Beh, se devo dire il mio parere... sinceramente non so se troverò le parole adatte per farmi capire. La morte non è unica, contrariamente a quello che si crede. Si muore una volta sola, ma la si vive, la si sperimenta e la si pensa in mille modi diversi. Un conto è la morte come argomento scientifico, un conto è la morte come argomento esistenziale. Io non ho bisogno di credere. Io so. E non ho avuto bisogno di "rivelazioni" né di esperienze particolari, anche se la lettura dei libri di Raymond Moody trent'anni fa, quando avevo solo 15 anni, mi hanno segnato profondamente. Ho sempre saputo che siamo eterni. Dentro di me ho anche sempre saputo che non solo la morte non esiste, ma nemmeno il tempo. Il Nulla non esiste, per definizione. Non esiste né prima, né dopo, né in mezzo a nient'altro. Esiste solo l'Essere, per definizione. Assoluto, eterno, invincibile, immarcescibile, immodificabile, perfettamente completo in sé stesso e infinito. Non ho mai avuto paura della morte. E' un sentimento che mi è sempre stato estraneo. Non riesco nemmeno a comprenderlo veramente. Certo, l'idea di una morte dolorosa mi spaventa, ma non è la morte che mi spaventa, è il dolore, quindi è comunque la vita, e non la morte, che mi spaventa. A volte vorrei essere capace di avere dubbi, di dirmi: forse di là non c'è niente, di mettermi in testa questa idea che mi appare così assurda, così illogica e irrazionale... tanto varrebbe credere agli unicorni. Non so cosa ci sia di là.... so solo che c'è. Dire che non c'è niente è esattamente come guardare la linea dell'orizzonte e dire "non c'è niente là" anche se sai benissimo che dietro l'orizzonte si stende l'infinito. Forse una volta morti troveremo subito tutte le risposte alle nostre domande, forse no, forse dovremo ancora aspettare. Se sono curioso della vita oltre la vita terrena, è solo per trovare le risposte sul senso di questa vita, di questo universo. Non riesco a provare empatia con le altre persone che temono la morte... non riesco a piangere ai funerali perché l'unica cosa di cui riesco a dispiacermi è che la persona che è dipartita non potrò vederla ancora per molto tempo (sempre che non me ne vada anche io fra poco tempo, ma sento invece che avrò una lunga vita ancora). Vorrei riuscire a capire cosa provano le persone che sentono la paura della morte, del buio che credono di vedervi, della separazione... cosa si prova quando si ha paura della morte? Io non lo so. Non l'ho mai saputo. Per me quindi la morte non è un problema. Quando verrà la affronterò con calma, sperando che non mi colga del tutto improvvisamente... sarebbe seccante non preparare tutto per la mia dipartita. A me non importerebbe ma so che tanta gente che mi vuole bene ci rimarrebbe molto male.... loro per queste cose ci soffrono... Il problema per me è trovare un senso alle cose che faccio ogni giorno. Che vivo ogni giorno. Che senso hanno gli avvenimenti che vivo ogni giorno. Dire "fai del tuo meglio" non significa niente. Io faccio già del mio meglio, ma non è quello il problema. Il problema è: cosa è veramente meglio? E' l'unico appiglio che trovo con gli altri riguardo la questione vita-morte: il senso delle cose. Un altro aggancio forse potrebbe essere mettere le cose dal punto di vista scientifico: Cosa dice la scienza moderna riguardo il cervello? Che possibilità ci sono veramente che la coscienza non sia semplicemente un mero insieme di eventi determinati da reazioni chimiche del cervello? Certo, se un giorno la scienza dovrebbe dimostrare, in modo inoppugnabile, che la coscienza è un'interazione fra composti chimici e fenomeni elettromagnetici nei neuroni, ne conseguirebbe che "la vita oltre la morte" non sarebbe possibile. Strano come qui nessuno si sia posto il problema di analizzare la cosa dal punto di vista fattuale, scientifico. Al massimo, qualcuno ha parlato di esperienze di pre-morte, ma in modo poco approfondito, direi. Voi chiederete: ma questa tua certezza dell'eternità è legata anche a scelte religiose? Direi di no, anche se sono stato educato nella religione cattolica. Fin da bambino sono stato affascinato dall'idea della reincarnazione, che è ovviamente in contrasto con la fede cristiana. Non ho ricordi precisi, solo la netta sensazione di avere vissuto già non una, non due, ma molte volte, la sensazione di essere molto, molto vecchio, già quando ero bambino. Gli psicologi dicevano che ero particolarmente precoce e maturo per la mia età, e già da bambino mi domandavo riguardo l'Assoluto e il Relativo, lo spirito e la materia.... e la fede cattolica non mi bastava. Perciò io non cerco prove e non ne fornisco. Sono gli altri che ne hanno bisogno, non io, ma sono curioso di sapere cosa gli altri credono o sperano, cosa temono e di cosa sono convinti, se veramente sono convinti, o di cosa dubitano, e perché lo fanno. Purtroppo oggi la morte è un argomento tabù, la morte va bene solo se si fanno vedere massacri in tivù, nei film o nei tg, per il resto la morte è un momento che non deve arrivare mai per nessuno, quindi tutti lo rimuovono, non pensano a cosa farebbero se se la trovassero di fronte, quindi io non ho mai la possibilità di parlarne con qualcuno. Rimango nella mia serena consapevolezza, e vedo gli altri nascondere la paura della morte nei loro occhi... .... che tristezza, ragazzi!
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