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MessaggioInviato: 19/01/2012, 12:57 
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sezione 9 ha scritto:

Davvero, sono letteralmente scioccato. Una situazione del genere (in cui una PICCOLISSIMA MINORANZA impedisce ad una Regione di lavorare), piena di fascisti, mafiosi e politici "istituzionalizzati" in cerca di rielezione, 4 delinquenti che stanno rovinando chi ancora lavora (ma che non vuole saperne di essere strumentalizzato), può essere accolta con favore solo in tre casi:

1- si è stupidi, completamente incapaci di capire e di ragionare

2- non si sa cosa capita, chi c'è dietro eccetera

3- si approvano in pieno metodi, idee ed elementi

Quanto al metodo della protesta (visto che è totalmente inutile continuare a parlare di democrazia e di idee se si approva l'idea di usare forconi, simbologie fasciste e violenza), lo dico subito: entro poco tempo sarà la stessa Sicilia a cacciare questi 4 delinquenti.


Sezione9 [:0]...tu dovresti ogni tanto scendere con i piedi per terra...
Viaggia, calati nella realtà quotidiana, dimenticati della politica per qualche anno, parla con le persone..- cerca di fare un po' di esperienze reali. Perchè ne hai proprio bisogno. Hai un buon cervello, ma ti manca totalmente il contatto con la realtà vera.



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 13:02 
<h2>Visto che ho sentito appena ora notizie sulla Sicilia e visto che il movimento è diventato APOLITICO e visto che la popolazione, che sta subendo anche dei forti disagi, è tutta solidale con i "rivoltosi", FACCIO I MIEI PIU' FORTI COMPLIMENTI AL NOBILE POPOLO SICILIANO (perchè lo è sempre stato); che non si facesse infinocchiare dai politici ed in special modo farsi calare il prezzo della benziana per poi alzarlo in ... altre cose!

FORZA SICILIA! Insegnate al resto dell'Italia come si protesta!</h2>



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 13:03 
Ora il carburante poi l'iva al 23% .... e noi andiamo a ... ravanare! (Ma nessuno osa manifestare; perché chi può farlo se ne ... frega (tutti e tre i bambocci sindacalisti!)
Ecco perchè propongo di non usare la macchian per 3/4 sabati/domeniche successive (tanto per incominciare ...) [^]



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 13:55 
Autotrasporti, Sud paralizzato. Proteste dalla Sicilia alla Calabria
Giovedì, 19 gennaio 2012 - 08:10:00
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... refresh_ce


All'inizio fu la Sicilia. Ora tocca anche alla Calabria. Mentre tutta Italia segue la vicenda della Costa Concordia e di capitan Schettino, a Sud succede qualcosa. Proteste e blocchi stradali in tutta la regione, ed è già il quinto giorno. Motivo? L'aumento del costo del carburante. Protestano gli autotrasportatori dell'Aias e del Movimento dei forconi, gli imprenditori del settore agricolo e i pescatori.

La Sicilia è bloccata dagli aderenti al Movimento dei Forconi. Un’associazione di agricoltori, pastori, allevatori stanchi del disinteresse e maltrattamento da parte delle istituzioni. La rivolta infatti nasce proprio da questo e dalle politiche in materia di eccise dei carburanti per il trasporto e agricoltura. Strade e città in tilt. Bloccato il porto di Palermo e in un secondo momento anche la Palermo-Sciacca, all’altezza di San Cipirello.

Oltre 40 mezzi pesanti hanno invaso l’arteria stradale. Numerosi i disagi da parte degli automobilisti e cittadini siciliani. In queste ultime ore oltre al problema del traffico e della circolazione si aggiunge anche l’assenza di carburante.

La situazione sta precipitando e sta diventando sempre più complessa. Situazione più accesa nella Sicilia meridionale e centrale. Blocchi degli autotrasportatori tra Agrigento e Caltanissetta e nella zona di Gela. Rossella Accardo, portavoce del Movimento dei forconi: “È una rivoluzione pacifica non vogliamo danneggiare i siciliani, ma fare capire a tutti che devono essere trovate soluzioni a questa crisi. “Staremo qui notte e giorno fino a venerdì”.

Dopo il blocco di strade, ferrovie e porti siciliani la protesta si diffonde anche in Calabria. Gli autotrasportatori calabresi infatti hanno organizzato presìdi e blocchi da Catanzaro a Reggio Calabria.

Ma la Confcommercio lancia un duplice allarme: "Tra i protestanti ci sono anche frange criminali, intimidatori che terrorizzano esercenti e commercianti. E attenzione, le scorte alimentari sono in esaurimento. Se non si sblocca la situazione degli autotrasportatori il pericolo si fa grosso".

A Messina gli autotrasportatori proseguono la protesta contro il caro carburante presidiando senza sosta i caselli autostradali di Villafranca Tirrena e Tremestieri. Il concentramento maggiore resta quello di Tremestieri dove sono circa 150 i mezzi pesanti fermi ai caselli. A questi si e' aggiunto anche un altro presidio, sulla Strada statale 113 all'altezza di Milazzo, dove questa mattina si sono fermate decine di mezzi pesanti. Tir e camion sono disposti su due file lasciando un varco centrale che permette il normale transito delle auto e dei pullman che, pur se con qualche rallentamento, riescono a passare sia dai caselli in entrata che in uscita. Regolare il traffico veicolare in citta'. La protesta fa sentire i suoi effetti principalmente ai distributori di carburante dove la benzina e' ormai esaurita quasi ovunque; chi non ha fatto in tempo a fare il pieno deve rassegnarsi ad attendere la fine del blocco. Anche nei supermercati scarseggiano le scorte alimentari e molti banconi sono vuoti.

GELA INVASA DAI RIFIUTI - I blocchi continuano a impedire la raccolta di rifiuti nella provincia di Caltanissetta. I cumuli di spazzatura giacciono in vari punti di Gela perche' i dimostranti hanno impedito agli autocompattatori di raggiungere la discarica di contrada Timpazzo. Alla protesta degli autotrasportatori stamane si sono aggiunti anche i commercianti, con un sit in svoltosi in piazza. A Caltanissetta i tir stazionano sulla statale 640 alle porte della citta' e nei pressi di ponte Capodarso. Il mercato ortofrutticolo rimarra' chiuso fino a domani in segno di solidarieta' con i manifestanti. Alla protesta stamane si e' unito un gruppo di studenti che in corteo ha raggiunto la prefettura

REGIONE CONVOCA SETTORE, "MA ORA PATTO LEGALITA'" - "Quando dodici organizzazioni di rappresentanza degli imprenditori e di categoria - le piu' importanti e con il maggior numero di associati - denunciano la possibile infiltrazione della criminalita' nella protesta dei Tir, le istituzioni regionali hanno il dovere di esprimersi con chiarezza". Cosi' l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilita', Pier Carmelo Russo, risponde al grido d'allarme lanciato ieri dal mondo imprenditoriale. "E, sempre per dovere di chiarezza - aggiunge Russo -, si deve rilevare che la protesta, pur comprensibile nelle sue ragioni, e' scattata con inconsueta durezza nei confronti di un governo nazionale che, assunti importanti impegni solo pochi giorni fa, gia' comincia ad attuarli, a differenza di quanto accaduto in precedenza". "Va da se' - conclude l'assessore - che quanto fino ad oggi fatto dal governo Monti non puo' essere considerato ne' esaustivo delle iniziative necessarie, ne' pienamente soddisfacente. Percio', nelle prossime ore convochero' una riunione per definire le ulteriori linee di rivendicazione con tutte le organizzazioni di settore. Tutte, nessuna esclusa ovviamente, sempre che ognuna di essa sottoscriva un patto di legalita', con il quale ci si impegni a denunciare infiltrazioni della criminalita' nella protesta e nella stessa gestione del settore".

PRESIDIATA RAFFINERIA PRIOLO, BENZINA 'SCORTATA' - Le forze dell'ordine scortano le autocisterne cariche di carburante per rifornire l'aeroporto di Catania ed i mezzi di soccorso degli ospedali. Sono questi gli unici tir che passano ai blocchi organizzati dal movimento "Forza d'urto" in tutta la provincia di Siracusa. Permangono i presidi nelle zone nevralgiche, come a tutti gli svincoli autostradali, e sulla statale "114" lungo il polo petrolchimico di Priolo. Nonostante negli stabilimenti la produzione non si sia fermata, le manutenzioni sono praticamente ferme, come ha spiegato il responsabile delle Relazioni istituzionali della Isab, Claudio Geraci. A Siracusa si assottigliano le scorte nei supermercati, mentre i distributori di benzina sono ormai senza carburante. A Lentini, i commercianti, seguendo l'esempio dei loro colleghi di Cassibile, Priolo e Noto, hanno deciso di abbassare le saracinesche.

QUARTO GIORNO DI BLOCCHI, TAVOLO REGIONE-PREFETTI - Quarto giorno di blocchi oggi in Sicilia. Forti le ripercussioni per la popolazione. Da ieri esaurite o in esaurimento in parecchie citta' le scorte di carburante. Scaffali vuoti in molti supermercati e circolazione in tilt in numerose arterie stradali dell'Isola messa sotto scacco dai padroncini dell'Aias, dagli agricoltori del Movimento dei forconi, e dai pescatori di diverse marinerie. L'onda lunga della protesta ha coinvolto commercianti, studenti, cittadini contro la crisi dei settori produttivi, l'assenza di misure di sostegno e di incentivazione all'impresa e all'occupazione, e contro il caro carburanti. Oggi si tenta la strada di un assai complesso negoziato: un tavolo, come confermato dalla prefettura di Palermo, e' stato convocato per stamane alla Presidenza della Regione con il governatore Raffaele Lombardo e i prefetti, in testa quelli del capoluogo siciliano e di Catania.



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 14:10 
Secondo me sezione9 non ha tutti i torti.
E' probabile che ci sia una larga fetta di manifestanti in buona fede, ma non dimentichiamoci che anche in passato la criminalità organizzata ha alzato il tiro con modalità analoghe in tempi di caos-marasma politico. Non vorrei che fosse un modo per fare sapere al governo che ci sono anche loro e di stare molto attenti a quello che fanno.
Se è vero che ci sono infiltrati che minacciano e spaventano le persone, la cosa va presa molto sul serio.
E' vero che c'è il rischio di annullare così i motivi della protesta (che a dire il vero non mi sono ancora ben chiari), però sappiamo che in Sicilia la mafia (il braccio armato dell'altra mafia che sta più a nord) sa legarsi a certi ambientini e ama lanciare messaggi a chi di dovere (ricordiamo le stragi degli anni '90).


Ultima modifica di iLGambero il 19/01/2012, 14:11, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 19/01/2012, 14:29 
Ma questa è la prassi seguita negli ultimi tempi per invalidare le motivazioni delle proteste popolari: infiltrare nelle manifestazioni gruppi violenti.
I motivi sono estremamente chiari invece Gambero.
Il caro benzina diventa esponenzialmente più pesante man mano che chi lo deve sostenere si allontana dai centri di vendita maggiori. Mobilitare della merce da Roma a Milano ad esempio ha un costo, dalla Sicilia a Milano un altro. Avrai seguito la questione dei servizi ferroviari nazionali...L'Italia è divisa in due, nella parte meridionale al trasporto su gomma non ci sono alternative valide. Inoltre al sud non ci sono nemmeno industrie per la lavorazione degli alimenti e la commercializzazione su larga scala. La scelta di mandare al nord i prodotti per farli arrivare ai grandi mercati, salvo rare eccezioni, è obbligatoria. Ricordiamo inoltre che stiamo parlando di prodotti deperibili, che richiedono una movimentazione rapida, pena la perdita definitiva con tutto ciò che comporta. Tutta questa situazione va a gravare in particolar modo sulle spalle di categorie di lavoratori siciliani - agricoltori, pescatori, allevatori, autotrasportatori - che non hanno avuto nessuna tutela da parte nè della politica regionale nè di quella nazionale. Alla questione scatenate del caro benzina poi se ne aggiungono altre meno recenti ma comunque penalizzanti.



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 14:36 
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Blissenobiarella ha scritto:
Ma questa è la prassi seguita negli ultimi tempi per invalidare le motivazioni delle proteste popolari: infiltrare nelle manifestazioni gruppi violenti. I motivi sono estremamente chiari invece Gambero. Il caro benzina diventa esponenzialmente più pesante man mano che chi lo deve sostenere si allontana dai centri di vendita maggiori. Mobilitare della merce da Roma a Milano ad esempio ha un costo,dalla Sicilia a Milano un altro. Inoltre, avrai seguito la questione dei servizi ferroviari nazionali...L'Italia è divisa in due, al sud al trasporto su gomma non ci sono alternative valide. Inoltre al sud non ci sono industrie per la lavorazione degli alimenti e la commercializzazione su larga scala, la scelta di mandare al nord i prodotti per farli arrivare ai grandi mercato, salvo rare eccezioni, è obbligatoria. Ricordiamo inoltre che stiamo parlando di prodotti deperibili, che richiedono una movimentazione rapida, pena la perdita definitiva. Tutta questa situazione va a gravale sulle spalle di categorie di lavoratori siciliani - agricoltori, pescatori, allevatori, autotrasportatori - che non hanno avuto nessuna tutela da parte nè della politica regionale nè di quella nazionale. Alla questione scatenate del caro benzina poi se ne aggiungono altre meno recenti ma comunque penalizzanti.


Quotissimo... e aggiungo:

chi lo ha detto che ci sono infiltrazioni mafiose nella protesta?
Confindustria?



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 14:37 
Ma a parte questo, quando un popolo si solleva non ascoltare, ignorare, minimizzare, criminalizzare la sua protesta significa delegittimare la sovranità popolare. Punto.



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MessaggioInviato: 19/01/2012, 14:46 
E come se non bastasse:



Nel decreto liberalizzazioni spunta la norma “libera-trivelle”
di Marco Palombi
Tre articoli dell'atteso provvedimento sullo sviluppo dedicati all'attività estrattiva: più investimenti, meno vincoli e autorizzazione per la trivellazione a 5 miglia dalla costa (contro le 12 attuali). I Verdi: "Si istituisce il diritto di assassinare il territorio"

Capita sempre in questo tipo di provvedimenti, ma la sorpresa che il governo Monti ha introdotto nel decreto liberalizzazioni è di quelle davvero indigeste: un sostanziale via libera alla trivellazione del territorio italiano, incluso il mare e fin sottocosta, per cercare ed estrarre petrolio e gas. Non proprio, per così dire, la promozione della green economy. Nell’ultima bozza di decreto, infatti, di cui Il Fatto quotidiano è venuto in possesso, gli articoli 20, 21 e 22 hanno esattamente questa funzione: nel primo si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive, nel secondo si abbassano drasticamente i limiti per la trivellazione in mare e nel terzo si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti. Angelo Bonelli, a cui abbiamo chiesto un commento, è nettissimo: “Se questo fosse il testo definitivo – spiega il leader dei Verdi – vorrebbe dire che il duo Clini-Passera ha deciso di svendere l’Italia alla lobby dei petrolieri. Il rischio ambientale aumenterebbe incredibilmente”. Torniamo al testo. Il fine dell’articolo 20, spiega la relazione allegata, è “consentire nell’immediato di realizzare investimenti di sviluppo pari, nella sola Regione Basilicata, a 6 miliardi di euro, garantendo una produzione aggiuntiva di idrocarburi nei prossimi 20 anni per un valore economico di almeno 30 miliardi di euro ed entrate aggiuntive per lo Stato (tra royalties e entrate fiscali) pari ad almeno 17 miliardi”. La produzione nazionale passerebbe, per questa via, da 80mila a 104mila barili al giorno.

La vera botta, però, è il successivo articolo 21: al comma 2 si decide, infatti, che il limite spaziale per le perforazioni off shore – vale a dire in mare – passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta. Non bastasse si prescrive anche che la linea di riferimento per le misurazioni non è più quella “di base”, ma quella “di costa”: un modo furbetto di recuperare qualche altro metro. Roba che – se è consentita un po’ di dietrologia – pare fatta apposta per il famigerato progetto di trivellazione alle isole Tremiti, in Molise. Sarà il caso di ricordare, peraltro, che la sicurezza per l’ambiente delle perforazioni off shore è stata al centro di mille polemiche neanche due anni fa, quando un incidente su una piattaforma della British petroleum nel Golfo del Messico devastò l’intera costa della Louisiana. Nella relazione allegata – liquidata la questione ecosistema affermando che “resta, in ogni caso, protetto dalle stringenti normative nazionali” – curiosamente si sottolinea come le agenzie di rating siano sensibili a questo genere di provvedimenti: “Si rileva che tra le ragioni che hanno indotto, lo scorso 9 settembre, Standard & Poor’s ad alzare il rating di Israele ad ‘A+’ da ‘A’, c’è stata proprio la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali”.

L’ultimo articolo, infine, è la vera e propria liberalizzazione, tanto è vero che il governo ci ha scritto che “l’attività di prospezione (ricerca, ndr) di idrocarburi è libera nel territorio nazionale e nelle zone del mare territoriale”, fatti salvi ovviamente i vincoli ambientali. In sostanza si passa ad un regime concessorio unico, “che prevede una fase di ricerca al termine della quale, in caso di esito negativo, il titolo cessa – dice la relazione – mentre in caso di ritrovamento minerario prosegue l’attività attraverso le fasi di sviluppo, produzione, ripristino finale”. Insomma un regime autorizzativo assai snello, in cui in sostanza, per passare da una fase all’altro, basterà ottenere una Valutazione d’impatto ambientale positiva. “Questa – è ancora Angelo Bonelli a parlare – non è una liberalizzazione, ma la libertà di assassinare il territorio italiano, di ucciderne il futuro. E’ chiaro che se questo è il testo grida vendetta”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... le/184797/



Il 40% delle risorse petrolifere italiane si trova in Sicilia.



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Blissenobiarella ha scritto: come se non bastasse:

Nel decreto liberalizzazioni spunta la norma “libera-trivelle”
di Marco Palombi

Tre articoli dell'atteso provvedimento sullo sviluppo dedicati all'attività estrattiva: più investimenti, meno vincoli e autorizzazione per la trivellazione a 5 miglia dalla costa (contro le 12 attuali). I Verdi: "Si istituisce il diritto di assassinare il territorio"

Capita sempre in questo tipo di provvedimenti, ma la sorpresa che il governo Monti ha introdotto nel decreto liberalizzazioni è di quelle davvero indigeste: un sostanziale via libera alla trivellazione del territorio italiano, incluso il mare e fin sottocosta, per cercare ed estrarre petrolio e gas. Non proprio, per così dire, la promozione della green economy. Nell’ultima bozza di decreto, infatti, di cui Il Fatto quotidiano è venuto in possesso, gli articoli 20, 21 e 22 hanno esattamente questa funzione: nel primo si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive, nel secondo si abbassano drasticamente i limiti per la trivellazione in mare e nel terzo si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti.



Che schifo....... [xx(]



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Blissenobiarella ha scritto:

Ma questa è la prassi seguita negli ultimi tempi per invalidare le motivazioni delle proteste popolari: infiltrare nelle manifestazioni gruppi violenti.
I motivi sono estremamente chiari invece Gambero.

Ma infatti io ho scritto che c'è il rischio di mettere in secondo piano le ragioni della protesta, però il rischio di strumentalizzazione secondo me c'è ed è reale. Poi bisognerebbe essere sul posto per capire meglio la situazione.
La strumentalizzazione non è tanto nelle ragioni della protesta, ma nelle modalità. Comunque sbaglio o la Regione Sicilia, che è regione autonoma, ha anche strumenti legislativi che altre regioni non hanno? Intendo sgravi, incentivi, contributi... (che spesso ha usato come ben sappiamo indebitandosi oltre modo)
Poi temo che finirà come finisce di solito, si darà un contentino ad una categoria e tutti gli altri (anche altre regioni) che si attacchino al tram. Perché l'aumento vertiginoso dei carburanti è un danno che poi in parte è speculare.
E' vero che danneggia quelli al sud, ma danneggia anche chi al nord importa prevalentemente prodotti dal sud, perché i trasporti dal sud (SCS) sono più costosi anche nel senso opposto.


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Blissenobiarella ha scritto:
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Il 40% delle risorse petrolifere italiane si trova in Sicilia.

Sì avevo già segnalato la cosa nella discussione sulle liberalizzazioni.
Attenzione che oltre al sud (tremeranno in Basilicata), ci sono molte zone a rischio anche al Nord, soprattutto in pianura padana, dove le trivellazioni molto più svincolate di ora potrebbero causare seri danni al territorio.
Questa è follia allo stato puro che non ha alcun legame con la crisi dell'economia... ma dato che ci sono e hanno in mano il giocattolino ci infilano pure questa.


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Regione autonoma della Sicilia...Si se l'autonomia non fosse solo sulla carta. Sfortunatamente una delle cose che lamentano i siciliani è proprio il disinteresse politico per lo Statuto Siciliano, che se applicato avrebbe fornito una forma di tutela sulla regione che invece, con la buona pace di chi dice il contrario, non c'è.
Danneggia gli industriali del nord in maniera relativa, per loro esiste comunque la possibilità di acquistare altrove. Il danno maggiore, come sempre, lo subisce il sud...



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Bliss... visti i disastri di bilancio della regione Sicilia ... forse io certe autonomie non le darei...
Io conosco alcune realtà in alcuni settori e mi pare che la regione di poteri ne abbia eccome, e quando può li usa, stai tranquilla.
Comunque non vado oltre perché non ho seguito molto... non ho tempo ora di sentire i video, magari in serata vedo di leggermi qualcosa.


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