Tempo fa rimasi molto impressionato dalle parole di Massimo Teodorani,scienziato italiano che alcuni su questo forum conoscono,il quale si espresse su quella che viene definita una "singolarità tecnologica",ossia il momento in cui,nella storia umana,vengono create menti superintelligenti(ovviamente di matrice digitale informatica) tanto da rendere imprevedibili gli sviluppi tecnologici conseguenti all'introduzione di tali intelligenze artificiali.
Ebbene,tale concetto non è poi così astratto dato che le previsioni indicano che entro la metà di questo secolo si getteranno le basi per il superamento definitivo della intelligenza umana.
Pensate siano le solite previsioni campate in aria?Credo proprio di no,almeno per la nasa ed i signori di google:

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_febbraio_03/universita_singolarita_nasa_google_e8451594-f1d9-11dd-9d2c-00144f02aabc.shtml

Dipende cosa si intenda per intelligenza.

E' impossibile determinare contemporaneamente la posizione e la velocità di una particella (esempio elettrone); principio di indeterminazione.
Se un uomo osserva e misura la posizione di un elettrone, questo diventa reale ed assume una sua posizione ma rimane sconosciuta la velocità; e viceversa.
Un elettrone non osservato non è nè onda nè particella, non ha posizione nè velocità, teoricamente non esiste nel nostro reale (prinicipio quantistico della materia).

Una intelligenza artificale, anche la più evoluta che riusciremo a creare, secondo voi fungerà anche da "osservatore" ?

Io credo di no.
Quantisticamente l'essere umano è l'unico in grado di "produrre realtà".

Hai sollevato una questione importante. Chissà se un eventuale robot "intelligente" possa influire al momento dell'osservazione del fenomeno come influisce l'uomo.. non ci avevo mai pensato.

Reran, siccome sono abbastanza estraneo alla materia, potresti spiegarmelo meglio, a prova di idiota? XD

Nessuno lo può spiegare meglio di... Dr Quantum!
Almeno riesce a far appassionare anche chi non è portato alla materia ..

Ok, allora avevo capito bene. Solo che la cosa mi sembrava strana, quindi pensavo di aver frainteso.
Grazie Lawliet per il video semplicissimo, davvero a prova di idiota. ^^

Finalmente ho capito in termini concreti cosa si intende per dualismo onda particella.Ma la cosa più bizzarra(e questo accade sempre ogni qualvolta ci addentriamo nel mondo della fisica quantistica)è il potere di determinazione della nostra mente.
Quando l'elettrone è sottoposto a misurazione e quindi osservato si comporta come una particella,celando a noi poveri umani desiderosi di conoscenza il suo stato più singolare,cioè la sovrapposizione quantistica onda-particella presente contemporaneamente!!!!!E' come se l'universo ci voglia celare la sua essenza intima che si esplica in un'altra dimensione,tanto che,appunto,non riusciamo ad osservarla.
E' un po' lo stesso che accade con il fenomeno dell'entanglement.
Quando due fotoni sono legati da entanglement conservano fino al momento della misurazione/osservazione questa misteriosa sovrapposizone di stati quantistici(spin +1 e spin -1).
Quando vengono sottoposti a misurazione essi "ISTANTANEAMENTE" mutano la loro polarizzazione di modo che l'una sia l'inverso dell'altra,a prescindere dalla distanza che li separa.
Ma fino a quando noi non li misuriamo conservano questa caratteristica misteriosa della sovrapposizione di stati.
Non è fantastico?Io credo propio dei si....

Solo coltivando il dubbio riusciremo forse a crescere ed a capire…….onda o particella???
La dualità onda – particella è uno dei grandi pilastri della scienza moderna su cui si sta lavorando intensamente, vederlo da una prospettiva diversa ci porterà a concepire il gioco infinito in cui materia ed energia si rincorrono in tutte le loro forme, dalla rotazione lenta delle galassie alle disordinate fughe di elettroni, come semplici giochi evolutivi della struttura del campo primordiale.
A tal proposito il fisico Gerard’t Hooft ipotizza che la geometria spazio-temporale e la distribuzione della materia in essa sarebbero definite da informazioni univoche che contengono tutte le caratteristiche dell’ universo; per cui la natura in tale ipotesi scientifica viene considerata come la madre di tutti i super-computer.
La meccanica quantistica, lo studio del “caos”, e la teoria delle superstringhe già ci hanno messo sulla buona strada per tentare di meglio “capire”; il problema è che tutta la nostra scienza è ancora troppo “divisa” per riuscire a fare il passo successivo, e qui ancora una volta il vecchio detto Latino “Dividi et impera” risulta essere vero ed attuale; infatti la nostra fisica fa un grande lavoro per “dividere” in categorie le varie stringhe energetiche che compongono l’universo ma troppo poco si concentra per capire gli scopi delle funzioni svolte da tali stringhe nel creato; tanto che una grande quantità di risorse è investita per costruire acceleratori di particelle con l’intento di scindere alcune di esse per ottenerne altre di natura “più piccola”; senza con questo capire che proprio per lo stesso paradosso che accompagnò la corsa tra “Achille e la tartaruga” noi possiamo continuare a “dividere” di tutto: segmenti, rette, stringhe energetiche ecc. all’infinito senza mai poter raggiungere la più piccola “particella” fondamentale del creato.
Grandi menti che hanno calcato il suolo di questa Terra come Nikola Tesla, Keeley, kozyrev, Ighina, ed altri erano già forse arrivati molto avanti nel capire questo concetto basilare che se capito e trasportato dalla ricerca a scientifica alla tecnologia applicata apporterebbe enormi benefici alla nostra vita di tutti i giorni.

O magari ci venereranno come noi veneriamo la specie intelligente che ci ha generato...