from Rossella Fidanza
Guerra psicologica. E' quella che stiamo vivendo. Una terza guerra mondiale, probabilmente peggiore delle due precedenti, perchè sono pochi i Paesi che non sono coinvolti. La guerra psicologica consiste nell'uso pianificato della propaganda ed altre azioni psicologiche allo scopo principale di influenzare opinioni, emozioni, atteggiamenti e comportamento di gruppi ostili in modo tale da favorire il raggiungimento degli obiettivi nazionali. (Phil Taylor, cercatelo in rete). Siamo stati abituati a credere che una guerra per essere definita tale si combattesse con armi convenzionali, hanno creato la paura di una guerra mondiale nucleare, lasciando intendere che tutto sarebbe stato concretizzato in questo modo. In molti, troppi, non si rendono conto che hanno semplicemente preparato il terreno per affondare il colpo, distraendo l'attenzione ed innescando un conflitto ben più profondo, confidando sul fatto che non se ne sarebbero riconosciuti gli aspetti. Ritengo che chi è su questo canale sia pienamente consapevole dell'attacco, alla nostra libertà, alla nostra vita, alla nostra essenza di esseri umani. Tutti noi riconosciamo l'uso della propaganda, l'utilizzo dei media come braccio armato per mettere in atto qualcosa che è stato evidentemente pianificato. Non sono armi convenzionali quelle che stanno usando, ma sono assolutamente più potenti. Se io mi aspetto di essere bombardata, quando sento la sirena che mi avvisa, so di cosa aver paura e cerco di proteggermi. Ma se non ho la sensazione di subire questo attacco, se instillano goccia dopo goccia il terrore, portandomi all'esasperazione senza che io me ne accorga, anche quando dovesse suonare quella sirena, io non avvertirei più il pericolo e resterei esposta. Le precedenti guerre mondiali non si sono concluse in un giorno o in pochi mesi, sono durate anni. Io non le ho vissute, ma il racconto dei miei genitori e soprattutto dei nonni che non ci sono più, mi hanno descritto tanto di quello che si è vissuto. Quando tutto viene distrutto, apri gli occhi e hai due strade da percorrere, o ti lasci andare alla disperazione, o ricostruisci. Ma vedi, hai di fronte a te il risultato di quelle armi convenzionali. In questo momento, noi non possiamo vedere. Non abbiamo l'esatta percezione del danno che dovremo ricostruire, per quanto ci sforziamo, nessuno di noi può averlo. Ed allora, la mente viaggia, elabora, rielabora, e ci restituisce una visione che forse è prossima alla realtà, forse no. Per certo, contribuisce a creare una sensazione di smarrimento, paura, confusione, anche in coloro che apparentemente sono più forti e più consapevoli. E così, l'obiettivo della guerra psicologica viene raggiunto, senza neppure che ce ne accorgiamo. Vi sto scrivendo con il cuore, e mi auguro che si senta. Io come voi provo momenti di sconforto, non voglio nè posso nasconderli. Ma lo sforzo che faccio, fino a che riesco, è quello di concentrarmi a guardare esattamente dove la propaganda non vuole, cambiare la visuale, cercare uno spiraglio di luce. Se non ci fosse, avremmo già perso e tutto sarebbe inutile. Eppure ogni volta che mi spingo a farlo, lo spiraglio lo trovo. I tempi bui sono iniziati da parecchio e sono difficili da sopportare. Ma sappiate che, se cedete allo sconforto, state permettendo a coloro che ci vogliono battere di vincere, state facendo il loro gioco. Io non so chi sarà il vero condottiero di questa opposizione alla guerra psicologica che stiamo vivendo, non so se sarà uno o più di uno, però forse, se ciascuno di noi si concentra sul significato e sul non volersi dare per vinti, ciascuno di noi può esserlo per gli altri. Ecco, volevo trasmettervi questo, non molliamo ora, probabilmente i tempi ci chiederanno altri sforzi, ma se non li facciamo, siate consapevoli che la guerra è già persa. Per tutti noi.
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