigeno e il famoso basso rilievo Maya di un uomo che sembra essere in un razzo spaziale.
Poi si parla di Nazca, a parte i disegni come è possibile spianare delle montagne?

Immagine

La cosa più sconvolgente è che non sono stati ritrovati i detriti di questo spianamento.
Questa secondo me è una prova che qualcosa di strano è successo, spiegabile solo con alieni o una civiltà umana piu evoluta della nostra.

La mia considerazione banalissima è che a parte Nazca, i manufatti e disegni riportano cose riconducibili alla nostra tecnologia, cosi anche nella Bibbia, si parla di rombi e fumo, insomma di motori a reazione.

Ma non vi sembra strano che visitatori di altri pianeti usino motori a reazione per viaggiare?
Cosa dire dei manufatti a forma di aereoplani? Sembra tutta roba nostra insomma.

Che forse riuscivano a vedere il futuro e descrivevano cio che vedevano?
Forse era ciò che poi fece Nostradamus e che ha appreso da nozioni antiche.


Ultima modifica di sanje il 30/12/2012, 14:31, modificato 1 volta in totale.


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O forse quelli erano mezzi della Civiltà precedente. [;)]



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Sanje se la serie ti piace io sul mio canale youtube ho tutte le puntate dalla prima all'ultima serie :)



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