Aztlan ha scritto: Cita:
shighella ha scritto: Ah Azzy dimenticavo:
curiosa di conoscere la tua opinione personale riguardo la bisessualità dell'epoca
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fine ot
Detta sinteticamente, per non portare il discorso fuori tema,
mi fa riflettere come le attuali categorie di "etero" "omo" o "bi" sessuale siano fondamentalmente un' invenzione recente.
Nell' antichità si faceva una distinzione solo tra le prime due, ma poi veniva largamente praticata la terza, senza che venisse dato un nome alla cosa,
il che è strano perchè la cosa in alcune società, come quella greca e romana, era perfettamente tollerata.
Il che mi ha fatto pensare, anche osservando il presente e alcuni atteggiamenti delle persone,
che quella che oggi chiamiamo bisessualità sia in realtà la sessualità naturale della specie umana, latente in ognuno di noi,
che in questa epoca siamo costretti a "scegliere" per uniformarci al pensiero corrente quale metà del genere umano preferire.Eppure poi, in uomine e donne, etero o gay,
noto che certe volte alla vista di alcuni soggetti si risveglia un appetito sessuale verso l' opposto del proprio "orientamento" prestabilito che tanto concorre oggi alla definizione dell' identità personale.
Questo viene espresso solo tra intimi ed è pure in questo ambito comunque sminuito come un gioco, ma tale non è perchè l' inclinazione persiste.
Insomma gli orientamenti attuali sarebbero anche frutto di questa forzata limitazione culturale moderna,
mentre gli antichi, che avevano un' altra cultura, più vicina alla natura,esprimevano un comportamento che noi oggi chiameremmo senza altro bisessuale in una misura che da sola dà da pensare.
Già il solo fatto che questo presunto orientamento sembri assai più diffuso nel passato e marginale rispetto agli altri nel presente
addirittura delegittimato dalla stessa psicologia ufficiale che tanto si batte per il riconoscimento dell' omosessualità,
e che invece considera tuttora la bisessualità come inesistente e i bisessuali come "bugiardi"
come nel titolo di un recente lavoro che vidi tempo fa di uno dei grandi della disciplina a livello internazionale di cui ora mi sfugge il nome,
dovrebbe appunto far riflettere: perchè gli orientamenti non sarebbero "statici" nelle proporzioni ma cambiano a seconda dei periodi storici?
L' unica spiegazione che mi sono potuto dare è che sia determinante l' influenza della cultura in cui si vive nella formazione del proprio orientamento,
quando in realtà la natura umana preesistente ai condizionamenti imposti dall' esterno e dalla reazione della stessa persona per adattamento, che vanno a formare quelli che oggi chiamiamo "orientamenti" con così nette divisioni,
sembra rivelarsi molto più fluida e priva di questi confini e appare a me artificiosamente ingabbiata in queste definizioni,
che, ripeto, esistono solo nella nostra cultura contemporanea e ne sono espressione, mentre erano sconosciute in precedenza.
Altre spiegazioni non ho trovato.
So che questo argomento tocca la sensibilità più estrema di chiunque
e che quindi una tesi nuova e radicale come questa, contraria a tutte le campane finora sonanti,
è destinata a scontrarsi con una unanime levata di scudi che accomunerà categorie di persone che finora si odiano,
ma io come sempre dico la mia e un giorno vedremo. ![Imbarazzato [:I]](./images/smilies/UF/icon_smile_blush.gif)