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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Le rinnovabili spaventano l'Enel???
MessaggioInviato: 30/03/2012, 13:09 
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/30/news/enel_contro_rischi_rinnovabili-32459174/?ref=HRER1-1

Tutta da capire [:D]
Alcune considerazioni al primo impatto:

1)Allora queste rinnovabili tanto poco non producono
2)Perchè ENEL non si adegua e passa ad una ricerca mirata per avere impianti performanti e riportare il paese all'avanguardia tecnologica nel campo?.... e riconvertire non l'intera produzione, ma almeno una parte di essa? .... si creerebbero troppi posti di lavoro qualificati? [;)]
3)Si lamentano perchè inquinano meno????



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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 30/03/2012, 13:32 
Da linciare per queste dichiarazioni... appare chiaro che parecchi impianti funzionano con i combustibili (scommetto in gran parte ENI) e che l'interesse per continuare a farli funzionare c'è...


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MessaggioInviato: 30/03/2012, 14:38 
Incredibile, nel 2011 la produzione da rinnovabili ha operto il 26% dei consumi elettrici complessivi... francamente non pensavo che si fosse arrivati a questo punto.
E penso che si possa ulteriormente migliorare, diminuendo la dipendenza dall'estero e diminuendo la quantità di veleni prodotti dalle centrali a combustibile.

Inutile dire che il nucleare è sempre più inutile......

Peccato per chi vende gas e petrolio... sembra questa l'unica preoccupazione di ENEL



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MessaggioInviato: 30/03/2012, 18:40 
Io percorro quotidianamente un tragitto di una cinquantina di km. In questo tragitto vi sono, almeno, una dozzina di impianti a terra, e qualche impianto più piccolo su tetti. Gli impianti a terra viariano da 50 a circa 100 metri di lato.
Ora, io suppongo che questo piccolo tragitto non sia un fatto singolare, ma sia più o meno analogo a tante realtà italiane. Ho fatto altre strade, con lo stesso tragitto, ed ho trovato al stessa densità di questi impiantini.
Questi impiantini solari sono nati come funghi, visto che la corrente che producono viene pagata 400 volte rispetto al normale consumo, e la paghiamo noi, con tanto di capitolare sulle nostre bollette.
Quanti ce ne saranno in tutta Italia? Vogliamo azzardare qualche migliaio? Ebbene, la produzione è meno dell'1%.
Poi possiamo stare ore a disquisire che le tecnologie ci sono, ma c'è il cover up pure qui, e blablabla, ma i dati sono questi. La produzione "diffusa" è costosa, e irrilevante. Ma anche in tempi di crisi, a noi va bene così, tanto finché ci sono i soldi per l'aperitivo e per il viaggetto d'estate, va tutto bene.



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MessaggioInviato: 30/03/2012, 19:13 
Comuni rinnovabili, Legambiente: "In Italia sono 23"
http://www.ilcambiamento.it/energie_alt ... _2012.html

Secondo il dossier di Legambiente 'Comuni Rinnovabili 2012', gli impianti da fonti rinnovabili sono presenti nel 95% dei comuni italiani e il 26,6% dei consumi elettrici è coperto dalle fonti rinnovabili. Sono 23 i comuni "100% rinnovabili" e rappresentano un mix di innovazione energetica e ambientale. Ora non resta che portare la riqualificazione in campo edilizio.
di Daniela Sciarra - 30 Marzo 2012


Il 26,6 % dei consumi elettrici in Italia è coperto dalle fonti rinnovabili
Secondo l’ultimo rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente, nel 2011 gli impianti da fonti rinnovabili nel territorio italiano sono aumentati in maniera impressionante e sono presenti in oltre il 95% dei Comuni. Il 26,6 % dei consumi elettrici in Italia è coperto dalle fonti rinnovabili.

La crescita dei Comuni dotati di impianti di grande e piccola taglia è stata costante nel tempo: erano 6.993 nel 2010, 3.190 nel 2008. Ma il dato più interessante che emerge dallo studio di quest’anno è la diffusione ampia e reticolare, sull’intero territorio nazionale, di tutte le fonti, dal solare all’eolico, dalle biomasse alla geotermia, all’idroelettrico. Si tratta di un modello distributivo che è l’esatto opposto di quello che è stato costruito intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti e agli oligopoli.

“La diffusione delle fonti rinnovabili sta cambiando lo scenario energetico nel nostro Paese con una velocità e dei risultati impensabili solo pochi anni fa. Grazie a questi impianti abbiamo ridotto le importazioni di fonti fossili e la produzione da impianti inquinanti. Ora è il momento di dare certezze a questa prospettiva, puntando su un modello sempre più efficiente, distribuito, rinnovabile”. Questo è il punto di vista di Edoardo Zanchini, vicepresidente e responsabile energia di Legambiente.

I comuni rinnovabili del Paese indicano la via maestra a un paese come l’Italia, che continua a importare oltre il 93% delle fonti fossili, che brucia per produrre energia. In queste realtà, spesso anche piccole, le rinnovabili hanno permesso di creare nuovi posti di lavoro, hanno riqualificato edifici, portato servizi e migliorato la qualità della vita. Sarebbe utile trasportare queste capacità innovative anche in campo edilizio, perché gli obiettivi sono il risparmio e l’autonomia energetica di edifici, dei quartieri e degli ambiti territoriali, unita a un fortissimo potenziamento e ad una integrazione delle reti elettriche.


Tra le buone pratiche è stata segnalata anche la Provincia di Roma, che sta portando avanti un’esperienza di diffusione del solare fotovoltaico sui tetti delle scuole
Anche quest’anno Legambiente ha premiato i Comuni 100% rinnov­bili. Ne sono 23 e rappresentano il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. La classifica ha interessato i comuni che hanno saputo diversificare le fonti rinnovabili, e non ha coinvolto i comuni sulla base della produzione assoluta, perché la prospettiva più lungimirante e vantaggiosa per i territori è rispondere alla domanda di energia valorizzando le risorse rinnovabili presenti.

Tra le buone pratiche, è stata segnalata anche la Provincia di Roma, che sta portando avanti un’esperienza molto interessante di diffusione del solare fotovoltaico sui tetti delle scuole, abbinato al miglioramento dell’efficienza nella gestione degli edifici. Sono stati realizzati 228 impianti fotovoltaici su 183 edifici scolastici, più altri 7 installati su altre strutture, per una potenza complessiva di 2.730 kW. L’obiettivo è di coprire tutte le scuole gestite dalla Provincia, nei prossimi mesi entreranno in funzione altri 60 impianti.

In Italia si possono contare quasi 8 mila 'comuni del solare'. Un numero che evidenzia come con il sole si possa produrre energia nel 95% dei Comuni. I Comuni dell’eolico sono 450. La potenza installata è in crescita, con 950 MW in più rispetto al 2010. I Comuni del mini idroelettrico, invece sono 1.021 e 1.300 delle bioenergie. In aumento sono anche i comuni della geotermia (400) che soddisfano il fabbisogno energetico di oltre 2 milioni di famiglie.

Il risultato è positivo, considerato che la crescita delle fonti rinnovabili concorre a una riduzione della produzione da impianti termoelettrici (quella degli impianti più inquinanti) e alla diminuzione delle importazioni di fonti fossili dall’estero, in par­ticolare di petrolio e gas, come delle emissioni di CO2, con vantaggi per il clima, ma anche economici, visto che si riducono le multe dovute al mancato rispetto degli obiettivi di Kyoto.

Sicuramente sono ancora molti gli interventi che andrebbero portati avanti. Secondo Legambiente: “È l’efficienza il pilastro principale di una nuova politica energetica e anche la strada più semplice ed economica per ridurre le bollette. Per questo motivo – sottolinea Legambiente nel rapporto - è indispensabile sostenere la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio”.



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MessaggioInviato: 30/03/2012, 19:17 
Il valore delle energie rinnovabili
http://www.enel.com/it-IT/innovation/pr ... velopment/


Uno strumento importante per promuovere la competitività del sistema produttivo, la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la tutela dell’ambiente


Queste risorse sono facilmente accessibili, non corrono il rischio di esaurirsi come quelle di origine fossile e sono compatibili con l’ambiente. Investire nel loro sviluppo significa garantire al nostro pianeta un futuro sostenibile.

Le fonti rinnovabili utilizzate attualmente sono: l’ energia solare, il vento, le risorse idriche e geotermiche, a cui vanno ad aggiungersi le sperimentazioni in corso per le maree, le correnti, il moto ondoso e le biomasse.

In un contesto di forte dipendenza economica dai combustibili fossili, le rinnovabili rappresentano lo strumento ideale per ridurre l’emissioni di gas serra. Sono inoltre la garanzia di un libero accesso alle fonti di energia, sia per i paesi industrializzati che per quelli in via di sviluppo.

Per questa ragione, Enel manifesta costantemente il suo impegno nel campo delle rinnovabili, sviluppando progetti innovativi, nuove tecnologie ed incrementando la capacità installata delle fonti. Una strategia che conferma la sua posizione di leadership nel settore, con standard ambientali sempre più elevati e l’obiettivo comune di contribuire a un mondo migliore.



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MessaggioInviato: 31/03/2012, 00:53 
è veramente curioso, parlano di un sonoro 26%, dimenticando che il 25 di questa percentuale è fornita da dighe e centrali idroelettriche costruite cent'anni fa, visto che il lettore (********) medio associa ormai rinnovabile a solare o eolico nella migliore delle ipotesi, ma poi si sputt.... da soli dichiarando che bel il 93% delle fonti energetiche sono coperte da combustibili fossili. Delle due l'una. E poi voglio proprio vedere un domani quando ci sarà da smaltire migliaia e migliaia di pannelli e di batterie per l'accumulo, sì sì, voglio proprio farmela una grassa risata quando questa "filiera" di tecnologiavecchia di 30 anni darà tutti i suoi frutti amari, mentre all'estero il progetto Iter e similari corrono e corrono, mentre noi siamo qui a trastullarci con i pannelli comprati dai cinesi.


Ultima modifica di Raziel il 31/03/2012, 00:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 31/03/2012, 01:39 
I pannelli solari quasi sempre possono essere riciclabili al 100%. Sono costituiti essenzialmente da silicio, vetro e plastica, quindi l'importante è trattarli correttamente.
Mi sembra che gli articoli riportati in alto parlino di rinnovabili intendendo tutte le fonti ed è proprio questa diversificazione uno dei punti di forza di queste tecnologie... non vedo perchè il lettore dovrebbe avere difficoltà a comprenderlo.
Il 93% non è riferito all'energia prodotta, ma alle materie fossili importate dall'estero. Significa che sul totale del'energia fossile che utilizziamo, il 93 % la compriamo da altri.



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MessaggioInviato: 31/03/2012, 01:41 
Cita:
Raziel ha scritto:

è veramente curioso, parlano di un sonoro 26%, dimenticando che il 25 di questa percentuale è fornita da dighe e centrali idroelettriche costruite cent'anni fa, visto che il lettore (********) medio associa ormai rinnovabile a solare o eolico nella migliore delle ipotesi, ma poi si sputt.... da soli dichiarando che bel il 93% delle fonti energetiche sono coperte da combustibili fossili. Delle due l'una.


idroelettrico 15,8%


Cita:
Raziel ha scritto:
E poi voglio proprio vedere un domani quando ci sarà da smaltire migliaia e migliaia di pannelli e di batterie per l'accumulo, sì sì, voglio proprio farmela una grassa risata quando questa "filiera" di tecnologiavecchia di 30 anni darà tutti i suoi frutti amari, mentre all'estero il progetto Iter e similari corrono e corrono, mentre noi siamo qui a trastullarci con i pannelli comprati dai cinesi.


Batterie? Ma dove ti documenti sulla tecnologia per il fotovoltaico? Il 99,999% degli impianti sono grid e quindi niente batterie.

Quanto ai pannelli esausti:

Cita:
SI STA GIA' CREANDO ADESSO IL PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO DEI PANNELLI FOTOVOLTAICI.

In realtà il problema è piuttosto fasullo....anzitutto il silicio, che è la parte primaria dei pannelli, è praticamente "sabbia", lo smaltimento avviene come per le schede dei computer o dei circuiti stampati. Non è materiale tossico, non è materiale contro natura. Il pannello è rivestito da una lastra di vetro temperato, che si smaltisce come il cristallo, ed è rifinito dai profili metallici. Cè poi uno strato di EVA (Etil Vinil Acetato) che si smaltisce come si fa con le tovaglie impermeabili. Cavi e junction box si utilizzano normalmente in edilizia. Senza poi considerare che queste considerazioni le facciamo basandoci su quella che è la tecnologia di oggi...magari fra 15 o 20 anni e più, avremo affinato le tecnologie di recupero e ricicl dei materiali tanto da non doversene neppure preoccupare......magari il vostro pannello fotovoltaico diventerà parte del telaio della vostra futura motocicletta!

Un discorso diverso va fatto nel caso dei pannelli contenenti il TELLORURO DI CADMIO: è un materiale tossico ed infatti molte delle principali case produttrici di pannelli fotovoltaici sta abbandonando questo tipo di prodotto per fare solo quello a silicio.


Cita:
Riciclare i pannelli fotovoltaici: in Germania il primo impianto europeo
http://www.ecoblog.it/post/7806/riciclare-i-pannelli-fotovoltaici-in-germania-il-primo-impianto-europeo


Che fine faranno i pannelli fotovoltaici, una volta giunti alla fine del loro ciclo produttivo? Chi recupererà il silicio, il tellurio e il cadmio?
E’ lo stesso settore fotovoltaico a dare le risposte con il consorzio PV CYCLE, nato nel 2007 che ha coniato lo slogan Energia fotovoltaica = energia doppiamente verde. Intanto in Germania First Solar, ha annunciato la costruzione di un impianto, il primo in Europa, per lo smaltimento dei pannelli, capace di recuperare il 90% dei materiali.
Attualmente hanno aderito 36 aziende cioè il 70% dei produttori europei, e il programma è finanziato interamente da loro e sarà pienamente attivo nel 2015, quando si è calcolato che iniziareanno ad esserci parecchi pannelli da smaltire.

I partecipanti al consorzio si sono impegnati a raccogliere il 65% dei moduli fotovoltaici europei installati dal 1990 e a riciclare l’85% dei materiali. Ma i problemi da affrontare sono ancora il censimento dei pannelli, il loro trasporto, l’organizzazione dei centri di raccolta, il conferimento e lo smistamento; altro intoppo è la tecnologia che deve intervenire per ricilare il pannello.
Scrive Pienosole:
la tecnologia per il recupero e riciclo dei materiali (attualmente sono operanti due tecnologie, quella di Deutsche Solar, valida per i pannelli a silicio cristallino, e quella di First Solar, valida per i moduli a base di tellururo di cadmio. Sono poi in fase di sviluppo processi per altre tecnologie).



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MessaggioInviato: 31/03/2012, 02:12 
Cita:
Messaggio di superpippo

http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/30/news/enel_contro_rischi_rinnovabili-32459174/?ref=HRER1-1

Tutta da capire [:D]
Alcune considerazioni al primo impatto:

1)Allora queste rinnovabili tanto poco non producono
2)Perchè ENEL non si adegua e passa ad una ricerca mirata per avere impianti performanti e riportare il paese all'avanguardia tecnologica nel campo?.... e riconvertire non l'intera produzione, ma almeno una parte di essa? .... si creerebbero troppi posti di lavoro qualificati? [;)]
3)Si lamentano perchè inquinano meno????


Accipicchia...


Ecco a chi danno fastidio le rinnovabili
http://www.qualenergia.it/articoli/2012 ... innovabili
Dietro agli ultimi possibili schiaffi alle enegie rinnovabili, le bozze di quinto conto energia e il decreto rinnovabili elettriche, non ci sarebbe tanto la questione del loro peso in bolletta, ma uno scontro tra paradigmi energetici. Le rinnovabili danno fastidio agli interessi precostituiti del vecchio modello. G. B. Zorzoli ci spiega come.
Giulio Meneghello
29 marzo 2012



Cosa c'è dietro gli ultimi attacchi alle rinnovabili, ossia quelle bozze così penalizzanti del quinto conto energia e del decreto per le altre rinnovabili elettriche circolate nei giorni scorsi? Per qualcuno la motivazione ufficiale, cioè il peso degli incentivi in bolletta, sarebbe secondaria. Quello in atto sarebbe invece lo scontro tra due paradigmi energetici: quello che abbiamo avuto finora, centrato sulle grandi centrali a fonti fossili, e uno nuovo, in cui le fonti pulite non sono più marginali e hanno iniziato a danneggiare gli interessi costituiti del vecchio modello, che per reazione cercano di contrastare il cambiamento.

Ne parliamo con l'ingegner G.B. Zorzoli, esperto di energia, che in passato è stato per anni nel consiglio di amministrazione di Enel (dal 1987 al 1993) e che ora è presidente della sezione italiana dell'International Solar Energy Society.

Zorzoli, il peso crescente delle rinnovabili nel sistema elettrico sta dando fastidio? Come?

Limitandoci all'aspetto economico, in Italia si è investito troppo in impianti a cicli combinati: investimenti per circa 25 miliardi di euro. Si è così arrivati a una sovracapacità produttiva che rimarrebbe, seppur in misura minore, anche se non ci fossero le rinnovabili. D'altra parte, che le rinnovabili ci sarebbero state si sapeva: c'era stato prima il protocollo di Kyoto e poi il pacchetto europeo clima-energia. Di fatto già l'anno scorso alle rinnovabili cosiddette tradizionali, ossia idroelettrico e geotermia, si sono aggiunti circa 30 TWh di produzione dalle nuove rinnovabili, soprattutto eolico, biomasse e fotovoltaico: una cifra decisamente rilevante, circa il 10% del consumo lordo totale. Questo, oltre tutto in un periodo di domanda contenuta, è andato a incidere sul funzionamento dei cicli combinati, non tanto degli impianti più vecchi - che sono ancora incentivati con il Cip6 e come le rinnovabili hanno priorità di accesso alla rete – quanto su quella fetta dei più nuovi in cui si è investito di recente. Questi per ripagarsi dovrebbero funzionare circa 4-5mila ore l'anno, invece ne stanno funzionando, quando va bene, 3mila. Il ridotto uso dei cicli combinati si traduce anche in miliardi di metri cubi di gas in meno, con un innegabile vantaggio in termini ambientali e di bilancia dei pagamenti, ma con un danno economico per chi vende gas.

Quali sono i soggetti più danneggiati da questo fenomeno?

La risposta sta nella scissione che c'è stata recentemente in Assoelettrica, l'associazione dei produttori elettrici di Confindustria. Le aziende che sono uscite, hanno dato vita a una nuova associazione di cui questo è uno dei temi fondanti (Sorgenia, GDF Suez, Tirreno Power, EGL e RePower che hanno fondato Energia Concorrente, ndr). Questi sono i più danneggiati, ma anche gli altri lo sono e in proporzione a quanto hanno investito in cicli combinati.

Quanto sta pesando sul mercato elettrico il cosiddetto merit order effect, ossia il fatto che il contributo del fotovoltaico spinga in basso i prezzi dell'elettricità nel picco diurno?

I dati sulla borsa elettrica pubblicati dal GME parlano chiaro. Prima c'erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è scomparso e in compenso è aumentato il picco serale. Per esempio, martedì 13 marzo tra le 18 e le 20 il prezzo del MWh nel cosiddetto mercato del giorno prima era di 165 euro, cioè 2 volte quello del primo pomeriggio e 4 volte quello della notte. Cosa succede? A quell'ora, i produttori che ci rimettono nella fascia diurna cercano di rifarsi.

Sembra che il picco di prezzo serale sia aumentato per compensare l'abbassamento dei prezzi di giorno dovuto al fotovoltaico. Si può ipotizzare che dietro ci sia un'operazione di cartello da parte di quegli operatori che si sono visti penalizzati dalla scomparsa del picco di prezzo diurno?

Io non posso affermare che ci sia un cartello, ma è verosimile che cerchino di rifarsi e se fossi nell'Antitrust un'occhiata ce la darei.

Il picco serale del prezzo potrebbe essere smussato ricorrendo all'apporto degli accumuli da pompaggi idroelettrici. Cioè prendendo energia da lì quando la richiesta sale in fascia serale. Ma questi ultimamente sembrano sottoutilizzati. Si può vedere anche dietro a questo un interesse a mantenere alti i prezzi del picco serale?

È un dato di fatto che i pompaggi idroelettrici siano sottoutilizzati: il loro contributo è circa un quarto rispetto a quello che era dieci anni fa. Una spiegazione è che i cicli combinati già funzionano poco: quando serve elettricità si fanno lavorare questi anziché utilizzare i pompaggi. Un'altra spiegazione è di natura tecnico-economica: sappiamo che i pompaggi fanno recuperare solo il 70% dell'energia spesa per pompare l'acqua in salita, operazione che si fa nelle fasce di minor richiesta, come di notte, quando l'elettricità è venduta a poco più del prezzo del combustibile. Ora, purtroppo, negli impianti a cicli combinati, che sono quelli marginali (quelli che vengono accesi o spenti in base alle necessità, ndr), il combustibile pesa più del 70% del costo complessivo del kWh: in pratica non conviene usarli per accumulare energia nei pompaggi di notte. E ovviamente in un'economia di mercato non si può chiedere a chi ha i cicli combinati di rimetterci solo per utilizzare appieno i pompaggi.

È ipotizzabile che invece i sistemi di accumulo a pompaggio idroelettrico con un'ulteriore crescita delle rinnovabili ricomincino a essere sfruttati di più?

Attualmente si potrebbe usare l'eolico, che produce di notte, ma mentre i bacini di pompaggio sono quasi tutti al Nord la potenza eolica è concentrata al Centro-Sud. La cosa potrebbe invece avvenire vantaggiosamente se ci fosse un alto sviluppo di centrali a biomassa al Nord.

Come hanno rivelato alcune analisi della bozza sugli incentivi alle rinnovabili elettriche diffusa ieri, non sembra essere tanto il costo degli incentivi in sé a spaventare il Governo. Il nuovo decreto, come si sta delineando, farebbe risparmiare solo circa il 5% all’anno al 2020. Sembra piuttosto che, attraverso il meccanismo dei registri che contingentano lo sviluppo delle varie fonti, si voglia tutelarsi dalla perdita di controllo sull’installato delle rinnovabili. Ci si può vedere, più che una preoccupazione per la bolletta, un desiderio di non veder turbato lo status quo del sistema elettrico?

Non c'è dubbio che sia in corso una campagna, anche giornalistica, che tende a mettere in cattiva luce la produzione elettrica da rinnovabili. Ora, non si può negare che le rinnovabili termiche siano state finora penalizzate, ma la mia sensazione non è che si voglia risparmiare sulle rinnovabili elettriche per dare alle termiche, tant'è che le bozze circolate sugli incentivi alle termiche non sono migliori: anche lì si vuole far tirare la cinghia. Se si vuole tagliare sulle rinnovabili elettriche è perché l'assetto elettrico immaginato in assenza delle rinnovabili sta avendo dei problemi: non solo per la questione dei cicli combinati che funzionano a scartamento ridotto, ma anche per altre ragioni, come la necessità di adeguare la rete elettrica. Si sta imponendo un cambiamento di paradigma che sposta interessi e investimenti da un settore all'altro, come in ogni cambiamento di questa portata, poco o tanto, qualcuno vince e qualcuno perde. C'è evidentemente una grossa pressione per contenere questo rischio da parte di quelli che ne sarebbero penalizzati. Anche le rinnovabili termiche danno fastidio: non intervengono sulla rete elettrica, però anche loro fanno risparmiare gas. Ci sono interessi precostituiti che vedono non solo il sistema elettrico, ma il sistema energetico nel suo complesso, investito da una trasformazione e, ovviamente, si oppongono.

Ma, dal punto di vista del bene comune, finalità che dovrebbe essere del Governo, i provvedimenti che cercano di frenare questa transizione energetica sul lungo periodo tutelano gli interessi del Sistema-Paese?

Secondo me assolutamente no. Siamo un Paese fortemente dipendente dall'importazione di combustibili fossili, e lo sviluppo delle rinnovabili, oltre a tutelare l'ambiente e a creare nuove attività produttive, riduce drasticamente la dipendenza dall'estero, sia in termini di sicurezza che in termini di bilancia dei pagamenti. Per concludere con un accenno autocritico, devo dire che, se tutte le Associazioni che operano nelle rinnovabili trovassero un'unità e se ciascuno sacrificasse un po' del proprio particulare per uno sviluppo più equilibrato e armonico delle rinnovabili, forse sarebbe meglio, perché saremmo tutti più forti e convincenti.



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MessaggioInviato: 31/03/2012, 03:09 
Se con il fotovoltaico vuoi far andare avanti un paese, COME MINIMO, devi dotare tutti gli impianti di batterie. Oppure la notte andiamo in giro con la candela???? Zakmck non difendere l'indifendibile, per cortesia... E' troppo comodo dire che "tanto", ci sarà sempre corrente dalla presa elettrica, questa la devi produrre, non viene prodotta da Dio in persona e immessa nella rete. Ma tutto si risolve, basta tirar fuori un po' di moneta sonante agli stranieri, che ce la danno loro, e sono tutti contenti perché gli finanziamo una industria assolutamente strategica, sotto il profilo economico, politico, tecnologico, mentre noi siamo i soliti fessi che tanto risolviamo tutto con il denaro (dei contribuenti), dai rapimenti dei criminali terroristi ai problemi energetici. Già, siamo in Italia, me l'ero scordato.


Grazie a gente che ci crede onestamente, ma viene allegramente presa per i fondelli, nonché li si sta derubando letteralmente, sono tanti qui piccoli e medi imprenditori che si stann ofacendo il soldo in tempi di crisi, per venderti cosa... della fuffa, che se non ci fosse il conto energia, una ladrata dello stato, non permetterebbe mai un recupero neppure dopo 30 anni, quando cioè i pannelli li devi buttare. Si stima che si ammortizza il costo dopo 10 anni dal montaggio, e questo con l'enel che ti paga un kwh 400 volte (avete letto bene, non il doppio o il triplo, ma quattrocento volte) quanto essa li vende.
E' roba da matti, la storia sarà molto severa con gli italiani di quest'epoca, essi si meritano alla fin fine di essere governati da altri, dall'europa, o da chi vi pare, così le determinate cose gli siano IMPOSTE, e non ci siano scappatoie e compromessi di sorta.


Ultima modifica di Raziel il 31/03/2012, 03:13, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 31/03/2012, 09:55 
Raziel, leggiti con calma i contributi postati.
Il concetto di rinnovabili, sta nell'usare quello che c'è dove c'è e quando c'è. Non serve a nulla usare il fotovoltaico di notte.
CI stanno rifilando una sola? Probabilmente si. Ma la sola non sono le rinnovabili, che i FATTI dimostrano essere più che efficienti e più che gestibili, contribuiscono a calmierare i prezzi dell'energia durante i picchi di richiesta e ci rendono meno dipendenti dal mercato estero dei combustibili fossili.
La bolletta aumenta per svariate ragioni: aumenta il costo delle materie che importiamo a causa dell'instabilità dei mercati; a partire dal 2013 le fonti tradizionali per la produzione elettrica saranno appesantite dall'onere dell'emissione di CO2; e in ultimo, come denuncia Zorzoli, probabilmente chi sta guadagnando di meno, perchè lo spreco di energia è contenuto grazie all'impiego delle rinnovabili nei picchi diurni, sta cercando di rifarsi durante i picchi serali.

La verità è che la diffusione delle rinnovabili (ci sono Comuni in tutto il mondo, Italia compresa, completamente autonomi dal punto di vista energetico) funziona molto bene, c'è richiesta, c'è investimento, c'è produzione e sta andando a compromettere un modello di mercato dell'energia oramai vetusto che ovviamente sta cercando di salvaguardare i propri interessi.


Su una cosa sono d'accordo: Il fotovoltaico non dovrebbe stare nei campi. Gli incentivi dovrebbero andare alle installazioni strategiche urbane. I campi dovrebbero essere coltivati le produzioni locali protette da leggi apposite contro la concorrenza sleale estera, e i prodotti di avanzo semmai usati per la produzione di biomasse.



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MessaggioInviato: 31/03/2012, 10:45 
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Blissenobiarella ha scritto:

Raziel, leggiti con calma i contributi postati.

Su una cosa sono d'accordo: Il fotovoltaico non dovrebbe stare nei campi. Gli incentivi dovrebbero andare alle installazioni strategiche urbane. I campi dovrebbero essere coltivati le produzioni locali protette da leggi apposite contro la concorrenza sleale estera, e i prodotti di avanzo semmai usati per la produzione di biomasse.



Oltre a rinnovare il consiglio di Bliss, aggiungo che il fotovoltaico e', per il momento, ESCLUSIVAMENTE da destinare alla micro-generazione. Nessuno qui, credo, abbia mai sostenuto di voler rendere tutta la produzione di tipo fotovoltaico.

Le rinnovabili non sono solo il fotovoltaico. Per rimanere in ambito solare, lo sfruttamento in grandi impianti avviene per via termica e il funzionamento e' garantito anche in notturna.

Quanto poi ai sistemi di accumulo, penso che le batterie siano proprio l'ultima soluzione da tenere in considerazione. Tanto per fare un esempio, nei grandi impianti in Italia si utilizza il ripompaggio nei bacini idrici. Ma ci sono anche molte altre tecniche.

Comunque il sistema deve essere considerato nel suo complesso altrimenti si ottiene una visione molto distorta.



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Blissenobiarella ha scritto:

Il fotovoltaico non dovrebbe stare nei campi. Gli incentivi dovrebbero andare alle installazioni strategiche urbane. I campi dovrebbero essere coltivati le produzioni locali protette da leggi apposite contro la concorrenza sleale estera, e i prodotti di avanzo semmai usati per la produzione di biomasse.

Sono d'accordo anch'io su questo punto.
Aggiungo solo che il mio punto di vista sul fotovoltaico è parecchio negativo, non perchè non sia funzionante o in alcuni casi estremamente efficiente, ma perchè non ci si informa su ciò che costa realmente, in termini di impatto ambientale, la sua produzione.
Discorso leggermente diverso se si usa il fotovoltaico come impianto indipendente a isola, quindi con l'uso di batterie.

Comunque tornando al discorso di usare i campi per le coltivazioni locali, Blissenobiarella hai tocato un punto importantissimo. E con la predisposizione per la produzione di biomasse si otterrebbe una grande produzione energetica e a differenza del fotovoltaico un impatto ambientale notevolmente ridotto.



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Beppe71 ha scritto:
Comunque tornando al discorso di usare i campi per le coltivazioni locali, Blissenobiarella hai tocato un punto importantissimo. E con la predisposizione per la produzione di biomasse si otterrebbe una grande produzione energetica e a differenza del fotovoltaico un impatto ambientale notevolmente ridotto.


Biomasse? Hanno una resa per m2 molto bassa. Se non ti piace il solare, perche' non usare un eolico tipo "Kite Wind Generator"? Come minimo ha una resa 300 volte superiore per m2.



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