Ok ho letto il primo libro, che si trova qui; http://www.filosofico.net/lucianostoriavera.htmE per quanto possa sembrare innovativo e moderno, non posso certo affermare che sia realistico.. ![Goloso [:p]](./images/smilies/UF/icon_smile_tongue.gif) E' un libro ironico e decisamente satirico, quanto vien scritto ovviamente non sembra dover esser preso alla lettera.. ed anzi sembra molto congruente col periodo storico. Non ritengo quindi di doverlo inserire nell'enciclopedia sulla letteratura ![Felice [:)]](./images/smilies/UF/icon_smile.gif) . Ecco qui il passo iniziale che riguarda la Luna; [...] Verso il mezzodì, sparita l'isola, un improvviso turbine roteò la nave, e la sollevò quasi tremila stadi in alto, né più la depose sul mare: ma così sospesa in aria, un vento, che gonfiava tutte le vele, la portava. Sette giorni e altrettante notti corremmo per l'aria; nell'ottavo vedemmo una gran terra nell'aria, a forma di un'isola, lucente, sferica, e di grande splendore. Avvicinatici e approdati scendemmo: e riguardando il paese, lo troviamo abitato e coltivato. Di giorno non vedemmo niente di là; ma di notte ci apparvero altre isole vicine, quali più grandi, quali più piccole, del colore del fuoco, e un'altra terra giù, che aveva città, e fiumi, e mari, e selve, e monti: e pensammo fosse questa che noi abitiamo.
Avendo voluto addentrarci nel paese fummo scontrati e presi dagl'Ippogrifi, come colà si chiamano. Questi Ippogrifi sono uomini che vanno sopra grandi grifi, come su cavalli alati: i grifi sono grandi, e la più parte a tre teste: e se volete sapere quanto son grandi immaginate che hanno le penne più lunghe e più massicce d'un albero d'un galeone. Questi Ippogrifi dunque hanno ordine di andare scorrazzando intorno alla terra, e se incontrano forestieri, di menarli dal re: onde ci prendono e ci menano da lui.
Il quale vedendoci e giudicandone ai panni, disse: Ebbene, o forestieri, siete voi Greci? E rispondendo noi di sì: E come, ci dimandò, siete qui giunti, valicato tanto spazio d'aria? Noi gli contammo per filo ogni cosa; ed egli ci narrò ancora dei fatti suoi, come egli era uomo, a nome Endimione, e come una volta mentre dormiva fu rapito dalla nostra terra, e venne qui, e fu re del paese Questa, egli disse, è quella terra che voi vedete di laggiù e chiamate la Luna. State di buon animo, e non sospettate di nessun pericolo, ché non mancherete di tutte le cose necessarie. Se condurrò a buon fine la guerra che ora faccio agli abitanti del Sole, voi vivrete presso di me una vita felicissima.
Noi gli domandammo chi erano quei suoi nemici, e che cagione di guerra ci aveva; ed egli: È Fetonte, il re degli abitanti del Sole (ché anche il Sole e abitato come la Luna), che ci fa guerra da molto tempo: e la cagione è questa. Una volta io radunata certa poveraglia del mio reame, pensai di mandare una colonia in Espero, che è un'isola deserta e non abitata da nessuno. Fetonte per invidia impedì questa colonia, assaltandoci a mezza via con una sua schiera di Cavaiformiche. Allora fummo vinti, perché colti alla sprovvista, e ci ritirammo; ma ora voglio io portargli la guerra, e piantare la colonia a suo marcio dispetto. Se voi volete esser con me a questa impresa, io vi darò un grifo reale per uno, e ogni altra armatura: noi domani partiremo. Sia come a te piace, io risposi. [...] ![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)
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