Storia e origini delle Religioni Monoteistiche
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31/05/2010, 20:59

Giovanni dalla Teva ha scritto:



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Il Sig. Enkidu scrive:
Non sto nella pelle per l'ansia di sapere.... spero che comincerai molto presto....


Egregio Sig. Enkidu, la sincerità non mi manca mai, ma a volte mi affiorano dei dubbi se è idoneo riportare ciò che la mia curiosità personale mi ha spinto a scoprire.

Infatti, avevo in parte già postato e poi ho tolto, perchè non ho avuto il coraggio di continuare.

Scusandomi, porgo un caro saluto.




Propagare il sapere è il gesto più nobile che ci possa essere.[;)]

31/05/2010, 23:04

Carissimo Giovanni

**In base agli scritti di Giuseppe Flavio risulta che quando ci fu battaglia tra Antipa e Areta, i due nazirei o nazareni erano già stati martirizzati.**

Siccome è documentato da Flavio Giuseppe, il Battista è verità.
Il Cristo, malgrado è documentato da G. Flavio non è verità
Il Giacomo, malgrado è documentato da G. Flavio non è verità.

Noto una grande contraddizione nell’esporre certe tesi.

E' nel Battista, che c'è grande interpolazione, è lui la vera testimonianza, è lui il vero credito cristologico della favoletta il Cristo.

Ho iniziato a leggere da poco il vecchio libro Di Emilio Bossi "Gesù Cristo non è mai esistito, 1900," prestatomi da un amico. Man mano che vado avanti nella lettura, sempre più mi convinco che Voltaire aveva pienamente ragione.

Salutissimi dal tuo amico Cecco

01/06/2010, 06:52

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Il caro amico Cecco scrive:

**In base agli scritti di Giuseppe Flavio risulta che quando ci fu battaglia tra Antipa e Areta, i due nazirei o nazareni erano già stati martirizzati.**



Esatto


Siccome è documentato da Flavio Giuseppe, il Battista è verità.
Il Cristo, malgrado è documentato da G. Flavio non è verità
Il Giacomo, malgrado è documentato da G. Flavio non è verità.



1) Giovanni Battista è documentato da Flavio Giuseppe e sicuramente utilizzato dagli evangelisti per creare il mito di Gesù.


Gli evangelisti hanno valorizzato la figura storica di Giovanni Battista con le dovute cautele e con i dovuti contrapesi, sempre attenti a non uscurare o confondere la costruzione del loro vero mito, quello di Gesù.

2) Il Gesù Cristo non è stato documentato da Giuseppe Flavio, altri hanno usato gli scritti di Giuseppe Flavio, falsificandoli interpolandoli per ottenere delle prove storiche che giustificassero la creazione del loro mito.

Il più grande errore commesso dai padri della Chiesa, rientra tra il proverbio "Chi troppo vuole, nulla stringe". Se loro si accontentavano di scrivere i loro libri del nuovo testamento, e non avessero voluto legittimare la loro falsificazione attraverso altri scritti "laici", ora noi non saremmo in grado di scoprire una parte importante, della verità storica di quegli eventi. In poche parole se loro avessero eliminato i libri di Giuseppe Flavio come hanno fatto con altri autori invece di falsificarli a loro interesse, ora nessuno sarebbe in grado di dimostrare/interpretare parti della verità storica.

3) Il Giacomo fratello di Gesù non è stato documentato da Giuseppe Flavio ma creato da un personaggio storico riportato da Giuseppe Flavio, inserendo dai falsari "che era soprannominato Cristo" al posto opportuno.


Noto una grande contraddizione nell’esporre certe tesi.



Caro amico Cecco io non ho creato mai alcuna contraddizione, io ho solo e esclusivamente evidenziato delle contraddizione che si sono create nella costruzione del mito del Gesù Nazareno.


E' nel Battista, che c'è grande interpolazione, è lui la vera testimonianza, è lui il vero credito cristologico della favoletta il Cristo.



Quando incomincerai a scrivere e dimostrare le tue affermazioni, le leggerò con molta attenzione e grande interesse e sempre pronto a cambiare le mie opinioni. Nel frattenpo colgo l'occasione per augurarti una buona giornata, carissimo amico Cecco e offrirti virtualmente un buon caffè, e se potessi anche realmente. Ciao.

NB. qui

http://www.liberliber.it/biblioteca/b/b ... su_c_p.pdf

poi trovare l'intero libro di Emilio Bossi
Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 01/06/2010, 07:00, modificato 1 volta in totale.

01/06/2010, 08:35

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E infatti guarda un po' in che modo Pesce e Destro interpretano, due righe sotto la traduzione di Flavio Giuseppe, il rito del Battista:

"Ciò che va sottolineato è che i dati che emergono da questo testo si integrano bene con altri che emergono dai Vangeli, il che permette una ricostruzione storica attendibile perché basata su fonti indipendenti.



Permette una ricostruzione storica attendibile perchè basata su fonti indipendenti che attesta documenta, che la fonte storica riportata, usata da Giuseppe Flavio, non sapeva nulla circa " In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11 E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto»." nonostante sempre il vangelo di Marco 4,1 dica " si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme." e questi non erano muti ma comunicavano tra loro e con gli altri.



Se qualcuno vuole sostenere che invece le fonti utilizzate da Giuseppe Flavio, riportavano il battesimo di Gesù, ma fu Giuseppe Flavio a non riportarlo, automaticamente quel qualcuno dichiara pure che l'intero Testimonium Flavianum è stato una semplice e pura aggiunta o interpolazione successiva.

Un caro saluto.

01/06/2010, 21:36

Carissimo Giovanni,

Ho voluto fare un appunto sul pensiero di Emilio Bossi.
Se Gesù trova sul suo cammino il Battista, è perché il profeta Isaia l'aveva predetto: Isaia[40/3] Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
[solo che Isaia parla di Dio padre e non di Cristo]
Mt.[3/3] Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! [il ladro per Matteo ruba, costruendoci la sua favola]
Mt.[11/10-14)Se parla di Giovanni Battista, è per dire che egli è quello di cui è scritto... è l’Elia che doveva venire.
Il Battista fu creato(inventato)sulla base delle profezie di Malachia (III, 1, 5, 18; IV, 2, 5) e di Isaia (XL, 1, 10, 27, 31; XLI, 1).
L'annunciazione e la nascita del precursore, il Battista, sono copiate dall'Antico Testamento(Strauss, op. cit., vol. II, p. 43).
La natura simbolica del Cristo è tradita anche dal Battista che fa di lui l'agnello che porta i peccati del mondo e che dice che Cristo, venuto dopo di lui, esisteva prima di lui (Giov. I, 29, 36, 15, 30).
Con Gesù compaiono sul monte Mosè ed Elia; il primo, per rendere più evidente il passaggio dal primo al secondo salvatore; il secondo, per realizzare la profezia di Malachia, secondo la quale Elia doveva tornare in persona prima del Messia, sicché ecco servito il suo sostituto il Battista.
Secondo Gv., il Battista dichiara formalmente di non conoscere Gesù quando questi si presenta a lui per ricevere il battesimo. Invece, secondo Lc., il Battista aveva già riconosciuto Gesù fin da quando si trovava nell'utero di sua madre Elisabetta, trasalendo di gioia nel seno di questa allorché Maria era venuta a trovarla.
Secondo Mt., il Battista conosceva così bene Cristo quando lo battezzò, che si rifiutò dapprincipio di farlo, non cedendo che alle di lui istanze.
Questo Giovanni Battista, che secondo tutti i vangeli era ritenuto il precursore di Cristo, lo aveva battezzato col concorso della colomba celeste e della voce del Padre Eterno e gli aveva esplicitamente riconosciuto il carattere di Messia, tuttavia non si fa cristiano e continua a predicare per proprio conto; non solo, ma, quando poi viene arrestato, manda dalla prigione due discepoli a Cristo, incaricandoli di dirgli: «Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo un altro?». E mentre Gesù dichiara che il Battista è il profeta Elia, lui stesso dichiara agli Ebrei che egli non è il profeta Elia.
Zaccaria figlio di Barachia, padre di Giovanni ch'essi hanno ucciso fra il tempio e l'altare. La critica ha dimostrato che non è esistito nessun personaggio di questo nome, ma è Baruch invece di Barachia, differenza per altro facilissima a spiegarsi. Ma l'assassinio di questo Zaccaria, di cui parla lo storico Giuseppe, avvenne l'anno 67 dell'êra nostra, vale a dire molto tempo dopo l'epoca che i cristiani assegnano a Cristo.


Salutissimi Cecco

02/06/2010, 16:37

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Egregio Sig. Barionu quale libero e grande viandante di cultura del Web, per caso non potrebbe comunicare a chi Lei ha ben compreso, che la comprensione e l'interpretazione corretta e precisa del 117 di Antichità Giudaiche libro XVIII, di Giuseppe Flavio:

"Erode infatti aveva ucciso quest’uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l’anima fosse già purificata da una condotta corretta."


la possono trovare in Storia Ecclesiastica libro I,11,5 di Eusebio di Cesarea, certi di non sbagliare; constatato che tale ultimo personaggio, con grandissima probabilità ne è pure il diretto autore. La prima gallina che canta è pure quella che ha fatto l'uovo.

Sempre Eusebio da Cesarea in questo punto, dopo poche righe, richiama anche un'altra sua grande opera della stessa specie cioè il Testimonium Flavianum.


Un vivo ringraziamento.
Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 02/06/2010, 16:47, modificato 1 volta in totale.

05/06/2010, 09:40

Carissimo Giovanni

http://camcris.altervista.org/provestoriche.html
Prove storiche da fonti non cristiane sull'esistenza e sulla vita di Gesù
Cristo elaborato sulla base di uno studio di M. Gleghorn.
1)Prove dagli annali di Cornelio Tacito,
2) Prove da Plinio il Giovane,
3) Prove da Giuseppe Flavio,
4) Prove dal Talmud Babilonese,
5) Prove da Luciano di Samosata,
6)Prove da Marco Aurelio, [fermiamoci così]

http://camcris.altervista.org/provestoriche.html

Prove storiche da fonti non cristiane sull'esistenza e sulla vita del Battista, elaborato da Cecco!!.
1)Cornelio Tacito non lo conosce,
2)Plinio il Giovane non lo conosce,
3) Il Talmud Babilonese non lo conosce,
4)Luciano di Samosata non sa chi sia,
5)Marco Aurelio non lo conosse,
6)Prove da Giuseppe Flavio, [fra tutti è l’unico che parla del Battista]

Da studi attentamente fatti, è stato accertato che Eusebio da Cesarea è stato l’interpolatore del “TESTIMONIUM FLAVIANUM”, perche nella sua “HISTORIA” e per primo ne parla.
Sul Battista, non solo è il primo a parlarne, ma anche [size=150]L’UNICO
.

**la possono trovare in Storia Ecclesiastica libro I,11,5 di Eusebio di Cesarea, certi di non sbagliare; constatato che tale ultimo personaggio, con grandissima probabilità ne è pure il diretto autore.
La prima gallina che canta è pure quella che ha fatto l'uovo. Questa frase è oro colato
Vedi Giovanni, questa mia caparbia convinzione del falso nel Battista, si è radicata proprio nel passo: Mc.[6/18] Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello".
Chi glielo proibiva, andando a vivere da lui, Erodiade automaticamente aveva ripudiato l’altro marito.

Nella reggia di Erode c’era un solo letto, dove non si faceva nessuna distinzione, nell’accoppiarsi con mogli, sorelle, figlie, nuore, cognate, cugine e concubine! Nessun gran sacerdote del tempo, ha mai gridato allo scandalo.
D’improvviso all’età di non si sa(non è quantificata), Quest’uomo “cavernicolo” e peloso, venuto anche lui dalle nuvole, va dal re (tu non devi prenderti Erodiade).
Chi era costui, che importanza, a quale livello-ceto apparteneva, per arrogarsi il suo dire contro il re?

Giovanni, una mia ipotesi, se in quei passi c’era, sì, il Giovanni, ma quello “VERO” che inveiva contro Antipa, non perche lo proibiva la legge, ma perche aveva ripudiato la figlia di Areta, suo amico fraterno e suo sponsor.
La ricorrente favola dell’uomo buono che viene barbaramente ucciso(suscita compassione)è insita in Eusebio e molto presente nelle cosiddette sacre favole.

Sempre stringendoti la mano in segno di amicizia, Cecco ti spedisce sinceri saluti.
[/size]

05/06/2010, 11:17

Se Giovanni Battista non è mai esistito, come si spiegano allora le credenze dei Mandei? Non Credo che questa popolazione, fiera delle sue antiche tradizioni, si ispirasse ad Eusebio da Cesarea.

05/06/2010, 13:04

Carissima Paolina da Roma

**Perche allora le credenze dei Mandei?**

Questa è una domanda da 0,0000000 in conoscenza.

I Mandei sono la verità?

Quante sette ronzavano intorno al mito Cristo, se non lo sai chiedilo a qualche erudito, a me un professore che su queste cose ha stoffa da vendere, mi ha detto che queste sette superavano abbondantemente le cento unità, e i Mandei era una di queste.

Quale verità se sono tutte discordanti?

Facciamo un esempio: I cristiani e i mandei sono contrastanti fra loro, chi dei due dice la verità. In questo caso la verità è una sola. L'uno elimina l'altro che automaticamente, si eliminano a vicenda.

Oppure, 2 domande: chi è il figlio di Dio fra loro due?
A che anno risalgono le scritture mandee risalenti il Giovanni?

Saluti cecco


05/06/2010, 14:55

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Il caro amico Cecco scrive:
Giovanni, una mia ipotesi, se in quei passi c’era, sì, il Giovanni, ma quello “VERO” che inveiva contro Antipa, non perche lo proibiva la legge, ma perche aveva ripudiato la figlia di Areta, suo amico fraterno e suo sponsor.
La ricorrente favola dell’uomo buono che viene barbaramente ucciso(suscita compassione)è insita in Eusebio e molto presente nelle cosiddette sacre favole.



Caro amico Cecco, io ho raccolto molto materiale ed ora cercherò di organizzanlo per dimostrare che in Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, libro XVIII :

113 "Areta partì di qui per una querela. C’era anche una lite a
proposito del distretto di Gabala, e da una parte e dall’altra vi era
stata la rassegna dei soldati, ed ora erano in guerra, ma essi
mandavano altri come comandanti invece di andare essi stessi.
114 Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode era distrutto
quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si
unirono all’esercito di Erode e tradirono. 115 Erode inviò un resoconto di questi eventi a Tiberio, il quale, sdegnato dall’arroganza di Areta, ingiunse a Vitellio di marciare contro di lui, inviarglielo in catene, qualora lo catturasse vivo, e, se morto, mandargli la testa. Queste furono le istruzioni che Tiberio inviò al governatore della Siria. 116 Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode. 117 Erode infatti aveva ucciso quest’uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l’anima fosse già purificata da una condotta corretta. 118 "Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene. 119 A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.



l'unica parte interpolata, quindi aggiunta è il 117: ""Erode infatti aveva ucciso quest’uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l’anima fosse già purificata da una condotta corretta."

Infatti leggendo tutto il brano senza il 117, tutto è logico storicamente.

Ognuno può verificare leggendo.

113 "Areta partì di qui per una querela. C’era anche una lite a
proposito del distretto di Gabala, e da una parte e dall’altra vi era
stata la rassegna dei soldati, ed ora erano in guerra, ma essi
mandavano altri come comandanti invece di andare essi stessi.
114 Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode era distrutto
quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si
unirono all’esercito di Erode e tradirono. 115 Erode inviò un resoconto di questi eventi a Tiberio, il quale, sdegnato dall’arroganza di Areta, ingiunse a Vitellio di marciare contro di lui, inviarglielo in catene, qualora lo catturasse vivo, e, se morto, mandargli la testa. Queste furono le istruzioni che Tiberio inviò al governatore della Siria. 116 Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode. 118 "Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene. 119 A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.


I Falsari hanno usato la stessa strategia usata nella stessa opera di Giuseppe Flavio nel libro XX, 200 dove hanno inserito "che era soprannominato Cristo"

Un caro saluto

11/06/2010, 07:20

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Approfondimenti sull'interpolazione dello scritto 117 del libro XVIII di Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio


113 "Areta partì di qui per una querela. C’era anche una lite a
proposito del distretto di Gabala, e da una parte e dall’altra vi era
stata la rassegna dei soldati, ed ora erano in guerra, ma essi
mandavano altri come comandanti invece di andare essi stessi.
114 Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode era distrutto
quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si
unirono all’esercito di Erode e tradirono. 115 Erode inviò un resoconto di questi eventi a Tiberio, il quale, sdegnato dall’arroganza di Areta, ingiunse a Vitellio di marciare contro di lui, inviarglielo in catene, qualora lo catturasse vivo, e, se morto, mandargli la testa. Queste furono le istruzioni che Tiberio inviò al governatore della Siria. 116 Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode. 117 Erode infatti aveva ucciso quest’uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che l’anima fosse già purificata da una condotta corretta. 118 "Quando altri si affollavano intorno a lui perché con i suoi sermoni erano giunti al più alto grado, Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva effetti così grandi, poteva portare a qualche forma di sedizione, poiché pareva che volessero essere guidati da Giovanni in qualunque cosa facessero. Erode, perciò, decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse a una sollevazione, piuttosto che aspettare uno sconvolgimento e trovarsi in una situazione così difficile da pentirsene. 119 A motivo dei sospetti di Erode, (Giovanni) fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo menzionato precedentemente, e quivi fu messo a morte. Ma il verdetto dei Giudei fu che la rovina dell’esercito di Erode fu una vendetta di Giovanni, nel senso che Dio giudicò bene infliggere un tale rovescio a Erode.



l'unica parte interpolata, quindi aggiunta è il 117: "Erode infatti aveva ucciso quest’uomo buono che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, e così facendo si disponessero al battesimo; a suo modo di vedere questo rappresentava un preliminare necessario se il battesimo doveva rendere gradito a Dio. Essi non dovevano servirsene per guadagnare il perdono di qualsiasi peccato commesso, ma come di una consacrazione del corpo insinuando che (si può tradurre anche con: poichè, nella misura in cui, in quanto) l’anima fosse già purificata da una condotta corretta."

I contenuti di tutto lo scritto riguardano un periodo all'incirca del 34/35 d.c. e quindi Giuseppe Flavio che è nato nel 37/38 d.c., si servì di un riporto da una fonte scritta o orale, ad eccezione del 117 che richiede delle conoscenze storiche del 34 e 35 d.c. e pure delle conoscenze storiche di nicchia cioè specifiche di gran lunga successive al 34 e 35 d.c..

Infatti per comprendere che il battesimo di Giovanni era un perdono accordato benevolmente da Dio dopo la rinnovazione interiore, e non una remissione sacramentale capace di conferire la grazia; servono le conoscenze postume di un padre apologista della chiesa cristiana, conoscitore attento dei primi scritti cristiani, vissuto molto dopo, rispetto al 34/35 d.c. e non un sacerdote ebreo appartenente alla più importante famiglia sacerdotale di quei tempi vissuto subito dopo gli anni 34/35 d.c..

Incominciamo subito ad affermare che Giuseppe Flavio non avrebbe mai riportato e mai affiancato il termine buono, che esortava i Giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio, ad una persona di quei tempi che poteva essere la causa di qualche forma di sedizione. Infatti nei suoi scritti addossò tutte le responsabilità di tutte le tremende tragedie accadute al suo popolo Ebreo di allora, esclusivamente ai sediziosi di qualsiasi tipo.

Procedendo nell'analisi del 117, si comprende che il battesimo del Battista doveva rappresentare una consacrazione del corpo, gradita a Dio, purché l'anima fosse già purificata da una condotta corretta, consistente nella pratica della giustizia reciproca e alla pietà verso Dio stesso (rispetto delle sue leggi). Il battesimo del Battista non serviva, non era idoneo ad ottenere il perdono di qualsiasi peccato, perchè era una condotta precedente, corretta che doveva purificare l'anima, mentre il battesimo con l'acqua serviva a purificare il corpo. Il battesimo di Giovanni Battista era un rito simbolico che attestava una precedente conversione che consisteva nel vivere la devozione verso Dio, cioè rispettando la sua legge, cioè vivendo secondo la Torah. L'immersione rappresentava la parte finale del processo di conversione.

Perciò il battesimo del Battista successivamente, verrà considerato inferiore a quello postumo di Gesù che aveva la capacità di togliere i peccati delle persone, nel momento preciso della sua effettuazione purificando contemporaneamente corpo e anima.

Con il battesimo di Giovanni Battista, se coloro che si battezzavano non avessero avuto una precedente condotta corretta, i loro peccati non venivano perdonati, perchè non c'era ancora l'intervento dello Spirito Santo.


Invece con il battesimo postumo di Gesù, serviva solo convertirsi, Atti Apostoli 2,38: " E Pietro disse: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; e riceverete il dono dello Spirito Santo"; quindi serviva solo la conversione e la fede indipendentemente dalla condotta corretta precedente, perchè i peccati venivano perdonati con l'intervento dello Spirito Santo, si aveva la filiazione adottiva e la vita nello Spirito, concetto già anticipato da San Paolo, Gal. 4, 5 "per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. 6 E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!; Rom. 5, 5 " La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato." II Cor. 3, 3 "È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori".

In particolare veniva richiamato il pensiero di Paolo su l'unione al Corpo Mistico od incorporazione al Cristo, la morte al peccato, alla concupiscenza Rom. 6, 6 "Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato"; Eph. 4, 22 " per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici"; Col. 3, 3 " Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni";ed in particolare alla Legge Mosaica; [font=Arial][size=150]Rom. 7, 6 " Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera." , [/size] [/font] Gal. 2, 19 "In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. 20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. 21 Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano."

L'inferiorità del battesimo di Giovanni rispetto a quello successivo cristiano è ben riportata e documentata negli Atti degli Apostoli 19,1:"Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano, giunse a Efeso. Qui trovò alcuni discepoli 2 e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo». 3 Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo di Giovanni», risposero. 4 Disse allora Paolo: «Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù». 5 Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù 6 e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano. 7 Erano in tutto circa dodici uomini."

Qui il battesimo di Giovanni è considerato quasi insignificante, rispetto a quello di Gesù, tanto è vero che le dodici persone, nonostante fossero già battezzate con il battesimo del Battista, furono ribattezzate con il battesimo di Gesù ed ecco il miracolo dello Spirito Santo che si ripete come quella volta con gli apostoli in Att. 2,4.
Chi ha dimostrato di aver ben compreso le differenze fra i due battesimi, è stato Eusebio da Cesarea infatti nella sua Storia Ecclesiastica libro 1, 11, 5, così riporta: [size=175]"Erode mandò a morte costui, un uomo buono che esortava i Giudei alla virtù, a farsi battezzare e a fondare i loro rapporti vicendevoli sulla giustizia e la pietà verso Dio; infatti il battesimo da lui predicato aveva lo scopo non di cancellare le colpe, ma di purificare il corpo, poiché l'anima era stata già purificata dalla giustizia."
Lo ha compreso e riportato così bene, che sembra proprio esserne l'autore originale in Antichità Giudaiche. Quindi il 117 non fu opera di Giuseppe Flavio un sacerdote della più importante famiglia sacerdotale Ebrea , nato subito dopo il 34/35 d.c. che mai dimostrò di conoscere i primi scritti cristiani. Tutto il 117, così pure il Testimonium Flavianum richiamato da Eusebio da Cesarea poche righe dopo l'esatta interpretazione del 117, sono opera di interpolazione.[/size]


Un caro saluto
Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 11/06/2010, 07:36, modificato 1 volta in totale.

11/06/2010, 19:12

Se Giovanni insospettì Erode non fu a causa della sua fama, ma per l'attività di proselitismo diretta a combattere Roma e i suoi amici e complici. Non si mette a morte un innocuo predicatore visionario, come ci viene presentato dalla manipolazione dell'opera di Giuseppe Flavio, ma deve esserci qualcos'altro. Lo stesso dicasi per Gesù Cristo. Si narra che il Salvatore sudò sangue nell'ordo degli ulivi. Non so se questo sia possibile, ma di certo doveva essere molto preoccupato per la sommossa che stava per compiere cui forse non era preparato o che considerava al di sopra delle forze di cui poteva disporre. Gesù, in tutti gli scritti che parlano di lui, ci appare più come un uomo di pensiero che come un uomo d'azione. Per questo trovo difficile ravvisare in lui un erede di Giuda il Galileo.

11/06/2010, 20:51

L'egregia Signora Paolina di Roma scrive:
Si narra che il Salvatore sudò sangue nell'ordo degli ulivi.



Prima di tutto un vivo ringraziamento per il suo interessante intervento

vangelo di marco
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani.
 Prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni.
L'anima mia è triste fino alla morte.
 Prega suo Padre.
Li trova addormentati.
Vegliate e pregate.
Di nuovo addormentati.
E' giunta l'ora.

vangelo di matteo
Giunto Gesù con loro nel campo chiamato Getsèmani.
Prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni.
L'anima mia è triste fino alla morte.
 Prega suo Padre.
Li trova addormentati.
Vegliate e pregate.
Di nuovo addormentati.
E' giunta l'ora.

vangelo di luca
Uscito se ne andò, secondo il suo solito, al Monte degli Ulivi;
lo seguirono anche i discepoli.
<Pregate per non cadere in tentazione»
Poi si allontanò da loro alcuni passi e, inginocchiatosi, pregava: '
"Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo."
Ed entrato in agonia, pregava più intensamente. Il suo sudare divenne come gocce di sangue che cadevano a terra.
 "Poi. alzatosi dalla preghiera. andò dai discepoli e li trovò addormentati, a motivo della tristezza.
 "Disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate per non cadere in tentazione».

vangelo di Giovanni
Detto questo, Gesù usci con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron dove c'era un orto, in cui entrò con i suoi discepoli.
Anche Giuda. che lo stava tradendo, conosceva bene il posto, perché Gesù molte volte si era riunito là con i suoi discepoli.


Marco e Matteo descrivono la stessa scena, Luca diversa, Giovanni non riporta i particolari.
Nessuno poteva vedere l'angelo e le gocce di sangue del suo sudore perché tutti i discepoli dormivano.
Il messia non ebbe più contatti con i suoi discepoli. Quindi questa è una libertà letteraria di Luca


Gesù, in tutti gli scritti che parlano di lui, ci appare più come un uomo di pensiero che come un uomo d'azione. Per questo trovo difficile ravvisare in lui un erede di Giuda il Galileo.


Gesù, in tutti gli scritti che parlano di Lui, ci appare come i loro autori volevano che ci apparisse non come in realtà fosse. Ecco perchè ci sono tantissime contraddizioni sulla sua figura e operato e non dimentichi l'attacco al tempio.

L'immagine, tramandata dai vangeli di un Gesù che da solo si avventa tra i mercanti del Tempio fustigandoli e rovesciando i loro banchi, facendoli scappare tutti ma proprio tutti (Mat. 21.12), appare, assolutamente improbabile e irrealistica.

Improbabile e irrealistica, perché il Tempio era affollato da migliaia di persone; i mercanti e i cambiavalute erano parecchi; e c'erano le guardie armate dei Tempio, e poi la Torre Antonia era piena di soldati romani pronti a intervenire in caso di tumulti.

Pensare che Gesù in quell'occasione se la sia presa solo con mercanti e cambiavalute non è affatto realistico, la presentazione dell'episodio come moralistica purificazione del Tempio a opera di un uomo solo è una invenzione mitologica al fine di nascondere il significato reale ed intuibile alla luce dì tanti altri elementi.
E' stata inserita dagli evangelisti canonici solo per richiamare le attese messianiche giudaiche, in quanto il profeta Zaccaria aveva preannunciato un giorno in cui i commercianti sarebbero stati cacciati dal tempio (Zaccaria 14,21)"Tutte le caldaie di Gerusalemme e di Giuda saranno sacre al Signore degli eserciti; tutti coloro che vorranno sacrificare verranno e le adopreranno per cuocervi le carni; in quel giorno non vi sarà più nessun mercante nel Tempio del signore degli eserciti" e nascondere un attacco pianificato e rivolto al sommo sacerdote e ad altri membri delle classi elevate che avevano il controllo del Tempio e che traevano profitti molto più elevati dalle operazioni che vi svolgevano, che non i mercanti e cambiavalute; e attaccare il Sommo Sacerdote e la sua cerchia voleva dire attaccare il dominio romano che li proteggeva.

Attaccare il Tempio, significava voler cambiare la classe sacerdotale farisaica di quel tempo e scacciare i romani.
L'episodio in base al vangelo di Giovanni (2, 12-25) sembrerebbe avvenuto all'inizio della vita pubblica di Gesù, cosa impossibile perchè il Messia sarebbe diventato un latitante ricercato su tutti i territori, non solo ebrei ma di tutto l'impero romano, per almeno due tre anni, quanto durò la sua vita pubblica; mentre dai racconti di Matteo (21, 12-17), Marco (11, 15-18) e Luca (19, 45-48) dovrebbe invece collocarsi giustamente alla fine, dopo l'entrata trionfale a Gerusalemme.


Collocare invece la "cacciata dei mercanti dal Tempio" alla fine della predicazione di Gesù conferisce un significato più chiaro alla sequenza degli avvenimenti della sua passione, la quale finisce con l'esserne una conseguenza.

Un caro saluto.
Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 11/06/2010, 21:01, modificato 1 volta in totale.

12/06/2010, 18:15

paolina.roma ha scritto:

Se Giovanni insospettì Erode non fu a causa della sua fama, ma per l'attività di proselitismo diretta a combattere Roma e i suoi amici e complici. Non si mette a morte un innocuo predicatore visionario, come ci viene presentato dalla manipolazione dell'opera di Giuseppe Flavio, ma deve esserci qualcos'altro. Lo stesso dicasi per Gesù Cristo. Si narra che il Salvatore sudò sangue nell'ordo degli ulivi. Non so se questo sia possibile, ma di certo doveva essere molto preoccupato per la sommossa che stava per compiere cui forse non era preparato o che considerava al di sopra delle forze di cui poteva disporre. Gesù, in tutti gli scritti che parlano di lui, ci appare più come un uomo di pensiero che come un uomo d'azione. Per questo trovo difficile ravvisare in lui un erede di Giuda il Galileo.



E’ un fenomeno teoricamente ,possibile,ma del quale non si trova traccia sui libri di medicina !D’altra parte a parlarcene e’ l’evangelista Luca ,che quanto a raccontare fesserie non e’ secondo a nessuno!
Giovanni non descrive alcuna agonia,Gesu’, nel caso specifico appare calmo e sicuro di se .
Ma quale pote’ essere il vero stato d’animo del vero Gesu’?

12/06/2010, 18:27

Nella reggia di Erode c’era un solo letto, dove non si faceva nessuna distinzione, nell’accoppiarsi con mogli, sorelle, figlie, nuore, cognate, cugine e concubine! Nessun gran sacerdote del tempo, ha mai gridato allo scandalo.
D’improvviso all’età di non si sa(non è quantificata), Quest’uomo “cavernicolo” e peloso, venuto anche lui dalle nuvole, va dal re (tu non devi prenderti Erodiade).
Chi era costui, che importanza, a quale livello-ceto apparteneva, per arrogarsi il suo dire contro il re?


Tutto vero, caro Cecco,ma non dimentichiamo Qumran.
A Qumran si e’ sempre condannato l’atteggiamento degli Erodiani,che consideravano vera e propria “fornicazione”.

Un saluto
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