11/11/2012, 01:18
11/11/2012, 10:25
sanje ha scritto:
Paolo Barnard è assolutamente un grande
11/11/2012, 17:39
12/11/2012, 12:57
14/11/2012, 15:31
15/11/2012, 14:59
[color=blue]L’economia e i nuovi guru del pressapochismo: il “barnardismo”
Il dibattito politico si infiamma grazie a nuovi messia che, con la compiacenza di fantasiosi conduttori, trovano ospitate sulle tv nazionali. Dal palco privilegiato gentilmente offerto dai pagatori di canone ci svelano le loro verità sulla genesi della più grande crisi economica degli ultimi 100 anni, sui responsabili e ci regalano financo la soluzione, la via d’uscita, l’exit strategy. Per molti dei nuovi salvatori di popoli e nazioni il colpevole ha una data di nascita (1° gennaio 2002), un nome (Euro) e un numero di serie al posto del codice fiscale. E’ stato l’euro con tutte le sue contraddizioni la causa d’ogni male; sono stati i genitori dell’Euro, banca centrale europea e Unione europea (ma c’è chi dice che il padre sia la Germania di Helmut Khol perché mater semper certa est, pater numquam) ad affidare al figliolo molto poco prodigo il compito di affamare i popoli del sud del vecchio continente.
Scoperto il colpevole è facile indicare la soluzione: crocifissione! Poco conta che alla condanna si arrivi quasi mai attraverso un metodo che abbia anche solo una parvenza di essere scientifico. Poco conta che le fonti siano scarse, per lo più non accreditate e sempre citate ad usum. La sintesi di questo approccio pressappochista è rappresentata da quel nuovo blogger autoproclamatosi economista che risponde al nome di Paolo Barnard. A noi, a cui invece piace applicare il metodo scientifico, è venuta voglia di andare a verificare se le tesi anti-euro possono essere in qualche modo sostenibili.
Secondo il nostro l’euro andrebbe precipitevolissimevolmente abbandonato perché quando avevamo la nostra amata liretta “eravamo la settima potenza economica mondiale, oggi con l’euro siamo fra i maiali d’Europa”. Ma Paolino, Piigs si scrive con due ‘i’ ed è l’acronimo di Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna, Grecia, non fa riferimento al simpatico animale grufolante di cui non si butta via niente. Dunque a causa dell’adozione di una valuta sostanzialmente stabile il Belpaese è passato dalla zona Europa League (per la Champions non eravamo attrezzati) a quella retrocessione. E dove siamo finiti invece per colpa di quei cattivoni che hanno voluto l’euro? Nientepocodimenoche al decimo posto, roba da strapparsi il cuore dal petto per il dolore (e farcelo trapiantare da quell’altro Barnard, quello vero)!!!
Scorrendo la classifica scopriamo che l’arretramento nel ranking mondiale coincide con l’ingresso di Cina, squadra scudetto, Russia e Brasile, Paesi che forse per popolazione, riserve naturali, capacità produttiva e possibilità di sviluppo hanno qualcosa più di noi…o no? Ma no, la colpa è senz’altro dell’euro, infatti anche il Regno Unito è arretrato, giacché, si sa, anche i sudditi di sua maestà hanno adottato l’euro…o no?
Non contenti delle classifiche siamo andati a vedere i tassi di crescita del pil prima e dopo l’euro e abbiamo scoperto che fra il ’92 e il 2001, ultimo anno della compianta Montessori sulle banconote da 10.000, il tasso medio di crescita è stato l’1,59% (un tasso non propriamente da tigre), mentre quello dopo l’euro dei banchieri affamatori di Francoforte un desolante 0,39. Dunque è dimostrato, la colpa è dell’euro! Poiché però, come dicevamo, siamo abituati ad usare metodi scientifici, abbiamo eliminato dall’osservazione i dati minimi e massimi dovuti ai fattori di stress (do you remember subprimes?). Viene fuori che la media pre euro è stata 1,44 e quella post euro 0,82%, sempre una ciofeca ma sicuramente una differenza meno significativa. In compenso nello stesso periodo (’92-2011) la spesa per interessi è scesa dal 12% al 4% del Prodotto interno lordo.
E la disoccupazione? Quella di sicuro è aumentata perché è noto che Draghi, Monti e la Merkel ci vogliono tutti a elemosinare monetine all’uscita dei supermercati (magari quelli della Lidl che sono tedeschi). Invece no, fra il ’92 e il 2001 è stata in media il 10,43% mentre fra il 2002 e il 2011… sorpresa l’8,49%.
Non soddisfatti di non aver trovato evidenze empiriche alle affermazioni di Barnard, ma convinti di volergli dare ragione, affrontiamo un altro cavallo di battaglia: la spesa pubblica. Rivolgendosi carinamente ad una parlamentare del PD, egli la invita a studiare economia perché “tagliare la spesa pubblica è come togliere l’acqua ad un campo e pretendere che le piante crescono”.
Ora, a parte che da uno che chiede a gran voce il ritorno alla moneta sovrana ci sarebbe da aspettarsi che chieda con altrettanta forza il ritorno alla lingua sovrana, ché il congiuntivo la BCE non l’ha ancora abolito, proviamo a dimostrare l’equazione spesa pubblica=crescita. A proporre l’espansione della spesa non è come si potrebbe pensare un organismo economico bensì il Business 20, evento organizzato dal MEDEF che è un’associazione di imprese francesi. Sicuramente autorevolissima ma nelle cui pagine si legge anche che il suo scopo è quello di promuovere il business internazionale concentrando gli sforzi su competizione, innovazione e formazione.
Ci viene il sospetto che il buon Barnard abbia estratto la frase da qualche contesto più ampio.
Dal 1960 ad oggi la spesa pubblica in Italia è aumentata di 22 punti su PIL, di cui 7 dal 2005 ad oggi, periodo durante il quale la ricchezza del Paese è aumentata dello 0,54%. Basterebbe l’osservazione della coincidenza aumento della spesa/crisi per confutare l’equazione barnardiana.
Se valesse il principio secondo il quale aumentare la spesa produce ricchezza, allora la crisi che stiamo vivendo sarebbe solo un brutto sogno e molto presto ci sveglieremo con portafogli e conti correnti più ricchi. Quindi se incontrate uno dei 33 imprenditori falliti al giorno in questo 2012, e magari il poverino sta pensando all’estremo gesto perché è strozzato da tasse e gabelle, tranquillizzatelo perché deve solo aspettare che faccia giorno e la sua azienda scoppierà di nuovo di salute.
Allegria.[/color]
15/11/2012, 17:27
rmnd ha scritto:
Chiunque pur dicendo delle cose condivisibili (e su Barnard non ci metterei sempre la mano sul fuoco) diventi un guru non criticabile e non criticato dai suoi estimatori vuol dire ci troviamo davanti a qualcosa che non funziona.

15/11/2012, 18:15
Quando dichiarerà che “sì, ho sparato boati gastrici in lungo e in largo per l’Italia senza capire un accidenti di ciò che stava succedendo alla democrazia e alla Costituzione italiana, ai redditi, ai diritti, alle imprese, al futuro di milioni di persone. Senza capire un accidenti di chi sono i mostri Neoliberisti e Neomercantili che sono oggi i veri proprietari del parlamento italiano, con l'intento di distruggerci. Sì, ora mi siedo a leggermi Il Più Grande Crimine e m’impegno a divulgarlo. Domattina denuncio i criminali Monti, Napolitano e Draghi come hanno fatto la Musu e Barnard.”
Ok, collaboro con Beppe Grillo se firma ciascuna di queste frasi. Attendo. PB
15/11/2012, 22:01
15/11/2012, 22:02
19/11/2012, 14:21
19/11/2012, 14:29
19/11/2012, 20:00
sanje ha scritto:
Il M5S se comunque andasse al governo, è in grado di portare l'Italia in una posizione meno dipendente dalle Lobby, per esempio dichiarando il debito immorale come l'Ecuador.
19/11/2012, 20:06