All’inizio di grandi sconvolgimenti storici c’è sempre la storia di una biblioteca.
La prima bomba intelligente che gli USA gettarono su Bagdad 13 anni fa, venne destinata alla Biblioteca Nazionale che conteneva i più antichi trattati filosofici e scientifici dell’umanità (mentre nella guerra di aggressione ancora in corso è stato distrutto il Museo Nazionale con i reperti più antichi della storia umana). Esattamente come ai tempi d’Ipazia, quando vescovi cattolici e imperatori romani distrussero la biblioteca di Alessandria in cui era contenuto il sapere universale, e dove si confutavano dogmi e gli assoluti, in una ricerca dura ed emozionante attraverso la relatività delle osservazioni, del ragionamento, di uno studio continuo e scevro da condizionamenti del potere, Ipazia e la sua scuola si eressero ad ultimo baluardo che la Ragione opponeva all’avanzata della Religione. La libertà di pensiero è quello per cui ha combattuto e dato la vita Ipazia, la cui morale, la cui etica, era costruita giorno per giorno nel massimo rispetto dell’uomo.
Quando il cristianesimo si affermò, impose il suo credo, la sua visione del mondo. Quasi sempre con la violenza e il terrore. Papi, re e imperatori fecero di tutto per tener ferma la Terra, per tener ferma la mente degli uomini e così poterli dominare e sfruttare facilmente. Liberare la scienza voleva dire liberare l’uomo.
Purtroppo le donne che tentarono di studiare e d’inserirsi nel mondo della scienza dovettero combattere su due fronti: il primo risaliva ai tempi di Platone, che le considerava esseri inferiori per natura (e questo sembra incredibile: Platone, Aristotele e i più grandi pensatori che ha prodotto il genere umano, che hanno dato vita all’attuale libertà di pensiero, ebbene… consideravano la donna inferiore per natura); il secondo… il ruolo secondario assegnatole proprio dai padri fondatori della Chiesa (Sant’Agostino… e San Giovanni Crisostomo che affermò che la donna porta il marchio di Eva e che Dio non le ha concesso il diritto di ricoprire cariche politiche, religiose o intellettuali!).
Infatti se Ipazia fosse stata uomo, l’avrebbero solamente uccisa. Essendo donna, dovevano farla a pezzi, nella cattedrale cristiana, per rendere quel massacro simbolico d’un sacrificio. Per escludere, nel cammino dei secoli a venire, metà del genere umano.
Ipazia ci ha insegnato che la via della ragione – la via dell’esperienza personale non mediata da altri, la ricerca continua della verità sulla nostra vita, verità che racchiude il nostro corpo, la mente, l’universo, l’intelligibile… come direbbero gli antichi filosofi, la metafisica… che vuol dire il raggiungimento d’un principio supremo non creatore, ma che è e che si evolve insieme a noi – è la via a cui ha diritto ogni essere umano.
fonte>>>
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