Cita:
greenwarrior ha scritto:
In paesi di tradizioni d' accoglienza e di civiltà come Svezia o Norvegia tanto per citarne qualcuno, si stanno verificando fatti impensabili sino a qualche anno fà. qualcosa non quadra.
il problema è il solito ed è ben noto.
Non si è unito l'accoglienza con il rigore. Anzi, sono stati concessi loro case popolari, assegni di disoccupazione a vita, rendite di stato senza chiedere nulla in cambio.
70 anni di politiche di sinistra in Europa hanno portato a questo.
E i paesi scandinavi vantano una pluridecennale cultura di sinistra , socialita e marxista.
L'accoglienza doveva essere impostata col rispetto delel regole, niente (auto)ghetizzazioni, niente tolleranza buonista, ma patti chiari. Vieni in Svezia ? devi diventare svedese a tutti gli effetti e nel tuo modo di porti con gli altri. Usi e costumi che minano la convivenza civile, l'ordine, l'efficienza, la cultura autoctona non devono essere ammesse. Non ti va bene? torna al tuo paese.
Invece si ammesso di tutto e di più .
Il problema della mancanza di integrazione e convivenza pacifica non possiamo imputarla agli stranieri che non vogliono integrarsi o rispettare la legge, ma ai politici, all'intellighenzia europea di matrice socialista e marxista.
La destra conservatrice europea invece di brandire sciocchi slogan populisti,dovrebbe piuttosto lavorare dietro le quinte, mettendo i loro uomini e donne nei vertici di potere, politico e finanziario , e negli organi di informazione, nelle università, nei circoli accademici. In modo esattamente speculare a quello che le sinistre europee hanno perpetuato e continuano a perpetuare da 70 anni a questa parte.
Le politiche terzomondiste , sono buoniste, tolleranti verso i crimini degli ultimi. Giustificazioniste. Le politiche terzomondiste, sono quelle di rendere le società evolute nord europee più vicine a quelle dei paese poveri, a un fondersi insieme. a un meticciato culturale .
E' qui l'errore di fondo.
Integrazione non significa tollerare culture e usi e costumi che agli occhi di un nord occidentale possono apparire barbare e tribali.
Ma semmai l'opposto, integrarsi vuol dire rendere gli ultimi più vicini ai primi. Aiutare ad essere più europee queste persone provenienti da situazioni estreme e far si che queste accettino usi e costumi del paese ospitante e le basilari regole di convivenza civile. Ed essere fermi con chi delinque. Iniziando dai nostri.
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