01/09/2014, 12:17
01/09/2014, 12:47
Ufologo 555 ha scritto:
Almeno il berlusca aveva fatto patti con gheddafi e con putin ... Questi se leccano er gelato e ... basta!
01/09/2014, 12:50
01/09/2014, 13:05
Ufologo 555 ha scritto:
No infatti; li avrebbe fatti ragionare (come ha già fatto in passato, caro); per questo non era tollerato dagli infingardi francesi e tedeschi, caro!
01/09/2014, 13:14
01/09/2014, 15:47
01/09/2014, 16:10
Thethirdeye ha scritto:Piano Usa: guerra in Europa, prima che crolli il dollaro
http://www.libreidee.org/2014/03/piano- ... l-dollaro/
«C’è l’intento del Pentagono di colpire la Russia prima del collasso planetario del dollaro». In questa chiave Carlo Tia inquadra i drammatici sviluppi che oppongono Mosca e Washington in Ucraina. «Gli scambi tra la Cina e la Russia sono ormai in yuan, fra la Cina e l’Iran in oro», scrive Tia su “Megachip”. «La stessa Cina si sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i petrodollari). Lo stesso George Soros sta pesantemente speculando al ribasso a Wall Street. Sono tutti segni di una prossima depressione mondiale, da cui forse gli Stati Uniti potrebbero uscire solo con una prolungata guerra in Europa». A conferma del “pilotaggio” della crisi esplosa a Kiev, lo scoop del “Giornale”: in una telefonata alla “ambasciatrice” dell’Ue, Catherine Ashton, il ministro degli esteri dell’Estonia, Urmas Paet, dice che i cecchini che hanno sparato sulla folla di piazza Maidan non erano uomini di Yanukovich ma probabilmente «della coalizione appoggiata dall’Occidente».
Resta la domanda: perché gli europei non si sono resi conto della trappola mortale tesa a loro dagli Usa? E’ ormai chiaro, sostiene Tia, che secondo i Kiev, militanti colpiti da cecchinipiani dei registi delle Ong operanti in Ucraina (gente del calibro di George Soros e Zbigniew Brzezinski) è contemplata una guerra civile fra i russofoni dell’est e gli ucraini dell’ovest. «Pochissimi media occidentali – continua Tia – hanno trasmesso la registrazione trapelata del colloquio di Victoria Nuland, incaricata Usa della cura dei rapporti diplomatici con Europa ed Eurasia, con l’ambasciatore statunitense in Ucraina». La Nuland disponeva e comandava la composizione del nuovo governo di Kiev dopo aver cacciato Yanukovich, presidente pessimo ma regolarmente eletto. La “strategia della tensione” innescata a Kiev darebbe agli Usa e alla Nato «il pretesto di intervenire per “pacificare” l’Ucraina, stabilirsi minacciosamente nel Mar Nero e proiettarsi sempre di più nel Caucaso e verso il Mar Caspio, ricchissimo di risorse petrolifere e di gas».
Grazie alle nuove tecnologie di “fracking”, aggiunge Tia, la stessa Ucraina è diventata nel giro di pochi anni un campo d’interesse primario per esplorazioni e sfruttamento di nuove aree. Lo sviluppo di simili giacimenti (specie da parte di compagnie nordamericane) insidia direttamente la posizione dominante russa di Gazprom. Molto evidente anche la volontà di colpire la Cina, che in questa crisi è schierata con Putin: «I cinesi – rivela l’analista di Megachip – hanno di recente acquistato diritti di sfruttamento agricolo su circa 6 milioni di ettari di terre ucraine coltivabili. Cosa che ha fatto venire il sangue alla testa alla Monsanto e affini. Dico “aveva”, perché il governo fantoccio messo su dagli americani ha revocato subito i diritti concessi l’anno scorso ai cinesi». Per Carlo Tia, il rischio concreto è drammatico: «I meccanismi della guerra sono innescati. Se dovesse fare finoLa fregata Uss Taylor, entrata nel Mar Nero in fondo la sua corsa il gioco automatico delle alleanze, fra non molti giorni ci troveremo in guerra».
Nel piano bellico, secondo Tia, si collocano anche le dotazioni del Muos in Sicilia, l’installazione di scudi antimissile in Polonia, l’apertura di basi americane in Romania e Bulgaria, senza contare la Turchia, membro della Nato, che controlla gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Il governo di Ankara ha appena concesso a una grande nave da guerra Usa di entrare nel Mar Nero, in violazione della Convenzione di Montreaux, mentre ad Atene c’è una presenza navale ancora più pesante, la portaerei “George Bush”. Secondo la Russia, la convenzione che vieta l’ingresso nel Mar Nero di navi da guerra non appartenenti a paesi affacciati su quel mare, è già avvenuta in questi giorni con la comparsa della fregata statunitense “Taylor” e della “Mount Whitney”, nave-comando della Sesta Flotta».
Da questa crisi, è evidente, l’Europa ha tutto da perdere. Perché allora asseconda l’offensiva statunitense alla frontiera russa? «La Germania – scrive Tia – ha abboccato all’amo di una espansione verso un mercato ucraino di 46 milioni e mezzo di abitanti, previa distruzione del modello di economia sociale di mercato dell’Ucraina, e della sua industria, soprattutto all’est del Paese». E la Francia di François Hollande «è stata pesantemente minacciata a partire dal dossier iraniano nel corso del recente viaggio del presidente francese a Washington». Bocciata, di fatto, la missione a Teheran condotta da 140 grandi industriali francesi, «che avevano creduto al clima (fasullo) di buoni nuovi rapporti con l’Iran». Motivo: «Obama ha detto senza peli sulla lingua che tutte le relazioni della Francia (e dell’Europa) devono rispettare Abitanti della Crimea fraternizzano col contingente russonon solo le sanzioni che non sono ancora state tolte, ma anche quelle, soprattutto commerciali e finanziarie, che gli Usa dettano unilateralmente».
Un gioco pericoloso, che potrebbe chiamarsi Terza Guerra Mondiale, se gli Usa faranno precipitare la situazione con l’adesione dell’Ucraina all’Ue, spingendo i missili della Nato fino ai confini con la Russia. «La Cina, da parte sua, ben sapendo di essere il prossimo obiettivo, ha dichiarato di sostenere la Russia, ed è comunque sotto attacco, sia finanziariamente sia economicamente: il piano americano attuale consiste nel far deragliare l’economia cinese e poi destabilizzarla nelle regioni occidentali, che saranno, per la Cina, l’equivalente dell’Ucraina per la Russia». Di fatto, aggiunge Tia, il mondo si sta avviando ad una bipolarizzazione molto pericolosa: Cina e Russia da un lato, Stati Uniti e Europa al suo guinzaglio dall’altro lato. «È questa una tappa del disegno di dominio planetario degli Usa: ricreare un clima di tensione continua, di fronte alla quale gli europei non potranno che compattarsi attorno allo Zio Sam, per non buttarsi nelle braccia dell’altro blocco».
01/09/2014, 16:33
La stessa Cina si sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i petrodollari)
01/09/2014, 16:59
gippo ha scritto:La stessa Cina si sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i petrodollari)
Sono gli stessi americani che stanno ricomprando il loro debito, se non ricordo male erano state scoperte le aziende fittizie di proprietà USA.
Il disegno potrebbe essere quello indicato nell'articolo ma sto maturando dei dubbi
Gli USA hanno davvero sfruttato i paesi che sono stati devastati dalla loro politica estera?
Le aziende USA stanno facendo man bassa in Iraq, Afghanistan, Libia ... ?
http://www.rivistapaginauno.it/Iraq-asta-petrolio.php
Considerando le enormi spese militari alla fine ci avranno guadagnato?
Anche da un punto di vista politico non ho la sensazione che stiano avendo un gran successo in quei paesi.
Ma se non ci guadagnano che cavolo stanno facendo?
Non credo siano dei ritardati, aiutatemi a capire ...
01/09/2014, 17:54
01/09/2014, 19:45
01/09/2014, 19:57
01/09/2014, 22:52
01/09/2014, 22:56
Werther ha scritto:
IN UCRAINA SI MANIFESTA UN DELIRIO DI ONNIPOTENZA OCCIDENTALE
L’avanzata dell’esercito novorusso è inarrestabile, le linee nemiche vengono penetrate come il burro, la resistenza opposta dalle truppe di Kiev è ormai inesistente. Donetsk e Lugansk hanno rotto l’assedio, le infrastrutture strategiche cadono una dopo l’altra in mano ai miliziani. Mariupol, importante città portuale a sud-ovest di Donetsk, è stata circondata. Ieri una motovedetta ucraina è stata affondata nel mar di Azov. L’intento di unire le province separatiste con un corridoio alla Crimea, per rafforzare il fronte ed assicurarsi il transito di uomini e rifornimenti, sta funzionando. Con questa mossa viene puntellata una determinante fascia territoriale costiera che, a breve, consentirà di estendere il conflitto in quelle zone sul fiume Dnepr ancora sotto il controllo di Kiev, come Dnepropetrovsk e Zaporozhye. Tanto più che anche qui crescono i malumori per la gestione della situazione da parte del governo centrale. Pare che le autorità locali abbiano smesso di rispondere agli ordini di Kolomoisky e si preparino a passare con la Nuovorossija. Lo stesso accade a Kharkov dove i sentimenti antirussi non hanno mai attecchito e la propaganda russofoba degli oligarchi sortisce oramai effetti contrari. Il NYT, con un editoriale disperato e delirante, ha invocato l’ingresso nel Paese delle forze speciali di Usa e Inghilterra per evitare una disfatta certa (ancora due giorni fa la stampa mondiale ripeteva, al di là di ogni fatto concreto, che Kiev stava per spazzare via i filorussi). Senza l’occupazione degli aeroporti di Kiev e di Odessa la guerra sarà irrimediabilmente persa da Poroshenko e soci. Ed ecco il vero obiettivo della Nato dall’inizio delle ostilità, l’invasione di Odessa per impiantare una propria base e neutralizzare quella russa in Crimea. Scrive il quotidiano statunitense: “Non possiamo permettere che questo accada. Se crediamo che l’Ucraina possa un giorno diventare un membro dell’Unione Europea e della NATO, allora dovremmo essere pronti ad armarla. Dobbiamo affrontare il fatto che i costi senza limiti dell’Unione europea e l’espansione della NATO hanno prodotto la guerra per procura con la Russia – e quindi dobbiamo combattere la guerra. Dopo aver riacceso i momenti più caldi della guerra fredda, dobbiamo affrontare le conseguenze dell’incoraggiamento della democratizzazione in Europa orientale. Questa logica richiede che inviamo consiglieri militari occidentali a Kiev, e dobbiamo fornire agli ucraini pieno supporto d’intelligence e satellitare. E dobbiamo spedire cannoni, carri armati, droni e kit medici a tonnellate. Dobbiamo anche essere pronti a schierare le truppe NATO se i carri armati russi avanzano dalla Crimea, come molti temono, dobbiamo costruire un ponte di terraferma a sud della Russia. Nessuna domanda, questo percorso comporta dei rischi enormi. La Russia impiegherà la sua potenza in Ucraina. Forze speciali americane e britanniche dovrebbero essere spedite a piantare la nostra bandiera e proteggere gli aeroporti di Kiev e Odessa”. Parole chiare e sconvolgenti, minacce bellicose che mettono in pericolo la sicurezza e la stabilità del continente europeo. Si soffia sul fuoco per costringere la Russia all’irreparabile, in una fase storica in cui essa sta ancora cercando di trovare una sua completa identità dopo il crollo dell’Urss e le conseguenti devastazioni sociali. Ma proprio per questo motivo la reazione russa potrebbe essere da ultima spiaggia. Sarebbe un danno enorme per l’Europa e per le sue possibilità di affrancamento dalla dipendenza Usa. L’Europa, non quella dei banchieri e dei burocrati, dalla quale non può nascere alcuna speranza, ma quella dei nuovi partiti (purtroppo ancora piuttosto deboli) che si stanno affacciando sul panorama politico con idee autonomiste e sovraniste, ha bisogno di poter contare su una Russia salda ed equilibrata per staccarsi da Washington. L’Europa dei popoli deve trovare una sponda ad est per conseguire i suoi obiettivi in quanto individualmente non ha le energie necessarie a rintuzzare le pretese egemoniche statunitensi. La reciproca convenienza russa ed europea a liberarsi del giogo Usa è la chiave per dialogare e riconvertire relazioni spesso sul filo del rasoio in vere e proprie alleanze strategiche. Ci vorrà ancora molto per toccare quest’apice di necessità storiche ma proprio per questo bisogna giocare sul tempo al fine di dilatare e diluire gli attriti che hanno resistito al trapasso dalla precedente epoca a quella in corso. Non c’è altra via per uscire da un’orbita occidentale sempre più causa di guai e scarna di vantaggi per noi europei. Chi si oppone a queste tendenze spalanca le porte all’irreparabile e ad un’era di sottomissione atroce per i cittadini dell’Unione. La scelta è tra un abisso di sottomissione e la libertà di esistere con una propria visioneindipendente ed incondizionata.
http://www.conflittiestrategie.it/in-uc ... ccidentale
01/09/2014, 23:31
gippo ha scritto:
Ma se non ci guadagnano che cavolo stanno facendo?
Non credo siano dei ritardati, aiutatemi a capire ...