http://sites.google.com/site/dresda99/m ... e-in-italyLa ditta italiana di abbigliamento tecnico, che veste in gara Valentino Rossi, produrrà la tuta spaziale per la prima passeggiata sul "pianeta rosso" in programma nel 2030
Protetti e "griffati", gli astronauti che metteranno piede su Marte nel 2030 indosseranno una tuta speciale frutto del made in Italy. La realizzerà Dainese, marchio noto soprattutto nel mondo del motociclismo (veste molti piloti, fra i quali il pluricampione Valentino Rossi), che sta sviluppando il progetto del "Bio Suit" assieme agli ingegneri del prestigioso Mit di Boston.
Unica ombra a oscurare il cielo marziano è però l'attuale carenza di fondi che assilla la Nasa, l'ente spaziale americano che si è assunto l'onere di condurre l'uomo sul terzo pianeta del sistema solare. Per il momento, tuttavia, ha dovuto accantonare i piani per riportare gli astronauti sulla Luna, un progetto tornato prepotentemente in auge in occasione del quarantesimo anniversario del primo allunaggio, avvenuto il 20 luglio 1969.
Fondi permettendo, dunque, quando e se un uomo calpesterà il suolo marziano, ciò avverrà indossando la speciale tuta che i tecnici Dainese di Molvena, nel Vicentino, svilupperanno assieme ai colleghi di Boston. I quali, evidentemente, seguono con passione le gare di Moto GP e apprezzano le doti di particolare robustezza ed elasticità dei capi indossati in gara dai piloti, in grado di preservarli anche in seguito a cadute e "scivolate" sull'asfalto che durano decine di metri.
Risultati che i costruttori di tute da gara - settore in cui l'Italia primeggia - hanno conseguito dopo anni di accurate sperimentazioni, unite alla ricerca di materiali sempre più leggeri e performanti. Perfetti, insomma, per essere adattati a un'impresa ad alto rischio come lo sbarco su un pianeta ancora ampiamente sconosciuto, dove tuttavia sappiamo esserci temperature da pollo allo spiedo e condizioni ambientali da girone dantesco.
L'avventura di Lino Dainese, il fondatore dell'azienda veneta che oggi è fra i leader del settore dell'abbigliamento tecnico, delle protezioni e dei caschi (grazie all'acquisizione di Agv) è cominciata nel 1972, quando i centauri andavano in moto coperti da anonime tute in pelle nera, del tutto prive di quelle protezioni a ginocchia, gomiti, spalle e colonna vertebrale che oggi ogni motociclista avvertito sa di dover indossare per la propria sicurezza.
Un'avventura imprenditoriale nutritasi costantemente di ricerca e innovazione: circa il 10% dei 105 milioni di fatturato capitalizzati annualmente dalla Dainese (che diventano 144 a livello di gruppo) viene infatti investito nello speciale centro D-tec, dove opera una task force di una cinquantina fra tecnici, medici e ingegneri, a cui si aggiunge l'analogo presidio di Campodoro (Padova), dove si studiano i caschi Agv.
Fra gli ultimi ritrovati, Dainese può vantare il D-air, un "air bag" che i piloti indossano con la tuta, in grado di gonfiarsi istantaneamente in caso di caduta, migliorando notevolmente le capacità di assorbimento degli urti. Fra i primi a testarne sul campo l'efficacia è stato il compagno di scuderia di Valentino Rossi, lo spagnolo Jorge Lorenzo, autore di una "scivolata" nel corso del recente gran premio di Brno, nella Repubblica Ceca, costatogli la gara. Perdente, ma sano grazie all'abbigliamento tecnico made in Italy.