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 Oggetto del messaggio: Apollo 20 - EBE Mona Lisa
MessaggioInviato: 30/07/2009, 11:44 
Che pensate di questa storia? A quanto pare, nella missione Apollo 20, è stato recuperato il corpo di una EBE umanoide, chiamata "Mona Lisa"

http://www.dnamagazine.it/apollo20.html







se fosse vero... sarebbe veramente surreale [:136]



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MessaggioInviato: 30/07/2009, 11:46 
http://www.angelismarriti.it/presenzeal ... imenti.htm

http://www.cun-veneto.it/apollo20.htm [:D]



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MessaggioInviato: 30/07/2009, 11:53 
riporto integralmente i contenuti di DNA MAGAZINE

10 Luglio 2007

Tratto da Area51 n.22

APOLLO 20
IL VOLO DELLA FENICE
di Pablo Ayo

«Oh Dio, non ci credereste. Siamo qui, stiamo tutti bene, ma abbiamo dei visitatori. Vi dico che ci sono altre navi spaziali qui e sono tutte allineate al bordo del cratere».
- Neil Armstrong, comandante dell’Apollo 11, Luglio 1969 Che la Luna avesse un lato oscuro, lo sapevamo praticamente tutti dai banchi di scuola o dalle note del classico intramontabile dei Pink Floyd. Quello che continua a stupire, e forse anche a turbarci un po’, è la quantità incredibile di cose, fatti ed eventi che si annidano in questo insondabile cono d’ombra.
Di recente su YouTube, il portale di condivisione e diffusione di video, un anonimo utente, che si firma con lo pseudonimo “RetiredAFB”, ha postato diversi video a suo dire assolutamente autentici. Nei video in questione, basilarmente tre anche se divisi in più tranches, si vedono rispettivamente queste scene:
A - Il decollo di una missione lunare segreta.
B - Il volo radente della navetta NASA sopra la superficie del nostro satellite, nel corso del quale viene inquadrato un UFO apparentemente precipitato all’interno di un cratere.
C - Una EVA (Extra Vehicular Activity, missione fuori dal LEM sulla superficie della Luna) nel corso della quale gli astronauti trovano - e filmano - le rovine di una città aliena abbandonata.
Ovviamente nel corso di poco tempo su Internet è esplosa la diatriba, e nei forum di mezzo mondo tra detrattori e sostenitori della veridicità dei filmati e degli eventi in essi descritti si è arrivati spesso a scontri infuocati. Ma cosa mostrano esattamente i video, e quanto sono credibili le informazioni di RetiredAFB?
Filmato numero 1
il Decollo (Flyoff)
Nel video del decollo, visibile - come gli altri - all’indirizzo
http://www.youtube.com/profile?user=retiredafb , in primis la schermata mostra il logo o insegna della missione. Fin dalle prime missioni, per ogni Apollo veniva studiato uno stemma da apporre sulle tute o sui razzi. In questo caso, come nelle altre missioni, il logo mostra una scritta (Apollo 20) e i nomi dei tre astronauti presumibilmente coinvolti: Rutledge, Snyder e Leonov. Di loro parleremo in seguito, ma è bene sottolineare che Alexei Leonov è un noto cosmonauta russo, tuttora vivente, famoso per essere stato il primo essere umano a lasciare la sua capsula spaziale per rimanere sospeso liberamente nello spazio (prima attività extraveicolare della storia). Inoltre, Leonov è scrittore e pittore, e in passato ebbe una lunga amicizia con Kubrick, il regista di 2001 Odissea nello Spazio.
Torniamo al logo: in esso si nota un disegno alquanto peculiare, non più aquile con rami d’alloro come nel caso dell’Apollo 11, ma due navette NASA che sollevano con delle funi (simbolicamente, si suppone) un’astronave aliena di colore arancio. Per completare il logo, che apparirà anche all’inizio degli altri video, c’è anche il motto in latino: “Carpent tua poma nepotes”, che tradotto letteralmente, significa “I nipoti raccoglieranno i tuoi frutti” (Virgilio, Egloghe, IX, 50).
Già la scritta che appare nella schermata successiva dà da pensare: “APOLLO 20 - decollo - 16 Agosto 1976”. Come tutti sanno, o dovrebbero sapere, le missioni di esplorazione lunare si chiusero ufficialmente con la missione dell’Apollo 17, atterrato sul nostro satellite l’11 Dicembre del 1972 e tornato sulla Terra il 19 dello stesso mese. Da quel momento, ufficialmente per motivi di budget, ma anche perché «la NASA aveva visto tutto quello che le serviva
vedere», sulla Luna non vennero più effettuate missioni esplorative.
In particolare nel ‘76, l’attenzione pubblica era totalmente distolta dalla Luna, e a compiere questo prodigio mediatico fu proprio la stessa NASA: il 20 Luglio 1976, il lander del Viking 1 si separò dall’orbiter con il quale aveva viaggiato per quasi un anno, dopo il lancio del 20 Agosto 1975 e, per la prima volta nella storia, una sonda umana dotata di telecamera atterrava su Marte.
Secondo il divulgatore dei video diffusi su YouTube, le missioni lunari non si sarebbero mai arrestate veramente, ma sarebbero continuate in segreto, lontano dagli occhi indiscreti dei TG e dalle prime pagine dei giornali. Il video del decollo, di soli 36 secondi, non mostra la struttura di partenza o la rampa di lancio, che avrebbe permesso di confermare le voci sulla presunta base di lancio dell’Air Force di Vandenberg in California, ma fa vedere solamente il razzo vettore Saturn V in fase di decollo, mentre si avvicina agli strati più alti dell’atmosfera. La scarsa qualità del video, l’eccessiva compressione del filmato, la distanza e i fumi di scarico del Saturn non permettono in definitiva di leggere insegne o scritte sull’aeromobile, lasciando tutto nel novero del mistero.

Filmato numero 2
il volo radente (Flyover)
Il secondo video è decisamente più impressionante. La prima schermata mostra sempre il solito logo dell’Apollo 20, mentre una seconda schermata blu di brevissima durata mostra in titolazione delle informazioni anomale: si legge: “APOLLO 11 – View of Earth and Crew (visione della Terra e dell’equipaggio), e poi: GMT (che sta per GreenwichMeanTime, ossia il tempo regolato tramite il meridiano di Greenwich) e i numeri del timing: da 190:01:15 a 190(o 198):01:30, e infine Year 1969”.
Su questa schermata in particolare, su alcuni forum si sono accesi ampli dibattiti, soprattutto non fra gli ufologi, ma fra astrofili e i fan dei viaggi spaziali della NASA, che ho scoperto essere dei veri cultori dei viaggi spaziali dell’epoca in questione, al punto che nei thread parlavano in dettaglio del posizionamento usuale delle telecamere nelle navette Apollo o sui tipi di scafandri in dotazione.
Devo ammettere che ho trovato i commenti - spesso in inglese - di queste comunità assolutamente utili.
Secondo le varie vivaci discussioni, mentre per alcuni questa schermata indica chiaramente il video come un falso confezionato mescolando tranches di video di missioni reali, per altri invece era consuetudine della NASA porre questa schermata blu del 1969 all’inizio di tutte le loro registrazioni video lunari, non si sa per qualche motivo, forse per ragioni di archiviazione, di montaggio o per consuetudine. Su questo assunto, sarei grato se qualche esperto
di video NASA ci rendesse noto il suo parere.
Passata la schermata blu, dopo qualche secondo in cui la telecamera sembra venire messa a fuoco e sottoposta a una scala cromatica di test, inizia il video, apparentemente ripreso dal LM-15 in volo radente sul suolo lunare. Mentre sullo sfondo si vedono crateri e rocce, in primo piano appaiono dei numeri, presumibilmente un reticolo di orientamento con le coordinate del luogo sorvolato.
Stando all’autore dei video, si tratterebbe delle riprese compiute dall’Apollo 20 durante l’ultima orbita lunare prima dell’allunaggio.
Il piano di volo prevedeva apparentemente il passaggio del LEM al di sopra delle zone lunari e crateri noti come Tsiolkovski, Fermi, Delporte e Lukte, e infine il cratere Izsak, al centro del quale appare quello che sembra indiscutibilmente un vascello non terrestre appoggiato sul lato interno dell’avvallamento conico. In sottofondo,
si sentono delle voci, in particolare il comandante che comunica le coordinate precise dell’astronave rinvenuta, lunga circa quattro chilometri. La telecamera utilizzata stando all’informatore sarebbe una Westinghouse Color TV Camera dell’epoca (vedi nota).
È vero che la qualità del video non è ottima e che parte di esso non convince appieno, specie uno scatto iniziale che potrebbe far presumere che la ripresa sia stata compiuta non sulla superficie lunare ma addirittura su di una fotografia, utilizzando uno zoom particolare. Eppure, il brusco scatto potrebbe essere stato anche causato da un aggiustamento della telecamera di bordo. Inoltre, per compiere una ripresa pan lunghissima come quella che si vede nel video, che ha solo uno stacco per sovraesposizione verso la metà, vorrebbe dire che per creare un semplice “scherzo” qualcuno avrebbe dovuto, con un plotter, compiere una stampata della superficie lunare su carta fotografica per la lunghezza di diversi metri, sdraiarla a terra in uno studio fotografico, utilizzare delle rotaie per
telecamere per evitare scarti o vibrazioni nella ripresa, e comunque nella foto un disco si vede bene eccome, quindi avrebbe dovuto anche ritoccare la foto stessa. Inoltre, a complicare la questione del video dell’astronave nel cratere Izsac, c’è la comunicazione che intercorre tra l’equipaggio di bordo e il centro di comando a terra:
- Vandenberg Twenty, abbiamo una fantastica visuale sull’astronave, le lenti di ripresa sono fissate alla finestra, spero che voi…
- Vandenberg Twenty, sono pronto a trasmettervi i marcatori per il CSM DSKY…
Seguono le descrizioni delle coordinate esatte delle varie parti dell’astronave: cabina di pilotaggio, prua, poppa, quest’ultima parzialmente ricoperta di polvere e rocce, come se si fosse incagliata nel suolo in seguito a un impatto. Chi parla descrive la presenza sulla fiancata della nave di punti d’impatto meteorici e spiega che essa è completamente ricoperta di polvere. Nella parte sottostante la nave, sembra intravedersi tre supporti d’atterraggio
cilindrici. Nei pressi della navetta, l’astronauta dichiara di vedere frammenti metallici rilucenti sotto il sole, e che la nave gli sembra antichissima, addirittura di milioni di anni. A questo punto, stando all’autore dei video, l’Apollo 20 sarebbe atterrato nel cratere Izsac. Apparentemente, l’astronave aliena sarebbe stata avvistata anni prima, dall’equipaggio dell’Apollo 17 in orbita circumlunare. Fu allora che la NASA decise di dar vita a una serie di operazioni top- secret, protese al recupero di tecnologia utile dall’astronave precipitata, e dalla città aliena che avevano scoperto nelle vicinanze di essa.

Filmato numero 3
La città aliena
Stavolta, a fare da incipit al terzo filmato, abbiamo una schermata con gli stemmi della NASA e dell’Air Force Space Command, a cui segue una schermata nera che recita: “APOLLO 20 – MET 140 22 29 – unscheduled transmission rover Tv.” Il Rover, detto anche Lunar Roving Vehicle (LRV) o Lunar Rover, era una sorta di jeep ultraleggera equipaggiata per poter percorrere anche lunghe distanze sulla luna. Il MET, invece, era il Mobile Equipment Transporter, un semplice rimorchio da attaccare al Rover nel quale riporre rocce e altri pesi. Nel video vero e proprio, da una posizione ferma sulla superficie lunare, la telecamera mostra un totale di una piana polverosa, al centro del quale sorge una “cittadella” abbandonata.
Sulla sinistra, rilucente nel sole, un’alta struttura ricorda una sorta di cattedrale, verosimilmente un edificio principale di un certo rilievo. Il cineoperatore è fermo e si limita ad alcuni zoom o a delle riprese laterali della struttura. Il video finisce di lì a poco. Il diffusore dei video, del quale ricordiamo il nickname RetiredAFB (letteralmente: membro dell’Air Force in pensione), sul sito commenta il terzo video, spiegandone alcuni retroscena, in questo modo: «A parte i files classificati, la missione dell’Apollo 20 appartiene a tutta l’umanità, è parte dell’eredità del mondo. Tra i vari tesori scoperti in questa gloriosa missione, ci sono la città lunare, la nave aliena, la EBE soprannominata Monna Lisa (stando alle dichiarazioni dell’insider, sulla Nave aliena sarebbero stati rinvenuti i corpi di due EBE, di cui uno venne prelevato con il Rover e trasportato indietro con loro sulla Terra, N.d.A.). Se i miei video interessano, in futuro posterò tutte le 22 ore di girato dalla Luna che ho in possesso. Prove che non siamo soli, se ce ne fosse bisogno.
La Nasa e l’USAF saranno forzati a dire tutta la verità entro il Settembre 2007. Se non posto i miei files video adesso, non lo farò mai. (…) Chi vuole verificare che non si tratti di uno scherzo o un trucco, può visitare il sito della NASA e cercare le immagini as15 - 9625 e la as15-9630 che mostrano l’astronave, la potete vedere a questo indirizzo:
http://www.lpi.usra.edu/resources/apo ».
E in effetti, al sopracitato indirizzo web, di proprietà di un’agenzia NASA, appare proprio la foto del cratere Izsak, e benché piccola si nota la sagoma dell’astronave aliena.
RetiredAfb conclude il suo discorso parlando dell’uomo che teneva il contatto da Terra, CC, Charles Conrad. Conrad partecipò a diverse missioni nello spazio: Gemini 5 (1965), Gemini 11 (1966), Apollo 12 (1969), Skylab 2 (1973), ma divenne famoso per essere stato il terzo uomo a mettere piede sulla Luna quale comandante della missione
Apollo 12. Lasciò la NASA nel Febbraio 1974, diventando vicepresidente della McDonnell Douglas Corporation nel 1976. Dal 1990 lavorò presso la McDonnell Douglas Space Company in California come vicepresidente del personale per il reparto New Business. Questo settore si occupava di future attività nello spazio come la stazione
spaziale Freedom, nonché per le missioni per lo sbarco di un uomo sul pianeta Marte. Charles Conrad, sposato e padre di quattro figli, perì l’8 Luglio 1999 a causa di un insolito incidente in motocicletta. Per lungo tempo aveva sostenuto che loro avevano trovato sulla polvere lunare un numero di impronte maggiore rispetto a quelle lasciate
dagli astronauti nel corso degli anni, e che le impronte dovevano appartenere per forza ad esseri alieni. Poco tempo prima di morire però qualcosa doveva averlo spaventato, perché iniziò a ritrattare tutto. Ma forse per lui le scelte erano state già fatte.

La missione segreta
Negli ultimi giorni sono emersi maggiori dettagli sull’intera vicenda, in parte grazie a un’interessante intervista di Luca
Scantamburlo alla “gola profonda” che ha diffuso i video, pubblicata sul sito del giornalista, ww.angelismarriti.it (vedi nota). A quanto emerge dall’articolo, intitolato “Intervista con W. Rutledge”, il diffusore dei video, RetiredAfb, sarebbe in realtà addirittura uno dei tre astronauti che compirono la rodigiosa impresa dell’Apollo 20, William Rutledge. Oggi 76enne, ex pilota civile di prototipi e in seguito esperto USAF, Rutledge sarebbe stato assoldato per la
missione per via delle sue notevoli competenze. Nato in Belgio a (Grembergen), ma residente in Rwanda (Africa) dal 1990, non parla inglese da anni (solo francese e Kinyarwanda), motivo per cui ogni tanto ci sono delle imprecisioni nei suoi scritti. Ma di cose da dirne, ne ha, così come tanta voglia di rivelare il proprio passato.
Certo, essere stato il protagonista di eventi straordinari e non poterlo dire a nessuno pesa, sappiamo che fu così per Philip Corso e per Michael Wolf. Ma andiamo con ordine. Arruolato dall’USAF e diventato esperto in tecnologie avioniche straniere (specie russe) ed esperto di aerei AJAX e di Mig Foxbat 25, venne scelto per la missione Apollo 20 a suo dire perché ateo. Rutledge avrebbe deciso di rivelare quanto sa e di diffondere i suoi video perché «il 2012
arriverà in fretta, e si vedranno molti UFO in giro già dal Settembre 2007». Dopo aver fornito un impressionante numero di dettagli tecnici sulla missione, nomenclature, acronimi, dettagli sull’attrezzatura o altro, Rutledge spiega la genesi della missione. In effetti è vero che il rendez-vous russo-americano Apollo-Soyuz del 1975 da alcuni viene considerato il volo “Apollo 18”, anche se curiosamente in quell’occasione la NASA non numerò la missione. Però, nel corso di una precedente missione Apollo, sembra la 15, gli astronauti NASA avevano già notato la presenza di un’astronave aliena nel cratere Izsak, e di conseguenza venne approntata la missione di recupero, assegnata al volo dell’Apollo 19, il cui modulo spaziale venne chiamato Endymion e il modulo lunare Artemis. La missione Apollo 19
però non ebbe fortuna: apparentemente per un guasto al sistema telemetrico, sbagliarono rotta e si schiantarono contro un piccolo asteroide. La missione dell’Apollo 19 venne dunque ereditata dall’Apollo 20: scoprire e riportare sulla Terra notizie, materiale e tecnologia aliena. La navetta NASA dell’Apollo 20 venne battezzata “Vandenberg Constellation” mentre il modulo LEM “Vandenberg Phoenix”. In questa missione segreta che vide coinvolte 300 persone circa, tutte alla Vandenberg AFB, collaborarono i russi. Collaborazione obbligata, dato che anche i russi erano a conoscenza della presenza della nave aliena sul lato oscuro della Luna, da quando nel ‘69 una
loro sonda precipitò molto vicino alla zona dell’astronave. La decisione di intraprendere una missione di recupero per i russi nacque dal loro centro operativo di Sverdlovsk (noto per un altro video UFO, N.d.A.). Il capo programma era il professore Valentin Alekseiev, che in seguito divenne presidente dell’Accademia delle scienze degli Urali. Il cosmonauta Leonov fu scelto per via della sua popolarità, e perchè aveva già collaborato con gli americani nel
programma Apollo-Soyuz. Nel 1994 Rutledge sostiene di aver rivisto, a Yekaterinburg, Valentin Alekseiev, che aveva sulla sua scrivania un modellino dell’astronave della Luna in malachite con incrostazioni d’oro (la malachite e l’oro erano sacri per molte antiche civiltà che ritenevano avessero poteri particolari, N.d.A.).
Una volta atterrati, la visita alla città non fu così ricca di scoperte come speravano: vista da vicino, la struttura che venne chiamata “La Città” era in realtà un cumulo di macerie, afferma Rutledge, di cui solo una costruzione rimaneva intatta, quella che battezzarono col nome di “cattedrale”. La città sembrava antica quanto l’astronave, ma era ridotta malissimo.

Dentro l’astronave
Oltre l’astronave aliena vista dall’alto, Rutledge e Leonov ne trovarono anche un’altra, triangolare. Ma la maggior parte delle ricerche le fecero all’interno della grande astronave vista dall’alto: le analisi confermarono che si trattava di un’astronave madre molto grande, che aveva attraversato gran parte dell’universo e, a suo dire, era antica un miliardo e mezzo di anni. All’interno, nella sezione motori, c’erano resti di vegetazione e rocce triangolari che emettevano gocce di liquido giallo dalle proprietà apparentemente guaritive, e tracce di vita extrasolare. Trovarono
anche dei piccolissimi corpi alieni, circa 10 centimetri l’uno, in capsule di vetro, presumibilmente embrioni, ma la scoperta maggiore furono due corpi, di cui uno intatto.
La chiamarono “Monna Lisa” dato che si trattava di una femmina umanoide, 1 metro e 65 di altezza, mani a sei dita (come gli esseri del Santilli Footage, N.d.R.). Era una pilota, pilotava con le dita e gli occhi, senza timone o cloche. I due astronauti per smuoverla dalla sedia del cockpit dovettero tagliare via due cavi collegati al suo naso, che però non possedevano narici visibili. Leonov rimosse il visore elettronico dagli occhi della donna e, nel farlo, dei liquidi
biologici, forse sangue, le fuoriuscirono dalla bocca, naso, occhi, per congelarsi all’istante nell’atmosfera zero lunare. Alcune parti, come i capelli, sembravano invece in condizioni insolitamente buone, mentre la pelle sembrava protetta da una sorta di sottile pellicola trasparente. A quanto videro, la donna non sembrava né morta né viva, ma come in uno stato di sospensione vitale. Apparentemente, Rutledge ha i video anche di questa parte della missione ed è intenzionato a diffonderli tra breve. Avrebbe avuto modo di ottenerli 15 anni fa, quando venne contattato da un ex collega che era a guardia di un container NASA pieno di vecchie foto e video da bruciare con una torcia al plasma. Ci furono dei ritardi nell’arrivo di queste torce, gli uomini di guardia ebbero qualche giorno per curiosare e decisero
che alcune cose erano tanto interessanti da poter essere vendute, così contattarono Rutledge, che acquistò parte del materiale.
I due astronauti trovarono anche un secondo corpo, distrutto, di cui riuscirono a portare a bordo dell’Apollo 20 solo la testa. Il colore della pelle di questo essere era blu grigiastro e, al di sopra degli occhi aveva degli strani simboli incisi, e una fascia attorno alla fronte. L’intero cockpit era formato da lunghe strutture tubolari semiesagonali e pieno di iscrizioni incomprensibili. Più di questo, l’affermazione davvero incredibile di Rutledge è che la donna pilota non era morta e, a quanto sembra, una volta riportata sulla Terra, i dottori della NASA riuscirono a rianimarla.
Rutledge ammette candidamente che esiste un protocollo NASA sul rilascio di materiale da porre all’attenzione pubblica, lo Statement 508, diretto apparentemente da una certa Annette Moore, il cui ufficio avrebbe anche un sito, http://www.section508.nasa.gov/ sul quale la NASA descrive l’ufficio protocollare come un’istituzione
nata nel 1998 allo scopo di rendere disponibili al pubblico le informazioni elettroniche in modo paritario, ponendo l’accento sopratutto sulle pari opportunità di lettura, od ottenimento di informazioni per i disabili o per le fasce disagiate. Va detto però che il tutto potrebbe essere comodamente una copertura per organizzare al meglio quello che Michael Wolf definiva “un lento rilascio di informazioni”.
Lento e talvolta difficile, perché, nelle parole dell’ex astronauta, ora “gola profonda”, i veri motivi per cui i governi si rifiutano di rivelare la verità sui visitatori, sarebbero di natura economica.
L’oro, stando alle EBE, sarebbe largamente diffuso e senza valore nella galassia, mentre altre cose apparentemente di poco conto, ad esempio il caffé, sarebbero rare nell’universo. Per quanto possa sembrare incredibile, l’apertura a mercati extraterrestri potrebbe nell’arco di pochi giorni cambiare l’intera economia del nostro pianeta, e un contadino brasiliano con una piccola piantagione di caffé potrebbe domani diventare l’uomo più ricco del mondo. Ma finché
nessuno sa nulla, le regole del gioco rimangono invariate. Almeno,
fino al 2012.

Note
La missione Apollo 17 avrebbe dovuto ottenere la maggiore quantità possibile di riprese fotografiche alla migliore qualità rispetto a qualunque altra precedente missione. Fra gli equipaggiamenti fotografici, di superficie e in orbita, di cui erano dotati gli astronauti Scott e Irwin c’erano: tre 70-millimetri Hasselblad Data Cameras (HDC, LM1, LM2), una 16-millimetri Data Acquisition Camera (DAC), una color TV camera (LM4) o Lunar Surface TV camera. Inoltre:
una 70-millimetri Hasselblad electric camera, una 16-millimetri Maurer DAC, una 35-millimetri Nikon, e una Westinghouse color TV camera, quest’ultima, usata nel modulo di comando, era manovrabile a mano o fissata ad un sostegno. La velocità di scansione era la commerciale 30 fps, 525 linee per fotogramma. La risoluzione era a
200 TV linee per immagine.

LE RICERCHE IN ITALIA
Ultimamente, diversi ricercatori indipendenti sono entrati in contatto con William Rutledge, fra questi anche due nostri
collaboratori. Sul forum di http://www.ufologia.net il dibattito si è acceso all’inverosimile e sono state raggiunte conclusioni preliminari che hanno nettamente diviso la discussione. Per i più tecnici, si tratterebbe di immagini confezionate con la computer grafica, quindi false. Per altri, c’è la necessità di approfondire, dati l’importanza della documento in sé e il possibile cover-up NASA su missioni segrete e gestite dai militari dalla installazione di Vandenberg. Da noi raggiunto, il giornalista Luca Scantamburlo ci ha rilasciato questa breve dichiarazione: «Dalle nostre comunicazioni, ho avuto l’impressione che Rutledge stia aspettando una reazione da parte della stampa internazionale e dell’opinione pubblica. Ha ancora molte cose da dire e da far vedere, ma ha bisogno della collaborazione del pubblico, a mio avviso, che invece di perdersi in sterili polemiche, dovrebbe mettersi nei suoi panni ed offrirgli il beneficio del
dubbio, e non una condanna di tribunale ancora prima di essere certi che sia un impostore». (M.B)

Si ringrazia Luca Scantamburlo, socio del C.U.N., oltre che giornalista pubblicista e freelancer iscritto alla F.L.I.P di Roma per la collaborrazione.



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MessaggioInviato: 30/07/2009, 11:53 
Cita:



Bene, interessante.
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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:
http://www.cun-veneto.it/apollo20.htm [:D]


quindi sarebbe un falso? ma sarebbe falsa tutta la storia, o solo il presunto modellino?



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A quanto ho letto nei vari siti e credo proprio siano attendibili è da molto che si è detto che sia un falso.
Dai è una bufala, come quella dell'angelo scolpito sulla roccia lunare . . .



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tra bufale e verità (nascoste o meno) non ci capisco più niente [:213] [:142] [:49]



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Cita:
cagliari79 ha scritto:

tra bufale e verità (nascoste o meno) non ci capisco più niente [:213] [:142] [:49]


HEHEHEHE devi stare attento, poi certe sono fatte pure bene che sembrano reali.
Purtroppo c'è sempre il burlone o il depistatore e a seguito tutti quelli che non distinguono il falso diffondono la notizia che poi alza certi polveroni, fortunatamente qualcuno qui si accorge di una bufale e lo rende noto, è giusto mantenere una certa serietà secondo me, altrimenti si finisce nel ridicolo . . . .
I temi sono molto delicati e le prove facilmente inquinabili specialmente in un mondo multimediale come il nostro, tra pc,photoshop e telecamere heheheheeheheheeh
c'è pure chi si diverte . . . [:D] [:D]



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DOPO L'"APOLLO-17" NON CI FU PIU' ALCUN'ALTRA MISSIONE... STOP PER 40 ANNI! E LA LUNA FACEVA "GOLA" SIA AD AMERICANI CHE AI SOVIETICI, PER QUESTIONI DI STRATEGIA MILITARE... Figuriamoci se non avrebbero continuato! (Il resto.... l'ho già scritto!)



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MessaggioInviato: 30/07/2009, 13:44 
se volete guardarvi e scaricarli ecco il link:

http://www.revver.com/u/retiredafb/

dovrebbero esserci tutti almeno credo.....


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MessaggioInviato: 30/07/2009, 15:21 
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dresda99 ha scritto:

riporto integralmente i contenuti di DNA MAGAZINE


Dentro l’astronave
Oltre l’astronave aliena vista dall’alto, Rutledge e Leonov ne trovarono anche un’altra, triangolare. Ma la maggior parte delle ricerche le fecero all’interno della grande astronave vista dall’alto: le analisi confermarono che si trattava di un’astronave madre molto grande, che aveva attraversato gran parte dell’universo e, a suo dire, era antica un miliardo e mezzo di anni. All’interno, nella sezione motori, c’erano resti di vegetazione e rocce triangolari che emettevano gocce di liquido giallo dalle proprietà apparentemente guaritive, e tracce di vita extrasolare. Trovarono
anche dei piccolissimi corpi alieni, circa 10 centimetri l’uno, in capsule di vetro, presumibilmente embrioni, ma la scoperta maggiore furono due corpi, di cui uno intatto.
La chiamarono “Monna Lisa” dato che si trattava di una femmina umanoide, 1 metro e 65 di altezza, mani a sei dita (come gli esseri del Santilli Footage, N.d.R.). Era una pilota, pilotava con le dita e gli occhi, senza timone o cloche. I due astronauti per smuoverla dalla sedia del cockpit dovettero tagliare via due cavi collegati al suo naso, che però non possedevano narici visibili. Leonov rimosse il visore elettronico dagli occhi della donna e, nel farlo, dei liquidi biologici, forse sangue, le fuoriuscirono dalla bocca, naso, occhi, per congelarsi all’istante nell’atmosfera zero lunare. Alcune parti, come i capelli, sembravano invece in condizioni insolitamente buone, mentre la pelle sembrava protetta da una sorta di sottile pellicola trasparente. A quanto videro, la donna non sembrava né morta né viva, ma come in uno stato di sospensione vitale.




Ma vi immaginate, se fosse vero , già un MILIARDO E MEZZO fa c' erano esseri evoluti che viaggiavano nell' universo

E i resti di vegetazione nei motori?
e gli embrioni?

Comunque molto interresante


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MessaggioInviato: 30/07/2009, 15:39 
interessante...
chissà se anche questa volta è un falso, come il caso di giovanna...


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MessaggioInviato: 30/07/2009, 15:49 
una prova che sia un falso esiste........

vedi post di ufologo555.


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è ovviamente un falso. rianimare un alieno dopo un miliardo di anni... un insulto alla ragione ragazzi... comunque con analisi sul terreno fatte con foto stereo della nasa non risulta essere una nave ma una depressione del terreno. e il terreno ricreato attorno non corrisponde a quello delle foto nasa. è un plastico. una bella storia ma uno scherzo...



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