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MessaggioInviato: 07/06/2012, 12:38 
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zakmck ha scritto:
In ogni caso anche terremoti di scarsa potenza come questi possono causare molti danni se il terreno si sposta, ma dire che le onde sismiche sono amplificate e' a mio parere errato.

No il termine amplificazione è corretto e dimostrato.
Ricordo che nel caso del terremoto del Garda (2004) i maggiori danni si riscontrarono proprio in una zona che era stata costruita in prossimità di una cava di sabbia, solo in quella zona si ebbero effetti distruttivi, maggiori anche di quanto accaduto in diretta prossimità dell'epicentro.
In quel caso si parlo proprio di sismicità locale con amplificazione delle onde sismiche.


Ultima modifica di iLGambero il 07/06/2012, 12:39, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/06/2012, 12:50 
cmq le teorie cambiano rapidamente,un tempo si affermava ke nei terreni alluvionali,come la pianura padana,gli effetti erano attutiti,ora si pensa il contrario,......ad ora qui nella piana ravennate,i danni da ke ricordo ,sono stati quanto mai relativi nei momenti sismici,mentre erano sostanziosi nella zona appenninica..............................[^]


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MessaggioInviato: 07/06/2012, 12:50 
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lex ha scritto:

ha fatto terremoto qua nella mia zona!
http://cnt.rm.ingv.it/data_id/722317118 ... INGV%29%29
[8)]
un amico di mio padre mi ha fatto notare che spezzano albanese è poggiato su una collina di sabbia, (non ci avevo mai pensato nonostante ho 2 cave intorno al capannone dove lavoro) e mi ha anche detto che il terremoto da noi lo dovremmo sentire solo se fa superiore al 5° grado, prima secondo lui non dovrebbe far danni, quanto è vera la cosa? sempre secondo lui sono le colline rocciose a sentirlo d+( questa cosa l'ho sempre pensata anche io).

Credo che solo un geologo possa avere un'idea seria e motivata della cosa.
Comunque non ti stare a preoccupare troppo, anche perché è del tutto inutile.
Se magari in un futuro prossimo dovrai costruire casa o comprare casa, accertati che sia stata fatta con tutti i crismi antisismici, in quel caso dovrebbe resistere anche a terremotri del sesto grado tranquillamente.


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MessaggioInviato: 07/06/2012, 12:52 
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ubatuba ha scritto:

cmq le teorie cambiano rapidamente,un tempo si affermava ke nei terreni alluvionali,come la pianura padana,gli effetti erano attutiti,ora si pensa il contrario,......ad ora qui nella piana ravennate,i danni da ke ricordo ,sono stati quanto mai relativi nei momenti sismici,mentre erano sostanziosi nella zona appenninica.[^]

Penso che sia dovuto anche al fatto che nelle zone appenniniche sono più frequenti sciami ed eventi sismici significativi, mentre in pianura non è così.


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MessaggioInviato: 07/06/2012, 13:20 
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iLGambero ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

cmq le teorie cambiano rapidamente,un tempo si affermava ke nei terreni alluvionali,come la pianura padana,gli effetti erano attutiti,ora si pensa il contrario,......ad ora qui nella piana ravennate,i danni da ke ricordo ,sono stati quanto mai relativi nei momenti sismici,mentre erano sostanziosi nella zona appenninica.[^]

Penso che sia dovuto anche al fatto che nelle zone appenniniche sono più frequenti sciami ed eventi sismici significativi, mentre in pianura non è così.
Siccome cerchiamo di respingere i barconi ora stanno arrivando con tutta l'africa...


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MessaggioInviato: 07/06/2012, 13:30 
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iLGambero ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:

cmq le teorie cambiano rapidamente,un tempo si affermava ke nei terreni alluvionali,come la pianura padana,gli effetti erano attutiti,ora si pensa il contrario,......ad ora qui nella piana ravennate,i danni da ke ricordo ,sono stati quanto mai relativi nei momenti sismici,mentre erano sostanziosi nella zona appenninica.[^]

Penso che sia dovuto anche al fatto che nelle zone appenniniche sono più frequenti sciami ed eventi sismici significativi, mentre in pianura non è così.


certo nelle zone appenniniche sono piu' frequenti,ma pure l'intensita' e'maggiore con relativi danni............[;)]


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MessaggioInviato: 07/06/2012, 17:57 
Anch'io ho avuto la sensazione di numerose micro scosse nell'ultimo periodo anche se poi andando a controllare in realtà non c'era stato nessun sisma. Nel mio caso penso che sia un normale fenomeno di suggestione dovuto allo shock emotivo causato da quanto sta avvenendo in Emilia.
Da alcuni giorni però ho una certa idea per la mente. Considerato che da più parti si sente parlare di terremoto distruttivo in arrivo al sud (persino gli organi ufficiali cominciano a sbilanciarsi come a preparare lentamente la gente) e considerato che probabilmente in questi casi chi di dovere sa già tutto con largo anticipo (vedi la previsione del sisma in Emilia da parte di scienziati e addetti ai lavori), ho provato a pensare a cosa potrei percepire io ignaro cittadino nel caso ci fosse la certezza di un sisma imminente nella mia citta'.
Sicuramente vedrei strani movimenti di tecnici intenti a controllare e consolidare caserme, ospedali, reti viarie e ferroviarie. Magari vedrei esercitazioni militari o un lento e costante dispiego di mezzi. Allo stesso tempo mi aspetterei richieste anomale di medicinali negli ospedali e un continuo e costante monitoraggio generale.
Magari in tranquillità potremmo aprire un topic e raccogliere testimonianze riferite a movimenti e situazioni "sospette" all'interno delle nostre città.
Nessuno ci verrà mai a dire se e quando un terremoto si verificherà ma forse guardandoci intorno potremmo anche intuirlo.


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MessaggioInviato: 07/06/2012, 19:12 
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Indiana Pipps ha scritto:
Da alcuni giorni però ho una certa idea per la mente. Considerato che da più parti si sente parlare di terremoto distruttivo in arrivo al sud (persino gli organi ufficiali cominciano a sbilanciarsi come a preparare lentamente la gente) e considerato che probabilmente in questi casi chi di dovere sa già tutto con largo anticipo (vedi la previsione del sisma in Emilia da parte di scienziati e addetti ai lavori), ho provato a pensare a cosa potrei percepire io ignaro cittadino nel caso ci fosse la certezza di un sisma imminente nella mia citta'.

In realtà non si parla di pericolo imminente, o meglio si tratta solo di valutazioni probabilistiche... e poi non si sa dove potrebbe avvenire, quindi più che preoccuparsi di una scossa che potrebbe non esserci a breve, sarebbe il caso di rivedere le procedure di mobilitazione in tutto il paese, non solo al sud, ed avviare un serio progetto di riqualificazione degli edifici, dando opportuni incentivi (defiscalizzazione) per le ristrutturazioni... si metterebbe in moto anche l'economia locale senza fare nuove inutili colate di cemento o mega-opere altrettanto inutili e costose.
Se almeno gli avvoltoi capissero che non solo la ricostruzione può essere un business, ma anche la prevenzione, magari almeno non ci sarebbero morti o ce ne sarebbero molti meno... ma si sa... in regime di emergenza fare girare gli appalti è molto più facile.

Cita:
Indiana Pipps ha scritto: Sicuramente vedrei strani movimenti di tecnici intenti a controllare e consolidare caserme, ospedali, reti viarie e ferroviarie. Magari vedrei esercitazioni militari o un lento e costante dispiego di mezzi.

Su questo non ci giurerei affatto... se anche sapessero (ma sapessero poi cosa?) secondo me non muoverebbero un dito.


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MessaggioInviato: 08/06/2012, 03:28 
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iLGambero ha scritto:
No il termine amplificazione è corretto e dimostrato.


Normalmente con amplificazione si intende l'aumento dell'ampiezza dell'onda e di conseguenza dell'energia. Quindi come la mettiamo con il principio di conservazione dell'energia? Da dove arriva la maggiore energia?

Io continuo a ritenere che il termine "amplificazione", se riferito alle onde e alla loro energia, sia improprio. Lo trovo invece corretto se riferito agli effetti di sito che appunto dipendono dalle caratteristiche geologiche e morfologiche del terreno. Quindi possiamo dire che particolari terreni amplificano gli affetti di sito, ma non che le onde sismiche vengono amplificate.

Non a caso la "legge di attenuazione" spiega come si attenuano le onde sismiche e non come si amplificano.

Che dire quindi, meglio la roccia o meglio la sabbia? Difficile a dirsi. Certamente gli strati rigidi trasferiscono maggiormente l'energia rispetto agli strati molli (basti pensare ad attenuare una caduta con una lastra di marmo piuttosto che con un cuscino [:D]), tuttavia non si possono ignorare fenomeni di risonanza e di deformazione degli strati che possono assumere importanze anche molto rilevanti o addirittura prevalenti. Ad esempio i capannoni dell'emilia sono crollati perche' si sono spostati i pilastri di sostegno e non per via dell'energia trasferita alle strutture.

E' per questo che sarebbe molto piu' opportuno realizzare le costruzioni sulla base di studi di microzonazione sismica con ampiezza comunale, invece che considerare solo gli studi di macrozonazione, che purtroppo non consentono di rilevare gli effetti di sito con la necessaria risoluzione.



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MessaggioInviato: 08/06/2012, 08:35 
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iLGambero ha scritto:

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zakmck ha scritto:
In ogni caso anche terremoti di scarsa potenza come questi possono causare molti danni se il terreno si sposta, ma dire che le onde sismiche sono amplificate e' a mio parere errato.

No il termine amplificazione è corretto e dimostrato.
Ricordo che nel caso del terremoto del Garda (2004) i maggiori danni si riscontrarono proprio in una zona che era stata costruita in prossimità di una cava di sabbia, solo in quella zona si ebbero effetti distruttivi, maggiori anche di quanto accaduto in diretta prossimità dell'epicentro.
In quel caso si parlo proprio di sismicità locale con amplificazione delle onde sismiche.


no be spezzano albanese è su una collina molto grande, dove noi stiamo sulla punta diciamo, poi tutto intorno ci sono 3 paesi molto + piccoli, che comunque usano spezzano come riferimento, come città grande diciamo, le cave di dabbia sono molto lontane da ogni abitazione, ma mangiano la collina


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MessaggioInviato: 08/06/2012, 08:38 
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greenwarrior ha scritto:

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bleffort ha scritto:

Io invece ancora non mi ci sono abituato ma..ci sono nato!.


Non ti invidio Bleff !!!!!! [:o)]

In che zona abiti Green.. [8]


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MessaggioInviato: 08/06/2012, 08:46 
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zakmck ha scritto:

Cita:
iLGambero ha scritto:
No il termine amplificazione è corretto e dimostrato.


Normalmente con amplificazione si intende l'aumento dell'ampiezza dell'onda e di conseguenza dell'energia. Quindi come la mettiamo con il principio di conservazione dell'energia? Da dove arriva la maggiore energia?

Io continuo a ritenere che il termine "amplificazione", se riferito alle onde e alla loro energia, sia improprio. Lo trovo invece corretto se riferito agli effetti di sito che appunto dipendono dalle caratteristiche geologiche e morfologiche del terreno. Quindi possiamo dire che particolari terreni amplificano gli affetti di sito, ma non che le onde sismiche vengono amplificate.

Non a caso la "legge di attenuazione" spiega come si attenuano le onde sismiche e non come si amplificano.

Che dire quindi, meglio la roccia o meglio la sabbia? Difficile a dirsi. Certamente gli strati rigidi trasferiscono maggiormente l'energia rispetto agli strati molli (basti pensare ad attenuare una caduta con una lastra di marmo piuttosto che con un cuscino [:D]), tuttavia non si possono ignorare fenomeni di risonanza e di deformazione degli strati che possono assumere importanze anche molto rilevanti o addirittura prevalenti. Ad esempio i capannoni dell'emilia sono crollati perche' si sono spostati i pilastri di sostegno e non per via dell'energia trasferita alle strutture.

E' per questo che sarebbe molto piu' opportuno realizzare le costruzioni sulla base di studi di microzonazione sismica con ampiezza comunale, invece che considerare solo gli studi di macrozonazione, che purtroppo non consentono di rilevare gli effetti di sito con la necessaria risoluzione.

sarebbe utile davvero se i comuni fossero + attivi ed i loro tecnici laureati o meno che hanno lo stipendio fisso a vita, lavorassero come si deve facendo studi continuamente per definire bene il territorio ed i problemi che ha, solo così il cittadino si può regolare sul da farsi....pensa che dove stà il capannone dove lavoro, la strada ha delle buche di anche 3 metri e profonde 2-30cm! quest'inverno poi è successa una cosa assurda e mai vista in 4 anni, ha piovuto così tanto che tutta la strada era coperta d'acqua da sembrare un fiume,(oltre 20cm d'acqua, e immaginate quanta ce n'era nelle buche....)per sbaglio ho preso una buca perchè non la vidi, e l'acqua ha superato il cofano dell'auto(seat leon top sport, bassa di suo)...insomma tutto questo per dire che nonostante sono 3 anni che facciamo venire il sindaco a vedere se ne stà sempre fregando, dice che la faranno a breve ma il tempo intanto passa.... se non si prendono la briga di fare una strada nella zona industriale, come possono mettersi a fare ricerca sul territorio? è utopia


Ultima modifica di lex il 08/06/2012, 08:47, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/06/2012, 10:47 
L'inadeguatezza di misure preventive contro i terremoti non è dovuta a una scarsa conoscenza della geologia della Pianura Padana: carte alla mano, si può dimostrare non solo che la zonazione del rischio nel nostro paese è aggiornata e accurata, ma che per le zone colpite la magnitudo attesa già nel 2001 era superiore a quella registrata di Folco Claudi

Faglia di Mirandola, magnitudo attesa: 6,2”. Il dato, riportato nel Database di potenziali sorgenti di terremoti di magnitudo maggiore di 5,5 in Italia pubblicato sugli Annali di Geofisica nel 2001 a firma di Gianluca Valensise e Daniela Pantosti è di quelli che lasciano a bocca aperta dopo i recenti e tragici eventi del terremoto in Emilia Romagna, soprattutto per la coda di polemiche che ne è seguita.

Il rischio che potesse verificarsi un sisma così devastante era dunque già stato stimato? Che ne è stato di questo, come di altri dati già disponibili nella letteratura scientifica, per assistere ancora oggi al rimpallo di responsabilità sulla mancata prevenzione nel campo dell’edilizia?

Un po’ di chiarezza può essere fatta ripercorrendo la storia delle mappe sismiche degli ultimi 15 anni, raccontata a “Le Scienze” da uno dei ricercatori che le hanno prodotte: Gianluca Valensise, attualmente Dirigente di Ricerca presso l’Ufficio Relazioni Scientifiche Istituzionali (URSI) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

“Fino agli anni 96-97 il problema della pericolosità sismica della Pianura Padana era sostanzialmente sconosciuto alla normativa antisismica; poi sono uscite le prime carte di pericolosità che hanno iniziato a considerare quelle che oggi includiamo tra le zone a pericolosità medio/bassa”, esordisce Valensise. “Sottolineo, a scanso di equivoci, che bassa pericolosità non significa ‘piccoli terremoti’ ma terremoti anche robusti ma rari, o in termini più tecnici, una bassa probabilità di forti scuotimenti in un intervallo di tempo breve dal punto di vista geologico, ma confrontabile con la vita umana: diciamo 50 anni”.

Chiaramente, questo non significa che su un arco di temporale più ampio non ci possa essere

un sisma più forte di quello previsto. “La carta di pericolosità è un prodotto di estrema sintesi ed è anche per questo motivo che può generare incomprensioni sui dati che vi sono riportati, a volte anche da parte di colleghi”, sottolinea Valensise. “A essa segue tutta una serie di allegati in cui viene riportata, zona per zona, la magnitudo massima attesa, e per la faglia di Mirandola, come tutti possono verificare, il valore era 6,2, quindi anche leggermente in eccesso rispetto al sisma che si è verificato”.

Mappa sismica della Pianura Padana intorno a Venezia, tratta da Carminati E, Enzi S, Camuffo D, A study on the effects of seismicity on subsidence in foreland basins: An application to the Venice area, Global and Planetary Change 55 (2007) 237–250, sulla base di Valensise G., Pantosti D., 2001. Database of potential sources for earthquakes larger than M 5.5 in Italy. Annali di Geofisica, suppl. to vol. 44). (Cortesia Carminati, Enzi, Camuffo)Insomma, fin qui è tutto lineare: i geologi producono la mappatura delle sorgenti sismogeniche sulla base delle misurazioni delle dimensioni delle faglie, direttamente proporzionali alla magnitudo potenziale del sisma che possono produrre. I problemi nascono quando occorre implementare queste indicazioni nelle normative nazionali e regionali. E su questo argomento la storia successiva è eloquente.

“Nel 2002 arriva il terremoto di San Giuliano di Puglia: il governo si rende conto che la normativa in vigore è obsoleta (risale al 1983-84) e che nel frattempo erano state elaborate varie mappe di pericolosità e proposte di zonazione sismica del territorio”, prosegue Valensise. “La più nota tra le varie proposte di zonazione era stata sollecitata direttamente da Franco Barberi, allora a capo della Protezione Civile, e fu completata nel 1998. Era frutto del consenso tra vari enti coinvolti, tra cui l’INGV (allora ancora ING), il CNR e l'allora Servizio Sismico. Ma per vari motivi questa mappa non venne recepita dal governo di allora”.

Ecco dunque come si arriva al marzo 2003, quando viene fatta uscire in fretta e furia la zonazione del 1998, che consente una prima riclassificazione del territorio nazionale e che pone finalmente le zone interessate dal recente terremoto in seconda o terza categoria, caratterizzate cioè da una pericolosità media o medio-bassa.

“Nel frattempo il governo chiede all’INGV, nato nel 2001 per 'fare ordine' accorpando tutte le competenze in materia in un unico grande ente, di produrre una nuova mappa con i numerosi dati ‘freschi’ accumulati tra la fine degli anni '90 e il 2003, ed è quella che ora si vede dappertutto”, conclude Valensise. “Anche questa mappa a sua volta deve attendere fino al 2006 per essere recepita in normativa; poi nel 2008 escono le Norme Tecniche per le Costruzioni, che indicano come si debbano costruire gli edifici secondo le indicazioni della carta. Anche le norme tecniche però rimangono al palo per un po’”.

Arriva infine il terremoto dell’Aquila del 2009, dopo il quale il Governo decide di intervenire. Fatti i conti, per l’implementazione delle conoscenze sismiche nelle normative delle Regioni, che nel frattempo sono diventate competenti anche in questa materia, sono trascorsi cinque anni. In definitiva, i dati sul rischio sismico in Italia ci sono e sono accurati; sta poi alla politica farne un buon uso.

http://www.lescienze.it/news/2012/06/06 ... e-1071789/


come solito in italia,tutto era aggiornato e preventivato,ma anzike'metttere in sicurezza anticipatamente,con costi piu' ke sostenibili,si spera nella buona stella,purtroppo poi a catastrofe avvenuta i costi lievitano in maniera esponenziale........[:(!]


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ciao massimo,si spera ke servano solo come semplice conoscenza.......[;)]


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