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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 20/06/2015, 13:21 
GIANLUCA1989 ha scritto:
Russia Threatens Sweden With Military 'Consequences' If It Joins NATO Alliance, Report Says

Sweden will face military “consequences” if it decides to abandon its trademark neutrality and join the NATO alliance, Russian Ambassador Viktor Tatarintsev reportedly told a Swedish newspaper Thursday. Sweden has expressed growing concern in recent months amid a noticeable uptick in Russian military activity, both in Eastern Europe and in the waters off Sweden’s coast.

Russia’s annexation of Crimea last year and purported involvement in the eastern Ukraine conflict has led to calls in Sweden for increased cooperation with NATO. Tatarintsev told Swedish newspaper Dagens Nyheter that Russia does not pose a threat to Sweden’s security and accused Swedish media outlets of an “aggressive propaganda campaign” against the Kremlin, according to a translation by the Local. But the ambassador warned that the country’s entrance into NATO would provoke a military response.

“I don’t think it will become relevant in the near future, even though there has been a certain swing in public opinion. But if it happens there will be counter measures. Putin pointed out that there will be consequences, that Russia will have to resort to a response of a military kind and reorientate our troops and missiles. The country that joins NATO needs to be aware of the risks it is exposing itself to,” Tatarintsev told Dagens Nyheter.

Swedish officials have repeatedly accused Russian planes of violating the country’s airspace, and several eastern European nations, including Sweden and Latvia, have suspected Russian submarines have entered their sovereign waters. Sweden’s military dispatched fighter jets in May to ward off Russian bombers that approached Swedish territory, Reuters reports.

Traditionally, Swedish citizens have expressed little interest in joining NATO alliance, but recent tensions with Russia have stoked support. An October 2014 poll found that 37 percent of the nation’s population supported entrance into the alliance, while 36 percent of those surveyed opposed the move, Reuters reported.

Defense ministers from Sweden, Finland, Norway, Iceland and Denmark expressed their solidarity against Russian military aggression in a joint statement released last April. “Russia’s leaders have shown that they are prepared to make practical and effective use of military means in order to reach their political goals, even when this involves violating principles of international law,” the statement said, according to Reuters.

http://www.ibtimes.com/russia-threatens ... ys-1973905



Cita:
Svezia: la Russia avverte, se aderite alla Nato punteremo i missili contro di voi

(AGI) - Londra, 20 giu. - Svezia e Russia non si sono mai amate ma solo mal tollerate, tanto da aver combattuto ben 11 guerre tra il 1321 e il 1809. Ora Mosca avverte Stoccolma, come ogni altro Paese, che "se dovesse decidere di aderire alla Nato, dovra' essere consapevole dei rischi cui si espone".
Vladimir Putin "ha annunciato che ci saranno conseguenze e che la Russia sara' costretta a rispondere militarmente riorientando le nostre truppe e (puntando) e i nostri missili (balistici armati di testate atomiche)" verso la Svezia. Cosi' l'ambasciatore di Mosca a Stoccolma, Viktor Tatarinstev, ha avvertito, ricorrendo a toni tutt'altro che diplomatici, Stoccolma. In un'intervista ad un quotidiano svedese, l'ambasciatore russo ha consigliato alla Svezia di riflettere bene sulle conseguenze di un'eventuale adesione all'Alleanza Atlantica alla quale, nonostante la totale adesione ai valori del blocco occidentale, ne' la Svezia, ne' la ancora piu' vicina Finlandia, hanno mai aderito. Questo proprio per non irritare l'ingombrantissimo e minaccioso vicino, una volta imperiale zarista, poi sovietico ed ora russo. I regimi a Mosca e San Pietroburgo sono cambiati nel corso dei secoli ma non il loro atteggiamento con i vicini. Negli ultimi mesi gli incidenti 'sfiorati' tra le forze armate russe e quelle svedese non sono stati rari. Piu' volte il jet di Stoccolma, come di altri Paesi vicini, si sono dovuti alzare in volo per intercettare i giganteschio e antiquati, ma ancora minacciosi, bombardieri strategici Tu- 95 Bear. Il 5 ottobre venne pubblicata la foto di un caccia russo Su-27 sfiorare di pochi metri un aereo da ricognizione svedese. Due settimane dopo un sottomarino russo si e' spinto fino alle acque costiere svedesi dando il via a giorni di caccia da parte della marina di Stoccolma proprio nelle acque antistanti la capitale.
Detto cio anche se e' cresciuta dal 17% del 2012 al 31% del 2015, la voglia degli svedesi di aderire la Nato non sembra tale da spingere il governo a compiere il passo. In ogni caso, Mosca preferisce non correre rischi e stroncare sul nascere qualsiasi velleita' bellica ostile del vicino. (AGI)
https://www.agi.it/estero/notizie/svezi ... pp-rt10006



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/06/2015, 13:31 
Dopo le sanzioni a Vladimir
Il mediocre Obama ha fatto di Putin uno zar

Immagine

«Se la Svezia entrerà nella Nato, saremo costretti a puntarle i nostri missili contro»: questa recente affermazione di Putin contiene tutta l'assurdità della politica europea e americana verso la Russia e spiega bene il 60% e passa dei consensi che Vladimir Putin riscuote tra i russi. L'ipotesi che la Svezia abbandoni la sua tradizionale e secolare neutralità (che mantenne persino durante la seconda guerra mondiale) è stata avanzata negli ultimi mesi da ambienti di Stoccolma, su palese pressione americana. A riprova che tutta la politica di Barack Obama punta a una espansione militare nei Paesi dell'Europa dell'est e del Baltico, ben al di là di quanto già fatto durante la crisi Ucraina.

Il risultato è naturalmente speculare: a fronte della minaccia occidentale Putin, che è un mediocre politico, cresciuto nella grigia opacità del Kgb, diventa agli occhi della popolazione russa un «grande leader» che risponde per le rime, che calca la mano e il linguaggio in termini bellicisti, e si contrappone all’Occidente con una logica di potenza.
Una strategia, quella di Obama, bollata come sbagliata e fallimentare da Henry Kissinger e da Helmuth Schmidt, i due grandi personaggi che pure si inventarono la strategia degli euro missili da puntare contro Mosca, insospettabili, dunque di ogni tendenza filo russa. Ma è la strategia aggressiva e da Guerra Fredda seguita dalla presidenza Usa e - purtroppo - anche dall'opposizione dei Repubblicani che recentemente, approvando il bilancio di 612 miliardi per la Difesa Usa (con un incremento del 2,1%) hanno suggerito che gli USA armino direttamente l'esercito di Kiev per renderlo in grado di contrastare militarmente i filo russi. Suggerimento che svela il paradosso e l'insensatezza della strategia di Obama e dell’Europa nei confronti della crisi ucraina. L'accordo di Minsk2, infatti consacra col riconoscimento occidentale un fatto incontrovertibile: l'esercito di Kiev ha sonoramente e vergognosamente perso la guerra contro i filo russi (e i soldati russi mascherati da volontari), segno chiaro di una strategia non solo sbagliata, ma anche perdente nei fatti.
Ma l'aggressività militare di Obama e della UE (non condivisa, va detto, dal governo Renzi che si accoda) è perdente anche sotto un altro profilo. Trasforma infatti Putin in un leader di caratura mondiale di riferimento per tutti i Paesi che considerano sbagliata, a ragione, la strategia di americana su altri quadranti di crisi. Persino l'Arabia Saudita, per 60 anni il più fedele alleato degli USA in campo arabo, ha mollato un sonoro ceffone agli USA e ha scelto non solo di dotarsi di un armamento atomico, ma di approvvigionarsi non presso la eccellente industria nucleare americana, ma presso la più mediocre industria nucleare russa. Pochi giorni fa, infatti il Ministro della Difesa saudita Salman, figlio del re, ha firmato a Mosca un grande contratto di fornitura di impianti nucleari russi. Una chiara risposta al centro stesso della strategia mediorientale di Obama: Riad considera giustamente demenziale la logica seguita dalla Casa Bianca nella trattativa con l'Iran sul nucleare, è certa che permetterà agli ayatollah di dotarsi di una bomba atomica da qui a poco e risponde per le rime, sia nei confronti di Teheran, che di Washington, dotandosi di una bomba atomica. Russa, per di più.
PUBBLICITÀ

La sfiducia nell'ex alleato occidentale che sono ad ora ha garantito la sicurezza di Riad è aperta, conclamata, definitiva. Ma le reazioni negative per il campo occidentale della strategia di Obama non sono solo queste. Putin è ormai diventato il leader che sta guidando un clamoroso e pericolosissimo riavvicinamento della Russia a una Cina pericolosamente aggressiva nei confronti di tutti i Paesi asiatici e si prepara persino a dividere l'Ue. È infatti ovvio che il leader greco Tsipras ha trovato nel leader del Cremlino una sponda forte per reagire all'isolamento dall'Europa. Lo spingono in questa direzione solidi rapporti storici, in primis la comune religione ortodossa e più banali e concreti interessi prosaici. La firma dell'accordo per il passaggio in Grecia del Turkish Stream, il gasdotto che priva di fonti energetiche possibili appunto l'Ucraina e l'Est Europa, è un passo enorme verso la creazione di un asse Mosca-Atene che può addirittura permettere a Putin, per estrema e ancora lontana ipotesi, di disporre del voto greco per far saltare alcune decisioni dell'Ue. Nel complesso, dunque, la strategia obamiana è tanto tracotante, quanto cieca e perdente.

di Carlo Panella

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... to-di.html



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/06/2015, 18:36 
Le ultime, dalle parole stanno passando ai fatti.... [B)]
Cita:
Cresce la tensione con la Russia, gli Stati Uniti inviano mezzi pesanti nell’Est Europa
Il segretario alla Difesa americano conferma il dispiegamento di carri armati in Estonia, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Romania e Polonia: è la prima volta nella storia


Gli Stati Uniti si avviano a dislocare per la prima volta armamenti pesanti nel centro ed est Europa per rafforzare il fianco orientale della Nato.

«Dislocheremo temporaneamente veicoli di una brigata corazzata e il relativo equipaggiamento nei Paesi dell’Europa centrale e orientale», ha reso noto il segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, in una conferenza congiunta a Tallinn con tre ministri della Difesa dei Paesi Baltici.

Carter ha aggiunto che «questa attività europea di preposizionamento include carri armati e artiglieria da combattimento» e che i Paesi interessati - Estonia, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Romania e Polonia - hanno accettato di ospitare i battaglioni «che verranno spostati per addestramento ed esercitazioni».

http://www.lastampa.it/2015/06/23/ester ... agina.html


Cita:

Nato, l'annuncio Usa: "Armi pesanti nei Paesi dell'Est Europa"
Il Segretario alla Difesa Ash Carter a Tallinn rassicura i Paesi Baltici: "250 carri armati e altri mezzi per garantire una forza di reazione rapida in caso di crisi". Sette i Paesi coinvolti.
Ira Mosca: "Atto più aggressivo da fine guerra fredda".
In Ucraina ancora combattimenti: un morto e 12 feriti nelle ultime 24 ore
http://www.repubblica.it/esteri/2015/06 ... 117522200/



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/06/2015, 18:58 
Cita:
De Donno: «Il blocco navale non basta, i trafficanti sapranno aggirare l'ostacolo»
di Gerardo Marrone— 23 Giugno 2015

PALERMO. Due sottomarini, cinque navi militari, tre aerei da ricognizione, due droni, tre elicotteri e un migliaio di soldati. Così, l' Europa muove guerra ai "boss dei barconi". Per l' ammiraglio Marcello De Donno, già capo di Stato Maggiore della Marina tra il 2001 e il 2004, uno schieramento di forze consistente. Non risolutivo, però: «Voi siciliani conoscete bene l' Etna: quando il fiume di magma trova un ostacolo, cerca nuove strade. L' Europa- aggiunge De Donno, ora al vertice dell' Istituto di Studi Strategici "Machiavelli" con sede a Roma capisca che non basterà un' azione militare a risolvere un problema di questa complessità. Serve un' iniziativa politica forte sull' altra sponda del Mediterraneo, diversamente questa missione sarà solamente una pezza. Una soluzione temporanea, in attesa di scoprire dove scorrerà il magma nella sua marcia inarrestabile!».

Contro il traffico di migranti, pieno accordo tra i ministri degli Esteri dell' Unione Europea sull' operazione "Eunavfor Med". Stavolta, si fa sul serio?
«Il passaggio dagli accordi politici alla messa in pratica presenta sempre qualche problema. Importante, comunque, che vi sia un coinvolgimento convinto dei Paesi dell' Europa. È interesse di tutti, d' altronde, affrontare con efficacia questa marea crescente».

Basteranno le risorse, i mezzi, che sono stati individuati per questa prima fase di interventi?
«Dipende dal tipo di impostazione che si vorrà dare, in funzione dei risultati da raggiungere. Se queste risorse garantiranno un controllo puntuale non solo della zona marittima ma anche della fascia costiera, potrebbero bastare. L' incognita è rappresentata dall' atteggiamento libico. Cioè, di una serie di soggetti che sono motivati da interessi differenti e hanno dimostrato di avere pochi scrupoli nel conseguire i loro obiettivi».
Una missione carica di rischi...
«Appunto. Per questo, gli Stati europei non possono contribuire solo con uomini e mezzi. È necessario, infatti, che siano consapevoli del rischio di perdite. Le mettano in conto, in funzione dell' obiettivo da conseguire».


A proposito di "incognita -Libia". Almeno su un punto, i governi locali sono pienamente d' accordo: non accetteranno sconfinamenti di forze straniere. Bisognerà, quindi, limitarsi a un blocco navale in acque internazionali?
«Considerato quanto sta avvenendo nella parte centrosettentrionale del Nord Africa, il problema degli sbarchi può essere governato e non bloccato. Per farlo, è imprescindibile che l' Europa tutta e anche le stesse Nazioni Unite si spendano pesantemente in modo da creare in Libia una controparte attualmente inesistente. Mi auguro che la Ue abbia preso in considerazione questa esigenza, andando ben oltre la discussione sull' operazione tecnica».

Finora, però, nel "Paese del Caos" ogni tentativo di mediazione s' è rivelato inutile. Si può puntare all' infinito sulla soluzione politica?
«Una cosa è certa: il mero blocco navale può avere unicamente efficacia nel breve termine e non costituisce il rimedio a un fenomeno complesso, che non è per nulla limitato nel tempo e nello spazio. Tutta l' Europa faccia pesare il proprio prestigio perchè si possa individuare un interlocutore in Libia col quale sedersi e fare accordi. Siamo dinanzi a una fase storica in un' ampia regione che sta vivendo profondi rivolgimenti. Se ci limitiamo a pensare come fermare i barconi, possiamo ottenere qualche risultato. Ma nulla più».

Alla portaerei "Cavour", il coordinamento degli interventi. Cosa significa davvero questo incarico che è stato affidato all' ammiraglia della nostra Marina Militare?
«Come fu per la "Garibaldi" (altra portaerei della Marina italiana, ndr) nell' operazione contro Gheddafi, la "Cavour" servirà da piattaforma che sarà collocata centralmente nell' area da tenere sotto controllo. Attraverso la sofisticata strumentazione di coordinamento, comando e controllo di cui dispone, la "Cavour" dovrà gestire tutti i mezzi che saranno impegnati nei singoli interventi. Chi ha concepito questa operazione, è pienamente consapevole della sua complessità già per il fatto che saranno utilizzati mezzi molto diversi tra loro. Ciò impone, quindi, la presenza di una nave -piattaforma in mare che sia capace di dirigere, conoscere e valorizzare ogni evento».

Per adesso, a differenza di quanto era stato ipotizzato nei mesi scorsi, non è previsto il coinvolgimento della Nato in questa missione. Un errore?
«No. Dal punto di vista operativo la questione è prettamente europea, anche se gli Stati Uniti ("socio forte" dell' Alleanza Atlantica, ndr) guardano con attenzione a quanto avviene. Allo sta to attuale non esistono i presupposti per un intervento della Nato che, non dimentichiamolo, ha scopo unicamente difensivo. In questo momento, non siamo di fronte a un' invasione o una minaccia che possano mettere a repentaglio uno dei Paesi -membri».

Gli Usa, però, hanno recentemente rilanciato l' allarme su possibili infiltrazioni terroristiche tra gli extracomunitari in arrivo nelle nostre coste. Neppure questa è una minaccia attuale?
«Non si può certo ignorare cosa possa avere in mente l' Isis. Personalmente, però, ritengo che il problema attuale non richieda un coinvolgimento della Nato. La Ue, peraltro, dispone di una propria struttura militare in grado di gestire questa fase».
Esiste anche un problema di sostenibilità.

Per quanto tempo l' Unione Europea potrà permettersi l' operazione "Eunavfor", che va sommata ai costi di "Triton"?
«Come sempre, è necessario comparare costi e benefici. Bisogna valutare quali rischi si corrono nel lasciare ingovernata la situazione. Finché questa non sarà riportata in un alveo di controllabilità, gli Stati continueranno sempre a mettere sulla bilancia pro e contro della missione. Tutto dipenderà, poi, dalla sensibilità di ciascuno rispetto alla questione».

L' Agenzia "Frontex" aprirà una sede nella nostra Isola. Sempre meglio "stare sul posto", come ha recentemente dichiarato in un' intervista al "Giornale di Sicilia" l' ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte?
«Assolutamente d' accordo. Non tanto perchè serva una presenza fisica, che oggi può essere superata grazie alla tecnologia. Piuttosto parlerei di percezione, quasi un fatto di pelle. Di atmosfera che si respira. Seguire le attività di "Frontex" dalla Sicilia, quindi, è ben altra cosa che farlo da Varsavia!».
Il Consiglio d' Europa, nella riunione di giovedì e venerdì, dovrebbe definitivamente decidere sulle quote -migranti. Molti Paesi, dall' Inghilterra alla Danimarca, si sono già detti contrari. E' un "no" agli stessi principi fondativi della UE?
«Alcuni Paesi fanno opposizione attaccandosi pretestuosamente a qualche cavillo, a questa o quella regoletta della normativa comunitaria. Siamo, però, a un passaggio cruciale. Finalmente, infatti, potremo capire chi è europeista per convinzione profonda e chi lo è per mera convenienza».
Fonte: http://gds.it/2015/06/23/de-donno-il-bl ... lo_373855/


Quale è il vero obbiettivo di questa missione [?]
[:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/06/2015, 20:32 
Militarizzare il mediterraneo.. non gliene frega niente dei clandestini.

Altrimenti avrebbero già punito duramente coloro i quali, novelli negrieri, lucrano milioni di euro sulla pelle di questa gente.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/06/2015, 20:42 
Atlanticus81 ha scritto:
Militarizzare il mediterraneo.. non gliene frega niente dei clandestini.

Altrimenti avrebbero già punito duramente coloro i quali, novelli negrieri, lucrano milioni di euro sulla pelle di questa gente.


Riporto questo articolo di un mese fa 13 Maggio 2015:
Lo ha detto anche il capo di stato maggiore della marina Giuseppe De Giorgi

Cita:
Mediterraneo, l'allarme dalla Marina militare italiana: "Clima bellico, navi e sommergibili piazzati da India, Cina e Russia"

Nel Mediterraneo si stanno disegnando scenari di guerra. A dirlo è stato l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina militare italiana, nella sua audizione presso il comitato Schengen sui flussi migratori. La previsione, riportata dal sito publicpolicy.it, è tremenda: "Stanno tornando forme convenzionali di guerra marittima, come si vede dagli investimenti fatti dalle Nazioni in giro per il mondo. Ad esempio nel Mediterraneo abbiamo navi indiane e cinesi e la Russia ha ripreso a posizionare i propri sommergibili nel Mediterraneo e nel Mar del Nord. Questo impone la ripresa dell'addestramento", ha spiegato De Giorgi auspicando l'unione delle forze, militari ed economiche, di tutti i paesi membri dell'Unione europea. Di fronte alla minaccia dell'integralismo islamico dell'Isis che da mesi sta tentando di conquistare terreno in Libia e nel Nord Africa (intanto l'Ue, per bocca della Mogherini, ha escluso l'ipotesi di intervento militare via terra), unita alla pressione dei migranti che a centinaia arrivano in Sicilia ogni settimana a rischio della propria vita (3.1419 morti nel 2014), servirebbe insomma una risposta congiunta. "Sono ottimista per la costituzione di un gruppo navale europeo e mi auguro sia a guida italiana", si sbilancia l'ammiraglio De Giorgi, secondo cui però le operazioni di soccorso dei barconi oggi avvengono in un "clima quasi bellico" o comunque di "uso della forza imminente e immanente".

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... arina.html



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MessaggioInviato: 24/06/2015, 10:11 
La Mogherini fa parte dello stesso governo di "Cocco Bill": fancazzisti! e "volemosebuonisti"!
Gheddafi ha potutto attaccare e distruggere la Libia, noi per difenderci da "quartro" scafisti abbiamo delle remore (finte!). [^]
Branco di pavidi incompetenti! E tra l'altro seguiteranno ad affogare persone ... e gli "altri" a guadagnarci! [:(!]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 24/06/2015, 10:20 
Ufologo 555 ha scritto:
La Mogherini fa parte dello stesso governo di "Cocco Bill": fancazzisti! e "volemosebuonisti"!


E filoamericani servi degli interessi atlantisti... non dimenticarlo mai ufo'...



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 24/06/2015, 10:22 
Ho scritto molte volte : usciamo dalla NATO (l'hanno fatto Francia e Spagna) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 24/06/2015, 10:59 
Intervista a Dugin
Russia, parla Dugin, il guru di Putin: "Isis strumento degli Usa, stiamo andando verso il disastro"

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Già professore all’Università di Mosca, Alexander Dugin è politologo e filosofo russo tra i più vicini al Cremlino. Lo abbiamo intervistato in occasione della presentazione svoltasi ieri a Milano del libro Rinascita di un Impero. La Russia di Vladimir Putin (Circolo Proudhon Edizioni) organizzata dal quotidiano online L’Intellettuale Dissidente e dall’Associazione Culturale Lombardia-Russia presidiata da Gianluca Savoini.

In questo momento storico si parla molto di sanzioni alla Russia. Lei le vive sulla sua pelle perché ha delle difficoltà a viaggiare nei Paesi alleati degli Stati Uniti. Per quale motivo?
«Le sanzioni contro di me sono in vigore negli Stati Uniti ma non ancora in Europa. Vedremo col passare dei mesi o degli anni cosa succederà. È importante perché io sono il primo uomo che è stato sanzionato dagli americani per le sue idee: per i miei pensieri, per le mie dichiarazioni. Io non faccio parte di nessun gruppo terroristico, sono un intellettuale. Questo è emblematico. La democrazia liberale arriva in un momento di contraddizione: nel nome della libertà di espressione si sanzionano le personalità che esprimono opinioni diverse dal Pensiero unico. L’Occidente condanna i totalitarismi, eccetto il terzo totalitarismo, che è quello liberale che censura nel nome della libertà di pensiero e di espressione. La nostra è una realtà orwelliana, o peggio, viviamo nel “migliore dei mondi” di Huxley: il nostro è un totalitarismo soft».
Dall’altra parte, anche Vladimir Putin ha stilato una lista di personalità non gradite. Tra queste vi è anche un intellettuale, se così possiamo chiamarlo: Bernard-Henry Levy…
«Si tratta di una provocazione. Bernard-Henri Levy è un mio nemico diretto. Ha fatto una lezione intera a Kiev contro il mio libro La quarta teoria politica. Ha criticato le mie idee, è a favore del governo golpista ucraino, appoggia il nazionalismo e il liberalismo russofobo. Le sanzioni non sono solo contro di lui, ma anche contro altri personaggi come il leader dei Verdi francesi Daniel Cohn Bendit. Putin ha quindi ricambiato, si tratta di una risposta alle sanzioni. In più i nomi nella lista non sono intellettuali ma vere e proprie spie...».
Vladimir Putin è stato tagliato fuori dall’ultimo G7, ma in compenso Matteo Renzi lo ha accolto festosamente a Milano quando è venuto a visitare l’Expo. Non c’è una schizofrenia in questo atteggiamento?
«La volontà di escludere la Russia dal G7 è stata puramente simbolica. Pensate che il summit divenne G8 dopo il crollo del muro di Berlino con la presa del potere di Boris Elstin, il quale ha tradito allora la Russia. Il suo invito è legato alla perdita di sovranità del nostro Paese. Quando la Russia con Putin ha riacquistato maggiore sovranità è stata tagliata fuori. Per i russi questa non è di un’umiliazione ma un premio».
E riguardo alle sanzioni economiche europee che opinione si è fatto?
«Credo i Paesi europei abbiano tutte le ragioni per continuare a cooperare con la Russia. Per motivi economici, energetici, finanziari, industriali e commerciali, le sanzioni non giovano ai loro interessi. Le società europee non possono comprendere il perché di queste sanzioni, non ci sono basi economiche. Eppure i vertici di Bruxelles, tutti i capi europei, sono schizofrenici. Da una parte hanno interesse a cooperare con i russi, dall’altro invece non sono liberi per colpa della volontà statunitense per cui c’è una situazione di equilibrismo. Il mondo unipolare diretto da Washington ci porta al disastro e Matteo Renzi è ostaggio di queste relazioni internazionali».
Quali sono le conseguenze per noi italiani, un Paese storicamente legato alla Russia?
«È il Nord dell’Italia che paga soprattutto questa politica delle sanzioni. Di meno, invece, la Russia che ha rapporti commerciali anche con il mercato asiatico. Penso all’export italiano legato all’agricoltura, all’artigianato, ai prodotti industriali».
Parliamo di politica internazionale. Lei sembra convinto che ci sia un collegamento tra gli Stati Uniti e l’Isis.
«È evidente che il fondamentalismo islamico è stato manipolato fin dall’inizio dagli americani. Inizialmente è stato lo strumento per la lotta ai movimenti islamici filo-sovietici, poi è stato il pretesto e il nemico perfetto per le battaglie degli Stati Uniti in Medio Oriente, così dalla guerra in Afghanistan in poi. Credo che l’Isis non sia una realtà omogenea, all’interno ci sono diverse correnti, e una di queste è legata a doppio filo con gli Stati Uniti, ci sono documenti che lo dimostrano tra questi anche quelli di Edward Snowden. La politica estera americana tradizionalmente governa attraverso il caos e l’Isis fomenta questo caos».
Il fondamentalismo islamico è stato affrontato dal governo russo negli anni della guerra in Cecenia. In che modo? Come possiamo noi europei sconfiggere l’Isis?
«La Russia ha utilizzato una strategia delle divisioni tra un Islam tradizionale, euroasiatico, un islam politico, artificiale e antitradizionale, antisufista. Facendo questa divisione noi siamo riusciti a separare due rappresentazioni appoggiando l’islam tradizionale, garantendo molte libertà ai capi tradizionali. Detto ciò, i musulmani tradizionali hanno ricevuto più di quello che immaginassero. Anche il potere, la libertà di introdurre le leggi islamiche nella società, come nella Cecenia; ma il prezzo era quello di lasciare l’islam radicale, politico, atlantista. Questa è la doppia anima dell’islam, esistono correnti tradizionalisti e correnti pro-americane e pro-saudite che sono pericolose».
Nel Caucaso fa presa l’Isis sui musulmani?
«Al Nord del Caucaso ci sono piccoli gruppi legati all’Isis, ma non i numero tale da mettere in pericolo la nostra sicurezza. L’Islam tradizionale riconosciuto in Russia fa la guerra a queste frange».
Recentemente nei Paesi Baltici c’è un dispiegamento delle forze militari della Nato. Sempre al Nord dell’Europa, nei Paesi Scandinavi, la Russia ha ammonito il governo svedese qualora dovesse entrare nella Nato. Cosa sta succedendo da quelle parti?
«Gli americani spingono l’Europa alla guerra con la Russia. Giocano sui rancori e i risentimenti storici tra il nostro Paese e i Paesi dell’Est europeo. La Russia non ha interesse in questo conflitto e vuole evitarlo a tutti i costi».

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... n--il.html

E questo è "Libero", èh .... [;)]

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Lui aveva capito tutto già da allora ..... ecco perché l'Europa ha cercato di allontanarlo ridicolizzandolo, con l'aiuto dei nostri "compagni"!!! [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 24/06/2015, 20:59 
Washington è uscita di senno?



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Segnalazione di Federico Prati

di William Engdahl

Vista la serie di discorsi recentemente pronunciati da prominenti ufficiali USA, e le loro azioni, dobbiamo porci francamente questa domanda: Washington è uscita collettivamente di senno? Anche mentre i governi dell’UE cercano di scrollarsi di dosso le pressioni statunitensi e alleviare le sanzioni, l’amministrazione Obama sembra intenta a marciare verso il confronto nucleare con la Russia. Usando l’antica espressione greca: “Gli dei fanno prima impazzire coloro che vogliono distruggere”. Gli sviluppi recenti si adattano molto bene a questa descrizione.

Il 5 giugno, Ashton Carter, segretario alla difesa neo-con di Obama, ha indicato chiaramente di essere pronto ad agire contro la Russia in modo molto più provocatorio del suo predecessore Chuck Hagel. Carter ha convocato al quartier generale del Comando USA Europeo, a Stoccarda, un incontro speciale di due dozzine di capi militari statunitensi e ambasciatori USA in Europa. Egli ha detto loro: “Abbiamo una cosa che di recente ha preso una brutta piega, ed è la Russia.”

Affermazione di per sè non altrettanto eclatante dei resoconti secondo cui il segretario alla difesa “Ash” (soprannome molto adatto, ovvero: “cenere”) Carter ha discusso all’incontro di Stoccarda il ri-dispiegamento dei missili nucleari USA a corto raggio nei paesi Europei della NATO, con bersaglio la Russia.

Il 7 giugno, solo 2 giorni dopo le affermazioni di Carter a Stoccarda, il ministro degli esteri britannico Philip Hammond ha dichiarato alla stampa che la Gran Bretagna potrebbe piazzare di nuovo missili nucleari americani sul suo suolo, a causa di quelle che ha definito le “aumentate tensioni” con la Russia.

Il ministro ha detto che ci sono “segni preoccupanti” che le forze russe stiano intensificando l’attività, e che la Gran Bretagna avrebbe “considerato i pro e i contro dello schierare armi statunitensi a medio raggio.”

Il britannico Telegraph ha riportato che Ash Carter sta valutando di abrogare unilateralmente un trattato stipulato con l’Unione Sovietica ai tempi della Guerra Fredda, e di schierare nuovamente missili a capacità nucleare in Europa.

Il ministro britannico ha proseguito rivelando quella che uno psicologo potrebbe chiamare in termini clinici una schizofrenia paranoide. Dapprima ha rullato i tamburi di guerra, dichiarando orgogliosamente: “Dobbiamo mandare un chiaro segnale alla Russia che non le permetteremo di oltrepassare le nostre linee rosse.”

L’ultimo politico della NATO a discorrere scioccamente di linee rosse era stato il presidente Obama nel 2013 in Siria, cosa che aveva fatto sfiorare un conflitto mediorentale così pericoloso che i suoi stessi generali pare avessero minacciato di dimettersi. Poi, al respiro seguente, il duro Hammond si fa scappare di bocca: “Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che i russi hanno l’impressione di essere circondati e sotto attacco, e dobbiamo evitare provocazioni non necessarie.” Vale a dire che la Gran Bretagna farà solo provocazioni “necessarie”? Davvero, negli ultimi decenni la qualità intellettuale e morale dei politici occidentali è diventata risibile.

Né la Gran Bretagna né la Francia, entrambi paesi NATO con arsenali atomici, firmarono il trattato INF del 1987, cosa per la quale Mosca allora protestò con veemenza.

Quando i tedeschi accettarono i missili Pershing II

Nel 1983 il Bundestag concesse il permesso per lo schieramento in suolo tedesco dei missili americani Pershing II a medio raggio, e contemporaneamente l’amministrazione Reagan annunciò la creazione di un sistema di difesa anti- missili balistici, più tardi soprannominato Guerre Stellari. Entrambe le decisioni portarono a un’estrema tensione militare tra NATO e Patto di Varsavia, fino a quando nel dicembre 1987 gli USA e l’Unione Sovietica firmarono il trattato INF (sulle Forze Nucleari a raggio Intermedio), che prevedeva la distruzione di tutte le armi a medio raggio da entrambe le parti.

E’ significativo il fatto che ciò avvenne un anno dopo che Washington e l’Arabia Saudita avevano deliberatamente fatto crollare il prezzo del greggio ben al di sotto dei 10 dollari al barile, falcidiando così le entrate sovietiche di dollari, essenziali per acquisire tecnologie adatte a contrastare il programma Guerre Stellari degli USA e le altre minacce militari della NATO.

Ora Washington sembra dire: “Un altro déjà vu”. Ma nel 2015 il mondo non è quello del 1983, e la Federazione Russa, specialmente in virtù dell’alleanza con la Cina e altri paesi, non è l’Unione Sovietica fallita del 1983.

La NATO conquisterà Kaliningrado?

Pare che il Pentagono stia prendendo in considerazione mosse di gran lunga più folli del mero ri-schieramento di missili nucleari a medio raggio in Europa.

Secondo gli hacker che sono riusciti a entrare nel sistema delle Forze Armate Lituane, il minuscolo paese baltico si sta preparando ad annettere militarmente l’enclave russa di Kaliningrado. Sembra una rivisitazione fantastica del film satirico di Peter Sellers, degli anni ’50: Il topo che ruggiva”. Oggi Kaliningrado è una provincia russa con circa 960.000 abitanti di etnia russa.

Diventò parte dell’Unione Sovietica nel 1945, alla Conferenza di Potsdam, quando i governi statunitense e britannico concordarono di trasferire all’Unione Sovietica la città di Koenigsberg, ribattezzata Kaliningrado, e l’area circostante. Poiché, dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, Washington ha fatto espandere la NATO verso est, ora Kaliningrado è situata sul Mar Baltico tra due paesi NATO: Polonia e Lituania. Siccome è l’unico porto russo sul baltico libero dai ghiacci tutto l’anno, gioca un ruolo strategico vitale nell’ospitare la Flotta Russa del Baltico e 3 basi dell’aviazione russa.

Quando nel 2007 l’amministrazione Bush annunciò che avrebbe posizionato missili statunitensi in Polonia nel quadro della difesa anti-missili balistici, le tensioni tra Mosca e Washington raggiunsero il punto di rottura e la Russia minacciò di schierare armi nucleari a Kaliningrad, minaccia poi caduta nel 2009 in seguito alla finta di Obama, chiamata “reset”. Se la NATO usasse la minuscola Lituania per prendere Kaliningrado, ciò equivarrebbe a una dichiarazione di guerra nucleare contro la Russia.

Secondo il portale lituano di notizie, Delfi, i documenti del ministero della difesa lituano ottenuti dagli hacker rivelano che le manovre NATO in corso nella regione dovrebbero fornire la copertura per un attacco a sorpresa. In questo momento, circa 2.100 soldati di 9 paesi NATO, appartenenti alla Forza Congiunta ad Altissima Rapidità (VJTF), stanno partecipando a esercitazioni militari in Polonia nord-occidentale. Più tardi, quest’estate, verrà condotta l’esercitazione NATO “Scudo Alleato” anche in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, con 15.000 soldati da 19 paesi membri e 3 partner, tra cui la Svezia.

Chi viola il trattato INF?

Mosca accusa Washington di violare il trattato INF del 1987 con lo schieramento di sistemi anti-missile in Polonia e Romania, capaci di lanciare missili termonucleari Tomahawk su bersagli russi e bielorussi. Per coprire le evidenti violazioni statunitensi del trattato, Ash Carter afferma che l’amministrazione Obama “sospetta” che la Russia abbia testato missili di raggio non permesso dal trattato INF. Anche se così fosse, ma Washington non ne ha fornito alcuna prova, testare missili è molto diverso dallo schierare missili nucleari in Polonia e Romania, e dal pianificare l’invasione NATO di una delle principali enclavi militari russe, Kaliningrado.

Secondo i resoconti del New York Times, le cosiddette violazioni russe del trattato INF, usate come pretesto da Washington, sarebbero state commesse da Mosca nel 2008. Guarda un po’, solo nel 2013 il Dipartimento di Stato USA sollevò la possibilità che si fosse verificata una violazione, proprio prima di lanciare le proteste di Piazza Maidan che portarono al colpo di stato di Washington in Ucraina. E solo a luglio 2014, secondo il New York Times, il presidente Obama scrisse una lettera al presidente Putin accusando la Russia di quei presunti test condotti nel 2008. La scelta della data, luglio 2014, si adattava perfettamente con la demonizzazione della Russia compiuta dall’amministrazione Obama. Ad aprile 2014, il comandante supremo della NATO, generale Breedlove, aveva affermato che le presunte violazioni russe del 2008 richiedevano una risposta.

Non c’è da stupirsi se gli analisti russi accusano Washington di scatenare propaganda, accusando la Russia di violazioni per giustificare il rinnovato schieramento di missili nucleari nei paesi NATO europei e in Asia, da dove bersaglierebbero sia la Russia che la Cina.

Folli e teste calde a Washington, Londra e nella NATO stanno letteralmente facendo a gara di spericolatezza con le armi nucleari. Ma i polacchi, i lituani, i tedeschi e gli inglesi sono così stupidi da non vedere le conseguenze del gioco che Washington sta giocando con la NATO? O hanno intenzioni suicide? Dopotutto, sarebbero loro a diventare un cumulo di ceneri termonucleari, non gli Stati Uniti, così come sono state le economie europee a soffrire di più sotto le sanzioni anti-russe imposte dagli USA.

Quanto è ridicolo tutto questo? Topi matti che ruggiscono uscendo dalle crepe dei prestigiosi edifici di Washington, Londra e Vlinius, squittendo e andando in giro in una folle frenesia: Washington è uscita di senno.

Fonte:Journal-neo.org/

Source: Washington è uscita di senno? « [url=http://www.agerecontra.itwww.agerecontra.it[/url[/url]]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 24/06/2015, 21:29 
ieri ho parlato con badanti ucraine (ce ne sono moltissime nella mia valle), alcune piangevano, dicendo che è dal 14 giugno che militari ucraini, piombano letteralmente nelle case dove ci sono maschi con età superiore ai 17 anni e li portano via coì come sono, sia di giorno che di notte, e questo succede nei piccoli villaggi, i tg non accennano alcun che, ma queste signore mi dicevano che tra parenti ed amici, sono almeno già una ottantina di ragazzi prelevati.......; in + succede un altro fatto molto schifoso, nei villaggi vicino al confine sono state rapite almeno 9 ragazze tra i 15 e 17 anni, da auto con uomini armati (loro dicono ceceni).
Non posso immaginare, senza provare orrore, alla fine che fanno quelle ragazzine, e x i poveri ragazzi, saranno messi allo sbaraglio con un mitra in mano [B)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 25/06/2015, 11:15 
Io so una cosa sola, cara Cinzia (e anche tu lo ricorderai) quando c'erano i due "Blocchi" non avvenivano queste schifezze: Stato contro Stato, invasioni, profughi; per non parlare dell'Africa: è peggio ora di quando era colonizzata (a parte il Sud Africa).
Ora tra i vari Stati indipendenti c'è solo guerra! Ed i soldi che vengono inviati per aiutarli sono "raccolti" dai vari capi, capetti e capi tribù che li usano per arricchirsi, sfruttare e comprarci ... armi per il loro potere!
Per non parlare del terrorismo: scatenato a livello mondiale. E noi ... "reclusi" e sorvegliati!
Non ci si capisce più niente! [:296]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 25/06/2015, 11:45 
Ufologo 555 ha scritto:
Io so una cosa sola, cara Cinzia (e anche tu lo ricorderai) quando c'erano i due "Blocchi" non avvenivano queste schifezze


Poi gli Stati Uniti hanno voluto fare i "padroni" da soli... ed ecco come è andata a finire...

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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 25/06/2015, 11:48 
Ufologo 555 ha scritto:
Io so una cosa sola, cara Cinzia (e anche tu lo ricorderai) quando c'erano i due "Blocchi" non avvenivano queste schifezze: Stato contro Stato, invasioni, profughi; per non parlare dell'Africa: è peggio ora di quando era colonizzata (a parte il Sud Africa).
Ora tra i vari Stati indipendenti c'è solo guerra! Ed i soldi che vengono inviati per aiutarli sono "raccolti" dai vari capi, capetti e capi tribù che li usano per arricchirsi, sfruttare e comprarci ... armi per il loro potere!
Per non parlare del terrorismo: scatenato a livello mondiale. E noi ... "reclusi" e sorvegliati!
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si ma chi sponsorizza le guerre in africa..??
li fanno combattere gli uni contro gli altri,
le multinazionali si riforniscono
di materie prime, oro, diamanti
petrolio, ecc.
e in cambio vendono armi..
e il cerchio si chiude..
e tutto uno schema..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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