Non si sà quali furono le conclusioni cui giunsero gli esperti del fantomatico gabinetto RS/33 dopo tutti gli anni di attività nel campo ufo. Secondo il mittente anonimo dei plicchi ricevuti dal CUN, poco dopo il 1940 il loro materiale di studio fini tutto in mano ai Tedeschi. I nazisti, che si erano infiltrati fin dagli anni 30 nell' ente segreto in cambio di un rifornimento all' Italia di ferro e carbone, si impossessarono cosi di un decennio di documentazioni, risultati di esperimenti e probabilmente reperti. E li studiarono. Pare infatti che i Tedeschi fossero interessati " a ogni ricerca sui fenomeni celesti strani, forse in funzione di un arma che doveva impiegare , di natura forse elettromagnetica ", come specificava il mittente anonimo dei plichi inviati al CUN.
Non è quindi un caso che, fin da quegli anni, ingegneri dapprima italiani e poi tedeschi realizzarono progetti di veicoli di forma discoidale. Anzi dopo il presunto ufo crash di Vergiate scoppio negli ambienti accademici e militari una vera mania per i dischi volanti, e ne vennero progettati di ogni tipo.
L' italiano Giuseppe Belluzzo e poi i tedeschi Rudolph Shriever, Walter Miethe, Klaus Habermohl e molti altri lavorarono alla creazione di simili armi avveniristiche con le quali dapprima il fascismo e poi il Reich sognavano la vitoria della guerra. Sviluppando questi progetti, il nazismo arrivò a realizzare i Fleigende scheiben "dischi volanti" tra cui le famigerate V-7, chiamate al tempo "telearmi" in quanto si trattava di veicoli discoidali comandati a distanza, ma non fecero in tempo a produrli in serie e a utilizzarli data la fine della guerra. Le V-7, custodite in grotte segrete in Polonia, presentavano tutte le particolarità dei tipici ufo: erano a forma di disco, potevano alzarsi in volo verticalmente e curvare in aria ad anglo retto, oltre a raggiungere velocità elevatissime, impensabili per l' epoca. Dopo la fine della guerra, i progetti nazisti finirono in mano ai russi e americani, che continuarono gli studi, ultimando prototipi come il Galonska russo o il disco Omega americano realizzato dalla AVRO Canada, di cui esiste un filmato che ha fatto il giro del mondo.
L' origine di questa vera e propria "invasione" di dischi volanti, quindi, andrebbe ricercata in Italia, e piu precisamente nel varesotto.
I tormentati fatti che accadero a Vergiate in quel mattino di Giugno del 1933 misero in moto conseguenze incredibili, di cui probabilmente è possibile riscontrare gli effetti ancora oggi.
Sorge quindi spontanea una domanda: i numerosi oggetti volanti non identificati che vengono avvistati ogni giorno in tutto il mondo sono forse i discendenti segreti di quel singolo ufo schiantatosi a Vergiate, realizzati grazie allo studio dei suoi rottami dagli scienziati di mezzo pianeta? E quanto alto sarebbe stato il prezzo pagato dal mondo per la segretezza di questi studi?
Nel suo libro Alfredo Lissoni ricorda una mostra di disegni risalenti al dopoguerra, realizzati da malati di mente italiani. Fra la moltitudine di schizzi bizzarri alcuni spiccavano per la sorprendente acuratezza: vi era raffigurato il preciso spaccato di un disco volante, disegnato però in un periodo antecedente a quando si cominciò a parlare di un ufo. L' autore del disegno era forse il protagonista dell' episodio citato nella lettera fascista come il caso analogo conclusosi in manicomio?
Immagine:
45,05 KBImmagine:
44,62 KBImmagine:
117,24 KB