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 Oggetto del messaggio: Il caso Paul Villa
MessaggioInviato: 14/12/2009, 14:04 
Notiziario UFO n° 16 – Gennaio Febbraio 1998



Il caso Paul Villa

Rilettura di una vicenda frettolosamente ballata come falsa dai Lorenzen. Ma eravamo ai tempi di un’ufologia pionieristica…



Per inquadrare correttamente il caso Paul Villa è necessario fare più di un passo indietro e, anche se molto rapidamente, tornare agli anni Sessanta e parlare della situazione del centro APRO (Aerial Phenomena Research Organization) e dei coniugi Lorenzen. Il caso in questione rappresenta un problema per la maggioranza dei ricercatori internazionali, in quanto i dati diffusi in tutti questi anni risalgono alle investigazioni dei Lorenzen, i quali – sia ben chiaro da subito – stabilirono aprioristicamente che le fotografie di Villa erano tutte false. Non era affatto vero. I Lorenzen avevano messo in piedi la prima associazione privata ufologica del Paese, l’APRO e stampavano un bollettino, diffuso già quando risiedevano nel Wisconsin, e che avevano portato avanti anche dopo il loro trasferimento in New Mexico. Qui, tempo addietro, Coral aveva ricoperto l’incarico di responsabile del controllo piattaforma del White Sands Missile Test Range ed il marito Jim lavorava agli impianti di White Sands come elettricista. Si trovavano quindi in New Mexico, in piena attività APRO, quando certi avvenimenti ebbero luogo. Coral era al centro di una delle rampe lanciamissili.
Improvvisamente, un disco spuntò da una porzione di cielo, sorvolò la rampa e si avvicinò, si impadronì di un missile intercontinentale (ROB) e se lo portò via, sparendo dalla vista. E questa fu la prima esperienza di Coral con il segreto governativo; ovvio che di tale incidente mai nulla sarebbe trapelato, ma lei ne era perfettamente al corrente, dato il suo incarico e perché lo aveva constatato con i suoi occhi. Successivamente si dimisero e si stabilirono a Tucson, dove impiantarono il quartier generale dell’APRO, in una zona periferica a nord della città. Er tutte le attività dell’APRO, in particolare per finanziare la “newsletter”, non disponevano di fondi. Si erano ritirati a vita privata e le loro sostanze non erano particolarmente floride. C’è da sottolineare che dalla distribuzione del bollettino recuperavano solo i costi e che non percepivano quote associative né finanziamenti per cui, alla fine, le loro ricerche si erano ridotte al recupero di storie investigate da altri per poi determinare la loro veridicità in base alla loro esperienza. In qualità di pilota, ho più volte trasportato Jim sul luogo delle indagini, e presso le abitazioni dei testimoni. Erano visite che rientravano nello standard investigativo APRO, i cui membri risultavano tutti inquirenti sul campo, ma in realtà erano piuttosto inesperti e disponevano solo di informazioni limitate, apprese dalle pubblicazioni. In pratica, ricevevano il bollettino su cui era riportato questo o quell’evento UFO.
Se c’era un indirizzo e riguardava la loro zona, controllavano i propri archivi e, solitamente, si rivolgevano per via epistolare o telefonica a quanti vivevano nei paraggi, entravano in contatto con queste persone, prendevano un appuntamento e facevano loro visita per intervistarli ed ottenere qualche informazione.
Raramente riuscivano ad intercettare il testimone principale, la gente infatti durante i giorni feriali era impegnata e disponibile solo nei fine settimana. Quindi si imbarcavano in viaggi di 200 – 300 miglia, arrivavano in giornata e incontravano queste persone che non avevano molto tempo libero, si sedevano in salotto davanti ad una tazza di tè e chiedevano informazioni banali, che chiunque avrebbe potuto ottenere, in merito all’UFO. Com’era apparso, cosa aveva fatto, eccetera, ed il testimone avrebbe riferito i fatti nella migliore maniera possibile. Ma non stenografavano mai, si servivano di un taccuino per prendere note ogni tanto, solo alcune parole o frasi per ricordarsi della storia al loro rientro. Tornati a casa, se avevano tempo, cercavano di ricostruire la vicenda tramite le poche note scritte frettolosamente. A volte l’accuratezza del rapporto era buona, a volte corrispondeva al 50% del racconto, a volte persino quasi nulla. In seguito scrivevano una lettera ai coniugi Lorenzen, non più di due pagine vergate a mano ed era questo il livello medio di un rapporto investigativo dell’APRO. D’altra parte non c’era modo di fare meglio, non esisteva altro sistema. Il 90% dei documenti negli archivi era di questa portata.
Quando il caso Villa colpì la loro attenzione, Paul viveva a Los Angeles e aveva conosciuto Gabriel Green, il quale aveva iniziato le pubblicazioni del bollettino dell’associazione contattistica AFSCA (Amalgamated Flying Saucer Clubs of America). Villa diede la prima serie di fotografie a Lorenzen: lavorava per vivere e non aveva alcuna possibilità di condurre ricerche. Ricevuta la lettera di Paul Villa, Green pubblicò tutto – lettera, le foto e relativi dettagli – nel bollettino AFSCA, pur non avendo il tempo per controllare né i particolari dei suoi contatti, né i luoghi dove le foto erano state scattate. Quanto i Lorenzen le video stampate su AFSCA, se ne interessarono e decisero di avviare delle indagini in loco, a Tucson. Ma Paul si era appena trasferito nel New Mexico, a Las Lunas, nei pressi di Albuquerque; si era dovuto trasferire due volte a causa di interferenze, nella sua vita privata, da parte di persone che avevano letto dei suoi casi di avvistamento e gli stavano sempre alle costole: parcheggiavano davanti casa, o in giardino, gli avevano persino rubato la sua cassetta postale come souvenir. Al ché Paul non sopportò più la situazione e traslocò da qualche altra parte nel cuore della notte, senza rivelare a nessuno il suo nuovo indirizzo per evitare ulteriore pubblicità. Ma riuscirono egualmente a scovarlo e qualcuno pubblicò il suo nuovo indirizzo, e tutto ricominciò esattamente come prima. Allora si trasferì di nuovo, decidendosi per Las Lunas, in una casa vera e propria – anziché la roulotte dove aveva abitato a lungo e dove viveva ancora quando io l’ho incontrato la prima volta.
Paul aveva scattato delle fotografie a Los Angeles quando era ispettore delle linee elettriche ad alta tensione. Poi era andato in New Mexico e, ancora per conto della compagnia elettrica, era diventato ispettore della pattuglia stradale di contea e si serviva di una camera fotografica ingombrante, ma molto pratica, una Polaroid a caricamento posteriore, con esposizione di 60 secondi, l’apparecchio più adatto da portare con sé nel corso delle ispezioni ai ponti. Era più semplice documentare fotograficamente eventuali danni alle strutture, piuttosto che scrivere i rapporti. Fu propri in quel periodo che scattò il secondo gruppo di fotografie.
Un giorno, mentre era per servizio alla guida del suo furgone, ad un certo punto, istintivamente, deviò dalla strada principale su una secondaria; non ne sapeva il motivo: girò semplicemente su una strada sterrata che scendeva lungo un corso d’acqua, sebbene non ci fosse alcun ponte, in quanto la strada si trovava lungo un torrente prosciugato. Si fermò accanto ad un albero: il grosso oggetto era posato sul terreno

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e tre individui erano proprio lì fuori, due uomini e una donna. Gli si avvicinarono e gli dissero che provenivano da un altro pianeta di un sistema stellare, denominato Chioma di Berenice, e che avevano fatto ripetute visite al nostro pianeta, come anche i loro predecessori, e che lo consideravano meraviglioso. Aggiunsero che stavano studiando la vita e l’evoluzione simbiotica sulla Terra e lo invitarono a bordo della navicella. Si fece coraggio, entrò nella navicella e lì gli mostrarono il loro equipaggiamento, poi, dopo non più di dieci minuti, gli dissero che doveva scendere perché avevano da fare altre cose. Lo accompagnarono fino alla scaletta e gli raccomandarono di allontanarsi perché era pericoloso restare troppo vicino alla navicella durante il decollo.
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Si accordarono con lui per effettuare un decollo lento – aveva chiesto ed ottenuto il permesso di fotografare la nave durante il decollo. L’oggetto si alzò e compì un giro intorno a lui, poi si riavvicinò ancora piuttosto lentamente e, durante questo secondo avvicinamento, Paul vide una sorta di dispositivo di aspirazione fuoriuscire dal fondo dello scafo e raccogliere le foglie sottostanti, per poi ritrarsi all’interno, mentre altri “tubi” uscirono uno dopo l’altro per compiere la stessa operazione varie volte. Notò distintamente, al di sotto dello scafo, un nucleo luminoso rosso fuoco. Infine l’oggetto passò sulla sua testa, si soffermò sopra il furgone, in una nuvola di polvere, e le foglie sopra gli alberi tremavano tutte come per una perturbazione atmosferica. La navicella sollevò il camion per un’altezza di circa 6 piedi, lo fece girare di circa 180° e, prima di depositarlo di nuovo a terra, mentre era sospeso in aria, quegli strani dispositivi uscirono, spazzando e pulendo la polvere e il suolo sottostante e, quando sotto ogni ruota del camion fu tutto pulito, la navicella riposizionò il camion e quindi atterrò di nuovo. Uscirono e gli rivolsero ancora la parola.

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Che tipo di creature erano?

Erano umani, esattamente come noi. Paul chiese qual’era il motivo di tutto questo lavoro e gli risposero che stavano rimuovendo i piccoli insetti prima di far ridiscendere il camion, dimostrando di nutrire grande rispetto per ogni forma di vita. Devo dire che mi piacque molto quella parte del racconto.


Torniamo alle indagini

Mentre succedeva tutto questo, Paul Villa continuava a mandare documenti a Gabriel Green che, a sua volta, ne pubblicava solo una piccola parte, di tanto in tanto, con altre fotografie sul bollettino AFSCA; ed è questo il motivo per cui i Lorenzen decisero di fare indagini sul caso. Guidarono per circa 250 miglia fin sul posto dove Paul aveva fermato la sua roulotte e, naturalmente, era un fine settimana. Avevano ottenuto il suo indirizzo da altre persone che gli avevano fatto visita. Paul Villa non sapeva del loro arrivo, ma fu molto cortese. Jim e Coral bussarono alla porta e lui li fece entrare ed accomodare attorno al tavolo della piccola cucina, per bere una tazza di tè. Sedettero uno di fronte all’altro e dopo il tè, Coral – donna di notevole fascino, ma molto aggressiva – gli chiese con un’espressione maliziosa “Paul, adesso mi dici come c…. hai fatto quelle foto”. La reazione di Paul fu furibonda, come succede ai veri contattisti, che possiedono una loro personale verità e non hanno bisogno che gli altri gli dicano se è vera oppure no. Paul è un nativo – americano, per metà messicano e per metà pellerossa, appartiene ad una razza onesta, che racconta le cose esattamente come sono, ma se li contrasti ripagano della stessa moneta e diventano antipatici. Paul sapeva perfettamente che quelle persone erano lì con dei preconcetti, e che intendevano solo rafforzarli. Da lui non volevano sapere come aveva scattato le fotografie, ma in realtà cercavano di provare come aveva fatto a falsificarle. Paul rispose loro di lanciare un cappello sul mare e di scattare una fotografia. Dopodiché si rifiutò di collaborare con loro. Guardandoli fissi negli occhi, riprese le tazze di tè, le svuotò nel lavandino della cucina ed uscì dalla roulotte, e i Lorenzen tornarono a casa. Ecco come è andata l’indagine APRO sul caso di Paul Villa. Egli poi si rifiutò di rispondere alle loro telefonate e lettere e dimostrò di non essere affatto interessato né ai Lonezen né all’APRO, perché era consapevole che le loro intenzioni non erano quelle di conoscere la realtà dei fatti. I Lorenzen non seppero mai come erano andate davvero le cose. Ma ormai, in parte anche giustamente, erano divenuti un modello investigativo per gli altri, per cui quando sostenevano che una foto era falsa, lo diveniva automaticamente. Nel mio caso, quando incontrai per la prima volta Paul Villa, il mio unico scopo era accertare la verità, e gli feci raccontare la sua storia, che era interessantissima. Le fotografie erano state scattate dopo il suo primo incontro, che risaliva al periodo in cui lavorava come ispettore delle linee ad alta tensione, in California. Un giorno, aveva parcheggiato il camion sulla strada, vicino ad una spiaggia, e si era incamminato lungo la riva per trovare un posto dove gustarsi il pranzo in santa pace. Era assorto nei suoi pensieri e si beava della visione del mare. Ad un tratto apparve un tipo, vestito di blu, in modo strano, come trasportato da un raggio, che si diresse verso di lui, camminò tra la sabbia e le rocce, parlandogli dolcemente nella sua lingua e dicendo che lo stavano osservando da tempo. Lo chiamò con il suo vero nome, Apollinare, e lo invitò a constatare la sua provenienza. Gli mostrò il velivolo, sospeso a pochi piedi sull’acqua, e lo invitò a visitarlo. Paul camminò lungo la sabbia e salì ad ispezionare la navicella, che era diversa da quella degli esseri provenienti dalla Chioma di Berenice. Dopodiché lo fecero scendere dicendogli che doveva andarsene in 20 minuti. In questo caso non riuscì a documentare fotograficamente l’incontro. Dopo aver iniziato a lavorare come ispettore stradale della contea di Albuquerque, Paul ebbe un altro avvistamento, e stavolta la Polaroid si rivelò utile, perché immortalò la navicella proveniente da Chioma di Berenice. A bordo c’erano nove persone: sette uomini e due donne che gli parlarono della loro società, e gli dissero di conoscerlo e di averlo tenuto sotto controllo.
Ritengo ci sia qualcosa in questi contattisti che attrae i visitatori alieni, una differente spiritualità che li distingue come la luce di un faro, e Paul era uno di quelli. Organizzazioni come APRO e NICAP, purtroppo, non contribuirono a far luce compiutamente, anzi alcuni casi da loro investigati furono deliberatamente inquinati.



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MessaggioInviato: 14/12/2009, 14:35 
....io la bollo come falso anche adesso.... ma dai...guardate che foto...[:(]


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 11:51 
a me le foto che hai postato non sembrano tutte di villa, comunque il suo è un caso interessantissimo, e a parte quando afferma di aver costruito dei piccoli ufo anche lui, a me sembra pienamente credibile..

comunque il racconto che hai postato è un pochino riduttivo mi pare..


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 13:44 
daikan, le foto che ho postato sono tutte del caso villa
Il racconto ti sembra riduttivo in che senso? troppo breve? quello c'era [:p]



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MessaggioInviato: 15/12/2009, 17:30 
ah allora hai messo le più brutte di foto :P

ce n'è una famosissima di un ufo tra gli alberi..!

comunque quell'articolo è scritto davvero male, e tralascia un infinità di particolari, come il fatto che Villa grazie alle conoscenze apprese dagli alieni costruì dei mini ufo, oppure che gli alieni dal loro ufo erano riusciti a dare fuoco ad un cespuglio, poi a creare vento, insomma a manipolare gli elementi..! poi il fatto che avesse anche profetizzato alcuni eventi...

comunque sono quasi sicuro che le foto che hai postato in cui si vede un pezzo di pick-up non siano le sue.. anche perchè il pick-up di villa era completamente celeste con solo il portellone posteriore di colore arancio


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 18:21 
Cita:
daikan ha scritto:

ah allora hai messo le più brutte di foto :P

ce n'è una famosissima di un ufo tra gli alberi..!

comunque quell'articolo è scritto davvero male, e tralascia un infinità di particolari, come il fatto che Villa grazie alle conoscenze apprese dagli alieni costruì dei mini ufo, oppure che gli alieni dal loro ufo erano riusciti a dare fuoco ad un cespuglio, poi a creare vento, insomma a manipolare gli elementi..! poi il fatto che avesse anche profetizzato alcuni eventi...

comunque sono quasi sicuro che le foto che hai postato in cui si vede un pezzo di pick-up non siano le sue.. anche perchè il pick-up di villa era completamente celeste con solo il portellone posteriore di colore arancio

la foto tra gli alberi sarebbe questa?
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ma invece di criticare perché non posti qualcosa tu? oh... non ringraziarmi troppo, eh?

ma guarda che roba...



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MessaggioInviato: 15/12/2009, 18:33 
Cita:
daikan ha scritto:

ah allora hai messo le più brutte di foto :P

ce n'è una famosissima di un ufo tra gli alberi..!

comunque quell'articolo è scritto davvero male, e tralascia un infinità di particolari, come il fatto che Villa grazie alle conoscenze apprese dagli alieni costruì dei mini ufo, oppure che gli alieni dal loro ufo erano riusciti a dare fuoco ad un cespuglio, poi a creare vento, insomma a manipolare gli elementi..! poi il fatto che avesse anche profetizzato alcuni eventi...

comunque sono quasi sicuro che le foto che hai postato in cui si vede un pezzo di pick-up non siano le sue.. anche perchè il pick-up di villa era completamente celeste con solo il portellone posteriore di colore arancio




Non mi sembra che l' articolo l' abbia scritto Cagliari, ha solo riportato qualcosa trovato in rete che riteneva interessante. Le critiche falle all' autore dell' articolo, o per completezza riporta tu stesso cio che conosci nei dettagli in modo da proseguire con linearità la discussione.



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MessaggioInviato: 15/12/2009, 19:17 
green
l'ho copiato da "notiziario ufo"... lettera per lettera [xx(]



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MessaggioInviato: 15/12/2009, 20:31 
daikan, cagliari ha riportato l'articolo da notiziaro ufo, quindi è gia una faticaccia star li a copiare tutto. Se secondo te le foto e l'articolo è incompleto, posta tu quello che manca.
Per quanto mi riguarda io ringrazio cagliare per il lavoro di copiatura che sta facendo in questo periodo [:264]


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 21:22 
il presunto ufo della prima foto, tra le ultime quattro, è identico a quello del filmato brasiliano in cui l'ufo passa dietro ai palazzi...che qui sul forum è stato giudicato falso...

quindi è una prova che anche il video è vero...oppure anche questa foto è un falso...certo però che le altre foto mi sembrano un pò ridicole.
ma nn si sa mai...


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 21:46 
avete tutti la coda di paglia? l'ho letto che è un articolo riportato da notiziario ufo, altrimenti non mi sarei mai permesso di dire a cagliari che aveva scritto un brutto articolo.. poi il mio tono era anche scherzoso..

non si può neanche piu commentare su questo forum? ho solo aggiunto elementi per avvalorare il caso villa dato che quell'articolo è a dir poco superficiale, e dato che le foto che ha trovato cagliari a mio giudizio non corrispondevano. non mi pare di aver criticato nessuno oltre a notiziario ufo.

comunque la foto "famosa" non la trovo su google, poi la scannerizzerò..


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MessaggioInviato: 15/12/2009, 22:08 
Cita:
daikan ha scritto:

avete tutti la coda di paglia? l'ho letto che è un articolo riportato da notiziario ufo, altrimenti non mi sarei mai permesso di dire a cagliari che aveva scritto un brutto articolo.. poi il mio tono era anche scherzoso..

non si può neanche piu commentare su questo forum? ho solo aggiunto elementi per avvalorare il caso villa dato che quell'articolo è a dir poco superficiale, e dato che le foto che ha trovato cagliari a mio giudizio non corrispondevano. non mi pare di aver criticato nessuno oltre a notiziario ufo.

comunque la foto "famosa" non la trovo su google, poi la scannerizzerò..




Mi spiace che tu l' abbia presa in questo modo, ma il nostro era una considerazione basata sul tuo post che sembrava una critica a Cagliari e non a notiziario ufo. Forse bastava scrivere che aveva riportato un brutto articolo.
Nessuno ha la coda di paglia in questo forum e questa tua affermazione non fà che confermare la bontà del nostro richiamo.


Ultima modifica di greenwarrior il 16/12/2009, 18:56, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
daikan ha scritto:

avete tutti la coda di paglia? l'ho letto che è un articolo riportato da notiziario ufo, altrimenti non mi sarei mai permesso di dire a cagliari che aveva scritto un brutto articolo.. poi il mio tono era anche scherzoso..

allora la prossima volta metti le faccine, ci sono apposta per evitare questo genere di incomprensioni

queste son uploadate da shant [;)]
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ma che begli ufini sospesi!vero che la maggior parte delle foto son dei falsi....


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Cita:
daikan ha scritto:

ah allora hai messo le più brutte di foto :P


visto che vuoi fare il polemico ti accontento, eccola qui la faccina..

ed ecco qui un riassunto tratto da "base terra" di Timothy Good, che per chi non lo conoscesse è uno dei più famosi ufologi a livello mondiale (è quello che ricevette i controversi documenti del Majestic-12)

Contatti da Coma Berenices

Tra le foto di dischi volanti pubblicate più frequentemente vi sono quelle scattate negli anni Sessanta dal contattista Paul Villa nel New Mexico. Stranamente, è stato pubblicato assai poco sui particolari di quelle immagini o su Villa e i suoi presunti incontri.
Apolinar (Paul) Alberto Villa jr. nacque nel 1916. La sua famiglia discendeva da indiani d'America, spagnoli, tedeschi e scozzesi. .Dichiarava di aver ricevuto telepaticamente degli insegnamenti da extraterrestri fin dall'età di cinque anni e bensì non fosse riuscito a completare il decimo anno scolastico sembrava particolarmente versato in materie quali la matematica, la fisica e la meccanica. Aveva anche un insolito talento nell’individuare difetti nei motori, nei generatori e in altre macchine di questo tipo, un talento che gli servì soprattutto nella . professione di meccanico, prima nell'aeronautica militare e poi
come privato cittadino.

Primo contatto

Villa dichiarò che, dieci anni prima di incominciare, nel 1963 a fotografare dischi volanti, era stato contattato da extraterrestri mentre lavorava per il Dipartimento delle acque e dell'energia elettrica a Los Angeles. Un giorno, a Long Beach (era il 1953) provò un forte e improvviso impulso a scendere sulla spiaggia: Una sensazione che a quell'epoca non capì. Lì giunto, a quanto disse, incontrò un uomo alto due metri e dieci. Inizialmente Villa si spaventò e avrebbe voluto correre via, ma l'uomo lo chiamo per nome e gli dimostrò di conoscere molti aspetti della sua vita personale. Villa capì che stava comunicando con un'intelligenza decisamente superiore, e poi si rese conto che quell'essere era un «uomo dello spazio».
Sapeva. tutto quello che mi passava per la mente e mi parlò di molti episodi realmente accaduti nella mia vita. Poi mi disse di guardare oltre la scogliera. Vidi un oggetto metallico a forma di disco che sembrava fluttuare sull'acqua. Allora l'uomo dello spazio mi domandò se mi sarebbe piaciuto salire a bordo di quel velivolo e dare
un'occhiata in giro, e io lo seguii.

Secondo contatto

Il 16 giugno 1963 la gente dello spazio avvertì telepaticamente Villa di recarsi da solo con il suo camioncino in un posto vicino alla città di Peralta, 24 chilometri circa a sud di Albuquerque.
Laggiù, alle 14, vide un disco volante con un diametro pari a una cinquantina di metri. (Successivamente disse che la lunghezza era pari a una ventina di metri.) La navicella «si posò» e rimase sospesa a bassa quota spostandosi di tanto in tanto mentre Villa la fotografava nella cornice degli alberi, talvolta con il suo furgoncino sullo sfondo. Usò una macchina fotografica giapponese Apus (che in seguito ho esaminato personalmente) con un obiettivo Rokuoh-sha 75 millimetri f4.5, e una pellicola Kodacolor formato 120.
Due foto mostrano la navicella mentre procedeva a scatti sul limitare del bosco con la parte più bassa che ruotava indicando, stando a quanto disse Villa, che la gente dello spazio aveva creato un campo di gravità artificiale entro il velivolo; così facendo
gli occupanti della navicella rimanevano perfettamente comodi in qualsiasi posizione assunta dal velivolo nei confronti della superficie di un pianeta. Secondo Coral e Jim Lorenzen dell'APRO, in una di queste immagini non si vedono i rami di un albero davanti al velivolo come invece sarebbe stato naturale se davvero l'oggetto avesse avuto un diametro di una cinquantina (o anche di una ventina) di metri. Questo indica che potrebbe trattarsi di un falso . In effetti è possibile, anche se non sono riuscito, personalmente, a
giungere a questa conclusione lavorando sugli ingrandimenti che io stesso ho realizzato. Villa stesso dichiarò che i rami dell'albero ondeggiavano a causa di «forti raffiche di vento» generato localmente dall'apparecchio stesso, il che potrebbe spiegare 1'apparente
contraddizione.
In altre foto di questa serie, dove la vegetazione dei dintorni e anche il furgoncino di Villa costituiscono utili punti di riferimento, il disco appare come un oggetto largo a notevole distanza dalla macchina fotografica, il che riduce la possibilità di frode.

Terzo contatto

Nell'aprile del 1965 la seconda serie di fotografie a colori di Paul Villa fu esposta in vari luoghi. Le foto più interessanti di questa serie erano state scattate la domenica di Pasqua del 18 aprile, verso le 16, in una zona situata 32 chilometri a sud di Albuquerque, vicino al letto del Rio Grande (una delle numerose zone che visitai insieme a Villa nel 1976). A un certo punto il velivolo che, mi disse Villa, aveva un diametro di circa 45 metri, proiettò un fascio luminoso che appiccò il fuoco a un piccolo cespuglio (il biblico «roveto ardente»!), poi emanò un altro fascio luminoso che spense l'incendio. li fumo del fuoco è visibile tra gli alberi immediatamente sotto il velivolo, sopra e a sinistra del piano ribaltabile del furgoncino di Villa. L'apparecchio produsse anche un «tornado in miniatura », infatti i rami più bassi di alcuni alberi appaiono indistinti. La turbolenza era così forte, riferì Villa, da fargli temere che il suo furgoncino volasse via. Improvvisamente il vento cessò, come se fosse stato «spento», e l'aria all'intorno si surriscaldò e cadde un silenzio di tomba.

Sonde telecomandate

Tra le più interessanti foto a colori di Villa ci sono quelle che mostrano vari dischi e sfere telecomandati, lanciati da un disco con equipaggio umano dal diametro di poco meno di 13 metri.
Questa serie fu scattata il 19 giugno 1966, 5 chilometri a ovest di Algodones e 48 chilometri a nord di Albuquerque. La foto 10, per esempio, mostra un disco sul terreno, uno dei tanti che, a quanto sembra, avevano un diametro di uno o due metri, completo di triplice sostegno di atterraggio. Secondo Villa, i sostegni non si incastravano nel disco come in molti altri casi, ma semplicemente sbucavano dalla parte inferiore. E’ inoltre presumibile che lo strano congegno sporgente dalla sommità della cupola fosse uno strumento ottico che incorporava un insieme di prismi e di lenti.

Discussione

Nelle discussioni personali e nella corrispondenza con Paul Villa, sottolineai l'imprecisione di certe profezie che sosteneva di aver appreso dai suoi amici dello spazio, come per esempio quella secondo la quale 17 nazioni avrebbero avuto la bomba atomica
entro il 1966 (si potrebbe controbattere che, trent'anni dopo, invece, almeno 17 nazioni hanno avuto qualche approccio con la bomba atomica), e che Ronald Reagan sarebbe stato eletto presidente nel 1976 (mentre invece fu eletto quattro anni dopo) .
Inoltre, parte delle presunte informazioni ricevute da Villa è spuria. Marte, a quanto pare usato come base dai suoi amici dello spazio, aveva «canali» e anche «stazioni di alimentazione» e «cactus e altre piante» in certe località. La pressione atmosferica a livello del suolo, mi disse nel 1976, era pari a quella che si rileva a 3600 metri di altezza sulla Terra (in realtà, è meno di un centesimo di quella della Terra), e c'erano alcuni strati alti di nubi (è vero, ma lo si sapeva già). Impavido, Villa passò le informazioni che aveva ricevuto e anche le sue stesse foto a un certo Mr. Martin del JPL (jet Propulsion Laboratory, laboratorio per la propulsione a reazione) di Pasadena, in California, che gestisce i programmi spaziali che non prevedono equipaggi umani della NASA, comprese le sonde su Marte quali Mariner del 1964, Viking del 1976 e Pathfinder del 1997.
Era possibile, domandai a Villa, che la gente dello spazio gli avesse mentito? «No », fu la risposta, «la gente dello spazio, come lei scrive, non mente ai cosiddetti contattisti, semplicemente si limita a non divulgare quasi niente dei propri piani. Perché dovrebbero farlo? La gente potrebbe trarre guadagno da quelle informazioni; inoltre, come potrebbe l'umanità apprezzare qualcosa che supera di gran lunga le sue stesse capacità di comprensione?»

Villa dichiarò che gli studi della Walt Disney, così come l'USAF, avevano esaminato i negativi delle sue foto senza trovarvi nulla che non andasse. Villa mi disse anche che il dottor Edward Condon, che dirigeva il gruppo di ricerche dell'università del Colorado destinato, con la sponsorizzazione dell'aeronautica militare, allo studio dell'argomento UFO dal 1966 al 1968, commentò che «erano le migliori che avesse mai visto».

Villa, che morì di cancro nel 1981, evitò ogni forma di pubblicità per tutta la vita, non concedendo interviste ai media e aderendo raramente a incontri, persino con i ricercatori. Forse il motivo, almeno in parte, furono le minacce: dichiarò, per esempio, che una volta qualcuno avevesse sparato contro il suo furgoncino (vidi io stesso il buco del proiettile su un lato del finestrino), e che spesso vedeva elicotteri girargli attorno. Quasi tutti gli studiosi che riuscirono a trascorrere un po di tempo con lui lo trovarono sincero. «Sicuramente non cercò mai di usare le sue insolite esperienze personali a scopo di lucro », scrisse Bill Sherwood. «A me sembrò sempre umile e onesto », e non si laciò lusingare dall'attenzione che ricevette dal segretano generale delle Nazioni Unite, U Thant, il quale lo chiamò dal suo studio per discutere le sue esperienze con extraterrestri.» A quanto pare, durante la telefonata di quaranta minuti avvenuta nel 1970, U Thant discusse anche della situazione UFO a livello mondiale.

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Ultima modifica di daikan il 16/12/2009, 16:33, modificato 1 volta in totale.

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