Cita:
Enkidu ha scritto:
Il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male non era una mela.
Credo che a quel tempo non venissero neanche coltivate le mele nel Medio Oriente.
Qualcuno ha ipotizzato che potesse essere il dattero, frutto molto comune e apprezzato in Medio Oriente fin da tempi remoti.
In ogni caso, il testo biblico non specifica niente riguardo il frutto, così come non specifica assolutamente nulla per tante altre questioni.
Vi sembrerà strano, ma per esempio non specifica nemmeno che Dio abbia creato tutto dal Nulla. Anzi, fa pensare l'esatto contrario!
Esatto enkidu!
Nel testo ebraico la mela non esiste . Vi è il frutto dell'albero della conoscenza.
La tentazione sta nel fatto che l'essere umano, libero in tutto, ha un limite da non trasgredire. Uno solo: ìl non toccare il frutto di quell'albero.
E' solo una prova, non perché vi sia nascosto chissà quale segreto, ma perché vi è un limite tra l'essere umano ed il suo creatore.
L'essere umano che peraltro ha tutto, salute, vita eterna, gioia ecc cade stupidamente alla tentazione che la sua natura materiale, terrena (in ebraico " yetzer harà") gli mette di fronte e che egli non sa dominare con la sua volontà al bene (in ebraico "yetzer hatov")
Il serpente, nella bibbia ebraica non ha nulla a che vedere con il demonio cristiano (non esiste il demonio e non esista satana come personificazione: il satan è l'accusa, anche modernamenter in un tribunale è la pubblica accusa)
Il serpente simboleggia la natura materiale umana degli istinti, la natura che l'uomo deve dominare scegliendo ciò che è giusto.
Questa natura non è un fatto negativo, anzi è indispensabile alla vita nell'ambito di un processo dialettico di cequilibrio tra la natura terrena e quella spirituale, nella quale la prima ti fa vivere , ti fa procreare, ti fa agire per te stesso, ma deve essere non soffocata, comew vorrebbero certe concezioni, anche cristiane, ma REGOLATA E MODULATA.
E' il concetto yetzer harà-uetzer hatov, riperso poi millenni dopo dall'Ebreo Freud in Io, Es e super Io. Sono componenti indispensabili che devono convivere trovando un punto di equilibrio.
Un particolare:
Il verso ebraico non dice "maschio e femmina LI creò" ma si esprime al singolare: "Maschio e femmina LO creò". Cioè il primo essere umano eaveva in sé le due nature che solo dopo, con Eva, furono separate.
Il sesso non fu affatto il peccato, tanto caro ad una certa esegesi. La creazione si basava sulla procreazione e l'imperativo riproducetevi, moltiplicatevi e popolate la terra è la base della cultura ebraica. Ogni ebreo osservante, avendo un figlio assolve al primo comandamento di riprodursi, con due figli assolve a quello di moltiplicarsi. Se avrà poi tre figli assolverà anche al comandamento di popolare la terra.
La trasgressione non fu assolutamente il sesso ma fu il cercare una conoscenza che secondo l'uomo lo avrebbe posto sullo stesso piano di Dio. (la voce della tentazione, cioè del serpente, il "nachash", non era altro che la voce dell'istintualità dell'essere umano, che egli non seppe o non volle dominare con la sua razionalità, lo yetzer hatov, la "buona inclinazione").