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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 00:01 
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http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 6c384.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 00:30 
Ufologo 555 ha scritto:
Isis, Italia verso l'intervento militare in Libia: quanto ci costerebbe ...

L’Italia è «pronta a combattere» lo Stato Islamico in Libia perché «non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall'Italia ci sia una minaccia terroristica attiva» ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. In attesa di comprendere quali misure militari Roma intende prendere e che tipo di intervento militare intenda varare vale la pena fare il punto sui costi di un conflitto che si preannuncia difficile e potenzialmente lungo.


L’Italia ha progressivamente ridotto negli ultimi anni non solo le spese per la Difesa ma anche quelle per le missioni all’estero con stanziamenti passati da 1.6 miliardi nel 2011 (oltre 7 mila militari impegnati oltremare) a un miliardo nel 2014 (4 mila soldati all’estero) mentre per i primi nove mesi di quest’anno il governo ha varato un decreto che stanzia 542 milioni di euro per i primi nove mesi dell’anno: in media di poco più di 60 milioni al mese con una previsione di 722,6 milioni per l’intero anno.

Un’eventuale intervento in Libia aprirebbe un nuovo capitolo di spesa le cui dimensioni sono difficilmente quantificabili senza conoscere la consistenza numerica e la tipologia di mezzi e reparti assegnati. Nel conflitto libico del 2011 sette mesi di operazioni aeree condotte da una quindicina di velivoli italiani e da una mezza dozzina di navi inclusa la portaerei Cavour costarono poco più di 202 milioni di euro senza contare il costo dei 712 ordigni sganciati tra bombe e missili: ogni bomba a guida laser o Gps costa mediamente tra i 30 mila e 50 mila euro mentre un missile da crociera Storm Shadow costa quasi un milione.

Come paragone può essere utile ricordare che in quello stesso anno 4.200 militari in Afghanistan con una trentina di aerei ed elicotteri costarono 811 milioni. L’impiego di una forza di simili dimensioni rientra nelle capacità di “proiezione militare” che l’Italia può esprimere in Libia, teatro operativo in cui le ridotte distanze dalla Penisola limiterebbero gli elevati costi logistici imposti invece dalle operazioni in Afghanistan.

Un ipotetico contingente italiano in Libia di 4/5 mila militari con una ventina di elicotteri, altrettanti velivoli e una mezza dozzina di unità navali potrebbe costare almeno 500 milioni all’anno. Una tale missione diverrebbe la più costosa tra le ventina già in atto tra cui oggi la più onerosa è l’Operazione “Prima Parthica” (dal nome di una legione romana costituita in Siria nel II secolo) che mobilita in Kuwait e Kurdistan 7 aerei e droni, altrettanti elicotteri e 500 militari di esercito e aeronautica nell’ambito della Coalizione conto lo Stato Islamico a un costo previsto di 133 milioni fino a settembre e i circa 180 previsti nell’intero anno. Pur trattandosi di una missione non di combattimento (i nostri velivoli non sganciano ordigni e i militari dell’esercito addestrano e supportano le milizie curde) quella contro lo Stato Islamico supera di poco i costi delle operazioni in Afghanistan e Libano che tra gennaio e settembre ci costeranno quest’anno rispettivamente 126 e 119 milioni.

A determinare o meno un incremento anche consistente dei costi dell’operazione in Libia contribuiranno gli aspetti bellici e logistici. Un completo coinvolgimento nelle azioni di guerra contro i miliziani dell’Isis comporterà maggiori costi per l’impiego e il consumo di armi e munizioni e la necessità di mettere in campo capacità sanitarie e di evacuazione dei feriti su vasta scala. Molto dipenderà da quanti e quali Paesi aderiranno a una campagna contro il Califfato in Libia. Una coalizione che veda la presenza di soldati di altri Paesi europei consentirebbe di mettere a punto sinergie sul fronte logistico riducendo in parte i costi mentre contingenti provenienti da Sahel e Nord Africa (Algeria? Egitto?) potrebbero costituire un ulteriore onere logistico per il contingente italiano.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... vento.html


Invece di fare stupidate quali le famose "missioni di pace" all'estero ........ [:303]




Buttiamo milioni di euro per fare assistenzialismo a migliaia e migliaia di clandestini . ( tanto per dirne una oggi ne sono arrivati 15 barconi strapieni . ),e facciamo i conti in tasta su quanto potrebbe costarci un intervento militare. Ma sarebbe ora .La libia è il cortile di casa nostra . Spetta a noi intervenire .Sarebbe anche un modo per controllare finalmente quelle maledette coste da dove ogni giorno veniamo invasi . A lungo termine ci costrerebbe sempre meno di fare accoglienza a sta gente che non sappiamo dove mettere .Ormai il pasticciaccio è fatto,con la fine di Gheddafi e ancor prima di Saddam,regna il caos,e l'isis è una drammatica realtà .Se aspettiamo i francesi che ci hanno messo in sta situazione stiamo freschi .



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 02:49 
Cita:
“LA SCELTA E’ TRA ME E AL-QAIDA: AVRETE LA JIHAD SULLE VOSTE COSTE”. LA PROFEZIA DI GHEDDAFI DEL 2011 CHE SI REALIZZA ?
Postato il Domenica, 15 febbraio @ 17:48:52 GMT di davide

Italia
gaddafi

FONTE: ANTIDIPLOMATICO.IT

Il governo Renzi della post-democrazia ci annuncia un intervento militare per mezzo stampa, scavalcando il Parlamento

Il ministro degli esteri Gentiloni e il ministro della difesa Pinotti ormai parlano apertamente di intervento in Libia.



"L'Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di paesi dell'area, europei e dell'Africa del Nord, per fermare l'avanzata del Califfato che è arrivato a 350 chilometri dalle nostre coste. Se in Afghanistan abbiamo mandato fino a 5mila uomini, in un paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per l'Italia, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente", ha dichiarato la Pinotti in un'intervista al Messaggero. A Sky Tg 24 il ministro degli esteri aveva dichiarato: “L’Italia è pronta a combattere”. Quindi il governo Renzi ci sta annunciando l'entrata in guerra del nostro paese per mezzo stampa e senza passare per il Parlamento. Ma, del resto, nella post-democrazia di Renzi dichiarare guerra sarà più facile. Come vi avevamo scritto:

In Italia sarà più facile dichiarare lo stato di guerra con la riforma del Senato. L’allarme è stato lanciato dalla Rete Italiana per il Disarmo che evidenzia come la riforma istituzionale voluta dal governo Renzi, contenga anche la modifica dell’articolo 78 della Costituzione che recita: “Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari”.
La revisione dell’articolo 78 si rende necessaria per effetto della trasformazione dell’attuale Senato in Camera delle autonomie, un’assemblea non elettiva. Con tale modifica anche consiglieri regionali e sindaci avrebbero ottenuto il potere di decidere dello stato di guerra del Paese e si è quindi deciso di escludere il Senato dalla deliberazione prevista dall’art. 78. Il risultato è che la decisione dello stato di guerra viene attribuita alla sola maggioranza semplice.

E quindi ci apprestiamo ad un intervento, dimenticando come a determinare il caos di oggi in Libia è stato il nostro intervento precedente. E, a catastorfi create, il governo Renzi vuole sommare altri drammatici errori in un paese distrutto dalla miopia (nella migliore delle ipotesi) della visione della Nato in politica estera. Era il 2011 e l'allora (per pochi medi ancora) presidente della Libia Gheddafi lanciava questo allarme: Ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo, che in pochi hanno colto, ma che letto ora suona come l'epitaffio di un'organizzazione (l'Alleanza Atlantica) che serve oggi solo per il disordine mondiale. Serve a creare, in altri termini, nuovi problemi drammattici, dei quali poi si propone come soluzione per poi scoprire che ha creato una situazione ancora più drammatica di quella precedente. E così via...

Dall'intervista di Gheddafi al Corriere della sera del marzo 2011:

Lei agita lo spettro della minaccia islamica...
«Ma è la realtà! In Tunisia e in Egitto c'è il vuoto politico. Gli estremisti islamici già possono passare di lì. Ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo. La Sesta Flotta americana sarà attaccata, si compiranno atti di pirateria qui, a 50 chilometri dalle vostre frontiere. Si tornerà ai tempi di Barbarossa, dei pirati, degli Ottomani che imponevano riscatti sulle navi. Sarà una crisi mondiale, una catastrofe che dal Pakistan si estenderà fino al Nord Africa. Non lo consentirò!».

Lei sembra pensare che il tempo giochi in suo favore...
«Sì, perché il popolo è frastornato per quel che accade. Ma voglio farle capire che la situazione è grave per tutto l'Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo? Il rischio che il terrorismo si estenda su scala planetaria è evidente».

E, infine, in una bella intervista su Stato e potenza, il direttore di Scenari Internazionali Andrea Fais spiega bene le responsabilità dell'occidente nella distruzione attuale della Libia. Ex alleati nella deposizione di Gheddafi che ora si vuole combattere: il leit motiv ricorrente di una classe politica occidentale che ha sbagliato ogni scelta (e non era facile se ci pensate) era possibile sbagliare negli ultimi quattro anni. Qualcuno fermi, quindi, Gentiloni e Pinotti, non proprio due statisti in grado di gestire gli eventi drammatici che la Nato ha creato a pochi chilometri dalle nostre coste.

Dall'intervista di Filippo Bovo a Andrea Fais:

In primo luogo, quali sono le cause del forte e crescente successo dell’ISIS in Libia?
Credo che non si possa parlare di un vero e proprio successo per quanto riguarda l’ISIS in Libia. Se non altro, non in termini militari. L’intera rete terroristica di al-Bagdadi ha piuttosto riempito tutti quei grandi spazi di manovra e quei “buchi neri” creati da quattro anni di guerre civili e destabilizzazioni. Delegittimati dall’Occidente, forse spiazzato di fronte all’emergere di proteste popolari nel mondo arabo, i sistemi non-confessionali governati da Ben Alì, Gheddafi, Mubarak e Assad hanno incontrato enormi difficoltà nel contrasto alle fazioni oppositrici, tanto che solo la Siria ha finora saputo resistere all’avanzata del jihadismo. Col sostegno economico e logistico dell’Arabia Saudita e del Qatar (per altro in competizione anche tra loro), i tanti gruppi che compongono la galassia dell’Islam politico hanno potuto agire indisturbati per troppo tempo. La Libia è un Paese in guerra dal marzo 2011 e il caos venutosi a creare sin dall’avvio dell’operazione NATO Odyssey Dawn ha creato le condizioni ideali per molti “signori della guerra”: vecchi arsenali completamente incustoditi, giacimenti petroliferi abbandonati e strumentazioni logistiche lasciate sul terreno dalle milizie di Gheddafi, ormai sconfitte. La posizione strategica della Libia nel cuore del Mediterraneo meridionale ha fatto e sta facendo il resto.

[...]

Quali responsabilità ha l’Occidente in tutto questo, a partire dal 2011?
Non solo l’Occidente, ma anche la Turchia e Israele hanno, a vari livelli, notevoli responsabilità. Ad eccezione della Germania, che fu certamente il più lungimirante tra i Paesi europei, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia interpretarono – stravolgendone di fatto il dettato – la no-fly zone votata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU alla stregua di un mandato di guerra. Sebbene vi siano ancora incertezze sull’effettiva presenza a terra di truppe della coalizione NATO, i raid aerei e navali hanno colpito indistintamente numerosi siti civili e militari, ben oltre i semplici depositi aerei previsti al fine di impedire il sorvolo all’Aviazione libica.
Destino analogo sarebbe toccato alla Siria, se la Russia e la Cina col loro veto non avessero impedito in sede ONU una nuova, e ancor più pericolosa, missione militare della NATO. Tuttavia, nel caso siriano, da un lato Ankara ha consentito il transito di miliziani islamisti sul proprio territorio portando nel 2013 il Paese ad un passo dalla guerra aperta con la Siria, dall’altro Tel Aviv ha colpito a più riprese Damasco con la propria Aviazione. Egemonia regionale, “umanitarismo”, alture del Golan ecc. … Quali che fossero i vari motivi geopolitici della contesa, la guerra dei nervi condotta contro Assad è diventata ogni giorno più assurda e illogica, e ha portato soltanto tragedie.

"Destino analogo sarebbe toccato alla Siria", se Russia e Cina non avessero impedito con il loro veto all'Onu l'attuazione della politica Nato che ha distrutto la Libia. Assad è sempre stato un bastione contro il terrorismo e il fondamentalismo islamico e non a caso gli Stati Uniti e la Nato hanno cercato in tutti i modi di deporlo, finanziando (con Arabia Saudita e Qatar) e creando l'ISIS. Non azioni unilaterali annunciate ai media scavalcando il Parlamento, quindi, ma un'azione condivisa nelle Nazioni Unite è l'unica soluzione oggi possibile dopo i disastri occidentali in Libia, dove, nessuno lo ricorda, si è realizzata esattamente la profezia di Gheddafi del marzo 2011. Nei seggi permamenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, questa è la fortuna dell'Italia e degli altri paesi dell'Alleanza Atlantica, ci sono nazioni con una visione più lungimirante di quella della Nato.
Fonte: http://www.lantidiplomatico.it


Direi che la profezia si stia per avverare ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 08:41 
Quindi ora cosa si dovrebbe fare??
Intervenire in Libia per affossare il nemico da subito?
O non fare niente perché tanto l'Isis non esiste?
Che dite?


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 11:58 
...un intervento solitario in libia,tra l'altro x un tempo lungo,e' fuori luogo,magari se intervento fosse,doveva essere posto nel momento che c'era un governo,minimamente credibile,ed in effetti,tale governo, aveva chiesto aiuto,e la cosa era relativamente fattibili,ora,si sono svegliati,ed hanno capito che c'e' un pericolo alle porte,che geni,attualmente l'italia non e' in grado di nessun intervento diretto,causa bilanci,capacita' di movimento delle truppe,costi dell'intervento,ma vi siete mai chiesti il costo di una sola bomba "intelligente"(x esempio)x interventi diretti occorrerebbe un bilancio notevolmente superiore,e come solito si cercano altre nazioni x potere agire,dobbiamo sempre attendere i comodi altrui,ma questo e' una colpa ns,che abbiamo bivaccato,x la ns difesa,sull'intervento altrui,e questo si devono ringraziare i pacifondai del tempo,che guarda caso attualmente sono diventati interventisti.......forse x noi c'e' la speranza che l'egitto intervenga direttamente come minacciato,x risolvere pure i ns problemi,come di fatto fa la giordania,in barba a tutte le promesse fatte all'indomani dell'attentato di parigi,dai notabile,che avevano promesso di combattere il terrorismo con ogni mezzo,ma come solito grandi parole ma fatti ZERO [:294] [:294] [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 12:02 
Quindi speriamo in altri o speriamo che l'ISIS sia realmente un fake?
Bella prospettiva.


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 12:08 
Betelgeuse ha scritto:
Quindi speriamo in altri o speriamo che l'ISIS sia realmente un fake?
Bella prospettiva.


..una domanda,l'italia ha la capacita'di intervenire in solitaria?,avendo solo alcuni reparti nell'eccellenza,x un intervento di lunga durata,ma se l'italia e' ridotta in sto modo,quakuno un po di colpa dovrebbe riconscere di averla,inutile avere sbandierato il pacifismo imperante,e poi chiedere di essere interventisti,ed avere inculcato l'idea che qualkun altro avrebbe provveduto ad un eventuale ns difesa..................... [:295] [:288] .............................

p.s. magari qualkuno ricordera' gli scud caduti a lampedusa,ci fu reazione dell' italia??? se non una formale protesta,altre nazioni avrebbero come minimo inviato l'aviazione x rappresaglia.......... [:306] [:306]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 12:25 
Betelgeuse ha scritto:
Quindi speriamo in altri o speriamo che l'ISIS sia realmente un fake?
Bella prospettiva.

L'ISIS, come illustrato in questo topic, è un fake.
Ma questo non vuol dire che non esista o che non possa creare danni reali.

E' un fake nel senso che è un'organizzazione finanziata, veicolata e gestita
da "teste calde" che vivono comodamente in occidente. Al calduccio...

Nel frattempo:

I militanti dello Stato islamico hanno diffuso un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti che erano stati rapiti in Libia. Lo fa sapere la televisione al-Jazeera. Il video è comparso sull’account Twitter di un sito internet che sostiene il gruppo dello Stato islamico. Nei giorni scorsi era stata annunciata l’esecuzione dei 21 ostaggi sequestrati tra dicembre e gennaio. Le fonti ufficiali libiche e il ministro degli Esteri egiziano dicono di non aver avuto conferme dell’uccisione.

Secondo quanto riferisce Rita Katz, direttrice del Site (un osservatorio americano che si occupa del monitoraggio del jihadismo) il video ha il titolo “Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce”. All’interno ci sarebbe anche un riferimento esplicito all’Italia: “Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma… in Libia”. E poi ancora: “Avete buttato il corpo di Osama bin Laden in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro”.


Bene...

A parte la boiata del corpo di Osama bin Laden buttato in mare (della serie dovevano ribadirlo, visto che non ci crede nessuno? [:246] )
si può visionare questo video del terrore che nessuno linka nelle pagine del mainstream nostrano?



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 12:35 
..in effetti dobbiamo affidarsi ad altri,


"Libia, l’Egitto bombarda postazioni dell’Isis. Hollande e Al Sisi: “Adesso intervenga l’Onu”
I raid del Cairo a Derna, Sirte e Bengasi dopo la decapitazioni di 21 copti: «Uccisi 40-50 terroristi». La Francia chiede un vertice urgente. Sbarcati gli italiani in fuga da Tripoli2

http://www.lastampa.it/2015/02/16/ester ... agina.html


come solito l'europa dopo tante parole deve affidarsi ad altri.................poi si vorrebbe che fosse autonoma dalle posizioni usa........ [:294] [:294]

non si possono demandare le cose alle calende greche..........ed inoltre forunatamente l'egitto,grz all'esercito,si e' sottratto alle primavere che voleva obama,e forse e' una fortuna pure x noi [:294] [:294]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 14:06 
Cita:
Mossad e Cia avvertono papa Francesco: "Il Vaticano è il prossimo obiettivo dell'Isis"


Il Califfo Abu Bakr Al Baghdadi e i suoi miliziani dello Stato islamico vogliono colpire il Vaticano. I servizi segreti americani e israeliani hanno avvertito papa Francesco che la Santa Sede è il prossimo bersaglio negli obiettivi della lista dell'Isis.

L'inquietante rivelazione dell’esperto di questioni mediorientali della tv di Stato israeliana Canale 1 Oded Granot, è stata subito confermata dall'intelligence italiana alla quale Mossad e Cia avrebbero inviato nei giorni scorsi informative in cui si analizzano i possibili scenari, senza però indicare elementi concreti di rischio.

"La Santa Sede, e lo stesso papa Francesco - viene fatto notare dall’intelligence - sono da tempo un possibile obiettivo dei terroristi". E lo stesso leader dello stato islamico Abu Bakr al Baghdadi, nel luglio scorso, aveva pronunciato un discorso con il quale annunciava ai suoi seguaci la volontà di "conquistare Roma". Ecco perchè, dicono gli 007, nelle analisi che vengono costantemente aggiornate e nelle informative arrivate negli ultimi giorni dal Mossad e dalla Cia, il Vaticano continua ad essere indicato come un obiettivo possibile. Ma sia le informative dei servizi alleati sia le informazioni raccolte dai nostri 007 non indicano "segnali concreti di rischio o progettualità in corso". "È possibile che qualcuno voglia alzare la posta - sottolinea una qualificata fonte d’intelligence - ma allo stato non abbiamo elementi concreti per poter sostenere che vi siano rischi maggiori". Anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano più volte negli ultimi giorni ha ribadito che non vi sono "segni pratici visibili" di possibili azioni sul nostro territorio, anche se l’Italia resta rischio: perché fa parte dell’Occidente e dei Paesi che combattono il terrorismo e perchè è il centro della cristianità e ospita il Vaticano.

Secondo Bild am Sonntag, da informazioni raccolte dall’agenzia americana Nsa l'attentato di Parigi dovrebbe infatti essere il primo di una serie di attentati in Europa. "Nelle intercettazioni è stato fatto anche il nome di Roma - si legge sul tabloid tedesco - piani concreti tuttavia non sono noti". "Commandos terroristici costituiti da 4 unità sarebbero diretti in Europa, talvolta camuffati come rifugiati", si legge ancora sulla testata tedesca che dà notizia delle informazioni raccolte dagli americani sul rischio corso in attualmente Europa. Le informazioni su Roma si trovano in un ampio articolo (che ha come sfondo fotografico il Colosseo) dedicato alle capitali europee che potrebbero, dopo Parigi, venire colpite. Bild dà la parola a esperti dell’intelligence come il generale americano Michael Flynn, a capo fino ad agosto scorso dei servizi segreti militari americani, che avverte: "Attentati del genere non dovrebbero meravigliarci. Ne vedremo degli altri". Anche Andrew Parker, capo dei servizi segreti interni britannici MI5, si spinge a dire con toni inconsueti che "è cresciuto il rischio di un attentato con numerosi morti". E proprio i servizi britannici avrebbero avvertito i colleghi europei del rischio di attentati sugli aerei, realizzati con un tipo di esplosivo non rilevabile dai metal detector. Proprio al Qaeda avrebbe pubblicato rapporti dettagliati di bombe di questo tipo in internet.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 81884.html


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MessaggioInviato: 16/02/2015, 14:17 
calssico gli piace al mossad e alla cia annunciare e mettere in guardia sugli attentati che stanno programmando....


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 14:26 
magari e' meglio stare sul chi vive,piuttosto che lasciare le briglie sciolte,poi ci lamentiamo se capitano episodi come quello francese ed ora quello danese,nonostante chi di dovere fosse a conoscenza degli individui che hanno fatto gli attentati,come solito gli europei hanno una sola capacita'sbraitare.poi tutto passa nel dimeticatoio,e questi sono i risultati..........oltretutto,e mi ripeto,poi si protesta se l'europa e' sulla scia degli usa,certo se hanno demandato la loro difesa ad altri,poi devono stare pure alla volonta' degli altri,non si puo'pretendere poi l'autonomia,e di questa sistema l'italia e' quella che ha un maggiore aggravio......... [:294] [:294] [:292] [:292]

ed ora ci dobbiamo affidare a giordania ed egitto x risolvere situazione create dai ns politici incapaci, o politici che dovevano dare un senso al loro nobel...................................... [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 17:53 
xfabiox ha scritto:
calssico gli piace al mossad e alla cia annunciare e mettere in guardia sugli attentati che stanno programmando....


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In una situazione simile cosa fareste voi?



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MessaggioInviato: 16/02/2015, 18:01 
Libia in mano ai gruppi radicali islamici, nuova frontiera dell’Isis a 350 km da Italia

Roma, 14 feb. (askanews) – La minaccia dell’Isis e del terrorismo radicale islamico, di ispirazione wahabita e sunnita, è ormai arrivata alle porte dell’Europa. Fino a qualche settimana fa si trattava solo di una possibilità da scongiurare, ma con la caduta di Sirte nelle mani del Califfo nero, il timore si è trasformato in certezza. Con dirette minacce all’Italia, che si trova – dicono i jihadisti – a gittata di missile. Potrebbero sembrare esagerazioni, però la Libia è un Paese sempre più fuori controllo, con una crescente presenza di organizzazioni terroristiche e ‘un mix perfetto di armi, assenza di strutture dello Stato, terre e confini marittimi incontrollati, passaggio di profughi e migranti, risorse naturali e finanziarie, divisioni’. In pratica una nuova “Somalia” alle porte della Sicilia.

La minaccia terroristica è ormai ‘a poche ore di navigazione dall’Italia’, ‘non la possiamo sottovalutare’, ha confermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Solo ‘200 miglia marine’ separano i combattenti dell’Isis dal nostro Paese, ha sottolineato. La Libia è uno Stato ‘fallito’, l’Italia ‘deve ragionare con l’Onu sul da farsi’ ed ‘è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale’.
Gli esponenti del governo e della classe politica italiana evitano però (come al solito) di parlare delle cause e delle responsabilità: il disastro della libia chi lo provocato e per quali interessi. Vediamo di analizzarlo di seguito

Disastro Libia: ecco chi dobbiamo ringraziare
di Gianpaolo Rossi
UN FRANCESE, UN’AMERICANA E UN ITALIANO

Un francese, un’americana e un italiano: non è l’incipit di un barzelletta ma coloro che dobbiamo ringraziare per aver imposto con miopia la più assurda tra le assurde guerre che l’Occidente ha condotto in questi ultimi anni in nome dell’imperativo umanitario. Il disastro in Libia e lo spaventoso errore di generare un “regime change” non governato, trasformando quello che era uno dei paesi più stabili e floridi dell’Africa in un cumulo di macerie, hanno tre firme d’autore.

IL FRANCESE
La prima è quella Nicolas Sarkozy, l’ex presidente francese, gollista con velleità napoleoniche. Fu lui a volere con tutta la forza l’abbattimento del regime di Gheddafi nella convinzione che la Francia avrebbe recuperato la sua “grandeur” e lui i sondaggi che lo davano peggior Presidente francese degli ultimi 20 anni (record negativo oggi conquistato da Hollande).
Fu lui a guidare le potenze occidentali al riconoscimento di un governo libico d’insorti che aveva la legittimità di un pinguino nel Sahara e fu lui ad imporre, ad un recalcitrante Obama, i bombardamenti contro l’esercito di Gheddafi che portarono la Nato ad entrare a gamba tesa in una guerra civile schierandosi con uno dei contendenti e violando così il principio di non ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano. Fu lui a recarsi nei giorni della fuga di Gheddafi, a Tripoli con al fianco Bernard Henry Levy il filosofo francese di sinistra da sempre protettore delle bombe umanitarie; ufficialmente per rassicurare i libici sul ruolo della Francia nella costruzione della democrazia e per chiudere qualche accordo sullo sfruttamento delle risorse energetiche del ricco paese africano, ufficiosamente per far sparire le tracce sui rapporti non proprio eleganti tra lui e Gheddafi.

L’AMERICANA
Il secondo artefice del disastro è una donna, americana: la democratica Hillary Clinton. Fu lei a trascinare di malavoglia l’amministrazione Obama nella guerra “francese” in nome della difesa di diritti umani che in Libia erano violati più dai ribelli che dai lealisti di Gheddafi; e lo fece applicando un principio del tutto nuovo: quello della guerra umanitaria preventiva (ne parlammo qui). L’idea cioè, che gli Usa, in Libia, dovessero intervenire non per i punire i crimini commessi dal regime ma per quelli che avrebbe potuto commettere. In altre parole, io ti bombardo non per quello che hai fatto ma per quello che io penso tu farai: una follia nel diritto internazionale.

L’ITALIANO
Il terzo da ringraziare è italiano e si chiama Giorgio Napolitano. Fu lui a spingere l’Italia nella guerra facendoci aderire alla coalizione che doveva applicare la risoluzione Onu, ma di fatto abbattere il regime libico al grido: “non lasciamo calpestare il Risorgimento arabo”. Berlusconi (allora presidente del Consiglio) si era opposto all’intervento militare per ragioni facili da comprendere: primo per un rapporto di fiducia costruito negli anni con il leader libico Gheddafi, fiducia che aveva portato importanti accordi economici tra i due paesi e un impegno della Libia a controllare l’immigrazione clandestina verso le nostre coste (impegno che aveva fatto diminuire gli sbarchi sulle coste italiane del 90%). Secondo, perché sapeva che il vuoto di potere creato sarebbe stato pericolosissimo per i nostri interessi nazionali.

Ma in quei mesi la figura del premier italiano era indebolita, assediata dalle inchieste giudiziarie, dalla perdita di credibilità internazionale dovuta allo scandalo Ruby e dalle manovre in atto di quelle tecnocrazie che avrebbero poi portato al complotto del novembre 2011.
Napolitano ne approfittò e, in perfetta obbedienza a quei poteri internazionali per i quali subisce un naturale fascino, impose la nostra entrata nel conflitto non trattando nemmeno i posti a sedere nella gestione del dopoguerra e impedendo che il nostro Paese creasse un’asse neutrale con la Germania (che allo sciagurato attacco alla Libia non partecipò). Anche perché senza le basi italiane e la partecipazione dei nostri aerei nelle missioni di bombardamento e interdizione, l’operazione internazionale avrebbe avuto difficoltà a realizzarsi.

Ed è grazie alle loro responsabilità che ora l’Occidente sta a guardare la disintegrazione della Libia e la trasformazione della guerra civile in un conflitto regionale con il coinvolgimento già attivo di Egitto ed Emirati Arabi, il rischio di allargamento alla Tunisia e l’espansione dell’islamismo.
Sarkozy, Clinton e Napolitano: ecco chi dobbiamo ringraziare se oggi l’integralismo sta dilagando in Libia e i jihadisti sono ormai a due ore dalle coste italiane.

Fonte: L’Anarca

http://www.informarexresistere.fr/2015/ ... ngraziare/

oltre a hillary che trascino' e obi firmo'....... [:302]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 16/02/2015, 18:13 
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Nome in codice: Operation Martyr Moaz, dal nome del pilota giordano giustiziato dall’Isis. Non c’è che dire: la Giordania ha reagito in maniera veemente all’ennesima provocazione del Califfato, sfrerrando un tremendo attacco contro i terroristi. Ecco il video dell’operazione.


http://www.informarexresistere.fr/2015/ ... -il-video/

..giordania ed egitto insegnano che in certe situazioni si deve agire immediatamente senza nessun tentennamenti,purtroppo l'europa deve attendere chissa' cosa.......si certo che gli usa siano della partita,come solito l'europa dimostra di essere il nulla.... [:294] [:294]


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