Crisi, Istat: una famiglia su tre non riesce a far fronte alle spese impreviste
ultimo aggiornamento: 29 dicembre, ore 12:44
Roma - (Adnkronos) - Crescono le famiglie che non riuscirebbero a fronteggiare spese impreviste di 750 euro e quelle che si sono indebitate. Anno nuovo, stangata in arrivo. Oltre mille euro per ogni famiglia
Roma, 29 dic. (Adnkronos) - Sono aumentate, nel 2009, le famiglie che non sono state in grado di fronteggiare spese impreviste, che si sono indebitate e che sono in arretrato con debiti diversi dal mutuo. E' questo il quadro che emerge dall'indagine dell'Istat su ''Reddito e condizioni di vita in italia negli anni 2008-2009'. Nel 2009, il 15,2 per cento delle famiglie ha presentato tre o piu' sintomi di disagio economico. Un valore, questo, che non presenta variazioni statisticamente significative rispetto all'anno precedente e si conferma molto piu' elevato tra le famiglie con cinque componenti o piu' (25,8 per cento), residenti nel Mezzogiorno (25,1 per cento) e tra le famiglie con tre o piu' minori (27,1 per cento).
Il quadro offerto dagli indicatori di deprivazione e di difficolta' economica si presenta sostanzialmente immutato rispetto all'anno precedente, quando era significativamente peggiorato rispetto al 2007 (anno in cui a soffrire di tre o piu' sintomi di disagio era stato il 14,8 per cento delle famiglie, contro il 15,8 per cento del 2008), anche se, evidenzia l'Istat, crescono le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro (dal 32,0 al 33,3 per cento in media), quelle che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo (dal 10,5 al 14,0 per cento di quelle che hanno debiti) e quelle che si sono indebitate (dal 14,8 al 16,5 per cento).
D'altro canto, sottolinea l'Istat, la crisi economica, che ha pesantemente caratterizzato il 2009, ha colpito in larga maggioranza le famiglie che si trovavano in condizioni di deprivazione materiale gia' nel 2008. Inoltre, la caduta dell'occupazione ha riguardato soprattutto i figli, celibi e nubili, che vivono nella famiglia di origine, mentre i genitori hanno potuto contare su un ricorso massiccio alla cassa integrazione, evitando che l'impatto della crisi sulla situazione economica delle famiglie fosse ancora piu' dirompente e determinasse un aumento dell'indicatore di deprivazione. Nel 2008, le famiglie residenti in Italia hanno percepito un reddito netto, esclusi i fitti figurativi, pari in media a 29.606 euro, circa 2.467 euro al mese, ma la meta' delle famiglie ha percepito meno di 24.309 euro (circa 2.026 euro al mese).
Tra il 2007 e il 2008 il valore medio del reddito netto familiare (esclusi i fitti figurativi) e' aumentato, a prezzi correnti, dell'1,2 per cento su scala nazionale, ma tenuto conto della dinamica inflazionistica (+3,3 per cento nel 2008), tale variazione corrisponde a una riduzione del reddito familiare medio in termini reali pari al 2,1 per cento.
Le famiglie residenti nel Sud e nelle Isole hanno percepito un reddito mediano pari a poco piu' di tre quarti di quello delle famiglie del Centro-nord e risultano maggiormente rappresentate nel gruppo di famiglie con i redditi piu' bassi (37,7 per cento nel primo quinto, contro il 13,3 per cento di quelle che vivono nel Centro e all'11 per cento delle famiglie del Nord). Piu' di un terzo del reddito totale percepito nel 2008 (37,5 per cento) e' andato al 20 per cento piu' ricco delle famiglie, mentre il 20 per cento delle famiglie con i redditi piu' bassi ha potuto contare solamente sull'8,3 per cento del reddito totale.
Piu' di un terzo del reddito totale percepito nel 2008 (37,5 per cento) e' andato al 20 per cento piu' ricco delle famiglie, mentre il 20 per cento delle famiglie con i redditi piu' bassi ha potuto contare solamente sull'8,3 per cento del reddito totale. Il valore dell'indice di Gini (calcolato escludendo dal reddito i fitti imputati), pari a 0,314, continua a segnalare un livello di diseguaglianza piuttosto elevato che riflette le differenze di reddito tra ripartizioni geografiche, ma anche il livello particolarmente elevato delle disparita' interne al Mezzogiorno (i valori piu' elevati si registrano in Sicilia, con 0,335, e Campania con 0,327).
Rispetto al 2008, l'Istat parla, dunque, di un quadro sostanzialmente immutato. Si evidenziano, comunque, alcuni miglioramenti imputabili alla favorevole dinamica delle retribuzioni e dei prezzi. In particolare, si riduce la percentuale di famiglie che riferiscono di arrivare a fine mese con grande difficolta' (dal 17,3 al 15,3 per cento) e quelle in arretrato con il pagamento delle bollette (dal 12,0 al 9,2 per cento). Diminuiscono le famiglie che sono state in ritardo con il pagamento delle rate dell'affitto o del mutuo (dal 11,3 al 10,1 per cento sul totale delle famiglie che vivono in affitto o hanno un mutuo).
Anche le famiglie che ritengono le spese per la casa un carico pesante registrano una flessione (dal 52,2 al 48,2 per cento), cosi' come quelle che hanno avuto difficolta' ad acquistare gli abiti necessari (da 18,5 a 16,9 per cento). Infine, si riduce la quota di famiglie che non hanno potuto fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni (da 7,7 per cento a 6,6 per cento) e, nel Sud e nelle Isole, quelle che hanno avuto problemi ad acquistare cibo (dall'8,3 al 6,4 per cento).
Tra il 2008 e il 2009, si e' detto, sono cresciute le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro, che si sono indebitate e in ritardo sui pagamenti di debiti diversi dal mutuo. quelle che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo. Spicca poi l'aumento delle famiglie, nel Centro Italia, che dichiarano di non potersi permettere una settimana di vacanza (da 36,7 al 39,2 per cento) e, nel Nord, quelle che, almeno una volta nel corso dell'anno, non hanno avuto soldi per acquistare cibo (dal 4,4 al 5,3 per cento).
Resta sostanzialmente stabile la quota di famiglie che non puo' permettersi di riscaldare adeguatamente l'abitazione (10,6 per cento), benche', nel corso del 2009, i prezzi al consumo del gas e dei combustibili liquidi siano diminuiti rispettivamente dell'1,5 e del 20 per cento. Non si registrano variazioni nella percentuale di famiglie che hanno avuto difficolta' a pagare le spese mediche (11,1 per cento) e quelle per i trasporti (8,7 per cento).
Fonte
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 32507.html