16/02/2015, 00:01
16/02/2015, 00:30
Ufologo 555 ha scritto:Isis, Italia verso l'intervento militare in Libia: quanto ci costerebbe ...
L’Italia è «pronta a combattere» lo Stato Islamico in Libia perché «non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall'Italia ci sia una minaccia terroristica attiva» ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. In attesa di comprendere quali misure militari Roma intende prendere e che tipo di intervento militare intenda varare vale la pena fare il punto sui costi di un conflitto che si preannuncia difficile e potenzialmente lungo.
L’Italia ha progressivamente ridotto negli ultimi anni non solo le spese per la Difesa ma anche quelle per le missioni all’estero con stanziamenti passati da 1.6 miliardi nel 2011 (oltre 7 mila militari impegnati oltremare) a un miliardo nel 2014 (4 mila soldati all’estero) mentre per i primi nove mesi di quest’anno il governo ha varato un decreto che stanzia 542 milioni di euro per i primi nove mesi dell’anno: in media di poco più di 60 milioni al mese con una previsione di 722,6 milioni per l’intero anno.
Un’eventuale intervento in Libia aprirebbe un nuovo capitolo di spesa le cui dimensioni sono difficilmente quantificabili senza conoscere la consistenza numerica e la tipologia di mezzi e reparti assegnati. Nel conflitto libico del 2011 sette mesi di operazioni aeree condotte da una quindicina di velivoli italiani e da una mezza dozzina di navi inclusa la portaerei Cavour costarono poco più di 202 milioni di euro senza contare il costo dei 712 ordigni sganciati tra bombe e missili: ogni bomba a guida laser o Gps costa mediamente tra i 30 mila e 50 mila euro mentre un missile da crociera Storm Shadow costa quasi un milione.
Come paragone può essere utile ricordare che in quello stesso anno 4.200 militari in Afghanistan con una trentina di aerei ed elicotteri costarono 811 milioni. L’impiego di una forza di simili dimensioni rientra nelle capacità di “proiezione militare” che l’Italia può esprimere in Libia, teatro operativo in cui le ridotte distanze dalla Penisola limiterebbero gli elevati costi logistici imposti invece dalle operazioni in Afghanistan.
Un ipotetico contingente italiano in Libia di 4/5 mila militari con una ventina di elicotteri, altrettanti velivoli e una mezza dozzina di unità navali potrebbe costare almeno 500 milioni all’anno. Una tale missione diverrebbe la più costosa tra le ventina già in atto tra cui oggi la più onerosa è l’Operazione “Prima Parthica” (dal nome di una legione romana costituita in Siria nel II secolo) che mobilita in Kuwait e Kurdistan 7 aerei e droni, altrettanti elicotteri e 500 militari di esercito e aeronautica nell’ambito della Coalizione conto lo Stato Islamico a un costo previsto di 133 milioni fino a settembre e i circa 180 previsti nell’intero anno. Pur trattandosi di una missione non di combattimento (i nostri velivoli non sganciano ordigni e i militari dell’esercito addestrano e supportano le milizie curde) quella contro lo Stato Islamico supera di poco i costi delle operazioni in Afghanistan e Libano che tra gennaio e settembre ci costeranno quest’anno rispettivamente 126 e 119 milioni.
A determinare o meno un incremento anche consistente dei costi dell’operazione in Libia contribuiranno gli aspetti bellici e logistici. Un completo coinvolgimento nelle azioni di guerra contro i miliziani dell’Isis comporterà maggiori costi per l’impiego e il consumo di armi e munizioni e la necessità di mettere in campo capacità sanitarie e di evacuazione dei feriti su vasta scala. Molto dipenderà da quanti e quali Paesi aderiranno a una campagna contro il Califfato in Libia. Una coalizione che veda la presenza di soldati di altri Paesi europei consentirebbe di mettere a punto sinergie sul fronte logistico riducendo in parte i costi mentre contingenti provenienti da Sahel e Nord Africa (Algeria? Egitto?) potrebbero costituire un ulteriore onere logistico per il contingente italiano.
http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... vento.html
Invece di fare stupidate quali le famose "missioni di pace" all'estero ........
16/02/2015, 02:49
“LA SCELTA E’ TRA ME E AL-QAIDA: AVRETE LA JIHAD SULLE VOSTE COSTE”. LA PROFEZIA DI GHEDDAFI DEL 2011 CHE SI REALIZZA ?
Postato il Domenica, 15 febbraio @ 17:48:52 GMT di davide
Italia
gaddafi
FONTE: ANTIDIPLOMATICO.IT
Il governo Renzi della post-democrazia ci annuncia un intervento militare per mezzo stampa, scavalcando il Parlamento
Il ministro degli esteri Gentiloni e il ministro della difesa Pinotti ormai parlano apertamente di intervento in Libia.
"L'Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di paesi dell'area, europei e dell'Africa del Nord, per fermare l'avanzata del Califfato che è arrivato a 350 chilometri dalle nostre coste. Se in Afghanistan abbiamo mandato fino a 5mila uomini, in un paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per l'Italia, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente", ha dichiarato la Pinotti in un'intervista al Messaggero. A Sky Tg 24 il ministro degli esteri aveva dichiarato: “L’Italia è pronta a combattere”. Quindi il governo Renzi ci sta annunciando l'entrata in guerra del nostro paese per mezzo stampa e senza passare per il Parlamento. Ma, del resto, nella post-democrazia di Renzi dichiarare guerra sarà più facile. Come vi avevamo scritto:
In Italia sarà più facile dichiarare lo stato di guerra con la riforma del Senato. L’allarme è stato lanciato dalla Rete Italiana per il Disarmo che evidenzia come la riforma istituzionale voluta dal governo Renzi, contenga anche la modifica dell’articolo 78 della Costituzione che recita: “Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari”.
La revisione dell’articolo 78 si rende necessaria per effetto della trasformazione dell’attuale Senato in Camera delle autonomie, un’assemblea non elettiva. Con tale modifica anche consiglieri regionali e sindaci avrebbero ottenuto il potere di decidere dello stato di guerra del Paese e si è quindi deciso di escludere il Senato dalla deliberazione prevista dall’art. 78. Il risultato è che la decisione dello stato di guerra viene attribuita alla sola maggioranza semplice.
E quindi ci apprestiamo ad un intervento, dimenticando come a determinare il caos di oggi in Libia è stato il nostro intervento precedente. E, a catastorfi create, il governo Renzi vuole sommare altri drammatici errori in un paese distrutto dalla miopia (nella migliore delle ipotesi) della visione della Nato in politica estera. Era il 2011 e l'allora (per pochi medi ancora) presidente della Libia Gheddafi lanciava questo allarme: Ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo, che in pochi hanno colto, ma che letto ora suona come l'epitaffio di un'organizzazione (l'Alleanza Atlantica) che serve oggi solo per il disordine mondiale. Serve a creare, in altri termini, nuovi problemi drammattici, dei quali poi si propone come soluzione per poi scoprire che ha creato una situazione ancora più drammatica di quella precedente. E così via...
Dall'intervista di Gheddafi al Corriere della sera del marzo 2011:
Lei agita lo spettro della minaccia islamica...
«Ma è la realtà! In Tunisia e in Egitto c'è il vuoto politico. Gli estremisti islamici già possono passare di lì. Ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo. La Sesta Flotta americana sarà attaccata, si compiranno atti di pirateria qui, a 50 chilometri dalle vostre frontiere. Si tornerà ai tempi di Barbarossa, dei pirati, degli Ottomani che imponevano riscatti sulle navi. Sarà una crisi mondiale, una catastrofe che dal Pakistan si estenderà fino al Nord Africa. Non lo consentirò!».
Lei sembra pensare che il tempo giochi in suo favore...
«Sì, perché il popolo è frastornato per quel che accade. Ma voglio farle capire che la situazione è grave per tutto l'Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo? Il rischio che il terrorismo si estenda su scala planetaria è evidente».
E, infine, in una bella intervista su Stato e potenza, il direttore di Scenari Internazionali Andrea Fais spiega bene le responsabilità dell'occidente nella distruzione attuale della Libia. Ex alleati nella deposizione di Gheddafi che ora si vuole combattere: il leit motiv ricorrente di una classe politica occidentale che ha sbagliato ogni scelta (e non era facile se ci pensate) era possibile sbagliare negli ultimi quattro anni. Qualcuno fermi, quindi, Gentiloni e Pinotti, non proprio due statisti in grado di gestire gli eventi drammatici che la Nato ha creato a pochi chilometri dalle nostre coste.
Dall'intervista di Filippo Bovo a Andrea Fais:
In primo luogo, quali sono le cause del forte e crescente successo dell’ISIS in Libia?
Credo che non si possa parlare di un vero e proprio successo per quanto riguarda l’ISIS in Libia. Se non altro, non in termini militari. L’intera rete terroristica di al-Bagdadi ha piuttosto riempito tutti quei grandi spazi di manovra e quei “buchi neri” creati da quattro anni di guerre civili e destabilizzazioni. Delegittimati dall’Occidente, forse spiazzato di fronte all’emergere di proteste popolari nel mondo arabo, i sistemi non-confessionali governati da Ben Alì, Gheddafi, Mubarak e Assad hanno incontrato enormi difficoltà nel contrasto alle fazioni oppositrici, tanto che solo la Siria ha finora saputo resistere all’avanzata del jihadismo. Col sostegno economico e logistico dell’Arabia Saudita e del Qatar (per altro in competizione anche tra loro), i tanti gruppi che compongono la galassia dell’Islam politico hanno potuto agire indisturbati per troppo tempo. La Libia è un Paese in guerra dal marzo 2011 e il caos venutosi a creare sin dall’avvio dell’operazione NATO Odyssey Dawn ha creato le condizioni ideali per molti “signori della guerra”: vecchi arsenali completamente incustoditi, giacimenti petroliferi abbandonati e strumentazioni logistiche lasciate sul terreno dalle milizie di Gheddafi, ormai sconfitte. La posizione strategica della Libia nel cuore del Mediterraneo meridionale ha fatto e sta facendo il resto.
[...]
Quali responsabilità ha l’Occidente in tutto questo, a partire dal 2011?
Non solo l’Occidente, ma anche la Turchia e Israele hanno, a vari livelli, notevoli responsabilità. Ad eccezione della Germania, che fu certamente il più lungimirante tra i Paesi europei, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia interpretarono – stravolgendone di fatto il dettato – la no-fly zone votata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU alla stregua di un mandato di guerra. Sebbene vi siano ancora incertezze sull’effettiva presenza a terra di truppe della coalizione NATO, i raid aerei e navali hanno colpito indistintamente numerosi siti civili e militari, ben oltre i semplici depositi aerei previsti al fine di impedire il sorvolo all’Aviazione libica.
Destino analogo sarebbe toccato alla Siria, se la Russia e la Cina col loro veto non avessero impedito in sede ONU una nuova, e ancor più pericolosa, missione militare della NATO. Tuttavia, nel caso siriano, da un lato Ankara ha consentito il transito di miliziani islamisti sul proprio territorio portando nel 2013 il Paese ad un passo dalla guerra aperta con la Siria, dall’altro Tel Aviv ha colpito a più riprese Damasco con la propria Aviazione. Egemonia regionale, “umanitarismo”, alture del Golan ecc. … Quali che fossero i vari motivi geopolitici della contesa, la guerra dei nervi condotta contro Assad è diventata ogni giorno più assurda e illogica, e ha portato soltanto tragedie.
"Destino analogo sarebbe toccato alla Siria", se Russia e Cina non avessero impedito con il loro veto all'Onu l'attuazione della politica Nato che ha distrutto la Libia. Assad è sempre stato un bastione contro il terrorismo e il fondamentalismo islamico e non a caso gli Stati Uniti e la Nato hanno cercato in tutti i modi di deporlo, finanziando (con Arabia Saudita e Qatar) e creando l'ISIS. Non azioni unilaterali annunciate ai media scavalcando il Parlamento, quindi, ma un'azione condivisa nelle Nazioni Unite è l'unica soluzione oggi possibile dopo i disastri occidentali in Libia, dove, nessuno lo ricorda, si è realizzata esattamente la profezia di Gheddafi del marzo 2011. Nei seggi permamenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, questa è la fortuna dell'Italia e degli altri paesi dell'Alleanza Atlantica, ci sono nazioni con una visione più lungimirante di quella della Nato.
Fonte: http://www.lantidiplomatico.it
16/02/2015, 08:41
16/02/2015, 11:58
16/02/2015, 12:02
16/02/2015, 12:08
Betelgeuse ha scritto:Quindi speriamo in altri o speriamo che l'ISIS sia realmente un fake?
Bella prospettiva.
16/02/2015, 12:25
Betelgeuse ha scritto:Quindi speriamo in altri o speriamo che l'ISIS sia realmente un fake?
Bella prospettiva.
16/02/2015, 12:35
16/02/2015, 14:06
Mossad e Cia avvertono papa Francesco: "Il Vaticano è il prossimo obiettivo dell'Isis"
Il Califfo Abu Bakr Al Baghdadi e i suoi miliziani dello Stato islamico vogliono colpire il Vaticano. I servizi segreti americani e israeliani hanno avvertito papa Francesco che la Santa Sede è il prossimo bersaglio negli obiettivi della lista dell'Isis.
L'inquietante rivelazione dell’esperto di questioni mediorientali della tv di Stato israeliana Canale 1 Oded Granot, è stata subito confermata dall'intelligence italiana alla quale Mossad e Cia avrebbero inviato nei giorni scorsi informative in cui si analizzano i possibili scenari, senza però indicare elementi concreti di rischio.
"La Santa Sede, e lo stesso papa Francesco - viene fatto notare dall’intelligence - sono da tempo un possibile obiettivo dei terroristi". E lo stesso leader dello stato islamico Abu Bakr al Baghdadi, nel luglio scorso, aveva pronunciato un discorso con il quale annunciava ai suoi seguaci la volontà di "conquistare Roma". Ecco perchè, dicono gli 007, nelle analisi che vengono costantemente aggiornate e nelle informative arrivate negli ultimi giorni dal Mossad e dalla Cia, il Vaticano continua ad essere indicato come un obiettivo possibile. Ma sia le informative dei servizi alleati sia le informazioni raccolte dai nostri 007 non indicano "segnali concreti di rischio o progettualità in corso". "È possibile che qualcuno voglia alzare la posta - sottolinea una qualificata fonte d’intelligence - ma allo stato non abbiamo elementi concreti per poter sostenere che vi siano rischi maggiori". Anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano più volte negli ultimi giorni ha ribadito che non vi sono "segni pratici visibili" di possibili azioni sul nostro territorio, anche se l’Italia resta rischio: perché fa parte dell’Occidente e dei Paesi che combattono il terrorismo e perchè è il centro della cristianità e ospita il Vaticano.
Secondo Bild am Sonntag, da informazioni raccolte dall’agenzia americana Nsa l'attentato di Parigi dovrebbe infatti essere il primo di una serie di attentati in Europa. "Nelle intercettazioni è stato fatto anche il nome di Roma - si legge sul tabloid tedesco - piani concreti tuttavia non sono noti". "Commandos terroristici costituiti da 4 unità sarebbero diretti in Europa, talvolta camuffati come rifugiati", si legge ancora sulla testata tedesca che dà notizia delle informazioni raccolte dagli americani sul rischio corso in attualmente Europa. Le informazioni su Roma si trovano in un ampio articolo (che ha come sfondo fotografico il Colosseo) dedicato alle capitali europee che potrebbero, dopo Parigi, venire colpite. Bild dà la parola a esperti dell’intelligence come il generale americano Michael Flynn, a capo fino ad agosto scorso dei servizi segreti militari americani, che avverte: "Attentati del genere non dovrebbero meravigliarci. Ne vedremo degli altri". Anche Andrew Parker, capo dei servizi segreti interni britannici MI5, si spinge a dire con toni inconsueti che "è cresciuto il rischio di un attentato con numerosi morti". E proprio i servizi britannici avrebbero avvertito i colleghi europei del rischio di attentati sugli aerei, realizzati con un tipo di esplosivo non rilevabile dai metal detector. Proprio al Qaeda avrebbe pubblicato rapporti dettagliati di bombe di questo tipo in internet.
16/02/2015, 14:17
16/02/2015, 14:26
16/02/2015, 17:53
xfabiox ha scritto:calssico gli piace al mossad e alla cia annunciare e mettere in guardia sugli attentati che stanno programmando....
16/02/2015, 18:01
16/02/2015, 18:13