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MessaggioInviato: 22/12/2010, 10:15 
08:17 22 DIC 2010

(AGI) - Seul, 22 dic. - Oggi la Corea del Sud avvia una nuova a esercitazione di terra e di aria, che si aggiunge a quella via mare, che si svolge a circa 100 chilometri dal confine con la Corea del Nord. Nelle esercitazioni e' previsto l'impiego di 800 soldati, caccia e blindati che si muoveranno a circa 20 chilometri dalla frontiera, nell'area di Pocheon. L'obiettivo e' testare la capacita' di reazione delle forze armate di Seul di fronte a un attacco di Pyongyang, analogo a quello avvenuto lo scorso mese quando fu bombardata l'isola di Yeonpyeong. La tensione tra i due Paesi e' altissima, tanto da spingere Pechino, amico storico di Pyongyang, a lanciare un allarme nel corso del Consiglio di sicurezza dell'Onu: "Siamo vicini ad una guerra", ha detto l'ambasciatore al Palazzo di Vetro, Wang Min.



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MessaggioInviato: 22/12/2010, 16:08 
siamo pronti.



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MessaggioInviato: 22/12/2010, 18:02 
Cita:
keiji ha scritto:

siamo pronti.

Sei pronto a che...?.[:D]


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MessaggioInviato: 22/12/2010, 20:11 
Cita:
eSQueL ha scritto:

Cita:
soleado3083 ha scritto:
Ma a che gioco sta giocando la Corea del Nord?


Il gioco dell'amico del giaguaro, dove il giaguaro è la Cina.

Con un simile rottweiler sullo scacchiere, la Cina è in grado imporre molto al mondo occidentale, soprattutto ora che le pressioni per una rivalutazione della moneta cinese sono così pesanti.


Quoto.



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MessaggioInviato: 22/12/2010, 20:29 
Verremo assimilati dai cinesi [xx(]


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MessaggioInviato: 22/12/2010, 20:53 
Il rischi è reale. Mentre noi litighiamo, loro memori di un vecchio proverbio, si siederanno in riva al fiume e ...........[:D]



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MessaggioInviato: 22/12/2010, 22:38 
Cita:
greenwarrior ha scritto:

Il rischi è reale. Mentre noi litighiamo, loro memori di un vecchio proverbio, si siederanno in riva al fiume e ...........[:D]
e si il rischio è reale in questo mondo surreale dove troppe cose strane accadono di questi tempi...

Io nel sindaggio sulla guerra nucleare ho rispoto no,però mai dire mai...


Cita:
Cina, vietato l’uso dell’inglese: nuoce alla lingua madre

Il governo cinese ha deciso di dare una stretta all’uso dell’inglese sui media locali. Come in tutto il mondo infatti, gli acronimi inglesi hanno invaso anche la Cina e il governo di Pechino ha quindi deciso di lanciare una campagna per “preservare” la lingua madre.

Per giustificare il provvedimento è stato preso ad esempio la Francia, dove esistono leggi analoghe, anche se molto meno restrittive.

L’uso degli inglesismi «mina seriamente la purezza della lingua scritta e parlata cinese e distrugge uno sviluppo linguistico e culturale sano e armonioso, ed esercita un influsso negativo sulla società» recita il comunicato emanato dall’Amministrazione generale della stampa.

Dunque sarà severamente vietato introdurre parole straniere nelle pubblicazioni scritte in cinese e per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative. Il Gapp tollererà comunque la presenza di parole straniere, ma solo se strettamente necessarie e a condizione che questa sia seguita da una traduzione.

Un provvedimento comunque degno di una dittatura. Anche durante il periodo fascista in Italia abbiamo assistito al processo che venne definito di “italianizzazione”.

«Basta con gli usi e costumi dell’Italia umbertina, con le ridicole scimmiottature delle usanze straniere. Dobbiamo ritornare alla nostra tradizione, dobbiamo rinnegare, respingere le varie mode di Parigi, o di Londra, o d’America. Se mai, dovranno essere gli altri popoli a guardare a noi, come guardarono a Roma o all’Italia del Rinascimento», si leggeva nelle pagine de “Il popolo d’Italia” nel 1938.

In Cina ormai sono molto diffusi acronimi come “Pil”, per indicare appunto il prodotto interno lordo, oppure Nba, sigla della principale lega di basket del Nord America.

Davide Antonicelli


http://www.ilquotidianoitaliano.it/gall ... 46217.html


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MessaggioInviato: 23/12/2010, 13:16 
NORDCOREA: SEUL CONCLUDE MANOVRE, SCAMBI DI MINACCE CON PYONGYANG

Seul, 23 dic. (Adnkronos) - Sale ulteriormente la tensione nella penisola nordcoreana, dove Seul ha concluso oggi la piu' grande esercitazione militare mai realizzata dalle forze militari del Sud.
Una prova di forza che ha fatto naturalmente scattare la reazione e le minacce di Pyongyang che ha accusato i sudcoreani di essere "guerrafondai" e di aver condotto "estremiste esercitazioni di invasione". Le esercitazioni, che hanno coinvolto 800 militari, sei caccia, missili anti-tank e oltre 100 tipi diversi di armi, sono state condotte a pochissima distanza, circa 10 chilometri, dal confine con la Corea del Nord.
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NORDCOREA: PYONGYANG, PRONTI A GUERRA SANTA NUCLEARE

Pyongyang, 23 dic. (Adnkronos) - La Corea del Nord e' pronta ad una "guerra santa" nucleare in caso di invasione "anche solo di un millimetro del nostro territorio" da parte di Seul. E' quanto ha dichiarato Kim Yong-chun, il ministro nordcoreano delle Forze Armate, poco dopo la conclusione delle esercitazioni militari di Seul, le piu' grandi mai realizzate nella storia della Corea del Sud.

Certo che questo e' proprio il colmo.La Corea del Nord attacca l'isola Sud coreana di sorpresa e vigliaccheria facendo anche morti,e poi i guerrafondai sono i Sud coreani.


Ultima modifica di soleado3083 il 23/12/2010, 13:18, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/12/2010, 13:47 
IRIS) - ROMA, 23 DIC - Lee Myung-bak, il Presidente della Corea del Sud, indossando una tuta mimetica ha motivato le sue truppe di terra, di mare e di cielo che si stanno esercitando nei pressi del confine con la Corea del Nord.

Dichiara che, in caso di attacco da parte del vicino dittatore nord coreano Pyongyang, la loro controffensiva sarà spietata.

Nel frattempo la marina della Corea del Nord si esercita a 100 Km dalla frontiera, con il supporto della Cina e della Russia, alimentando i timori di un imminente conflitto che potrebbe vedere coinvolti anche gli Stati Uniti d'America e del Giappone a fianco della Corea del Sud.

Uno spiraglio di distensione tra le due Coree viene dall'opera diplomatica che le stesse Cina-Russia da una parte e USA-Giappone dall'altra stanno portando avanti. A questo punto tutto è nelle mani di Lee Myung-bak e del suo vicino nemico Pyongyang, che invece di continuare le loro operazioni militari, dovrebbero offrire prove concrete del loro rifiuto al conflitto.



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 13:52 
questi sono matti ho paura che stavolta le cose non andranno come le altre volte.



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 14:24 
Si se il Giappone e gli Stati Uniti stanno portando avanti azioni diplomatiche allora io sono Napoleone Bonaparte.
Comunque La Corea del Nord e quella del Sud mi sembrano oramai due serpenti che stanno uno davanti all'altro e nessuno attacca l'altro ma tutti e due stanno aspettando che l'altro faccia una mossa falsa per colpirlo senza pieta'.



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 22:23 
Bruxelles, 23 dic. (Apcom-Nuova Europa) - L'Unione europea e gli Stati uniti minacciano di "riesaminare" le relazioni con la Bielorussia in assenza di progressi sul piano dei diritti umani nel Paese, dopo le elezioni presidenziali e la repressione dell'opposizione che ne è seguita. "Condanniamo vigorosamente ogni genere di violenza, in particolare l'uso sproporzionato della forza contro i candidati alle elezioni presidenziali, i militanti politici, i rappresentanti della società civile e i giornalisti" si legge nel testo congiunto diffuso a Bruxelles dal segretario di Stato americano Hillary Clinton, e dal capo della diplomazia Ue Catherine Ashton.

"Il rispetto della democrazia e dei diritti dell'uomo resta centrale per permettere alla Bielorussia di migliorare le relazioni con gli Stati uniti e l'Unione europea" si legge, "senza progresso significativo in questi campi, le relazioni non miglioreranno". "E' in questo contesto che, nel quadro del riesame delle nostre relazioni con la Bielorussia, valuteremo gli atti del governo bielorusso per affrontare la situazione attuale e tener conto dell'evoluzione" della situazione, ammoniscono le due responsabili degli Esteri.

(segue)


Nuove tensioni tra gli Stati Uniti e il Pakistan, in un momento particolarmente delicato del conflitto in Afghanistan. Ieri un articolo del New York Times ha riportato la notizia secondo cui i vertici militari statunitensi – stanchi della scarsa collaborazione pachistana nell’eliminazione dei rifugi talibani nelle zone tribali al confine con l’Afghanistan – avrebbero intenzione di inviare truppe speciali di terra a compiere azioni anche in territorio pachistano, dove già operano massicciamente i droni.
La strategia, che dovrebbe comunque ottenere l’autorizzazione del presidente Barack Obama, prevedrebbe l’invio di commando in territorio pakistano per catturare o uccidere leader talibani e della rete degli Haqqani, considerata la più attiva e pericolosa dell’insorgenza afgana. “Non siamo mai stati tanto vicini dal via libera per oltrepassare la frontiera”, ha commentato una fonte Usa al New York Times.
Nonostante sia stata prontamente smentita dall’Isaf – che ha ricordato piuttosto la “forte cooperazione” della Nato con le forze armate di Islamabad – la notizia ha scatenato l’indignata replica dei pachistani, particolarmente gelosi del mantenimento, almeno in apparenza, della propria sovranità territoriale. “Le forze pachistane sono in grado di gestire la minaccia rappresentata dai militanti all’interno dei nostri confini”, ha dichiarato l’ambasciatore di Islamabad a Washington, Hussain Haqqani, sottolineando che “alle forze di nessun Paese straniero verrà consentito o richiesto l’intervento all’interno del nostro territorio”.
Le proteste del governo di Islamabad e, soprattutto, il crescente sentimento anti-statunitense dell’opinione pubblica pachistana, rappresentano un importante scoglio con cui Washington deve fare i conti nel tentativo di colpire i miliziani che si nascondono tra le impervie montagne al confine tra Pakistan e Afghanistan.
Ad ogni modo, fino ad ora questo non ha impedito alla Cia di intensificare i bombardamenti dei droni – cresciuti esponenzialmente sotto l’amministrazione Obama – e, in alcuni casi, di compiere arresti e operazioni segrete in territorio pachistano, spesso utilizzando le milizie afgane della Paktika Defense Force.
Tuttavia, come sottolinea lo stesso New York Times, la proposta di estendere ufficialmente le operazioni militari di terra in territorio pachistano rappresenta comunque una scelta “rischiosa” – tanto che anche nelle gerarchie militari c’è chi la ritiene “controproducente” – che rispecchia “la crescente frustrazione” degli Stati Uniti nei confronti del sempre meno affidabile alleato pachistano, accusato di non fare abbastanza per contrastare gli insorti.
Da parte sua, l’ambasciatore pachistano Haqqani ha voluto ricordare le “enormi conquiste e i grandi sacrifici nella lotta contro i terroristi” compiuti dall’esercito di Islamabad negli ultimi due anni, sotto la costante pressione di Washington.


Ultima modifica di Halosoldier il 23/12/2010, 22:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/12/2010, 22:27 
ISLAMABAD - Poiche' il Pakistan pare esitare ad imboccare la strada della repressione dei gruppi estremisti di talebani e non nei suoi territori tribali al confine con l'Afghanistan, l'intelligence Usa ha deciso di mostrare il cammino da seguire ed ha intensificato oggi i raid degli aerei senza pilota (droni ) lungo la frontiera afghano-pachistana che, in sole 24 ore, sono intervenuti quattro volte uccidendo almeno 58 militanti. Significativamente l'ondata di operazioni e' avvenuta subito dopo la pubblicazione del Rapporto annuale della Casa Bianca sulla strategia applicata nella regione pachistan-afghana e le dichiarazioni del presidente Barack Obama, secondo cui ''i progressi contro i militanti in Pakistan non sono stati cosi' rapidi come avremmo auspicato'' perche' ''il governo di Islamabad non fa abbastanza per eliminarli''.

Gli attacchi aerei, coincisi fra l'altro con l'inizio della visita ufficiale di tre giorni in Pakistan del premier cinese Wen Jiabao, sono stati cosi' intensi (uno ieri sera, tre oggi) da creare confusione perfino negli stessi media locali che hanno calcolato con fatica vittime e danni. Dall'inizio dell'anno i droni, entrati in funzione un centinaio di volte (il doppio del 2009), hanno centrato obiettivi nel Waziristan settentrionale, considerato nascondiglio sicuro per elementi di Al Qaida e dei gruppi di talebani piu' radicali. Questa volta invece i letali missili sono stati sganciati quattro volte contro edifici e nascondigli nella Valle di Tirah della Khyber Agency, dove agisce il sanguinoso Lashkar-e-Islami. E proprio 32 militanti di questo movimento, compreso il comandante Marjan conosciuto anche come Fauji, hanno perso la vita nel primo attacco di oggi vicino all'area di Speen Drang. Ieri nel pomeriggio erano morti sette militanti, mentre nei restanti due raid della giornata le vittime sono state 19.

Le autorita' di Islamabad e di Washington, come e' prassi, non hanno commentato la cruenta giornata. Ma si deve ricordare che il governo pachistano ha spesso criticato le azioni dei droni che, causando talvolta vittime civili, ''impediscono alla opinione pubblica di comprendere i benefici della strategia americana''. Con davanti il calendario fissato nel Vertice Nato di Lisbona dell'inizio di una transizione militare in Afghanistan alla meta' del 2011, Washington non e' disposta a concedere ulteriori margini di riflessione al Pakistan che, per complesse ragioni, sta rinviando l'avvio di operazioni militari lungo la frontiera pachistano-afghana. E come la pensino i vertici americani lo ha indicato oggi a Kabul il capo di Stato maggiore interforze Usa, ammiraglio Mike Mullen, il quale ha sostenuto che ''l'ostacolo maggiore nel consolidamento dei progressi in Afghanistan e' rappresentato dagli attacchi dei talebani dal territorio del Pakistan''. ''Quel governo - ha sottolineato - deve agire per eliminarli''



soldati israeliani aprono fuoco a Gaza, ucciso un palestinese
Gaza, 23 dic. - (Adnkronos/Aki) - Un palestinese e' rimasto ucciso ed altri tre feriti nel corso di uno scontro a fuoco con l'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi, citate dall'agenzia d'informazione 'Dpa'. La vittima, un pastore, e' stato colpito dopo essere entrato nell'area interdetta di 300 metri che Israele ha stabilito a ridosso del confine con Gaza, dal lato palestinese. L'episodio fa salire ulteriormente la tensione tra Israele e Hamas. Negli ultimi giorni, infatti, si stanno moltiplicando le voci che parlano di una nuova possibile operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza.



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 23:41 
Scusami Halosoldier ma ritorno in topic [:D]


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Seul: la pazienza è finita. Schieramento forze al confine
23/12 11:13 CET

La Corea del Sud risponderà con “spietati attacchi” a eventuali nuove “provocazioni” di Pyongyang, “la pazienza è finita”.

La dichiarazione del presidente Lee Myung-bak è ancora una prova di forza, nella seconda giornata della più imponente esercitazione militare dell’anno. 800 soldati dell’esercito, carri armati e caccia: Seul non aveva mai schierato un così massiccio contingente in tempo di pace.

Le manovre militari sono state condotte a 20 chlilometri dal confine con la Corea del Nord, a Pocheon. Pyongyang per ora tace.

A Seul centinaia di persone hanno commemorato le vittime del 23 novembre. Due militari e due civili morirono nel bombardamento nordocreano contro l’isola di Yeonpyeong: l’inizio dell’escalation di tensione fra i due Paesi.

Copyright © 2010 euronews
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Bo' qui non si capisce nulla.Prima dicono che le esercitazioni le hanno fatte a un centinaio di km dal confine Nord coreano e invece ora dicono a 20 Km.



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MessaggioInviato: 23/12/2010, 23:45 
Corea del Nord, 'pronti a una guerra sacrosanta'

Prima reazione ufficiale di Pyongyang alle manovre militari sudcoreane
Dopo le esercitazioni militari dell'esercito sudcoreano e le dichiarazioni minacciose del presidente Lee Myung-bak, la prima reazione di Pyongyang arriva dal ministro della Difesa Kim Yong Chun, il quale, durante un incontro nella capitale, avrebbe dichiarato che la Corea del Nord è "del tutto pronta a lanciare una guerra sacrosanta", perché Seul sta deliberatamente spingendo la penisola sull'orlo del conflitto.

Lo riporta la Korean Central News Agency. Pyongyang aveva comunque già precedentemente annunciato che non avrebbe risposto alla "provocazione" sudcoreana, con esplicito riferimento alle esercitazioni che si sono concluse oggi.





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Vatti a fidare dei giornalisti,prima dicono guerra santa ora hanno rettificato in guerra sacrosanta.



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