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Giovanni dalla Teva ha scritto: Cita:
Il Sig. Veritas scrive:
Citami almeno 10 eruditi, fuori della solita cerchia 'arpiolita', i quali ritengono non storica la figura di Giovanni il Battista!...
Egregio Sig. Veritas quando e dove, la cerchia "arpiolita" dichiara non storica la figura di Giovanni Battista? L'affermazione "fuori della solita cerchia 'arpiolita'" è giustificata dal fatto che il 'negazionista' Cecco (la cui panoramica negazionista sembra essere più estesa della media 'arpiolita') è uso citare personaggi appartenenti a tale area di pensiero, quando egli vuole (o cerca) di suffragare la sua improbabile teoria, o semplici punti di essa. Questo e non altro è il motivo che mi ha spinto a tale affermazione.
Stante le tue parole, trovo comunque conforto nel constatare che la tesi negazionista, limitatamente alla figura di Giovanni il Battista, è un 'parto' solitario del Cecco nazionale!
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Vangelo di Tommaso, concetto di Giovanni Battista a livello embrionale, logia 46 direttamente e indirettamente il logia 78, perchè non compare il suo nome;
L'interpretazione pro-Giovanni del loghion 78 è decisamente forzata, dal momento che vestire 'mollemente' non vuol dire affatto vestire in modo frugale ed 'approssimativo', come si conosce di Giovanni il Battista, e la seconda parte del loghion lo chiarisce ampiamente, laddove si afferma che RE e GRANDI vestono 'mollemente'...
"... Anche Giuseppe Flavio in (Antichità Giudaiche libro XIII, 118) parla del Battista."Come è il caso del volgarissimo 'testimonium flavianum', perchè palesemente falso, anche il passaggio da te citato è in 'odore' di falsità. Da un'attenta riflessione sullo stile redazionale del 'testimonium flavianum', non si può fare a meno di cogliere con stupore una forte somiglianza con lo stile in cui venne redatto il 'testimonium' giovanneo(*).
Così, come sicuramente avvenne per Gesù, Giuseppe Flavio parlò accuratamente della figura storica di Giovanni il Battista; tuttavia, il testo originario venne sicuramente espunto e sostituito con l'attuale testo, probabilmente redatto dalla stessa mano falsaria che stilò anche il 'testimonium flavianum'.
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Ora nei Vangeli Cristiani sono stati dati dei nomi a queste tre figure tipiche essene:
Il profeta o precursore: Giovanni Battista;
Il Messia Politico: Gesù Cristo;
Il Messia Sacerdotale: Gesù Bar Abba (Gesù figlio di Dio); trasformato in Barabba per nascondere successivamente il legame con la realtà essena.
Gli evangelisti si servirono di questo personaggio storico veramente esistito per fornire storicità ai propri racconti fantasiosi, utilizzando un linguaggio che dopo la scoperta dei rotoli di Qumran, possiamo definire, tipicamente esseno.
L'esistenza storica del Battista venne ridisegnata e trasformata da insurrezionista (Antichità giudaiche libro XIII, 118) contro l'autorità di quel tempo e luogo, in un profeta.
Come ho affermato più di una volta, ognuno è libero di farsi l'idea che vuole in merito a tutto ciò.
Dai miei studi è risultato chiaramente che Giovanni il Battista fu TOTALMENTE ESTRANEO al mondo 'zelota' e, più in generale, a quello della ribellione giudaico-messianista.
Come è ampiamente dimostrato dal fatto che due 'nasurei' di rilievo vennero trucidati, o fatti trucidare, dall'ambiente sacerdortale del tempio di Gerusalemme, vale a dire il sacerdote del tempio esseno-nasureo Zaccaria, padre (o patrigno) di Giovanni il Battista, e Giacomo il Giusto, erede di Giovanni il B. nella guida della chiesa nasurea-ebionita di Gerusalemme (crimine avvenuto per mano del criminale erodiano Paolo/Saul, su commissione del sommo sacerdote Anania), si deduce facilmente che i movimenti settari, soprattuto quelli che contestavano, più o meno apertamente, l'autorevolezza dei sacerdoti del tempio in merito al magistero ebraico, in quanto ritenuti corruttori dell'originaria Legge mosaica, erano 'ferocemente' invisi al clero del tempio. (quello che accadrà specularmente poi tra i cattolici 'ortodossi' e gli 'eretici')
Da tutto ciò si deduce CHIARAMENTE che nè i nazareni, nè i nasurei di Giovanni erano interessati ad appoggiare la ribellione, tesa a restaurare integralmente il potere politico-sacerdotale della casta religiosa di Gerusalemme, con gravissimo pericolo per la sopravvivenza di tutte le sètte presenti nel tessuto giudaico del tempo, in particolare per quelle che si discostavano maggiormente dal giudaismo 'ortodosso', come la setta gnostico-pitagorica guidata da Giovanni il Battista.
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Gli evangelisti riscrissero il personaggio del Battista attraverso il modo di vestire, il tipo di alimentazione e comportamento in base ai loro interessi.
Più che riscrivere, i falsari evangelisti omisero di citare particolari peculiarità del personaggio, come per esempio il fatto che egli fu un maestro ed un 'mago' maestro di maghi (Gesù, Simon Mago, Dositeo e, in genere, tutti i personaggi accreditati di 'miracolosi' poteri). Per Giovanni, tuttavia, la magia era, a differenza di alcuni suoi 'allievi', un mezzo funzionale a raggiungere l'immaginario e quindi il cuore dei potenziali adepti alla sua setta, al fine di condurli alla 'salvezza', attraverso la sua 'gnosis'.
I falsari evangelisti mentirono spudoratamente quando scrissero che Giovanni il Battista era la 'reincarnazione' (tema basilare nella dottrina gnostica giovanneo-gesuana) di Elia, in quanto questo personaggio era essenziale per testimoniare la messianicità di Gesù di Nazareth, nell'ambito del falso culto catto-cristiano, secondo la tradizione dell'immaginario comune giudaico, in base alla quale prima dell'avvento del Messia atteso doveva 'ritornare' Elia al fine di ungerlo come tale.
In realtà, dai suoi seguaci (compreso lo stesso Gesù, quando ancora faceva parte della setta 'nasurea') Giovanni il Battista era considerato la reincarnazione del mitico
ENOCH, il biblico figlio di 'Caino'. (da cui l'attributo 'cainiti' utilizzato in senso dispregiativo dai giudei ortodossi verso i seguaci della setta giovannea)
In pari tempo, Gesù, ritenuto dai falsari evangelisti come la reincarnazione di Giovanni il Battista (cosa assolutamente allucinante!) dai suoi seguaci era ritenuto la reincarnazione del biblico SETH, il
FIGLIO DELL'UOMO (leggi Adamo). Da questa figura gesuana scaturì il nome degli appartenenti alla setta dei 'sethiani', di cui si sono occupati vari eresiologi dell'antichità.
L'identificazione settaria di Gesù con la figura mitologica di Seth, avvenne dopo che lo stesso ebbe lasciato la setta guidata da Giovanni il Battista ed essersi messo 'in proprio'. Al 99% delle probabilità, ciò avvenne dopo il ritorno di Gesù dall'Egitto, dove egli affinò le sue 'arti magiche', i cui primi rudimenti egli aveva appreso alla scuola di Giovanni il Battista. Probabilmente Gesù fece anche altre esperienze in terra d'Egitto: tuttavia questo è un altro discorso...
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Luca, nella sua natività, parlando della nascita di Giovanni di poco anteriore a quella di Gesù, lo aveva presentato come un suo parente. Ma negli incontri tra i due non vi è mai accenno a questo legame di parentela.
Questo aspetto che tu hai citato in modo quasi 'asettico', avrebbe dovuto invece far riflettere tutti gli eruditi che, a qualunque titolo, ci hanno preceduti nello studio e nella ricerca delle origini del cristianesimo.
Infatti, ai tempi di Gesù e dei primi redattori di testi 'sacri', era arcinoto il fatto che Giovanni il Battista fu un maestro gnostico, maestro dello stesso Gesù di Nazareth. Ora, stante la 'feroce' opposizione tra gli gnostici ed i catto-cristiani, come si può pensare, sensa scadere nel ridicolo (come avviene normalmente per i 'cristiano-idolatri'), che Luca, un autore CATTOLICO CRISTIANO abbia potuto celebrare nel 'suo' vangelo la figura di Giovanni il Battista, addirittura con una NATIVITA'?!...Tutto ciò è totalmente irrazionale...
Dal momento che, quasi sicuramente, il vangelo di Luca, attraverso vari rimaneggiamenti nel tempo e nello 'spazio', si ottenne dal testo sacro (euaggelion) della chiesa giudeo-cristiana di Antiochia, nata attorno alla figura dell'asmoneo GIOVANNI di GAMALA, è altamente probabile che l'attuale natività di Giovanni il Battista, che si rinviene nel vangelo di Luca, in origine, cioè nel testo da cui si suppone essere derivato questo vangelo, essa era proprio la natività di Giovanni di Gamala, 'aggiustata' poi per il personaggio Giovanni il Battista.
Esistono confortevoli indizi secondo i quali il 'testo sacro' della chiesa giudeo-cristiana di Antiochia, venne chiamato 'vangelo di Giovanni': ovviamente senza alcuna relazione con l'attuale vangelo di Giovanni, dal momento che si trattò di Giovanni di Gamala e NON di Giovanni 'evangelista'!..
"..La predicazione penitenziale-escatologica del Giovanni Battista deriva dalla prima parte Q (per quelle, fonte in tedesco) non una tradizione orale ma qualcosa paragonabile a un libro.." Sin da quando ho iniziato a chiarirmi le idee in merito, ho sempre pensato che la vera 'fonte Q' sia stata rappresentata dalla celeberrima, quanto introvabile, opera di Papia intitolata
"Spiegazione degli Oracoli di Gesù". Ognuno trasse, da quest'opera in cinque volumi, ciò che più gli gradiva, soprattutto in vista degli obiettivi che intendeva raggiungere. Già da tempo ho scoperto che sono diversi gli eruditi a pensarla così.
Da tenere presente che il 'falsarissimo' Eusebio da Cesarea, attualmente la maggior fonte per ciò che riguarda Papia di Gerapoli, ha messo 'in bocca' a questo 'padre apostolico' la seguente frase, in merito all' 'evangelista' Matteo: "Matteo fu l'unico a mettere per iscritto, in ebraico o in aramaico, una raccolta di detti di Gesù; poi ognuno interpretò tutto ciò secondo il proprio genio".
Non è da escludere che Eusebio, sfruttando la circostanza che la storia dei detti di Gesù raccolti dal VERO Matteo, era arcinota negli ambienti degli 'adetti ai lavori' dei primi secoli dell'era cristiana, abbia sfruttato tuttò ciò per mistificare il fatto che coloro che interpretarono secondo il 'loro genio' i detti raccolti da Matteo, si siano interessati invece (o comunque molto di più) all'opera di Papia, la probabile 'fonte Q', traendo da essa quanto serviva a loro e trascurando il resto.
Saluti
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Nota:
(*) - soprattutto vi è il fatto della spiegazione dettagliata della valenza del battesimo di Giovanni, ovviamente in contrasto, o comunque non in 'linea', con l'attuale battesimo cattolico. Distinzione che ritroviamo pari pari in Atti degli Apostoli:
Atti - Capitolo 19
[1]Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano, giunse a Efeso. Qui trovò alcuni discepoli [2]e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo». [3]Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo di Giovanni», risposero. [4]Disse allora Paolo: «Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù».
E' dunque sin troppo evidente che solo un scriba che ragionava da cristiano (e non, quindi, da giudeo, come Giuseppe Flavio era e che rimase sino alla fine) poteva distinguere tra un battesimo di penitemza ed un altro tipo di battesimo (di 'salvezza', come si allude nel passaggio flaviano, sebbene in modo ambiguo).
Veritas
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