11/08/2010, 19:30
11/08/2010, 20:32
aethiopicus ha scritto:
Mafia, Ciancimino jr .
tira in ballo il premier
La vedova di don Vito: incontri negli anni '70
PALERMO - Dopo le minacce al figlio di cinque anni dice di non volere più parlare, Massimo Ciancimino. Ma lo ha fatto negli ultimi giorni. Come la madre Epifania Scardino, per la prima volta loquace con i magistrati di Palermo ai quali ha confermato il contenuto di un «pizzino» indirizzato nel 2001 dal marito, «don Vito», a Bernardo Provenzano chiamato «Caro Rag.» e con riferimenti espliciti a Silvio Berlusconi.
Un invito a distribuire i cento milioni di lire incassati da una trattativa che coincide con le elezioni del 2001. Il testo è top secret, ma chi lo ha letto così sintetizza evocando conteggi in vecchie lire: «Dei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, 75 a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo». E poi: «Caro Rag. bisogna dire ai nostri amici di non continuare a fare pistolinate... E di risolvere i problemi giudiziari...».
Sarebbe davvero inquietante questo appunto, soprattutto se fosse confermata la data del 2001, quando si votò per le Politiche il 13 maggio e per le Regionali in Sicilia il 24 giugno. Anche perché un seppur incerto riferimento a un flusso di denaro sporco riversato da Ciancimino padre nelle attività edilizie dell'impero Berlusconi risale al 1974, con la mediazione di due prestanome, due costruttori che allora si presentavano a Milano come danarosi uomini d'affari. La coppia che l'ex sindaco di Palermo chiamava sarcastico «B&B»: Antonino Buscemi, morto in carcere mentre stava scontando una pena, e Franco Bonura, condannato nel 2008 a venti anni.
Varca adesso una nuova soglia Massimo Ciancimino con questo «pizzino» in cui compare Spera, allora longa manus di Provenzano. E la varca con l'aiuto della madre, malata, anziana, ma pronta, con una tempestività sospetta, a trovare una carpetta del marito e a consegnarne il contenuto al figlio Massimo. Sospetta perché tutto sarebbe accaduto due giorni prima della perquisizione ordinata dalla procura di Caltanissetta, quasi un mese fa, in case e ville dei parenti di Ciancimino junior.
Una scelta dalla quale traspare una certa diffidenza da parte del procuratore Sergio Lari e dei sostituti nisseni che hanno tanto materiale su cui lavorare, ma non quel «pizzino». Documento che adesso compare solo a Palermo negli uffici di Nino Di Matteo, Paolo Guido e Antonio Ingroia. Gli stessi che per la prima volta avrebbero avuto la conferma di un rapporto diretto fra «don» Vito e Berlusconi per voce della vedova: «Si, mio marito incontrava negli anni Settanta Berlusconi a Milano... Ma alla fine si sentì tradito dal Cavaliere...».
Adesso sarà necessario cercare adeguati riscontri. Di qui il mandato affidato alla polizia scientifica per un esame sulla compatibilità della carta con l'epoca indicata, il 2001, quando c'era già l'euro, ma tanti ancora conteggiavano gli affari in lire. E poi è tutta da definire la stessa attendibilità di Ciancimino junior visto che un tribunale, quello di Dell'Utri, lo ha ritenuto contraddittorio.
Da sei anni aleggia comunque l'ombra di un assegno da 25 milioni del Cavaliere a Ciancimino. Effetto di una intercettazione fra Ciancimino junior e la sorella Luciana, allora indispettita per le difficoltà a trovare un posto di prima fila per il decennale di Forza Italia a Palermo, presente Berlusconi. E il fratello, senza immaginare di essere ascoltato, fu pronto a ricordare che avrebbero potuto sventolare la prova di quel pagamento. Appunto, un assegno, si pensò. Documento mai trovato. Ma adesso richiamato da Massimo Ciancimino con una correzione: «Non si trattava di un assegno, ma di soldi in contanti: i 25 milioni di lire indicati nel "pizzino", somma che andai a ritirare presso un amico di Pino Lipari...».
Siamo alla piena ammissione di un evento che rende l'allora giovane rampollo di «don» Vito complice del padre. Tanto da portare i procuratori di Palermo a un passo obbligato: la sua incriminazione per favoreggiamento, riciclaggio o addirittura per concorso esterno in associazione mafiosa.
«Fate pure, a me interessa solo raccontare la verità, ormai...», avrebbe detto la scorsa settimana a palazzo di giustizia dove lunedì mattina è tornato in lacrime, dopo aver trovato la lettera con proiettile e minacce al figlio, chiedendo protezione per il piccolo e promettendo a se stesso di non fare più rivelazioni: «Così, tacendo, diventerò anch'io un "eroe"».
Un riferimento diretto a Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore dal senatore Marcello Dell'Utri considerato un «eroe». Frase ripetuta ieri ai due uomini di scorta che, prima di accompagnarlo con moglie e figlio fuori Palermo, si sono presentati con le «misure rafforzate»: tre giubbotti antiproiettile.
http://www.corriere.it/politica/10_agos ... aabe.shtml
11/08/2010, 22:15
11/08/2010, 22:45
eSQueL ha scritto:
C'è una grande tristezza in tutto questo. Ma non ti dico perché.
11/08/2010, 22:52
11/08/2010, 23:00
11/08/2010, 23:58
12/08/2010, 00:05
barionu ha scritto:
niente da dire, anche agli albori il Premier era contiguo a storie di zoccole e nobili .
zio ot
12/08/2010, 00:32
12/08/2010, 00:42
12/08/2010, 00:55
greenwarrior ha scritto:aethiopicus ha scritto:
Mafia, Ciancimino jr .
tira in ballo il premier
La vedova di don Vito: incontri negli anni '70
PALERMO - Dopo le minacce al figlio ..................
Faccio una riflessione.
Ma se Berlusconi è un mafioso ed ha relazioni con loro, perchè un mafioso di livello dovrebbe fare rivelazioni del genere? Per la mafia l' avere un alleato ai massimi livelli di governo andrebbe solo a loro vantaggio.
Onde evitare le solite risposte del tipo: " Sveglia !!!!!, ma perchè difendete un mafioso intrallazzone, oppure: " Abbiamo capito che sei un Berluscones", vi ripeto che al sottoscritto il nano non piace e che sono convinto che non sia lindo, come d' altronde chiunque arrivi a quei livelli, ma mi è sembrata doverosa l' analisi su quella che ritengo una contradizzione.
12/08/2010, 01:05
rmnd ha scritto:
Ma non è la legge elettorale che non funziona...
Questa fa schifo perchè non si possono scegliere i candidati.
Ma di leggi elettorali ne abbiamo cambiate tante e il risultato è sempre stato il medesimo: Instabilità politica.
Anche con questa legge che garantisce in teoria grande stabilità grazie al cospicuo premio di maggioranza (per questo la sinistra non vuole andare a votare con questa legge, perchè teme di perdere le elezioni nuovamente) non garantisce stabilità.
Non basta cambiare legge elettorale (si potremmo fare tanti discorsi di principio, tipo: cambiare classe dirigente, onestà , bla bla bla), ma occorre cambiare la costituzione.
Come ho già fatto notare precedentemente , una repubblica parlamentare come la nostra può soltanto garantire instabilità politica. La quasi stabilità del secondo governo Berlusconi lo si deve più alle capacità di mediazione di Berlusconi stesso che riuscì a far convivere Fini , Casini e Bossi sotto lo stesso tetto. E comunque sia, una mini crisi avvenne comunque; infatti quel secondo governo Berlusconi fu in realtà composto anche da un terzo governo , il Berlusconi bis...
Si deve cambiare la costituzione. Il presidente del consiglio non deve essere ostaggio del parlamento, non deve essere sfiduciato. Oppure in caso di crisi di governo si deve andare a nuove elezioni senza governi tecnici o di transizione.
Se non si cambia questa parte di costituzione, qualsiasi governo, come quelli degli ultimi (quasi) 70 anni avrà vita molto breve.
Possiamo parlare all'infinito di leggi elettorali ma il problema non cambia.
Occorre cambiare la costituzione in modo che una volta stabilito il responso delle urne, il vincitore governi (e dal quel preciso momento in poi, la legge elettorale non entra più in gioco e quindi non vedo come possa influire sulla stabilità o meno di governo).
Non importa se a vincere sia la coalizione o il partito , Importa che il presidente del consiglio non sia più ostaggio della sua stessa coalizione o dei partiti tutti.
altrimenti..ciao...
12/08/2010, 01:32
dark side ha scritto:rmnd ha scritto:
Ma non è la legge elettorale che non funziona...
Questa fa schifo perchè non si possono scegliere i candidati.
Ma di leggi elettorali ne abbiamo cambiate tante e il risultato è sempre stato il medesimo: Instabilità politica.
Anche con questa legge che garantisce in teoria grande stabilità grazie al cospicuo premio di maggioranza (per questo la sinistra non vuole andare a votare con questa legge, perchè teme di perdere le elezioni nuovamente) non garantisce stabilità.
Non basta cambiare legge elettorale (si potremmo fare tanti discorsi di principio, tipo: cambiare classe dirigente, onestà , bla bla bla), ma occorre cambiare la costituzione.
Come ho già fatto notare precedentemente , una repubblica parlamentare come la nostra può soltanto garantire instabilità politica. La quasi stabilità del secondo governo Berlusconi lo si deve più alle capacità di mediazione di Berlusconi stesso che riuscì a far convivere Fini , Casini e Bossi sotto lo stesso tetto. E comunque sia, una mini crisi avvenne comunque; infatti quel secondo governo Berlusconi fu in realtà composto anche da un terzo governo , il Berlusconi bis...
Si deve cambiare la costituzione. Il presidente del consiglio non deve essere ostaggio del parlamento, non deve essere sfiduciato. Oppure in caso di crisi di governo si deve andare a nuove elezioni senza governi tecnici o di transizione.
Se non si cambia questa parte di costituzione, qualsiasi governo, come quelli degli ultimi (quasi) 70 anni avrà vita molto breve.
Possiamo parlare all'infinito di leggi elettorali ma il problema non cambia.
Occorre cambiare la costituzione in modo che una volta stabilito il responso delle urne, il vincitore governi (e dal quel preciso momento in poi, la legge elettorale non entra più in gioco e quindi non vedo come possa influire sulla stabilità o meno di governo).
Non importa se a vincere sia la coalizione o il partito , Importa che il presidente del consiglio non sia più ostaggio della sua stessa coalizione o dei partiti tutti.
altrimenti..ciao...
mmmmm.... ma se e' la coalizione a decidere il leader poi e' ovvio che sara' ostaggio della coalizione, se lo mettono i cittadini la coalizione si deve dare una calmata.
la legge elettorale e' una monnezza, va cambiata! il governo tecnico deve servire solo a quello, poi fatto un governo politico votato dai cittadini, e non calato dall'alto della cricca, IL PARLAMENTO TUTTO , puo' se ritiene mettere mano e rinfrescare un po' la costituzione, non un ducetto da solo e come gli pare a lui.
12/08/2010, 01:47
12/08/2010, 08:44