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MessaggioInviato: 08/02/2011, 17:49 
Che fine fanno i FAS?
I fondi per il Sud? Alla scuola della moglie di Bossi. Lo sperpero denunciato da un paio di deputati
http://www.agoravox.it/Che-fine-fanno-i-FAS.html


Campania e Puglia, campioni di spesa a sei zeri per megaconcerti e notti bianche, saranno pure Regioni “sprecone” per usare eufemisticamente un’espressione del leghista con manifeste simpatie neo-nazionalsocialiste Borghezio, allora, forse, sarebbe bene che le risorse Fas (Fondi per le aree sottosviluppate) continuino a viaggiare in silenzio in direzione univoca verso il settentrione? Senza proteste, sia che si tratti di quote latte o di improbabili scuole padane quando non della ristrutturazione di pollai di inizio secolo? Qualche voce di protesta si leva ancora.

''E' davvero paradossale lo spettacolo offerto oggi dalla fantomatica Libera scuola dei popoli padani guidata dalla moglie di Umberto Bossi e finanziata con 800mila euro provenienti dal Fondo aree sottoutilizzate – dice all’Asca il deputato Pd e vicepresidente della commissione Finanze della Camera, Sergio D’Antoni -. Questa Lega (omissis) pretende di dare lezioni sulla scuola, ma ancora una volta si mette in cattedra coi soldi del Sud''. I fondi stanziati dalla Commissione Bilancio del Senato in favore della scuola Bosina, o Libera Scuola dei Popoli Padani fondata nel 1998 da Manuela Marrone non raccolgono molte altre critiche. Ma ''nel merito - avverte almeno D'Antoni - siamo di fronte a un sistema che dequalifica l'offerta formativa, chiude gli orizzonti agli studenti e allenta gli stessi cardini dell'Unità nazionale. E quanto al metodo c'è solo da rilevare ancora una volta la faccia tosta di chi condanna i furbi solo a parole, facendo parte della categoria a pieno titolo. Un drammatico segno dei tempi, quote latte docet''.

Ma cosa sono questi Fas? Il Fondo per le aree sottoutilizzate è lo strumento di finanziamento del governo per le aree sottoutilizzate del paese e raccoglie risorse nazionali aggiuntive, ordinarie e comunitarie. Lo scopo della spesa è la ripresa della competitività e della produttività nelle aree obiettivo. La legge finanziaria stabilisce le risorse e il Comitato interministeriale per la programmazione economica o Cipe (presieduto dal Presidente del Consiglio e composto dai ministri economici) le assegna. La Finanziaria 2007 ha previsto una riprogrammazione unitaria del fondo per il periodo 2007-2013, tramite Quadro Strategico Nazionale. In altre parole i Fas sono il vero tesoro del governo, che al quinto punto programmatico metteva lo sviluppo del Sud. Ed ecco cosa dice il ministro veneto all’Agricoltura Giancarlo Galan a Paolo Mainiero del Mattino in una recente intervista sulla ripartizione dei fondi Cipe, 21 miliardi al Nord e 200 milioni al Sud: “Non so se a Sud ci sono opere così importanti e già avviate in grado di attirare i fondi Cipe” e manco a torto Galan ammette che ci sarebbe pure l’autostrada Salerno Reggio Calabria ma “è un’opera che ingoia soldi a quantità e i cui tempi di realizzazione sono biblici”.



Dei Fas se n’è occupato anche e già a maggio Primo di Nicola per l’Espresso, con un’inchiesta dal titolo inequivocabile: “Scippo al Sud” ovvero “decine di miliardi destinati al Mezzogiorno usati per altri scopi. Dai trasporti sul lago di Garda ai debiti del Campidoglio”. Eccone l’incipit: “Un tesoro da oltre 50 miliardi di euro disponibile solo negli ultimi due anni. Che poteva servire per terminare eterne incompiute come l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e che invece è andato a finanziare i trasporti del lago di Garda e i disavanzi delle Ferrovie dello Stato. Una montagna di denaro che avrebbe dovuto rilanciare l'economia del Sud e che è stata utilizzata per risanare gli sperperi e i buchi di bilancio dei Comuni di Roma e Catania e la copertura finanziaria dell'abolizione dell'Ici. Un fiume di denaro destinato a colmare i ritardi delle zone sottoutilizzate del Paese impiegato invece per pagare le multe delle quote latte degli allevatori settentrionali cari ai leghisti e la privatizzazione della compagnia di navigazione Tirrenia”. Opere che “niente hanno a che fare con gli obiettivi istituzionali” dei Fas, “un andazzo che, nonostante qualche isolata protesta, è andato sinora avanti indisturbato fino alla soglia della provocazione. Come per gli sconti di benzina e gasolio concessi agli automobilisti di Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige, denunciati dal deputato Pd Ludovico Vico”. Da queste stesse pagine anche il senatore Giovanni Leghini, Pd, tuona: "Il Fas è usato come un bancomat, i soldi impropriamente sottratti al Sud solo negli ultimi due anni sono circa 37 miliardi”.

Ed eccone un risicato estratto conto con le voci più importanti dalla medesima inchiesta, per i soli ultimi tre anni: al 2007 il governo Prodi riprogramma le risorse per il Meridione e con la Finanziaria stanzia a carico del Fas 64 miliardi 379 milioni, ma all'inizio del 2008 Prodi esce di scena e “rientra in gioco Berlusconi”. “A fine 2008 il Fondo si vede sottrarre 12 miliardi 963 milioni per finanziare una serie di provvedimenti tra cui quelli che foraggiano le aziende viticole siciliane carissime al sottosegretario Micciché (150 milioni); l'acquisto di velivoli antincendio (altri 150); la proroga della rottamazione dei frigoriferi (935 milioni); l'emergenza rifiuti in Campania (450); i disavanzi dei Comuni di Roma (500) e Catania (140); la copertura degli oneri del servizio sanitario (1 miliardo 309 milioni); le agevolazioni per i terremotati di Umbria e Marche (55 milioni) e la copertura degli oneri per l'assunzione dei ricercatori universitari (63)”. “Un altro taglio da un miliardo e mezzo arriva per una serie di spese tra cui quelle per il G8 in Sardegna (100 milioni) marchiato dagli scandali; per l'alluvione in Piemonte e Valle d'Aosta (50 milioni); la copertura degli oneri del decreto anticrisi 2008; gli interventi per la banda larga e per il finanziamento dell'abolizione dell'Ici (50 milioni)”.



Al 2008 Berlusconi e Tremonti riprogrammano e concentrano le risorse Fas su obiettivi "prioritari”. Quindi il Fondo per il sostegno all'economia reale finanziato con 9 miliardi “va a coprire le uscite per il termovalorizzatore di Acerra (355 milioni); il G8 alla Maddalena (50 milioni)”; di “circa 4 miliardi per il terremoto in Abruzzo; 150 milioni per gli interventi dell'Istituto di sviluppo agroalimentare amministrato dal leghista Nicola Cecconato; 220 di contributo alla fondazione siciliana Rimed per la ricerca biotecnologica e biomedica”. Mentre “dal fondo Infrastrutture (12 miliardi 356 milioni di dotazione iniziale) 390 milioni vanno alla privatizzazione della società Tirrenia; 960 per finanziare gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato; un altro miliardo 440 milioni per i contratti di servizio di Trenitalia; 15 milioni per gli interventi in favore delle fiere di Bari, Verona, Foggia, Padova; 330 milioni vanno a garantire la media-lunga percorrenza di Trenitalia; 200 l'edilizia carceraria (penitenziari in Emilia Romagna, Veneto e Liguria) e per mettere in sicurezza quella scolastica; 12 milioni al trasporto nei laghi Maggiore, Garda e Como” ed ancora finanzia l'alta velocità Milano-Verona e Milano-Genova; la metro di Bologna; il tunnel del Frejus e la Pedemontana Lecco-Bergamo e le opere dell'Expo 2015 “che comprendono il prolungamento di due linee della metropolitana milanese per 451 milioni; i 58 milioni della linea C di quella di Roma; i 50 per la laguna di Venezia; l'adeguamento degli edifici dei carabinieri di Parma (5); quello dei sistemi metropolitani di Parma, Brescia, Bologna e Torino (110); la metrotranvia di Bologna (54 milioni); 408 milioni per la ricostruzione all'Aquila; un miliardo 300 milioni a favore della società Stretto di Messina. E non per le spese di costruzione della grande opera più discussa degli ultimi 20 anni, ma solo per consentire alla società di cominciare a funzionare”.Alla scuola Bosina tutte le classi sono composte da un massimo di 15 alunni.

L’ultima novità: è stata approvata, per il servizio mensa, l’introduzione, una volta al mese, di un piatto della cucina tipica varesina. Isole felici, insomma.



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MessaggioInviato: 08/02/2011, 18:51 
Perchè ogni tanto non parlate degli amichetti che stanno dall' altra parte? Tanto per prevenire eventuali e future mangerie. Se voi vi limitate a postare articoli sulle tutte da dimostrare malefatte della maggioranza, senza dare un occhio dall' altra parte, tra breve saremo ancora qui a discutere per niente.
Prevenire è meglio che curare.[:D]
Dite sempre che non avete preferenze politiche, che al momento vi divertite con questo governo in quanto tale, ma che siete pronti a bastonare anche l' opposizione, peccato che cio non avviene quasi mai. Ricordate che quelli oltre al guado, fanno danni ben maggiori e senza essere maggioranza.



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MessaggioInviato: 08/02/2011, 18:52 
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Blissenobiarella ha scritto:

Responsabilizziamo questi allora?
Come prevedi si possa fare?

Il Veneto si è fatto “sudista”: assume parenti, paga tangenti e si “assenta” in ufficio

http://www.blitzquotidiano.it

ROVIGO – Novantotto dipendenti indagati per assenteismo su centoquindici in forza alla sede di Rovigo della Regione Veneto. Campania, Sicilia? I “fannulloni” abitano anche a casa Brunetta. Un tasso di assenteismo superiore al 90% non lo potevano vantare nemmeno gli uffici borbonici del Regno delle Due Sicilie e tanto meno Roma ladrona, è un record tutto veneto, da sempre feudo leghista.
Dopo la parentopoli veneziana alla Actv, l’azienda di trasporti locali di autobus e vaporetti, e la tangentopoli degli appalti nordestina (cene, escort, mazzette e sette arresti tra imprenditori e funzionari), il ricco e asburgico veneto si scopre “meridionale e ladrone” come la Roma delle assunzioni in famiglia nelle aziende comunali e degli immani sprechi della sanità regionale.
L’accusa per i dipendenti della Regione a Rovigo è molto pesante. Dopo aver timbrato il cartellino i dipendenti si sarebbero infatti allontanati più e più volte dal posto di lavoro, lasciando la scrivania anche per molte ore. In molti casi le telecamere nascoste avrebbero filmato decine di impiegati uscire e poi rientrare in ufficio con le sporte della spesa e i sacchetti dello shopping. Soprattutto al martedì, che a Rovigo è tradizionalmente giorno di mercato. Praticamente una riedizione in salsa leghista degli uffici di Fantozzi dove, dopo aver timbrato il fatidico cartellino, i dipendenti si dividevano tra partite di ping pong, sfide a battaglia navale, lettini solari e, come a Rovigo, puntate al mercato per comprare i pomodorini freschi lasciando al povero Fantozzi ragionier Ugo tutto il lavoro. E proprio dalle lamentele dei Fantozzi rodigini è partita l’indagine per truffa ai danni dello Stato aperta dalla procura del capoluogo polesano con il sostituto Sabrina Duò. Dell’inchiesta, partita appunto da alcune segnalazioni di dipendenti che si lamentavano degli eccessivi carichi di lavoro, ha parlato l’altro giorno il procuratore della Repubblica di Rovigo, Dario Curtarello, nella sua relazione di bilancio dell’anno giudiziario in Corte di appello a Venezia. Ma l’indagine è tuttora in corso e dovrebbe chiudersi nel giro di un mese. La Guardia di Finanza, che dispone di oltre 170 ore di riprese video, sta svolgendo accertamenti per capire e distinguere le posizioni dei quasi cento indagati.
Tra le prove di questo “assenteismo di massa” acquisite nel corso dei sopralluoghi effettuati dalla Finanza ci sarebbero “perquisizioni, documenti (tabulati meccanografici, badge – card, fogli di presenza, ordini di uscita, permessi) e l’esame tecnico del materiale informatico (hard disk del videoregistratore)”. “Se, al termine dell’indagine, emergeranno responsabilità, allora chi ha sbagliato dovrà assumersi le proprie responsabilità”, commenta il vicepresidente della Regione Veneto nonché assessore con delega alle Risorse umane, il pidiellino Marino Zorzato.
Da brava regione “meridionale”, culla, sponsor e prossima beneficiaria, finalmente, del tanto atteso federalismo il Veneto però non ha voluto lasciar nulla al caso. Una Regione non è veramente terrona e non si può definire sprecona se non ha il suo bel deficit sanitario, bene, il Veneto ha un buco di 200 milioni di euro che, se non ripianerà entro marzo, le porterà in dono un commissario da Roma. Ma questa è un’altra storia.


Sicuramente la maggior parte di loro, sono degli imbucati di dubbia provenienza.



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MessaggioInviato: 08/02/2011, 18:58 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Che fine fanno i FAS?
I fondi per il Sud? Alla scuola della moglie di Bossi. Lo sperpero denunciato da un paio di deputati
http://www.agoravox.it/Che-fine-fanno-i-FAS.html


Campania e Puglia, campioni di spesa a sei zeri per megaconcerti e notti bianche, saranno pure Regioni “sprecone” per usare eufemisticamente un’espressione del leghista con manifeste simpatie neo-nazionalsocialiste Borghezio, allora, forse, sarebbe bene che le risorse Fas (Fondi per le aree sottosviluppate) continuino a viaggiare in silenzio in direzione univoca verso il settentrione? Senza proteste, sia che si tratti di quote latte o di improbabili scuole padane quando non della ristrutturazione di pollai di inizio secolo? Qualche voce di protesta si leva ancora.

''E' davvero paradossale lo spettacolo offerto oggi dalla fantomatica Libera scuola dei popoli padani guidata dalla moglie di Umberto Bossi e finanziata con 800mila euro provenienti dal Fondo aree sottoutilizzate – dice all’Asca il deputato Pd e vicepresidente della commissione Finanze della Camera, Sergio D’Antoni -. Questa Lega (omissis) pretende di dare lezioni sulla scuola, ma ancora una volta si mette in cattedra coi soldi del Sud''. I fondi stanziati dalla Commissione Bilancio del Senato in favore della scuola Bosina, o Libera Scuola dei Popoli Padani fondata nel 1998 da Manuela Marrone non raccolgono molte altre critiche. Ma ''nel merito - avverte almeno D'Antoni - siamo di fronte a un sistema che dequalifica l'offerta formativa, chiude gli orizzonti agli studenti e allenta gli stessi cardini dell'Unità nazionale. E quanto al metodo c'è solo da rilevare ancora una volta la faccia tosta di chi condanna i furbi solo a parole, facendo parte della categoria a pieno titolo. Un drammatico segno dei tempi, quote latte docet''.

Ma cosa sono questi Fas? Il Fondo per le aree sottoutilizzate è lo strumento di finanziamento del governo per le aree sottoutilizzate del paese e raccoglie risorse nazionali aggiuntive, ordinarie e comunitarie. Lo scopo della spesa è la ripresa della competitività e della produttività nelle aree obiettivo. La legge finanziaria stabilisce le risorse e il Comitato interministeriale per la programmazione economica o Cipe (presieduto dal Presidente del Consiglio e composto dai ministri economici) le assegna. La Finanziaria 2007 ha previsto una riprogrammazione unitaria del fondo per il periodo 2007-2013, tramite Quadro Strategico Nazionale. In altre parole i Fas sono il vero tesoro del governo, che al quinto punto programmatico metteva lo sviluppo del Sud. Ed ecco cosa dice il ministro veneto all’Agricoltura Giancarlo Galan a Paolo Mainiero del Mattino in una recente intervista sulla ripartizione dei fondi Cipe, 21 miliardi al Nord e 200 milioni al Sud: “Non so se a Sud ci sono opere così importanti e già avviate in grado di attirare i fondi Cipe” e manco a torto Galan ammette che ci sarebbe pure l’autostrada Salerno Reggio Calabria ma “è un’opera che ingoia soldi a quantità e i cui tempi di realizzazione sono biblici”.



Dei Fas se n’è occupato anche e già a maggio Primo di Nicola per l’Espresso, con un’inchiesta dal titolo inequivocabile: “Scippo al Sud” ovvero “decine di miliardi destinati al Mezzogiorno usati per altri scopi. Dai trasporti sul lago di Garda ai debiti del Campidoglio”. Eccone l’incipit: “Un tesoro da oltre 50 miliardi di euro disponibile solo negli ultimi due anni. Che poteva servire per terminare eterne incompiute come l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e che invece è andato a finanziare i trasporti del lago di Garda e i disavanzi delle Ferrovie dello Stato. Una montagna di denaro che avrebbe dovuto rilanciare l'economia del Sud e che è stata utilizzata per risanare gli sperperi e i buchi di bilancio dei Comuni di Roma e Catania e la copertura finanziaria dell'abolizione dell'Ici. Un fiume di denaro destinato a colmare i ritardi delle zone sottoutilizzate del Paese impiegato invece per pagare le multe delle quote latte degli allevatori settentrionali cari ai leghisti e la privatizzazione della compagnia di navigazione Tirrenia”. Opere che “niente hanno a che fare con gli obiettivi istituzionali” dei Fas, “un andazzo che, nonostante qualche isolata protesta, è andato sinora avanti indisturbato fino alla soglia della provocazione. Come per gli sconti di benzina e gasolio concessi agli automobilisti di Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige, denunciati dal deputato Pd Ludovico Vico”. Da queste stesse pagine anche il senatore Giovanni Leghini, Pd, tuona: "Il Fas è usato come un bancomat, i soldi impropriamente sottratti al Sud solo negli ultimi due anni sono circa 37 miliardi”.

Ed eccone un risicato estratto conto con le voci più importanti dalla medesima inchiesta, per i soli ultimi tre anni: al 2007 il governo Prodi riprogramma le risorse per il Meridione e con la Finanziaria stanzia a carico del Fas 64 miliardi 379 milioni, ma all'inizio del 2008 Prodi esce di scena e “rientra in gioco Berlusconi”. “A fine 2008 il Fondo si vede sottrarre 12 miliardi 963 milioni per finanziare una serie di provvedimenti tra cui quelli che foraggiano le aziende viticole siciliane carissime al sottosegretario Micciché (150 milioni); l'acquisto di velivoli antincendio (altri 150); la proroga della rottamazione dei frigoriferi (935 milioni); l'emergenza rifiuti in Campania (450); i disavanzi dei Comuni di Roma (500) e Catania (140); la copertura degli oneri del servizio sanitario (1 miliardo 309 milioni); le agevolazioni per i terremotati di Umbria e Marche (55 milioni) e la copertura degli oneri per l'assunzione dei ricercatori universitari (63)”. “Un altro taglio da un miliardo e mezzo arriva per una serie di spese tra cui quelle per il G8 in Sardegna (100 milioni) marchiato dagli scandali; per l'alluvione in Piemonte e Valle d'Aosta (50 milioni); la copertura degli oneri del decreto anticrisi 2008; gli interventi per la banda larga e per il finanziamento dell'abolizione dell'Ici (50 milioni)”.



Al 2008 Berlusconi e Tremonti riprogrammano e concentrano le risorse Fas su obiettivi "prioritari”. Quindi il Fondo per il sostegno all'economia reale finanziato con 9 miliardi “va a coprire le uscite per il termovalorizzatore di Acerra (355 milioni); il G8 alla Maddalena (50 milioni)”; di “circa 4 miliardi per il terremoto in Abruzzo; 150 milioni per gli interventi dell'Istituto di sviluppo agroalimentare amministrato dal leghista Nicola Cecconato; 220 di contributo alla fondazione siciliana Rimed per la ricerca biotecnologica e biomedica”. Mentre “dal fondo Infrastrutture (12 miliardi 356 milioni di dotazione iniziale) 390 milioni vanno alla privatizzazione della società Tirrenia; 960 per finanziare gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato; un altro miliardo 440 milioni per i contratti di servizio di Trenitalia; 15 milioni per gli interventi in favore delle fiere di Bari, Verona, Foggia, Padova; 330 milioni vanno a garantire la media-lunga percorrenza di Trenitalia; 200 l'edilizia carceraria (penitenziari in Emilia Romagna, Veneto e Liguria) e per mettere in sicurezza quella scolastica; 12 milioni al trasporto nei laghi Maggiore, Garda e Como” ed ancora finanzia l'alta velocità Milano-Verona e Milano-Genova; la metro di Bologna; il tunnel del Frejus e la Pedemontana Lecco-Bergamo e le opere dell'Expo 2015 “che comprendono il prolungamento di due linee della metropolitana milanese per 451 milioni; i 58 milioni della linea C di quella di Roma; i 50 per la laguna di Venezia; l'adeguamento degli edifici dei carabinieri di Parma (5); quello dei sistemi metropolitani di Parma, Brescia, Bologna e Torino (110); la metrotranvia di Bologna (54 milioni); 408 milioni per la ricostruzione all'Aquila; un miliardo 300 milioni a favore della società Stretto di Messina. E non per le spese di costruzione della grande opera più discussa degli ultimi 20 anni, ma solo per consentire alla società di cominciare a funzionare”.Alla scuola Bosina tutte le classi sono composte da un massimo di 15 alunni.

L’ultima novità: è stata approvata, per il servizio mensa, l’introduzione, una volta al mese, di un piatto della cucina tipica varesina. Isole felici, insomma.


Se i soldi stanziati non vengono utilizzati, ritornano al mittente come è giusto che sia.
Vogliamo fare una proporzione tra i lazzaroni e assistiti del nord con quelli del sud? Su quanti pagano le tasse al nord rispetto al sud? E a questo che vuoi arrivare? Vogliamo parlare della famigerata legge sul confino, che ha impestato le realtà sane (tanto per fare un po di storia)?
Se la discussione è orientata sulle statistiche, allora c' è da divertirsi.

Questo senza voler mancare di rispetto alle persone oneste e laboriose del sud.[;)]

Non so se ti conviene.........

Su una cosa concordiamo, la politica ha fatto più danni di una guerra


Ultima modifica di greenwarrior il 08/02/2011, 19:02, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 08/02/2011, 19:25 
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greenwarrior ha scritto:

Vogliamo fare una proporzione tra i lazzaroni e assistiti del nord con quelli del sud? Su quanti pagano le tasse al nord rispetto al sud? E a questo che vuoi arrivare? Vogliamo parlare della famigerata legge sul confino, che ha impestato le realtà sane (tanto per fare un po di storia)?
Se la discussione è orientata sulle statistiche, allora c' è da divertirsi.



Io non capisco... perchè continui, parlando in questo modo, a dare la colpa alle persone del SUD.... quando la colpa è dei politici corrotti (di dx e di sx, del nord e del sud) che con il giochetto dell'assistenzialismo, si SONO ARRICCHITI?

In quanto alle famose statistiche...... se io ti dicessi, tanto per fare un esempio concreto, che la maggior parte degli omicidi e degli infanticidi che avvengono in italia in ambito familiare, sono registrati al NORD (cosa assolutamente inconfutabile) e dicessi che, in base alle statistiche, quelli del nord stanno "fuori di testa"...... tu come reagiresti?



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Il federalismo del centrodestra: più tasse senza rappresentanza

http://www.dirittodicritica.com/2011/02 ... sse-irpef/
Scritto da Giovanni De Mizio il 8 febbraio 2011


Il No del Presidente Napolitano sul decreto relativo al federalismo fiscale municipale è stato un mero stop tecnico, visto che l’emanazione del decreto legislativo non ha rispettato le procedure previste dalla stessa maggioranza di governo nella legge delega 42/2009. Il testo del decreto, dopo il passaggio alle Camere e salvo la fine della legislatura, tornerà al Consiglio dei Ministri nel giro di circa un mese.

Il timore è che, trascorso un altro mese, il testo del decreto sarà colpito da ulteriori compromessi al ribasso, come quelli che hanno già segnato il testo respinto dal Presidente della Repubblica, rendendo sempre più evidente l’assenza di un federalismo con una chiara visione d’insieme e lontano, oltretutto, dai proclami del centrodestra sul fatto che dovrebbe portare meno tasse e che dovrebbe responsabilizzare gli amministratori locali.

Il federalismo fiscale, nella bozza attuale, prevede infatti una maggiore tassazione per molti, a cominciare da dipendenti e pensionati che pagano l’Irpef: nel corso dei negoziati con l’associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) il governo ha deciso il ritorno degli aumenti all’addizionale dello 0,4% già dal 2010, che Tremonti aveva bloccato due anni fa, senza però alcuno sgravio per l’imposizione nazionale. Ciò significa che lavoratori dipendenti e pensionati, se dovesse passare il federalismo, si ritroveranno a pagare più tasse, poiché, oltre a pagare l’Irpef statale (che al momento resterà fissa), dovranno pagare anche gli aumenti di quella comunale.

Arriveranno più tasse anche grazie all’introduzione dell’imposta municipale propria, dovuta sugli immobili, eccezion fatta per quelli adibiti ad abitazione principale, la cosiddetta prima casa. L’aumento si nota dall’aliquota imposta dallo Stato (non dai comuni, dunque dove sarebbe il federalismo?), pari allo 0,76% contro l’aliquota (massima) dello 0,7% della vecchia Ici: questo aumento è parzialmente attenuato dall’eliminazione dei renditi fondiari dalla base imponibile Irpef, ma poiché i conti non quadravano ancora sono state eliminate le agevolazioni per gli immobili commerciali. Il piccolo risparmio delle persone fisiche, insomma, verrà pagato dalle imprese.

Va inoltre ricordato che, oltre all’imposta municipale propria, verrà introdotta anche un’imposta municipale secondaria, che sostituirà altre imposte oggi facoltative per i comuni ma che, nel disegno del governo, dovranno diventare obbligatorie.


Altra novità è la tassa di soggiorno, ovvero una tassa che alcuni comuni a vocazione turistica potranno imporre sulle notti trascorse dai turisti in albergo, per finanziare la manutenzione del bene di cui usufruiscono i visitatori, ovvero le bellezze naturali e umane di cui è ricco il territorio italiano. Ma, per quanto con un nobile scopo (quali tasse, in fondo, non ce l’hanno?, come soleva dire Tommaso Padoa-Schioppa), sempre di una nuova tassa si tratta.

Dopo questa veloce analisi del federalismo in salsa leghista, si giunge alle due conclusioni anticipate sopra: la prima è che questo federalismo è ben lontano dall’abbassare la pressione fiscale, soprattutto per chi non nuota nell’oro, ovvero dipendenti, pensionati e piccole imprese, considerando anche che l’IRPEF colpisce chi le tasse è costretto a pagarle e non gli evasori, che non vengono granché toccati da questa riforma tributaria.

La seconda è ancora più disarmante: l’imposta municipale, tolte le imprese, sarà dovuta in maggioranza da chi non è residente nel comune dove tale tassa viene versata; e se uno non è residente in tale comune non può votare e dunque non potrà in alcun modo giudicare se il rapporto fra pressione fiscale e servizi erogati sia giusto. Stesso discorso per la tassa di soggiorno, dovuta dai turisti, i non residenti per eccezione.

Dov’è dunque la responsabilizzazione che il federalismo fiscale, almeno nei sogni di Umberto Bossi, dovrebbe garantire? Sembra, invece, che pur di portare a casa uno straccio di federalismo da potere utilizzare sui manifesti alle prossime elezioni, la Lega voglia negare il principio che ha fatto nascere il Paese federalista per eccellenza, gli Stati Uniti d’America, nati gridando “No taxation without representation”.

Tutt’altro lo slogan del federalismo padano: “more taxation without representation“, il tutto in un Paese con una pressione fiscale già scandinava e con evidenti vulnus nel suo sistema di pesi e contrappesi.



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Vogliamo fare una proporzione tra i lazzaroni e assistiti del nord con quelli del sud? Su quanti pagano le tasse al nord rispetto al sud? E a questo che vuoi arrivare? Vogliamo parlare della famigerata legge sul confino, che ha impestato le realtà sane (tanto per fare un po di storia)?
Se la discussione è orientata sulle statistiche, allora c' è da divertirsi.



Io non capisco... perchè continui, parlando in questo modo, a dare la colpa alle persone del SUD.... quando la colpa è dei politici corrotti (di dx e di sx, del nord e del sud) che con il giochetto dell'assistenzialismo, si SONO ARRICCHITI?

In quanto alle famose statistiche...... se io ti dicessi, tanto per fare un esempio concreto, che la maggior parte degli omicidi e degli infanticidi che avvengono in italia in ambito familiare, sono registrati al NORD (cosa assolutamente inconfutabile) e dicessi che, in base alle statistiche, quelli del nord stanno "fuori di testa"...... tu come reagiresti?




L' hai letto e capito il post?

A quanto pare ci sono problemi di comunicazione che vedrò di risolvere.
Io non dò la colpa alla gente del sud, i problemi sociali sono diversi.
Al nord come al sud ci sono pregi e difetti, ma adesso se non sbaglio stiamo parlando di economia e politica. Di federalismo e statalismo, cosa c' entrano i suicidi?


Ultima modifica di greenwarrior il 08/02/2011, 20:19, modificato 1 volta in totale.


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greenwarrior ha scritto:

Al nord come al sud ci sono pregi e difetti, ma adesso se non sbaglio stiamo parlando di economia e politica. Di federalismo e statalismo, cosa c' entrano i suicidi?



Suicidi? Mai parlato di suicidi.... semmai di omicidi e di infanticidi.
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Il timore espresso in queste pagine da me e da qualche altro utente in merito al Federalismo che si vorrebbe applicare OGGI in Italia (occhio, il Federalismo della Lega... e non un Federalismo qualsiasi [:246]), è spiegato - molto più efficacemente di quanto abbiamo fatto noi - in questo articolo.....




Federalismo, come andare piu' veloci verso il crack

di: Alessandro Agostinelli
Pubblicato il 08 febbraio 2011

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1080245

Dialetto in classe. Province in erba. Piccole aziende pubbliche locali. Mentre il mondo si globalizzava, l'Italia tornava ai comuni medievali e scopriva le piccole patrie identitarie. Il territorio della Lega, il suo presidio nordista (area produttiva nazionale e collegamento europeo), ha portato tutti gli altri partiti politici ad ansimare dietro a Bossi sul federalismo. Mentre il mondo scopriva i grandi flussi finanziari e la dislocazione di intere filiere produttive in Asia, qui da noi si proteggevano i distretti industriali. Così, la Lega difendeva gli unici sistemi produttivi rimasti in piedi dopo tangentopoli, e al tempo stesso costruiva i suoi successi politici su un progetto di frammentazione dell'unità italiana.

Tatto questo accade mentre a Milano, da qualche giorno, ha aperto in pompa magna la prima banca cinese, il cui capitale è grande quanto il Pil italiano. E poi ci si lamenta della delocalizzazione.

Numeri alla mano sembra che il federalismo che vuole la Lega serva soltanto a trasferire i costi del mantenimento della classe politica dal centro alla periferia. Nel 2009 (ultimo anno con dati certi) la spesa statale c stata di 459 miliardi di curo, mentre la spesa consolidata delle amministrazioni locali è stata di 255 miliardi di euro. In tutto 714 miliardi di euro. Ma alla fine la spesa certificata dalle amministrazioni pubbliche nel loro complesso è stata di 799 miliardi. Quindi sono rimasti nella rete oltre 84 miliardi di euro di spesa discrezionale.

Alla fine, i governi hanno aumentato la spesa sociale in rapporto alla crescita delle entrate pubbliche, ma senza tassare i cittadini in proporzione alla spesa statale. La differenza si chiama spesa clientelare, soprattutto locale.

Quindi, il federalismo dovrebbe far diminuire i trasferimenti dal centro alla periferia e decurtare i fondamentali del debito pubblico nazionale. Ma come funziona la macchina dell'attuale federalismo appena proposto? La questione (come è stata posta dalla Corte dei Conti) riguarda soprattutto le società partecipate dalle amministrazioni locali, che sfuggono in gran parte al meccanismo dei trasferimenti centro-periferia. Comuni, Province, Regioni, alla fine del 2009, hanno costituito circa 7.100 consorzi e società, con un aumento del 5% rispetto all'anno precedente, per cui è difficile definire un meccanismo di trasferimenti in un contesto simile. Inoltre, a fmc aprile 2010,1e regioni italiane avevano speso solo un dodicesimo dei fondi europei stabiliti per il programma 2007-2013. Cioè, erano stati attivati da Bruxelles solo 3,6 miliardi di Euro su 44 disponibili. Pensare che, col federalismo, enti locali e regioni diventino subito efficienti pare velleitario, se non riescono a ritirare nemmeno i soldi che sono a loro disposizione dall'Unione.

Inoltre, il Fondo per le Aree Sottoutilizzate 2000-2006 di ben 21 miliardi di Euro, è stato utilizzato per il 42%. Perciò, come sarà possibile pensare di premiare con consistenti trasferimenti federalisti questi soggetti locali?

Sembra piuttosto che ci si trovi di fronte a una sorta di fallimento storico delle amministrazioni locali che, dalla fine degli anni Settanta, sono state la fonte dell'ascesa incontrollabile del debito pub *** blico italiano. L'aspetto piuttosto clientelare della spesa locale si vede anche nelle effettive realizzazioni degli interventi regionali, sia da trasferimenti centrali sia da tassazione locale, che è (sempre per la Corte dei Conti) sotto il 40%. Per non parlare del numero degli invalidi, la cui assistenza, appena trasferita agli Enti Locali, è passata di colpo dal 3,3% al 4,7% della popolazione, con una spesa che è lievitata da 6 a 16 miliardi di euro.

Inoltre, in questi anni, gli enti locali hanno fatto ricorso alla finanza derivata. E per estinguere questi contratti swap servono 60 miliardi di euro, distribuiti su 42mila clienti, di cui 30mila risultano essere proprio gli enti locali. Secondo Banca d'Italia, le perdite nette nel 2010 perle amministrazioni pubbliche derivanti dalla stipula di contratti derivati sono arrivate a 2,5 miliardi di euro che, nonostante il mito del federalismo economo, come il buon padre di famiglia, sono debiti occultati alla vista dei cittadini. E allora, chi paga? Lo Stato, o il maggiore indebitamento degli enti locali tramite la finanza derivata, così l'effetto elettorale sul territorio (vista la riservatezza di questi contratti) sarà minimo.

Anche la sanità, che assorbe circa l'80% della spesa media delle regioni italiane, è materia strettamente regionale, ma lo Stato ripiana a più non posso i deficit locali. Il decreto salva-deficit del giugno 2007, per esempio, e la successiva finanziaria del 2008, hanno stanziato la somma di 12,1 miliardi di euro per il solo ripianamento del debito sanitario di cinque regioni (Abruzzo, Campania, Lazio, Molise, Sicilia).

La soluzione, nelle attuali norme sul federalismo, è stabilire fabbisogni standard sui quali definire i trasferimenti dal centro alla periferia e eventuali azioni punitive dello Stato contro gli enti locali. Tuttavia il meccanismo non sembra molto affidabile. La legge 85/1995 sul fmanziamento di Comuni e Province, con il suo criterio di «fabbisogno teorico standardizzato», non ha evitato l'indebitamento progressivo degli enti locali. E anche il federalismo demaniale, già approvato, non sarà determinante perla risoluzione dei debiti degli enti locali. Infatti, per il passaggio agli Enti locali si ipotizza una utilizzazione finanziaria degli immobili trasferiti pari a soli 15 miliardi di euro.

Intanto gli elettori come non vedono i costi della spesa statale, non riescono a capire nemmeno i meccanismi di quelle locali. Quindi, quali sono le prospettive del federalismo che la Lega desidera, sbandierando lo slogan del "padroni a casa nostra"? Sarà il caso di rivedere un po' il mito delle piccole patrie?



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Al nord come al sud ci sono pregi e difetti, ma adesso se non sbaglio stiamo parlando di economia e politica. Di federalismo e statalismo, cosa c' entrano i suicidi?



Suicidi? Mai parlato di suicidi.... semmai di omicidi e di infanticidi.
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Ops !!!!!!!! Hai ragione, i suicidi non centrano niente. [:I]



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Thethirdeye ha scritto:

Federalismo, come andare piu' veloci verso il crack

di: Alessandro Agostinelli
Pubblicato il 08 febbraio 2011

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1080245



Se la linea editoriale di wallstreetitalia è quella della lettera aperta a napolitano e al bocciofilo (quello del PD, il 'leader' che davvero ora, in un'attimo di amnesia, non ricordo il nome) , allora gli articoli devono essere presi con le pinze. Sono un po' troppo estremististi non in senso politico ma nelle valutazioni. Non brillano certo per equilibrio.

Anche quello è un modo per aumentare il ranking.

Dall'articolo che hai postato , estrapolo per esempio questo passaggio:


Cita:
...Anche la sanità, che assorbe circa l'80% della spesa media delle regioni italiane, è materia strettamente regionale, ma lo Stato ripiana a più non posso i deficit locali. Il decreto salva-deficit del giugno 2007, per esempio, e la successiva finanziaria del 2008, hanno stanziato la somma di 12,1 miliardi di euro per il solo ripianamento del debito sanitario di cinque regioni (Abruzzo, Campania, Lazio, Molise, Sicilia)...


Verissimo. Ma l'articolista furbescamente, ha illustrato la situazione attuale, quello che è accaduto e continuarà a ripresentarsi in assenza di federalismo.

Il federalismo eviterebbe questo. Obbligherebbe le regioni a tenere i conti sotto controllo; altro che 12 miliardi di risanamento a babbo morto.
Chi non vuole il federalismo vuole mantenere la situazione attuale. Lasciare che certe regioni sforino i propri conti e obbligare le altre (poche) regioni virtuose a pagare i debiti delle prime.



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Cita:
rmnd ha scritto:

Il federalismo eviterebbe questo. Obbligherebbe le regioni a tenere i conti sotto controllo; altro che 12 miliardi di risanamento a babbo morto.
Chi non vuole il federalismo vuole mantenere la situazione attuale. Lasciare che certe regioni sforino i propri conti e obbligare le altre (poche) regioni virtuose a pagare i debiti delle prime.



Caro rmnd... a me non interessa il "colore" del sito
ma semmai i dati e i concetti espressi, come elementi utili al dibattito.

In merito alla famosa frase che si sente oramai da mesi... e cioè:

Cita:
Chi non vuole il federalismo vuole mantenere la situazione attuale.


.... sono d'accordo con te. Resta il fatto che il federalismo, sono in pochi a non volerlo. In Parlamento, come anche in questa "piccola comunità" virtuale in cui scriviamo. E qui mi sembrava si discutesse del COME e del QUANDO (inteso come momento storico) e delle eventuali ripercussioni che lo stesso federalismo potrebbe innescare in una società strutturata come quella in cui viviamo. E non sul farlo o non farlo.....

Quindi possiamo andare oltre.......



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Alla fine di questa interminabile diatriba, fondata su parole e la loro interpretazione, l' auspicio è che si trovi una soluzione che sia condivisa da tutti e che porti benefici a chi li merita.[;)]



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L'importante è farla pagare hai poveri cittadini del Sud, morendo nulle corsie di Ospedali fatiscenti (quando vi sono),perchè è questo l'andazzo,in quanto la colpa è proprio loro che non hanno saputo costruire una classe dirigente onesta.[:o)]


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Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Il federalismo eviterebbe questo. Obbligherebbe le regioni a tenere i conti sotto controllo; altro che 12 miliardi di risanamento a babbo morto.
Chi non vuole il federalismo vuole mantenere la situazione attuale. Lasciare che certe regioni sforino i propri conti e obbligare le altre (poche) regioni virtuose a pagare i debiti delle prime.



Caro rmnd... a me non interessa il "colore" del sito
ma semmai i dati e i concetti espressi, come elementi utili al dibattito.

In merito alla famosa frase che si sente oramai da mesi... e cioè:

Cita:
Chi non vuole il federalismo vuole mantenere la situazione attuale.


.... sono d'accordo con te. Resta il fatto che il federalismo, sono in pochi a non volerlo. In Parlamento, come anche in questa "piccola comunità" virtuale in cui scriviamo. E qui mi sembrava si discutesse del COME e del QUANDO (inteso come momento storico) e delle eventuali ripercussioni che lo stesso federalismo potrebbe innescare in una società strutturata come quella in cui viviamo. E non sul farlo o non farlo.....

Quindi possiamo andare oltre.......



In realtà il federalismo secondo me è solo una soluzione di mezzo..soluzione migliore di uno stato centralista ma non sicuramente 'La Soluzione'.
Meglio sarebbe una confederazione in macroregioni proposta da Miglio e con il diritto a secedere scritta nella carta costituzionale. Come in altre costituzioni moderne (Vedi il Canada)


Ultima modifica di rmnd il 09/02/2011, 15:02, modificato 1 volta in totale.


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