Trascendente implica che un dio è altro dal mondo in cui agisce. Non implica che un divinità non abbia anche un 'azione nel mondo. la divinità può intervenire nel mondo direttamente o tramite sue ipostasi ma rimane essenzialmente separata da questo, rimani al di fuori dei suoi meccanismi e leggi.
La divinità, pur avendo creato il mondo, è essenzialmente altro dal creato e non sottostà alle leggi che regolano il mondo. In questo senso vi è una differenza fondamentale tra la concezione della divinità greca o mesopotamica rispetto a JHWH. Le prime hanno un grado di trascendenza decisamente minore, essendo soggette alle leggi che regolano il mondo, prima fra tutte il fato, ovvero il nam-tar nel mondo mesopotamico. La potenzialità di JHWH non sono invece soggette a limitazione. Quando, per fare un esempio, la dea Innana va nel mondo dei morti è costretta a lasciare ad ognuna delle 7 porte i suoi attributi (corona, vesti ecc.) perché così vogliono le regole del mondo dei morti (garza kur-ra). alla fine, privata dei suoi attributi divini, viene uccisa dalla dea del mondo dei morti, Ereshkigal, e corpo senza vita di Innana viene appeso ad un chiodo. La descrizione di JHWH in rapporto al mondo è invece del tutto diversa: non ci sono regole a cui lui deve sottostare. Questo è il significato di “trascendente”.
È altresì vero che vi sono diverse tendenze di rappresentazione di JHWH in relazione al mondo, per esempio in relazione al cielo:
1) concezione uranizzante: dimora di JHWH nei cieli, per es. 1 Re 8, 30; 38; 44.
2) concezione cosmoteistica: dimora di JHWH anche nei cieli ma essenzialmente in tutto il creato, Creazione come santuario di JHWH. Per es. Salmo 108, 5.
3) concezione trascendente con JHWH del tutto separato da cielo e terra (da porsi in relazione alla svolta monoteista formalizzata soprattutto in età esilica e del secondo tempio) Per esempio la fonte sacerdotale in Genesi che non localizza mai la presenza di JHWH in un luogo particolare del creato.
Si veda su questo: Konrad Schmid, Himmelsgott, Weltgott und Schöpfer »Gott« und der »Himmel« in der Literatur der Zeit des Zweiten Tempels, Jahrbuch für Biblische Theologie 20 (2005), p.111-148
Cita:
a mio modesto avviso il punto centrale non è l'aggettivo ma quali nefandezze compie colui chiamato dio tale JHWH
Ci troviamo di fronte ad un "essere" quasi umano,che ha bisogno di terre,che ordina al suo popolo i piu efferati eccidi,che distrugge intere città radendole al suolo,che pretende i primogeniti,che di volta in volta stabilisce vari patti o alleanze con il "suo"popolo,che si sente offeso,che si adira
il problema di fondo è che manca il dovuto metodo critico. Fate un errore di approccio.
Nella Bibbia si trova solo Il MONDO RACCONTATO DAGLI AUTORI
NON il MONDO DEGLI AUTORI
Significa che TUTTO ciò che viene detto di JHWH, della sua azione come divinità ecc., È UN COSTRUTTO RELIGIOSO ed IDEOLOGICO.
NOn c'è mai stato un JHWH che manda gli uomini in guerra, crea i cieli ecc. Ci sono gli uomini che giustificano le conquiste come leggitimate dal loro dio. Ci sono gli autori che esponogono la loro visione dell'origine del mondo tramite l'azione del loro dio. È il mondo raccontato.
La Bibbia parla del dio di Israele, certo, ma narra solo le concezioni che gli autori avevano di quel dio. e le azioni ATTRIBUITE a JHWH sono da vedersi sullo sfondo degli interessi politici e delle concezioni religiose degli autori.
Non bisogna partire dal presupposto che JHWH sia una realtà. Non lo è come non lo è nessuna divinità di nessuna religione.
Il Pensare che JHWH sia una realtà solo perché c'è scritto nella Bibbia (sia un dio o un alieno) è veramente un retaggio cristiano e religioso da cui non riuscite a sconnettervi.
non capisco perché.