“La magistratura? La più grande minaccia per l’Italia”. Così D’Alema in un cablo Wikileaks
Le parole dell'ex premier ed ex ministro degli Esteri sono riportate dall'ambasciatore americano a Roma Ronald Spogli in un dispaccio del 2008. Ma D'Alema smentisce di aver mai pronunciato quel "giudizio abnorme"
Questa volta l’attacco ai giudici non arriva da Silvio Berlusconi. Ma da Massimo D’Alema, che però smentisce. Scrive l’ambasciatore americano a Roma Ronald Spogli in un cablogramma targato Wikileaks e pubblicato da El Pais: ”Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l’ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha detto lo scorso anno all’ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura è la più grande minaccia per lo Stato italiano”. Secondo D’Alema, però, quanto scritto nel dispaccio è frutto di un’incomprensione: “Accanto a osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni – dice l’attuale presidente del Copasir – viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all’epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l’ambasciatore Spogli e me”.
Nel dispaccio del 3 luglio 2008 intitolato “Berlusconi incontra forti turbolenze”, il paragrafo 7 è dedicato alla magistratura italiana, “per molti un sistema rotto”. Secondo l’ambasciatore americano, le intercettazioni telefoniche riguardanti le inchieste giudiziarie sono spesso pubblicate dalla stampa. E questa situazione crea “imbarazzo” e richiede una riforma del sistema giudiziario e delle intercettazioni. “La fonte all’interno della magistratura responsabile della fuga di notizie viene scoperta raramente”, continua l’ambasciatore Usa, che poi riporta il parere di D’Alema, secondo il quale la magistratura rappresenta “la più grande minaccia per lo Stato italiano”.
Spogli commenta: “Nonostante 15 anni di dibattiti sulla necessità di una riforma globale del sistema giudiziario, non sono stati fatti progressi significativi. Gli italiani, in linea di massima, considerano il loro sistema giudiziario rotto, forse non più riparabile, e hanno davvero poca fiducia sul fatto che garantisca realmente giustizia”.
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