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Mi sembra una valutazione un po ottimistica,io la vedo peggiore.[8]


Ultima modifica di bleffort il 28/12/2010, 21:14, modificato 1 volta in totale.

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Crisi, Istat: una famiglia su tre non riesce a far fronte alle spese impreviste

ultimo aggiornamento: 29 dicembre, ore 12:44
Roma - (Adnkronos) - Crescono le famiglie che non riuscirebbero a fronteggiare spese impreviste di 750 euro e quelle che si sono indebitate. Anno nuovo, stangata in arrivo. Oltre mille euro per ogni famiglia

Roma, 29 dic. (Adnkronos) - Sono aumentate, nel 2009, le famiglie che non sono state in grado di fronteggiare spese impreviste, che si sono indebitate e che sono in arretrato con debiti diversi dal mutuo. E' questo il quadro che emerge dall'indagine dell'Istat su ''Reddito e condizioni di vita in italia negli anni 2008-2009'. Nel 2009, il 15,2 per cento delle famiglie ha presentato tre o piu' sintomi di disagio economico. Un valore, questo, che non presenta variazioni statisticamente significative rispetto all'anno precedente e si conferma molto piu' elevato tra le famiglie con cinque componenti o piu' (25,8 per cento), residenti nel Mezzogiorno (25,1 per cento) e tra le famiglie con tre o piu' minori (27,1 per cento).

Il quadro offerto dagli indicatori di deprivazione e di difficolta' economica si presenta sostanzialmente immutato rispetto all'anno precedente, quando era significativamente peggiorato rispetto al 2007 (anno in cui a soffrire di tre o piu' sintomi di disagio era stato il 14,8 per cento delle famiglie, contro il 15,8 per cento del 2008), anche se, evidenzia l'Istat, crescono le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro (dal 32,0 al 33,3 per cento in media), quelle che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo (dal 10,5 al 14,0 per cento di quelle che hanno debiti) e quelle che si sono indebitate (dal 14,8 al 16,5 per cento).

D'altro canto, sottolinea l'Istat, la crisi economica, che ha pesantemente caratterizzato il 2009, ha colpito in larga maggioranza le famiglie che si trovavano in condizioni di deprivazione materiale gia' nel 2008. Inoltre, la caduta dell'occupazione ha riguardato soprattutto i figli, celibi e nubili, che vivono nella famiglia di origine, mentre i genitori hanno potuto contare su un ricorso massiccio alla cassa integrazione, evitando che l'impatto della crisi sulla situazione economica delle famiglie fosse ancora piu' dirompente e determinasse un aumento dell'indicatore di deprivazione. Nel 2008, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto, esclusi i fitti figurativi, pari in media a 29.606 euro, circa 2.467 euro al mese, ma la meta' delle famiglie ha percepito meno di 24.309 euro (circa 2.026 euro al mese).

Tra il 2007 e il 2008 il valore medio del reddito netto familiare (esclusi i fitti figurativi) e' aumentato, a prezzi correnti, dell'1,2 per cento su scala nazionale, ma tenuto conto della dinamica inflazionistica (+3,3 per cento nel 2008), tale variazione corrisponde a una riduzione del reddito familiare medio in termini reali pari al 2,1 per cento.

Le famiglie residenti nel Sud e nelle Isole hanno percepito un reddito mediano pari a poco piu' di tre quarti di quello delle famiglie del Centro-nord e risultano maggiormente rappresentate nel gruppo di famiglie con i redditi piu' bassi (37,7 per cento nel primo quinto, contro il 13,3 per cento di quelle che vivono nel Centro e all'11 per cento delle famiglie del Nord). Piu' di un terzo del reddito totale percepito nel 2008 (37,5 per cento) e' andato al 20 per cento piu' ricco delle famiglie, mentre il 20 per cento delle famiglie con i redditi piu' bassi ha potuto contare solamente sull'8,3 per cento del reddito totale.

Piu' di un terzo del reddito totale percepito nel 2008 (37,5 per cento) e' andato al 20 per cento piu' ricco delle famiglie, mentre il 20 per cento delle famiglie con i redditi piu' bassi ha potuto contare solamente sull'8,3 per cento del reddito totale. Il valore dell'indice di Gini (calcolato escludendo dal reddito i fitti imputati), pari a 0,314, continua a segnalare un livello di diseguaglianza piuttosto elevato che riflette le differenze di reddito tra ripartizioni geografiche, ma anche il livello particolarmente elevato delle disparita' interne al Mezzogiorno (i valori piu' elevati si registrano in Sicilia, con 0,335, e Campania con 0,327).

Rispetto al 2008, l'Istat parla, dunque, di un quadro sostanzialmente immutato. Si evidenziano, comunque, alcuni miglioramenti imputabili alla favorevole dinamica delle retribuzioni e dei prezzi. In particolare, si riduce la percentuale di famiglie che riferiscono di arrivare a fine mese con grande difficolta' (dal 17,3 al 15,3 per cento) e quelle in arretrato con il pagamento delle bollette (dal 12,0 al 9,2 per cento). Diminuiscono le famiglie che sono state in ritardo con il pagamento delle rate dell'affitto o del mutuo (dal 11,3 al 10,1 per cento sul totale delle famiglie che vivono in affitto o hanno un mutuo).

Anche le famiglie che ritengono le spese per la casa un carico pesante registrano una flessione (dal 52,2 al 48,2 per cento), cosi' come quelle che hanno avuto difficolta' ad acquistare gli abiti necessari (da 18,5 a 16,9 per cento). Infine, si riduce la quota di famiglie che non hanno potuto fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni (da 7,7 per cento a 6,6 per cento) e, nel Sud e nelle Isole, quelle che hanno avuto problemi ad acquistare cibo (dall'8,3 al 6,4 per cento).

Tra il 2008 e il 2009, si e' detto, sono cresciute le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro, che si sono indebitate e in ritardo sui pagamenti di debiti diversi dal mutuo. quelle che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo. Spicca poi l'aumento delle famiglie, nel Centro Italia, che dichiarano di non potersi permettere una settimana di vacanza (da 36,7 al 39,2 per cento) e, nel Nord, quelle che, almeno una volta nel corso dell'anno, non hanno avuto soldi per acquistare cibo (dal 4,4 al 5,3 per cento).

Resta sostanzialmente stabile la quota di famiglie che non puo' permettersi di riscaldare adeguatamente l'abitazione (10,6 per cento), benche', nel corso del 2009, i prezzi al consumo del gas e dei combustibili liquidi siano diminuiti rispettivamente dell'1,5 e del 20 per cento. Non si registrano variazioni nella percentuale di famiglie che hanno avuto difficolta' a pagare le spese mediche (11,1 per cento) e quelle per i trasporti (8,7 per cento).

Fonte
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 32507.html


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Capodanno, Confesercenti: spese per cenone -9% rispetto al 2009
martedì 28 dicembre 2010 10:59

ROMA (Reuters) - Gli italiani spenderanno per il cenone di Capodanno il 9% in meno rispetto allo scorso anno. Lo rivela un sondaggio di Confesercenti-Swg.

La stima delle spese per il cenone, infatti, passa da 117 euro in media a persona del 2009 ai 104 euro di quest'anno. Sono in aumento, inoltre, le persone che dichiarano apertamente di rinunciare ai festeggiamenti perché versano in difficoltà economiche (dal 3% del 2009 al 4%).

Anche quest'anno, rivela Confesercenti, l'addio al 2010 vedrà oltre quattro milioni di italiani pronti a festeggiare fuori delle mura di casa: al ristorante (il 7% del campione intervistato), in vacanza in Italia o all'estero (6%) o in discoteca (2%). I più propensi a festeggiare il Capodanno in giro per locali o in luoghi di vacanza sono i giovanissimi, mentre i residenti al sud, pur preferendo restare in casa con parenti ed amici, si dimostrano più inclini alla spesa probabilmente in ossequio alle tradizioni.

I vacanzieri di Capodanno fanno registrare un calo del 4% rispetto al 2009 mentre anche nei giorni fra Natale e Capodanno e poi fino alla Befana si registrerà una contrazione dei viaggi (-8%), rivela Confesercenti, che attribuisce il dato alla situazione meteo ma soprattutto alla preoccupazione economica.

Per quanto riguarda i sogni per l'anno nuovo, il sondaggio lanciato su Confesercenti.it ha rivelato che, per gli italiani, il più grande desiderio per il 2011 è rappresentato da un "buon lavoro" (43%), che precede il "colpaccio" che cambia la vita con una grossa vincita alle varie lotterie (30%) e la voglia di successo in tv o al cinema (12,2%). Quarta e ultima l'aspirazione a fare carriera in politica, espressa dal 10% dei votanti. Il resto, invece, ha risposto "non so" (fra il 5 ed il 6%), un dato significativo, secondo Confesercenti, del clima di incertezza di questo fine 2010.

Fonte
http://it.reuters.com/article/topNews/i ... 5A20101228


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La crisi taglia la vacanza di Natale: venti milioni di italiani festeggiano a casa
ultimo aggiornamento: 23 dicembre, ore 19:42
Roma - (Adnkronos/Ign) - Il 12% in più rispetto allo scorso anno non si muove per le feste natalizie a causa dei problemi economici. Bocca: "Segnali preoccupanti". In viaggio 9,4 milioni. La montagna tra le mete preferite. E i giovani riscoprono il romanticismo: Parigi al top tra le città europee. Parigi, New York, Bangkok. Italiani pronti con la valigia per le vacanze di Natale. Tradizioni, riti, presepi e sapori locali. Non c'è Natale senza il mercatino

Le ormai imminenti vacanze natalizie, sottolinea il presidente della Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, ''non saranno caratterizzate da quello sprint che ci saremmo aspettati. Il calo di italiani in vacanza a Natale e Capodanno, il parallelo calo del giro d'affari e l'incremento a due cifre di italiani che non faranno nemmeno un pernottamento fuori casa per motivi economici, rappresentano segnali preoccupanti''.

I risultati dell'indagine, rileva Bocca, ''evidenziano una flessione figlia di una situazione economica contraddistinta da un clima di incertezza che rischia di produrre ulteriore instabilità sia a livello di movimento turistico, sia a livello di lavoratori occupati nel settore''. Tuttava, aggiunge, ''nella convinzione di trovare nel Governo un interlocutore attento alle problematiche del settore, auspichiamo e richiediamo un rapido confronto politico per delineare un'agenda delle priorità in grado di mettere a punto un piano di emergenza volto a tentare nei prossimi mesi un recupero di fatturato del settore''.

Il giro d'affari determinato da questo movimento turistico, si rileva nell'indagine, ammonterà a circa 5,1 miliardi di euro: in calo del 3,5% rispetto ai 5,3 mld di euro del 2009. Per Natale saranno 4,55 milioni gli italiani maggiorenni (rispetto ai 4,8 milioni del 2009) che si muoveranno dalla propria città, dormendo almeno una notte fuori casa, per un decremento del 5%. Di essi l'84% (rispetto all'85% del 2009) resterà in Italia, mentre il 16% (rispetto al 15%) andrà all'estero. In Italia a Natale le regioni più gettonate saranno il Veneto con il 9,9% della domanda, seguito dalla Toscana (9,8%), dal Lazio (9,7%), dalla Sicilia (9,3%), dalla Lombardia (8%), dal Piemonte (7,9%) e dall'Emilia Romagna (7,3%).

La vacanza preferita sarà ovviamente in montagna (45,2% della quota di domanda natalizia rispetto al 46,6% del 2009), seguita da una città diversa da quella di residenza (19,9% rispetto al 18,8% del 2009) e dal mare (nel 18,1% dei casi rispetto al 21% del 2009). L'alloggio preferito sarà la casa di parenti o amici (31,5% rispetto al 33,3% del 2009), seguito dall'albergo (30,7% rispetto al 32,9% del 2009) e dalla casa di proprietà (22,4% rispetto al 16% del 2009). A Natale gli italiani in vacanza dormiranno in media 5,8 notti fuori casa (rispetto alle 5,2 notti del 2009) per una spesa media pro-capite (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo, divertimenti) in Italia di 482 euro rispetto ai 505 euro del 2009 (-4,5%) ed all'estero di 1.323 euro rispetto ai 1.255 euro del 2009 (+5,5%), pari ad un giro d'affari di 2,8 mld di euro rispetto ai 3 mld di euro del 2009 (-6%).

Per capodanno saranno 4,8 mln gli italiani maggiorenni (rispetto ai 5,1 mln del 2009) che si muoveranno dalla propria città, dormendo almeno una notte fuori casa, per un decremento del 6%. Va segnalato che a questi 4,8 mln si assommeranno circa 2,5 mln di italiani (come nel 2009) che prolungheranno le proprie vacanze dal Natale, per un numero totale di 7,3 mln di italiani maggiorenni in vacanza fino al 31 dicembre (rispetto ai 7,6 mln del 2009 per un decremento del 4%). Di essi l'81% (rispetto all'87% del 2009) resterà in Italia, mentre il 19% (rispetto al 13% del 2009) andrà all'estero.

La crisi, comunque, non frena la voglia di divertirsi dei più giovani che, nonostante la congiuntura economica poco favorevole, non rinunciano al viaggio natalizio. Ma dove vanno? Soprattutto nelle capitali europee, secondo le stime del Centro turistico studentesco e giovanile (Cts). Il 30% dei soci ha scelto il fascino e l'atmosfera romantica di Parigi, il 25% vola nella sempre gettonata Londra, mentre il 20% ha optato per la movida di Barcellona e il rimanente 25% ha scelto fra le tante opportunità offerte da altre vivaci città europee. E la formula scelta per il medio raggio è quella dei week end lunghi con un costo medio che si aggira intorno ai 60/70 euro a notte in b&b in doppia. In Italia, invece, le destinazioni ad attrarre più turisti sono la Città Eterna seguita da Firenze, Venezia e Rimini. Negli Usa New York resta la meta preferita.

Fonte
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 20683.html


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MessaggioInviato: 30/12/2010, 19:17 
Il debito dell'Italia si avvicina alla "zona rossa"

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L'editorialista del Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard, scrive che i costi di finanziamento del debito sovrano italiano sono saliti in questi giorni di festa al massimo livello da quando la crisi e' cominciata oltre due anni fa, con il BTP a 10 anni a un soffio dal 5% (soglia di allerta). "Cio' fa aumentare i timori che il piu' grande debitore in Europa possa scivolare tra i miasmi dei paesi insolventi e ad alto richio come Grecia, Portogallo e Spagna".

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1061512

Pubblicato il 30 dicembre 2010 | Ora 18:10

L'editorialista del britannico The Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard, scrive che i costi di finanziamento del debito sovrano italiano sono in crescita pericolosa e si avvicinano alla zona di massimo pericolo. "I rendimenti delle obbligazioni a 10 anni sono saliti di 10 punti base, al 4.86% dopo una brutta asta di debito a breve termine a Roma", scrive Evans-Pritchard, in un articolo intitolato "Italy's debt costs approach red zone", una pagina web dove spicca la foto di un uomo in strada circondato da migliaia di sacchi di spazzatura a Pozzuoli.

"L'impennata dei tassi si e' verificata dopo che i dati sull'offerta di moneta pubblicati dalla Banca Centrale europea hanno mostrato che i depositi reali M1 sono collassati a un tasso del 2.8% negli ultimi sei mesi nel blocco dei paesi Ue di cui fanno parte Italia, Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo (cioe' i PIIGS), anche se stanno salendo nell'Europa del nord", scrive il Telegraph.

"Questo scenario è comparabile con il calo verificatosi all'inizio del 2008 poco prima dello sprofondamento in recessione", ha detto Simon Ward di Henderson Global Investors. "La periferia della zona euro è bloccata in un 'double dip' (una doppia caduta in recessione) che mina il consolidamento fiscale". "La contrazione della M1 in Italia è iniziata più tardi che altrove in Europa meridionale, ma ora sta accelerando. La M1 di solito dà un preavviso di cambiamenti economici da sei a nove mesi", scrive...



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MessaggioInviato: 30/12/2010, 23:24 
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64,32 KB

La campagna per il nucleare dell’ENEL
e dell’EDF è arrivata insieme alle feste.
L’atomo è buono, lo dicono fior di esperti
come Cecchi Paone, formatosi con anni
della Macchina del tempo, e Chicco
Testa, il pdmenoellino confindustriale
che sembra un reduce di Chernobyl, di
quelli che non ce l’hanno fatta.
Cancronesi, detto anche Veronesi, fa la
parte di Babbo Nucleare, porta i doni
delle centrali francesi e delle scorie
radioattive ai bambini buoni che
cresceranno con leucemie e altre allegre
neoplasie. Cancronesi ha il fisico del
ruolo, l’aria da vecchio con ancora
qualche (raro) lampo di lucidità. Che di
energia nucleare non sappia nulla non è
importante. Lui, del resto, non si
preoccupa. A centrali ultimate, tra 15
anni, non ci sarà più e saranno solo
pistolini nostri e dei suoi nipotini.
beppe grillo



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MessaggioInviato: 03/01/2011, 22:56 
Uscire di casa: solo in Italia non ci sono incentivi ai giovani per l’affitto

Uno potrebbe dire: in tempi di tagli alla spesa pubblica, dove si trovano le risorse per aiutare i giovani che vogliono uscire di casa? Non posso rispondere con precisione perché di mestiere non faccio il ragionere capo dello stato, nè il ministro dell’Economia, il quale è tenuto a stabilire quali sono le priorità di spesa (e quindi anche del paese). Faccio il cronista e quindi mi sembra interessante riprendere i dati di una ricerca (fonte: Solo Affitti, franchising immobiliare) che mette in evidenza come solo in Italia non ci sia una legislazione che dia ai giovani che vogliono uscire di casa un minimo contributo economico.

Perché i giovani che escono prima di casa, diventano prima autonomi, sono spinti a diventare indipendenti dalle famiglie di origine anche economicamente, hanno maggiore capacità di fare impresa o comunque di trovare un lavoro per permettersi una famiglia. In Italia, invece, si ribalta tutto il peso sulle famiglie. E se anche questo avesse a che fare con la scarsa mobilità sociale e la gerontocrazia che affligge la nostra classe dirigente?

In ogni caso, ecco qualche esempio di cosa accade negli altri paesi.

Francia. Le agevolazioni riguardani sia che prende casa in affitto da privati, sia chi ha stipulato contratti di locazione per immbili convenzionati con lo stato. Siccome i fondi sono destinati a chi ha un basso reddito, ne usufruiscono giovani e studenti. Per gli studenti il contribito vale fino ai 25 anni di età.

Spagna. Si chiama “reddito base per lemancipazione”: 210 euro di contributo mesnile ai giovani tra i 22 e i 30 anni che affittano casa, più altri 720 per anticipo e fidejussione. Vale per quattro anni a patto di avere un redditto annuo inferiore ai 22mila euro lordi. Il contributo scatta in automatico a tutti i giovani residenti in Spagna.

Germania. I giovani beneficiano del diritto di abitare in alloggi pubblici con un canone agevolato e, ion determinati casi, ricevono anche in contributo.

Olanda. L’ammontare medio dels ussidio destinao a giovani, studenti e famiglie a basso redditto si aggira sui 1.700 euro al mese.

Sarà perchè In Italia non c’è nulla di tutto questo se negli ultimi 20 anni la percentuale di giovani tra i 30 e i 34 anni che ha deciso di vivere in famiglia è triplicata mentre quella della fascia 18-34 anni è aumentata del 59%?

http://pagni.blogautore.repubblica.it/2 ... -laffitto/


Ultima modifica di vimana131 il 03/01/2011, 22:57, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 05/01/2011, 12:43 
Blocco informatica giustizia, Anm lancia l'allarme
'Tribunali chiuderanno. Da governo colpo finale, protesteremo'

04 gennaio, 20:40

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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 57295.html

ROMA - "Una paralisi complessiva del sistema", con la "chiusura dei tribunali", e l' impossibilità per le imprese e i privati di partecipare a gare di appalti e concorsi.

E' quello che si rischia con il blocco dal primo gennaio scorso dell'assistenza informatica agli uffici giudiziari. Per questo l'Associazione nazionale magistrati annuncia una "protesta forte e decisa" e parla di "colpo finale" del governo a una "macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento".

"L'assistenza informatica consente il funzionamento della macchina giudiziaria: se si ferma il rischio serio - dice il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini in un'intervista all'ANSA - è la paralisi degli uffici giudiziari e del sistema". Il che significa "la chiusura dei tribunali" e dunque innanzitutto "il blocco dell'attività processuale", ma non solo: diventerà impossibile il rilascio di certificati e di copia degli atti dei procedimenti, con conseguenze pesantissime sul sistema socio-economico".

"I tribunali chiuderanno e se si blocca un ufficio essenziale per la vita del Paese le imprese non potranno più partecipare a una gara di appalto, perché non avranno la certificazione necessaria, e nemmeno iscrivere una causa a ruolo", spiega Cascini. E lo stesso problema si porrà per chi intende prender parte a un concorso pubblico. Una situazione drammatica che è il "segno della grave disattenzione ai problemi di funzionamento della giustizia", dice Cascini, che punta l'indice innanzitutto, ma non solo, sul ministro Alfano: "sino a una settimana fa abbiamo sentito esponenti del governo che magnificavano l'informatizzazione degli uffici giudiziari; ma le bugie hanno le gambe corte: ora scopriamo l'amara verità che ci tolgono quel poco che gli uffici hanno realizzato con mezzi propri".

Con il Guardasigilli la polemica è diretta: "il bilancio della sua attività non può che essere la registrazione di un fallimento annunciato, visto che si è occupato esclusivamente di questioni che hanno appassionato il dibattito politico, disinteressandosi del funzionamento della giustizia, di cui secondo la Costituzione è il responsabile". Senza dire dell'"atteggiamento di chiusura" tenuto dal ministro sulle proposte per "recuperare risorse e ridurre le spese". "La situazione è ormai al limite di guardia" aggiunge Cascini, che annuncia che l'Anm convocherà "al più presto" i propri organismi direttivi ( il 12 gennaio la giunta, il 15 il parlamentino) per "assumere decisioni forti": "la nostra protesta sarà decisa".



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MessaggioInviato: 06/01/2011, 02:11 
il Berluscame con la magistratura, o li comprano o li spaventano..... come Moggi con gli Arbitri. [8]



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MessaggioInviato: 06/01/2011, 16:59 
Allarme Cisl, 400.000 rischiano lavoro
Edilizia emblema crisi. Santini, servono nuove politiche

06 gennaio, 14:35

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 76591.html




Già... servono nuove politiche.

Ma chi le mette in piedi 'ste nuove politiche
se l'attuale classe dirigente, di dx e di sx,
è vecchia come le scarpe di mia nonna
ed è lenta e macchinosa come un bradipo
alla fine dei suoi giorni?

Mah.....



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Disoccupazione a livelli record tra i giovani:
è al 28,9%, il dato più elevato dal 2004


ultimo aggiornamento: 07 gennaio, ore 15:19

Roma - (Adnkronos/Ign) - Aumentano a novembre i senza lavoro tra i 15-24 anni : +2,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2009. Il tasso generale è pari all'8,7 per cento. Lo rileva l'Istat. Sacconi: ''Occupazione stabile, donne compensano''. Eurostat: a novembre disoccupazione stabile in eurozona al 10,1

Per quanto riguarda il dato generale, ''il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in diminuzione dello 0,4 per cento rispetto ad ottobre e in aumento del 5,3 per cento rispetto a novembre 2009. Il tasso di disoccupazione, pari all'8,7 per cento, diminuisce rispetto a ottobre di 0,1 punti percentuali; in confronto a novembre 2009 il tasso di disoccupazione registra un aumento di 0,4 punti percentuali''.

''A novembre 2010 il numero di inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni aumenta dello 0,1 per cento rispetto a ottobre e dello 0,6 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il tasso di inattività, pari al 37,8 per cento, è invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre 2009''.

''Sulla base delle informazioni finora disponibili - si legge nella nota dell'Istat -, il numero di occupati a novembre 2010 (dati destagionalizzati) risulta in aumento rispetto a ottobre dello 0,2 per cento e dello 0,1 per cento rispetto a novembre 2009. Il tasso di occupazione, pari al 56,8 per cento, risulta in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente''.

''A novembre 2010 l'occupazione maschile diminuisce dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente e dello 0,8 per cento rispetto al corrispondente mese dell'anno precedente. L'occupazione femminile aumenta dello 0,7 per cento rispetto a ottobre e dell'1,4 per cento su base annua. Il tasso di occupazione maschile risulta pari al 67,4 per cento, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti percentuali negli ultimi dodici mesi. Il tasso di occupazione femminile a novembre 2010 è pari al 46,3 per cento, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,4 punti percentuali rispetto a novembre 2009'', continua l'Istat.

''La disoccupazione maschile risulta in diminuzione del 2,1 per cento rispetto al mese precedente e in aumento del 5,5 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate aumenta dell'1,5 per cento rispetto a ottobre e del 5 per cento rispetto a novembre 2009. Il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,8 per cento, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a novembre 2009. Il tasso di disoccupazione femminile è pari al 10 per cento, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,3 punti percentuali su base annua'', aggiunge la nota.

''Gli uomini inattivi aumentano dell'1,2 per cento tra ottobre e novembre 2010 e del 2,5 per cento su base annua; il numero di donne inattive risulta in diminuzione dello 0,5 rispetto a ottobre e dello 0,4 per cento rispetto a novembre 2009'', conclude l'Istat.

Commentando i dati, il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi , sottolinea: ''L'indagine Istat mensile disegna un quadro della occupazione sostanzialmente stabile". "Il modesto aumento degli occupati - relativamente al mese di novembre su novembre 2009, comunque per la prima volta dall'inizio della crisi - dovuto alla componente femminile, si confronta con il consolidarsi della disoccupazione giovanile soprattutto nel Mezzogiorno", aggiunge il ministro. Nei prossimi giorni il governo, osserva il ministro, incontrerà le Regioni per definire l'impiego degli ammortizzatori sociali . Sempre nei prossimi giorni, si riunirà la cabina di regia per l'attuazione del Piano nazionale per l'occupabilità dei giovani.

Per l'opposizione invece ''i dati dell'Istat sono molto allarmanti''. ''Il tasso reale di disoccupazione lo scorso dicembre - afferma in una nota il responsabile Welfare dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi - è arrivato all'11%, contando tutte quelle persone che, pur avendo dei sussidi, non hanno più il posto di lavoro". E si muovono anche i Consumatori. I presidenti dell'Adusbef, Elio Lannutti, e di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, sottolineano in una nota congiunta : ''E' una situazione tragica che necessita risposte adeguate da parte del governo''.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 40389.html


Ultima modifica di vimana131 il 07/01/2011, 16:34, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 10/01/2011, 23:59 
Crisi, Confcommercio conta i danni
"Consumi tornati a prima del 1999"
"Un crollo del 2,1% annuo: un pauroso salto all'indietro". Così l'associazione giudica l'effetto della recessione sul comportamento degli italiani negli acquisti nel biennio 2008-2009. Secondo l'Ufficio studi Ascom, nel 2010 le famiglie hanno adattato le loro scelte alle difficoltà ed al portafoglio ridotto e la ripresa ci sarà solo nel 2012

Crisi, Confcommercio conta i danni "Consumi tornati a prima del 1999"
ROMA - Nel biennio 2008-2009, in piena crisi economica, i consumi delle famiglie italiane hanno registrato una contrazione media annua del 2,1%, compiendo un "pauroso salto all'indietro" e tornando ai livelli precedenti il 1999. E' l'analisi di Confcommercio secondo la quale "la vera ripresa" dei consumi arriverà solo nel 2012.

L'organizzazione sottolinea comunque che, nonostante il minor reddito disponibile, le famiglie si sono dimostrate "vitali e reattive", adeguando le loro abitudini di spesa "per contenere al massimo la perdita di benessere patita durante la crisi". Insomma meno sprechi, più attenzione al rapporto qualità-prezzo e ricorso anche a quote di risparmi.

Tra le voci di consumo, nel biennio in esame, è risultata quindi in calo innanzitutto la spesa per le vacanze (-3,2%). Ma è diminuita anche quella per i pasti in casa e fuori casa (-3,2%), la mobilità e le comunicazioni (-3,1%) e l'abbigliamento (-3,1%). Al contrario hanno tenuto le spese per la salute (+2,5%), per elettrodomestici e IT domestico (+2,4%) e quelle per beni e servizi per la telefonia (+0,4%).

Secondo Confcommercio, i tempi di recupero del terreno perso si prospettano ora "lunghissimi". Infatti, guardando alla spesa delle famiglie e agli occupati, "si capisce che la modesta ripresa non si è trasmessa ancora al mercato del lavoro. Senza una maggiore occupazione difficilmente si osserverà una curva crescente nella spesa reale per consumi.
E senza consumi difficilmente ci sarà una ripresa solida", sottolinea l'associazione.

Per il 2010 Confcommercio stima infatti un "modesto" +0,4%, seguito da un +0,9% quest'anno e da una "vera ripresa" dei consumi nel 2012, con un +1,6%. Nell'analisi di lungo periodo (dal 1992 alle previsioni per il 2012), le abitudini di spesa mostrano cambiamenti profondi.

Aumenta di cinque volte la spesa per beni e servizi di telecomunicazioni (cellulari, abbonamenti telefonici e internet, ecc.) rispetto a quella per la mobilità (acquisto di auto e spese di esercizio, carburanti, ecc.). E si modifica il rapporto tra pasti in casa e fuori casa: in pratica, nel 2012 per ogni euro speso per l'alimentazione domestica si spenderanno altri 50 centesimi per consumazioni fuori casa.

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -11036741/


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Un italiano su tre teme il peggioramento economico
ultimo aggiornamento: 11 gennaio, ore 11:56
Roma - (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della Confesercenti-Swg nel 2011 prevale il pessimismo, mentre si allarga la forbice con le famiglie più povere: quelle che arrivano a fatica alla seconda settimana crescono dal 5% all'8%. Per questo, dicono dalla Confederazione, "c'è bisogno di ricreare un clima di fiducia per il futuro"

Roma, 11 gen. - (Adnkronos) - Gli italiani guardano al nuovo anno ancora con preoccupazione: uno su tre giudica la situazione economica del Paese 'pessima' (33% del campione), mentre un altro 24% la giudica inadeguata o ''così, così''. Solo un 19% si avventura a descriverla come discreta o buona. E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg secondo cui per il 2011 quasi la metà degli italiani teme che la situazione generale sul piano economico possa addirittura peggiorare (dal 34% del 2009 passa al 45%). Un altro 38% del campione non vede variazioni significative in arrivo (era il 44% l'anno scorso) e cala di conseguenza il numero di chi spera in un miglioramento (dal 22% al 17%). Un barlume di ottimismo gli italiani lo conservano però quando sono chiamati a giudicare la propria situazione e quella familiare: se la maggioranza continua a ritenere che non cambierà molto nel 2011 (58%, era il 67% nel 2009), sale sensibilmente il numero di chi auspica un miglioramento (dal 13% del 2009 al 24%) e scende leggermente la quota di pessimisti (dal 20 al 18%).

Del resto che qualche variazione positiva ci sia lo dimostra anche il fatto che nel 2009 scende, anche se leggermente, il numero di chi ha ridotto le proprie spese: dal 72% del 2009 al 69% del 2010. Ed ancora: aumentano di sette punti coloro che con il proprio reddito riescono ad arrivare a fine mese (dal 65% al 72%). Invece si allarga la forbice con le famiglie più povere: quelle che arrivano a fatica alla seconda settimana crescono dal 5% all'8%.

Ma cosa chiedono gli italiani alla politica? Soprattutto onestà (il 42% delle risposte), poi serietà (24%). Molto staccati altri due valori come la moralità (16%) e la solidarietà (10%). Fanalino di coda è l'umiltà (4%). Secondo Confesercenti ''c'è bisogno dunque di ricreare un clima di forte fiducia sul futuro e cambiare marcia sulle scelte che portano allo sviluppo. Fisco, investimenti, innovazione e lavoro sono le quattro carte da giocare per contrastare un pessimismo ancora troppo diffuso''. ''E allora non c'è da meravigliarsi - prosegue la nota - che gli italiani chiedano alla politica onestà e serietà, ovvero due comportamenti lineari e concreti. Servono fatti nel 2011, e bisogna costruirli fin da questi primi mesi con un sostegno chiaro verso quel grande mondo delle piccole e medie imprese che possono davvero creare le condizioni per ritornare a una crescita economica solida e duratura''.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 93368.html


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MessaggioInviato: 17/01/2011, 00:21 
Aerei a scrocco, è boom

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Li chiamano "voli blu", per somiglianza con le auto blu. Sono quelli che prendono i politici e i loro amici. Negli ultimi due anni sono lievitati in modo impressionante. Sforando ogni budget di spesa

(13 gennaio 2011)

Fonte:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... om/2142277

C'è chi prende l'aereo di Stato per andare da Ciampino a Grosseto, come ha fatto il ministro La Russa, scavalcando le code sull'Aurelia. E chi fa decollare l'Airbus per trasferirsi da Roma a Napoli, come il premier Berlusconi, quando il Frecciarossa in 50 minuti copre lo stesso percorso. E mentre i tagli alla Difesa azzerano le esercitazioni di caccia ed elicotteri, c'è un solo reparto che moltiplica le ore di volo: quello che porta i politici in giro per l'Italia.

Il traffico di voli blu è impazzito: oltre a dieci tra Falcon e Airbus del 31 stormo sono stati mobilitati una quindicina di Piaggio 180, le "Ferrari dei cieli" acquistate da tutti i corpi statali, e due lussuosi jet dei servizi segreti. Ministri, sottosegretari, presidenti di commissione trovano sempre un passaggio senza la trafila di check in e il rischio di ritardi.

A bordo può salire chiunque grazie al regolamento voluto dal Cavaliere. Non c'è bisogno di giustificazioni: basta la parola della "personalità" e si imbarcano ballerine e amici, come avviene nelle navette presidenziali per Olbia. Dall'estate 2008 c'è stata una media di 15 ore di volo al giorno, aumentata ancora nel 2009.

Il costo delle gite di Stato è lievitato di anno in anno. Dopo lo scandalo del Gran Premio in Airbus di Mastella e Rutelli, Romano Prodi aveva tagliato le ali a tutti, chiudendo i portelli degli aerei. Tanto che era stato ipotizzata la vendita di una pattuglia di Falcon ormai inutilizzati. In base al regolamento Prodi, nel 2009 si prevedeva di spendere 6 milioni di euro. Invece con l'andazzo berlusconiano si stima che ne siano stati bruciati oltre 50.

E anche il ricco bilancio 2010 - che assegnava ai voli blu ben 37 milioni - è stato abbondatemente sforato. La differenza ce la mette l'Aeronautica: toglie all'addestramento dei piloti il carburante che viene sprecato dai politici.



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 17/01/2011, 11:59 
Caspita..... Checco Zalone mi sta pure simpatico....
ma santa miseria, siamo davvero un popolo così imbecille?? [8)]



Zalone supera Benigni, miglior incasso italiano
La vita è bella dal 1997 era il miglior incasso per il cinema italiano

17 gennaio, 11:17

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 75505.html

ROMA - 'Che bella giornata' con Checco Zalone ha superato il record dei record, quello di miglior incasso per il cinema italiano che era de La vita e' bella di Roberto Benigni che nel 1997 aveva ottenuto una cifra pari a 31.231.984 euro. Il film di Zalone ha infatti raggiunto con quest'ultimo week end 31.479.000.



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