Cita:
Ma chi sarebbero questi italiani che hanno avanzato questa ipotesi?
No così.... giusto per capire....
gia' chi sono?... perche' quella delle bolle di metano e' vecchia come cartagine, ed e' roba da laghi! ...mi sono piegato in due come un motorola!
nei laghi , quelli con acqua molto ferma, senza correnti che la rimescolano accade che se sotto c'e' metano, esce dalla terra in forma di minuscole bollicine che per via del loro peso stanno a fondo, col tempo come una camera d'aria la bolla diventa sempre piu' grossa , fino a collassare sotto il peso dell'acqua e venendo in superficie di colpo, capita che si incendia (infatti in africa ha fatto flambe' interi villaggi) oppure intossica e fa un po' di vittime nel regno animale.
questi geni mi spiegherebbero come delle microbollicine resisterebbero alle correnti oceaniche rimanendo ferme fino a diventare una megabolla?
e comunque gli aerei non verrebbero interessati dal fenomeno ...non e' l'eruzione del monte s.elena!
un'esempio.
Lago Kivu: quando il metano può fare strage
Inserito da scienzetv il Ven, 19/10/2007 - 11:28
KIGALI, Rwanda -- Miliardi di metri cubi di metano attendono di essere estratti dalle profondità del lago Kivu, uno dei più grandi bacini africani situato sul confine tra la Repubblica democratica del Congo e il Rwanda. Se fuoriuscissero improvvisamente potrebbero originare una strage.
Il lago Kivu potrebbe essere causa di morte per milioni di persone. Nelle sue profondità vi sono miliardi di metri cubi di gas metano dissolti in acqua, i quali, se sfuggissero, potrebbero soffocare intere comunità che vivono attorno all’invaso naturale.
Ma ora il governo del Rwanda, ha dato il compito a ricercatori svizzeri del Swiss Federal Institute of Aquatic Science and Technology di Dübendorf, vicino Zurigo, di estrarre quel metano, un’operazione che da un lato ridurrebbe il pericolo di fuga del gas e al contempo darebbe modo di essere utilizzato per produrre energia elettrica.
Spiega Martin Schmid, che dovrebbe essere il capo del progetto: “Al momento tutto quel gas rimane disciolto nell’acqua perché sottoposto alla pressione dell’acqua sovrastante, che impedisce gli scambi tra il fondo e le zone superficiali. Ma se dovesse accadere qualcosa che muove le acque del fondo, come un’eruzione vulcanica o un terremoto di una certa intensità, non è da escludere la formazione di bolle di metano che risalendo in superficie diano origine a massicce e catastrofiche eruzioni gassose.
Le conseguenze potrebbero essere davvero gravi, visto che attorno al lago vivono oltre due milioni di persone e che il metano è assolutamente inodore”. Se il fenomeno dovesse realmente accadere sarebbe assai difficile accorgersi in tempo sufficiente per evacuare le persone a meno che non si crei un sistema d’allarme assai avanzato che analizzi in continuazione l’aria dell’area.
Nel 1986, circa 1.800 persone morirono quando bolle di anidride carbonica uscirono dal Lago Nycos, che si trova in Cameroon. La situazione era identica, ma nessuno era a conoscenza del fenomeno. Ma se nel caso del Nycos il gas era prodotto da un magma presente sotto il lago, nel caso del Lago Kivu il metano ha origini biogeniche, ciò significa che si forma dalla morte di alghe che si depositano sul fondo del lago stesso. “E’ importante dunque, capire i cicli che portano ad accumulare così tanto metano sul fondo di tale lago e se possibile impedirlo in futuro”, ha spiegato Schmid.
Ma si è certi che l’estrazione del gas dal lago non possa creare maggiori problemi di quelli già esistenti? Risponde Schmid: “In realtà l’operazione ha dei rischi. E’ assolutamente necessario mantenere stabile l’invaso, perché basta poco per dar modo al metano di risalire in superficie originando una vera e propria eruzione”.
Luigi Bignami