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MessaggioInviato: 30/11/2010, 15:25 
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Lawliet ha scritto:
(come mai dovrebbero costare il doppio allo Stato poi? Mica si tratta di finanziare la ricerca).



Costano quasi il doppio allo stato, come i privati costano quasi il doppio alle aziende, perchè oltre allo stipendio netto c'è da considerare tutta la questione dei contributi, per la pensione, per l'inps, per il tfr...e via dicendo.


Ultima modifica di rmnd il 30/11/2010, 15:32, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 30/11/2010, 15:31 
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Blissenobiarella ha scritto:

Adro, il giudice vieta i simboli leghisti "A scuola il tricolore e la bandiera Ue"

La decisione del tribunale di Brescia sulla vicenda delle icone del Carroccio nel nuovo istituto
#65279;
Il giudice civile mette la parola fine alla vicenda al simbolo della Lega Nord riprodotto per 700 volte su ogni arredo della scuola di Adro, persino sul tetto, e culminato lo scorso ottobre nello scontro sulla rimozione tra il dirigente scolastico e il sindaco Oscar Lancini.

Con una sentenza depositata questa mattina, il tribunale di Brescia non solo ha ordinato la rimozione definitiva "a spese del Comune di Adro del simbolo partitico" che compariva sui banchi, sui posacenere, sulle finestre, sui tappeti, ma è andato oltre, ordinando alla scuola "l'esposizione della Bandiera della Repubblica Italiana e di quella dell'Unione europea in modo permanente".

La sentenza del giudice Gianluca Alessio accoglie in pieno, dunque, il ricorso per discriminazione presentato lo scorso 11 ottobre dalla Cgil di Brescia e dalla Flc Cgil contro il Comune di Adro, il ministero dell'Istruzione e l'Istituto comprensivo di Adro, nel quale si sosteneva che il Sole delle Alpi, il logo contestato, è "il simbolo del partito politico Lega Nord e non rappresenta invece, come taluno ha cercato di affermare sulla stampa, un antichissimo simbolo indoeuropeo, a valenza culturale anche locale, come tale 'neutrale' rispetto alle esigenze di parità di trattamento e non discriminazione che costituiscono il fondamento della presente azione".

Sulla vicenda interviene il consigliere regionale pd Giuseppe Civati: "Con i suoi 700 simboli spalmati su ogni oggetto e arredo della scuola il Carroccio ha fatto perdere tempo e distolto l'attenzione, come spesso fa, vedi le proposte sui cartelli stradali in dialetto, da problemi veri e ben più drammatici, come i pesanti tagli alla scuola pubblica decisi anche da Lega Nord, al governo del Paese. Il tribunale ha condannato il Comune ha cancellare tutti i simboli. Il Comune rappresenta tutti i cittadini, ma la stupidata dei 700 simboli è stata voluta solo da alcuni: è giusto quindi che le spese siano addebitate al sindaco e a chi ha sottoscritto la scelta".

(30 novembre 2010)

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-3



Vabbè con la situazione interna ed europea di questi ultimi mesi, sia il tricolore che la bandiera UE, potrebbero essere presto "ammainate" e tanti saluti...
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MessaggioInviato: 30/11/2010, 16:44 
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rmnd ha scritto:

Costano quasi il doppio allo stato, come i privati costano quasi il doppio alle aziende, perchè oltre allo stipendio netto c'è da considerare tutta la questione dei contributi, per la pensione, per l'inps, per il tfr...e via dicendo.


Ah beh hai ragione, ma se mettiamo in mezzo anche questi fattori non facciamolo solo per i professori universitari. Facciamolo per i prof. di religione (eh sì, mi piace questo argomento) ma soprattutto facciamolo per gli UNICI baroni in Italia.. i politici. [:)]


Ultima modifica di Lawliet il 30/11/2010, 16:45, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/12/2010, 14:08 
La donna triste che uccide la Cultura. La bile di Berlusconi sulle proteste

http://skywalkerboh.blogspot.com/2010/1 ... ltura.html

martedì 30 novembre 2010



La Cultura è pericolosa, per le menti distorte che sostengono un Regime. Va calpestata, umiliata e infine uccisa. Solo così un Regime si vendica di chi pensa con la propria testa e quindi può esprimere dissenso.

Proteste dappertutto. Studenti, professori, ricercatori, comuni cittadini giovani e meno giovani: tutti uniti contro la distruzione della Cultura, contro lo scempio imposto a Scuola e Università. Sempre meno soldi, sempre più disoccupati nel settore, sempre più rovinate le fucine del libero pensiero. A colpi di maggioranza e senza accettare alcun dialogo con nessuno, il centro destra assesta un altra mazzata alla Camera, e ora lo stupro passa al Senato per essere completato.

"Gli studenti veri sono a casa a studiare", dice con la bile in bocca il nemico della Democrazia, e la ministra della D-Istruzione parla come al solito di "studenti strumentalizzati", senza entrare (non l'ha mai fatto) nel merito dell'assassinio che essa compie come braccio armato del Regime.

E' uno schifo: è così palese che questa maggioranza vuole distruggere il paese, che il cuore fa male, e tanto. Fa male soprattutto perché sono ancora tanti gli inebetiti imbecilli che credono alle parole di questi delinquenti eversori della nostra società civile e del nostro ordinamento giuridico.

Una considerazione infine su Gianfranco Fini: lo stesso Rauti anni fa non ne parlava per niente bene, Rauti! Beh, Fini ultimamente aveva fatto pensare che forse era cambiato, ora ha mostrato che chi ci ha creduto è stato davvero un fesso. Fli ha votato a favore di questo scempio. Fini è clownesco, patetico: fa la morale a Berlusconi, lui che ha votato le leggi ad personam per proteggerlo, lui che ha scritto la Bossi-Fini sull'immigrazione. Un giorno dice A, un giorno dice B, quasi a voler dimostrare che conta qualcosa. In realtà Fini (e Fli) è totalmente inaffidabile come partner e leader politico, pensa solo a se stesso, un vero camaleonte pieno di sé. Fare il presidente della Camera gli ha dato alla testa, ora pensa di essere chissà chi. Al giudizio della Storia Fini farà sempre una pessima figura: inaffidabile per la Democrazia, scostante, né carne né pesce. Una persona inutile, totalmente.

Ddl Gelmini, cariche della polizia a Roma. A Palermo irruzione nel MunicipioA Bologna escrementi in una sede del Pdl. A Milano scontri con i carabinieri. A Pisa bloccata la A/12. In tutta Italia si riaccende la protesta

da Il Fatto Quotidiano

A Roma le cariche della polizia, a Milano momenti di tensione. Occupate arterie cittadine, stazioni ferroviarie e autostrade. Una nuova giornata di proteste contro la riforma Gelmini che ha interessato tutte le maggiori città italiane, da nord a sud. A Palermo gli studenti hanno fatto irruzione nel municipio, a Bari hanno occupato il teatro Petruzzelli, a Firenze flash mob su ‘I funerali dell’Università’ e a Bologna è stata bloccata l’autostrada A14. In attesa del via libera della Camera dei deputati, le manifestazioni contro la riforma Gelmini non si fermano. Ecco gli aggiornamenti città per città.

Roma. Al grido di “Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo l’eurostar” gli studenti hanno bloccato alcuni binari della stazione Termini. Una lunga giornata quella della Capitale che è iniziata nei pressi di piazza di Montecitorio dove si sono verificati scontri fra manifestanti e forze dell’ordine.

La cronaca. Il corteo di questa mattina aveva cercato di raggiungere la Camera dei deputati dove è in discussione la contestata riforma della scuola. Ma l’accesso alla piazza era completamente bloccato da due file di blindati e da decine di poliziotti in assetto antisommossa. A quel punto i dimostranti hanno lanciato uova di vernice e petardi contro i cordoni delle forze di polizia. Dopo le cariche, alcuni manifestanti si sono diretti verso piazza del Popolo, mentre altri hanno abbandonato il corteo. Secondo alcuni testimoni, durante gli scontri molti ragazzi sono stati colti da crisi di panico mente un manifestante è stato fermato dalla polizia. “E’ come Genova, violeremo la zona rossa”. Questo uno degli slogan urlati dai manifestanti mentre cercavano di avvicinarsi ai palazzi della politica. Solo dopo qualche ora la situazione è tornata tranquilla. Qualche ora prima un migliaio di giovani hanno riempito la scalinata del Campidoglio. Presenti centinaia di dimostranti degli istituti superiori della città, tra cui L’Ilaria Alpi, il Gassman, il Visconti e il Virgilio. Ma anche ricercatori e universitari, oltre a sindacalisti della Cgil. Gli slogan: “La nostra cultura a noi non fa paura”, “Come nasce la dittatura, con i tagli alla cultura“.

Palermo. Un migliaio di studenti ha fatto irruzione nel municipio durante la seduta del consiglio comunale che è stata subito sospesa. I manifestanti appartengono al Coordinamento studenti medi Palermo e delle Facoltà di Lettere e Filosofia e Scienze Occupate. Per loro il Comune è “simbolo della crisi di questo sistema politico, della rappresentanza e soprattutto del degrado nel quale versa la città”. Durante tutta la giornata il capoluogo siciliano è stato paralizzato dai cortei. Il centro storico, la zona dei palazzi della Regione e dell’Ars, le principali arterie commerciali, sono state percorse dai manifestanti che hanno realizzato il “blocchiamo tutto day”. Nel pomeriggio il corteo è uscito dal centro per andare a bloccare l’autostrada Palermo-Messina-Catania-Trapani.

Bologna. Gli studenti bolognesi hanno bloccato l’autostrada per poi dirigersi verso la stazione centrale. Ma ad aspettarli all’ingresso dello scalo ferroviario c’era un folto schieramento di polizia che ha impedito ai dimostranti di occupare i binari. In piazza Medaglie d’Oro sono volati degli oggetti e qualche manganellata. Ma l’episodio più eclatante si è verificato nella mattinata, quando alcuni giovani hanno rotto una vetrina della sede del Pdl di Via Santo Stefano per poi depositare all’interno dei locali una trentina di chili di escrementi. L’azione, secondo alcuni testimoni, sarebbe stata compiuta dai militanti dello Spazio sociale studentesco. Sempre durante la mattinata alcune migliaia di universitari e studenti medi è entrato, passando dal casello della Fiera, nel tratto cittadino dell’A14 e ha invaso entrambe le carreggiate. La circolazione era stata precedentemente deviata dalla polizia. Il lungo serpentone era partito dal centro della città. Poi ha deviato dai viali di circonvallazione su via Stalingrado per poi raggiungere gli uffici della Regione. Dalle torri di Kenzo Tange, la manifestazione si è diretta poi verso il casello. E, dopo un breve presidio, al grido di “blocchiamo tutto” è scattata l’invasione dell’autostrada.

Genova. Momenti di tensione, manganellate e brevi scontri con le forze dell’ordine anche nella città della Lanterna. Davanti alla Prefettura della città, i manifestanti hanno gridato “dimissioni”, “Berlusconi mafioso” e hanno lanciato oggetti, uova e fumogeni contro poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Alcuni tra gli organizzatori hanno cercato di riportare la calma, bloccando i manifestanti più esagitati, mentre le forze dell’ordine tiravano qualche manganellata ferendo un giovane. Dopo questi attimi di tensione, il corteo, che proveniva da piazza Caricamento, ha ripreso la strada verso piazza Corvetto. Tra gli slogan della protesta: “Contro la crisi del padrone lotta di classe rivoluzione” e “sciopero generale”.

Milano. Momenti di tensione anche nel capoluogo lombardo dove si sono registrati dei contatti fra i manifestanti e i carabinieri dopo che una parte del corteo si è staccata dalla manifestazione principale per tentare di raggiungere Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale. L’episodio è avvenuto in Via dell’Orso, in pieno centro. Dopo quegli attimi gli studenti si sono diretti in via Manzoni, all’altezza di Montenapoleone, una delle strade del quadrilatero della moda. Manifestanti da una parte, carabinieri e polizia dall’altra, qualche momento di tensione ma niente scontri. Ai cortei di Milano hanno partecipato almeno 5mila gli studenti. Il corteo principale era partito da piazza Cairoli, attraversando il centro della città. Poi però si è separato in diversi spezzoni che hanno messo in difficoltà le forze dell’ordine. Dopo una breve occupazione delle stazioni Cadorna e Garibaldi e dopo il lancio di uova contro una sede distaccata dell’Università Cattolica, una parte degli studenti ha fronteggiato le forze di polizia in corso di Porta Romana, ma non si sono registrati scontri.

Torino. E’ da poco terminata l’occupazione delle due stazioni cittadine, Porta Nuova e Porta Susa. Ma la giornata è stata caratterizzata da vari momenti di tensione. Come a Milano il corteo principale si è diviso in due tronconi mandando in tilt le forze dell’ordine e il traffico della città. Il primo spezzone, composto da un centinaio di studenti ha bloccato uno dei più trafficati accessi alla tangenziale della città, in corso Regina Margherita. Il secondo si è invece diretto verso la stazione di Porta Nuova con lo scopo di bloccare il transito dei treni. Durante le proteste si sono registrati anche diversi momenti di tensione tra i manifestanti e gli automobilisti. Durante la mattinata alcune decine di studenti hanno fatto un blitz negli uffici del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca in via Pietro Micca. Prima hanno colpito il portone d’ingresso con un lancio di uova, poi sono riusciti a sfondarlo e sono saliti al secondo piano, dove si trovano gli uffici. Si sono fermati soltanto davanti ai vetri antiproiettile che proteggono i dipendenti del ministero.

Brescia. Scontri in piazza Loggia e nell’aula magna della facoltà di Economia e Commercio occupata. Intorno alle 10 di questa mattina il corteo degli studenti ha cercato di forzare il cordone di sicurezza che si trovava di fronte a palazzo Loggia, per entrare nella sede dell’amministrazione comunale. Ne sono nati dei tafferugli in cui i manifestanti hanno lanciato bottiglie contro le forze dell’ordine e gli agenti hanno fatto ricorso al manganello. Un giovane è stato fermato. Poco dopo, gli studenti si sono spostati nella facoltà di Economia dove attualmente si trovano.

Venezia. La terrazza (altana) di Palazzo Cappello che si affaccia sul Canal Grande è stata occupata da una ventina tra ricercatori, precari e studenti. Sulla facciata è stato steso lo striscione “Ddl gelmini no riforma sì”, scritto in rosso e blu come la vecchia matita per correggere i compiti in classe. Verso il tetto, invece, è comparsa su un lenzuolo bianco la scritta che recita “difendiamo la ricerca”. In terraferma, lungo il Corso del Popolo di Mestre, circa 200 studenti delle scuole medie superiori hanno sfilato con musica a tutto volume, slogan e striscioni. Tra le scritte “blocchiamo la riforma” e “rovinate la scuola, distruggete il futuro”.

Firenze. Un corteo di alcune centinaia di manifestanti, che in mattinata aveva cercato di bloccare l’austostrada senza riuscirvi, nel pomeriggio ha occupato il Ponte alla Vittoria, uno degli snodi principali del traffico cittadino. I contestatori hanno paralizzato il traffico causando code lunghissime lungo tutti i viali di circonvallazione. Il corteo era partito stamani dal Polo di Scienze sociali di Novoli. Intanto, davanti al rettorato di piazza San Marco sta andando in scena un flash mob su ‘I funerali dell’Università‘: un centinaio tra studenti e ricercatori vestiti con maschere mortuarie ha riempito i giardini della piazza di finte lapidi. I manifestanti dovrebbero presto recarsi alla vicina Facoltà di Lettere occupata.

Pisa. Oltre 5 mila universitari sfilano in corteo lungo la bretella che collega l’ Aurelia al casello di Pisa centro. Il lungo serpentone di giovani ha letteralmente paralizzato il traffico in uscita a Sud della città e si dirige ora verso il casello autostradale della A12. Gli stessi contestatori nel pomeriggio hanno occupato i binari della stazione, bloccando i treni in arrivo e in partenza. Questa mattina in migliaia, si parla di 7.000, hanno percorso in corteo i lungarni cittadini per protestare contro il disegno di legge di riforma universitaria. In più punti della città il traffico risulta paralizzato o fortemente rallentato a causa del lungo serpentone di manifestanti. Intanto, alcune centinaia di studenti medi superiori hanno raggiunto il Ponte delle Bocchette, alla periferia nord est della città bloccando una delle principali vie d’accesso.

L’Aquila. Prosegue, da ieri, l’occupazione in tre facoltà dell’Università dell’Aquila (Scienze, Ingegneria, Lettere e Filosofia); gli studenti hanno elaborato e condiviso un documento per mettere in evidenza i punti di criticità del Ddl Gelmini in discussione alla Camera. La piattaforma, discussa nel polo scientifico di Coppito, definisce “inaccettabili” i contenuti del Ddl riguardo alla governance degli atenei e contesta i tagli, “l’ingresso dei privati nei Cda accademici” o il ricorso al prestito d’onore. Le assemblee denunciano anche la difficile situazione del diritto allo studio nel capoluogo abruzzese, che vive ancora le difficoltà del post terremoto. Tante le adesioni, nonostante la neve caduta copiosa stanotte e le temperature rigide. Per la città dell’Aquila, l’occupazione di facoltà universitarie rappresenta un evento straordinario: gli ultimi episodi, ad eccezione di qualche caso sporadico, risalgono a quindici anni fa.

Napoli. Gli studenti di Scienze Politiche della Federico II di Napoli hanno esposto dal terrazzo del Palazzo Reale che affaccia su Piazza Plebiscito uno striscione con la scritta “c’è chi dice No”. Questa mattina il corteo era partito, da piazza del Gesù. Sacchetti di immondizia sono stati gettati davanti all’ingresso del palazzo della Provincia e il lunotto posteriore di un’auto della polizia sfondato dai dimostranti dinnanzi all’ingresso della Questura in via Medina. Mentre in via Chiatamone alcuni contestatori hanno lanciato vernice rossa contro l’insegna del Cepu. Lanci di uova, sacchetti d’immondizia e vernice rossa anche contro il portone della sede dell’Unione degli industriali di Napoli, in piazza dei Martiri.

Bari. “Gelmini cala il sipario”: è quanto scritto sullo striscione srotolato da un balcone del teatro Petruzzelli di Bari, da una delegazione di studenti dell’Università di Bari che ha occupato simbolicamente il Politeama. “Lo stesso striscione lo abbiamo srotolato ieri dall’interno del teatro Piccinni di Bari, ma alcuni esponenti del centrodestra al Comune lo ha strappato: sono ancora visibili – sottolineano – i lembi dello striscione che sventolano”. Fuori dal teatro Petruzzelli ci sono numerosi studenti e ricercatori baresi. “Eravamo partiti in 600 da centro città – dicono gli organizzatori – e poi ci siamo incontrati con altri gruppi di studenti del Campus al ponte di corso Cavour”, che successivamente, dopo poco, hanno liberato.

Catania. La stazione ferroviaria di Catania è rimasta bloccata per un’ora, dalle 11.20 alle 12.20. La circolazione ferroviaria è tornata alla normalità dopo che i manifestanti hanno abbandonato i binari. Il blocco del traffico, secondo quanto hanno comunicato le ferrovie dello Stato, ha causato ritardi medi di 25 minuti per due treni a lunga percorrenza.
#65279;



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MessaggioInviato: 04/12/2010, 11:07 
LA FINTA RIFORMA GELMINI E IL FURTO DEI BENI DEMANIALI DELLO STATO

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dic 3rd, 2010

Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... llo-stato/

La "riforma" universitaria che porta il nome del ministro Gelmini si è avvalsa di una copertura mediatica con rari precedenti, a cominciare dai commenti entusiastici de "Il Sole-24 ore", organo della Confindustria. Sebbene Maria Stella Gelmini sia un personaggio impresentabile, assolutamente privo di una storia personale che possa accreditarne gli intenti riformatori, le poche critiche che i media ufficiali le hanno riservato hanno riguardato la questione dei "tagli", come se l’impianto del DDL potesse vantare davvero la sua motivazione in un progetto di razionalizzazione del sistema universitario. In un’intervista a "Repubblica-Radio TV", il dirigente del Partito Democratico Paolo Gentiloni non ha esitato a dichiarare spudoratamente che la "riforma" Gelmini sarebbe risultata in grado di spiazzare le sinistre grazie ai suoi criteri di "concorrenzialità" tra gli atenei. Anche giornalisti della "destra antagonista", come Massimo Fini, hanno mostrato, ancora di recente, di credere ai presunti intenti anti-baronali del DDL Gelmini, concentrando perciò le critiche solo sull’aspetto dei "tagli".
In realtà la sedicente riforma Gelmini costituisce un guscio vuoto, un mero elenco di tagli, in cui i veri contenuti avrebbero dovuto essere inseriti in modo subdolo ed accessorio. In molti hanno notato che la "riforma" condanna la gran parte dei ricercatori universitari a cercare scampo nell’emigrazione intellettuale; ma questo risultato, sebbene conseguente all’attuale status servile dell’Italia ed allo sfruttamento coloniale delle sue risorse, poteva essere raggiunto con i consueti tagli imposti dalle Leggi Finanziarie, senza la messinscena trionfale di una pseudo-riforma.
Lo show mediatico della "riforma" doveva in realtà servire a coprire il passaggio di beni demaniali dello Stato alle Università, un passaggio che era stato già prospettato nell’articolo 16 comma 2 del Decreto Tremonti, divenuto la Legge 133/2008, la stessa Legge che poneva le condizioni per la privatizzazione dell’acqua e dei patrimoni immobiliari delle aziende idriche.
http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm
In una lettera a Micromega-online del 26 novembre, un ricercatore dell’Università di Roma Tor Vergata poneva il problema con molta incisività, rilevando che il trasferimento alle Università dei beni demaniali attualmente in loro uso, comporterebbe anche il passaggio di proprietà di vasti terreni edificabili, con tutte le relative opportunità di speculazione edilizia, che costituiscono un obiettivo che unifica le aspirazioni sia dei gruppi affaristici legati al governo che di quelli legati all’opposizione, il che spiegherebbe il silenzio-assenso tenuto sinora dal PD sulla questione. Nel momento in cui le Università diventassero a tutti gli effetti Fondazioni a diritto privato, come prevede la Legge 133/2008 voluta da Tremonti, di questi terreni edificabili i Rettori ed i loro soci privati potrebbero fare quello che più gli aggrada, senza dover rispondere alla Corte dei Conti; perciò si spiega anche il caloroso sostegno dei Rettori e della Confindustria alla Gelmini. Si tratterebbe in definitiva di privatizzazioni mascherate, ottenute, come sempre, dai confindustriali senza sborsare un soldo di loro. Il saccheggio dei patrimoni immobiliari pubblici costituisce il denominatore comune alla base di quasi tutte le attuali "riforme", nelle quali il più gretto latrocinio viene camuffato con slogan idealistici ed "epocali", in conformità alle tecniche di pubbliche relazioni messe a punto trenta anni fa dai Neocon statunitensi.
http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... llo-stato/
In effetti però, qualche giorno prima, l’emendamento che aveva inserito surrettiziamente questo trasferimento, era stato a sua volta emendato. In una lettera/piagnisteo del deputato PD Walter Tocci, circolata su Internet, si lamentavano i "peggioramenti" al DDL Gelmini, tra cui "la soppressione del trasferimento dei beni demaniali in uso agli atenei". Le tesi di Tocci sono state riprese anche in un comunicato della FLC-CGIL. La lettera di Tocci poneva in evidenza anche la condizione di commissariamento in cui gli emendamenti del 20 novembre alla Camera avevano posto il ministero dell’Istruzione e dell’Università, che avrebbe dovuto rispondere in tutto e per tutto al Ministero dell’Economia, cioè a Tremonti.
http://sciencebackstage.blogosfere.it/2 ... menti.html
Si può quindi dire che, come Dio, Tremonti ha dato e Tremonti ha tolto. Perché Tremonti si è rimangiato – almeno per ora – il ghiotto trasferimento dei beni demaniali dello Stato agli atenei, soprattutto visto che ciò costituiva un "obiettivo trasversale", che faceva gola sia al governo che all’opposizione?
Il motivo appare evidente: Tremonti sta usando il trasferimento dei beni demaniali come strumento di pressione, per contrattare o la sopravvivenza del governo, oppure una propria candidatura alla Presidenza del Consiglio contro gli altri candidati in lizza, cioè Fini, Draghi e l’outsider Maroni. Tremonti in questo momento non si fida neppure degli zombi da lui stesso creati, come la Gelmini, perciò non aveva esitato a farla commissariare per evitare che cambiasse padrone; ma questo commissariamento è caduto per un ulteriore emendamento del FLI nella seduta del 30 novembre.
http://www.corriere.it/politica/10_nove ... aabc.shtml
Il provvedimento del trasferimento (chiamiamolo pure furto o saccheggio) dei beni demaniali potrebbe essere stato scorporato per inserirlo in qualche altro Decreto, magari la Legge di Stabilità Finanziaria; sempre che Tremonti ottenga ciò che vuole. Sembra andare in questo senso un ordine del giorno della Camera approvato nella seduta del 24 novembre, che impegna il governo a ripristinare i "finanziamenti" alle Università in provvedimenti successivi, ivi compreso il trasferimento dei beni demaniali.

http://webcache.googleusercontent.com/s ... clnk&gl=it

In questo caso il DDL Gelmini appena approvato alla Camera potrebbe anche essere abbandonato al suo destino al ritorno in Senato. Potrebbe anche accadere che le opposizioni presentino l’eventuale reintroduzione del trasferimento dei beni demaniali in qualche altro provvedimento come una loro vittoria contro i "tagli". Su questo punto non sarebbe difficile ingannare un’opinione pubblica ignara delle incombenti privatizzazioni, che potrebbe essere indotta a credere che i beni demaniali acquisiti dagli atenei, verrebbero davvero usati per sostenerne finanziariamente l’attività.


Fonte: http://www.comidad.org
Link http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=389



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Che paese di 'restauratori' ...

merita di andare alla malora...



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"Caro presidente del Consiglio..."Lettera degli studenti a Berlusconi"



Una missiva scritta da una ragazza della facoltà di Lettere, occupata, dell'universitàLa Sapienza di Roma. Per replicare alle parole del premier su "i veri studenti stanno a casa a studiare". "Molti dei partecipanti alle manifestazioni hanno anche un'ottima media. Potremmo presentarle più di un libretto ma non lo faremo perché noi sappiamo chi siamo e questo è sufficiente. Quello che ha visto non era follia, ma felicità collettiva. E sappiamo che lei non potrà comprendere". La lettera è stata letta nel corso di una puntata del programma di La7 "Exit"

Caro Presidente del Consiglio,

le scriviamo perché sentiamo l'esigenza e il dovere, da studenti e da cittadini, di spiegare cosa è accaduto ieri.

Ci concederà, spero, questa premessa: molti studenti presenti alla manifestazione non solo non hanno mai messo piede in un centro sociale ma possiedono anche un'ottima media; potremmo presentarle più di un libretto, ma non lo faremo perché noi sappiamo chi siamo e questo è sufficiente.

Ma torniamo al fine di questa lettera e lo facciamo con una domanda che lei tante volte si sarà posto: perché queste persone-studenti, lavoratori, artisti, ecc. manifestano? In genere la risposta è che le rivolte sono rivolte di "pancia", di fame, dovute alla crisi economica globale. Certamente. Ma ci permetta di illustrarle un altro punto di vista e lo facciamo attraverso le parole di uno storico, Edward Palmer Thompson che, in questo saggio che citiamo, riflette sulle rivolte popolari inglesi del XVIII secolo: "(...) E' certamente vero che i disordini erano innescati dai prezzi saliti alle stelle, dagli abusi compiuti dai negozianti, dalla fame. Ma queste rimostranze agivano all'interno della concezione popolare che definiva la legittimità e l'illegittimità dei modi di esercitare il commercio, la molitura del frumento, la preparazione del pane, eccetera. E questa concezione, a sua volta, era radicata in una consolidata visione tradizionale degli obblighi e delle norme sociali, delle corrette funzioni economiche delle rispettive

parti all'interno della comunità che, nel loro insieme, costituivano l'economia morale del povero. Un'offesa contro questi principi morali, non meno di un effettivo stato di privazione, era l'incentivo abituale per un'azione immediata".

Le citiamo, infine, uno slogan-accusa che i contadini rivolgevano nel Settecento ai mugnai, "il male del tempo": perché prima rubava ma con cortesia, ma ora è oltraggiosamente ladro.

Non ci fraintenda. Noi non stiamo accusando il suo governo di essere oltraggiosamente ladro, noi accusiamo l'Italia tutta di esserlo. La nostra patria è divenuta ladra di sogni, di speranze e di verità.

Accusiamo perfino le nostre madri e i nostri padri che continuano a difenderci dal mondo, da internet e da Facebook e non hanno ancora compreso che in questi anni il vero pericolo sono stati loro, la loro incapacità di critica, la loro incapacità di volere.

Condanniamo l'indifferenza poiché crediamo che la qualità di una società è inversamente proporzionale alla quantità degli indifferenti.

E in ultimo condanniamo noi stessi per non essere abbastanza bravi da rendere chiara l'evidenza. L'evidenza è questa: noi siamo la futura generazione di precari, o meglio, noi andremo a ingrossare le file di quella che possiamo definire "la classe dei precari". Così come la Rivoluzione industriale ha prodotto la classe operaia, rivoluzionaria per eccellenza, ecco che questo sistema in cui la speculazione è sfociata nello sfruttamento ha provocato la nascita di una nuova classe rivoluzionaria, i cui membri non formano "strutture", ma i cui legami si basano sulle relazioni e su una medesima condizione umana.

Lei ci insegna che un uomo può cambiare un Paese, noi fortunatamente siamo migliaia, forse milioni.

Sta certamente comprendendo quello che le stiamo dicendo. Le daremo una dritta, da sciocchi quali siamo. Ciò che deve temere di più è la felicità pubblica, ovvero quel sentimento antico quanto la Rivoluzione Francese, che si spiega più o meno così: l'uomo comprende di essere uomo solo quando è in movimento, e di questo ne scopre il divertimento, il piacere, puro, dello stare insieme. La Felicità Pubblica. Il resto è un colpevole silenzio e un'inquieta sensazione di noia.

Ieri per la prima volta è tornata. Quello che ha visto non era follia, ma per l'appunto felicità. Felicità collettiva.

E questa volta sappiamo per certo che lei non potrà comprendere.

Cordiali saluti.Elisa Albanesi, Assemblea di Lettere Occupata.

http://www.repubblica.it/scuola/2010/12 ... i-9753231/



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[color=blue]I fasti di Scuola e Università meridionali


http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=30617

Il 13 marzo 2007 indirizzai una lettera all’allora Ministro dell’Istruzione Fioroni, del Governo Prodi, avente per oggetto i fasti della Pubblica Istruzione al Sud .

Ecco il testo:

Egregio Ministro,

nel romanzo fiume di Stefano d’Arrigo “Horcynus Orca” (a proposito, questo capolavoro dall’italiano lussureggiante si studia negli italici Licei?) il personaggio della contrabbandiera Ciccina Circé dice al protagonista ‘Ndrja Cambria, il quale la subissa di domande, che è un «domandiere fottuto».

Appartenendo alla suddetta categoria non ho potuto che pormi e porre domande circa un fenomeno, a mio avviso molto grave, che ho potuto constatare nel Sud Italia e che invece è pressoché sconosciuto nel Centro Nord.

Mi spiego.

Ho soggiornato per tre mesi a Cosenza e ho notato che il centro della città ogni mattina è stracolmo di ragazzotti e ragazzotte, a occhio e croce tra i quattordici e i diciotto anni, che sciamano tra l’Autostazione e le vie adiacenti.

Ho chiesto a varie persone il perché di quel fenomeno e, come succede spesso al sud, molti nulla sapevano e nulla avevano visto.

Altri, dopo un po’ di insistenza (noi “domandieri fottuti” non ci scoraggiamo facilmente) hanno ammesso che la diserzione scolastica, non solo a Cosenza ma in tutta la Calabria, raggiunge percentuali altissime.

Una simpatica e sveglia barista del bar dell’Autostazione mi ha informato che laggiù è d’uso promuovere chiunque: basta che frequenti i corsi per almeno trenta giorni durante l’anno scolastico.

Di più.

Anni addietro la grande poetessa Maria Luisa Spaziani, della quale mi onoro esser amico, mi chiese di leggere alcune sue poesie alla Facoltà di Lettere dell’Università di Messina, dove per tanti anni aveva insegnato, in occasione di una serata a lei dedicata. Conobbi naturalmente il Preside e quando gli domandai “beh, come va?” egli mi rispose emettendo un sospirone. Mi sedetti con lui e lo feci parlare.

Mi raccontò che lui, similmente ai docenti, era molto scoraggiato e demotivato per il fatto che da quelle parti (e mi assicurò che ciò succedeva in tutta la Sicilia) era molto di moda, presso i parenti degli studenti, minacciare a chiare lettere il docente che avesse osato non promuovere sempre e comunque i loro rampolli.

A questo punto il “domandiere fottuto” si e Le domanda: si ciancia tanto, in agoni politici televisivi e in sussiegosi e sovvenzionati simposi, dell’urgenza di innalzare il livello di istruzione del popolo italiano: ma se non si provvede innanzitutto a monitorare la reale portata del fenomeno che Le ho testé denunciato, come si può pensare di arginarlo e quindi di poter raggiungere l’obbiettivo prefissato?

Questi ragazzi senza arte ne parte, che futuro avranno? Quello di passare la loro vita a spinellare al parco? Oppure saranno indotti a far carriera presso la malavita organizzata, che in quelle regioni da sempre è uno dei maggiori datori di lavoro?

A mio modesto avviso, in un Paese come il nostro già sofferente della sindrome della retorica ma dal pragmatismo debolino, un danno enorme è stato fatto da quel lassismo post sessantottardo secondo il quale una promozione non si nega a nessuno (è un fatto di “parità” sociale), che nel nostro Sud si sposa con “quell’esistente fatto di nepotismo, favoritismo ed endemico parassitismo” del quale già Giustino Fortunato denunciava i terrificanti fasti.

Sono dell’opinione che non sarebbe granché dispendioso inviare un paio di ispettori in incognito per monitorare la gravità della situazione per poi varare norme apposite.

Se non erro una volta se in genitori non mandavano i figli a scuola arrivavano i Carabinieri: che fine ha fatto simile giusta normativa?

La saluto cordialmente.



E questa l’illuminata e illuminante risposta di Fioroni, in data 26 aprile 2007.

Egregio Signore,

ho letto la sua del 23 marzo scorso e innanzitutto mi complimento con lei per la passione con la quale segue le problematiche connesse alla pubblica istruzione. In generale, apprezzo la sua riflessione, che giustamente inserisce il disagio che si registra nelle nostre scuole in una più generale riflessione sull' attuale condizione giovanile, sulla quale la scuola può certamente avere influenza, ma solo se suffragata nella propria azione innanzi tutto dalla sensibilità delle famiglie, e poi da un comune orientamento di tutte le realtà che, a vario titolo, influiscono sulla formazione culturale ed etica delle nuove generazioni.
La ringrazio delle interessanti citazioni e la saluto.


No comment.[/color]



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MessaggioInviato: 07/12/2010, 20:49 
Striscioni e sterco davanti casa Gelmini
Contestazione nei confronti del ministro dell'istruzione
la scorsa notte a Bergamo davanti alla sua abitazione


07 dicembre, 19:13

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 92235.html

Alcuni studenti, per protestare contro la riforma, hanno appeso uno striscione alla cancellata dell'edificio dove vive il ministro, scaricando dello sterco davanti al cancello.

"La città di Bergamo ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d'Italia - hanno scritto gli autori dell'iniziativa in un comunicato inviato, in un secondo momento, alla stampa -. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la 'naturale' reazione alla sua riforma"



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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[color=blue]I cultori del letame
Assaltano la casa del ministro Gelmini armati di letame e contestano alla Scala la cultura che non hanno. Scontri a Milano: accuse a Bondi e Gelmini.
http://www.iltempo.it/interni_esteri/2010/12/08/1222369-cultori_letame.shtml

Registriamo sul nostro taccuino di cronisti alcune prodezze italiane che danno il senso della Nazione, l'alto livello intellettuale raggiunto dagli oppositori del Regime dei Regimi.


1. Un secchio di letame è stato scaricato la scorsa notte davanti all'abitazione del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini a Bergamo. Dodici studenti sono stati denunciati.

2. Studenti lanciano petardi e tentano di sfondare il cordone delle forze dell'ordine di fronte al teatro alla Scala a Milano: quindici contusi tra le forze dell'ordine. Un paio di fatti nudi e crudi sui quali facciamo un paio di oneste e semplici riflessioni, nello stile de Il Tempo.


Intrepidi stercorari. Immaginate l'intrepida azione: un gruppo di prodi allievi di chissà quale corso di studi organizza la spedizione punitiva che risolverà tutto, il gesto finale, la dimostrazione che la dittatura ha un'opposizione coraggiosa, intelligente, ma che dico, furba e ineffabile. Hanno tra le mani l'arma finale, quella che darà la vittoria totale e inappellabile, lo sterco. Sono a contatto con il loro elemento naturale, hanno i brividi per tale incontro ravvicinato. Sudano. Trepidano. Ridono. Sanno di avere a che fare con un materiale altamente radioattivo. Sono ebbri di gioia per la trovata geniale, quella che cambierà i destini del mondo. Trasportano il materiale fissile con grande gioia, felici, si sentono protagonisti di un'azione che lascerà un segno nella storia. Sanno che potranno orgogliosamente raccontarlo ai figli e che l'impresa verrà registrata dai giornali come un contributo alto alla cultura. Ci saranno messaggi di solidarietà dei partiti. Il loro sacrificio non è invano. Giungono di fronte alla casa del ministro Gelmini già onusti di gloria, circondati dal profumo della vittoria. Scaricano il secchio di fronte alla casa del perfido responsabile dell'istruzione, una nota strega che passa il suo tempo nella casa alchemica del ministero a preparare pozioni velenose per gli studenti. Danno un'ultima occhiata allo sterco. Lo annusano. Sorridono con il senso dell'affermazione senza se e senza ma. E vanno via. Hanno lasciato il loro segno negli annali del Paese, sono un esempio per i posteri, tornano a casa dove mamma e papà li attendono in ansia, seguiti da una scia deliziosa: quella del letame. Sono gli intrepidi stercorari.



Megafonisti fuoricorso. Alla Scala, tempio della musica classica, culla della cultura europea, cuore di Milano, orgoglio della Padania colta e produttiva, vanno in scena gli scontri da summit noglobal. Ah, quale sfida al Capitale, quale occasione per mostrare lo scudo di cartapesta imbrattato dalle frasi dei poeti mai studiati, quale occasione mediatica. Picchia il carabiniere. Fai male al celerino. Urla che la Gelmini è un nemico di classe. Sbandiera la forza della Rivoluzione contro la scuola privata, ma che dico, via i privati dalla scuola. Il ministro dov'è? Oh, ammira lo sterco lasciato in dono di fronte alla sua casa bergamasca da un gruppo dei nostri alleati. E Bondi, dov'è il Sandro che con flebile voce risponde ai nostri assalti? Non c'è, vile fellone, mezzatacca che non riconosce l'alto valore mitopoietico della protesta. Quale affronto. Dove sono i figli del popolo? Tra i manifestanti? Macchè, eccoli, sono gli agenti contusi negli scontri. Difendono la prima rappresentazione e anche la seconda, la terza e la quarta scena di un Paese che sembra in mano alle minoranze rumorose, timido di fronte a drappelli di ignoranti che tra un esame saltato e l'altro infilano una manifestazione indossando il cappellino da Babbo Natale, solo che non hanno in mano il panettone. Poi ci sono i papaveroni, i reggicoda di un sistema morente che non si rassegna alla partita doppia, ai conti che devono tornare. Tutti in fila a baciare la pantofola del cambio di regime che non ci sarà. Così colti da dimenticare che questo è il Paese del Gattopardo, del Tommasi di Lampedusa dove tutto cambierà, certo, ma affinché nulla cambi. Soprattutto la loro poltrona. È il ritratto di un'Italia in cui la maggioranza silenziosa sembra schiacciata e inerme. Eppure ho la netta impressione che non sarà così. Conosco uomini e donne che hanno ottime letture e senso dello Stato, famiglie che danno l'esempio, persone dritte che sanno come andare avanti senza mandare il cervello all'ammasso e il Paese al rovescio. La cultura a una dimensione era ben più forte negli Anni Settanta. Eppure ha perso. Rovinosamente. Si stanno preparando al bis. Il problema vero è che rispetto ai loro padri, questi fanpistolinisti non hanno neppure una dignità intellettuale. I loro predecessori avevano letto Marx e la Scuola di Francoforte, questi hanno saltato persino la cultura paninara e Drive In. Sono il nulla, i cultori del letame.


Mario Sechi

08/12/2010[/color]



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del 31 /08/2010


[color=blue]La fabbrica delle cattedre al Sud con i «furbetti del sostegnino»
In quindici anni i docenti per i ragazzi con difficoltà sono triplicati
http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_31/cattedere-sud-furbetti-disabili-stella-scuola_253ecc4c-b4c0-11df-8e04-00144f02aabe.shtml

«Vogliamo più disabili!». L’invocazione surreale che spinse un gruppo di precari ad assediare il Provveditorato di Caserta chiedendo un aumento degli insegnanti di sostegno appare esaudita: la crescita dei portatori di handicap è dieci volte superiore a quella degli studenti. Una notizia da brividi se non ci fosse un sospetto. Che l’impennata sia dovuta alla scoperta da parte di chi aspira alla cattedra di un’equazione: più handicappati, più assunzioni.

Soprattutto nel Mezzogiorno. ...

...ce la legge che ogni 100 insegnanti di sostegno 70 devono essere stabili ma questa percentuale sale all'89% in Campania e in Sardegna e crolla al 56% in Lombardia e in Veneto, si impenna al 91% in Basilicata e precipita al 55% in Emilia Romagna. Perché differenze così abissali? ...

[/color]


secc..ssss Immagine....one.......
[:o)]



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MessaggioInviato: 09/12/2010, 15:41 
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[color=blue]Permesso di soggiorno, gli immigrati regolari solo col test d'italiano
Al via i test di conoscenza della lingua italiana necessario per legge per avere il permesso di soggiorno di lungo periodo. Gli stranieri regolari in Italia possono presentare la loro domanda anche on line. Pd sul piede di guerra: "Lo Stato dia 30 milioni per i corsi di formazione"
http://www.ilgiornale.it/interni/permesso_soggiorno_gli_immigrati_regolari_solo_test_ditaliano/politica-sicurezza-immigrazione-test-italiano-permesso_soggiorno/09-12-2010/articolo-id=492475-page=0-comments=1[/color]



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Cita:
Genova, studenti in corteo
Assalto alla Mondadori


http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2010/12/09/AMzOoxNE-assalto_studenti_mondadori.shtml

Una decina di ragazzi vestiti da Babbo Natale sono entrati nella libreria e sono riusciti a rubare un centinaio di libri che hanno distribuito all’esterno.


Miserevoli bestie oltre che ladri...



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Ecco cosa succede nel frattempo in Gran Bretagna:

http://ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/12/09/visualizza_new.html_1671704337.html

Londra, scontri studenti-polizia
Coinvolti negli scontri con gli studenti davanti al Parlamento

LONDRA - Tre poliziotti gravemente feriti, un arresto, e un grande 'NO' scritto con la vernice rossa sul prato antistante alla Camera dei Comuni di Westminster: la manifestazione contro l'aumento delle tasse universitarie, sino a metà pomeriggio svoltasi in maniera largamente pacifica, ha virato verso un'atmosfera tesa. "Vogliamo che i politici sentano le nostre voci mentre dibattono sull'aumento delle rette". Feriti anche fra gli studenti.

A stabilire il tono, ai microfoni della Bbc, è uno degli organizzatori della manifestazione. In oltre 20 mila si sono dati infatti oggi appuntamento davanti al palazzo di Westminster dove, entro sera, i deputati dovranno approvare o rigettare la riforma dei fondi allocati agli atenei - che, tra le altre cose, prevede di triplicare le rette universitarie. Migliaia di studenti, genitori e attivisti sono dunque scesi in strada per dire no alla riforma. Parte del corteo è riuscito a penetrare nella piazza del Parlamento e ci sono stati momenti di frizione con le forze dell'ordine in assetto anti-sommossa. Un gigantesco 'no' a vernice rossa è comparso sul prato di Westminster mentre graffiti hanno sfregiato la statua di Winston Churchill. La Camera dei Comuni è quasi del tutto accerchiata. Alcuni "gruppi di testa" sono venuti a contatto con il cordone di poliziotti schierato a protezione del Parlamento. Risultato: schermaglie e lancio di oggetti. La polizia sta iniziando a ricorrere alle "gabbie di contenimento" per domare la folla Cinque manifestanti sono stati poi rimossi a forza dalla galleria del pubblico della Camera dove avevano cominciato a gridare slogan interrompendo il dibattito. Vince Cable, ministro liberaldemocratico alle Attività Produttive con la delega all'università, ha motivato la riforma con la necessità di "mantenere l'alta qualità delle università sul lungo periodo, ridurre il deficit e introdurre un sistema di finanziamento progressivo basato sul reddito delle persone".

MANIFESTANTI ATTACCANO AUTO CARLO E CAMILLA- Studenti che manifestano a Londra hanno attaccato l'auto con a bordo Carlo e Camilla. Lo riferiscono media. Secondo Sky l'auto dei reali è stata circondata e presa a calci dai manifestanti a Regent Street; poi si è potuta allontanare senza danni. Il Principe ereditario e la moglie sono arrivati quindi all'evento dove erano attesi al Palladium di Londra.


http://ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/12/09/visualizza_new.html_1671670759.html

GB: studenti irrompono ministero Tesoro
I manifestanti hanno spaccato i vetri del palazzo

(ANSA) - LONDRA, 9 DIC - I manifestanti contro l'aumento delle rette universitarie a Londra hanno fatto irruzione al ministero del Tesoro a Londra dopo aver spaccato i vetri del palazzo che ospita il ministero. Gli scontri tra polizia e manifestanti sono proseguiti anche dopo il voto di stretta maggioranza con cui il governo di David Cameron e' riuscito a condurre in porto la controversa proposta.


Ultima modifica di Lawliet il 09/12/2010, 21:06, modificato 1 volta in totale.


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Ocse: scuole pubbliche meglio che private

http://ilmalpaese.wordpress.com/2010/12 ... e-private/

16 dicembre 2010#65279;


Come dimostrano i dati Ocse appena usciti sul profitto scolastico degli studenti iscritti a scuole pubbliche e private, la linea della Gelmini in materia di finanziamenti a scuole private e tagli a scuole pubbliche non sta in piedi.

Se infatti quello che il governo vuole far passare è che la scuola pubblica è qualcosa di vecchio e non produttivo a differenza delle scuole private, questo viene smentito dagli studi appena pubblicati.

Secondo i dati Ocse-Pisa se non fosse per i risultati degli studenti delle private il punteggio medio conseguito dai quindicenni italiani in “lettura e comprensione dei testi” si classificherebbe di sette posti più in alto, anche in “matematiche e scienze” il ranking nella preparazione degli studenti italiani scende di cinque posizioni.

La scarsa qualità dell’insegnamento nelle scuole private è riconducibile al fatto che molto spesso queste sono solo “diplomifici” in cui la promozione o il recupero di anni di studio persi è esclusivamente legata al pagamento di una retta.

Ricordiamo al ministro Gelmini, la quale più volte ha denunciato il fatto che nel pubblico a differenza del privato ci sia bisogno di “rigore” e “qualità”, che questi dati la smentiscono e che al posto di continuare a finanziare le scuole private senza alcun controllo a scapito della dismissione della scuola pubblica sotto un continuo attacco ideologico, è necessario finanziare il sistema di istruzione di tutti e la sua qualità.

Non ci fermiamo a contestare queste scelte ministeriali ma siamo per una profonda inversione di questo atteggiamento, sosteniamo infatti la ControFinanziaria di Sbilanciamoci che chiede un taglio di 700 milioni di euro alle scuole private e per il buono scuola e investire tre miliardi sulle scuole pubbliche per edilizia scolastica, diritto allo studio. autonomia scolastica e obbligo scolastico.



fonte : http://www.retedellaconoscenza.it/scuol ... ivate.html



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