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MessaggioInviato: 27/05/2011, 01:11 
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Non preoccupatevi, non sono impazzita!
scusate, è una prova...spero che si veda qualcosa. Strani esseri si aggirano in questa casa! [:231] [:236]...volevo mandarvi qualche mia immagine di "figure con la coda", ma sono totalmente imbranata [:I]



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oops! Stai a vedere che ho imparato... Bene, domani provvedo (ri-scusate) [:o)]



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MessaggioInviato: 27/05/2011, 02:29 
Grazie Melusina [:)]

Perdonatemi se non ho finito ancora il post sull'Eone di MAAT ma come dice Barionu abbiamo tutto il tempo che vogliamo.

Sino a quando Lei non verrà distrutta dai monoteismi, ancora sue Emanazioni (anche se le femminucce odierne troppo urlanti [:o)] [:D] [:D]) dipingeranno e suoneranno, ma soprattutto ricorderanno le antichissime parole della Madre:

Dentro di me entrano gli Uomini da me escono gli Dei.

Onore alla Madre.



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MessaggioInviato: 27/05/2011, 08:59 
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melusina ha scritto:

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Non preoccupatevi, non sono impazzita!
scusate, è una prova...spero che si veda qualcosa. Strani esseri si aggirano in questa casa! [:231] [:236]...volevo mandarvi qualche mia immagine di "figure con la coda", ma sono totalmente imbranata [:I]


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MessaggioInviato: 27/05/2011, 09:24 



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MessaggioInviato: 27/05/2011, 11:00 
Come promesso...Ebbene,sì: io dedico il mio lavoro alla Dea [:I]
(spero non vengano troppo grandi queste foto)


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Ultima modifica di melusina il 27/05/2011, 11:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/05/2011, 11:24 
devi aver fatto un po di confusione coi comandi [:)]


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MessaggioInviato: 27/05/2011, 11:55 
Diverse tradizioni antiche avevano un concetto di tempo ciclico e non lineare rispetto al nostro, nell'antica India l’intera manifestazione dovuto al respiro del creatore Brahma chiamate Kalpa era suddivisa in 14 grandi periodi, detti Manvantara.

Ogni Manvantara è suddiviso in 4 parti cicliche chiamate Yuga, che rappresentano l'evolversi e il declino della razza umana.

Le ere sono le seguenti:

Satya Yuga o Krita Yuga, l'età dell'oro;

Treta Yuga, l'età dell'argento;

Dvapara Yuga, l'età del bronzo;

Kali Yuga, l'attuale età del ferro.

Dopo il Kali Yuga c'è un periodo di transizione definito crepuscolo e alba che durano rispettivamente 36 mila e 144 mila anni, poi si riinizia dall'Satya Yuga, così via per 14 volte, poi gli universi implodono per poi rinascere, big bang e collasso ciclici.

Ritroviamo queste suddivisioni anche in altre tradizioni antiche Gnosi compresa e nei circoli esoterici.

Secondo tale insegnamenti l’intera manifestazione si può suddividere in 7 grandi periodi di tempo chiamati Eoni (vedasi Gnosticismo), di cui i primi 3 si chiamati Pre-Evali ed hanno uno durata di tempo lunghissima, mentre i successivi avrebbero una durata di circa 2000 anni ognuno.

Gli Eoni Pre-Evali sono lo 0, l'1 ed il 2.

- Al primo Eone (o numero 0) è attribuito il Vuoto, il Nulla

Il simbolo che lo rappresenta è il punto infinitamente piccolo (seme o bindu).

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- Al secondo Eone (numero 1) è attribuito il Caos

Il simbolo che lo rappresenta è il fallo (Lingam).

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- Al terzo eone (numero 2), è attribuito al Caos stabilizzato, alla Terra (Amenta, gli Inferi), il cui simbolo è la kteis (vagina o Yoni).

E' il periodo dei Culti della Stella, della Luna e Ctonii.

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- A questi seguono gli Eoni cosiddetti storici, quelli cioè le cui datazioni sono relativamente vicine a noi.

- All'Eone 3 o Eone di Iside identifichiamo quel periodo che la storia indica come l’inizio della nostra civiltà, legata ai culti luni-solari e quelli della Dea Madre, rappresentati dall’Elemento Acqua.


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- All'eone numero 4 o Eone di Osiride si fanno risalire invece i culti solari del Dio padre, con particolare riferimento alla formula dell'Auto-sacrificio, propria degli Dèi-morenti e primo tra tutti, il Cristianesimo, ma anche il Buddhismo, l’Islamismo e l’Ebraismo.

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- il 20 marzo 1904 e.v. si instaurò l'Eone di Horus (il numero 5) la cui caratteristica è la Forza e il Fuoco e la sua formula la Reintegrazione,
tale data coincide per i thelemiti coincide con l'invocazione da parte di Crowley di Horus e della canalizzazione qualche giorno dopo del Liber AL vel Legis (Libro della Legge)

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- A questo Eone seguirà il settimo (il numero 6) attribuito alla dea delle Giustizia Maat e contraddistinto dalla fioritura della piena coscienza solare.

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Ora sorge la domanda quando verrà l'Eone di Maat? Durerà anche questo 2.000 anni? Oppure cause le forze in gioco è già iniziato?

Crowley cercò di evocare diverse volte l'Eone di Maat tramite il LAM (ricorderete il primo grigio)

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Lam!

Tu Voce del Silenzio,

Glifo di Hoor-paar-Kraat;

Il Se Nano, il Dio Profondo.

Porta per l'Eone di Maat!

Io Ti evoco! Io Ti evoco!

Con il mantra Talam-Malat,

Talam-Malat,

Talam-Malat...



Nonostante questi sforzi Crowley era convinto che sarebbe passato molto tempo tempo ancora questo in accordo anche la tradizione degli Yuga, attualmente stiamo in Kali Yuga e dovrebbe durare a lungo ancora.

Ma anche qua ci sono discordanze tra gli interpreti, una data vicina è il 2327, altri parlano di millenni.

Grant invece era convinto come Charles Stansfeld Jones che l'Eone di Maat dove tutto si sarebbe riappianato e sarebbe tornata l'età dell'oro era imminente, legato all'età dell'acquario tanto decantata dalla new-age.

Per comprendere il pensiero di Grant riporto un brano dell'articolo “The Typhonian Tradition” di Simon Hinton


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"La Tradizione Typhoniana

tratto dall’articolo “The Typhonian Tradition” di Simon Hinton

Definizione di Tradizione Typhoniana

Il termine Typhoniano fu usato estensivamente dal brillante studioso del 19esimo secolo Gerald Massey nella sua monumentale opera sulla religione antica, come una descrizione dei culti che adoravano la Dea Primordiale, identificata con la costellazione dell’Orsa Maggiore.

L’adorazione della Dea, come si suppone ampiamente, precedette tutte le forme di adorazione di dio maschile e la sua essenza è ancora oggi riflessa in termini come “Madre Natura”.

Si ritiene verosimile che in queste primitive fasi della civiltà il ruolo del maschio nella procreazione non fosse compreso pienamente. Concepimento, gestazione e nascita sarebberostate viste come un processo misterioso della donna che si divideva dando vita a una nuova creatura.In questo stadio troviamo che la dea Typhon e suo figlio Set sono riferiti quasi come una comune entità. Con l’evolversi della civiltà ci fu un graduale cambiamento di tale convinzione, e l’adorazione si spostò da una fase lunare e matriarcale (la Dea) ad uno stadio maschile, solare-fallico.

In questo tempo il ruolo del maschio nella procreazione fu compreso pienamente e risultato di ciò fu il drammatico mutamento dei culti, nei quali fu posta una maggiore enfasi sul principio maschile rispetto a quello femminile.Le varie divinità non sfuggirono a questa onda di revisionismo e l’adorazione a un dio maschile divenne la nuova ortodossia.

Coloro che persistettero ad adorare la Dea furono visti dapprima come antiquati, poi come bizzarri e perversi, ed infine come una vera e propria minaccia. La visione solare si consolidò nella politica come struttura sociale patriarcale e ciò produsse una netta separazione tra le correnti di adorazione lunare e solare, che si concretizzò nel conflitto sociale in cui gli aderenti all’antica forma di adorazione, i Typhoniani, ebbero la peggio.

Fu allora che i Typhoniani, cominciarono ad essere visti come gli Oppositori; coloro che nuotano contro la corrente della maggioranza dei loro contemporanei. Nella maggior parte del periodo dinastico dell’antico Egitto, Set, Set-Typhon o anche semplicemente Typhon fu descritto come l’Oppositore, impegnato in una perpetua battaglia con Horus.

Si deve tenere presente che il cambiamento dei tempi fu anche il cambiamento delle culture e delle mitologie che venivano rappresentate.In questo stadio, per esempio, il termine “Typhon” è sinonimo di Set come il tormentatore di Horus, piuttosto che come la dea primordiale dei tempi primitivi. Nel mondo Giudeo-Cristiano, le cui tradizioni furono profondamente influenzate dalla civiltà Egiziana,l’oppositore fu identificato come Satana, Lucifero, il Diavolo.

E’ una triste ironia il considerare che gli uomini si rivoltarono contro la stessa Madre Natura, considerandola impura, quando niente poteva essere più lontano dalla verità. Tempi più recenti, tempi di orrendi estremismi della misoginia radicata nella religione patriarcale, videro decine di migliaia di donne torturate e bruciate sul rogo come streghe ed eretiche, semplicemente a causa della loro sessualità e del loro spirito di associazione. La Tradizione Typhoniana dovrebbe essere concepita come la volontà di ricostituire l’equilibrio tra i sessi, incoraggiando il principio femminile in una nuova era di illuminazione. Ciò non significa la restaurazione della precisa forma primordiale di adorazione, ma piuttosto di una nuova visione di equilibrio tra i principi maschile e femminile. Un’altra derivazione del termine Typhon si trova nella sua affinità con il Tifone. Il tifone è una forza vorticosa potente e distruttiva. E’ la forza e il fuoco che caratterizzano l’Eone di Horus, che ha provocato catastrofi e rovine sul mondo fin dal suo avvento, nel 1904"





Fonti:

http://www.scribd.com/doc/52916264/La-T ... Typhoniana

http://www.arcadia93.org/thegateway.html



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MessaggioInviato: 28/05/2011, 12:48 
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Hynekeniano ha scritto:

C'è una credenza da sfatare, cioè il fatto che il Femmineo Sacro sia sempre stato associato ai culti lunari, riporto da wiki:

"Comunemente si pensa alle divinità solari come l'equivalente maschile della divinità lunare (in genere femminile); tuttavia, divinità solari femminili si ritrovano in ogni continente (per esempio, Amaterasu nella credenza Giapponese), così come si ritrovano divinità lunari maschili. Tra i primi documenti di credenze umane, le prime dee del pantheon Egizio portavano un sole sulla testa come simbolo di dignità. Il sole era una delle espressioni maggiori dei simboli e dei geroglifici egiziani; tutte le divinità lunari del pantheon erano maschili. Il cobra, la leonessa, la mucca, i simboli dominanti delle più antiche divinità egizie mostravano la loro relazione con il sole in cima alla testa; erano divinità femminili ed il loro culto rimase attivo per tutta la storia della cultura. In seguito, nella diciottesima dinastia, venne posto un dio sole in cima alle altre divinità solari, prima che l'”aberrazione” fosse spenta e il vecchio pantheon ristabilito.

Alcuni mitologi, come Brian Branston, sostengono che le divinità solari femminili siamo, a livello globale, maggiormente diffuse che non le loro controparti maschili. Affermano anche che la convinzione che le divinità solari siano in primo luogo maschili è collegata al fatto che poche mitologie meglio conosciute (come quelle del tarda Grecia classica e la tarda mitologia Romana) raramente infrangono tale regola, sebbene delle analisi più ravvicinate dei miti precedenti di quelle culture rivelino una distribuzione molto diversa di quella della credenza popolare contemporanea. Il dualismo sole/maschio/luce e luna/femmina/oscurità si trova in molte (ma non tutte) tradizioni dell'Europa meridionale che derivano dalle filosofie Gnostiche e Orfiche.

Nella mitologia Germanica il Sole è femmina e la Luna è maschio. Il nome corrispondente in inglese antico è Si#541;el (/#712;s#618; jel/), che deriva dal Proto-Germanico *Sôwilô o *Saewelô. La dea del sole dell'antica Germania Alta è Sunna. Nelle tradizioni scandinave, ogni giorno Sól corre attraverso il cielo sulla sua carrozza, spinta da due cavalli di nome Arvak e Alsvid. Anche Sunna, Sunne, e Frau Sunne venivano chiamate Sól, dalle quali derivano le parole “sun” (sole) e “Sunday”"

http://it.wikipedia.org/wiki/Sole_%28di ... e_maschile

Il sole era associato inizialmente al Femmineo Sacro, sia perchè con i suoi raggi permetteva la vita, sia per il rosso uguale al sangue del ciclo, la luna bianca era accostata al principio maschile dal colore dello sperma.

Troviamo queste analogie anche in alcune scuole ermetiche, comunque poca importanza ha dato che questo ha importanza solo in una limitata visione duale del mondo illusorio, chi comprende il senso della Madre e dei suoi 3 cicli è al di sopra di queste divisioni.




Ah, finalmente qualcuno che lo dice!
Anch'io ho sempre cercato di far capire come l'idea che il Sole sia "maschio" e la Luna "femmina" sia in realtà un'immagine tipica più che altro dell'Occidente moderno o perlomeno medioevale e tardo-classico, completamente estraneo all'antichità.
In realtà, l'associazione fra la Dea Madre e la Luna è un'identificazione relativamente recente, dovuta più che altro al prevalere nel mondo mediterraneo della cultura greco-romana, che aveva abbracciato e diffuso questa convinzione. Infatti, per esempio, Diana in origine non era affatot la Dea della Luna, bensì una Dea della Luce genericamente intesa, e in particolar modo della luce che di giorno splende nei boschi e sulle messi, dandogli vita (oltre che essere una Dea delle piante, delle messi, dei boschi e degli animali, cioè in pratica una Dea della forza vitale)
I popoli germanici e celtici, europei fino all'osso, adoravano generalmente una Dea del Sole (Sul per i Britanni e Suuna per gli Scandinavi) e un Dio della Luna (Mane per gli Scandinavi).
Del pari, anche gli antichi Sabei, nel regno arabo di Saba, adoravano la Dea del Sole Sams e il Dio della Luna Sin, entrambi di origine mesopotamica. E anche gli Eschimesi, i Mongoli e la tribù aborigena australiana degli Arunta adorano una Dea del Sole e un Dio della Luna.
E rimane ancora emblematico, certo, il caso del Giappone, dato che lo Shintoismo è ancora praticato in Giappone.
Nei paesi baschi sia il Sole che la Luna erano divinità femminili, e venivano chiamate "le Figlie della Terra", cioè Mari, la Dea Madre della religione sciamanica basca, di origine preistorica, poiché probabilmente le Tre Dee formavano una Triade (o una Trinità, se vogliamo) di Dee Madri, che possiamo identificare con la Trumusjat italica, la Dea Trifronte delle Alpi, o anche con Diana Trivia, la triplice Dea delle Streghe.
Se poi andiamo a guardare gli Dei lunari, vediamo che sono ancora più numerosi e diffusi delle Dee solari. Di Dee lunari sembrano essercene state gran poche nella storia delle religioni....
E se si ragiona un attimo sul significato dei simboli, non è da stupirsi che sia così. Di fatto, il Sole, in quanto astro che diffonde luce e calore, focolare dell'universo e fonte di vita per tutti gli esseri, è infatti una "Madre", soprattutto quando cala o sorge, rosso e gonfio all'orizzonte, toccando quasi la Madre Terra... in quel momento più che mai suggerisce l'idea di una calda mamma... tant'è vero che i Giapponesi l'hanno eretto/a a emblema della loro bandiera nazionale....
La Luna invece, bianca come lo sperma e apportatrice di maree e piogge che fecondano la terra, e con le "corna" della falce, è decisamente "Padre", simbolo di virilità fecondatrice, e infatti presso certi popoli antichi, come gli Egiziani, era simboleggiato dal toro. Si suppone infatti che l'originario Dio degli Ebrei sia stato Sin, il mesopotamico Dio della Luna, adorato anche dagli antichi Arabi, come farebbe pensare l'episodio del vitello d'oro nel libro dell'Esodo e il fatto che Jahwé si sarebbe manifestato a Mosé sul Sinai, il cui nome deriverebbe appunto dal culto di questo Dio.
Anche nell'Islam si troverebbero tracce del culto di Sin, dato che pare che lo stesso Allah sarebbe stato anch'esso originariamente Sin, cosa suggerita anche dal fatto che la falce di luna è il simbolo stesso dell'Islam.
Qualcuno chiederà: e allora perché le moderne forme del Neopaganesimo, come la Wicca, identificano la loro Dea Madre con il simbolo della Luna e il loro Dio Cornuto con il Sole, quando dovrebbe essere il contrario?
Semplicemente perché Gardner, fondatore della Wicca, e altri padri e madri spirituali del Neopaganesimo si sono tutti ispirati, chi più chi meno, al Vangelo delle Streghe di Leland, dove la Dea Madre delle streghe italiche è la Diana medioevale, che dopo essersi fusa con il culto di Iside importato in Italia dall'Egitto in epoca imperiale, era di fatto una Dea lunare, il cui culto veniva celebrato con il plenilunio.
Fratello e amante di Diana era Lucifero (da non identificare con il Satana cristiano), il Dio della Luce, che Gardner ha finito con identificare con Apollo Dio del Sole (in realtà, il Lucifero della stregoneria è più probabilmente Dioniso-Bacco, Dio del Vino, dell'Ebbrezza, della rinascita dei campi a primavera e della vita eterna nell'aldilà, il cui culto era molto diffuso in Italia e che pare sopravvisse come il culto di Diana in luoghi isolati, come la Sardegna per esempio, infatti Dioniso veniva rappresentato spesso come un caprone o anche un toro, cioè un animale cornuto, e la sua immagine poi è andata a creare quella del Diavolo cristiano come appunto un uomo-caprone con le ali di pipistrello).
Siccome i Wiccan (e mi aspetto delle critiche per queste affermazioni), non dimostrano una gran cultura in fatto di storia delle religioni, assumono le dottrine di Gardner e seguaci vari senza approfondirle, proseguono con il concetto, fondamentalmente sessista, che il Sole (perchè più "forte") sia "maschio" e la Luna sia "femmina" (perché più "debole"). Con buona pace di quelle streghette che credono che essere Wiccan sia un atto di femminismo....


Ultima modifica di Enkidu il 28/05/2011, 12:59, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28/05/2011, 14:23 
Interessante anche il fatto che simbolicamente il sole sia legato all'archetipo di spirito e che anche ques'ultimo abbia subito attraverso i secoli un processo culturale di "mascolinizzazione"...



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MessaggioInviato: 28/05/2011, 14:53 
La mascolinizzazione è caratteristica delle nostre zone come ha spiegato Enkidu, poi con lo scempio del patriarcato grazie alle degenerizzazioni monoteiste ha fatto il resto.



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MessaggioInviato: 28/05/2011, 15:07 
Hynek..considera che l'archetipo precede il simbolo. E' il cambiamento culturale a modificare l'archetipo o è l'archetipo a produrre il cambiamento culturale?



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MessaggioInviato: 28/05/2011, 15:48 
Bel dubbio ma semplicissima risposta.

Gli archetipi si evidenziano con simboli, e i simboli al contrario dei pensieri hanno più potenza degli uomini come diceva Olimpiodoro da Tebe, un simbolo fa vibrare le corde dello spirito tutto assieme, i pensieri compaiono uno alla volta.

Sono gli uomini che modificano i significati dei simboli vedasi la croce.

Il problema è di elevazione Spirituale, una mente povera per peso Karmico, per limitatezza mentale, per catene dell'ego vedrà solo quello che gli è stato indottrinato, o la via apparentemente più semplice venduta dai mercanti, e qua ne abbiamo ampie prove post new-age con le amenità che vediamo nei mondi para-ufologici e di frontiera.

Io so che il Sole incarna il Femmineo Sacro e lo percepisco, ma se vai a dirlo in giro più di tanto ti prendono per matto, conta che anche in ambienti come quelli rosacruciani (parlo dei livelli bassi di conoscenza) viene detto che il sole incarna l'archetipo maschile e la luna quello femminile.

Ti faccio un esempio visto dal punto di vista ermetico avrai presente la transunstatazione durante la messa, rito cannibale.

Alle donne viene o meglio veniva imposto il velo in testa, ragione reale impedire che ricevessero determinate energie, ma il bello viene tra corpo e sangue di cristo.

Ma riporto questo nella speranza che non arrivino anatemi bigotti, tanto sono già scomunicato. [:D] [;)]

"Ora, sappi con l’Ermete di quest’Arte tradurre in linguaggio alchemico tale profanazione simbolica onde pervenire al suo vero significato, e sostituisci gli ingredienti del vero Magisterio, così che avrai:

VINO= fluido alchemico rosso = sangue mestruale

ACQUA= fluido alchemico bianco = aqua solis (urina)

OSTIA = mercurio bianco (sperma)

CALICE = cucurbita ove avviene la transustanziazione alchemica, cioè la muliebre vagina."



Mica la chiesa ha raccontato questo, dice che è il corpo ed il sangue di Cristo.

L'ostia è bianca e rappresenta la luna nella sua forma, il sangue è rosso come quello che da la vita, e che i monoteismi hanno ritenuto impuro allontanando le donne dai villaggi addirittura.

l'archetipo rimane lo stesso perchè è immutabile come il simbolo, è la spiegazione e l'interpretazione che ne hanno le masse obnubilate, e purtroppo nella loro cieca ignoranza cercano di distruggere ciò che non capiscono e per limiti soggettivi non riescono ad avere, vedasi i discorsi di stermini giusti e di eugenetica nel topic di Silvio. [xx(] [xx(] [xx(]

Ci saranno pochi che anche senza nozioni esoteriche o ermetica capiranno ma le masse seguiranno i pastori.


Ultima modifica di Hynekeniano il 28/05/2011, 16:20, modificato 1 volta in totale.


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La Dea prima di Dio: gli antichi culti dei Baschi.

Per comprendere meglio la storia in un’ottica più moderna e aperta, è necessario dimenticare molti dei preconcetti che ci sono stati insegnati a scuola, fin dalle elementari. Spesso infatti, gli stessi maestri e professori di lettere sono vittime essi stessi di preconcetti che hanno assimilato quando erano studenti e di cui non si sono liberati, poiché non si sono mai aggiornati sulle nuove scoperte della ricerca storica.
Che magari nuove non sono, ma semplicemente sono state occultate per decenni, secoli, se non addirittura millenni, dal pregiudizio di un’intera cultura.
Per esempio l’idea, prima universalmente accettata, che Nerone fosse stato uno spietato tiranno, pazzo e piromane, che aveva incendiato la sua stessa capitale imperiale. Chi potrebbe adesso non stupirsi di fronte alla verità storica, cioè che Nerone invece fu uno dei sovrani più illuminati di Roma e della storia antica, che guidò Roma al massimo vertice del suo benessere nell’epoca imperiale, e che fece di tutto per salvare Roma dall’incendio, a cominciare dai quartieri dei più poveri? E che tale rovesciamento del suo personaggio storico fu dovuto alla Chiesa, che doveva demonizzarlo semplicemente perché fu il primo imperatore romano a perseguitare i cristiani, considerati da tutti al suo tempo nemici dello Stato e delle sue leggi?
Questo tanto per far capire che “la Storia” con la “s” maiuscola è molto diversa dai sentito dire e spesso dalla ricerca storica stessa, che essendo ostacolata dalla mancanza di documenti e dagli stessi pregiudizi culturali e morali, non può inquadrare obiettivamente i fatti accaduti.
Ma torniamo a bomba: cosa c’entra questo con “la Dea prima di Dio”?
Per cominciare, è da sfatare un pregiudizio comune sulla presunta fine del Paganesimo in Europa.
A scuola, ci è stato insegnato che, con l’Editto di Costantino del 313, che liberalizzò il Cristianesimo su tutto il territorio dell’Impero Romano, il Paganesimo sia poi scomparso nel giro di poche generazioni nei paesi civilizzati d’Europa, soppiantato dal solo Cristianesimo, e che il Medioevo sia stato completamente cristiano, a parte i cosiddetti paesi “barbari”, come la Germania, la Scandinavia e i paesi slavi, non ancora raggiunti dalla civiltà romano-cattolica o da quella bizantina-ortodossa, dove i culti degli antichi Dei continuarono in tutto l’Alto Medioevo, fino alla finale conversione di tutta Europa intorno all’anno 1000, dall’Atlantico agli Urali.
Un altro pregiudizio storico trasmessoci da certi insegnanti, è che gli Dei del Paganesimo, quando è arrivato il Cristianesimo, sarebbero già stati moribondi. Secondo questo pregiudizio, la gente già avrebbe smesso di credere agli Dei dell’Olimpo, amorali e irrazionali, caratterizzati da miti simili a favole surreali, incapaci di dare un senso alla vita umana e senza alcuna dottrina sulla vita eterna dell’aldilà.
Tutte balle, naturalmente. Certo che gli Dei dell’Olimpo, così come ho descritto qui sopra, erano già tramontati da un pezzo, ma erano stati sostituiti da altri Dei, quelli misterici, protagonisti di culti segreti e portatori di ben precisi insegnamenti morali e teologici e di una chiara visione della vita eterna dell’aldilà. Divinità come Mitra, Dioniso, Cibele e Iside andavano per la maggiore in molte classi sociali, e rivaleggiavano con il nuovo Dio venuto dalla Palestina, che per certi aspetti non era tanto diverso da loro.
Inoltre c’erano le divinità e gli spiriti delle comunità di contadini e dei pastori, più vicini alla cultura neolitica della gente di città, i quali rimanevano, per carattere culturale, molto affezionati ai loro Dei della Natura, delle messi, dei boschi, delle acque, del cielo e della terra, dal cui favore dipendeva il benessere delle comunità agricole. Essi erano divinità in gran parte “ctonie”, cioè legate alla terra e al mondo sotterraneo o alle profondità delle acque, in contrasto con le divinità olimpiche, in genere divinità superne, celesti.
Il termine “pagano” infatti deriva dal latino “paganus”, che significa “abitante del pagus”, cioè del villaggio di campagna. Questo perché appunto nel Medioevo i contadini venivano considerati “pagani”, seguaci delle antiche idolatrie, dalla gente di città.
E infatti, nei secoli seguenti all’Editto di Costantino, mentre la gente di città si convertiva tutta o quasi al Cristianesimo, nelle campagne e specialmente nelle regioni più isolate, come quelle di montagna, il Paganesimo si conservò in una forma ben diversa da quella degli Dei olimpici, traendo forza da culti antichissimi forse mescolati con alcuni dei culti misterici importati da Oriente.
Era quella che in Italia si chiamava “la Vecchia Religione”, così denominata per distinguerla dalla “Nuova Religione”, cioè il Cristianesimo. Di recente però questo termine ha finito per significare “religione arcaica”, poiché i suoi seguaci a volte sostengono che sarebbe una religione di origine preistorica, come farebbero pensare in effetti certi dati storici ed archeologici.
Uno dei luoghi in cui tale Vecchia Religione si conservò meglio fino ai nostri giorni, sopravvivendo alla diffusione del Cristianesimo e all’Inquisizione, furono i Paesi Baschi, nella regione dei Pirenei. Una zona adattissima per il suo naturale isolamento.
I Baschi, si sa, sono una popolazione antichissima, la più antica d’Europa, e pare discendano direttamente dalle primitive popolazioni di Cro-Magnon che avrebbero vissuto per prime in Europa fra tutti gli uomini Sapiens. Prima dei Cro-Magnon infatti ci sarebbero stati solo i Neanderthal e altre specie ominidi, da cui non discende la specie dei Sapiens, la nostra.
Il loro linguaggio e la loro cultura sono completamente diverse da quella degli altri popoli europei, e si presume quindi che derivino direttamente, attraverso 18.000 anni di storia, da quelle popolazioni preistoriche.
In mezzo ai loro monti, i Baschi conservarono nelle comunità di montanari, pastori e contadini, culti pagani che, si presume, provengono anch’essi da una remota preistoria, e infatti la natura di tali culti dimostra il legame con altri culti antichissimi.
Le sacerdotesse sciamaniche di tali culti baschi erano le “sorginak”, quelle che per noi sarebbero le nostre tradizionali streghe, di cui parlerò nel mio prossimo post.
Custodi delle antiche tradizioni, le “sorginak” adoravano molte divinità, su cui spiccava una in particolare, la grande Mari, Dea della Terra e del Mare, Madre degli Dei.
Alcuni hanno pensato che il nome derivi da Maria, madre di Cristo, con la quale sarebbe stata identificata, come è avvenuto anche in Italia, ma in realtà pare che il nome significhi “fanciulla”, come la Core greca.
Infatti Mari assomiglia straordinariamente sia alla Eurinome di Esiodo, sia a Demetra e Persefone dei Misteri Eleusini.
Mari risiede infatti nelle profondità della Terra e del Mare, con il suo sposo Sugaar, un Dio-Serpente, simile al greco Ofione, sposo di Eurinome.
Nelle profondità della Terra, ci sono gli Inferi dove dimora e regna Mari, in un paradiso sotterraneo dove scorre il latte e il miele e dove la Dea Madre accoglie gli spiriti dei defunti.
Mari inoltre ha due figlie: Eguski, la Dea del Sole, e Illargi, la Dea della Luna.
È un caso interessante il fatto che nelle antiche leggende delle Dolomiti, le cui origini risalgono alle popolazioni celtiche, etrusche e venete che popolavano la zona dolomitica, la Regina dei Fanes, la quale dorme nelle profondità della Terra in attesa del risveglio del suo popolo dal mondo sotterraneo, avesse due figlie gemelle: Dolasilla, simbolo del Sole, e Lujanta, simbolo della Luna. La Regina dei Fanes doveva essere una rappresentazione della Dea della Terra.
Sempre nella zona dolomitica era adorata una Dea trifronte, di nome Trumusjat- (affine a Diana Trivia). La triade Dea della Terra – Dea del Sole – Dea della Luna può aver appunto formato la triade della Dea Trifronte, come appunto era anche Diana Trivia, Signora dei Tre Mondi: Cielo, Terra ed Aldilà (Inferi).
Alcuni identificano la triplicità di Diana e delle altre Dee Madri Trifronti, come la britannica ed irlandese Brig o Brigid, come una rappresentazione della Luna, che ha appunto tre volti o manifestazioni: Luna Crescente, Luna Piena e Luna Calante.
In realtà, ritengo questa interpretazione come limitativa e derivante dal fatto di voler identificare la Dea Madre solo con la Luna, cosa del tutto arbitraria e scorretta.
La triplicità della Dea Madre Trifronte sarebbe dunque invece la triade Terra-Sole-Luna, triplice fonte della vita. Ciò spiegherebbe anche perché i tre volti della Dea sarebbero rappresentati attraverso i colori bianco-rosso-nero. In quanto appunto il volto bianco rappresenterebbe la Luna, quello rosso il Sole e quello nero la Terra.
Date tutte queste considerazioni e questi dati di storia religiosa, si può dunque arguirne che il culto dei Baschi derivi direttamente dalla religione delle antiche popolazioni preistoriche europee, il cui carattere si sarebbe conservato appunto non solo presso i Baschi, ma anche in certi culti italici, ellenici e irlandesi?
Certo, è molto difficile dimostrare una tale antichità del culto, in mancanza di tradizioni scritte e orali, ma certamente ci sono buoni motivi per pensare che in ogni caso si tratti di un culto molto antico, proveniente come minimo dai culti matriarcali neolitici, dove una Grande Dea Madre della Natura era accompagnata da un Grande Dio Serpente o forse anche da un Grande Dio Cornuto, identificato con un toro o un capro (anche presso i Baschi c’era un Dio-Capro delle selve, di nome Akerbeltz) e accompagnata da una quantità di spiriti divini della Natura.
Nel prossimo post parlerò del carattere della Dea Madre nella tradizione italica.


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DIANA, LA DEA DELLE STREGHE
Tutti sanno quale orribile sequela di atrocità è stata la caccia alle streghe in Europa nei secoli passati: migliaia di persone innocenti, soprattutto donne, ingiustamente accusate di pratiche demoniache e di riti blasfemi, processate senza prove né testimoni, sottoposte a orribili torture per farle “confessare” qualsiasi blasfemità venisse concepita dalla fantasia malata e paranoica degli accusatori, e alla fine condannate al rogo, la morte più orrenda e atroce che si possa immaginare. Il tutto in nome di Dio e della lotta ai “complotti del Demonio”.
Ma anche qui alberga il pregiudizio popolare, e i fatti storici non li conoscono che pochi. Contribuiscono non poco certi mass media che fanno vedere nei film donne medioevali che hanno commesso davvero atti di stregoneria come culto a Satana e perciò vengono condannate al rogo da una Chiesa Cattolica oscurantista e fanatica. Come dire che in fin dei conti una qualche ragione la caccia alle streghe ce l’aveva, ma se non ce l’aveva, in ogni caso è colpa dei cattolici del Medioevo, notoriamente oppressori e contrari ad ogni libertà di coscienza….
Pochi sanno che questo stereotipo filmografico di cui si nutre ancora oggi il pregiudizio popolare è una sequenza di inesattezze e bugie: la verità è che la vera e propria caccia alle streghe riguardò soprattutto la fine del Medioevo, il Rinascimento e il secolo XVII, il secolo in cui la Chiesa cominciava a perdere piede e il Protestantesimo di era ormai diffuso in molti paesi, oltre ai primi bagliori di libero pensiero, che preparavano l’avvento dell’Illuminismo.
I protestanti si resero colpevoli del sangue di migliaia di innocenti presunti seguaci di Satana tanto quanto i cattolici, se non di più, dato che il loro fanatismo raggiungeva livelli ancora superiori a quello dei cattolici.
Ma come finì la caccia alle streghe? Forse furono i lumi dell’Illuminismo a illuminare la mente delle persone (scusate il gioco di parole, ma non ho potuto resistere), convincendole che il diavolo e le sue stregonerie non esistevano?
Col cavolo! Sapete cosa fece finire questo orribile scempio di sangue innocente? Semplicemente la razionalizzazione del sistema giudiziario, dovuto questo sì a un cambiamento di mentalità nelle alte sfere, che si rendevano conto che l’uso della razionalità non solo nel pensiero, ma anche nell’ordine sociale, era un’ottima cosa.
Infatti, il sistema giudiziario degli stati europei decise che per accusare e condannare qualcuno erano necessari dei testimoni e delle prove concrete, oltre al fatto che non potevano essere accettate delle denunce anonime, e che inoltre le “confessioni” estorte sotto tortura non erano attendibili, in quanto chiunque è disposto a confessare qualsiasi cosa, a patto che le sofferenze possano cessare.
Quando furono introdotte queste semplici norme nei processi, per noi ovvie e dotate del minimo buonsenso, ma per quei tempi rivoluzionarie, improvvisamente tutti i processi per stregoneria cessarono ovunque!
Nel Secolo dei Lumi, come per magia, le streghe scomparvero dai tribunali, anche se la gente continuava tranquillamente, e continuerà fino ai nostri giorni, a credere nelle streghe, nei malefici, nella magia, nel malocchio, nei talismani e nei commerci col Demonio.
Infatti non si riuscì a trovare una sola prova a sostegno dell'ipotesi che le streghe esistessero e facessero tutto quello di cui erano accusate, così la caccia alle streghe non poté che finire, per fortuna.
Ma ogni volta che i popoli e gli stati vengono percorsi da isterie collettive e dalla voglia di accuse infondate a persone e gruppi “scomodi”, di parla ancora giustamente di “caccia alle streghe”, per mitigare con opportuni sensi di colpa storici certe ossessioni pericolosamente vicine a superstizioni antiche.
Nel XIX secolo, poi, divenne convinzione generale presso le classi intellettuali che le streghe e gli stregoni, con i loro sabba e i loro rapporti con il Diavolo, non fossero mai esistiti.
Non solo perché nessuna persona intelligente e seria poteva più credere a Satana e ai suoi magici inganni, ma perché tali racconti si erano rivelati una serie di fantasie deliranti che esistevano solo nella mente feroce e malata degli inquisitori, pieni di odio per le donne e di disprezzo sessuofobico e sessista per la loro femminilità.
Ma ci fu, alla fine dell’Ottocento, chi cominciò ad intravedere un’altra verità più complessa dietro i fantasiosi racconti del passato sul conto delle streghe, e avanzò un’altra teoria, che oggi tende ad essere quella prevalente: le streghe e la stregoneria sono esistite e forse esistono ancora, ma non nel senso e nel modo isterico e fanatico in cui lo intendevano gli inquisitori della caccia alle streghe.
Quali le fonti? Analizziamo assieme la storia della stregoneria in Italia.
Come ho già detto nel precedente post, il Paganesimo non scomparve completamente dall’Italia e dall’Europa nell’Alto Medioevo, ma continuò a prosperare per molto tempo ancora in località isolate, spesso in modo segreto, ma di cui comunque la società del tempo era a conoscenza.
Ce lo conferma il “Canon Episcopi”, cioè “il Canone del Vescovo”, testo religioso del IX secolo, più o meno poco dopo il regno di Carlo Magno, scritto per essere una sorta di guida spirituale per i chierici del tempo, e su come affrontare i problemi della Chiesa del tempo.
Il “Canon Episcopi” parla a chiare lettere della stregoneria nell’Italia del tempo, e dei suoi legami con antichi culti pagani, praticati soprattutto da donne, sciamane-sacerdotesse di una Dea tipicamente italica: Diana. Era la cosiddetta “Societas Dianae”, la “Società di Diana”, di cui pare facessero parte molte donne del popolo a quell’epoca.
Anche se il “Canon Episcopi” non parla ancora di “streghe”, fa capire che le donne della Società di Diana altro non erano che loro, dato che ne avevano tutte le caratteristiche, ma le descrive secondo un'interpretazione teologica ben diversa da come verranno poi descritte molti secoli dopo, durante la vera e propria caccia alle streghe.
Innanzitutto, non le descrive come devote a Satana, bensì a Diana appunto, e il sabba stregonesco non avrebbe per protagonista e signore il Maligno della tradizione cristiana, ma appunto sempre la Grande Dea del Paganesimo, considerata dai chierici una vana illusione, in quanto per essi solo il Dio cristiano esiste realmente.
Così anche i presunti poteri magici delle streghe vengono descritti come mera illusione, e i membri della Società di Diana vengono descritti come poveri illusi che si autosuggestionano, credendo di avere poteri magici che in realtà non hanno.
Se il Diavolo c’entra con i sabba delle streghe, fa capire il “Canon Episcopi”, esso semplicemente fomenta gli autoinganni delle partecipanti, e nulla più.
La “colpa” delle streghe quindi non sarebbe di praticare arti magiche e di adorare il Diavolo, bensì di praticare il Paganesimo e di professare dottrine assurde.
Infatti, il “Canon Episcopi” afferma a chiare lettere che le donne della Società di Diana credono di poter trasformarsi di notte in animali come gatti, lupi, civette e via dicendo, per poter volare o correre a grande distanza, e raggiungere il sabba, o di volare in cielo tramite scope, o a cavallo di capri o tavole, al seguito di "Diana ed Erodiade" e altri spiriti.
Ma l’autore del “Canon Episcopi” dice che si tratta solo di illusioni, per cui tali donne non si trasformano affatto in animali né volano nel cielo, ma semplicemente credono di farlo, in virtù di un’allucinazione, questa sì dovuta a un inganno del Demonio, che si prende gioco di esse, portandole lontano dalla verità. Delle poverette in preda ad allucinazioni insomma, non certo agenti di Satana.
Sconcerta dunque questo atteggiamento così razionalista da parte delle gerarchie della Chiesa Cattolica nei cosiddetti “secoli bui”, che invita a un certo sano razionalismo per contrastare le superstizioni del tempo. Se la Chiesa avesse seguito questa linea di condotta anche nei secoli successivi, quando la civiltà si era evoluta (ma non le menti degli individui, sembra), migliaia e migliaia di innocenti si sarebbero salvati, se non altro per la convinzione che i loro “delitti” non erano questa cosa immonda che poi si è voluto far credere.
Il “Canon Episcopi” dunque sembra provare una verità storica essenziale: le streghe sono esistite e così la pratica della stregoneria, ma non si trattava di riti ed incantesimi volti ad adorare Satana ed ottenerne favori, bensì si sarebbe trattato di antichi culti pagani conservatisi in certe sacche nascoste della società medioevale.
Ma fu uno studioso americano di idee anarchiche che, paradossalmente, fu il primo a svelare la verità al riguardo, un autore pressoché sconosciuto in Italia, come la sua opera: Charles Godfried Leland. Egli confermò le descrizioni del “Canon Episcopi”, rivelando antiche tradizioni italiche sul culto di Diana e sulle sue sacerdotesse: le streghe.
Charles G. Leland aveva viaggiato in molti paesi e nel proprio, raccogliendo leggende e tradizioni locali, finché verso la fine della sua vita, sul finire dell’Ottocento giunse in Italia, e precisamente in Toscana, dove fece delle importanti e sconcertanti scoperte.
Morì a Firenze nel 1899 dopo aver pubblicato un libro importantissimo che avrebbe avuto un’influenza notevole sulla cultura anglosassone del Novecento, ma che fu completamente ignorato in Italia (il perché resta un mistero e meriterebbe un’indagine in proposito). Tale libro era “Aradia, or the Gospel of the Witches”, cioè “Aradia, ovvero il Vangelo delle Streghe”).
In tale libro afferma di aver scoperto i segreti della cosiddetta “Vecchia Religione”, cioè la religione praticata in Italia prima dell’avvento del Cristianesimo, la Nuova Religione, e che era sopravvissuta in Toscana e in Romagna, soprattutto fra i monti e le valli dell’Appennino, nei luoghi più isolati.
Tali culti si incentravano soprattutto sul culto di Diana, Dea della Luna, delle selve e degli animali, Regina del Cielo e delle Streghe.
Leland, nell’introduzione al “Vangelo” dice che tale testo gli fu donato da una vera strega, una delle utlime, ormai prossime all'estinzione, custode delle antiche tradizioni della Vecchia Religione, di nome Maddalena.
I critici dubitano che sia mai esistita, ma anche se fosse stata una finzione di Leland, resta il fatto che appare assai improbabile che il Vangelo sia un’invenzione sua. Certamente, il culto di Diana non può essere un’invenzione di Leland.
Nel Vangelo vengono descritti i riti del sabba e i fondamenti mitici del culto pagano di Diana e Aradia.
Secondo il mito descritto nel Vangelo delle Streghe, in origine Diana, Regina delle Streghe, si innamora di suo fratello Lucifero altrimenti detto Splendor, Dio della Luce, ovverosia del Sole e della Luna, che fu “esiliato dal Cielo per il suo orgoglio”, ma senza alcun riferimento al Dio biblico. Il Lucifero di cui parla il Vangelo delle Streghe infatti non ha molto a che vedere con l’angelo ribelle del Cristianesimo.
Ricordo infatti che il nome di Lucifero non compare mai né nel Vecchio né nel Nuovo Testamento, in quanto si tratta di un nome latino, che è stato attribuito a Satana solo in seguito. Lucifero quindi originariamente doveva essere una divinità pagana demonizzata dalla tradizione cristiana.
Con l’inganno, Diana riesce ad unirsi incestuosamente a Lucifero, e a generare una figlia, Aradia.
Vedendo che sulla Terra i ricchi e i potenti opprimono i poveri e li schiavizzano, decide di inviarvi la figlia Aradia, facendo sì che si incarni in una donna mortale, affinché possa insegnare ai deboli, agli oppressi e ai perseguitati, i segreti della magia, al fine di difendersi dai loro oppressori.
Aradia dunque diventa la prima strega, e insegna alle sue adepte i segreti della magia, e prima di lasciare nuovamente questo mondo, lascia come testamento i riti del sabba, e la speranza della fine di tutti gli oppressori dalla Terra, preti, ricchi e nobili, i quali saranno puniti nell’aldilà mentre i poveri e gli oppressi verranno ripagati con una vita eterna e felice. Nel Vangelo delle Streghe però è inutile cercare descrizioni di paradisi ed inferni, perché il centro dell’insegnamento di Diana e Aradia è questa vita, e non quell’altra, la quale viene affermata, ma senza descriverla, come se non si volesse accentrare il discorso su di essa.
Infatti il Vangelo delle Streghe ha soprattutto la valenza etica di una ribellione alla religione e alla morale cristiane, e alle classi dominanti dell’epoca.
Infatti, per esempio, viene detto chiaramente che per celebrare il sabba è necessario che i partecipanti siano tutti nudi, per affermare la loro libertà rispetto ai sessuofobici canoni religiosi dominanti. Ci sono poi parole di vendetta, con la raccomandazione per le streghe di usare le loro arti magiche per punire preti e ricchi, con un chiaro intento di ribellione sociale e religiosa.
Nel Vangelo delle Streghe seguono poi una serie di miti e leggende raccolti in vari luoghi da Leland e che originariamente non facevano parte del Vangelo, ma che appartengono comunque alla Vecchia Religione, e in cui il culto di Diana viene visto come consolazione e rifugio per tutti gli oppressi e gli indigenti, mentre sovente i preti cattolici vengono visti come oppressori, che però vengono prontamente puniti dall’ira di Diana, che compie prodigi per salvare i suoi adepti.
Nel prossimo post cercherò di sviscerare meglio la natura del culto stregonesco, e della figura di Diana come rappresentazione dell’antica Dea Madre, oltre che della rinascita del suo culto nel XX e nel XXI secolo.


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